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Autore: Nemesy_    20/10/2021    0 recensioni
Dopo che Arcadia Bay è stata rasa al suolo, Max e Chloe fuggono dal tornado abbandonando per sempre la loro città natale per raggiungere i Caulfield a Seattle, ma la tempesta non ha ancora terminato con loro. L'unico modo per sopravvivere, sarà ricominciare da zero. Solo quando le nuvole saranno state spazzate via definitivamente, potranno essere certamente sicure che la tempesta sia davvero passata. Ha così inizio la loro nuova vita, che non risulta essere affatto semplice a causa delle grandi perdite, dei traumi subiti e dei forti sensi di colpa. Il percorso che le attende alla scoperta dei loro sentimenti, sarà pieno di ostacoli che metteranno a dura prova il loro rapporto di amicizia. Riusciranno le due ragazze a superare le difficoltà che si troveranno a dover affrontare? Torneranno a riappropriarsi delle loro vite e ricominciare di nuovo a vivere? Ma soprattutto, la loro unione, resterà per sempre una bella amicizia, diventerà un grande amore, o sarà destinata a perire esattamente come Arcadia Bay?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Chloe Price, Kate Marsh, Max Caulfield, Victoria Chase
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Il passato a volte ritorna...
è come un lampo improvviso
e... si sa che illumina ma non
fa rumore... almeno così si spera!


 
                                          (Sabrina De Donno)

 
 
Capitolo 12

Legame indissolubile


Erano passati quasi tre mesi e la relazione tra Chloe e Lauren andava a gonfie vele, tanto che la stessa Allison, che nutriva forti dubbi al riguardo, dovette ricredersi. Anche Steph nel primo mese in cui le due ragazze si frequentavano come coppia aveva vissuto nell'ansia e il timore che Chloe potesse combinarne un'altra delle sue mettendo così fine alla loro relazione, ma ciò non avvenne. L'unica a essere del tutto serena della situazione era Shonei. Ma dopotutto era troppo indaffarata a cercare di saldare il debito con Steven e tirarsi fuori da quella situazione una volta per tutte. Solo così avrebbe potuto mollare definitivamente quella vita del mondo della droga che temeva tanto, ma di cui un tempo, non riusciva farne a meno. Steven era stato un mentore per lei e le aveva dato un futuro quando nella sua vita non c'era più nulla per cui valeva vivere e soprattutto nessun altro che potesse aiutarla. L' uomo le aveva offerto un posto dove stare e un lavoro per guadagnarsi da vivere. Grazie al suo aiuto era riuscita a rimettersi in piedi. Shonei si era adattata molto velocemente alla sua nuova vita, anche perché guadagnava abbastanza bene. Era un modo facile di fare soldi anche se si correvano dei rischi ma del resto, tutta la sua vita era stata un rischio. A distanza di mesi, Chloe e Steph non erano ancora riusciti a capire che lavoro facesse e a causa di questo il rapporto tra Steph e Shonei si era ulteriormente incrinato. Quest'ultima pensava che ci fosse stato una sorta di tregua da quando era ritornata a Portland, ma dal momento in cui aveva ripreso a lavorare per Steven tutto era tornato come un tempo, come anche la sua vita, quando spacciava tenendo all'oscuro tutti gli altri, andava a letto con chi voleva senza crearsi problemi e senza porsi nessun limite. Molto spesso faceva anche uso di droghe in compagnia delle sue tante amanti o quando partecipava ad alcuni festini, per allargare il giro e accaparrarsi più clienti e incrementando così le vendite e i guadagni. L'unica differenza sostanziale nella sua vita era la presenza di Matthew, che la seguiva come un'ombra senza che lei se ne rendesse conto.
 
A Seattle invece le ragazze era ormai giunte agli ultimi preparativi prima della partenza. Victoria non stava più nella pelle ormai e al contrario dei mesi addietro era particolarmente felice, tanto che riusciva a ignorare senza difficoltà i vari commenti di sua madre per la sua testardaggine nel voler partire a tutti i costi. Kate aveva superato l’ennesimo anno di college a pieni voti. Dopo essere stata un po’ dalla sua famiglia a Tillamook, stava per ritornare a Seattle e per i due giorni precedenti alla partenza, sarebbe stata ospite a casa di Max. Con le tre ragazze sarebbe partito anche un amico di Robert Chase, un certo Mitchell che lavorava in una ditta di consegne e trasporti.
Visto che sarebbe dovuto passare per Portland per questioni di lavoro, avrebbe portato lui alcuni effetti personali un po’ ingombranti delle ragazze, tra cui il ritratto di Max che Chloe le aveva regalato. Le cose tra Max e Lucas si erano stabilizzate definitivamente dopo circa un mese dopo il loro ultimo incontro. In un certo senso le cose erano ritornare più o meno come prima, infatti erano ritornati a uscire tutti insieme senza alcun problema. Anche se a volte si creava un leggero disagio tra i due ma nulla di così preoccupante da creare problemi.

 
Lunedì 19 giugno 2017

Portland

Chloe si svegliò sentendosi solleticare da qualcosa sotto al mento. Erano i capelli di Lauren che era appoggiata con la testa sul suo petto e le teneva un braccio attorno ai suoi fianchi. Le diede un bacio sulla testa accarezzandole i lunghi capelli. La ragazza iniziò a destarsi dal sonno con un sorriso stampato sulle labbra per il gesto della sua compagna.

“Adoro essere svegliata così” disse Lauren ricambiando le sue attenzioni con un bacio sul suo petto ancora nudo dopo la notte trascorsa a fare l’amore. Ormai per Chloe, dormire nell’appartamento della sua ragazza stava diventando sempre più un’abitudine. Questo non le dispiaceva affatto ma odiava sentire il bisogno di stare sempre in sua compagnia. Non voleva dipendere sentimentalmente così tanto da qualcuno.

“Io invece non sopporto di essere svegliata dai tuoi capelli” disse prendendola in giro.

“Sei proprio una stronza” rispose ridendo Lauren.

Chloe la strinse in un forte abbraccio. “Allora vuol dire che ti piacciono le stronze. Cos’hai da fare oggi?”

“Lavorare come sempre ma devo andare in ospedale. Tu invece?” chiese Lauren alzando la testa appoggiando il mento sul petto della ragazza guardandola.

“Oggi ho il turno di mattina al Paradise ma stasera sono libera”.

“Ah, beata te. Io lavoro anche stasera ma ci vediamo lo stesso, vero?”

“Certo”.

Dopo un minuto di silenzio a guardarsi in silenzio Lauren disse: “Sai, in questi giorni pensavo a qualcosa”.

“Tipo cosa?”

“Lo so che è soltanto poco tempo che stiamo insieme ma…” disse Lauren prima di essere interrotta da Chloe.

“Poco tempo? Sono quasi tre mesi che stiamo insieme e questa è decisamente la relazione più lunga che io abbia mai avuto in tutta la mia vita”.

“E Rachel allora?” chiese Lauren pendendosi immediatamente. “Oddio Chloe scusami”.

“No tranquilla”.

“Che stupida che sono”.

“Ehi, ti ho detto di stare tranquilla. Puoi anche nominarla tanto ormai non succede nulla e poi non è più un segreto”.

“Si però, non dovrei ricordarti continuamente quello che è successo”.

Chloe le accarezzò una guancia. “Lauren, non devi sentirti come in un campo minato ogni volta che parli con me. Se ti passa per la testa di dire qualcosa, dilla e basta. Dico sul serio Lauren, voglio che tu ti senta libera di dirmi qualunque cosa. Non voglio commettere gli stessi errori del passato”.

“Quali errori?”

“Io faccio fatica a mantenere la calma quando qualcosa non mi piace e non mi sta bene. È un grande difetto che ho e credo che a causa di questo, Rachel non si sia sentita libera di dirmi cosa stesse succedendo. Così io non ho potuto aiutarla. Quello che voglio dire è che quello che le è successo poteva essere evitato. Io avrei potuto evitarlo. Se lei si fosse sentita libera di dirmi tutto, magari avrei potuto aiutarla in qualche modo”.

“Non sentirti in colpa per quello che le è successo. Non sei responsabile di ciò che le è successo”.

“Lo so questo però forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Tornando al discorso di prima, io e lei non avevamo proprio una relazione. Non saprei nemmeno io come definire in modo semplice cosa eravamo. Si, io ero innamorata di lei e di tanto in tanto capitava che facessimo sesso. Però credo che Rachel non mi amasse realmente, Non quanto me almeno se alla fine se la faceva con Frank”.

“Aspetta, questo non me lo avevi detto. Chi è Frank?”
 
“Chi era vorrai dire, anche lui avrà perso la vita nel tornado! Lui mi procurava l’erba e credevo anche fosse un amico. Ma poi ho scoperto che tra lui e Rachel c’era stato qualcosa”.

“Ti ha tradito?” chiese Lauren confusa.

“È un modo come un altro di vedere le cose”.

“Per questo quella sera che siamo finite a letto insieme per la prima volta, hai detto agli altri di non aver mai avuto una storia seria?”

“Si, Rachel è stata l'unica persona con la quale ci sono andata molto vicino. Ma non era una relazione a tutti gli effetti. Tutti coloro con cui mi sono relazionata nella mia vita prima e dopo Rachel, non contavano niente per me. Erano soltanto un mezzo per evadere dalle mie situazioni di merda. Ci facevo sesso e basta. Sai... quella cosa del chiodo schiaccia chiodo?"

“Veramente è scaccia non schiaccia” disse Lauren ridacchiando.

“Vabbè è lo stesso”.

“Beh, per fortuna non rientro in quella categoria”.

“No, non appartieni a quella categoria” disse Chloe ricominciando ad accarezzarle di nuovo i capelli. “A cosa stavi pensando prima?”

“Ah vero, ho perso il filo. Volevo dire che anche se stiamo insieme da poc… quasi tre mesi...” disse la ragazza correggendosi.

In quel momento suonò la sveglia finendo per essere interrotta una seconda volta.

Chloe cominciò a ridere. “A quanto pare quello che devi dirmi dovrà aspettare a ancora”.

“Si, forse è meglio. Vado a fare una doccia” disse Lauren dandole un bacio a stampo prima di alzarsi dal letto.

Chloe la guardò allontanandosi e si alzò lentamente seguendola senza farsi sentire. Lauren raggiunse il bagno infilandosi sotto il getto di acqua della doccia iniziando a insaponarsi. Quando diede le spalle alla porta del box, Chloe entrò in bagno. Si avvicinò entrando silenziosamente nella doccia. La ragazza non si accorse di nulla a causa del rumore dell'acqua che scorreva. Così Chloe l'afferrò di colpo abbracciandola da dietro. “Buh!”

Lauren lanciò un urlo dallo spavento. “Oddio, mi farai morire di infarto Chloe!”

Chloe cominciò a ridere avvolgendole ancora più strette le braccia attorno alla vita e baciandole una spalla.

“Non ridere! È già la seconda volta che lo fai, alla terza ti giuro che...”

Chloe la fece voltare di colpo per guardandola in viso. “Che fai se succede di nuovo?” chiese Chloe con tono malizioso.

Lauren sorrise avvolgendo le sue braccia attorno al collo della ragazza. “Non lo so, ci devo pensare” rispose a tono.

“Se vuoi ti do un consiglio su come potresti punirmi”.

“Ok, allora dimmi Chloe, come posso punirti severamente?”

Chloe si avvicinò di più a lei sussurrandole qualcosa a un orecchio. Lauren scoppiò a ridere alle parole della ragazza.

“Sei la solita pervertita”.

“Beh, sei stata tu a chiedermi consiglio” rispose Chloe ridendo.

“Mi dispiace ma devo fare la doccia e con te è praticamente impossibile. Non posso adesso perché devo andare a lavoro. Rimandiamo la punizione a un altro momento”.

“Anche io devo andare a lavoro cosa credi?”

“Non c’è tempo per questo”.

“E allora fai in fretta” disse Chloe lasciando la sua ragazza senza parole.

“Sei incorreggibile” disse Lauren dandole un pizzicotto sul sedere. “Ma sei anche irresistibile quindi...” disse iniziando a baciarla con intensità mentre Chloe rideva tra le sue labbra.

“Ma non dovevi andare a lavoro?” chiese Chloe divertita.

“Sta zitta!” disse Lauren continuando a baciarla.


 Seattle

Max era ormai giunta quasi alla fine della sua ultima seduta terapeutica con la donna che era riuscita ad aiutarla nella sua difficile lotta contro il suo trauma subito da tutto quello che le era successo.

“Dunque, considerando che questa è la nostra ultima seduta pensi di essere in grado di poter fare a meno della terapia?” chiese Abigail.

“Mi fa strano sapere che questa è l’ultima volta che la vedo. Devo ammettere che mi dispiace un po' per questo. Comunque sento che gli anni di terapia con lei mi sono stati più che utili. Adesso non mi sento più in balia degli eventi della mia vita passata e presente. Ho il pieno controllo della mia vita. Credo di essere in grado di interrompere qui la terapia, anche se non posso esserne certa fino in fondo. Penso che a questa domanda risponderà il tempo”.

“Io sono più che sicura che ce l’hai puoi fare benissimo da sola Max. Hai dimostrato di poter superare qualsiasi cosa. Non devi essere dispiaciuta che siamo giunte alla fine, al contrario dovresti esserne felice. Abbiamo fatto un lungo percorso insieme e sei riuscita a riprendere in mano la tua vita superando numerose difficoltà”.

“Questo è merito vostro dottoressa Tyler”.

“È qui che ti sbagli. Io non sarei mai riuscita ad aiutarti se tu non avessi collaborato. Non puoi aiutare una persona che non vuole il tuo aiuto”.

“Già, come è successo con Chloe” disse Max senza pensarci.

“Penso che la situazione con Chloe fosse ben più complicata di così”.

Rimasero in silenzio per un po' mentre Max cercava di non pensare alla sua amica.

“Max, vorrei farti una domanda se posso”.

“Mi dica pure dottoressa".

“Sentiti pure libera di non rispondere se non vuoi. Allora, so bene che da quando lei se ne andata hai sempre voluto evitare di parlarne.
Sono state davvero poche le occasioni in cui l’hai nominata. Però credo che adesso che ti stai lasciando finalmente alle spalle tutto quanto e dopo aver rotto definitivamente con Lucas, sia giusto chiarire alcuni aspetti dei tuoi sentimenti verso di lei”.


“L’unico sentimento che riesco a provare per lei in questo momento è l’odio. La odio per avermi abbandonata”.

“Non mi sto riferendo a quello che ha fatto. Mi sto riferendo a ciò che provavi per lei prima che succedesse tutto. Questa cosa non riguarda lei ma te”.

“Si riferisce a ciò che ho scritto sul mio diario?”

Abigail annuì.

“Non lo so, forse ho semplicemente frainteso i miei sentimenti come è capitato con Lucas. Stavo passando un momento difficile con tutto quello che stava succedendo. Il mio senso di colpa nei suoi confronti mi ha spinta a credere di vedere in lei qualcosa di totalmente diverso da quello era in realtà. Lei è... era… la mia migliore amica e basta. Non mi sono mai piaciute le ragazze, non in quel senso almeno. Non ho mai avuto attrazione verso nessuna quindi suppongo che se è successo nei confronti di Chloe è soltanto perché provavo un profondo affetto. Niente di più”.

La dottoressa non era molto convinta di ciò che asseriva la ragazza. Pensava che molto probabilmente le sue parole fossero legate semplicemente alla rabbia, alla delusione e all’odio che provava verso Chloe per averla abbandonata. Nonostante questo, Abigail decise di non forzare ulteriormente la mano visto che ormai non sarebbe stata più una sua paziente. A questo proposito lei stessa era dispiaciuta di non poterla rivedere ancora. Max era stato per lei uno dei casi più complicati con cui aveva avuto a che fare, ma nello stesso tempo era stato anche motivo di orgoglio per la sua professione. Era felicissima di averla potuta aiutare e sperava davvero che la vita le riservasse il meglio. Meritava la felicità, non solo per quello che aveva dovuto passare ma anche perché era una persona buona e di una grande sensibilità. Forse le esperienze che aveva vissuto l'avevano un po' cambiata, ma in fondo rimaneva sempre una dolcissima ragazza.

“Quindi in ben due occasioni hai frainteso ciò che sentivi. Secondo te perché ti riesce così difficile riuscire a comprendere i tuoi sentimenti?”

“Non lo so. Forse perché ho creduto di amare qualcuno sempre in momenti complicati della mia vita. Era sempre il momento sbagliato. Tutto è nato sempre in circostanze avverse. Questo molto probabilmente mi ha impedito di vedere le cose per quello che erano in realtà”.
“E adesso come ti senti? Pensi di avere la serenità e la tranquillità di poter vedere le cose sotto la giusta ottica se si presentasse di nuovo l'occasione?”

“Quando dice un'altra occasione intende una relazione? Perché non credo che sia il momento opportuno adesso. Ora voglio concentrarmi solo su me stessa e la mia vita. Quando arriverò a Portland la mia attenzione sarà rivolta esclusivamente alla ricerca di un lavoro”.
“Spero che tu non stia dimenticando il consiglio che ti ho dato tempo fa”.
Max ricordò le parole di Abigail.

 
“Capisco il problema che ti poni sul fatto di non conoscere nessuno! Hai difficoltà a relazionarti con gli altri, ma non lasciare che questo ti ponga dei limiti!
Soprattutto non lasciare che ciò che è successo con Lucas o con Chloe ti blocchi e ti impedisca di conoscere gente nuova! Lascia la porta aperta e permetti agli altri di conoscerti per davvero! Perché tu Max, sei una delle persone più buone che io conosca e hai tanto da offrire! Non tenerti tutto dentro e non tenere le persone a distanza temendo di poter sbagliare qualcosa con loro! Solo così un giorno troverai qualcuno che meriti davvero di stare con te! E soprattutto qualcuno ti dia tutto l’amore e tutto ciò di cui hai bisogno per essere felice!”

 
“No, non le ho dimenticate ma per adesso le mie priorità sono altre. Voglio capire cosa fare nella mia vita. Il resto non mi interessa al momento. Ho appena chiuso una storia durata un anno e non me la sento di iniziarne un'altra adesso. Se mai arriverà quel giorno spero di essere pronta”.

“A proposito, hai le idee chiare su che settore della fotografia vuoi specializzarti?”

“A dire il vero non lo so ancora. Io non... sono molto confusa al riguardo” rispose Max in difficoltà.

"Cosa succede Max? Pensavo che fossimo riuscite a superare quella fase. Cosa ti spaventa ancora?”

“Non sono affatto spaventata. Io amo la fotografia ma qualcosa è cambiato. Quando prendo in mano la mia macchina fotografica, non sento più l'entusiasmo di una volta. Quando cerco un obbiettivo per fare uno scatto, intorno a me non vedo altro che il vuoto assoluto. La verità è che non trovo più nulla che attiri la mia attenzione e questo è frustrante, perché ho sempre voluto essere una fotografa”.

Abigail la guardò un attimo riflettendo sull'ennesima situazione in cui si trovava la ragazza. Però questa volta non aveva la possibilità di aiutarla vista la sua imminente partenza. “Questo è un problema Max, avresti dovuto parlarmi subito di questa difficoltà, così l'avremmo superata insieme”.

“Lo so, ma non pensavo che fosse importante. Cioè, credevo che fosse una cosa temporanea e che mi sarebbe passata prima o poi e invece si è rivelato essere più duraturo di quello che pensassi".

“Ascolta Max, adesso io non sono più in grado di aiutarti ma posso consigliarti qualcuno che potrebbe fare al caso tuo se ne avessi un estremissimo bisogno. Conosco un buon psichiatra a Portland ed è davvero in gamba. Il suo nome è Tom Davis ha molta esperienza e per certi versi posso dire che ha aiutato molto anche me. Mi ha spronato a diventare psicologa quando non ero più certa di esserne all’altezza. Stavo abbandonando tutto ma lui è riuscito a farmi passare la paura e il mio senso di inadeguatezza”.

Max la guardò sorpresa. “Ah, non lo sapevo”.

“Cosa? Che anche noi futuri psicologhi abbiamo avuto problemi e che siamo esseri umani?” disse Abigail ridendo.

“No, non è questo o forse sì, non saprei” disse sorridendo imbarazzata. “Sono sempre stata abituata a vederla come una persona forte, risoluta e professionale, che non avrei mai immaginato questo”.

“Infatti sono così nel mio lavoro, ma fuori di qui sono una persona comune come tante altre. Alle prese con i problemi che la vita purtroppo ci pone davanti. Comunque è grazie a lui se ho potuto aiutarti. Forse, anzi ne sono più che sicura potrebbe aiutarti ad affrontare la tua difficoltà. Sarebbe davvero un peccato dover rinunciare al sogno di una vita, dopo tutti gli sforzi che hai fatto per superare il tuo trauma. Ti dò il suo numero nel caso dovesse servirti” disse Abigail scrivendo su un foglietto di carta consegnandoglielo.

Max osservò il foglio e poi guardò verso Abigail. “La ringrazio, ma spero davvero di non averne più bisogno”.

“Comunque sia, hai il mio numero se ti va di chiacchierare un po’. Non sarà come stare una di fronte all’altra ma sempre meglio di niente”.

“Non vorrei affatto disturbarla ancora dottoressa Tyler”.

La dottoressa guardò l’ora sul orologio da polso. “Nessun disturbo e tecnicamente la nostra ultima seduta si è appena conclusa da un paio di minuti. Puoi smettere di chiamarmi dottoressa Tyler e chiamarmi semplicemente Abigail. Le nostre non saranno sedute ma solo due chiacchiere”.

“Beh, in questo caso non posso fare a meno di accettare”.

Si alzarono raggiungendo la porta e si salutarono abbracciandosi.

“Grazie ancora di tutto dot… Abigail” disse Max correggendosi.

“Non devi ringraziarmi. Ti auguro ogni bene Max”.

“La ringrazio infinitamente”.

Si sorrisero guardandosi prima che la ragazza uscisse. Abigail chiuse la porta e si diresse alla sua scrivania riflettendo. Poi prese il telefono chiamando il suo collega a Portland. Lui rispose dopo tre squilli.

“Pronto!”

“Tom, sono Abigail Tyler!”

“Oooh Abigail ciao, come stai? È da un pezzo che non ci sentiamo”.

“In effetti è passato molto tempo dall’ultima volta. Non c’è bisogno che ti spieghi come funziona il nostro lavoro”.

“Oh no, non c’è alcun bisogno credimi, ne so qualcosa. Ma non hai ancora risposto alla mia domanda. Come stai?”

“Io bene grazie, non c’è male anche se avrei bisogno di un anno interminabile di vacanza”.

L’uomo rise alle parole della donna. “Anche io ne avrei assolutamente bisogno”.

“Tu come stai?” chiese la donna.

“Bene, non mi posso lamentare”.

“Come sta Grace?”

“Mia moglie sta benissimo, soprattutto quando non ci sono io nei suoi paraggi” rispose l’uomo con ironia facendo ridere Abigail. “E la tua famiglia?”

“Stanno bene anche loro”.

“Bene, mi fa piacere saperlo. Ora lasciamo perdere i convenevoli e dimmi come mai mi hai chiamato”.

“Quindi pensi che io ti abbia chiamato solo perché mi serve qualcosa?”

“Beh, no assolutamente. Ma ti conosco abbastanza bene da capire che c’è una motivazione più forte per spingerti a chiamarmi dopo un anno di silenzio. Non avrai qualche problema, vero?” chiese l’uomo in tono serio.

“Oh no, non c’è nulla che non va. Però è vero, c’è una motivazione per cui ti ho chiamato, mi hai scoperta”.

“Ecco vedi? Il mio solito fiuto infallibile. Di cosa si tratta?”

“Si tratta di una mia paziente anche se adesso dovrei chiamarla ex paziente”.

“Perché ex?”

“Oggi è stato il suo ultimo giorno di terapia con me, ma ho scoperto solo ora che ha un altro problema e che io non posso più aiutarla”.

“Non starai mollando il tuo lavoro spero”.

“No, è solo che lei va via da Seattle per trasferirsi a Portland”.

“Oh, si trasferisce qui” disse l’uomo ridendo. “Fammi indovinare! Lei hai raccomandato di venire da me per risolvere il suo problema”.

“Ebbene sì, l’ho fatto. Lo so che non dovrei farmi coinvolgere emotivamente dai pazienti, ma con lei non ho potuto farne a meno. Ne ha passate tante e per me è davvero importante che riesca a non perdere la stabilità che è riuscita a raggiungere e conquistarsi con tanta fatica”.

“Aww, sei la solita sentimentale Abi” disse l’uomo sospirando mentre sorrideva.

“Non so se verrà da te ma se nel caso lo facesse, vorrei che avessi un occhio in più di riguardo per lei. Ci tengo particolarmente. È una persona estremamente sensibile ed emotiva, credo anche più della sottoscritta”.

