Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mary Grhantam    18/10/2021    0 recensioni
Nonostante quella meravigliosa creatura che è J.K. Rowling ci abbia donato l'epilogo dei diciannove anni dopo, io non sono mai riuscita a smettere di pensare a come sarebbe potuta proseguire la storia, tutta la storia di Harry Potter.
Tante volte mi sono chiesta come si sarebbe svolta la prima alba del mondo magico dopo la battaglia, in che modo la comunità avrebbe potuto risollevarsi, quali nuove sfide o avventure avrebbero atteso i personaggi.
Nel fondo del mio cuore questa saga si è conclusa con Harry che, dopo aver finalmente sconfitto Lord Voldemort, si rifugia nella torre di Grifondoro per dormire e riprendersi dai lunghi sforzi fatti.
É esattamente da lì che oggi voglio ricominciare: dal risveglio di Harry nel dormitorio che tutti conosciamo, ore dopo la battaglia.
I personaggi poi parleranno con la loro voce e agiranno secondo il loro carattere, portando questa storia in un continuo divenire.
Non so pertanto anticiparvi cosa succederà o quali saranno gli amori che sbocceranno.
La storia ricomincia, lì dove è stata lasciata, nella lontana alba che mise fine alla più oscura era della storia magica contemporanea...
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Com'è andata?” domandò la signora Weasley entrando nel soggiorno e vedendo i tre ragazzi seduti e pensierosi.
“Com’è andata cosa?” rispose Ron assottigliando un po’ gli occhi per concentrarsi.
“L’incontro con Kingsley! Com’è andato, cosa vi ha detto?” replicò la donna. 
“Tante cose…” 
“Si ma cosa di preciso?” il tono della mamma di Ron non era inquisitorio, solo curioso.
“Ci ha chiesto la nostra versione dei fatti…ci ha fatto un lungo discorso sull’essere personaggi pubblici ormai e quando gli abbiamo domandato della scuola…” Ron tentennò.
“Ci ha risposto che inizierà il 15 ottobre e che saremo riammessi” concluse Harry.
Hermione annuì.
 
Nessuno dei tre voleva parlare della proposta che gli era stata fatta, non ancora almeno. Avevano bisogno di rifletterci e prendere quella decisione, a differenza di tutte le altre prese fino a quel momento, con calma e lucidità.
 
“Oh benissimo! Benissimo! Potrete tutti quanto conseguire i M.A.G.O! Sarà un anno molto importante per voi!” replicò entusiasta la signora Weasley prendendo posto sulla poltrona di fronte ai ragazzi.
Appena le sue braccia sfiorarono i braccioli i suoi occhi si fecero più seri.
“Lo so che…beh…è finito tutto da poco e che per voi, come per tutti noi, non è facile tornare a…pensare a quelle cose che prima…ci sembravano tanto importanti e che ora ci fanno sorridere ma…i M.A.G.O…” la donna si schiarì la voce e fece una piccola pausa.
“Quello che voglio dire è che capisco che dopo tutto quello che avete passato per voi la scuola possa non avere la stessa importanza di prima, ed è totalmente comprensibile…ma in realtà mai come ora è importante!
Kingsley ha ragione nel dire che siete dei personaggi pubblici adesso e che, almeno per un po’, le vostre mosse saranno seguite da vicino. 
É una bella seccatura ma tutta questa attenzione potete sfruttarla a vostro vantaggio: nessun mago esiterebbe ad assumervi una volta finito la scuola…
Avrete gli occhi del mondo magico puntato addosso e se brillerete nei M.A.G.O. potrete accedere a qualunque carriera vogliate. 
So che siete ancora giovani e potrebbe non sembrarvi importante ma, per quanto la sconfitta di Voldemort potrà cambiare le cose, la comunità magica rimane ancora molto classista e non tutti i nati babbani o purosangue in indigenza possono conseguire determinati percorsi…”
 
La signora Weasley abbassò gli occhi in evidente difficoltà, non doveva essere facile per lei fare quel discorso così diretto.
 
