Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: _Tiki_    19/10/2021    0 recensioni
Raccolta partecipante al Writober2021 indetto da Fanwriter. Le storie saranno a rating variabile e le informazioni saranno tutte a inizio capitolo.
[Stony]
*******
_Filo - "Non muoverti…"
_Argento - "...mi hai ascoltato?..."
_Proverbio - "È qui che ti sbagli Capitano..."
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia partecipante al #writober2021 indetto da Fanwriter.it
Prompt 19° giorno:
 Argento
Rating: Verde
Titolo: Love Isn't Money
Parole: 1318



Era una gelida serata di ottobre, i pochi alberi di New York avevano già fatto cadere le loro foglie, ormai andate a formare un candido strato colorato al suolo. Nonostante avesse passato settant’anni immerso nel ghiaccio, a Steve non piaceva particolarmente il freddo. Seppur con il suo corpo da super soldato, non riusciva mai a scaldarsi completamente durante le sue corse, sia mattutine che serali, finendo per tornare alla Stark Tower con i brividi.
 
Forse era per quello che alle sette e mezza era già comodamente seduto sul divano dell’attico, sfogliando un raro giornale cartaceo sulle novità del baseball, la televisione accesa in un sottile brusio. Da lì a poco avrebbe dovuto alzarsi e prepararsi la cena, anche se un po’ controvoglia. E probabilmente sarebbe dovuto andare a recuperare Tony dal suo laboratorio per evitare che saltasse l’ennesimo pasto.
 
Si vedevano poco in quei giorni; il miliardario era occupato ad autofinanziarsi l’ennesimo progetto che avrebbe cambiato il mondo (a suo modesto parere), togliendo così tempo ad ogni altra cosa. Compreso lui.
Non lo biasimava, quello era parte del fascino di Iron Man; anche se, doveva ammettere, era un po’ triste vivere in quell’enorme attico senza avere nulla da fare. Ed aveva già rotto una decina di sacchi da box del moro…
 
Tuttavia, con sua sorpresa, pochi minuti prima di alzarsi dal divano, l’inventore riemerse di propria spontanea volontà dal proprio nascondiglio. La canotta (nonostante la stagione) macchiata di grasso e olio, la pelle sudata, i capelli in completo disordine e un vistoso livido sullo zigomo, segno che qualcosa in laboratorio non fosse andato secondo i piani. Non gli lasciò nemmeno il tempo di aprire bocca che lo precedette -Vestiti in modo decente Capitano, usciamo- gli disse noncurante, dirigendosi senza aggiungere altro verso il bagno.
 
Il biondo non protestò più di tanto, nonostante quell’affermazione lo avesse lasciato un po’ perplesso. Così non ci pensò due volte prima di alzarsi e andare ad indossare qualcosa che per il miliardario poteva essere ritenuto quanto meno decente.
 
Steve era già pronto dopo cinque minuti. Una camicia a quadri, dei morbidi pantaloni color kaki e il suo usuale giacchetto di pelle beige. Tony, invece, era ancora sotto la doccia, cantando senza alcuna remora quelli che aveva imparato a conoscere come i Black Sabbath. Non era sicuramente il genere di musica che ascoltava o lontanamente apprezzava. Ma a quanto pare in quegli anni che era rimasto congelato, le generazioni a lui future erano diventate particolarmente creative e provocatorie. E l’inventore le considerava parte della propria adolescenza e anche della sua vita, costringendolo a farsi una propria cultura sul mondo rockeggiante di quegli assurdi anni. Non che gli dispiacesse, dopotutto doveva recuperare così tante cose…
 
Finalmente dopo quella che era parsa un’eternità ad aspettare il moro in piedi come un idiota, dopo che i Black Sabbath avevano lasciato il posto agli Iron Maiden e dopo che il suo stomaco aveva iniziato a gorgogliare ritmicamente Tony, finalmente, si presentò nel salotto, vestito di tutto punto: un completo nero elegante fatto su misura, la barba appena fatta, gli occhiali da sole nonostante fosse ormai buio.
 
-E loro invece? Ti piacciono?- proruppe riferendosi alla band che stava ancora suonando attraverso le casse. Palesò la sua presenza al biondo, ancora intento ad abbottonarsi un polsino della camicia. Il suo solito sorriso superiore e spensierato sulle labbra. Quello che aveva fatto innamorare uomini e donne per anni. E che continuava a farlo tuttora.
 
-Sono un po’ troppo… rumorosi…- ammise Steve, un dolce sorriso sul volto, la testa leggermente reclinata verso il basso, mentre lo guardava come a chiedergli uno scherzoso “scusa”.
 