“Ok Abigail, stai tranquilla. Se nel caso verrà da me ne prenderò cura io per te. Ma adesso devo farti una domanda”.

“Del tipo?”

“Se dovesse presentarsi, come faccio a riconoscerla se non mi dici il suo nome?”

“Ah vero, il suo nome è Maxine Caulfield”.

“Maxine Caulfield eh?” chiese Tom pensieroso.

“Si, perché?”

“Non lo so ma è come se questo nome non giunga nuovo alle mie orecchie”.

“Beh, è molto probabile visto che il suo nome, come quello di altre persone è comparso sulla lista dei pochi sopravvissuti alla tragedia del tornado di un paio di anni fa”.

“Aspetta, ti stai riferendo al tornado che si è abbattuto su Arcadia Bay?”

“Esattamente Tom”.

“Dici sul serio?”

“Si, ma comunque quella parte credo l’abbia superata ormai”.

“Suppongo grazie alla dottoressa Abigail Tyler, colei che colpita dal suo senso di inadeguatezza, stava per mandare a l’aria anni di studio per diventare una grande psicologa” disse l’uomo con teatralità.

“Smettila di ricordarmelo altrimenti dovrò ringraziarti ancora” disse la donna divertita.

“Sai come sono fatto. Sono sempre stata una persona molto egocentrica e narcisista. Mi piace che la gente strisci davanti a me dicendomi, grazie mio salvatore”.

Cominciarono a ridere entrambi.

“Comunque anche io ho avuto in cura una persona sopravvissuta al tornado”.

“Che coincidenza” disse Abigail pensierosa senza sapere bene perché.

L’uomo dall’altro capo del telefono attivò il viva voce alzandosi dalla sua poltroncina girevole della sua scrivania, per dirigersi verso una parete dove c’era un enorme schedario in cui c’erano tutte le cartelle cliniche dei pazienti avuti in cura presso di lui.
“Tom, sei ancora lì?”

“Oh sì, certo. Sto solo cercando di ricordare una cosa”.

“Cosa?” chiese Abigail confusa.

“Sento che il nome Max, mi dica molto più di quello che hai affermato tu. Credo che non si tratti di una qualsiasi sopravvissuta”.

“Non capisco cosa vuoi dire?” chiese Abigail curiosa.

“Non preoccuparti, non credo sia una cosa importante. Anche sa sai bene che non credo alle coincidenze”.

“Cosa?”

Qualcuno bussò alla porta dello studio di Abigail, era la segretaria.

“Dottoressa Tyler è appena arrivato il prossimo paziente”.

“Ok, lo faccia entrare tra un minuto”.

“Bene dottoressa” disse la segretaria uscendo subito dopo.

“Adesso ti devo proprio lasciare Tom perché sto per ricevere un altro paziente”.

“Va bene Abigail, mi ha fatto piacere risentirti”.

“Anche a me”.

“Mi raccomando, non facciamo passare un altro anno prima di poterci risentire di nuovo”.

“Promesso”.

“E non preoccuparti della ragazza, ci penserò io a lei. Sempre ammesso che decida di continuare a fare terapia e che scelga di venire proprio da me”.

“Ti ringrazio Tom”.

“Figurati, faccio soltanto il mio lavoro” disse l’uomo che da quando si era alzato dalla sedia, aveva continuato a cercare qualcosa. Dopo aver terminato la chiamata aprì un cassetto da dove estrasse una cartella. L’apri leggendo il nome della paziente. “Chloe Elizabeth Price, trovata!”

Continuò a sfogliare le pagine leggendo fino a trovare quello che cercava, per l’esattezza una data. Lasciò la cartella sulla scrivania sedendosi di nuovo. Smanettò un po’ sul suo laptop cercando tra una serie di audio. Selezionò quello che riportava la data letta sulla cartella e lo avviò. In quel momento risuonò nella stanza la voce incrinata di Chloe. Mandò avanti l’audio fino ad arrivare alla parte di suo interesse.

“… io sentivo di doverlo fare, non per me ma per lei! Me ne sono andata da Seattle perché non potevo permettere che soffrisse ancora a causa mia! Sono stata sempre un totale disastro e ho dato problemi a tutti! Forse più di tutti a Max…”
L’uomo fermò l’audio riavviandolo di nuovo per riascoltare le parole della ragazza. Bloccò di nuovo l’audio allo stesso punto, riflettendo sulle parole della sua collega. Aveva detto che la sua paziente si chiamasse Maxine Caulfield, dunque una ragazza. La dottoressa viveva a Seattle e quindi anche la sua paziente. Inoltre la ragazza era sopravvissuta al tornado che aveva distrutto Arcadia Bay. Due ragazze, sopravvissute alla tragedia e che erano andate a Seattle. Tutte le informazioni che aveva a sua disposizione conducevano a un’unica conclusione. La paziente della dottoressa Tyler, altri non è che l’amica di Chloe Elizabeth Price. Non potevano essere soltanto coincidenze.
Tom si appoggiò pensieroso allo schienale della poltroncina. “Potresti ricevere una sorpresa inaspettata Chloe, spero tanto che tu sia pronta per questo!”

 
Portland

Qualcuno bussò alla porta dell’appartamento di Chloe e Steph. Quest’ultima andò ad aprire, stando molto attenta alla presenza costante davanti alla porta. Quando aprì la porta si trovò dinanzi Shonei.

“Buongiorno” disse Shonei euforica mentre dondolava davanti al viso della ragazza un sacchetto di ciambelle.

“Oddio, davvero devo vederti tutte le mattine?!” disse esausta Steph.

“Oh avanti, c’è chi pagherebbe per vedere il mio bel viso tutte le mattine!” disse Shonei.

“Su questo non ho assolutamente alcun dubbio!” rispose Steph soddisfatta.

“Mi stai dando della poco di buono Steph?!”

Steph sorrise senza risponderle.

“Nessuno mi paga, io ci vado a letto di mia spontanea volontà! Questo è il mio enorme contributo verso l’umanità!”

“Si certo, adesso si chiama contributo andare a letto con donne sposate! Dio, ma come fai a essere così…” disse Steph non trovando una parola adatta per descriverla.

“Così sexy?!” chiese Shonei suggerendole.

“Così…”

“Bella?!”

“No, così…”

“Brava a letto?!”

“Così incurante di te stessa e delle donne con cui vai a letto?! Potresti metterti in guai seri e anche loro a causa tua! Ma e te non interessa un cazzo delle conseguenze!”

“Forse ti sfugge un piccolo ma importante particolare!” disse Shonei aprendo il sacchetto per prendere una ciambella dandole un morso.

“Quale?! Che sei sexy?!” disse Steph sarcastica facendole il verso.

“Mh, sì lo sono ma non è questo che stavo per dire!” rispose Shonei parlando con la bocca piena. “Voglio dire che sono donne adulte e vaccinate. Sono consenzienti e sanno bene cosa stanno facendo! Quindi non criticare soltanto me, come se io fossi il diavolo in persona e loro le povere vittime sedotte e abbandonate!”

“Sai che c’è Shon?!”

“Sono bella?!”

“Potrai essere bella quanto vuoi ma lasci poco a desiderare con il tuo modo di fare!”

Shonei smise di masticare guardandola sgranando gli occhi. “Mi hai appena fatto un complimento o sbaglio?!”

Steph la guardò confusa riflettendo sulle parole che aveva pronunciato. Poi scosse la testa infastidita. “No, io non ti ho fatto nessun complimento! Al contrario invece!”

Shonei la guardò riflettendo poi alzò le spalle e continuò indifferente a mangiare la sua ciambella.

“Sei incredibile! Ascolti solo quello che ti fa comodo, il resto non conta!”

“Se lo dici tu! Non prendi una ciambella?! Ci sono al cioccolato, alla crema e poi anche quelle alla marmellata!”

Steph non le rispose mentre metteva un po' d'ordine in casa.

“Cosa c'è, non ti piacciono i gusti?! Sai, volevo prendere le tue preferite ma le avevano finite!” disse Shonei prendendo un'altra ciambella dal sacchetto.

Steph si girò a guardarla confusa. “Non ne ho una preferita!”

“Invece sì!”

“E quale sarebbe sentiamo!”

“Quelle al veleno!” rispose Shonei ridendo.

“Ah ah, sei divertente da morire!”

“Ma dov'è Chloe?!”

“Lo puoi immaginare da te!”

“Non è tornata nemmeno stanotte?!”

“No!”

“Wow, allora Lauren la starà spompando alla grande! È anche vero che Chloe è in assistenza da un paio d'anni e deve recuperare il tempo perso!” disse Shonei guardando in direzione della porta di entrata mentre Steph borbottava qualcosa.

“Ehi Flerk! Micio, micio, micio!”

Flerk era seduto poco distante dalla porta con lo sguardo fisso davanti a sé.

“Ma che diavolo sta facendo?!” chiese Shonei perplessa.

“Quando Chloe non rincasa la sera, si piazza davanti alla porta e resta in attesa che la sua padroncina rientri!”

“Ah, ma se lei non rientra a casa perché si sta dando da fare con Lauren, lui cosa fa?!”

“Resta lì!”

“Tutta la notte?!” chiese Shonei impressionata.

“Si!”

“Senza dormire?!”

“Non me ne sono assicurata!”

“Cavoli, mi dispiace! Ehi, piccolo vieni qui dai, ti faccio un po’ di coccole ma non fraintendere!” disse la ragazza avvicinandosi al gatto prendendolo in braccio. Flerk si lasciò prendere senza fare storie e accettò anche le attenzioni della ragazza. “Ehi Steph, hai visto?! Non è così indemoniato come può sembrare! Vuoi provare a prenderlo un po' tu?!”

“Cosa?! Ma neanche per sogno!”

“Avanti su non morde! Chissà, sarà troppo depresso per l'assenza di Chloe! Vero piccolo?!” disse Shonei al gatto che iniziava a fare le fusa in risposta alle carezze della ragazza.

“Senti, devi restare ancora a lungo qui, avrei un po' di cose da fare prima di andare a lavoro!”

“Accidenti Steph, ti costa così tanto essere un po’ civile con me?!”

“Vuoi davvero una risposta?! Si, mi costa tanto!” disse Steph.

Shonei mise giù il gatto mentre la guardava. “Sai, io non ti capisco!”

“Wow, che sorpresa! Quando mai hai capito qualcosa!”

“Tre mesi fa pensavo che tra di noi le acque si fossero calmate! Ma da quando mi sono trasferita nel vecchio appartamento, sei diventata la solita stronza di sempre e non capisco perché! Cosa cazzo ti ho fatto per essere trattata cosi?!”

“E me lo chiedi?!”

“Pensavo che avessimo superato la faccenda di Chloe!”

“Vuoi davvero che le cose tra me e te funzionino?!” chiese Steph con uno sguardo di sfida incrociando le braccia al petto.

“Si, cosa dovrei fare?!”

“È semplice, devi dirmi che lavori fai!”

“Oooh, cazzo Steph! Non la finirai mai con questa storia?!”

“No Shon, non la finirò mai perché è chiaro che tu stia nascondendo qualcosa! Non credo che esista persona al mondo che abbia tutte queste difficoltà a parlare del proprio lavoro come fai tu! Ti rifiutavi di parlarne due anni fa e anche adesso! Non capisco che problemi hai a dirlo!”

Shonei rimase in silenzio guardandola.

“A meno che...” disse Steph avvicinandosi a lei con ancora le braccia incrociate. “...non è qualcosa di cui ti vergogni talmente tanto da non riuscire nemmeno a dirlo! Oppure no, forse è qualcosa di illegale! Trattandosi di te non mi sorprenderebbe niente!”

“Se te lo dicessi, davvero smetteresti di fare la stronza con me?!”

“Si, certo!”

“Non ti credo! Non mi fido per niente!”

“Ed è esattamente questo il problema Shon! La mancanza di fiducia! Non mi interessa un fico secco del tuo cazzo di lavoro! Ma il fatto che tu non ne parli apertamente mi fa capire che c'è qualcosa di marcio sotto! Tu potrai continuare a nasconderci tutto quanto ti pare, ma sappi che scoprirò la verità anche da sola! Che tu voglia o meno! Io non sono Chloe che ti concede sempre il beneficio del dubbio, che ti giustifica in ogni cosa che fai e che sia accondiscendente con te solo perché una volta l'hai tolta dai casini! Lei si sentirà in debito con te ma io no! Tu per me non hai fatto nulla!”

Shonei rimase in silenzio dopo lo sfogo della ragazza.

“Non hai nulla da dire Shon?!” chiese la ragazza sfidandola.

Shonei aprì la bocca per dire qualcosa ma venne interrotta. Le era appena arrivato un messaggio da parte di Matthew. Lesse il messaggio e poi guardò Steph. “Adesso devo proprio andare!”

“Ma si certo, come no! Ogni scusa è buona per evitare il discorso! Come sempre del resto!”

“Non è una scusa! Devo andare a lavoro!”

“Ma davvero?!”

“Si, davvero! Lascio qui le ciambelle, tanto le ho prese per voi! Salutami Chloe se la vedi! Ciao!”

Detto questo uscì dall'appartamento mentre Flerk rimaneva a guardare la porta. Steph sospirò esasperata da tutta quella situazione. Shonei nel frattempo salì nella sua auto mettendo in moto per raggiungere il luogo di incontro con Matthew, la sua palla al piede. Avrebbe voluto tanto dire la verità alle ragazze, ma non poteva. Doveva trovare assolutamente una soluzione, inventarsi qualcosa pur di non destare sospetti. Giusto il tempo di saldare il debito e trovarsi un vero lavoro. Doveva uscire da quel giro al più presto possibile prima che si scoprisse la verità o peggio finisse dietro le sbarre.


 
Matthew dopo aver inviato il messaggio alzò il suo sguardo verso Steven seduto comodamente sulla sua poltrona.

“In questi mesi sono riuscito a ottenere molte informazioni a proposito di Shonei. Vive nell’appartamento di fianco a quello di alcune sue amiche, nello stesso edificio condominiale”.

“Chi sono le due amiche?” chiese l’uomo con noncuranza.

“Chloe Elizabeth Price e Stephanie Gingrich. Entrambe lavorano in quel locale che ti dicevo, il Paradise”.

“A chi appartiene il locale?”

“A un certo Asher Thompson che è sposato e ha un figlio”.

“Che tipo di gente frequenta il Paradise?”

“Per quello che ne so, chiunque”.

“C’è altro?”

“Chloe Price ha una ragazza, si chiama Lauren Parker ed è una fisioterapista lavora presso l’ospedale Daisy Emergency Hospital, ma ha anche uno studio tutto suo”.

“Qualcun altro?”

“Si, ci sono dipendenti del locale con cui interagisce abitualmente, ma ogni tanto ci sono altri ragazzi che vedo in sua compagnia! Senza dimenticare tutte le donne con cui va a letto”.

“Mi sembra che il comune denominatore sia il Paradise. Come fai a sapere tutto di tutti?”

“Questo è un segreto” rispose il ragazzo sorridendo.

“Mh! Tra tutta questa gente hai individuato qualcuno di sospetto che secondo te potrebbe avere a che fare con il furto? Ti sei fatto qualche idea in merito?”

“Non sono ancora in grado di stabilirlo, ma la tengo d’occhio quindi potrei arrivare finalmente a una svolta prima o poi”.
Steven sembrava po’ deluso perché dopo tutto non aveva nulla in mano.

“Però qualcosa di importante c’è. L’altro ieri ero in un bar per bere qualcosa. Per caso ho visto entrare altri due dipendenti del Paradise impegnati in una conversazione davvero interessante su di una loro collega, che a quanto pare ha un ruolo molto importante nel locale”.

“Chi?”

“Chloe Price”.

“Raccontami”.


 
Matthew al bancone del bar stava bevendo una birra quando vide entrare due ragazzi che conosceva. Erano dipendenti del locale che stava tenendo d’occhio già da un pezzo, visto che era la meta abituale di Shonei. Li vide prendere posto a un tavolo e ordinare qualcosa da bere. Cominciarono a parlare animatamente tra di loro, quindi decise di avvicinarsi per ascoltare cosa stessero dicendo. Prese posto a l’altro tavolo accanto al loro sedendosi di spalle. Ordinò un’altra birra e rimase in ascolto.

“Questa situazione è davvero insopportabile! Avresti dovuto essere tu a prendere il posto di quella stronza! Non riesco proprio a capire Asher! In base a quale criterio ha scelto lei invece che te?!”

“Non ne ho la più pallida idea Cooper!”

“C’è qualcosa sotto, te lo dico io! Secondo me Chloe è stata scelta in cambio di favori sessuali!”

“Purtroppo non lo credo! E anche se fosse non abbiamo prove in merito!”

“Oh avanti, sai bene cosa faceva Chloe prima di venire a lavorare al Paradise! Non sono solo voci infondate quelle che giravano sul suo conto! Non era in grado di lavorare da nessuna parte a causa del suo carattere di merda! Ce ne vuole di coraggio per fare uscire una rissa sul proprio posto di lavoro davanti a una marea di gente! Era sempre strafatta, beveva come se non ci fosse più un domani, si scopava qualsiasi cosa respirasse e si faceva di non so quale sostanza! Quella è solo una drogata e dovrebbe stare in un centro riabilitativo per i tossici come lei!”

A quelle parole Matthew prestò molta più attenzione. Poteva essere quella la strada giusta da seguire per arrivare a scoprire chi fosse l’autore del furto?

“Hai ragione Cooper, ma sono due anni che lavora al Paradise e sono sempre due anni che non fa più parlare di sé! Poi adesso sta anche con quella Lauren che non fa altro che far credere a tutti di aver messo definitivamente la testa a posto!”

“Resta il fatto che non è adatta a dirigere il locale in assenza di Asher! E poi che cazzo, passava tutto il suo tempo con Shonei altro elemento discutibile! Sono ancora molto amiche! Ma del resto una come Chloe non poteva fare altro che frequentare gente del genere! Anche Shonei faceva uso di droghe e si ubriacava! Anzi, ti dirò di più! Non mi sorprenderebbe affatto se quelle due avessero un giro di spaccio!”


 
“Uhm, quindi Chloe Price non è stata sempre una brava ragazza!” disse Steven rimuginandoci sopra.

“Esattamente Steven! Se entrambe si impasticcavano è possibile che Shonei abbia approfittato della tua fiducia nei suoi confronti per derubarti! Ha insistito per effettuare la consegna! Poi si è messa d’accordo con Chloe e si sono impossessate della merce per venderla o per farne uso personale! O magari entrambe le cose!”

“Venderla qui a Portland sarebbe stato un rischio troppo alto! Avrei potuto scoprirlo in brevissimo tempo!”

“E questo spiegherebbe il motivo della partenza improvvisa di Shonei! Non ti ha nemmeno detto dov’è stata e neanche il nome della ragazza in sua compagnia! Per quanto ne sappiamo potrebbe essersi inventata la storia della ragazza! Lo hai detto tu stesso che ti sembra assurdo che lei si sia fatta mettere al guinzaglio da qualcuna! Non è da lei una cosa del genere considerando la sua vita sentimentale o forse dovrei dire, sessuale!”

“Forse Chloe potrebbe essere partita con lei!”

“Questo è impossibile! Ian ha detto che sono due anni che lavora al locale, mentre Shonei sono due anni che è via!”

“Quindi questo esclude il coinvolgimento di Chloe!”

“No, non lo esclude! Può essere che Chloe abbia comunque ricevuto la sua parte anche senza partire con lei! Cooper ha precisato che sono amiche e io posso confermare questo! Vivono nello stesso edificio e le vedo spesso insieme, anche se la maggior parte del tempo lo passa con la sua attuale ragazza, la fisioterapista!”

“Capito! Continua a tenere d’occhio la situazione! E un’altra cosa, come svolge il suo lavoro?!”

“Il lavoro lo svolge alla grande come sempre ma è più che normale che sia così! Ti deve dei soldi e sa che se fa qualche passo falso è la sua fine! Mi stavo chiedendo se per caso gli introiti siano aumentati con la presenza di Shonei!”

L’uomo sorrise. “Assolutamente no, ma non è quello che mi interessa!”

“E invece dovrebbe! Gli stai rendendo la vita troppo facile!”

“Ogni cosa a suo tempo Matt! Tu continua a tenerla d’occhio con discrezione!”

“Come sempre Steven!”

Così il ragazzo andò all’incontro con Shonei per assegnarle il suo nuovo compito da svolgere per Steven.

 
Seattle

Max, dopo aver terminato la sua ultima seduta con la dottoressa Tyler, era passata al centro commerciale per acquistare le ultime cose che le servivano prima di partire. Quando raggiunse il parcheggio caricando l’auto dei suoi acquisti, qualcuno si avvicinò a lei.

“Ehi, lentiggini!”

Max si voltò verso di lui guardandolo con irritazione. “Che diavolo vuoi ancora?! Ti consiglio di sparire! La mia pazienza ha un limite!”
“Accidenti, oggi siamo più agguerrite che mai!” disse il ragazzo con ironia.

Max stava per salire in auto.

“Ok, va bene! Scusami, non volevo infastidirti! Però mi andrebbe di parlare un po’ con te! Ti giuro che non voglio litigare!”

“Nemmeno io ed per questo che adesso me ne andrò senza stare ad ascoltarti!”

“Ho parlato con Lucas mesi fa!”

“Cosa?! Vi parlate ancora?!”

“Diciamo che abbiamo mollato l’ascia di guerra!”

“Lui non ci ha detto nulla!”

“Capisco il motivo per cui non lo ha fatto!”

“Fammi indovinare, Jennifer?!”

“Sei una tipa sveglia Max!”

“Me ne vado!”

“Solo due chiacchiere davanti a una tazza di caffè! Niente di più promesso!”

Max rimase ferma a riflettendo sul da farsi. Poi decise di sentire cosa avesse da dirle. Dopotutto molto presto avrebbe avuto la fortuna di non ritrovarselo ancora tra i piedi. “E va bene! Spero solo che farai in fretta!”

“Certo!” disse il ragazzo con un sorriso soddisfatto.

Così Max scese dall’auto seguendo il ragazzo a un bar in zona. Presero posto a un tavolo e ordinarono un caffè.

“Te lo offro io il caffè!” disse il ragazzo.

“Oooh davvero?! È il minimo che tu possa fare visto che stai sprecando il mio tempo!”

“Non essere così acida Max non ti si addice!”

“Occhio a quello che dici Duncan! Ora non perdere tempo e dimmi di cosa volevi parlare!”

“Lucas ed io siamo in contatto ogni tanto! Mi ha detto che stai per partire!”

“Ah bene, adesso hai un confidente che ti avvisa anche dei miei spostamenti! Per caso ti dice anche quante volte vado in bagno?!”

Il ragazzo rise. “No, credo che nemmeno lui sia così aggiornato!”

“E allora?!” chiese Max incitando il ragazzo a parlare.

“Per la verità non c’è qualcosa di preciso da dire. Visto che le cose tra me e Lucas sono sistemate, ho pensato di fare lo stesso anche con te. So di essermi comportato da stronzo. Quindi volevo scusarmi per come ti ho trattata”.

Max lo guardava sorpresa. In quel momento il cameriere portò i loro caffè.

“Grazie!” disse Duncan al ragazzo. Poi guardò la ragazza davanti a lei. “Non farlo sembrare più strano di quello che è Max!”

“Scusa tanto per la mia sorpresa ma non credevo che uno come te potesse arrivare a un grado così alto di civiltà e umanità! A meno che tu non voglia qualcosa da me! Il che è molto probabile!”

“No, non potrei volere niente da te! Infondo l’unica informazione che mi interesserebbe avere tu non ce l’hai!”

“Cioè cosa?!”

“Dove si trova Chloe!”

“Allora è per questo che volevi parlare con me!”

“Ti dico di no! Tu non sai dov’è e molto probabilmente non me lo diresti lo stesso anche se lo sapessi!”

Max prese la tazza di caffè prendendone un sorso mentre Duncan faceva lo stesso.

“Tu mi sei sempre stata simpatica Max ma poi le cose sono cambiate quando ho intuito quale fosse il tuo reale interesse per Chloe!”

“Di nuovo con questa storia?!”

“Vorresti dire che i tuoi sentimenti per lei, non sono mai stati neanche lontanamente diversi da quelli di una semplice amicizia?”

Max rimase in silenzio.

“Avanti Max, siamo tra amici adesso puoi dirlo!”

“Non credo proprio! Anche se accetto le tue scuse questo non ci identifica come amici. Non lo siamo mai stati! Forse con Chloe ma non con me!”

“A dire il vero non siamo mai stati amici io e Chloe!” disse il ragazzo con un sorriso.