“Avete lottato tanto…lo so…e capirei benissimo se adesso voleste solo tenere le responsabilità lontane per un po’… ma… credo sia importante…”
Molly si interruppe nuovamente e prese un profondo respiro.
“Insomma quello che vi chiedo è di vedere quest’anno come un’ultima grande battaglia da compiere. Date il meglio di voi stessi e ripagate le vostre sofferenze aprendovi un futuro luminoso che vi permetta di avere una vita serena e che vi appaghi…fate che le circostanze nelle quali vi siete trovati siano state un fardello nel passato ma un privilegio nel presente!
Inoltre…e ancora una volta vorrei non dovervelo dire perché ai miei occhi beh…sarete sempre i miei ragazzi…e avete già fatto tanto…” la voce le si ruppe un poco.
“Ma non basta una guerra per cambiare le cose! Gli ideali di Voldemort esistevano prima ancora che lui nascesse e altre persone in futuro li condivideranno. Per evitare un altro orrore bisogna lavorare duramente, tutti i giorni della vostra vita e…” la signora Weasley si bloccò di colpo, con un movimento fluido si alzò e incominciò a girovagare per la stanza senza più guardarli negli occhi. 
“Lo capirò se non vorrete farlo, se decideste di vivere una vita diversa e lontana dalla comunità magica io vi sosterrei sempre! Sempre! Però per le persone che siete e per il ruolo che avete avuto in questa guerra…voi…avete la possibilità di fare la differenza, di lottare per una società diversa.”
 
La silhouette paffutella della donna si fermò proprio sotto l’orologio incantato.
 
“Quello che voglio dirvi è che se solo lo vorrete potrete ottenere molto, per voi e per gli altri. Questo sarà un anno decisivo e spetta solo a voi sfruttarlo a pieno oppure no.”
 
Diversi minuti di silenzio seguirono l’ultima frase pronunciata da Molly, la quale fissava la lancetta di Fred appoggiata alla mensola sottostante. 
Harry era sul punto di dire qualcosa quando la donna si voltò verso di loro con un ampio sorriso “Oh ma che ore che si sono fatte! Devo assolutamente mettermi a preparare il pranzo, voi ragazzi sareste così gentile da andare fuori a raccogliere un po’ di erbe aromatiche?” e con passi veloci si diresse in cucina.
 
Il ragazzo rimase interdetto: era come se la signora Weasley avesse momentaneamente cambiato personalità per poi ritornare quella di sempre.
“La mamma non è mai stata molto brava nei discorsi, specialmente in quelli che non prevedono grosse lavate di capo” spiegò Ron tra il serio e il divertito mentre ancora guardava il punto dov’era sparita la donna.
“Per questo le rare volte in cui è costretta a farlo borbotta cose un po’ sconclusionate e poi fa finta di nulla, credo sia il suo modo di essere d’aiuto senza però infierire…”
“D’aiuto o meno ora sono più agitato e confuso di prima!” replicò Harry la cui testa era un nugolo di pensieri sfuggenti.
“Molly però ha ragione” aggiunse Hermione “e lo sapete anche voi…”
I tre si guardarono intensamente: sì Molly Weasley aveva perfettamente ragione.
Forse non si era espressa nel migliore dei modi ma Harry quelle parole le aveva capite e la lieve e precaria sensazione di tranquillità acquisita negli ultimi due giorni era svanita, al suo posto un grosso e massiccio senso di responsabilità. 
 
“Andiamo” disse Hermione “usciamo in giardino a fare due passi e raccogliere le erbe aromatiche, ci penseremo più tardi.” 
 
***
 
Quel più tardi si trasformò in una settimana: per giorni interi i ragazzi evitarono il discorso, sia tra loro che con gli altri membri della famiglia Weasley. 
Trascorrevano le ore a giocare a Quidditch, leggere, giocare a scacchi, aiutare la mamma di Ron a cucinare, insomma qualunque cosa potesse rimandare lo scontro con la realtà di un altro poco. 
Harry dal canto suo era quello che meno di tutti voleva uscire da quella bolla di indolenza: non voleva pensare, non voleva decidere e tantomeno voleva rendere conto a qualcuno. 
Era come se la sua mente avesse abbandonato il suo corpo ed esso si muovesse in maniera istintuale e leggera.
Diversi mesi prima, quando ancora la crudeltà di Voldemort mieteva vittime in ogni dove, Harry aveva immaginato come avrebbe potuto essere una volta finita; lo aveva fatto nel dormiveglia quando la sua fantasia viaggiava a briglia sciolta senza la paura di poter anche solo sperare di vincere; si era immaginato avvolto nel nulla: sé stesso in forma di bambino avvolto da una densa e pesante nebbia grigia, l’immagine non era minacciosa anzi somigliava ad un caldo e sicuro utero, un limbo simile a quello di King’s Cross. 
Ed ora che tutto si era concluso era esattamente così che si sentiva: nel nulla. Nel pacifico, tiepido e indolente nulla. 
E non sapeva come uscirne. 
 
