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Autore: Giulls    02/09/2009    6 recensioni
Cullen, Cullen, Cullen. È da una settimana che non si fa altro che parlare di loro, del fatto che tra dieci giorni esatti verranno a frequentare la mia scuola. Da quello che si diceva in giro erano i figli adottivi del nuovo dottore dell’ospedale di Forks, Carlisle Cullen. Tutti conoscono Edward Cullen in versione vampira e Bella Swan in versione umana. Ma se i loro ruoli si invertissero? Bella Cullen sarà capace di resistere al richiamo del sangue di Edward Masen?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ragione e istinto.


Edward’s Pov

Cullen, Cullen, Cullen. È da una settimana che non si fa altro che parlare di loro, del fatto che tra dieci giorni esatti verranno a frequentare la mia scuola. Da quello che si diceva in giro erano i figli adottivi del nuovo dottore dell’ospedale di Forks, Carlisle Cullen.
Le prime a spargere la voce sul loro arrivo furono Lauren e Jessica, alias la più snob e la più pettegola di Forks e fecero talmente un buon lavoro che il giorno seguente addirittura i muri sapevano dei Cullen e del loro imminente arrivo.
Venerdì mattina mi svegliai come sempre all’ultimo minuto e, dopo aver salutato frettolosamente mia madre, misi in moto la macchina e sfrecciai velocemente verso la scuola, sperando di non arrivare tardi per l’ennesima volta.
Parcheggiai la macchina nel primo spazio libero che trovai, corsi all’armadietto per prendere il libro di spagnolo e mi precipitai verso l’aula del professor Ramonez, sperando che quel giorno, come spesso capitava, avesse fatto tardi a lezione. Mi avvicinai alla sua classe e sentii un brusio di sottofondo.