Max lo guardò con il desiderio di prenderlo a calci perché sapeva cosa intendesse con quella affermazione, che tra loro ci fosse molto di più.

“Lei si trovava a suo agio con me. Perché poteva sfogarsi senza essere giudicata. Ha scelto me perché anche la mia vita non è stata segnata da eventi orribili! La verità è che io e lei avevamo molto in comune a causa delle nostre esperienze! In me ha trovato la sua valvola di sfogo, come io l’ho trovata in altre persone in passato! Aveva soltanto bisogno di qualcuno che comprendesse davvero la sua situazione. Che comprendesse ciò che ha vissuto e tu non potevi farlo!”

“Io la conosco e la capisco meglio di chiunque altro!”

“Può essere, ma non puoi capire cosa significa perdere qualcuno di caro! Senza offesa Max, ma tu hai ancora la tua bella famigliola al completo! A Chloe non è rimasto più nessuno e io ho solo mio padre, ma è come se non ci fosse! Per quanto tu o chiunque altro ci provi o dica di comprendere la situazione, non potrà mai capire realmente cosa significhi perdere i propri genitori così presto! Queste cose può capirle solo chi le ha vissute sulla propria pelle! Ed è una cosa che non auguro a nessuno!” disse Duncan bevendo il suo caffè.

Max abbassò lo sguardo sul suo caffè con un’espressione triste, rimanendo in assoluto silenzio. Cosa avrebbe potuto dire? Infondo quello che stava dicendo il ragazzo era del tutto vero. Lei non aveva perso sua madre e suo padre. Non poteva nemmeno immaginare il dolore che avrebbe provato perdendoli. Però era consapevole di quanto male le avrebbe causato perderla per sempre.

“Ma nonostante tutto sei sempre stata importante per lei! Lo dimostra il fatto che quando esprimevo un giudizio negativo nei tuoi confronti quando non c'eri, lei ti difendeva sempre. C'è una citazione che dice: Le persone che difendono il tuo nome quando non sei presente, sono gli amici più leali che tu possa avere!”

“Così parlavi male di me!”

“Non è questa la cosa più importante che ho detto adesso Max!”

“Lo so, ma ormai non ha più nessuna importanza!”

“Lei lo sapeva, vero?! Sapeva cosa provavi per lei!”

Max ripensò al suo diario.

“Comunque rimane un mistero su dove sia scappata! Devo dire che mi dispiace che sia andata via senza nemmeno salutarmi! Ma del resto, io non ero così importante! Non quanto te almeno!”

“Non sminuirti tanto Duncan! Lei aveva in progetto di andare via sin dall’inizio! Stava andando via senza dirmi nulla! L’ho scoperta all’ultimo momento! Come puoi vedere ho ricevuto lo stesso trattamento!”

“Devo dire che questo mi sorprende tantissimo! Tutto questo è molto strano, ma del resto io non so come sono sempre andate le cose tra di voi e come era il vostro rapporto!”

“Infatti non lo sai!”

“Dov’è che andrai?!”

“Ma come non lo sai?! Pensavo che Lucas ti dicesse tutto!” rispose Max sarcastica suscitando una risata dal ragazzo.

“No, non me lo ha detto! Quel ragazzo riesce a esserti fedele anche dopo la vostra rottura!”

“È davvero un buon amico!” disse Max con un velo di tristezza.

“Sai, credo di aver provato dei veri sentimenti per Chloe ed è una cosa che non mi succede spesso anzi, quasi mai! Però me ne sono reso conto solo quando è andata via!”

Max rimase sorpresa dalle sue parole.

“Del resto è così che succede! Ti rendi conto di quanto sia importante qualcuno solo dopo che lo hai perso! Ma tu non l’hai persa! Lei è solo andata via ma è lì fuori da qualche parte! E se mai un giorno le vostre strade dovessero incrociarsi di nuovo non lasciartela sfuggire! È chiaro che hai più possibilità tu di quante ne possa avere io! Quindi ricordati di me quando vorrai mandarla al diavolo! E se proprio non la vorrai con te beh… chiamami!” disse ridendo.

Max che era rimasta ancora sbalordita dalle sue parole sorridendo. “Ma io non ho il tuo numero di telefono!”

“Oh beh, rimediamo subito allora!” disse il ragazzo chiamando il cameriere per farsi prestare la sua penna. Scrisse il suo numero di telefono su un tovagliolo di carta estratto dal contenitore sul tavolo e lo consegnandolo alla ragazza.

“Ma non facevi prima a dirmelo a voce così lo segnavo direttamente sul telefono?” chiese Max ridendo.

“No, perché magari avresti fatto finta di segnarlo! Così invece è sicuro che hai il mio numero, anche se la scelta rimane comunque a te! Ad esempio, potrai gettarlo via appena ci saremo divisi!”

Max prese il telefono memorizzando il suo numero in rubrica. Poi voltò il telefonò in direzione del ragazzo per mostrargli di averlo fatto per davvero.

“Wow, questo sì che mi sorprende! Però anche se lo hai memorizzato tra in tuoi contatti non è detto che se un giorno tu dovessi incontrarla per davvero, mi chiameresti!”

“Tanto non ho nessuna possibilità di incontrarla!”

“Mai dire mai! Anche io credevo che non avresti preso un caffè in mia compagnia, accettato le mie scuse e memorizzato il mio. Eppure eccoci qua!”

Max alzò le spalle scettica.

“Quando parti?”

“Mercoledì!”

“Cavoli è arrivato ormai!”

“Già!”

Arrivò un messaggio sul telefono di Duncan. “Beh, il dovere mi chiama a quanto pare!” disse il ragazzo lasciando dei soldi sul tavolo per pagare i caffè.

“Devo andare anche io adesso!”

“Ok, ti accompagno al parcheggio!”

“No, non c’è alcun bisogno!”

“Ok, allora arrivederci Max e fai buon viaggio!” disse il ragazzo porgendogli la mano.

Max ricambiò la stretta di mano. “Arrivederci Duncan! E stai lontano dai guai!”

“Scherzi?! I guai sono il mio forte lo sai!” disse il ragazzo ironico mentre le faceva un occhiolino allontanandosi. Poi prima di uscire dal bar si voltò di nuovo verso di lei. “Mi raccomando, se un giorno si rifà viva, dille che gradirei vederla ancora!”

“Lo farò!”

Il ragazzo sorrise uscendo dal bar lasciando Max ai suoi pensieri.


 
È impossibile che le nostre strade si possano incrociare ancora. Forse David avrà qualche possibilità ma non io. E poi, davvero vorrei rivederla? Forse no, non dopo che mi ha volutamente abbandonata. È ora di chiudere definitivamente con il passato e con lei. Voglio andare incontro al mio futuro e alla mia nuova vita senza pensieri inutili.


 
Nel frattempo a casa Caulfield, Ryan era nel suo studio. Era rimasto a lavorare da casa visto che da un momento all'altro sarebbe giunta Kate. Infatti di lì a poco sentì suonare il campanello di casa. Si alzò per andare ad aprire e si ritrovò la ragazza davanti.

“Ciao Ryan”.

“Ciao Kate, sei arrivata finalmente. Lascia che ti aiuti con i bagagli”.

“Grazie è molto gentile da parte sua”.

“Figurati per così poco”.

L'uomo aiutò la ragazza con le valige invitandola a entrare. Solo in quel momento si accorse che Kate aveva con sé un trasportino coperto con un piccolo telo bianco. La ragazza si accorse dello sguardo curioso dell'uomo e sorrise.

“In realtà dovrete ospitare anche qualcun altro”.

Rimosse il telo dalla gabbia e si ritrovarono presto in compagnia di un coniglio bianco con le orecchie lunghe e basse.

“Ma è un coniglio” disse Ryan sorridendo.

“Si, è un coniglio ariete”.

“Sembra un batuffolo di cotone”.

“Si infatti! Lui si chiama Donnie”.



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“Beh, ciao anche a te Donnie” disse Ryan avvicinando la mano alla gabbia. Il coniglio si avvicinò anche lui annusando la mano dell'uomo. “Sembra molto socievole”.

“Già, me lo hanno dato le mie sorelle come regalo porta fortuna per la mia partenza”.

“Un gesto molto carino da parte loro”.

“Si, siamo sempre state molto unite, ma dopo quello che è successo lo siamo ancora di più”.

“È una cosa buona questa, perché sai che potrai sempre contare su di loro. Non tutti possono avere questa fortuna. Di solito le situazioni più spiacevoli uniscono le persone ed è un peccato che bisogna arrivare a tanto affinché questo avvenga. Ma la cosa più triste è quando non serve neppure questo a tenere unite le persone” disse l'uomo pensieroso.

“Si sta riferendo a Chloe?”

 
L'uomo si voltò di scatto verso di lei sorpreso da quando fosse facile per Kate giungere a quelle conclusioni.

“Vieni, ti mostro la tua stanza”.

L'uomo aiuto la ragazza a portare di sopra al primo piano le valige. Aprì la porta della stanza che un tempo aveva ospitato Chloe.

“Vanessa ha già preparato il letto e l'armadio è libero. Puoi metterci tutta la tua roba”.

“Spero che per voi non sia un problema la presenza di Donnie!”

“Assolutamente no anzi, quando Vanessa lo vedrà sono sicuro che se ne innamorerà all'istante. E se non fosse così risolveremo in un'altra maniera”.

“In che modo Ryan?”

“Semplice, la chiuderemo in gabbia al posto di Donnie”.

“Non oso immaginare che direbbe Vanessa sentendole dire una cosa del genere” disse la ragazza ridendo.

“Bene, adesso ti lascio alle tue cose. Nel frattempo vado a preparare un caffè, che ne dici?”

“La trovo un'ottima idea, scendo subito”.

“Fai con comodo Kate”.

Kate rimase sola nella camera in compagnia di Donnie, girandosi intorno immaginando che quella fosse stata in passato la stanza di Chloe. Anche se a sentir parlare Max aveva dormito più tempo in camera sua. Aprì i cassetti della scrivania, aspettandosi di trovare chissà cosa. Forse qualche traccia lasciata dalla sua precedente occupante della stanza. Ma sembrava che le uniche cose che aveva lasciato in casa Caulfield, fossero Max e il suo ritratto. Aprì l'armadio che era completamente vuoto. Lo stesso vuoto che aveva lasciato dentro Max andando via. Si sedette sul letto ripensando alla sensazione che aveva provato salutando Chloe prima di andare via da Seattle, dopo essere stata ospitata da Victoria. A come aveva raccomandato a Max di risolvere le cose in fretta con lei. Ma nonostante questo il peggio era successo lo stesso. Si chiese se avrebbe potuto fare qualcosa di più per evitare che Max soffrisse tanto. La usa amica le aveva salvato la vita e lei non era riuscita a ricambiare il gesto nemmeno in quella situazione.

“Forse avrei potuto evitare che succedesse in qualche modo” disse la ragazza guardando Donnie che la fissava incuriosito. Kate sorrise alzandosi dal letto per raggiungere Ryan.

Poco dopo erano in salotto a bere il loro caffè.

“Vanessa è a lavoro?”

“Si, io ho preferito lavorare da casa visto il tuo arrivo”.

“Spero di non averti messo in difficoltà”.

“Oh no, assolutamente e poi non è la prima volta che lavoro da casa”.

“Max?”

“Oggi è lunedì, aveva la sua ultima seduta di terapia con la dottoressa Tyler”.

“Già è vero, lo avevo dimenticato”.

“Però che strano, dovrebbe essere uscita già da un pezzo. Anche se effettivamente doveva passare per il centro commerciale per gli ultimi acquisti prima della partenza”.

“Già, ormai manca davvero poco”.

Ryan con uno sguardo comprensivo e triste. “I tuoi come stanno?”

“In ansia. Prima Seattle ora Portland. Non so, credo che sperassero che rimanessi a studiare a Tillamook così da poter avere la possibilità di vedermi più spesso. Però tutto sommato erano anche felici perché non saremo così distanti. Potrò andare a trovarli ogni volta che voglio, quando potrò ovviamente”.

“Capisco come si possano sentire al riguardo. Sono genitore anche io e l'idea di alzarmi al mattino e non vederla più in giro per casa mi infonde una certa tristezza. Lo sai che all'inizio non ero d'accordo con la sua idea di lasciare Seattle?”

“Si, però alla fine hai cambiato idea”.

“Ho dovuto farlo. Perché per quanto non fossi d'accordo con lei, l'unica cosa che voglio dal profondo del mio cuore è che lei sia felice. Ha sofferto troppo e merita il mio sostegno”.

“Capisco la tua preoccupazione Ryan ma non devi preoccuparti per lei. Anche se lontana da casa, lei non sarà mai sola. Io e Victoria non permetteremo che soffra ancora per nessuna ragione”.
 
“Sono davvero che felice che Max abbia due amiche leali e sincere come voi. Non è facile trovarne di questi tempi”.

“Ryan, ho come la vaga sensazione che in ogni cosa che dici pensi a Chloe, sbaglio?”

“No Kate, non sbagli. Conosco Max e so che pensa ancora lei, anche se si mostra sempre tranquilla e serena. Se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarebbe successa una cosa del genere, io gli avrei dato del pazzo! Invece il pazzo sono stato io a credere che sarebbero state unite per sempre! Il suo gesto è imperdonabile!” disse l’uomo stringendo una mano a pugno.

“Ryan, non portare rancore verso Chloe. Lei sicuramente ha commesso un errore ma credimi, in alcune situazioni è davvero difficile distinguere cosa è giusto da quello che è sbagliato. Quando tutto diventa buio e ti senti messo all'angolo, finisci per cercare la strada più semplice per mettere fine al tuo dolore e alle tue paure. E chissà perché, quella strada risulta essere sempre quella sbagliata” disse Kate perdendosi nel ricordo di lei sul tetto intenzionata a lanciarsi di sotto per mettere fine alla sua sofferenza.

“Diventerai una brava psicologa Kate” disse Ryan sorridendole.

“Questo lo devo a Max. È grazie a lei se oggi sono ancora qui. Non ti devi preoccupare per lei perché anche se ciò che ha vissuto è stato terribile, l’ha resa più forte. E poi potrà sempre contare su di noi”.

“Grazie tante Kate. Saperla con voi mi fa sentire più tranquillo”.

In quel momento arrivò Max a casa. Entrò in salotto trovandoli seduti sul divano. “Kate, sei arrivata finalmente!”

“Temevi per caso che vi avrei dato buca?!”

“Non avresti mai potuto, perché Victoria ti sarebbe venuta a prendere anche a piedi a Tillamook!”

“A piedi?!” chiese Kate divertita. Si guardarono con aria interrogativa e poi all'unisono dissero ridendo: “Naaaa impossibile!”

Si salutarono abbracciandosi.

“Bene, vi lascio. Se avete bisogno di qualcosa sapete dove trovarmi!”

“Ok papà!”

Ryan diede un abbraccio a sua figlia allontanandosi dopo aver scambiato uno sguardo di intesa con Kate.

Max non poté fare a meno di notarlo. “È tutto ok?”

“Certo Max, andiamo di sopra che voglio mostrarti qualcosa! Per la verità voglio presentarti qualcuno?!”

“Cosa?! Come qualcuno?!” chiese Max perplessa.

Quando entrarono nella stanza ci mise un po' a notarlo. “Oh mio Dio! Ma che carino!” disse Max inginocchiandosi vicino alla gabbia.

“Ti piace?!”

“E me lo chiedi?! Posso prenderlo?!”

“Certo che puoi!”

Max lo tirò fuori dalla gabbia. “Ma che tenero!” disse la ragazza accarezzando il coniglio. “Come si chiama?!”

“Indovina!”

“Uhm, coniglio?!”

“Certo che ne hai di fantasia!” disse ironicamente Kate.

“Non saprei! Dai dimmelo!”

“Donnie!”

“Donnie?! È quello che penso?!” chiese Max divertita.

“Si, gli ho dato quel nome per via del film Donnie Darko che abbiamo visto insieme!”

“Sembra esserti piaciuto proprio tanto se sei arrivata a mettergli quel nome!”

“Non lo avevo mai visto! È stato un bel film e poi quella cosa dei viaggi nel tempo è affascinante! Immagina se fosse davvero possibile tornare indietro nel tempo! Quante cose cambieremmo!”

“Già!” disse Max con un tono po' triste.

Kate pensò che non fosse la cosa giusta da dire in quel momento, in quella stanza e con tutto quello che era successo. Molto probabilmente la sua amica sarebbe tornata indietro per impedire a Chloe di andare via. Non poteva immaginare che Max fosse in possesso di quel potere e che lo avesse già usato in occasioni ben peggiori di quella.

“Però non cambierei nulla della mia vita, perché tutto quello che ho vissuto nel bene e nel male, mi ha trasformato nella persona forte che sono oggi! Ho una famiglia e delle amiche che mi vogliono bene e so che farebbero di tutto per me. Sto diventando una psicologa per aiutare il prossimo, affinché anche gli altri non si lascino condizionare dal loro passato. Voglio che tutti vedano il passato come un modo per migliorarsi. Che lo considerino l'inizio di un cambiamento e di una nuova vita. Una chance per ricominciare! Non ci serve tornare indietro, ma andare avanti!”

Max annuì e poi cercò di portare il discorso su altri argomenti meno tristi. “Lo porteremo con noi Donnie?!”

“Si certamente, perché?”

“Niente pensavo solo… pensi che Victoria sarà d’accordo?!”

“Beh, credo di sì! Per l’amor del cielo è solo un coniglio!”

“È lei è solo Victoria!”

“Adesso mi stai facendo preoccupare Max!”

“Non era affatto mia intenzione! Solo che a un tratto mi sono chiesta se per lei non ci saranno problemi ad avere animali in casa!”

“Santo cielo! E se lei non fosse d’accordo?!”

“Beh, abbiamo solo un modo per scoprirlo!” disse Max prendendo il telefono. “Le invio un messaggio per dirle che sei arrivata e di venire qui immediatamente! Così avremo modo di vedere la sua reazione!”

“Già tremo al solo pensiero!” disse Kate.

 
Portland

Dopo aver concluso la sua giornata di lavoro in ospedale, Lauren passò a casa della sua amica Allison che per quel giorno non lavorava. Bussò alla porta del suo appartamento in attesa che andasse ad aprire. Appena la porta venne spalancata si ritrovò davanti Allison con una crema bianca spalmata su tutta la faccia, lasciando liberi solo gli occhi e la bocca. Su un occhio aveva ancora una fettina di cetriolo.

“Oddio!” disse Lauren cominciando a ridere. “Ti prego, non dirmi che di solito apri la porta in queste condizioni?!”

“Si, lo faccio perché di solito nel mio giorno libero arrivano sempre i soliti guastafeste a rovinarmi la giornata! In questo modo non li faccio mettere al loro agio e se ne vanno!”

“Certo che sei proprio strana!” disse Lauren entrando in casa.

“Peccato che questo piano non funzioni anche con gli amici!” disse Allison lanciandole una frecciatina.

“Non sarà la tua faccia da fantasma e delle fettine di cetriolo a spaventarmi Allison!” disse Lauren mangiando l’unica fettina di cetriolo rimasta sul viso dell’amica.

“Ehi, non mangiare la mia maschera di bellezza!”

“Ma come?! Non era solo un modo per tenere lontano la gente!”

“Diciamo che ha due funzioni in una! Avanti siediti, ti offro qualcosa da bere?”

“Un bicchiere d’acqua andrà più che bene”.

“Acqua?”

“Si, non voglio di certo bere alcolici di mattina come qualcuno che conosco” disse Lauren restituendole la frecciatina.

“Ehi, è la mia giornata libera non rovinarmela!”

“Non ci penso nemmeno”.

“Allora, sei uscita dallo studio?”

“A dire il vero oggi sono stata in ospedale e sì, sono appena uscita. Ho pensato di venire a farti un saluto prima di tornare a casa”.

Allison prese due bicchieri con tè freddo al limone sedendosi accanto alla sua amica sul divano.

“Vedo che come al solito non mi ascolti!” disse Lauren prendendo il bicchiere con il tè.

“Non è alcolico, quindi non lamentarti e bevi! Allora, come prosegue la tua love story con Chloe?!”

“Beh, non posso lamentarmi! Sto davvero bene con lei!” disse Lauren pensierosa.

“Ma?!”

“Cosa?!”

“Sento che c’è un ma in arrivo!”

“Si c’è, ma non è niente di che!”

“Sentiamo!”

“Secondo me lavora troppo! Si divide tra me, il Paradise e i suoi doveri nel suo appartamento! Insomma credo sia sfinita!”

“Forse se tu la lasciassi dormire ogni tanto!” disse Allison ironica.

“Ehi!” disse Lauren dandole una spinta. “Non lo facciamo sempre!”

“Si certo!” disse la ragazza sarcastica.

“Si, lo facciamo spesso ma non è per questo che è stanca!”

“Sento che vuoi arrivare da qualche parte ma non riesco ancora a capire dove!”

“È un po’ di tempo che sto pensando a questa cosa! Vorrei proporre qualcosa a Chloe ma non so come reagirebbe! Non voglio che si spaventi o altro!”

“Cosa vuoi proporle?!” chiese Allison allarmata.

“Sono tre mesi che stiamo insieme e anche se per me sono pochi e per lei invece risultano tanti… beh… volevo chiederle di venire a stare da me!”

“Cosa?! Vorresti chiederle di trasferirsi da te?!”

“Dici che è troppo presto?!”

“Beh, cazzo Lauren! Lo hai detto tu che sono appena tre mesi!”

“Si ma stiamo davvero bene insieme e non voglio che si strapazzi per stare con me! Lo so che al Paradise ha delle responsabilità e anche con l’appartamento che divide con Steph! Però vorrei davvero tornare a casa e trovarla già lì, oppure che la sera rientri a qualsiasi ora ma che stia con me!”

“Lauren, stai bruciando le tappe secondo me! Non fare lo stesso errore che hai fatto con Elizabeth!”

“Ecco, hai appena distrutto i miei sogni!” disse Lauren appoggiandosi allo schienale del divano con il bicchiere tra le mani.

“Ascolta Lauren, non dico che sia una cattiva idea! Dico solo che è troppo presto e lo so che le cose tra di voi al momento vanno benissimo, ma siete ancora agli inizi! Tutte le storie all’inizio sono come favole! È il dopo che ti frega!”

“Quindi ci devo rinunciare secondo te!”

“Non sto dicendo questo! La vita è tua e puoi decidere per conto tuo! Io ti sto dando solo il consiglio di attendere ancora un po’ e di non avere fretta! Non fare il passo più lungo della gamba! E comunque qualsiasi cosa tu decida di fare io ti sosterrò sempre!”

“Ma secondo te lei come prenderebbe questa proposta?! Non la sentirebbe come un obbligo, vero?! La spaventerebbe?!”

“Beh, considerando quello che mi hai detto di lei, potrebbe esserne spaventata eccome! È passata dal sentirsi abbandonata da tutti, ad avere una relazione con qualcuno che potrebbe perdere da un momento all’altro o che potrebbe lasciarla!”

“Io non la lascerei mai!”

“Sto parlando per ipotesi Lauren! Tu cosa se ne sai di cosa potrebbe succedere un giorno?! Non hai mica la sferza di cristallo!”


 
 
Shonei dopo essersi incontrata con Matthew e aver svolto l’ennesimo lavoro per Steven, andò al Paradise dove Chloe era indaffarata a pulire il bancone.

“Eccoti finalmente” disse Shonei avvicinandosi al bancone. “Cosa bisogna fare per vederti? Mandare un telegramma a casa di Lauren per prendere appuntamento?”

“Mi cercavi?”

“No, però ti si vede così di rado. Allora ti stai dando proprio da fare, eh?”

“Shonei!”

“Che c’è, siamo tra adulte qui”.

“Adulte?! Ho qualche dubbio in proposito!” disse Steph alle spalle di Shonei.

“Oh ma guarda chi c’è! Dobbiamo smetterla di incontrarci così spesso, qualcuno potrebbe farsi delle idee sbagliate su di noi!” disse Shonei ammiccando per provocarla.

Steph la guardò con un’espressione disgustata allontanandosi.

“Vi prego di non ricominciare!” disse Chloe.

“Hai finito il turno?” chiese Shonei.

“Si, grazie a Dio! Ho voglia di tornare a casa e sprofondare nel letto!”

“E quando passeremo un po’ di tempo insieme senza che tu dorma in piedi o che stia lavorando?”

“Quando avrò recuperato le forze, cioè mai!”

“Lauren deve essere proprio insaziabile, eh?”

“Mi riferisco al lavoro idiota!”

“Chiedi ad Asher qualche giorno libero”.

“A questo ci avevo già pensato! Però vorrei fare anche un’altra cosa” disse la ragazza abbassando la voce.

“Cosa?” chiese Shonei curiosa.

Chloe si guardò intorno e poi disse: “Sediamoci a un tavolo”.

