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Autore: Lisbeth Salander    18/10/2021    6 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Day 18: Tra passato e futuro
Prompt (lista pumpINK): Sentiero

 
Tra passato e futuro
 
«Quando siamo tornati per Natale e abbiamo annunciato di sposarci…».
«Sono stati deliranti, come al solito».
«A parte tua nonna, lei non perde mai la calma».
«Sì, anche se non l’ho mai vista tanto turbata come quel giorno…».
«Quando siamo andati al Maniero dei Black».
«Già…»

29 dicembre 2023
Chatworks, Derbyshire


Il sentiero che conduce al Maniero che un tempo aveva ospitato la famiglia di Cygnus Black è ancora magnificamente tenuto, nonostante siano passati più di dieci anni da quando sua moglie Druella è morta. 
Il fatto che Andromeda Tonks avesse ereditato quel luogo aveva suscitato molte chiacchiere, riaccendendo una morbosa curiosità su di lei.
Dall’annuncio del fidanzamento, Victoire aveva notato che alla felicità composta di Andromeda si era progressivamente accompagnato un certo nervosismo.
Quando pochi giorni prima aveva annunciato loro che le ultime volontà di Druella Black erano estremamente chiare nel richiedere che fosse Teddy ad avere l’antico maniero dopo sposato, Victoire aveva avuto chiara ogni cosa.
Mentre percorrono quel sentiero, seguiti dai suoi genitori e da Harry e Ginny, nota che una ruga increspa costantemente la fronte di Andromeda.
Teddy, dal canto suo, cammina silenzioso, imbronciato, in palese tumulto con se stesso dinanzi a loro.
Andromeda si ferma un momento e fa cenno ad Harry di andare avanti lui, di parlare con suo nipote, forte di una comprensione assoluta che li ha stretti sin dal loro primo incontro.
«Forse…forse ho sbagliato».
Bill Weasley le si avvicina comprensivo, poggiando una mano sulla sua spalla.
«Un testamento come quello di sua madre è un atto magico vincolante. Ha agito secondo quello che la legge magica le ha detto di fare».
Andromeda annuisce e Victoire non può fare a meno di pensare a quanto calzante fosse la descrizione che una volta ne aveva fatto suo nonno materno, nel descriverla circondata da un dolore talmente composto ed educato da mettere gli altri in palese soggezione.
«Andate avanti, arrivo tra poco», dice Andromeda, sedendosi su una panchina lì vicino.
«Resto con lei», si fa avanti Victoire mettendosi seduta accanto a lei.
Bill, Fleur e Ginny proseguono silenziosi. Sembra a tutti di star attraversando un pezzo di storia.
«Non ha sbagliato, signora Tonks. È giusto. Non so quanto sia giusta per noi ma è giusto…».
Andromeda le sorride, appoggiandole un braccio sulla spalla.
«Teddy non ha ancora fatto pace».
Victoire la guarda dubbiosa, non comprendendo esattamente le sue parole.
«Non ha fatto pace con il fatto che sia stata mia sorella a uccidere sua madre».
Victoire abbraccia Andromeda, con quella confidenza che hanno acquisito anno dopo anno, con una tenerezza che è stata riservata probabilmente soltanto a lei.
«Teddy ha un rapporto complicato con quel che riguarda i suoi genitori, lo sa».
«Io ho provato a… essere abbastanza ma…».
«Lo è stata, Signora Tonks, glielo assicuro».
Andromeda sorride con un’amarezza tale da spezzare il cuore di Victoire.
«Io non ero infelice in questa casa, sai?», le confida stringendo con più confidenza il suo braccio, «Ho avuto una bella infanzia, nonostante tutto. Mio cugino Sirius è nato ribelle, io stavo bene. Ero la figlia prediletta e mi piaceva».
Le scappa quasi un sorriso nel pensare alla sua altra vita.
«C’era sempre una festa, un vestito nuovo da provare. Era una vita più vuota ma i miei genitori non sono mai stati cattivi o aggressivi nei nostri confronti. Mio padre era freddo, glaciale ma mai duro o cattivo come i miei zii lo erano con Sirius e Regulus. Poi…».
«…poi è arrivato il Signor Tonks».
Andromeda si illumina ancora quando sente il nome di suo marito e Victoire non può che pensare a quanto forte dev’essere stato il loro legame, quanto possa averlo amato per aver rinunciato ad una vita che le piaceva e ad ogni suo affetto.
«È arrivato il Signor Tonks e di quelle feste non me n’è importato più nulla, ma questo posto, questo posto ha ancora un significato per me, Victoire. Se non fossi cresciuta qui, se non mi avessero educato in un certo modo, io… non sarei la stessa persona».
Victoire annuisce convinta a quel discorso che ha già sentito tante volte, da altre persone, in altre occasioni.
«Per lui è difficile riconciliarsi con la parte Black», cerca di spiegare, conoscendo i pensieri del fidanzato, «Non è semplice accettare che sua madre sia stata uccisa da una sua zia, che ci sia stato tutto quell’orrore…».
Andromeda guarda la sua vecchia casa con gli occhi velati di lacrime, stringendosi ancor di più nel pesante mantello.
«Non credo… non credo sia possibile accettare o riconciliarsi. La nostra vita è andata in questo modo. Non sai quante volte ho incolpato me stessa per la morte di Ninfadora, quante volte ho pensato che fosse solo un modo per lacerarmi, per punirmi ancora di più ma non avevo il potere di cambiare le cose. Teddy discende dai Black, c’è il loro sangue nelle sue vene, così come c’è nel mio, anche se non condividiamo il loro motto, i loro ideali. Accettare questa casa non vuol dire accettare Bellatrix, ma esattamente il contrario».
«Non credo di capirla», confessa Victoire lievemente disorientata.
Andromeda sospira e osserva in lontananza Teddy e Harry che stanno arrivando nella loro direzione. Teddy appare lievemente più rilassato, segno che il padrino deve essere riuscito a toccare le corde giuste.
Si fermano a tre passi da loro, in attesa e sufficientemente vicini da sentire cosa stanno dicendo.
«Teddy ha mosso i suoi primi passi nel salotto di Grimmauld Place, per tutti voi quella casa è stata un posto felice. Io lo ricordo come un posto che quasi mi metteva i brividi, da cui mia madre tornava umiliata dai commenti di mia zia e mio padre era sempre più arrabbiato e gelido. Quello che voglio dire, Vic, è che io non so se per voi due questa sarà mai realmente casa, non so se si potrà mai cancellare chi l’ha abitata. Per volere di mia madre dal giorno del vostro matrimonio questa casa sarà di Teddy e sarà inalienabile per i prossimi cinquant’anni. Una casa la fa chi la abita, non i suoi fantasmi».
Andromeda Tonks conclude così, prima di alzarsi. Teddy le si avvicina per aiutarla e darle il braccio, le poggia un bacio lieve sui capelli che, nonostante i settant’anni da poco compiuti, non accennano ad ingrigirsi.
«Non mi avevi mai detto che c’era un piccolo campo di Quidditch», le dice Teddy mentre Victoire scambia uno sguardo carico di complicità con suo zio.
«Oh, sì! Prevalentemente è stato usato da me e Narcissa per giocare con Sirius e Regulus quando venivano qui qualche giorno in estate… hai già visto la serra?».
Mentre Andromeda e Teddy si incamminano sotto braccio, Victoire resta due passi indietro con Harry.
«Qualsiasi cosa gli abbia detto… grazie», gli sussurra.
«Non mi sono dovuto impegnare molto. A quanto pare aveva già sentito quasi tutto da te».
«Gli ho solo detto che in un modo o nell’altro andrà a lui… che lui lo voglia o meno», spiega Victoire.
«Com’è accaduto a te con Grimmauld Place».
«Più o meno».
«Ed è stato un posto in cui sei stato felice alla fine?».
Harry si ferma un momento, si concede un unico attimo di esitazione, e poi annuisce.
«Subito dopo la guerra sono andato a vivere lì ma era una casa sempre aperta a tutti. È stata la prima casa dove ho vissuto con tua zia, dove ho vissuto con i miei amici, dove abbiamo ricominciato a vivere…».
«Una casa la fa chi la abita», ripete Victoire.
«E in questo caso specifico direi che Teddy ha dalla sua l’avere un’ottima futura moglie».
Victoire ride e scuote la testa. In un modo strano ed intricato a causa delle loro parentele, l’approvazione di zio Harry per quel matrimonio pesava più delle altre.
«Sono molto fortunata con lui», confessa un po’ imbarazzata dallo scambio di confidenze. È sempre stata sua zia Ginny la consigliera d’elezione.
«Sinceramente, credo che anche lui sia infinitamente fortunato e per fortuna lo sa».