Una sera decise di prendersi del tempo per sé e provare a decifrare il suo stato d’animo, cosa in cui non era mai stato molto bravo.
Si avviò all’ultimo piano della Tana dove c’era la stanza sua e di Ron: sul soffitto vi era una piccola botola dalla quale scendeva una scala, Harry ci si arrampicò e sbucò sul piccolo terrazzino sgangherato che sormontava l’abbaino.
L’aria della notte era fresca e odorosa, il brillio delle lucciole animava il giardino sottostante e la campagna dormiva in silenzio.
Il ragazzo inspirò forte con il naso e si perse a guardare l’orizzonte. 
 
Un’ora dopo non era cambiato nulla: Harry era lì fermo come uno stoccafisso e del perché si sentisse a quel modo non ne aveva capito una mezza cioccorana. 
Sbuffò abbattuto.
“Tutto bene Harry?” lo fece sobbalzare una voce: Ginny Weasley, bella come non mai illuminata dalla luna, si stagliava contro il cielo in sella alla sua scopa. 
“Gin! Mi hai spaventato, cosa ci fai qui?”
La ragazza alzò le spalle: “Stavo facendo un giro per distrarmi un po’, sai ho molti pensieri per la testa in questi giorni…”
“Non so cosa sia peggio: avere tanti pensieri o non averne nessuno” ribattè Harry. 
Ginny sorrise comprensiva, come se da quella breve frase avesse capito molto di più sulle sue emozioni di quanto il ragazzo non avesse mai fatto in tutta la sua vita.
“È così che ti senti? Senza pensieri?”
“Si! Cioè no, non senza pensieri nel senso che non ho nulla a cui pensare ma nel senso che non riesco a pensare a nulla.”
Ginny ridacchiò e con agilità saltò giù dalla scopa e si sedette al fianco di Harry sul terrazzo: “Questa si che è una frase astrusa! Però ho capito…” 
Il ragazzo le sorrise: “Mi sento come avvolto da un mantello o bloccato sott’acqua, ovattato. So che devo concentrarmi e pensare a un milione di cose ma non ci riesco.” 
“Non ci riesci oppure non vuoi?” 
Harry distolse lo sguardo, maledetta Ginny Weasley e la sua intelligenza: “Non voglio” replicò turbato.
“Io…la verità è che sono stanco e arrabbiato e stufo e… insomma se ripenso a tutta la mia vita non c’è stato un momento, nemmeno uno che fosse normale e sereno. Sono stato cresciuto da una famiglia sempre fredda con me e che mi ha sempre trattato come un peso poi, quando ho scoperto di essere un mago e finalmente le cose iniziavano ad avere un senso, ho trascorso anni a cercare di tirarmi fuori da assurde e sempre più pericolose situazioni. Sono stato ferito, emarginato e poi adorato, ricoperto di responsabilità da uomo maturo ma poi trattato come il più ingenuo dei ragazzi, manipolato, tradito e quasi ucciso un’infinità di volte. E lo so che non sono l’unico, lo so benissimo che altri hanno sofferto come me se non di più, che sono stati uccisi o hanno perso tutto ciò che avevano. Ma anche se lo so non mi sembra la stessa cosa! Prima di andare ad Hogwarts non avevo niente, né amici né famiglia, poi ho incontrato Ron ed Hermione, te e la tua famiglia, Sirius, Remus, Silente e decine di altre persone…finalmente mi sembrava di aver trovato il mio posto…e ora la metà di loro è morta! Persa per sempre! E anche gli attimi felici della mia esistenza ora piangono dolore perché sono stati costituiti da persone che non ci sono più, che mi mancano!” 
La voce di Harry era salita di un’ottava ad ogni frase portandolo a gridare ed agitarsi come un pazzo.
“Ho così tanto dolore dentro di me, così tanta ira. Sai…finchè Voldemort era in vita, finchè la priorità è stata cercare di sconfiggerlo io non ho mai guardato alla totalità delle cose, ho affrontato pezzo dopo pezzo diretto consciamente e inconsciamente verso un solo scopo: sconfiggerlo. Ora però, ora che lui non c’è più…non posso fare a meno di guardarmi indietro e farmi un’unica e sola domanda: Perché?! 
Perché io, perché tutta quella sofferenza, perché tutti quegli avvenimenti?! Molly ha detto una verità terribile giorni fa, ha detto che gli ideali di Voldemort esistevano prima ancora che lui nascesse e che altre persone in futuro li condivideranno. Ed è esattamente così! Prima di Voldemort Grindelwald ha cercato di riportare i maghi al posto che secondo lui spettava loro, lo stesso Albus Silente aveva il medesimo intento! E chissà quanti ce ne sono stati nel passato e ce ne saranno nel futuro. 
Questa è una guerra infinita, una guerra che non termina con la morte di Voldemort! E se non è finita, se non finirà mai, allora perché?! Perché sono dovuto stare così male, perdere così tanto?
E perché adesso dovrei stare meglio? Non ho nessun motivo di farlo, nessun motivo per pensare che d’ora in poi possa essere diverso. 
L’unica cosa che mi ha dato questa stramaledetta guerra è l’apatia, un denso e pesante strato di apatia che mi permette almeno di dormire la notte. E se non sentire nulla è la mia unica alternativa al dolore voglio rimanere in questa situazione. Voglio non pensare, non decidere e soprattutto non prendermi nessuna responsabilità. Ed invece no: la gente a scuola, i giornalisti, il ministro della magia e persino tua madre mi chiedono di riflettere, valutare, pianificare e soprattutto continuare a lottare per qualcosa! Non mi risulta che a qualcun altro l’abbiano chiesto, non penso che alle madri che hanno perso i loro figli in battaglia venga domandato di superare in fretta il dolore per dedicarsi subito ad altre faccende. Perché a me si?! Io non voglio, io non l’ho mai voluto, io…”
Harry scoppiò in un pianto disperato, le urla forsennate avevano lasciato posto a incontenibili e rumorosi singhiozzi. 
Ginny, che lo aveva ascoltato per tutto il tempo, aveva gli occhi lucidi ed era anche lei prossima alle lacrime; anche se non avrebbe mai potuto sapere fino in fondo cosa provava il ragazzo sentiva di capirlo e soprattutto era devastata dal constatare che aveva ragione: non sarebbe mai finita.
Si accostò a lui e lo abbracciò senza dire una parola. 
Piansero entrambi per ore: Harry in maniera più sguaiata e isterica mentre lei lacrimava sommessamente, quasi fosse stata un dolce accompagnamento dei suoi singhiozzi. 
 