“Ok”.

Dopo aver preso posto a un tavolo lontano da orecchie indiscrete Chloe disse: “Vorrei fare qualcosa di… come dire… insomma…”

“Santo cielo, rilassati! Ricordati con chi stai parlando!”

“Si lo so! È solo che è tutto così strano!”

“Cosa, parlare con me?!” chiese confusa Shonei.

“No! Fino a qualche mese fa pensavo ero sola e…”

“Di cosa stai parlando?!”

“Sono tre mesi ormai che sto con Lauren e vorrei portarla da qualche parte! Insomma vorrei fare qualcosa di carino per lei… per noi! Ma non so nemmeno da dove cominciare!”

Shonei la guardò dapprima sorpresa e poi cominciò a ridere di gusto. Chloe alzò gli occhi al cielo.

Poi la ragazza smise di ridere. “Ok, scusami! Quindi non sai dove portarla perché…”

“Perché non ho mai fatto niente del genere con nessuno! Non ho mai frequentato posti carini qui a Portland e comunque tutta questa faccenda mi mette agitazione!”

“Ehi, rilassati! Capisco cosa vuoi dire!”

“Davvero?!” chiese speranzosa Chloe.

“A dire il vero no! Io non ho mai avuto relazioni che durassero per più di una serata o al massimo una settimana! Ma poi le mie non erano mica vere relazioni! Però ho fatto cose carine per portarmi a letto quelle un po’ più difficili! Questo sì!”

“È sempre illuminante parlare con te Shon!” disse Chloe con sarcasmo.

“Davvero?! Allora sei l’unica a pensarlo!” disse Steph sedendosi accanto a Chloe.

“Ma non dovresti lavorare?” chiese Chloe.

“Si, ma visto che tu mi hai chiamata io sono corsa da te! Nessuno qui dentro può permettersi di ignorare un tuo ordine!”

“Ma io non ti ho chiamata!” disse Chloe capendo che non serviva a nulla contraddirla. Sospirò scuotendo la testa.

“Allora, cosa stavate confabulando voi due?”

“Te lo dico io” disse Shonei. “La qui presente Chloe vorrebbe fare qualcosa di carino con il suo grande amore!”

“Però non ho la più pallida idea di cosa fare!”

“Wow, siete arrivate già a quel punto?! Non me lo sarei mai aspettata da parte tua Chloe!” chiese Steph sorridendo.

“Quale punto?!” chiese Chloe.

“Il punto di non ritorno!” disse Shonei intromettendosi.

Steph la guardò male. “Il punto in cui fate le piccioncine al chiaro di luna intendevo!”

“Ma che… quali piccioncine?! Volevo solo fare qualcosa di diverso dal solito con lei!” disse Chloe in imbarazzo.

“Quanto sei dolce Chloe!” disse Steph facendo ridere Shonei.

“Oooh, va bene! Se non volete aiutarmi farò da sola!”

“Mi dispiace Chloe, ma le uniche cose veramente carine che ho fatto si possono contare sulle dita di una mano! Quando mi capitava di stare con una che aveva qualche difficoltà a lasciarsi andare, io la portavo in un ristorante qualunque. Ordinavo piatti completamente afrodisiaci e tanto, tanto, tanto alcool”.

“Woooow, che romantica Shon!” disse Steph con sarcasmo.

“Ehi, funzionava sempre! Chloe, ci sono molti ristoranti a Portland! Scegline uno a caso e basta!”

“Oh merda, Chloe non ascoltarla! Secondo me deve essere qualcosa di speciale. Devi evitare assolutamente un ristorante qualunque! Deve essere un bel posto! Deve essere tutto perfetto!”

Shonei alzò le spalle sconfitta. “Si certo e magari anche costoso!” disse sarcastica.

Steph guardò Chloe al suo fianco. “Quando saresti disposta a spendere per fare qualcosa di carino per la tua ragazza?!”

“Beh, non è che voglia spendere un patrimonio, ma non voglio limitarmi! Voglio che lei ne abbia un buon ricordo!”

“Allora fammi dare un’occhiata!” disse Steph prendendo il telefono per dare un’occhiata.

“Wow, vedo che anche tu hai avuto molte esperienze in serate romantiche, tanto da essere costretta a fare una ricerca su internet! Bella mossa Steph!”

“Shon, almeno le mie erano relazioni serie! Le tue invece sono sempre state una botta e via!”

“Giuro che quando fate così mi viene voglia di prendervi a calci in culo!” disse Chloe.

“Eccolo qui, trovato!” disse Steph sbirciando sul telefono. “Ti ricordi la mia amica ed ex inquilina?!”

“Ti riferisci a Katy?”

“Esatto! Il suo fidanzato le ha chiesto di sposarlo in un posto davvero molto romantico!”

“Woah woah, frena l’entusiasmo Steph! Non voglio mica chiederle di sposarmi!”

“Solo perché qualcuno ha deciso di fare la proposta in quel ristorante, non vuol dire che lo devono farlo tutti! Non è che ti fanno entrare lì solo se vuoi sposarti!”

“Oh capito, però non voglio che magari Lauren si faccia delle idee sbagliate!”

“Ma non succederà, stai tranquilla!”

“E quale sarebbe questo posto?!” chiese Shonei.

“Il Desire Hotel Restaurant! Si mangia benissimo e hanno una grande varietà nel menù. C’è anche il servizio in camera nel caso volete passare una serata tête-à-tête. Hanno musica dal vivo con tanto di pista da ballo, un bar, una piscina scoperta da favola e se vuoi puoi soggiornare lì affittando una camera. E anche permesso portare i propri animali domestici. Sai, nel caso tu mi voglia togliere dalle scatole Flerk!”

“Non ci penso nemmeno a portare Flerk!” disse Chloe.

“Quindi è un hotel ristorante?!” chiese Shonei.

“Si, esattamente e ha tutti comfort possibili e immaginabili!”

“Beh, cazzo! Ho come la vaga sensazione che rimarrai presto in mutande quando arriverete lì. E non per la ragione che pensi tu Chloe!”

“Fai vedere” disse Chloe prendendo il telefono dalle mani di Steph, controllando le varie informazioni dell’hotel. “Quattrocento novantanove dollari a notte?!”

“E devi considerare che la camera non ti servirà nemmeno per dormirci!” disse Shonei mentre Steph la fulminava con lo sguardo. Poi si rivolse a Chloe.

“Ascolta Chloe, devi essere più specifica su cosa vuoi davvero fare con lei!”

“Voglio farle una sorpresa! Voglio che sia un momento speciale per lei e vorrei farle anche un regalo! Lei me lo ha fatto il giorno del mio compleanno e non era tenuta a farlo!”

“Un regalo?! Altro problema allora!” disse Shonei.

“Veramente già l’ho acquistato!”

“E cos’è?!” chiese Steph.

“Visto che le piacciono tanto e li usa, ho optato per un bellissimo orologio da polso! Per la precisione è un orologio bracciale!” disse sorridendo soddisfatta di averci pensato tutto da sola.

“Così ogni volta che guarderà l’ora penserà a te! Sei un genio Chloe anzi, un genio romantico!” disse Steph ridacchiando.

“Oooh, ti prego Steph smettila!” disse Chloe in imbarazzo.

“E allora per quel ristorante?! Che cosa vuoi fare?!” chiese Shonei.

“Sapete cosa vi dico?! Credo che prenoterò lì! Si, prenderò anche la camera per passarci la notte! Voglio che sia tutto perfetto!”
Shonei e Steph la guardarono sorridendo.

“Ottima scelta Chloe, così si fa!” disse Steph.

“Grazie per la dritta ragazze, adesso voglio prima capire se per lei è possibile stare lontana dal lavoro! Spero solo che non abbia il turno in ospedale, altrimenti dovrò rimandare!” disse Chloe iniziando ad alzarsi.

Anche Steph iniziò ad alzarsi dal suo posto per tornare a lavoro. In quel momento Shonei le fermò. “Ragazze, aspettate un attimo! Anche io avrei bisogno di dirvi una cosa!”

Chloe e Steph che erano già per metà alzate, si guardarono un po’ sorprese e tornarono a sedersi.

“Dicci tutto Shonei!” disse Chloe.

Shonei guardò le sue amiche cercando di trovare il coraggio di dire quello che aveva escogitato per mettere fine al loro sospetto. Aveva preso spunto da quello che aveva detto Steph quel mattino.

“Allora, mi dispiace non avervi detto sin da subito qualcosa sul mio lavoro. Il punto è che non sapevo come dirvelo! Insomma, temevo e un vostro giudizio! Per la verità lo temo ancora! Lo so che sono una che se ne sbatte di cosa pensano gli altri, ma voi non siete gli altri!”

Steph rimase sorpresa dalle sue parole. Davvero non considerava anche lei una degli altri di cui sbattersene?

“Non devi preoccuparti di questo! Noi non giudicheremo, vero Steph?!” chiese Chloe cercando il suo appoggio.

“Oh! Ehm… sì certo!”

“Bene! Il motivo per cui non vi ho detto nulla del mio lavoro è che… io… sì insomma… faccio… l’accompagnatrice!”

Chloe e Steph rimasero impalate a fissarla come se stessero cercando di assimilare bene l'informazione ricevuta.

“Ehm… ragazze?! Sapete cos’è un’accompagnatrice, vero?”

Chloe si appoggiò allo schienale del divano guardando Shonei confusa. La prima a dire qualcosa fu Steph.

“Ci stai dicendo che fai la prostituta?!”

“Shhh! No, non è esattamente la stessa cosa!”

“Ah no?! Cazzo Shon, è esattamente la stessa cosa invece!” disse Steph abbassando la voce.

“Al contrario di quello che si possa pensare, le accompagnatrici non devono per forza offrire prestazioni sessuali! Insomma, dipende dalla richiesta del cliente e dipendente anche da cosa si è disposta a fare! Insomma, accetto solo se per me va bene!”

“Fai l’accompagnatrice solo per donne?” chiese Chloe.

“Si, assolutamente! Ma non ci vado per forza a letto! Vi assicuro che alcune clienti vogliono solo parlare o magari passare una serata in compagnia!”

“Praticamente ti stai vendendo?!” chiese Steph sgranando gli occhi.

“Oh avanti Steph, non è poi così diverso da quello che faccio di solito! Mi diverto con chi mi va! E la stessa cosa faccio anche nel lavoro! L’unica vera differenza è che mi pagano e anche molto bene! È un servizio che non si offre a chiunque, ma solo a chi ha soldi da spendere!”

Steph la guardava ancora sorpresa dalla facilità con la quale la ragazza parlasse del suo lavoro come se fosse soltanto una normale routine. “Cazzo! Non ci posso credere! Anche anni fa facevi l’accompagnatrice?!” disse scuotendo la testa.
“Si, lo faccio da anni!”

“Ma che diavolo Shon…”

“Oh avanti Steph, potresti almeno per una volta apprezzare i miei sforzi per essere stata sincera con voi?! Volevi sapere che cazzo di lavoro facessi e te l’ho detto! Cos’altro vuoi da me?!”

Steph si alzò dal suo posto allontanandosi scuotendo la testa. Shonei allargò le braccia arrendendosi. “Benissimo! Dimmi Chloe, anche tu vuoi dire la tua?! Puoi farlo sai?! Non che cambi qualcosa visto che sono sempre stata la pecora nera in tutta la mia stracazzo di vita! Hai dei problemi con il mio lavoro?! Sono una pessima persona?!”

Chloe si sporse in avanti guardando la sua amica con sincerità. “No, non sei una pessima persona e no, non ho problemi con il tuo lavoro! È solo che non ci aspettavamo niente del genere! Ci ha soltanto sorprese ecco tutto! Le passerà vedrai!”

Shonei annuì scettica. “Certo, come no!”

“Le parlerò, ok?!”

“No, non farlo! Tanto non servirebbe a niente! Per lei sono sempre stata spazzatura! Ma infondo cosa cazzo me ne importa della sua opinione!”

“Ascolta Shonei, potrei chiedere ad Asher di assumerti…”

“Cosa?! Beh cazzo, meno male che avevi detto di non avere problemi con il mio lavoro!” disse Shonei sarcastica.

“Non fraintendermi Shon! Dico questo nel caso tu volessi lasciare il tuo lavoro e trovare un’altra occupazione! Nel caso ti fossi stufata di…”
“Di darla in giro?!”

“Ok, scusami sono un’idiota! Se a te piace il lavoro che fai per me va bene! Non cambierò la mia opinione su di te! Tu sei mia amica e non mi interessa un cazzo se vieni pagata per fare quello che di solito fai gratis! Ti ho conosciuta per quella che sei e se per me fossi stata un problema, ti avrei già mandato affanculo da anni!”

Shonei sorrise alle parole di Chloe.

“Adesso però devo andare, devo organizzare la cosa con Lauren!” disse ironica Chloe dandole un colpo sulla spalla allontanandosi.
Quando rimase sola il suo sorriso sparì dalle sue labbra. Era questa l’idea che aveva avuto per mettere fine al sospetto delle sue amiche, soprattutto quello di Steph. Doveva essere felice di essere riuscita a darla a bere a entrambe, ma chissà perché non lo era affatto. Non avrebbe voluto mentire loro ma non aveva altra scelta. Meno sapevano meglio era per tutti. Si alzò anche lei uscendo dal locale.
 
 

Chloe arrivò all'appartamento della sua ragazza, bussando alla porta un paio di volte. Lauren andò ad aprire e rimase sorpresa di vederla.

“Ci dovevamo vedere a quest'ora o non ce la facevi a stare lontana da me?” chiese Lauren ironica.

“Uhm, fammici pensare un po’” rispose Chloe entrando nell'appartamento, chiudendo la porta e fiondandosi su di lei baciandola, stringendola per i fianchi mentre Lauren rideva. Poi interruppe il bacio guardandola sorridendo. “Allora, hai avuto la tua risposta?”

“Si, ma credo che dovremmo approfondire di più l'argomento” rispose Lauren maliziosa avvolgendole le braccia attorno al collo.

“Non ora, sono qui per chiederti una cosa”.

“Veramente anche io dovrei chiederti una cosa”.

“Ah vero, quella cosa che non sei riuscita a dirmi stamattina?”

“Si, proprio quella”.

“Ok, allora sediamoci” disse Chloe prendendo Lauren per mano sedendosi sul divano. “Inizia tu”.

“No, comincia tu”.

“No, tu hai la precedenza perché è da stamattina che mi volevi parlare, quindi sentiamo. Sputa il rospo”.

“E va bene! So che non è da molto tempo che stiamo insieme, però vorrei farti una proposta! Però devi promettermi di non sentirti in dovere di accettare! È solo una cosa che ho pensato così, per agevolare la nostra relazione! Per permetterci di passare più tempo insieme senza doversi sbattere ogni volta a destra e sinistra! Sai, tra il locale, casa tua, mia!”

“Ooook, non ho capito esattamente cosa vuoi dire ma arriva al punto!”

“Non fraintendere le mie intenzioni, non voglio che pensi che sto cercando di incatenarti a me o altro...”

“Cazzo Lauren, dillo e basta!”

“Ti andrebbe di restare da me?!”

“Stasera?!”

“Si, cioè no!”

“Adesso sono confusa!” disse Chloe.

“Certo che voglio che resti qui stasera, ma voglio anche... se tu vuoi ovviamente... che resti anche tutte le altre sere!”

“Oh! Ehm, cioè tu vuoi che... viviamo insieme?! Mi stai chiedendo di convivere?!” chiese Chloe sorpresa.

“No, non voglio che tu pensi questo! Voglio solo che noi avessimo la possibilità di vederci senza troppi problemi! Ti vedo stanca e so che è per il lavoro ma sono anche io la causa! Ti dividi tra il lavoro, il tuo appartamento e me! Quindi pensavo che se noi due...” disse Lauren nervosa interrompendosi di colpo. “Sai una cosa?! Lascia stare è una pessima idea!”

Chloe stava per aprire bocca ma la ragazza la interruppe. “È inevitabile che possa sembrare ti stia chiedendo di vivere insieme!”

“Si, però...”

“Fai finta che non ti abbia chiesto nulla, ok?!”

“Lauren!”

“No davvero, non pensarci!”
 
“Fermati un attimo e lascia che ti dica cosa ne penso almeno! Santo cielo, mi fai salire l'ansia così!”

“Ok, scusami!”

Chloe prese di nuovo la sua mano guardandola cercando di trovare le parole giuste. “Allora, devo dire che la tua proposta non me l'aspettavo! Insomma la nostra storia è appena iniziata, ma...”

“Si infatti, lascia perdere è troppo presto per noi fare un passo del genere!”

“Mi lasci finire Lauren?!” chiese Chloe esasperata.

Lauren si azzittì abbassando lo sguardo sulle loro mani intrecciate. Iniziò a giocare con gli anelli della sua ragazza.

“La nostra storia dura da poco ma... è una cosa seria per me! Non è un gioco e nemmeno un passatempo! Ci tengo davvero tanto a te e spero che le cose tra noi funzionino!”

“Ma?!” chiese Lauren.

“Non mi dispiacerebbe stare qui da te, ma non me la sento di lasciare Steph da sola nell'appartamento e per di più con Flerk”.

“Per me non c'è problema, Flerk può stare qui!”

“Ma lascerei comunque Steph da sola! Tutte le spese dell'appartamento graveranno su di lei!”

“Potremmo darle una mano noi finché non troverà qualcun altro con cui condividere l'appartamento!”

“Non permetterebbe a nessuno di pagare una parte dell'affitto dell'appartamento senza che ci viva! Inoltre non so davvero se voglia altri coinquilini!”

“Avete fatto un patto per caso?! Cioè vivrete insieme in eterno?! Perché si sa che le vostre strade un giorno si divideranno! Un giorno magari si innamorerà di qualcuno e tu sarai di troppo! E lo stesso vale per te!”

“Lo sappiamo questo ma...”

Lauren la guardò annuendo con un sorriso forzato. Era chiaro che ci sperasse che la ragazza accettasse la sua proposta.

“Lauren...” disse Chloe appoggiandole una mano sul viso. “Non è un no definitivo, ma per adesso è meglio così! Aspettiamo ancora un po' per questa cosa, ok?!”

“Vuoi dire, aspettiamo per vedere se la nostra storia continua?!”

“Lauren, non prenderla così! Lo hai detto anche tu, sono tre mesi e per quanto sia tutto fantastico adesso non sappiamo se vivere insieme cambierebbe le cose?!”

“Perché dovrebbe cambiarle?!”

“Non lo so! Non ho mai vissuto con qualcuno! Cioè, con qualcuno con cui avessi una storia!”

Lauren sospirò alzandosi dal divano per andare in cucina mentre Chloe la seguiva. Si avvicinò al frigo per prendere da bere. “Vuoi una birra?!” chiese senza voltarsi. Chloe la tirò indietro avvolgendole il braccio sinistro attorno alla sua vita, mentre con l'altro chiuse il frigo. Poi la fece voltare verso di sé.

“Perché reagisci così?!”

“Non lo so!” rispose Lauren distogliendo lo sguardo dalla sua ragazza. Chloe le afferrò il viso con le mani costringendola a guardarla.

“Lauren, parlami! Dimmi cosa c'è che non va?! Per caso non ti faccio sentire sicura di ciò che abbiamo?! Ti senti trascurata?! Io non...”

“No Chloe! Tu non mi trascuri affatto e sono sicura di ciò che abbiamo, di cosa stiamo costruendo insieme! È solo che ogni volta che mi lego così tanto a qualcuno, mi viene automatico volere di più! È come se ho paura che tutto questo possa finire male da un momento all'altro, come già successo in passato! Come il mio ex si è rivelato essere uno fottuto stronzo morboso proprio prima che ci sposassimo! Elizabeth se n'è andata, la prima ragazza di cui mi sono innamorata ho dovuto lasciarla e adesso tu! Cerco di tenermi strette le persone e alla fine è proprio così che finisco per allontanarle, o meglio farle scappare!”

“Lauren, io non vado da nessuna parte anche se come secondo nome ho quello della tua ex! Non sono la tua prima ragazza di cui ti sei innamorata e anche se così fosse e tu mi mollassi, io ti verrei a cercare! Infine non sono stronza e morbosa come il tuo ex... almeno credo!” disse Chloe sorridendo facendo ridere Lauren.

“Guardami Lauren! Io sto davvero molto bene con te! Ti chiedo solo di aspettare un altro po' prima di fare questo passo! Magari comincio a fare abituare Steph all'idea che io me ne possa andare un giorno! Non chiedermi di lasciarla così di punto in bianco!”

“Ok, hai ragione! Scusami Chloe!”

“Non scusarti Lauren!” disse Chloe abbracciandola.

Quando si staccarono Lauren chiese: “Allora, cosa volevi dirmi?!”

“Vorrei portarti a cena fuori da qualche parte domani sera!”

“Ok, non c'è problema!”

“Invece sì!”

“Non capisco!”

“Ti vorrei portare in un posto un po’ lontano! Diciamo che dovremmo fare un piccolissimo viaggetto! Ma in circa quaranta minuti saremo sul posto! Inoltre dovremmo passare la notte fuori! Quindi dovresti portare con te al massimo qualcosa per la notte!” Poi aggiunse: “A pensarci bene non serve portare proprio nulla, visto che rimarremo senza vestiti addosso entro fine serata!” disse Chloe ridendo.

Lauren la guardò sospettosa stringendo gli occhi a due fessure. “Cosa hai in mente?!”

“Ti prego, non fare domande! Ti fidi di me?!”

“Certo che mi fido!”

“Bene, allora fai come ti dico! Passerò a prenderti domani alle otto di sera!”

“Ok” disse Lauren avvicinandosi a lei abbracciandola mentre la guardava negli occhi. “Visto che non sono impegnata in ospedale, farò spostare i miei appuntamenti per il pomeriggio dalla mia segretaria!”

“Fantastico!”

“Devo fare altro?!”

“No, credo di no!”

“Resti con me stanotte?” chiese Lauren stringendola di più.

“Si, ma prima devo tornare un po' al mio appartamento anche per vedere come sta Flerk! Poi devo avvisare Asher e poooooi...” disse Chloe ricambiando l'abbraccio.

“E poi?!” sussurrò Lauren in modo sensuale.

“Te lo mostro subito!” rispose Chloe fiondandosi sulle sue labbra spingendola verso il frigo.

“Non dovevi fare prima delle cose?” chiese Lauren ridendo tra le sue labbra.

“Credo che dovranno attendere ancora un po’ perché mi è appena venuta fame!”

“Ti preparo qualcosa?!”

“Non parlavo del cibo, però in effetti non ho ancora pranzato!” disse Chloe allontanandosi leggermente.

“E va bene scroccona!” disse Lauren.

Risero entrambe ricominciando a baciarsi.

 
Seattle

Non potendo andare subito dalle ragazze dopo aver letto il messaggio inviatole dalla sua amica, Victoria le raggiunse nel pomeriggio. Bussò alla porta di casa Caulfield trovandosi davanti Max.

“Ciao Victoria, entra ti stavamo aspettando”.

“Ciao, quindi Kate è arrivata?”

“È di là in salotto”.

“Siete solo voi due in casa?”

“Siamo soltanto noi, i miei sono andati a lavoro. Poi hanno una cena e tornano tardi!”

“Come mai? Hanno deciso di affittare una stanza da qualche parte per darci dentro?” scherzò Victoria ridendo.

“Victoria ti prego ma che schifo! Non posso pensarci!”

“Guarda che non c'è niente di così scandaloso. Come pensi di essere venuta al mondo? Con una cicogna?”

“Oh mio Dio! Davvero?! E io che le avevo dato anche un nome!” rispose Max con sarcasmo portandosi le mani sul viso fingendo di essere scioccata.

“A cosa?!” chiese Victoria confusa.

“Alla cicogna!” rispose Max.

“Idiota! Che ne dici se lo chiediamo a Kate come sei venuta al mondo?! Te lo immagini cosa direbbe?! Però solo dopo che il suo viso è passato da tutte le tonalità del rosso!” disse Victoria ridendo.

“Dai andiamo e finiscila con queste cazzate!”

Le ragazze entrarono nella stanza e Kate si alzò dal divano per andare a salutare Victoria con un abbraccio.

“Mi sei mancata tanto Victoria!”

“Anche tu, però adesso staccati che la mia nuova camicia si stropiccia!” disse Victoria mettendo fine al loro abbraccio.

“Santo cielo Victoria, ti regalerò un bel ferro da stiro visto che quando vivremo da sole non ci saranno domestiche in casa!” disse Max.

“Oh mio Dio! È vero, dovrò stirarmi la roba da sola!” disse Victoria scioccata mentre le ragazze ridevano.

“Smettetela di prendervi gioco di me!” disse Victoria guardandole male.