Note: faccio piccole e brevi precisazioni. Nel mio headcanon ad un certo punto le proprietà Black torneranno ad Andromeda e Teddy, che per scelta decideranno di non attingere a quelle risorse perché provenienti dai Black. Spero di esplorare presto questo aspetto della storia ma non credo che ci sarà ancora spazio in questa raccolta. Era soltanto l'occasione per affrontare la tematica dei geni Black, con cui evidentemente Teddy fa fatica a riconciliarsi.
Che Andromeda fosse una brava figlia e la prediletta è anche questo un headcanon abbastanza radicato e credo diffuso anche perché,a differenza di Sirius, lei è Smistata in Serpeverde conformemente a tutta la sua famiglia ma che ho in parte già trattato in 
Lo splendore della disobbedienza
Ancora, che la famiglia di Cygnus Black risieda nel Debyshire l'ho deciso ai fini della mia long in corso 
Niente si oppose alla notte (tranne noi).
Non occorre aver letto nessuna di queste storie ai fini della comprensione di questo capitolo.
Tra l'altro, è quello che più mi ha dato grattacapi, visto che ieri in un attacco di scrittura l'ho integralmente riscritto. Nella sua precedente versione riguardava la storia relativa all'acquamarina e all'occasione in cui Teddy la ottiene.
A presto,
Fede 
 
   
 
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