***
La luce dell’alba lambiva dolcemente la campagna e i primi uccellini iniziavano a cinguettare, Ginny ed Harry stavano dormendo abbracciati sul piccolo terrazzo ormai umido dalla rugiada della notte quando quest’ultimo si svegliò. 
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi gonfi e, ancora stordito dal torpore del sonno, si guardò intorno: non ricordava di essersi addormentato, lui e Ginny dovevano aver pianto fino ad assopirsi.
Con i muscoli indolenziti dalla superficie dura e ruvida del terrazzino fece lo sforzo di mettersi seduto, spostandosi con cura di non svegliare la ragazza; l’orizzonte riluceva di un’intensa luce viola, tipica delle albe estive, conferendo alla distesa di campi sottostante un connotato sublime, quasi divino. 
L’emotività lo investì di nuovo.
La sera prima era stato devastante: il cuore di Harry si era aperto come una sorgente che sgorga in superficie dopo secoli di vita sottoterra, riversando fuori il contenuto di anni; aveva finalmente espresso ad alta voce la sua frustrazione e gridato contro un nemico invisibile.
Ma, anche se ora si sentiva leggermente meglio, non significava che quelle consapevolezze e quei dolori fossero spariti; anzi lo sfogo cieco e impetuoso della notte lo aveva portato a percepire tutto in maniera ancora più concreta ed inesorabile, spingendolo verso la quiete depressione della rassegnazione. 
Si portò le mani alla faccia strofinandosi gli occhi.
“Harry” lo chiamò una voce al suo fianco, Ginny si era svegliata.
“Ciao Gin, mi sa che ci siamo addormentati qui ieri notte. Hai freddo? Faremmo meglio a rientrare” disse il ragazzo con un debole sorriso.
La ragazza annuì assonnata e come una bambola si fece guidare dai movimenti di lui per scendere le scale.
Il forte russare di Ron invadeva l’aria e i due quasi si inciamparono nel buio della stanza.
“Ti porto in camera tua, vieni” sussurrò il grifondoro aprendo delicatamente la porta e trascinando Ginny con sé. 
Una volta giunti in camera della rossa Harry la fece sdraiare nel letto e le rimboccò le coperte, accarezzandole dolcemente una guancia.
“Grazie, grazie per essere stata con me ieri sera” gli occhi verdi brillanti come smeraldi e trasparenti come il cielo.
“Sai…” incominciò Ginny che ora era più sveglia è vigile “…le cose che mi hai detto ieri…non andranno via se non le affronti, se ti arrendi. L’apatia che senti ora cesserà prima o poi e il dolore tornerà più forte di prima se non fai qualcosa. Io…ieri ero a Diagon Alley, dovevo comprare della cera nuova per la scopa e per la strada ho notato un volantino” la ragazza allungò un braccio e aprì il cassetto al suo fianco estraendone una piccola pergamena.
“Harry io…” la mano ancora stretta intorno al pezzo di carta in modo che il ragazzo non potesse leggerne il contenuto “…penso che tu abbia bisogno di aiuto, un aiuto vero. Per queste cose, per questi dolori non basta parlarne con chi ti vuol bene, bisogna andare da qualcuno più preparato.”
Harry la fissò senza capire e Ginny gli allungò la piccola pergamena.
“Hai bisogno di un dottore Harry, di un medico specializzato. Il San Mungo ha messo a disposizione moltissimi medimaghi per questo genere di cose e molta gente…”
“Stai dicendo che dovrei andare da uno strizza cervelli?!” domandò il ragazzo con fastidio.
“Non so cosa sia uno strizza cervelli, ma se intendi la versione magica di qualcuno che ti ascolta e ti aiuta a migliorare nell’animo allora sì, intendo uno strizza cervelli.”
Harry spalancò la bocca e osservò il pezzo di carta: 