“Ragazze, che ne dite se per domani sera organizziamo qualcosa con gli altri? Sarà il nostro ultimo giorno a Seattle, quindi sarebbe carino se uscissimo tutti insieme per l’ultima volta!” disse Kate.

“Lo fai sembrare quasi un addio! Li rivedremo ancora, non stiamo partendo per la guerra! Avremo modo di tornare a Seattle, magari a Natale per esempio!” rispose Victoria.

“Si è vero ma sono d’accordo con Kate, dovremo comunque salutarli!” disse Max.

“Ok, fate come volete!” A un certo punto Victoria notò qualcosa muoversi dietro Kate e spostandosi vide Donnie. “Oddio ragazze, vi è entrata una pantegana in casa!” disse urlando salendo sul divano.

Kate si girò prendendo in braccio Donnie.

“Oh santo cielo, che schifo Kate! Lascia immediatamente quel coso, porta malattie!”

Max e Kate si guardarono stupite.

“Ehm, non vorrei contraddirti ma quello che vedi è un coniglio!” disse Max.

“Una cosa?”

“Coniglio!”

“Ah! Ok, certo!” disse scendendo dal divano cercando di darsi un contegno. “Lo avevo capito sapete?! Pff, cosa credete che non me ne fossi accorta?! Stavo… solo cercando di… farvi uno scherzo!”

“Oh sì, certo Victoria! Un bello scherzo, ti è venuto proprio bene!” rispose Kate sarcastica.

“E allora?! Cosa ci fa un coniglio in casa Max?! Non dirmi che i tuoi quando restano fuori casa concepiscono conigli!”

“Victoria!” disse Max in tono di rimprovero.

“Questo coniglio è mio Victoria!” disse Kate.

“Oh, va bene allora!” disse Victoria appoggiando le mani sui fianchi guardando il coniglio.

Max e Kate continuarono a guardarla in attesa dell’illuminazione della loro amica che ricambiava i loro sguardi. Poi finalmente capì.
“Aspettate un attimo! Cosa vuol dire che è tuo Kate?! Non vorrete mica dirmi che quella pantegana la porteremo con noi a Portland?!”

“Beh, appartiene a Kate quindi direi di sì Vic!” rispose Max.

“Oh mio Dio, mi sento leggermente male! Ma si possono tenere i conigli in casa?!”

“Certo che sì!”

“Ragazze, un animale in casa vi rendete conto?!”

“Lo sapevo io che finiva così!” disse Max.

“Victoria, questo è il mio animale domestico, si chiama Donnie e viene con noi!”

“Ma ragazze, io non so se possiamo prenderci cura di lui!”

“Infatti non dovrai farlo tu, ma io!” disse Kate.

“Santo cielo! Ragazze non so se può funzionare questa cosa! Non ho mai avuto un animale in giro per casa a parte mia madre. Per di più le uniche volte che in cui ho visto un coniglio, era nel mio piatto, brasato e con senape e finocchio!”

Max e Kate la guardarono sgranando gli occhi. Kate abbracciava più stretto il coniglio temendo per la sua incolumità.

“Victoria, qui abbiamo un serio problema!” disse Max. “Quello è un regalo delle sue sorelle, non può certamente riportarlo a Tillamook!”

“No! Io non lo porterò mai a casa dei miei! Se per te è un problema, allora dovrò rivedere la mia scelta di venire via con voi a Portland!” disse Kate determinata.

“Cosa?! Ma no, ormai ti sei già iscritta a uno dei college di Portland!”

“Posso sempre disdire!” disse Kate.

Victoria guardò Max che fece spallucce.

La ragazza sospirò sconfitta. “Oooh e va bene Kate! La pantegana verrà con noi!”

“Si chiama Donnie ed è un coniglio!” disse Max correggendola inutilmente.

“Lo sapevo che avresti capito Victoria!”

Kate si avvicinò alla ragazza per abbracciandola tenendo ancora in braccio il coniglio.

“Ehi, sta lontana da me con quel coso, non voglio riempirmi di pelo!”

“Ma dai Victoria, prendilo in braccio e salutalo!”

“Neanche per sogno!”

“Ok, ma accarezzalo almeno!” insistette Kate.

“E va bene!” disse Victoria stufa, appoggiando una mano sull’animaletto. Iniziò ad accarezzarlo fino a prenderlo in braccio sorridendo.
“Wow, com’è morbido! Non sarebbe male come pelliccia! Un po’ come quella che ho già a casa!”

Kate la guardò male incrociando le braccia al petto mentre Max prese il coniglio dalle sue mani. “Questo è meglio che lo tenga io, giusto per sicurezza!”

“Ragazze, riuscite a crederci?! Dopo domani noi saremo a Portland!” disse Victoria con entusiasmo.

“Già! Stamane ho avuto l’ultima seduta con la dottoressa Tyler! È tutto così strano adesso!” disse Max.

“Manca davvero poco!” disse Kate.

“Oh avanti ragazze che sono quelle facce?!” chiese Victoria.

“Niente è solo che sembrava tutto una specie di miraggio tempo fa e adesso sto realizzando davvero che stiamo per lasciare Seattle! Sono solo un po’ nervosa, tutto qui!”

“Anche per me è lo stesso!” disse Kate.

“Ragazze, noi ce la caveremo alla grande e ci divertiremo un mondo, senza genitori tra i piedi!”

“Si, soprattutto Kate si divertirà!” disse Max ironica.

“Max!” disse Kate in tono di rimprovero.

“Che vuoi dire?!” chiese Victoria confusa.

“Niente, non voleva dire niente!” disse Kate in imbarazzo.

“Oh avanti, che mi state nascondendo?!” chiese Victoria.

“Non è niente davvero! È solo che Max continua a dire che piaccio a tuo cugino Tim, perché mi scrive spesso!”

“Cosa?!” chiese Victoria allarmata.

“Non dirmi che non lo sapevi Vic?!” chiese Max.

“Non lo sapevo infatti. Io e Tim ci siamo sentiti ogni tanto per telefono, ma non mi ha detto nulla al riguardo!” disse Victoria che poi si voltò verso Kate. “Davvero ti scrive?!”

“Si, ma non c’è nulla di male!”

“Cosa vi scrivete?!”

“Ma niente!”

“Posso leggere i messaggi?!”

“Cosa?!” chiese Max sorpresa. “Ma non puoi chiederle una cosa del genere?!”

“Perché no?! Siamo amiche e non ci dovrebbero essere segreti tra noi! E poi se non ha nulla da nascondere, non c’è problema se leggo i messaggi!”

“Neanche per sogno! Non se ne parla! Questa è violazione della privacy!” disse Kate.

“Pff, si certo! E da quando voi tenete alla vostra privacy visto che volete condividere la stanza?!” disse Victoria con scetticismo.

“E da quando tu ci dici sempre tutto?!” chiese Max a Victoria che si voltò di colpo verso di lei come se fosse stata appena scoperta.
“Che cosa?! C-che vuoi dire?!”

Max rise. “Io penso che per quanto possiamo essere amiche, ci sono sicuramente cose di cui non parliamo tra di noi!”

Kate si voltò verso Max. “Tipo cosa? Cosa non ci dici?!”

“Io?! Niente, non mi riferivo a nulla in particolare! Dicevo così per dire! Non posso credere che noi abbiamo parlato sempre di tutto!”

Victoria continuava ad ascoltarle ripensando alla lettera. Come poteva affermare che tra amiche non ci dovrebbero essere segreti se lei in primis stava nascondendo qualcosa a Max. “Ragazze, finiamola con questi discorsi! Adesso devo andare!”

“Victoria, ma dove vai?!” chiese Kate.

“Devo solo sbrigare una commissione con mio padre! Ci sentiamo domani per la serata di chiusura di questa tortura a Seattle!”

“Ti accompagno!” disse Max.

“No, conosco la strada! Allora a domani!”

“Ciao Victoria!” dissero le sue amiche mentre la ragazza andava via.

“Max, non hai come l’impressione che Victoria si comporti in modo strano a volte?!”

“Si è vero, ma non riesco davvero a capire per quale motivo!”

“Forse è vero infondo!”

“Cosa?!” chiese Max.

“Che non ci diciamo tutto!”

Rimasero a guardarsi riflettendo.

“Quando resteremo sole noi tre faremmo bene a dirci sempre tutto, perché potremmo contare solo l’una sull’altra!” disse Kate.

 
Portland

Chloe dopo aver passato un po’ di tempo con Lauren, aveva avvisato Asher della sua assenza dal lavoro per il giorno successivo. L'uomo non aveva avuto nulla da obbiettare. Così aveva effettuato la prenotazione al Desire per il giorno dopo. Tornò al suo appartamento per stare un po’ con il suo gatto, ma come al solito non riuscì a trovarlo. Qualcuno bussò alla porta del suo appartamento. Andò ad aprire trovandosi davanti Shonei con Flerk in braccio.

“Cazzo, era da te?!” chiese Chloe sorpresa mentre lo prendeva in braccio.

“Che vuoi farci, sono irresistibile per chiunque! Comunque no, non era da me! Sono appena rientrata e l’ho trovato sul pianerottolo al piano di sotto!” disse la ragazza entrando.

“Dove eri Flerk?! E soprattutto come diavolo hai fatto a uscire dall’appartamento?!” disse Chloe guardando in faccia il gatto che miagolava.

“Beh, molto probabilmente Steph non è così sveglia come vuole far credere a tutti” disse Shonei aprendo il frigo. “Posso prendere una birra vero?”

“Prendila pure” disse Chloe sedendosi sul divano lasciando il gatto a terra.

“Allora, cosa ha detto Lauren?” chiese Shonei sedendosi accanto alla sua amica dopo aver stappato la birra e averne bevuto un sorso.

“Ha accettato ovviamente” rispose sospirando.

“Wow, che entusiasmo. Che succede, hai cambiato idea?”

“No, non ho cambiato idea. È solo che Lauren vorrebbe che andassi a stare da lei”.

“E qual è il problema, non lo fai già?”

“No, lei vuole proprio che mi trasferisca da lei”.

“Cosa?! Oh no no no no! Questo non va affatto bene Chloe!”

“Dici?!”

“Certo! È troppo presto!”

“Per te sarebbe presto anche dopo dieci anni!”

“Esatto, per me lo sarebbe sempre! Si vuole proprio accasare allora!”

“Oddio no! Questo no, non sono pronta per questo!”

“Posso chiederti una cosa?!”

“Certo!”

“Cosa ti aspetti da questa relazione?!”

“Non capisco, cosa intendi?!”

“Ok, vediamo di esporlo in maniera più semplice! Dove ti vedi tra qualche anno con lei?! Che ne so, diciamo tra tre anni?!”

“Ora capisco dove vuoi arrivare, ma non riesco a guardare le cose in questo modo! Non sono proiettata verso i progetti a lungo termine, soprattutto nella mia vita sentimentale e sai benissimo per quale motivo!”

“Lo so questo ma tu e lei state molto bene insieme! Quindi prova a immaginarti con lei tra qualche anno! Ad esempio, avrete un cane oltre un gatto?! Vivrete nello stesso appartamento?! Sarete sposate?!”

“Cazzo Shon, riesci a vedere queste cose molto più di me! E pensare tu che non vuoi nemmeno avere una relazione!”

La ragazza sorrise. “Perché tu sei ancora spaventata da quello che potrebbe succedere! Da quello che potrebbe andare male e anche se non lo ammetterai mai, da quello che potrebbe andare fin troppo bene! È la tua prima vera relazione seria con qualcuno ed è normale che tu non riesca a vedere aldilà del tuo naso a causa di tutto quello che hai vissuto in passato!”

“Anche tu sei spaventata?!”

“Oh piantala, non stiamo parlando di me!”

“Non lo so Shon! Io so soltanto che non è il momento di fare una cosa del genere!”

“Però organizzare qualcosa di romantico si eh?!” chiese la ragazza sorridendo mentre beveva un altro sorso di birra.

Chloe appoggiò la testa all’indietro sullo schienale guardando il soffitto. Flerk le saltò addosso strusciandosi con la testa su di lei. Chloe iniziò ad accarezzarlo. “Secondo te sto sbagliando Shon?!”

“La domanda giusta da fare è un’altra e soprattutto dovresti farla a te stessa, non a me!”

“Quale?!” chiese la ragazza guardandola.

“Com’è cambiata la tua vita da quando stai con lei?! Come ti fa sentire?! Cosa provi per lei?!”

“Questa non è una sola domanda!”

Shonei rise. “Si lo so ma servono tutte allo scopo!”

Chloe rimase a riflettere mentre coccolava Flerk che faceva le fusa. “La mia vita è cambiata in meglio! Prima sopravvivevo e basta! Casa, lavoro, impegni del genere! Tutto si riduceva a questo! Ho avuto soddisfazioni nel lavoro con la promozione, ho degli amici fantastici, ma non ti illudere!” disse la ragazza a Shonei che cominciò a ridere.

“Ma adesso che c’è lei è tutto diverso! Ora dopo il lavoro, so che c’è qualcuno che mi aspetta e che non vede l’ora di vedermi! Ed è una sensazione stupenda, perché anche se ho avuto una pessima giornata, so che si concluderà tra le braccia dell’unica persona che è capace di farmi dimenticare i casini della vita! Mi fa bene stare con lei, mi trasmette una tranquillità e una pace che non ho più da non so quando tempo!”

Shonei continuava a guardarla mentre Chloe parlava pensando alla sua ragazza.

“Non fraintendere Shon, tu e Steph siete le persone più care che ho nella mia vita! Però adesso non mi sento più sola!”

“Come è successo quanto è entrata Rachel nella tua vita?” chiese Shonei.

“Si, in un certo senso! Ma con Lauren è diverso perché lei ci tiene davvero a me! Credo che non siano solo parole quando dice di amarmi, perché riesco a sentirlo quando stiamo insieme! Riesce a trasmettermelo! Lei c’è davvero per me!”

“E tu ci sei per lei?”

“Credo di sì!”

“Sei innamorata di lei?!”

“Ci vado con i piedi di piombo adesso! Con Rachel sono stata troppo frettolosa! Mi sono solo lasciata prendere dal bisogno impellente di avere qualcuno al mio fianco perché ormai ero allo stremo! Ero stanca di aver perso tutto ed essere sola!”

“Cerca di capire chi è Lauren per te e fallo in fretta! Il tuo bisogno di lei non deve fermarsi alla necessità di non rimanere sola! Non è questo che dovrebbe tenere unite due persone! Lei è innamorata di te! Se dovesse scoprire che i suoi sentimenti non sono ricambiati soffrirà tantissimo! Quindi prima lo capisci meglio è per tutti!”

“Se non la amo dovrò chiudere con lei?!”

“Si, per il suo bene!”

“Io non voglio lasciarla! Non voglio perdere anche lei!”

Rimasero in silenzio per un po’ e poi Chloe si voltò verso l’amica.

“Credo di averti fatto questa domanda un paio di volte e non mi hai mai risposto! Sei mai stata innamorata?!”

Shonei sorrise mentre beveva un altro sorso di birra e poi scosse la testa. “Non stiamo parlando di me!”

“Infatti la mia domanda riguarda te!”

“Io…”

In quel momento entrò Steph sbattendo la porta. “Giuro che un giorno o l’altro ammazzo qualcuno!”

“Chi?” chiese Chloe.

“Quella testa di cazzo di Ian! Dio quanto odio lui e il suo tirapiedi!”

“Perché? Cosa ha combinato adesso!”

“Non ha molta importanza se ha fatto qualcosa o meno! Non lo sopporto e basta! Comunque si è messo a flirtare con una ragazza, perdendo tempo al suo tavolo mettendosi in mostra! E alla fine noi altri abbiamo fatto anche la sua parte di lavoro!”

Steph sospirò sedendosi sul tavolinetto davanti a loro.

“Non puoi sederti qui con noi?” chiese Chloe.

“Sul divano non posso! Se mi siedo accanto a te rischio la vita e se mi siedo vicino a Shonei rischio… la sifilide!”

Chloe rise alle parole dell’amica mentre Shonei scosse la testa sospirando.

“Allora, voi cosa fate?!”

“Stavamo parlando! Ho appena chiesto a Shonei se è mai stata innamorata!”

“Lei innamorata? Figurati!”

“Stava per rispondere ma tu ci hai interrotte!”

“Ah, quindi allora non lo sapremo mai! E adesso come faremo a dormire la notte!”

“E tu Steph, sei mai stata innamorata?! Dico, innamorata per davvero!” disse Shonei.

“Non sono affari tuoi!”

“Anche lei era innamorata di Rachel!” disse Chloe.

“Chloe!” disse Steph con tono di rimprovero.

“Che cosa?!” chiese Shonei sorpresa. “Eri innamorata di Rachel?! Cazzo, questa non me l’aspettavo proprio! Quindi questa faccenda di innamorarti sempre delle etero è un vizio vero e proprio!”

“Rachel non era proprio etero!” disse Steph.

“Oh avanti, ve lo dico io che lo era eccome!”

“Come fai a saperlo?! Non l’hai mai nemmeno conosciuta! Con Chloe ci andava a letto!”

“Non è quello che determina se una persona e gay o meno! Ricordate sempre che c’è la sperimentazione! La si usa per curiosità, per trasgredire o semplicemente per il gusto di fare sesso! È quando entrano in gioco i sentimenti che si capisce da che parte stai!”

“Se il tuo ragionamento è giusto, questo fa di te una persona etero!”

“Perché?!”

“Perché tu non sei mai coinvolta sentimentalmente, quindi sei etero! Sei stata tu a dire che sono i sentimenti che determinano da che parte stai!”

“Non sono mai stata etero!”

“Secondo me dici solo una marea di stronzate!”

“Sei mai stata con una etero?! No?! Allora non puoi saperlo! Io sono stata con tante etero, molte delle quali passavano una notte con me e sparivano nel nulla! Alla fine si sono sposate o fidanzate con degli uomini! Quindi ripeto, non è l’andare a letto con qualcuno che determina chi sei!”

“Continuo a pensare che dici stronzate!” ribadì Steph.

“Ma allora sei stata innamorata di qualcuna per poter affermare che è come dici tu!” disse Chloe con soddisfazione. “Ora voglio sapere chi è! La conosco?! È di Portland?!”

Shon si alzò appoggiando la bottiglia sul tavolinetto. “E con questo chiudiamo la serata, me ne vado a letto! Vi lascio alle vostre legende!”
“Oh avanti, non è giusto!” disse Chloe.

“Mi dispiace ma devo andare a dormire che domani devo scopare presto!”

Chloe cominciò a ridere mentre Steph la guardava quasi schifata.

“Buonanotte Shon!” disse Chloe.

“Buonanotte Chloe e ricorda quello che ti ho detto! Buonanotte anche a te Crudelia Demon!”

“Fottiti!” rispose Steph.

“Mi dispiace ma non ho bisogno di farlo da sola come te!”

“Cazzo, voi siete proprio incompatibili!” disse Chloe.

Shonei uscì dall’appartamento.

“Potresti cercare di fare meno la stronza con lei?! Ci sta provando ad andare d’accordo con te, ma non le rendi il compito per niente facile!”

“Non mi interessa!”

“Sei insopportabile quando fai così! Comunque, anche io adesso devo andare! Resto a dormire da Lauren!”

“Di nuovo?! Sembra quasi che tu non abbia più una casa!”

“Non preoccuparti, tornerò a dormire più spesso qui! Però stasera vuole che resti con lei! Torno domani mattina, ok?”

“Va bene, fai pure!” disse Steph alzandosi dal tavolinetto per raggiungere la sua stanza. Poi si fermò girandosi verso la sua amica. “Per la cronaca, Flerk ne risente quando non ci sei! Se ne resta davanti alla porta tutta la notte ad aspettarti! Finirà per odiare anche te oltre me!”

Chloe guardò il gatto che era accoccolato tra le sue braccia.

“Buonanotte Chloe!” disse la ragazza entrando nella sua stanza.

“Scusa tanto Flerk! Ti prometto che passerò più tempo a casa, ok?!” disse facendogli una grattatina dietro le orecchie.

Subito dopo aver coccolato un altro po’ Flerk, uscì dal suo appartamento per raggiungere la sua ragazza. Nel frattempo Flerk si era posizionato davanti alla porta in attesa che Chloe rientrasse. Qualche ora dopo Steph si alzò per bere un po' d'acqua. Quando uscì dalla sua stanza accese la luce vide gatto davanti alla porta in attesa di Chloe. Dopo aver bevuto si diresse alla sua stanza voltandosi per guardare Flerk. Lui le si avvicinò miagolando.

“Non tornerà a casa nemmeno stasera è inutile che l'aspetti!”

Flerk si sedette rimanendo a guardarla miagolando.

“Cosa vuoi?! Vattene a dormire su!” disse la ragazza voltandosi per tornare in camera sua mentre il gatto la seguiva. Poi si voltò e vide Flerk intento a entrare insieme a lei.

“Eh no, questo te lo puoi scordare! Vai a dormire nella tua cuccetta!”

Il gatto continuava a guardarla miagolando. Poi iniziò a strusciarsi contro le sue gambe con grande sorpresa della ragazza che non riusciva a credere ai suoi occhi.

“Sei un ruffiano! Stai cercando di comprarmi con due moine?! Sei davvero incredibile!”

Poi sospirò arrendendosi. “Ok, ti faccio dormire nella mia stanza ma stammi lontano!”

Il gatto cominciò a miagolare continuamente toccandola con una zampa la gamba.

“Cosa vuoi ancora?! Entra no?! Non vorrai mica che ti prenda anche in braccio?!”

Flerk a quel punto smise di miagolare mettendosi seduto a guardarla.

“Cazzo! Non ci posso credere! Se è una trappola ti giuro che ti sbatto fuori!”

Steph si chinò allungando le braccia per prendere il gatto, ma tenendolo a distanza di sicurezza “Ok, non fare scherzi eh!”

Poi lentamente lo avvicinò di più a sé e lui la lasciò fare. “Non ci posso credere che stia succedendo davvero!”

Cominciò ad accarezzarlo un po' timorosa, ma non successe nulla. Entrò in stanza sedendosi sul letto lasciando il gatto a terra che rimase a fissarla.

“Non tenterai di uccidermi durante la notte mentre sto dormendo, vero?!”

Steph si distese sul letto appoggiando la testa sul cuscino e chiudendo gli occhi. Dopo un po' si sentì toccare da qualcosa sul ventre. Aprì gli occhi e vide Flerk mettersi comodo sopra di lei. Steph ricominciò ad accarezzarlo senza più timore di essere graffiata e azzannata. Si chiese quanto sarebbe durata quella tregua, perché era chiaro ed evidente che il gatto si stava accontentando della sua presenza visto la mancanza della sua padrona. Poi smise di pensarci coccolando il gatto. “Vedi, non sei così male quanto vuoi!” disse Steph sorridendo.

Così finirono per farsi compagnia per quella notte dormendo vicini come se nulla fosse.

 
Martedì 20 giugno 2017

Il giorno successivo alle otto di sera Chloe passò a prendere Lauren al suo appartamento. Mentre era ferma nella sua auto in attesa dell’arrivo della ragazza, infilò una mano nella tasca della giacca ed estrasse il pacchetto regalo. Sorrise al pensiero dell’espressione che avrebbe assunto la sua ragazza vedendolo. Lo rimise al suo posto e uscì dall’auto fumandosi una sigaretta nell’attesa. Faceva piuttosto caldo quella sera e stava lottando con tutte le sue forze per non togliersi la giacca di dosso e anche tutto il resto per rimettersi i soliti abiti. Quel pomeriggio Shonei e Steph l’avevano aiutata con l’outifit adatto per la serata.

 

Nel pomeriggio Chloe, Steph e Shonei erano nell’appartamento.

“Quindi stasera baldoria, eh?!” disse Shonei mentre giocava con Flerk che tentava di graffiarla.

“Si, ma non vedo l’ora che questa serata passi al più presto! Mi sento terribilmente agitata!”

Steph che era seduta sul divano a leggere uno dei suoi libri la guardò sorpresa. “Per quale motivo?! Non è mica la prima volta che andate a cena fuori!”

“Si, ma questa volta è diverso!”

“Considerando che è una serata romantica, in un posto romantico è più che normale che ti viene l’ansia da prestazione! Potevi ascoltare il mio semplice consiglio e prenotare in uno dei soliti ristoranti qui intorno!” disse Shonei.

“Per fortuna non l’hai ascoltata, altrimenti questa serata non avrebbe avuto nulla di diverso e speciale! Il che l’avrebbe resa una serata come tante!” disse Steph tornando al suo libro. Poi a un tratto chiuse il libro di scatto e la guardò Chloe con aria interrogativa. “Cosa metterai stasera?!”

“In che senso?!”

“Cosa indosserai stasera?!”

“Il solito!” rispose tranquillamente Chloe.