-Rumorosi eh? Rumorosi…- ripeté Tony, fingendo di riflettere su quelle parole, trovandole senza ombra di dubbio piuttosto divertenti -Hai appena fatto rivoltare nella tomba qualche ex tossicodipendente o alcolizzato, o entrambi…- finì di agganciarsi il bottone, rivolgendo tutta la sua attenzione al biondo -A proposito Capitano, non avevi una normale maglietta nell’armadio? Mi sembra di uscire con mio nonno…-
 
******
 
Steve si aspettava di tutto, ma non che Tony avesse prenotato un intero ristorante solo per loro due. E che ristorante… Ci era passato davanti diverse volte durante le sue corse, rimanendo sempre stupito del lusso che faceva trasparire quel luogo e le persone che vi si recavano per mangiare.
 
-Cosa… Tony…?- ebbe il coraggio di dire, soltanto quando li fecero accomodare ad un tavolo appartato nonostante fossero solo loro due -Perché tutto questo?- guardava stupito gli arredamenti chic, come ogni oggetto sembrasse brillare da quanto era stato lucidato, il lampadario barocco sopra le loro teste e i camerieri impettiti come fossero soldati in riga.
 
Il miliardario alzò un sopracciglio, quasi fosse ovvia la risposta -Avevo voglia di spendere soldi e avevo voglia di spenderli per te- disse con nonchalance, voltandosi leggermente con il busto e alzando una mano per chiamare il cameriere -La bottiglia che avevo ordinato, grazie-
 
-Tony, non importava…- sussurrò a bassa voce Steve, sentendosi a disagio in quel posto che non c’entrava nulla con lui. Non gli piaceva quando il compagno si comportava a quel modo, mettendo in mostra tutta la sua ricchezza e influenza, quasi come se si dovesse pavoneggiare. Sapeva che, in fondo, non era propriamente così, per Tony quella era la totale normalità. Essere un giorno nella sua casa a Malibù per poi prendere un jet privato e ritrovarsi dall’altra parte del mondo nemmeno ventiquattro ore dopo. Solo per noia o divertimento. Eppure continuava a turbarlo…
 
L’inventore lo bloccò sventolando indifferente una mano nella sua direzione, mentre guardava il cameriere che aveva chiamato arrivare composto con una bottiglia e due bicchieri da cocktail in mano, un asciugamano perfettamente a coprirgli un braccio (proprio come nei film) e una volta al loro tavolo mormorò un cortese “Buonasera signor Stark, signor Roger” compiendo un piccolo inchino con la testa -Ecco a voi la vostra richiesta- sempre impettito posò i due bicchieri sul tavolo, ognuno davanti ai due uomini.
 
Un secondo cameriere che Steve non aveva visto, spuntò trasportando un piccolo carrellino colmo di sostanze che il biondo non conosceva nemmeno. Il ragazzo giovane prese con una spatolina del ghiaccio macinato da una delle ciotole in metallo sul piano, depositandolo perfettamente ed io modo equo in entrambi i bicchieri. Tony stava controllando il telefono totalmente indifferente, al contrario di Steve che invece si muoveva in difficoltà sulla sedia. Come se quell’aria eccessivamente lussuosa era peggio che all’essere sul campo di battaglia, mentre il primo inserviente stappava la bottiglia e versava il liquido cristallino all’interno delle coppe, riempendole fino al bordo. Ma non avevano finito, perché ai lati furono incastrate delle fettine di frutta ricoperte di zucchero.
 
-Ecco a voi signori, un Kentucky Derby Mint Julep, servito in un bicchiere d’argento Tiffany & Co.- spiegò cordialmente e impeccabilmente il ragazzo giovane, facendo l’ennesimo piccolo inchino prima di aggiungere -A breve vi porteremo il menù- e andarsene.
 
-Argento? Tony ma sei impazzito?- domandò allibito il biondo, squadrando come il moro fosse ancora del tutto indifferente ad aggeggiare al suo smartphone. Solo al sentire la sua voce, alzò lo sguardo -Oh, guarda sono arrivati- proruppe, accorgendosi solo in quel momento dei due bicchieri ricolmi di alcool e senza attendere oltre a prendere subito il suo e portandoselo alle labbra -Non lo hai ancora assaggiato Cap?-
 
-Ma mi hai ascoltato?- chiese leggermente infastidito il biondo, non toccando assolutamente il suo drink. Lui non aveva nemmeno idea di cosa fosse un Kentucky qualcosa, ma era piuttosto sicuro che fosse costato una fortuna al moro.
 
-Sì, più o meno. Probabilmente ti stavi lamentando di me che sperpero i miei soldi- disse casualmente Tony, prendendo un altro sorso dal bicchiere e occhieggiando Steve con le braccia incrociate, gli occhi pieni di rimprovero -Mah… forse per te sarà una novità, ma a me piace-
 
Steve alzò scettico un sopracciglio -Sì, lo so bene- sbuffò, roteando gli occhi, e scuotendo leggermente la testa. Smorzò un mezzo sorriso -Ma davvero Tony, un bicchiere di argento?-

 
******
La canzone del titolo è "Wishing Well" dei Black Sabbath (non potevo non metterli)
alla prossima,


_Tiki_
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: _Tiki_