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Autore: Rinalamisteriosa    19/10/2021    1 recensioni
Ho ballato un valzer con Kalim. O meglio, ho pensato che questa cosa fosse accaduta veramente, per poi scoprire che si è trattato solo di un sogno.
[Silver POV First person; SilverKalim soft | 742 parole]
{Mini-shot partecipante al Writober2021, pumpblanck list, indetto da fanwriter.it}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kalim Al-Asim, Silver
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Writober 2021 ~ pumpBLANCK list ~ 19 ottobre, prompt: First person

 

 

 

Un valzer per Silver e Kalim

 

 

 

 

 

Ho ballato un valzer con Kalim. O meglio, ho pensato che questa cosa fosse accaduta veramente, per poi scoprire che si è trattato solo di un sogno.

Quando l’ho detto a Kalim, mi ha guardato con una certa perplessità, inclinando il capo e facendo tintinnare i suoi ninnoli, quindi ho distolto subito lo sguardo, per seguire con i miei occhi due scoiattolini, i quali si rincorrevano giocosamente intorno all’albero che ci faceva ombra dai raggi del sole. Non mi sono mai sentito così in imbarazzo, però provo anche… dispiacere. Il valzer con lui mi ritorna in mente e mi rendo conto che non sarebbe affatto un male l’idea di condurlo nei passi giusti mentre mi sorride. Il suo sorriso mi dona un calore che non mi so spiegare razionalmente.

Allora mi propone di farlo: non c’è nessun problema. Si solleva dal terreno erboso su cui siamo seduti e tende una mano verso di me, per invitarmi a danzare.

Sono incredulo: sto per ballare un valzer con Kalim, per davvero, anche se, dopo aver preso la sua mano ed essermi alzato a mia volta, confessa timidamente che il valzer non è esattamente il tipo di danza al quale è abituato, poiché nel suo paese si preferiscono altri ritmi, altre movenze, altri passi.

Rispondo in un mormorio che non importa, deve solo seguire me, sarò il suo cavaliere per un giorno.

Ci posizioniamo come mio padre mi ha insegnato e a tal proposito sono sollevato che non sia nei paraggi: mi vergognerei se mi vedesse insieme al suo compagno di band. Metto la mia mano sul suo fianco e lui appoggia la propria sulla mia spalla, mentre uniamo le mani libere in una stretta.

Sembriamo un po’ impacciati all’inizio, ma dopo qualche giro di valzer prendiamo confidenza. Si scusa due volte per avermi pestato il piede involontariamente, io replico serenamente che non mi ha fatto male. Mi sento in pace. Sarebbe perfetto se ci fosse anche la musica: l’ho solamente pensato eppure Kalim esprime a voce la stessa considerazione. Siamo noi, le nostre divise scolastiche diverse e un medesimo pensiero, che due uccellini fortuitamente colgono, ci volano intorno e iniziano a cinguettare melodiosamente. Non è esattamente quello che avevo in mente, ma va bene: lui mi rivolge il sorriso che speravo di vedere e io non potrei stare meglio di così.

Gli scoiattolini di prima mi fanno vedere di aver posizionato la loro coda a forma di cuore e io scuoto il capo: non fraintendete, non è un momento romantico, siamo solo amici. Eppure, una vocina nella mia testa mi sussurra che in fondo vorrei più di questo, concludere il valzer con un gesto che effettivamente ho visto fare in uno dei miei sogni e in modo più puro e innocente anche nella mia infanzia – qualche volta mio padre mi ha baciato sulla fronte per dimostrarmi il suo affetto incondizionato.

Per provare meno imbarazzo, potrei chiedere a Kalim di chiudere gli occhi.

Deglutisco e lo faccio.

Ingenuamente, forse pensando a una sorpresa, lo fa, abbassa le palpebre mentre i nostri passi si fanno via via più lenti.

Mentre allungo il mio volto chiudo gli occhi anch’io, anzi li stringo, sono davvero tesissimo. Non è che un contatto a fior di labbra, ma mi vengono i brividi, mi batte forte il cuore, non capisco: questo è amore?

Non sono che un figlio cresciuto in un bosco lontano, cosa ne posso sapere io se non attraverso le fiabe che papà mi raccontava da piccolo, di principesse risvegliate da un bacio?

«Kalim, mi senti: dove accidenti sei?!» irrompe una voce.

Sussulto improvvisamente e con una rapidità dovuta ai miei allenamenti da cavaliere indietreggio fino a toccare con la schiena il tronco dell’albero.

La coppia di uccellini e quella degli scoiattolini, allarmati, volano via.

Kalim congiunge le mani come se pregasse e si scusa con me, dicendo che deve raggiungere subito Jamil: si è dimenticato di avvisarlo ed è per questo che lo stava cercando.

Non sembra sconvolto quanto me, è come se non avesse sentito nulla.

Il dispiacere precedente torna e mi fa solo replicare con un cenno del capo.

Qualche ora dopo, tuttavia, mi viene consegnato un biglietto ed è da parte sua. In esso scrive di aver passato un piacevole momento e mi invita a partecipare al prossimo banchetto che Scarabia organizzerà molto presto.

Mi sento pervadere dalla speranza: spero di passare molti altri bei momenti insieme a lui, per capire se veramente lo amo.

 

 

 

 

 

 

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Mini-shot dedicata a Rota: nasce da una sua richiesta e spero che le piaccia <3

 

  
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