“Per solito intendi jeans strappati che sembrano essere appena stati rosicchiati dai roditori?! Maglie del tipo horror con teschi e parole del tipo fuck you e ecc?!”

“Ma scusa, cosa ha che non va il mio abbigliamento?! A Lauren piace il mio modo di vestire! Cioè, non si è mai lamentata!”

Shonei cominciò a ridere. “Dalle tempo!”

“Che vorresti dire Shon?!” chiese Chloe infastidita.

“Certo che le piace Chloe, ma oggi passerete una giornata romantica!” disse Steph.

“E allora?!”

“Santo cielo è più grave di quello che pensassi!”

“Steph, cosa diavolo dovrei indossare scusa?!”

“Se vuoi posso aiutarti io” disse Shonei smettendo di giocare con il gatto.

“Non dirmi che sei d’accordo con lei Shon, ti prego!”

“Beh, sai quanto odio ammetterlo ma quando ha ragione, ha ragione!” disse la ragazza con un’alzata di spalle.

“Cosa dovrei mettere?!”

“Ci penso io! Ho della roba che nemmeno uso più, per quanto mi riguarda te la posso anche regalare! Tanto abbiamo la stessa altezza e taglia non ci sono problemi!”

“Shon, senza offesa ma stai dicendo che Chloe dovrebbe vestirsi come te?!” chiese Steph.

“Beh, è ovvio se indossa i miei vestiti! Vado a prenderli!”

Poco dopo la ragazza entrò con una montagna di roba. Li scaraventò tutti sul divano. “Cominciamo! Inizia a spogliarti Chloe!”

“Oh cazzo!” rispose Chloe contrariata.

Dopo circa un’ora di tempo fu deciso cosa avrebbe indossato per la serata. Chloe era davanti allo specchio del suo armadio. Uscì dalla sua stanza con una faccia disperata.

“Ragazze, sono stufa di provare tutto e tra l’altro non c’è niente che mi attiri!”

Le ragazze si voltarono verso di lei guardandola da capo a piedi. Chloe indossava dei pantaloni neri dritti a vita alta, una camicia bianca classica super aderente e una giacca nera da donna anch’essa aderente che seguiva i lineamenti del suo corpo.

“Mh!” disse Steph dubbiosa.

“Per me sei da scopare!” disse Shonei sorridendo soddisfatta.

“Ragazze, questo non è il mio stile!”

“Beh, abituatici all’idea! In alcune occasioni non puoi vestirti come ti pare!” disse Shonei.

Poi dopo essersi alzata dal divano avvicinandosi alla ragazza, si voltò verso Steph. “Allora?! Che ne pensi?!”

Steph si alzò e la guardò annuendo. “Si… adesso è decisamente te!” disse indicando Shonei.

“Ed è una cosa positiva, giusto?” chiese Shon.

“Beh, sempre meglio che uscire vestita da stracciona!”

“Ehi, i miei vestiti non sono da stracciona!” disse Chloe.

“A proposito, ma Lauren è a conoscenza che deve vestirsi in un certo modo?! Sai, lei non è abituata a uscire con te per andare in posti così raffinati!”

“Ehm… io non lo so! Non ricordo nemmeno cosa le ho detto! Non ho detto molto per paura di svelare tutta la mia sorpresa!”

“Cazzo! Sei incredibile Chloe! Ci penso io!”

Così Steph inviò un messaggio a Lauren chiedendole espressamente di vestirsi in modo elegante. E questo in un certo senso salvò la situazione oltre a svelare le intenzioni di Chloe.


 
Lauren comparve dall’ingresso dell’edificio avvicinandosi. Chloe si voltò verso di lei gettando via la sigaretta e si avvicinò dall’altro lato dell’auto per aprirle lo sportello, ma rimase imbambolata a guardarla avvicinarsi. Era vestita con un abito corto svasato nero aderente con zip dietro alla schiena leggermente scoperta, sul davanti la scollatura era moderata e le spalline strette lasciavano scoperte le spalle. I tacchi vertiginosi delle sue scarpe nere la rendevano un più alta del solito. Portava con sé una borsetta nera.

“Ciao Chloe!” disse Lauren sorridendole un po' in imbarazzo a causa dello sguardo di Chloe.

“Ciao Lauren, prego!” rispose Chloe aprendole lo sportello. Poi si sfilò la giacca che non sopportava più avere addosso e la mise dietro i sedili posteriori. Dopo aver visto Lauren il caldo non aveva fatto altro che aumentare. Salì in auto e restò a guardare la sua ragazza.

“Chloe, c'è qualcosa che non va?!”

“No, assolutamente! È solo che stasera sei davvero bellissima! Cioè... non che gli altri giorni tu non lo sia, però oggi... lo sei particolarmente!”

“Grazie Chloe!” rispose la ragazza arrossendo. “Anche tu sei non sei per niente male!”

“Oh, lo pensi davvero?!” chiese Chloe sorpresa.

“Beh sì, sei decisamente sexy! È la prima volta che ti vedo vestita così!”

“Devo essere sincera, questa roba che ho addosso non è mia ma di Shon!”

“Si, lo avevo capito perché conosco il tuo stile! Ma devo dire che anche così sei bellissima! Credo che ti starebbe bene addosso qualsiasi cosa! Anche una muta da sub!”

Chloe rise. “Non esagerare!”

“Non sto esagerando! Ti trovò davvero affascinante!”

“Cazzo, allora è per questo che Shon fa sempre conquiste! Sono i vestiti non lei! E io che pensavo che ci sapesse fare!” disse Chloe con ironia facendo ridere la ragazza.

“Dio, se ti sentisse!”

“Beh, per fortuna non c'è!” disse Chloe avvicinandosi a lei inserendole la cintura di sicurezza.

“Come sei premurosa oggi!”

“La prudenza non è mai troppa! E comunque, non ci siamo ancora salutate come si deve!” disse Chloe baciandola con dolcezza. Poi si staccò sorridendo. “Adesso andiamo via altrimenti finirò per portarti di sopra e addio serata!”

Mise anche lei la cintura e avviò l'auto.

 
Seattle

Nel frattempo a Seattle le ragazze dopo essersi preparate per uscire, raggiunsero gli altri in pizzeria per passare un'ultima serata insieme ai loro amici prima della loro partenza. I ragazzi erano seduti a un tavolo ridendo e scherzando davanti alle loro pizze. Questa sarebbe stata la loro ultima occasione di passare del tempo insieme, perché il giorno seguente Max, Victoria e Kate sarebbero partite dirette a Portland. La serata trascorse serenamente ma era evidente che i loro amici non erano di certo felici per la loro partenza. Quelli che più ne risentirono furono Fernando e Kristen, anche perché non era la prima volta in cui dovevano salutare Max.

“Mi dispiace davvero tanto che domani dovete partire” disse Kristen.

“Credimi anche a noi dispiace tanto che sia giunto questo momento” disse Max.

“Si, questo è vero. Ci mancherete tanto anche voi ragazzi” disse Kate.

Victoria, che era seduta al centro tra le due ragazze rimase in silenzio continuando a mangiare il suo ultimo pezzo di pizza. Accorgendosi del silenzio generale alzò lo sguardo dal piatto e vide Max e Kate che la guardavano. Anche gli altri ragazzi seduti davanti a loro la fissavano. Così, Victoria smise di masticare cercando di ricordare di cosa stessero parlando. Poi cercò di rimediare.

“Si, ci mancherete anche voi”.

Lucas e gli altri sorrisero alle parole della ragazza, tranne Max, Kate e Jennifer che scossero la testa.

“Che c’è?! Ho detto che sentiremo la loro mancanza!”

“Io vado a fumare una sigaretta fuori!” disse Jennifer.

“Vengo anche io” disse Victoria.

“Oh no, ti prego!” rispose Jennifer.

“Forse è meglio che vada anche io con loro” disse proponendosi Fernando. “A meno che non devi fumare anche tu Lucas!”

“No, non ne ho voglia adesso!”

“Allora vado io così non rischiamo di dovere chiamare i soccorsi!”

“Se dovessi decidere di farle del male credimi, i soccorsi non potrebbero aiutare in nessun caso!” disse Jennifer.

“Uuuh, quanto sono spaventata adesso!” rispose Victoria sarcastica.

“Beh, io devo andare un attimo in bagno” disse Kate.

“Anche io” si aggiunse Kristen che si alzò per seguirla.

Così al tavolo rimasero Lucas e Max.

“E così è finalmente giunto il grande momento” disse Lucas.

“Già, sembrava non volesse arrivare mai questo giorno. Adesso invece è fin troppo vicino”.

“Sei in ansia?”

“Un po’ sì… diciamo un po’ tanto” disse Max in imbarazzo.

“Non devi essere preoccupata. Vedrai che ti adatterai presto e poi non sarai sola”.

“Si, lo so”.

Lucas prese il bicchiere per bere un sorso della sua birra mentre Max lo osservava lottando contro il suo desiderio di sapere qualcosa.
“Lucas…”

“Si?”

“Ieri ho incontrato per caso Duncan al centro commerciale”.

“Ah…e quindi?”

“Ci siamo intrattenuti un po’ per prendere un caffè e fare due chiacchiere”.

“Due chiacchiere con Duncan?” chiese il ragazzo sorpreso.

“Sembra strano lo so ma è andata così”.

“Di cosa avete parlato?”

“Tu e lui vi vedete?”

“No, cioè è capitato qualche volta per caso”.

“So che vi siete riappacificati”.

“Si infatti”.

“E Jennifer lo sa questo?”

Lucas ci mise un po’ a rispondere. “No, ho preferito non dirglielo perché so che non lo sopporta”.

“Hai ripreso a comprare la sua roba?”

“Perché tutte queste domande?”

“Sono solo un po’ preoccupata. Tu e Jennifer siete sempre stati molto uniti e so per certo che lei odia Duncan. Se le tieni nascosta una cosa del genere e poi lei lo dovesse scoprire potreste finire per litigare”.

Lucas prese un altro sorso dalla sua birra. “Io e lui non ci frequentiamo Max. Ogni tanto ci capita di vederci e trascorrere del tempo insieme a parlare. Ma ti posso assicurare che non ci frequentiamo e non compro più erba da lui. Ora fumo solo sigarette”.

“Resta il fatto che dovresti dirle che vi siete riappacificati. Se non la informi e scopre la verità da sola potrebbe sentirsi tradita”.

“Come mi sono sentito io con te?”

“Che cosa? Di che parli? Io non ti ho nascosto nulla e non ti ho mai tradito!"

“Sai, il giorno in cui io e Duncan ci siamo riappacificati abbiamo parlato di Chloe”.

“Perché?!”

“È saltato fuori che i tuoi sentimenti verso di lei fossero un po’ diversi da quelli di una semplice amica” disse il ragazzo fissandola, in attesa di scorgere qualcosa nel volto della ragazza che confermasse o smentisse l’idea che Duncan si era fatto su di lei.

“È stato Duncan a metterti in testa questa storia?!”

“Lui ne è convinto di questo. Dopo avermi informato mi sono ricordato di quel giorno in cui Duncan ha scoperto che Chloe era andata via da Seattle. Il modo in cui si è infuriato con te. Non riuscivo a comprendere tutte le accuse nei tuoi confronti. Ero molto confuso al riguardo, ma adesso sembra tutto così chiaro. Lui ti riteneva responsabile della sua partenza. Pensava che tu non fossi stata in grado di mandare giù il fatto che fossero andati a letto insieme”.

Max rimase in silenzio mentre guardava il ragazzo.

“Lo so, molto probabilmente ti stai chiedendo a cosa serve parlare di questo ora, visto che non stiamo nemmeno più insieme. Però sai, non ho potuto fare a meno di pensare alla nostra storia che si è conclusa così. Forse la motivazione è Chloe. Ma infondo questi sono affari tuoi e non sei dovuta a dirmi nulla, anche se credo di meritarmela una risposta”.

“Lucas, io non provavo niente del genere per lei!” disse Max cercando di dimostrarsi determinata. In quel momento non aveva davvero nessuna importanza quali potessero essere all’epoca i suoi reali sentimenti verso l’amica. La cosa importante era rimuovere dalla mente del ragazzo l’idea di essere stato usato come sostituto per dimenticare Chloe.

Lucas annuì poco convinto delle parole della ragazza. “Se fosse come dice Duncan, non vedo perché dovresti negarti di essere felice con qualcuno di più adatto a te. Così eviteresti di far soffrire altra gente. Ti assicuro che questo non vuole essere un rimprovero Max, ma un consiglio da amico”.

“Rieccoci qua. Gli altri sono ancora a fumare fuori?” disse Kristen tornando al suo posto.

“Si, sono ancora fuori” rispose Lucas continuando a guardare Max davanti a sé.

“Non capisco che gusto ci trovate a fumare” disse Kate prendendo posto accanto a Max. Subito si accorse dalla sua espressione che qualcosa non andava. “Max, è tutto ok?”

Max si voltò verso l’amica sforzandosi di sorridere e cercando di cambiare discorso. “Si, certo! Che ne dite se quando arrivano gli altri ordiniamo anche il dolce?!”

 
Portland

Le ragazze raggiunsero il Desire per le nove di sera. Dopo aver parcheggiato, Chloe scese dall'auto indossando di nuovo la giacca. Poi si avvicinò di fretta ad aprire lo sportello dal lato del passeggero porgendo una mano alla sua ragazza.

“Grazie Chloe!”

“Prego!”

Quando chiuse lo sportello si voltarono entrambe a guardare l’imponente edificio a tre piani, circondato da un immenso giardino pieno di fiori come azalee, evergreen e alberi di quercia.  Era possibile ammirare il giardino fiorito percorrendo una stradina che girava tutto intorno al Desire. Disseminate qua e là c’erano delle panchine. Il tutto illuminato da lanterne alte di luce calda che davano un’atmosfera molto intima.

Dopo essersi guardate intorno Chloe la prese per mano. “Andiamo?”

“Si” rispose Lauren sorridendole.

Si diressero verso l'entrata circondata da un arco ricoperto di edera, salendo alcuni gradini. Appena entrate nell’ampio atrio videro la reception davanti a loro con un uomo che parlava al telefono. Alle spalle del tizio c’era una porta aperta che conduceva in un’altra stanza dove un ragazzo era affaccendato a fare chissà cosa. Molto probabilmente lavorava lì, visto com’era vestito. Sul lato destro della hall, c'era un’entrata che conduceva alla zona ristorante e sulla sinistra quella che portava ai piani superiori, dove c'erano le stanze dell’hotel per coloro che decidevano di pernottare. Anche la hall era sommerso di piante e fiori di tutti i tipi.

“Certo che se qualcuno fosse allergico ai fiori, qui dentro sarebbe già morto stecchito!” disse Chloe sottovoce facendo ridere Lauren che per nasconderlo si mise una mano davanti.

Poi si avvicinò di più a Chloe bisbigliando. “Non cominciare, cerca di essere seria!” disse sorridendo.

“Ma io sono seria!” rispose Chloe sottovoce.

“Buonasera, posso esservi utile?” chiese l'uomo alla reception dopo aver messo giù il telefono.

“Si!” rispose Chloe avvicinandosi continuando a tenere Lauren per mano. “Ho una prenotazione di un tavolo e una stanza a nome Chloe Price!”

“Un momento prego!” disse l'uomo dando un’occhiata al suo laptop. Ci mise poco a trovare quello che cercava. “Oh, eccola qui! La vostra stanza è pronta! Se volete vi faccio subito accompagnare di sopra, nel caso vogliate lasciare i vostri effetti personali!”

“Veramente resteremo solo per una notte, non abbiamo bagagli con noi ma vorremmo comunque vedere la stanza se è possibile!”

“Ma certamente!” disse l’uomo prendendo la chiave della stanza e chiamando il ragazzo nello stanzino alle sue spalle. “Franklin, vieni qui un attimo!”

“Eccomi!” disse un ragazzo che si avvicinò squadrando un po' più del dovuto Lauren.

“Potresti accompagnare le nostre ospiti al piano di sopra?! La loro stanza e quella in fondo, la numero sei!” disse l'uomo consegnandogli la chiave.

“Subito, avete dei bagagli con voi?” chiese il ragazzo guardando Lauren sorridente, nonostante fosse evidente non avessero niente con loro.

“No!” rispose Chloe in tono secco.

“Bene!” disse il ragazzo guardando per la prima volta Chloe. “Seguitemi prego!”

Lo seguirono al piano di sopra arrivando all'ultima stanza in fondo. “Eccoci arrivati!” disse il ragazzo aprendo la porta chiusa a chiave. Spalancò la porta facendo segno loro di entrare, ma guardando solo ed esclusivamente Lauren. “Questa è la vostra stanza per la notte!” disse il ragazzo iniziando a mostrare loro la camera.

Appena entrate le ragazze notarono un mobiletto sulla parete dell'entrata con un telefono e un vaso di fiori freschi. Chloe diede un'occhiata a Lauren al suo fianco che evitò il suo sguardo per evitare di ridere ripensando alla faccenda dei fiori. Sulla parete di sinistra c'era il letto a due piazze con una coperta in seta beige. Ai lati del letto dei comodini con delle lampade che irradiavano luce soffusa. Dinanzi c'erano due finestre che affacciavano sul retro dell'edificio dove c'era il giardino ma anche una piscina ben illuminata. Davanti alla seconda finestra c'era un tavolo con due sedie. Sul tavolo era posizionata una tovaglia elegante abbinata ai colori della stanza, un centrotavola rigorosamente composto da altri fiori e due candelabri in argento. Era ben attrezzato per chi preferisse l’assoluta privacy optando per il servizio in camera. Sulla parete in alto alla loro destra era fissato un televisore. Poi seguiva la porta che conduceva al bagno. Appena entrate, sulla parete di sinistra c’era un armadietto con tutto l’occorrente da toilette. Sulla parete di sinistra c’erano i sanitari e frontalmente all’entrata c’era una doccia e una vasca idromassaggi.
 
“Nell’armadietto troverete degli accappatoi, asciugamani e tutto ciò che vi può servire! Se nel caso dovesse servirvi dell’altro potete chiamare e provvederemo subito!”

Il ragazzo continuava a parlare guardando esclusivamente Lauren la quale annuiva cortesemente, mentre Chloe lottava con tutte le sue forze per non prenderlo a pugni.

“Ora se volete posso mostrarvi come funziona la vasca idromassaggi!”

“Grazie, ma non ce ne sarà alcun bisogno non siamo così impedite!” disse Chloe con freddezza, togliendosi la giacca e lasciandola sul letto mentre Lauren sgranava gli occhi sorpresa dalla sua risposta scontrosa.

Il ragazzo preso alla sprovvista rimase un po’ in silenzio e poi si ridestò. “Bene, allora questa è la chiave!” disse il ragazzo porgendo la chiave a Lauren la quale l'afferrò immediatamente prima che si intromettesse di nuovo Chloe staccandogli il braccio.

“La ringrazio!” disse Lauren con un sorriso mostrandosi cortese.

“Si figuri è il mio lavoro! A proposito, se volete potete già prenotare la colazione per domani mattina! Sempre se volete il servizio in camera e questo vale anche per la cena di stasera!”

“Si, domani vorremmo la colazione servita in camera!” disse Lauren mentre Chloe si guardava ancora intorno per la stanza.

“Bene allora, a che ora vol...”

“Non lo sappiamo ancora, lo saprete domani!” rispose Chloe risoluta fissando il ragazzo.

“Benissimo, allora vi auguro una buona serata!”

“La ringraziamo” disse Lauren.

Quando il ragazzo uscì dalla camera si voltò verso di loro con l'intento di aggiungere qualcos'altro, ma non ci riuscì perché Chloe afferrò la porta chiudendola con un colpo secco. Poi tornò a guardarsi intorno ispezionando la stanza.

Lauren la guardava sbalordita. “Chloe, non ti sembra di essere stata un po’ scortese con il ragazzo?! Ha cercato solo di essere gentile e svolgere il suo lavoro al meglio!”

“Si certo, come no! Il suo lavoro, pff! Ti ha messo gli occhi addosso non appena ti ha vista! Non credo che il suo lavoro consista nello sbavarti addosso!”

Lauren si sedette sul letto guardandola. “Me ne sono accorta Chloe, ma non gli ho dato peso!”

“Si, ho notato!” disse Chloe continuando a girare per la stanza controllando com'era arredata. Entrò anche nel bagno approfittando dell’occasione per nascondere il regalo di Lauren nell’armadietto.

“Cosa avrei dovuto fare secondo te?! Prenderlo a sberle?!”

“Non sarebbe stato male!” rispose Chloe andando alla finestra e guardando di sotto per scorgere il giardino fiorito e la piscina.

Lauren le si avvicinò da dietro avvolgendole le braccia attorno alla vita stringendola. Appoggiò la testa sulla sua spalla dandole un bacio sulla guancia. Chloe avvolse le braccia di Lauren con le sue.

“Non hai motivo di essere gelosa” disse Lauren in un sussurro.

“Io non sono gelosa! Mi dà solo fastidio che faccia il cascamorto con te!”

Lauren cominciò a ridere. “Ergo, sei gelosa!”

“No, io non... sì… forse giusto un pochetto...” disse Chloe voltandosi verso di lei.

“Non ci trovo nulla di male ad ammettere di essere gelosa!” disse Lauren avvicinandosi per baciare Chloe la quale rispose al bacio.

Poi si staccarono e Chloe disse: “Forse dovremmo farci portare la cena in camera, che ne dici? Così resteremo completamente da sole senza nessuno intorno”.

“Senza il ragazzo intorno, vorrai dire!”

“Anche!”

“Chloe, hai organizzato una serata in un certo modo e non vedo perché tu debba cambiare il programma solo perché qualcuno mi ha messo gli occhi addosso! Devi fidarti di me quando ti dico che per me non esiste nessun altro all'infuori di te!” disse la ragazza accarezzandole una guancia.

Chloe sospirò arrendendosi. “E va bene come vuoi! Ceneremo di sotto!”

“Bene!” disse Lauren baciandola di nuovo mentre Chloe la spingeva verso il letto ridendo.

Caddero sul letto continuando a baciarsi.

“Chloe… non credo… che sia il momento giusto… per questo!” disse Lauren tra un bacio e l’altro.

“Giusto” disse Chloe staccandosi da lei rimettendosi in piedi. “Andiamo?”

“Si, però prima...” disse Lauren alzandosi prendendo la giacca. “...rimettiti questa”.

“Deve piacerti proprio tanto eh?” disse Chloe rimettendosi la giacca. “Sai, inizia a piacere anche a me”.

“Ah davvero? E come mai?”

“Si, perché non vedo l'ora che arrivi il momento che me la strapperai di dosso” rispose Chloe facendo ridere la ragazza che già si aspettava una risposta del genere.

“Puoi starne certa che te la strapperò di dosso” disse Lauren in tono malizioso afferrandola per la giacca e tirandola verso di sé dandole un bacio a stampo. “Adesso andiamo”.

Quando arrivarono di sotto entrarono nell’ampia sala ristorante, illuminata da luci soffuse per l’atmosfera. La sala sembrava essere già al completo.

“Spero non si siano dimenticati di noi” disse Lauren un po’ preoccupata.

“No, è impossibile e poi mal che vada ce ne ritorniamo diritte in camera, così potremo avere la nostra privacy” rispose Chloe ammiccando maliziosa.

“Sei sempre la solita” disse Lauren mettendosi sotto braccio alla sua ragazza.

Davanti all’entrata in fondo c’era il bar con una coppia seduta sui sgabelli a bere un drink. Alla sinistra dell’entrata c’era un palco dove un gruppo di musicisti suonava musica dal vivo. Davanti al palchetto c’era un ampio spazio utilizzato come pista da ballo. Alla destra invece erano presenti tutti i tavoli con le varie coppiette che cenavano a lume di candela. C’era anche abbastanza spazio tra un tavolo e un altro per permettere di avere una certa privacy.

In quel momento un ragazzo si avvicinò a loro. “Buonasera e benvenute al Desire!”

“Grazie!” rispose Lauren.

“Avete prenotato un tavolo?”

“Si, a nome Price”.

“Oh certo, Price. Prego, seguitemi da questa parte” disse il ragazzo facendo strada alle due ragazze, accompagnandole al loro tavolo. Chloe si tolse la giacca appendendola allo schienale della poltroncina imbottita, mentre Lauren appoggiò la sua borsa sulla tavola. Quando si furono sedute il ragazzo disse prima di allontanarsi: “Vi faccio subito portare i vostri menù”.

“Grazie!” disse Chloe. Poi si voltò verso Lauren. “Che ne dici, che ti sembra?! Ti piace il posto?!” chiese un po’ nervosa.

“È stupendo Chloe!”

“Bene, mi fa piacere che ti piaccia! Ora incrociamo le dita per il cibo!”

“Sono sicura che sarà tutto squisito!”

Un cameriere si avvicinò al loro tavolo porgendo loro il menù.