Ospedale di San Mungo per le Malattie e le Ferite Magiche
La guerra può lasciare delle grandi ferite, non affrontarle da solo!
L’ospedale San Mungo mette a disposizione sedute gratuite con i migliori medimaghi specializzati del paese per tutti colori che sono stati coinvolti nei recenti avvenimenti che hanno scosso la nostra comunità.
Questa iniziativa rientra nel progetto del nostro nuovo Ministero di aiutare e tutelare i suoi abitanti, ricordandogli che non sono soli e che altri come loro hanno sofferto.
Le sedute sono sia individuali che di gruppo, per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria dell’ospedale.


“Harry ti prego fidati di me, non te lo direi se non pensassi che potrebbe aiutarti. Perché pensi che il Ministero della Magia abbia aperto uno sportello gratuito per tutti i maghi e le streghe coinvolti negli scontri se non ritenesse questa terapia un valido aiuto?”
Il ragazzo tentennò, gli occhi ancora incollati al foglio.
“Io…io non…”
“Lo so, hai paura e non sei convinto ma ti scongiuro fidati! Tantissime persone ci stanno andando, molti nostri compagni di Grifondoro hanno iniziato le sedute qualche settimana fa.”
Ginny gli prese il braccio e lo costrinse a guardarla.
“Ci penserò” rispose Harry incontrando i suoi occhi.
“Va bene, prenditi il tempo che ti serve” disse lei sorridendogli con dolcezza.
“Ora ti lascio dormire… ci vediamo dopo” e così dicendo si alzò in direzione della porta.
“Harry” lo richiamò la ragazza “ti voglio bene.”
“Anche io ti voglio bene Gin” e dopo un sorriso si chiuse la porta alle spalle.
 
 

 
 
 
Spazio Autrice
 
Innanzitutto mi scuso per il terribile ritardo di questo aggiornamento anche se di scuse proprio non ne ho. 
Per ciò che riguarda la storia invece, mi rendo conto che forse il discorso iniziale non è tanto da signora Weasley, anche se in realtà lei è una donna molto intelligente, spesso è solo il suo essere estremamente protettiva a farla sembrare “sciocca”.
Però tutte le figure di riferimento come Silente, Sirius, Lupin, Malocchio sono morte, pertanto trovo che sia anche giusto che Molly senta più di prima il dovere di essere lei a dire certe cose ai ragazzi. 
 
A tutti coloro che invece seguono questa storia perché è una drarry e si sono spaventati a leggere l’episodio di complicità tra Harry e Ginny, non vi preoccupate il momento di Draco arriverà!
Semplicemente, per quanto non abbia mai amato il nostro protagonista insieme alla giovane Weasley, ho sempre riconosciuto che i due potessero avere un legame speciale e alcuni rapporti importanti ogni tanto non si perdono ma si trasformano…
 
 

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mary Grhantam