Bene!” pensai “magari non è ancora arrivato e questa volta potrei scamparla!
Girai la maniglia ed entrai in classe lanciando un sospiro di sollievo, ma quando mi trovai davanti il professore mi paralizzai.
< Oh, signor Masen Vedo che si è finalmente degnato di onorarci della sua presenza! Sa, stavo giusto cercando qualcuno da interrogare e visto che lei è in piedi…perché non appoggia i suoi libri e viene alla lavagna? > domandò con un ghigno.
< Certo, professor Ramonez… > risposi senza entusiasmo.
Mi tenne alla lavagna per quasi un’ora intera e mi chiese di tutto e di più per farmela pagare del mio ritardo, ma fortunatamente riuscii a strappargli una B+.
L’ora successiva fu quella di trigonometria, poi ci fu inglese, chimica e infine educazione fisica; dopodiché andai in caffetteria, presi il pranzo e andai a sedermi al solito tavolo, dove ultimamente, per mio sommo dispiacere, si erano stabilite anche Jessica e Lauren, con la loro amica Angela, l’unica delle tre ad essermi simpatica.
< Hey, Edward, amico! Sei stato grande oggi a zittire Ramonez! Cavolo, non so ancora come tu abbia fatto! > esclamò Mike non appena mi vide.
< Già, Edward, sei stato magnifico! > scimmiottò Jessica sorridendo.
< Ehm…grazie, Jessica > le sorrisi educatamente e poi tentai di ignorarla per tutto il pranzo, ma il mio piano fallì miseramente quando si sedette accanto a me e mi prese a braccetto, facendo diventare di mille colori Mike.
< Edward, oggi vieni a studiare con me in biblioteca? Sai, mi servirebbero delle ripetizioni di biologia, e tu sei così bravo… > sussurrò Jessica poco dopo al mio orecchio.
< Mi dispiace, non posso. Dopo scuola vado a giocare a baseball con Erik e gli altri > risposi e poi mi balenò in mente un’idea che mi avrebbe levato Jessica di torno per un bel po’ < Mike, visto che non puoi giocare a baseball per via del ginocchio non è che daresti ripetizioni a Jessica di chimica in biblioteca oggi pomeriggio? > domandai rivolgendomi a Mike.
Gli si illuminarono gli occhi.
< Sicuro, Jess. Ti aiuterò io più che volentieri! > esclamò entusiasta.
< Oh, veramente…beh
grazie, Mike > rispose Jessica accennando un sorriso.
Finii di mangiare e mi dileguai dagli altri, con la scusa che dovevo ripassare biologia per il test.
Lo iniziammo alle tre e dieci e già dopo mezz'ora l'avevo terminato. Purtroppo però non potei uscire dalla classe e siccome Jessica, anche se non seppi mai come, aveva terminato il compito in classe poco dopo me, prese posto accanto al mio, visto che il mio ex compagno di laboratorio aveva abbandonato la scuola, e mi intontì ancora una volta con i Cullen.
Trascorsi il fine settimana a giocare a baseball con i ragazzi e lunedì mattina arrivai presto a scuola. Parcheggiai la mia macchina al solito posto e vidi che accanto al mio parcheggio non c’era la macchina di Mike, ma bensì una Volvo grigia.
< Edward, hai visto? Sono arrivati! > urlò Jessica indicando la macchina.
La ignorai e mi avviai a spagnolo, arrivando questa volta prima del professore.
Stavamo per incominciare la lezione quando bussarono alla porta ed entrò una ragazza minuta, con i capelli corti e corvini, simile ad un folletto. La pelle era diafana e aveva due occhi color miele.
< Lei deve essere Alice Cullen > disse Ramonez guardandola.
< Sì, esatto > rispose lei sorridendogli e porgendogli il classico modulo da firmare.
< Bene, spero possa trovarsi bene qui. Si vada a sedere nell’ultimo banco a destra, accanto alla signorina Stanley >
Ebbi pietà di Alice in quel momento.
Aspettai impaziente l’una e dopo essere entrato in caffetteria mi avviai al mio solito tavolo.
< Avete visto i Cullen? > domandò Erik.
< Sì! Edward, Mike ed io siamo allo stesso corso di spagnolo con Alice Cullen. Certo che lei è veramente strana. Ho provato a parlare con lei, ma non mi ha mai degnata di uno sguardo > rispose Jessica e come se niente fosse continuò a parlare dei Cullen, così come tutti gli altri nella mensa.
Sbuffando decisi di non prestare più attenzione ai miei amici e mi concentrai sul mio pranzo. Quando terminai di mangiare, però, voltai casualmente lo sguardo verso la porta e vidi entrare Alice Cullen con un ragazzo biondo, alto, con la pelle diafana e con gli occhi color miele come lei, e dietro di loro entrò un ragazzo alto e muscoloso, simile ad un orso, con i capelli neri e con gli stessi occhi color miele, mano nella mano con una ragazza bionda, decisamente molto bella: sembrava una di quelle modelle venute fuori dalle riviste di moda.
Li vidi dirigersi verso il tavolo di fronte al mio poggiando i loro vassoi, poi si sedettero e non fecero altro che fissarli, senza toccare cibo.
< Ne manca una… > sentii dire da Tyler.
< Come? > domandai ridestandomi dai miei pensieri, sperando che avessero cambiato argomento.
< Manca una Cullen. Al tavolo sono in quattro, ma i figli del dottore che vengono a scuola qui sono cinque >
< Forse dovreste pensare più ai fatti vostri che a quelli degli altri, non vi pare? > domandai irritato mentre mi alzavo dal tavolo e uscivo dalla caffetteria.
Una volta fuori mi preparai ad andare nell’aula di biologia, quando mi scontrai con una ragazza. Ipotizzai fosse l’ultima Cullen, perché aveva i loro stessi occhi e la pelle diafana, solo che lei era ancora più bella di loro: era minuta e non tanto alta, con i capelli castani e lunghi che le ricadevano morbidi. Ero ipotizzato dalla sua bellezza.
< Scusami > riuscii a dire, ma lei mi lanciò un’occhiata d’odio ed entrò dentro la caffetteria.
Con ancora la sua immagine impressa nella testa andai nell’aula di biologia, dove pochi minuti dopo venni raggiunto anche da tutti gli altri studenti.
Il professore entrò accompagnato dalla ragazza con cui mi ero scontrato poco prima.
< Bene ragazzi, lei è Isabella Cullen… >
< Bella. Bella Cullen > lo interruppe lei con la sua voce melodiosa.

< Ehm sì, chiedo scusa. Dicevo lei è la vostra nuova compagna Bella Cullen. Prego, Bella, siediti accanto a Masen, quel ragazzo laggiù > disse il professore indicandomi.
La osservai avvicinarsi a me, e quando si sedette tentai di parlarle, ma dalla mia bocca non uscì nessun suono.
Speravo che mi degnasse di almeno uno sguardo, ma ciò non accadde, così mi feci coraggio e le scrissi un biglietto.

Scusami per la spallata di prima, non volevo finirti addosso

Lei guardò il biglietto, e in pochi secondi scrisse un messaggio di risposta.