“Grazie!” dissero entrambe.

Quando il cameriere si allontanò aprirono il menù dandogli un'occhiata.

“Wow, quanta roba! Sbrighiamoci a scegliere o non faremo in tempo a mangiare nulla a parte la colazione domani mattina!” disse Chloe mentre Lauren rideva.

Il menù comprendeva davvero una vasta scelta di piatti. Lauren no poté fare a meno di guardare i prezzi. Si schiarì la voce per attirare l’attenzione della sua compagna che alzò subito lo sguardo dal suo menù per guardarla.

“Che c’è?!” chiese Chloe.

“Beh, questo ristorante è un po’ costoso o sbaglio?! Non che io mi stia lamentando intendiamoci! Ma vorrei ricordarti che non siamo più nella fase di corteggiamento e non devi fare colpo su di me, perché già pendo dalle tue labbra!” disse Lauren con ironia.

Chloe la guardò in modo strano. “Credi che io mi stia mettendo in mostra per provarci con te?! Allora, innanzitutto mettiamo ben in chiaro una cosa. Sei stata tu a provarci con me e non il contrario! E poi ormai ti ho già in pugno da tempo! Figurati se ho bisogno di farmi in quattro per fare colpo su di te!” disse la ragazza seria lasciando Lauren sbalordita dalla sua arroganza.

Poi Chloe si rese conto che la sua ragazza ci era cascata in pieno e cercò di rimediare. Sorrise allungando una mano sul tavolo per afferrare la sua. “Lauren, stavo scherzando, ok?! Accidenti che faccia!”

“Che idiota! Per un attimo ho pensato che parlassi sul serio!”

Chloe continuava a ridere divertita, poi tornò seria. “Ascolta Lauren, non farti problemi di nessun genere! Se non volevo portarti qui avrei scelto un altro posto. Quindi ordina tutto quello che vuoi come farò io! Oggi non bado a spese!” disse dando un bacio alla sua mano per poi tornare a guardare il menù mentre Lauren la osservava.

“Ok!” disse Lauren riportando l’attenzione al menù.

Uhm, mini involtino di astice… di caviale?! Sarebbero le uova giusto?!” chiese Chloe disgustata.

Lauren la guardò comprensiva. “Si!”

“Ok, sicuramente non lo prendo! Posso capire l’astice ma le uova anche no grazie! Oh ecco, tagliatelle all'aragosta del Maine! Questo può andare!”

“Invece io come primo piatto io prenderò gli agnolotti di barbabietola!” disse Lauren.

“Bene! Torchon di foie gras della valle dell’Hudson!” disse Chloe guardando Lauren. “Cos’è il foie gras?!”

“Fegato di anatra!”

“Uova di astice, fegato… inizio a pensare di non aver prenotato in un ristorante, ma nella casa di Hannibal Lecter!” disse Chloe facendo ridere Lauren.

“Ah guarda, c’è anche la zuppa di aragosta, ma non vorrei puzzare di pesce per tutto il resto della serata!”

“Chloe, ti prego smettila!” disse Lauren continuando a ridere.

“E va bene, comunque prenderò una zuppa fredda di piselli! Tu?!”

“Io prenderò ostriche della Damariscotta!”

“Ma le ostriche non sono quelle cose viscide?!”

“Si, ma sono davvero ottime!”

“Cioè, non prenderesti mai il caviale ma le ostriche sì?!” chiese Chloe perplessa.

“Si, ma dovresti assaggiarle prima di dare un giudizio!”

“Non ci penso nemmeno!”

“Sai, dicono che le ostriche siano afrodisiache!” disse Lauren con un sorriso malizioso.

Chloe ci pensò un attimo prima di rispondere. “Ok, ne prenderò quattro piatti!”

Lauren ricominciò a ridere.

“Stavo scherzando Lauren, non mangerò mai quella roba perché è come se mangiassi non so, del muco! La prossima volta che mi ammalo e mi si infiamma la gola, te ne preparerò un bel piatto!”

“Dio Chloe, sei disgustosa!”

“Sono loro a essere disgustose!”

“E comunque il composto delle ostriche mi ricorda altro!” disse Lauren con nonchalance.

“Cosa?!”

Lauren non rispose portando di nuovo la sua attenzione al menù, mentre Chloe rifletteva. Poi l’illuminazione.

“Aaaah! E poi io sarei la pervertita!”

“Io non ho detto nulla, sei tu che pensi sempre male!”

“Si certo, come no!” disse Chloe ridendo. “Se è quello che vuoi, non c’è bisogno di ordinarle, visto che…”

“Chloe, non continuare ti prego! Ho capito!” disse Lauren alzando una mano terrorizzata da cosa potesse dire. “Passiamo al dolce?!”

“Non così presto Lauren non abbiamo nemmeno mangiato!” rispose Chloe ammiccando.

Lauren roteò gli occhi al cielo. “Non intendevo quello!”

“Guarda ci sono altri piatti, come la ribeye alla griglia!” disse Chloe.

“Cosa c’è dentro?!”

“Sicuramente non uova di astice! Arancini, cipolla grigliata, funghi porcini, fresno in salamoia! Può andare! Prendo anche questo!”

“Sembra buono, ma c’è anche il tonno a pinne gialle del Maine con melange di verdure estive, capperi croccanti, verjus beurre rouge! Credo che prenderò questo! Chloe, ma riusciremo a mangiare tutto?!”

“Oh sì, ho una fame da lupi!”

“Ah già, dimentico sempre che sei un pozzo senza fondo!” disse Lauren prendendola in giro.

“Ora possiamo passare anche al dolce!” disse Chloe.

“Oh, grazie al cielo!” disse Lauren.

“No, grazie al menù che sta finendo! Come dolce io scelgo la cheesecake di mirtilli!”

“E io senza ombra di dubbio prenderò il soufflé al cioccolato con crema inglese alla vaniglia!”

“Bene, direi che abbiamo finito!”

“E da bere?!” chiese Lauren.

“Vino rosso o bianco?!”

“Vuoi anche farmi ubriacare?!”

“Totalmente!”

“Rosso!”

“E vino rosso sia!”

Si sorrisero lasciando i loro menù in attesa che qualcuno andasse a prendere le loro ordinazioni. La tavola era coperta da una tovaglia elegante bordeaux con tovaglioli di abbinati. Calici da vino e acqua, posate così brillanti da potercisi specchiare. Un centro tavola piccolo composto inevitabilmente da fiori che fece storcere il naso a Chloe. E infine due candele al centro. Le poltroncine bordeaux imbottite con braccioli in legno pregiato.

“Cazzo, io credo che dovremmo portarcele vie queste poltroncine! Sono troppo comode!”

“Non siamo in un centro commerciale, non sono in vendita!”

“Ma io non voglio comprarle!” disse Chloe seria.

“Ma che diavolo…”

“Dici che se ne accorgerebbero?!” chiese sorridendo Chloe.

“Sei un caso disperato!”

“Bene, nel frattempo cosa facciamo?!” chiese Chloe.

“Non lo so, ma so cosa vorrei tanto fare adesso!” disse Lauren non riuscendo a staccare gli occhi da Chloe. Si sporse in avanti sulla tavola, spingendo Chloe a fare lo stesso e si baciarono.

La prima a staccarsi fu Chloe. “Fai la brava Lauren!”

“Cosa?!”

“Non possiamo cominciare così la serata e poi non siamo sole!”

“E da quando ti importa che ci sia qualcuno a guardarci?!”

“Non sono loro il problema ma io! Se mi mandi su di giri a inizio serata la cena durerà meno di un gatto in tangenziale!”

Lauren rise escogitando un modo per provocarla. Appoggiò una mano su quella di Chloe che accarezzandola mentre la guardava sorridendo. Chloe ricambiò le sue attenzioni fino a quando non si accorse che ci fosse qualcosa fuori posto.

“La smetti?!” disse Chloe sottovoce sorridendo.

Lauren continuò con la sua provocazione sotto al tavolo lontano dagli sguardi indiscreti di tutte le persone presenti. Con un piede dal quale si era sfilata la scarpa, sfiorava intenzionalmente un piede di Chloe.

“Sei una cattiva ragazza Lauren! Te lo hanno mai detto?!”

“No, tu sei la prima!” rispose Lauren risalendo con il piede lungo la gamba di Chloe.  “Non ti piacciono le mie attenzioni?!”

“Oh sì, solo che come ti ho già detto prima, non è il momen…” rispose la ragazza interrompendosi quando sentì il piede salire un po’ troppo. Si scostò leggermente con la poltroncina dal tavolo per impedire la sua avanzata.

Lauren cominciò a ridere di gusto divertita dalla sua reazione.

“Sei incorreggibile Lauren! Chi ti ha insegnato a essere così sfacciata?!”

“E me lo chiedi?! Tu ovviamente!”

“Non è vero!”

“Invece sì!”

“Ok, è vero!” rispose Chloe ridendo avvicinandosi di nuovo al tavolo con la poltroncina. In quel momento un cameriere arrivò al loro tavolo per portare via i menù, prendere le loro ordinazioni e accendere le candele.

 
Seattle

Dopo aver terminato la loro serata i ragazzi si avviarono tutti alle loro auto nel parcheggio. Mentre camminavano nessuno disse nulla, consapevoli che era giunto il momento di salutarsi. Si fermarono davanti all’auto di Victoria guardandosi tutti. L’espressione di Kristen e Fernando esprimevano chiaramente il loro dispiacere di dover salutare ancora una volta la loro amica Max. Nessuno si decideva a mettere fine a quel silenzio che pesava molto più di un addio. Alla fine fu Jennifer che disse qualcosa.

“Bene, non male come serata. Ci siamo divertiti, giusto?” chiese a nessuno in particolare.

“Si, assolutamente” rispose Lucas.

“Sono d’accordo anche io, considerando che è l’ultima volta che usciamo insieme” disse Victoria senza riflettere. Tutti la guardarono e solo allora si rese conto di aver fatto una gaffe e cercò di rimediare. “L’ultima volta per ora. Tanto torneremo sicuramente durante le vacanze natalizie. Dopotutto vivono qui le nostre famiglie”.

“Oh andiamo! Fingiamo che tutto vada bene ma non è così! Mi dispiace che andiate via!” disse Fernando. “Soprattutto tu Max! L’ultima volta che ci siamo salutati, abbiamo rischiato di non rivederti mai più!”

“Fernando, dispiace tanto anche a me andare via, ma ci rivedremo ancora te lo prometto. Questo non è un addio. E poi non puoi paragonare questa situazione a quella passata” disse Max.

“Infatti, quante possibilità ci sono che possa abbattersi un tornado anche su Portland” disse Victoria.

Questo causò il gelo dentro Max. Nessuno di loro poteva sapere che il tornando non era avvenuto in modo del tutto naturale, ma era stato causato da lei e dai suoi continui viaggi nel tempo. La ragazza si chiese se veramente non ci fosse nessun rischio in proposito, visto che lei sarebbe stata in grado di causare qualsiasi altra calamità naturale se avesse utilizzato il suo potere. Sentiva di essere lei un rischio per tutta l’umanità. Ovunque sarebbe andata, se avesse utilizzato il suo potere in modo sconsiderato, avrebbe messo a rischio la vita di tutti.

“Ragazzi, non facciamo questi discorsi. Max ha ragione, questo non è un addio. Ci rivedremo sicuramente” disse Lucas.

“Si e magari potrete venire anche voi a trovarci” aggiunse Kate sorridendo.

“Sarebbe fantastico” disse Kristen.

“Domani a che ora partite?” chiese Lucas.

“Forse nel primo pomeriggio” rispose Kate.

“Bene, ora non vorrei fare la guastafeste ma forse è il caso che andassimo” disse Victoria.

Così le tre ragazze salutarono i loro amici uno per uno. Quando Max si ritrovò a salutare Lucas lo abbracciò parlandogli a bassa voce. “Salutami Duncan e informa Jennifer”.

“Lo farò” rispose il ragazzo allontanandosi. “In bocca al lupo per tutto Max”.

“Grazie Lucas”.

Dopo aver terminato con i saluti, ognuno raggiunse la propria auto per tornare a casa. Durante il tragitto Kate e Max erano un po’ sovrappensiero mentre Victoria aveva un sorriso stampato sulla faccia. Quando si accorse che le sue amiche sembravano assenti sospirò. Le due ragazze si voltarono a guardarla.

“Cosa c’è Vic?” chiese Max.

“A me lo chiedi?! Sembra che stiamo andando a un funerale ragazze! Cercate di essere positive! Capisco che vi mancheranno! A essere del tutto sincera mancheranno un po’ anche a me, soprattutto Jennifer!” disse lasciando sorprese le due amiche.

“Non fatevi strane idee! Mi ero solo abituata ad avere qualcuno da colpire con le mie frecciatine! Ma sono più che sicura che troverò una degna sostituta arrivando a Portland!”

“E quindi secondo il tuo ragionamento troverai qualcun altro da torturare!” disse Kate scuotendo la testa.

“Certo, è inevitabile! Non si può andare d’accordo con tutti!” rispose la ragazza.

“Non so perché, ma già provo un’enorme compassione verso la persona che diventerà la tua prossima vittima!” disse Max ridendo.

“Anche io, pregherò per lei o lui!” disse Kate divertita.

“Mi dispiace dirtelo Kate ma non c’è preghiera che tenga!”

Dopo aver accompagnato le amiche a casa Caulfield, Victoria diede appuntamento loro per il giorno successivo. Max e Kate entrarono in casa e dopo aver dato la buonanotte ai Caulfield, si diressero ognuna nella propria stanza. Era passata ormai un'ora da quando si erano messe a letto. Max non riuscendo a dormire, inviò un messaggio a Kate per capire se stesse dormendo. La ragazza rispose subito confermando di essere sveglia. Così Max la raggiunse nella sua stanza.

“Bene, vedo che l’unico a dormire sonni tranquilli e Donnie” disse Max ridacchiando.

“Si è addormentato nell’istante in cui mi vista” disse Kate seduta a gambe incrociate sul letto.

“Beato lui”.

“Vieni qui” disse Kate battendo una mano sul letto indicandole di sedersi. Max si sedette davanti all’amica incrociando le gambe.

“Tu perché no riesci a dormire?” chiese Max.

“Io non lo so, credo sia solo ansia per la partenza di domani. Tu?”

“Credo sia lo stesso, anzi no. Non è il viaggio in sé ma quello che rappresenta. La dottoressa lo dice sempre che i cambiamenti spaventano”.

“Quindi sei spaventata?” chiese Kate.

“Il fatto è che non so cosa succederà una volta lì. Non so cosa aspettarmi”.

“Forse dovremmo smetterla di crearci problemi prima ancora che si presentino. Però capisco la tua situazione. Insomma, io so già cosa farò una volta arrivata. Dovrò andare al college per continuare gli studi. Tu e Victoria invece dovrete trovare un lavoro”.

“Già, ma la parte più complicata per me è capire cosa fare”.

“Sarai una fotografa Max, devi solo capire in che settore specializzarti”.

“Kate, non è così purtroppo”.

“Non capisco, cosa vuoi dire?”

“Il fatto è che… avevi ragione. C’è una cosa che non vi ho detto”.

“Cosa?!” chiese Kate sorpresa.

“Ho superato il terrore di scattare foto ma il problema adesso è un altro! Non riesco a ritrovare l’entusiasmo e l’ispirazione per fare foto! Questo è un grosso problema per una fotografa!”

“Oh, ma non ne hai parlato con…”

“No, non ne ho parlato con la dottoressa e avrei dovuto! Solo che pensavo che non fosse necessario!”

“Questa non ci voleva proprio!”

“No, non ci voleva!”

“Forse potrebbe aiutarti Victoria!”

“Non credo che possa farlo e anche se fosse, non voglio crearle problemi. Lei deve concentrarsi su sé stessa com’è giusto che sia”.
 
“Abigail mi ha dato il recapito telefonico di uno psicoterapeuta che conosce a Portland! Però non credo che ci andrò, sono stanca di dover avere sempre un sostegno psicologico! Questa volta voglio farcela da sola!”

“E se dovessi riscontrare delle difficoltà?!”

“Beh, in quel caso cercherò qualcos’altro da fare! Non si vive facendo solo la fotografa! Ci sono altri mestieri!”

Kate annuì. “Però tu vuoi essere una fotografa e sarebbe un peccato doverci rinunciare!”

“Già!”

“Promettimi che non ti arrenderai subito! Dovrai provarci fino in fondo prima di gettare la spugna!”

Max le sorrise. “Te lo prometto!”

Rimasero a parlare per un altro po’ e quando il sonno iniziò ad arrivare, si diedero la buonanotte e Max tornò in camera sua.

 
Portland

La serata delle due ragazze era passata tra chiacchiere, risate e le varie portate. Continuarono a scambiarsi forchettate di cibo per permettersi di assaggiare anche i piatti dell’altra. Tranne che per le ostriche, Chloe non riusciva nemmeno a guardare la sua ragazza mangiarle. Ormai erano giunte al dolce.

“Ed eccoci giunte al dolce!” disse Chloe.

“Devo dire che sono abbastanza piena, ma rinuncerei al dolce neanche morta!”

“Beh, se ci rinunci ci penserò io!”

“Non te lo permetterò! Dovrai passare prima sul mio corpo!”

“E dove è il problema?! Tanto avevo già in progetto di farlo!”

“Pervertita!”

“Ok, però me lo lasci assaggiare?!”

“Tanto non abbiamo fatto altro tutta la sera! Anche se mi ha deluso non poco il tuo rifiuto verso le ostriche!”

“Oooh ti prego, non ricordarmele! Così non mi gusterò il dolce! Hai notato che non ti ho dato più nemmeno un bacio dopo quelle?!”

Lauren parve rifletterci. “Hai ragione, non ci avevo fatto caso! Beh, se la metti così vorrà dire che dovrai prenotare un’altra stanza singola per te! Sai nella nostra stanza non posso mandarti a dormire sul divano!” disse Lauren iniziando a mangiare il suo dolce.

“Sai che sei soltanto un’ingrata?! Dopo tutto questo che ho fatto per te e tu mi cacceresti dal letto! Vergognati!”

“È davvero un peccato non poter dormire insieme sai?! Le ostriche che ho mangiato hanno aumentato il mio desiderio!” disse Lauren maliziosa.

“Bene, allora vorrà dire che prenoterò un’altra stanza e non singola! Così magari ci provo con qualche cameriere che mi terrà al caldo per la notte!” disse Chloe indifferente mentre assaggiava la sua cheesecake ai mirtilli.

“Ok, e io vado a letto con Franklin!”

Chloe la fulminò con gli occhi. “Se fai una cosa del genere chiedo il divorzio!” disse Chloe scherzando puntandole la forchetta contro.

“Non puoi perché non siamo sposate! Non ora almeno ma forse un giorno…”

Questo commento della ragazza scatenò un colpo di tosse di Chloe a causa di un pezzetto di dolce che le stava finendo di traverso. Di fretta prese il flute di champagne che avevano appena stappato. Lauren nel frattempo si allarmò preoccupandosi. Stava per alzarsi dalla sedia ma Chloe la fermò facendole alt con una mano mentre si scolava il bicchiere.

“Stai bene Chloe?!”

“Io, ma certamente! Ho solo rivisto tutta la mia vita scorrermi davanti e sai cosa ho capito?!”

“No, cosa?!” chiese Lauren perplessa.

“Che strozzarsi con un pezzo di cheesecake ai mirtilli è la cosa meno brutta che possa capitarmi dopo tutto quello che ho passato!”

Lauren la guardò seria allungando una mano verso la sua sul tavolo. Chloe la guardò confusa. “Lauren, la mia era una battuta! Non stavo parlando seriamente!”

“Ah ok, pensavo parlassi sul serio!”

“Beh, in un certo senso sì ma l’ho detto per scherzo!”

“Scusami, è solo che non ti ho mai sentito scherzarci sopra e quindi…”

“È vero, forse è l’effetto del vino”.

Cominciarono a ridere.

Poi Lauren prese un pezzo del suo soufflé al cioccolato e appoggiò il braccio con il gomito sul tavolo. “Allora, vuoi assaggiare?!”

“Stai cercando di farmi ripetere l’esperienza del soffocamento?!” chiese Chloe ironica.

“No scema!” rispose Lauren ridendo.

Chloe si sporse in avanti lasciandosi imboccare dalla ragazza.

“Com’è?!” chiese Lauren.

“Mh, non male, ma preferisco il mio!” rispose Chloe prendendo un pezzo della sua cheesecake per poi imboccare Lauren. Ma quando la ragazza aprì la bocca avvicinandosi, Chloe cambiò la direzione della forchetta. Questo durò un po’ troppo a lungo per i gusti di Lauren. Alla fine la ragazza stanca di essere presa in giro, tornò al suo dolce.

“Ok dai, vieni qui e assaggia!”

“Scordatelo!”

“Ti giuro che faccio sul serio adesso!”

Lauren cominciò ad avvicinarsi di nuovo anche se con diffidenza. Chloe avvicinò la forchetta imboccando Lauren. “E adesso devi dire che questo dolce è più buono del tuo!”

“No, non credo!” rispose Lauren continuando a mangiare il suo soufflé.

Dopo aver terminando di mangiare il dolce, Lauren si alzò da tavola per raggiungere il bagno e Chloe ne approfittò per tornare nella sua stanza per prendere il regalo. Quando tornò di sotto Lauren era già seduta al tavolo che la guardava in modo strano. Chloe prese posto sulla sua poltroncina.

“Ma dove sei stata?!”

“Ero di là!”

“Dove?!”

“A provarci con uno dei camerieri e lui si è mostrato subito molto disponibile! E prima che tu me lo chieda, ti dico che sto scherzando! Non vorrei che mi facessi dormire sul pavimento stanotte!”

“Mi hai dato una buona idea visto che non abbiamo il divano in stanza!”

“Ascolta, io… ho una cosa per te… ed è per questo che non c’ero!”

“Cosa vuoi dire?!” chiese Lauren confusa.

“Sono andata nella nostra camera per prendere questo!” disse Chloe appoggiando il pacchetto regalo sul tavolo davanti alla ragazza. “È per te!”

“Mi hai fatto anche un regalo?!”

“Si, ma non è chissà cosa!”

“Chloe, ma non c’era bisogno! Penso che questa serata basti come regalo!” disse Lauren sorpresa ed emozionata.

“Oh avanti! Mi andava di farlo! Adesso aprilo ti prego!”

“Va bene!” disse Lauren scartando il regalo mentre Chloe era in ansia per paura che non le piacesse.

Quando la ragazza aprì la scatola si ritrovò davanti a un bellissimo orologio. Lauren rimase a fissarlo senza parole.


 
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Chloe continuava a guardarla in attesa che dicesse qualcosa. Lauren alzò lo sguardo verso la sua ragazza. “Chloe… è bellissimo!”
“Sul serio?! Non è che lo dici solo per farmi piacere?! O per tutto quello che ho fatto stasera?!”

“No, è davvero bello! Grazie Chloe” disse Lauren commossa alzandosi dalla sua poltroncina sporgendosi in avanti per abbracciare Chloe, la quale ricambiò felice di aver scelto bene il regalo. Sciolsero il loro abbraccio rimettendosi a sedere e in quel preciso istante i musicisti smisero di suonare. Un ragazzo salì sul palco parlando con loro. Poi si avvicinò all’asta del microfono prendendo la chitarra.

“Buonasera, spero che stiate passando tutti una bellissima serata! Per rendere la vostra serata ancora più romantica e magica, inizierò il mio repertorio dedicando a voi tutti innamorati la prima canzone! È ora di aprire le danze!"

Tutti quanti applaudirono il ragazzo che iniziò a suonare e cantare la prima canzone.

“Adoro questa canzone!” disse Lauren mentre alcune coppie iniziarono ad alzarsi per raggiungere la pista.

Chloe guardò Lauren sorridendo. “Ti andrebbe di ballare?!”

“Si, mi piacerebbe molto!” rispose Lauren.

“Ok!”

Così Chloe si alzò dalla tavola porgendo una mano alla ragazza, per poi guidarla verso la pista da ballo dove c'erano tutte le altre coppie. Quando raggiunsero il centro della pista si fermarono girandosi l'una verso l'altra. A quel punto Chloe appoggiò una mano sul fianco di Lauren mentre con l'altra strinse delicatamente quella della ragazza, posizionandola all'altezza della spalla piegando il braccio verso l'alto. Lauren appoggiò la sua mano libera sulla spalla di Chloe cominciando a ballare, dondolandosi lentamente mentre si sorridevano senza perdere il contatto visivo. Le luci si abbassarono ulteriormente per creare un’atmosfera più intima.

“Giuro che questa serata è davvero magnifica Chloe! Non mi aspettavo una cosa del genere!”