Non fa niente

Lessi la sua risposta e la nostra conversazione terminò lì.
Trascorsero giorni, settimane, addirittura mesi, ma lei continuò ad ignorarmi.
Col tempo iniziai a pensare che ci fosse qualcosa di strano in lei e nei suoi fratelli a causa di una serie di coincidenze: ad esempio quando c’era il sole non venivano mai a scuola, stavano sempre sulle loro e la loro temperatura corporea era fredda, per non dire gelida: lo scoprii per caso un giorno quando durante l’ora di biologia presi contro un vetrino facendolo cadere, ma sia io che Bella ci avventammo per salvarlo e così le toccai accidentalmente il braccio; la settimana dopo, invece, mentre stavo passando una fotocopia di spagnolo ad Alice le toccai la mano e scoprii che anche la sua era fredda, esattamente come quella di Bella.
Giugno arrivò in fretta così anche l’ultima occasione di vedere Bella prima delle vacanze. La cosa mi dispiacque molto, perché avevo provato diverse volte a parlarle, ma senza mai un risultato positivo. Ero molto attratto da quella ragazza, così come quasi tutta la popolazione maschile della scuola; ma io, a differenza degli altri, non ero attratto da lei solo fisicamente: ero attratto anche dalla sua intelligenza e dalla sua grazia.
Una sera di luglio ero andato con il mio solito gruppo a La Push per un falò, quando incontrammo dei ragazzini della zona: dissero di chiamarsi Jacob, Quil, Embry e Sam.
Si auto-invitarono al nostro falò e chiacchierammo con loro per tutta la serata; quando però accidentalmente nominammo i Cullen, dicendo che loro erano dei ragazzi che non si erano integrati per niente, Sam s’irrigidì e ci disse che i Cullen erano pericolosi e che non dovevano neanche essere a Forks, che non sarebbero mai dovuti tornare. Disse quest’ultima frase sussurrandola, ma io la sentii benissimo e ciò mi incuriosì molto. Così, quando la legna iniziò a scarseggiare, mi offrii insieme a Jacob di andarne a cercare dell’altra.
< Hey amico > lo chiamai quando fummo abbastanza lontani dagli altri < che cosa intendeva il tuo amico Sam quando parlava dei Cullen? >
Jacob rise.
< Sam è un ragazzo strano. Lui sostiene che i Cullen non possono venire qui perché… > disse e poi si bloccò < conosci la leggenda dei Freddi? > domandò poco dopo.
< No… >
< Beh…i Freddi sono delle creature molto antiche e sono i nemici mortali dei lupi o licantropi, come tu preferisci chiamarli, e, secondo la leggenda, il mio bisnonno, che era un anziano della tribù, li aveva conosciuti e stipulò un patto con loro: non potevano entrare nella nostra riserva. Quel branco di Freddi, però era…come dire…diverso dagli altri… >
< Diverso in che senso? > domandai confuso.
< Si cibavano di animali e non di umani >
< È? > domandai sempre più confuso < ma…cosa sono questi Freddi? >
Jacob sospirò.
< Bevitori di sangue, chiamati comunemente vampiri… >
Mi si gelò il sangue nelle vene.
< E…cosa centrano con i Cullen? >
< Beh…
loro sono i Freddi > disse ridendo della mia espressione < a quel tempo erano solo in cinque, poi si aggiunsero un maschio e una femmina. Arrivarono a Forks e poi sparirono di nuovo prima che la tua gente arrivasse… >
< Ma… > tentai di dire.
< Oh, eccovi finalmente! È da dieci minuti che vi cerchiamo! Forza, Edward, è tardi dobbiamo andarcene! > esclamò Angela sbracciandosi.
Salutai Jacob e me ne andai a casa, dopodiché iniziai a fare delle ricerche su questi Freddi e quello che scoprii non mi piacque per niente: la loro temperatura corporea era fredda, avevano la pelle diafana, erano forti e incredibilmente belli.
Trascorsi il resto di luglio pensando ai Cullen, finché una sera non m’imbattei in Bella nei pressi del bosco di Forks.

Bella’s Pov

Io…non credevo che avrei ceduto di nuovo. Non era mia intenzione, non volevo ucciderlo. Ma ormai era troppo tardi. Il danno era fatto. Lui si era imbattuto in me, aveva tentato di parlarmi ed io, nonostante fossi innamorata di lui, non ero riuscita a controllarmi fino in fondo e l’avevo ucciso. Se solo fossi stata più forte, Edward Masen sarebbe ancora vivo e io non starei scappando da Forks.
La sera in cui lo uccisi lo incontrai nei pressi del bosco di Forks.
< Bella… > mi sentii chiamare.
< Cosa ci fai tu qui? >
< Ti stavo cercando > rispose con voce più naturale possibile.
< Mi stavi cercando? Hai idea di quanto sia sbagliato questo? >
< Volevo parlarti > rispose < io…so cosa sei Bella… > sussurrò piano dopo qualche minuto di silenzio, ma io lo sentii benissimo.
< Tu cosa? > domandai sgranando gli occhi e reprimendo un ringhio.
< So cosa sei. Me l’ha detto Jacob quando sono andato a La Push… >
Ringhiai a sentire quel nome.
< Non sai cosa stai dicendo… > risposi cercando di confonderlo.
< Ah no? Non mangi mai quello che prendi a scuola, sei fredda, hai la pelle diafana, gli occhi che cambiano colore a seconda del fatto che tu ti sia nutrita o meno, sei di una bellezza assurda e sei incredibilmente forte… >
< E se sai tutto questo, perché non corri lontano da me? >
< Perché sono innamorato di te >
< Tu…tu cosa? >
< Ti amo, Bella. Amo tutto di te. La tua bellezza, la tua intelligenza, la tua grazia… >
< Tu non puoi amare una come me. Non sai quanto possa essere pericolosa per te >
< Jacob ha detto che voi non vi nutrite di sangue umano >
< Jacob ti ha anche detto che io in passato ho ucciso degli innocenti? Jacob ti ha detto che se siamo ritornati qui a Forks è stato a causa mia? Jasper è l’ultimo ad essersi unito a noi, ma io sono la più debole. Per questo non posso starti accanto… >
< Temi di uccidermi? >
< Esatto. Il tuo sangue mi attira come non mi è mai successo e non voglio creare altri problemi a Carlisle >
< Bella, io… > sussurrò muovendo un passo verso di me.
< Stammi lontano! > urlai acquattandomi su un ramo di un albero.
In quel momento iniziò a piovere e per quanto tentassi di nascondermi da lui, Edward riusciva sempre a trovarmi.
Il vento mi inebriava con l’odore del suo sangue. Lo volevo, lo desideravo. Volevo saziarmi con quel nettare proibito. Ma il pensiero di Carlisle e dei guai che avrei potuto provocargli mi fecero placare la sete. Fu quel pensiero che mi fece desistere dall’ucciderlo, o almeno così pensavo, e scesi dal mio rifugio.
Lui si avvicinò a me e iniziò ad accarezzarmi una guancia, mentre con l’altra mano prese la mia. Mi sembrava di essere in paradiso.
Ma poi tutto accadde in un attimo: un fulmine colpì un albero, il quale iniziò a cadere. Presi Edward e mi allontanai con lui dall’albero che stava cadendo, ma così facendo non feci altro che contribuire alla sua morte: inciampai in una radice e cademmo per terra, io sopra di lui.
Mi scostai da lui e notai che aveva battuto la testa su un sasso e stava uscendo molto sangue.
< Bella, aiutami… > sussurrò prima di svenire.
Volevo aiutarlo, lo volevo davvero. Volevo correre in ospedale e pregare Carlisle di salvarlo, ma l’odore del suo sangue mi diede alla testa, e senza rendermene conto ero già stesa su Edward pronta a bere il suo sangue, a nutrirmi di lui. Quando tornai lucida mi staccai da lui, ma ormai era troppo tardi: l’avevo ucciso, avevo ucciso la persona che amavo e avevo tradito tutti.
Inorridita lasciai Forks e abbandonai per sempre i Cullen.

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No, non sono impazzita…o meglio, forse sì, ma questa storia l'ho scritta praticamente l'anno scorso per un contest, e dopo averla trovata dispersa nei meandri del mio computer, l'ho riguardata e ho deciso di postarla, giusto per farmi tirare una scarpa in testa.
Allora…ho scritto per puro divertimento, i personaggi non mi appartengono e bla bla bla…
Beh, spero che vi sia piaciuta come storia. Probabilmente sarà orribile, ma ero troppo curiosa di postarla. Cioè, non capita tutti i giorni di leggere una storia dove Bella dissangua Edward (o almeno per me xD)

Grazie a tutti per aver letto.
Un bacio enorme, Giulls

   
 
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