“Ok, adesso non so come interpretare le tue parole! Non te lo aspettavi perché non sembro il tipo di persona che organizza questo genere di cose?! O semplicemente perché sai che non ne sono capace?!”

“Nessuna delle due! Io penso che tu sia proprio il tipo di persona che fa queste cose! Ti devo anche contraddire sul fatto che tu sia un’incapace, perché oggi hai dimostrato tutto il contrario! È tutto perfetto! La verità è che dopo la mia proposta, non pensavo che oggi avrei passato una serata così!”

“Pensi di non meritartela a causa di quello che mi hai chiesto ieri?!”

“Non lo so più a cosa penso! Ad esempio, non è che ti è venuta questa idea per farti perdonare per il rifiuto alla mia proposta?! Perché se è così sappi che non hai assolutamente nulla da farti perdonare!”

“Lauren, avevo questa idea da più di una settimana ormai! Il fatto che l'abbia organizzata per oggi è soltanto una pura coincidenza! Io ancora non conoscevo nemmeno le tue intenzioni! Volevo semplicemente passare con te una serata diversa dal solito! Fare qualcosa di carino!”

“Davvero?!” chiese Lauren.

“Si, davvero! E poi per farmi perdonare avrei scelto una modalità più... come dire... alla mano!” disse Chloe ammiccando con un sorriso malizioso.

“Ma come fai a essere così romantica e pervertita allo stesso tempo?!” chiese Lauren ridacchiando.

“Vorrei poter dire anni di esperienza ma non è così per entrambe le cose!”

“Ti stai riferendo all'essere romantica?!”
 
“Si, insomma questa è la mia prima cena romantica a lume di candela di tutta la mia vita! Non ho mai organizzato cose di questo tipo! E se devo essere del tutto sincera, il merito non è soltanto mio! Ho avuto qualche dritta da Steph per il posto e Shon mi ha prestato alcuni vestiti! Non riesco ancora a vedere la mia parte in tutto questo!”

“Organizzare qualcosa di carino per me è stata una tua idea, come anche il regalo che mi hai fatto!”

“Questo è vero!”

“E poi adesso sono qui con te! E non serve per forza un ristorante di lusso, con cibi raffinati e la prenotazione di una stanza per rendere tutto romantico! Per quello servi soltanto tu! Se fossi stata qui con qualcun altro non sarebbe stata la stessa cosa! E per quanto ti imbarazzi sentirtelo dire, tu sei una persona molto dolce e romantica quando vuoi!”

“Ok, però adesso basta!” disse Chloe arrossendo mentre Lauren se la rideva per aver messo in difficoltà la sua compagna.

“Ti giuro che la prossima volta andremo a cena in un fast food! Ti ci porterò anche a piedi, in un giorno di pioggia e senza ombrello! Magari già che ci sono ti lascio anche pagare! Che ne dici?!”

“Dico che trovo molto divertente e carino il modo in cui cerchi di toglierti dall'imbarazzo del momento facendo delle battute!”

Chloe sorrise distogliendo lo sguardo da lei sentendosi fortemente a disagio. Trovava assurdo come una persona che conosceva da poco tempo, potesse conoscerla così bene. Lauren aveva imparato in breve tempo a conoscerla a fondo. Si sentiva completamente nuda davanti a lei. Era ormai capace di leggerla dentro come se fosse un libro aperto. Pensava che esistesse una sola persona al mondo in grado di poter fare questo, ed era la sua migliore amica Max. Questo la faceva sentire a disagio e la spaventava un po’.

“E per la cronaca...” continuò Lauren. “... per me va più che bene che la prossima cena sia in un fast food! Perché in nessun caso potrai mai rimuovere dalla mia mente, il ricordo che avrò di questa splendida serata passata con te, che descrive esattamente chi sei Chloe!” disse Lauren dolcemente lasciando la ragazza senza parole.

Lauren rimosse le sue mani dalla loro posizione per portarle attorno al collo di Chloe appoggiando la testa su una spalla stringendosi forte a lei. Chloe porto le sue mani dietro la schiena della sua ragazza, sfiorandole lentamente la sua pelle morbida, appoggiando le labbra sulla testa e lasciandole un dolce bacio per poi stringerla a sé. Chiusero entrambe gli occhi lasciandosi trasportare dal momento e dalle note della canzone che Lauren tanto adorava. Stringendosi nel loro abbraccio sentirono il battito del loro cuore accelerare dalle emozioni che provavano in quel momento. Si allontanarono leggermente l'una dall'altra guardandosi intensamente negli occhi, appoggiarono le loro fronti l’una all’altra, continuando a ballare. In quel momento i ricordi di Chloe si spostarono alle parole che le aveva detto Shonei il giorno prima.


 
“Cerca di capire chi è Lauren per te e fallo in fretta! Il tuo bisogno di lei non deve fermarsi alla necessità di non rimanere sola! Non è questo che dovrebbe tenere unite due persone! Lei è innamorata di te! Se dovesse scoprire che i suoi sentimenti non sono ricambiati soffrirà tantissimo! Quindi prima lo capisci meglio è per tutti!”


 
Chloe era molto confusa su ciò che provava per la sua ragazza, però di una cosa era più certa. I sentimenti di Lauren nei suoi confronti erano, reali e sinceri. In nessun modo avrebbe mai potuto mettere in dubbio ciò che la ragazza provasse per lei, perché il suo amore era presente in ogni suo gesto, sguardo, parola, abbraccio e bacio. Persino in quel momento mentre la stringeva ballando con lei in mezzo ad altre persone, riusciva a sentire tutto l’affetto sprigionato dalla ragazza. Tenerla stretta tra le sue braccia dopo aver fatto l’amore, o in quel momento mentre ballavano, era una sensazione bellissima. Dopo tutto quello che era successo nella sua vita, sentiva finalmente di appartenere a quel mondo che le aveva inflitto soltanto dolore. Ma cosa più importante, apparteneva a qualcuno e Lauren era soltanto sua. Per la prima volta, dopo l’esperienza avuta con Rachel la quale aveva avuto una storia con Frank a sua insaputa, si sentiva davvero amata e in modo incondizionato. Si chiese quale fosse la ragione per cui non riuscisse a esprimere ciò che Lauren rappresentasse per lei. Ma forse la sua era soltanto paura che qualcosa distruggesse ancora una volta la sua vita, strappandole via ciò che aveva di più caro. Temeva di esprimere i suoi sentimenti ad alta voce perché questo avrebbe permesso all’universo di agire contro di lei a causa del conto rimasto in sospeso. Ma nonostante i dubbi, la paura e l’incertezza, sapeva di provare qualcosa per lei. Perché adesso era felice per davvero e sentiva di avere tutto ciò che la vita aveva da offrire dopo aver perso troppo. Non poteva permettere a niente e nessuno di intromettersi, perché quello che c’era tra loro era speciale. E a un tratto nella mente di Chloe prese forma un’immagine di loro due insieme tra qualche anno. Lentamente avvicinarono le loro labbra fino a scontrarsi in un lungo e tenero bacio pieno di sentimento. Quando la canzone stava per terminare interruppero il loro bacio e Lauren si avvicinò a un orecchio di Chloe per bisbigliarle qualcosa. Lei si allontanò guardandola con un sorriso annuendo. Tornarono al loro tavolo per recuperare i loro effetti personali e poi salirono al piano superiore per raggiungere la loro stanza. Si guardavano sorridendo tenendosi per mano. Quando arrivarono davanti alla loro camera, le loro mani si separarono mentre Chloe inseriva la chiave per aprire la porta. Lauren nel frattempo si appoggiò con le spalle alla parete guardandola intensamente mentre Chloe sorrideva. Una volta dentro Lauren accese la luce abbassandone la luminosità. Chloe si sfilò le scarpe e la giacca appoggiandola su una sedia. Lauren lasciò la borsetta sul mobiletto vicino all’entrata e poi si sfilò anche lei le scarpe. Poi si avvicinò alla sua ragazza afferrando le sue mani tirandola verso il bordo del letto. Si baciarono dolcemente mentre Lauren spostava le sue mani sul petto della ragazza cominciando a sbottonarle la camicia. Quando arrivò all'ultimo bottone si staccarono leggermente mentre Lauren fece aprire l’indumento sul davanti accarezzandole il ventre fino a scendere sul bordo dei pantaloni sbottonandoli. Chloe cominciò a baciarle il collo mentre con le mani scendeva dai suoi fianchi fino ad arrivare al di sotto del vestito. Poi si fermò sussurrando: “Girati!” Lauren si voltò dandole le spalle e Chloe le abbassò la zip del vestito facendolo scivolare ai suoi piedi. Chloe cominciò a lasciarle una scia di baci partendo dalla schiena nuda, risalendo su una spalla fino a raggiungerle il collo. Lauren inclinò la testa di lato appoggiandosi a Chloe, per facilitarne l'accesso. Poi Lauren si girò di nuovo verso di lei sfilandole i pantaloni. Si liberarono degli ultimi indumenti rimasti e si distesero sul letto infilandosi sotto le lenzuola di seta. Lauren si mise a cavalcioni su Chloe incrociando le sue mani con le sue. Le bloccò al di sopra della testa guardandola dritta negli occhi.

“Ti amo Chloe!”

Cominciarono a baciarsi travolte dalla passione facendo l’amore e alla fine si addormentarono strette in un abbraccio. Un'ora dopo Chloe si svegliò. Si girò dall'altro lato trovandosi davanti al volto della sua ragazza serenamente addormentata. Si appoggiò con la testa su una mano alzandosi su un gomito. Con l'altro braccio stretto al fianco della ragazza accarezzandola piano con la mano. Rimase a guardarla dormire per circa mezz'ora, quando la ragazza iniziò a muoversi destandosi dal sonno. Lauren aprì leggermente gli occhi vedendo Chloe osservarla.

“Ehi!” disse Lauren.

“Ehi!”

“Non riesci a dormire?”

Chloe fece un'alzata di spalle. “Mi sono svegliata subito e non riesco più a dormire!”

“E che cosa fai?”

“Passo il tempo”.

“In che modo?”

“Ti guardo”.

“Non è noioso?” chiese Lauren sorridendo.

“No, è un buon modo di passare il tempo. Mi piace guardarti dormire”.

“Qualcosa mi dice che non è la prima volta che lo fai”.

“Ops, beccata!” disse Chloe facendo ridere la ragazza. Chloe spostò la mano dal fianco per accarezzarle una guancia. “Sei così bella!”

“Mi fai desiderare di non tornare più a casa! Voglio stare qui con te per sempre!” disse Lauren.

“Ti è piaciuta la serata?!”

“Si! È stato tutto stupendo come te!”

Chloe spostò la mano dalla guancia sul petto della sua ragazza, appoggiandosi con il mento sopra guardandola con un sorriso. Lauren fece scorrere le dita di una mano tra i capelli di Chloe accarezzandola, mentre l’altra si godeva il momento chiudendo gli occhi. Dopo un po' di tempo Lauren chiese a bassa voce: “Ti stai addormentando?”

Chloe rispose senza aprire gli occhi. “No, sono sveglia!”

Lauren fermò la mano e Chloe aprì gli occhi di scatto. “Non smettere!”

“No?”

“No, mi piace quando lo fai!”

Allora Lauren ricominciò ad accarezzarla di nuovo. “Finirò per viziarti così!” disse la ragazza sorridendo.

“Non male come idea!” Chloe chiuse di nuovo gli occhi godendosi il momento. "La prossima volta che veniamo qui, sarà per una settimana o due!”

“Ma spenderesti un casino di soldi così!”

“Sarei disposta a spendere fino all'ultimo centesimo che ho in tasca pur di passare altre giornate come questa con te!”

“Vieni qui!” disse Lauren facendole alzare la testa dalla sua posizione. Chloe le si avvicinò e cominciarono a baciarsi teneramente.
Poi Chloe iniziò a scendere lasciandole una scia di baci passando sul collo, segnandone il passaggio che le sarebbe rimasto per giorni e giorni. Proseguì scendendo ancora sulla clavicola fino a giungere il suo seno dove si soffermò più a lungo. Poi ricominciò a scendere lentamente sempre più in basso raggiungendo l'ombelico fino ad arrivare fermandosi al ventre della ragazza. Si fermò ancora una volta alzando lo sguardo verso Lauren che la guardava sorridendo mordendosi il labbro inferiore.

“Stai pensando alle ostriche?!” chiese Lauren ridacchiando facendo ridere anche Chloe che si buttò sopra di lei facendole il solletico. Dopo qualche minuto a giocare tra loro, ritornarono ognuna nella sua parte di letto.

Chloe guardava il soffitto pensierosa e Lauren se ne accorse. “A cosa stai pensando?!”

Chloe si voltò verso la sua ragazza avvicinando il viso al suo. “Lauren... io credo… anzi ne sono certa…”

“Cosa?!” chiese la ragazza preoccupandosi. Però la sua preoccupazione durò pochissimo, perché le parole che sentì pronunciare dalla ragazza la resero felice più di qualsiasi altra cosa al mondo.

“Chloe...”

“Io… ti amo Lauren!”

Lauren rimase in silenzio senza sapere cosa dire sorpresa dalle parole della ragazza al suo fianco. Non si sarebbe mai aspettata di sentirselo dire e per di più quella sera che era già stata fin troppo perfetta. Appoggiò una mano sulla guancia di Chloe accarezzandola.
“Anche io ti amo tanto Chloe!” disse Lauren fiondandosi tra le sue braccia. Tornarono a baciarsi ancora una volta stringendosi forte come se qualcosa potesse in qualche modo strapparle l’una lontana dall’altra. Finirono a fare l'amore ancora una volta. Si riaddormentarono abbracciandosi strette. Però questa volta Chloe non si svegliò dormendo fra le braccia della sua amata Lauren.

 
Seattle

Mercoledì 21 giugno 2017

Per quella mattina i Caulfield avevano deciso di prendersi la giornata lontana dal lavoro per potere dare una mano alle ragazze. Max e Kate si svegliarono dopo essere riuscite a riposare un po’ durante la notte trascorsa. Subito dopo la colazione cominciarono a preparare i bagagli con l’aiuto di Vanessa mentre Ryan imballava alcuni effetti personali fragili delle ragazze, tra cui il ritratto di Max. Anche Victoria era alle prese con la preparazione delle valige però con l’aiuto della domestica. La signora Chase nel frattempo si aggirava per casa un po’ agitata per via del trasferimento di sua figlia che non aveva mai approvato. Robert invece era uscito presto di casa per andare in banca e intestare una carta di credito a Victoria, la quale non ne era a conoscenza. L’uomo voleva che sua figlia avesse a disposizione tutto l’aiuto economico di cui aveva bisogno, soprattutto per i primi tempi. Victoria aprì i cassetti della sua scrivania per prendere alcuni oggetti da portare con sé, tra questi si ritrovò tra le mani la lettera di Chloe. La prese guardandola chiedendosi cosa farne. Era ancora combattuta sul da farsi quando suo padre tornò a casa. La raggiunse in camera.

La porta era aperta e lui si affacciò all’interno bussando. “Victoria?”

La ragazza saltò dallo spavento non avendolo sentito entrare. “Oh papà, sei tu!”

“Si, sono proprio io! Pensavo che reazioni del genere potessi averle solo con tua madre” disse l’uomo ridendo.

“Scusa, ero solo sovrappensiero!” disse la ragazza appoggiando la lettera sulla scrivania. “Volevi qualcosa?!”

“Volevo darti questa!” disse Ryan porgendole la carta di credito. “È tutta tua e puoi spendere tutto come credi! Però spero che la utilizzerai con giudizio! Ma mi fido di te!”

La ragazza prese la carta di credito sorridendo a suo padre. Poi si alzò per abbracciarlo. “Grazie papà!”

“Di niente Victoria” disse Ryan guardando la lettera sulla scrivania.

Quando si staccarono l’uomo guardò la figlia che tornava ai suoi preparativi. L’uomo prese la lettera girandola sul retro leggendo la scritta: ‘Per Victoria’.

“Hai uno spasimante per caso?” chiese Ryan con ironia.

La ragazza si voltò verso di lui e sgranò gli occhi vedendo la lettera tra le sue mani. Gliel’ha strappò di mano con gesto fulmineo che sorprese suo padre.

“Non è come credi papà!”

“Ok, tranquilla Victoria! Anche se fosse un ragazzo non ci sarebbero problemi per me. Sei una bella ragazza e...”

“Non è un ragazzo!” disse la ragazza abbassando lo sguardo sulla lettera che aveva tra le mani.

“Oh, questo vuol dire che è una ragazza?” chiese Ryan con mezzo sorriso.

“Si” rispose Victoria, poi però si rese conto di quanto potesse essere mal interpretato il tutto. Alzò lo sguardo verso suo padre. “No, cioè non volevo dire questo! Cioè è una ragazza ma non è una lettera d’amore! Ci mancherebbe!”

Ryan rise. “Però deve essere comunque qualcosa di importante se me l’hai strappata dalle mani!”

La ragazza sospirò sedendosi sul letto e l’uomo fece lo stesso.

“Che succede Victoria?!”

“Devo dirlo a qualcuno o questa cosa mi ucciderà! Lo sai tenere uno segreto papà?!”

“Si, credo di poterlo fare, soprattutto se a chiedermelo è mia figlia!”

“È una lettera di Chloe, l’amica di Max che ha lasciato Seattle! Ricordi?! Te ne avevo parlato!”

“Si mi ricordo!” L’uomo parve confuso. “La lettera non mi sembra sia stata spedita, manca l’indirizzo e tutto quanto! Mi stai forse dicendo che quella ragazza si nasconde qui a Seattle?!”

“No! Non è a Seattle!”

“Allora non capisco!”

“Me l’ha data la sera in cui se n’è andata! L’ha lasciata oltre il cancello di casa!”

“Perché avrebbe dovuto darti una lettera?!”

La ragazza non rispose.

“Victoria, tu sai dov’è Chloe?!”

“No! Questa lettera è per me, ma parla di Max! Lei non ne sa nulla che ho questa lettera! E questo non mi fa sentire una gran bella persona!”

“Capisco! Forse dovresti porti una domanda!”

“Quale?!”

“Quello che c’è scritto lì sopra potrebbe portare più danni che benefici alla tua amica?!”

“Non lo so, però potrebbe cambiare un po’ la visione che ha di Chloe!”

“E questo potrebbe essere un bene per Max?!”

“Dio, sono così confusa!”

“Sono passati anni ormai! Se mostrare quella lettera a Max potrebbe arrecare un qualsiasi danno a te e al vostro rapporto, allora forse è il caso che te ne sbarazzi!  So che tieni tanto a lei! Non sei una cattiva ragazza Victoria e credo che voi siate ottime amiche adesso! La lettera è per te e non per Max! Agisci per il bene del vostro rapporto!”

“Ma nasconderle la verità sarebbe come mentirle!”

“Victoria, alcune cose è meglio tenerle nascoste per il bene di tutti! Dicono che la verità renda liberi, ma spesso c’è un prezzo da pagare! Puoi liberarti del peso dicendo la verità, ma poi dovrai affrontarne le conseguenze, qualunque esse siano! Sei pronta per questo?! Proprio adesso che state per partire?! Tienila con te e decidi con calma cosa farne! Usala se senti di doverlo fare, ma se non credi che possa essere d’aiuto in alcun modo, allora liberatene!”

L’uomo si alzò dal letto dando un bacio sulla fronte della figlia. “Vado di sotto a controllare che tua madre non stia dando di matto! Stamattina è davvero nervosa!”

“Perché la cosa non mi sorprende?!”

Ryan rise dirigendosi fuori dalla stanza.

“Papà?!”

“Si?!”

“Grazie!”

“Di niente Victoria!”


 
A casa Caulfield i preparativi continuavano. Max era nella sua stanza piegando i suoi vestiti mettendoli in valigia. Bussò qualcuno alla porta della stanza.

“Avanti!”

“A che punto sei Max?” chiese Kate.

“Non ho ancora finito”.

“Tua madre?”

“Si è fiondata in cucina a preparare da mangiare. Vuole che il nostro ultimo pranzo sia indimenticabile”.

“Gnam, non vedo l’ora”.

“Tu a che punto sei?”

“Ho perso un po’ di tempo a giocare con Donnie, ma ho finito” disse la ragazza sedendosi alla scrivania. “Posso darti una mano?”

“No, ce la faccio da sola”.

“Posso svuotare la tua scrivania per vedere se c’è qualcosa da portare con te” disse la ragazza iniziando ad aprire i cassetti.

“Ok fai pure” rispose Max senza riflettere.

Kate trovò il diario porgendolo all' amica senza aprirlo. “Max, hai un diario segreto, lo porti con te?”

Max si voltò di scatto verso di lei. Si era completamente dimenticata di avere il diario in cui si parlava dei suoi viaggi del tempo. Per fortuna Kate non era il tipo di persona da sbirciare tra la roba degli altri. Prese il diario appoggiandolo sul letto. “Questo è un vecchio diario che usavo ai tempi di Arcadia Bay”.

“Ok” disse Kate ritornando a tirare fuori dalla scrivania altra roba. “C’è una tua foto”.

“Fai vedere”.

Kate le passò la foto e Max si ricordò quando era stata scattata.

“Oh, questa è una foto che mi ha scattato Chloe, i primi tempi quando siamo arrivate a Seattle. Le ho fatto fare un giro per la città”.

“Oh, la porti con te?”

“Non lo so, forse” rispose la ragazza infilando la foto nel diario sul letto.

Kate ispezionò il cassetto successivo trovandosi tra le mani qualcos’altro che non si aspettava.

“Oh mio Dio!” disse la ragazza facendo voltare Max preoccupata.

“Cosa c’è Kate?!”

“C-cosa è q-quella?!” chiese Kate a disagio lasciando cadere l’oggetto sulla scrivania.

Max ci mise un secondo a realizzare cosa fosse. Kate aveva appena scoperto la rivista di donne nude appartenente a Chloe. Anni prima aveva riavvolto il tempo per evitare che Vanessa la scoprisse. L’aveva portata nella sua stanza e non se ne era più liberata.
“Max?”

“Ehm, Kate non pensare male ok? Quella rivista non è mia!”

“E allora cosa ci fa nella tua scrivania?!”

“Quella era di Chloe!” disse Max prendendo la rivista. “La butterò via il prima possibile! Non vorrei che la trovasse mia madre!”

“Perché l’hai tenuta?!”

“Me ne sono completamente dimenticata di averla!”

“Quindi a Chloe piacciono le donne!”

“Anche!”

“Oh, quindi erano vere le voci che c’erano in giro sul suo conto!”

“Che voci?!”

“Beh, lei andava appendendo in giro i volantini di Rachel e si diceva che tra loro ci fosse qualcosa!”

Max mise la rivista in un sacchetto della spazzatura che era già pieno di roba da buttare.

“È vero?!”

“Cosa?!”

“Che loro due avevano una storia?!”

“È complicato da spiegare! Però si, c’era qualcosa tra loro!”

Max non poté fare a meno di chiedersi cosa ne pensasse la sua amica della sessualità di Chloe, considerando che era una ragazza molto religiosa. Era quasi tentata di chiederglielo ma poi ci ripensò, infondo non erano affari suoi e Chloe non c’era più. Quindi non ci sarebbero stati conflitti tra loro. Non avrebbe nemmeno riavvolto il tempo per evitare che Kate scoprisse la rivista. Non aveva più nessuna importanza per lei, anche se un po’ temeva il suo giudizio.

 
Portland

Chloe e Lauren dopo aver fatto una doccia fecero colazione e si rimisero in viaggio per tornare a casa. Entrambe sarebbero tornate al lavoro nel pomeriggio, quindi avevano la mattinata libera. Dopo essere giunte davanti al condominio di Lauren, Chloe spense l’auto.

“È terribile che siamo già ritornate” disse Lauren ridendo.

“Già, dopo ieri è davvero una bella merda tornare alla vita di sempre”.

“Si è terribile, ma se ci sei tu diventa tutto molto più sopportabile”.

Lauren si avvicinò dandole un bacio e poi chiese “Adesso cosa farai?”

“Credo che torno al mio appartamento e mi libero di questi vestiti girando nuda per casa!”

“Si, ma stai attenta, potresti traumatizzare Shonei se ti vedesse”.

Chloe rise divertita immaginando la scena. “Beh, non è detto che la trovo a casa, anche perché Steph dovrebbe essere a lavoro in questo momento”.

“Ci vediamo stasera?”

“Non lo so, Forse. Però non resterò a dormire da te Lauren”.

“Lo so”.

“Scusami Lauren, io non…”

“Non scusarti, va bene. Prendiamocela con calma, non dobbiamo avere fretta. Al momento mi basta avere la certezza di cosa provi per me”.

Chloe ricominciò a baciarla. Poi si staccò appoggiando la fronte su quella della sua ragazza sorridendo. “Però adesso è meglio che io vada altrimenti riprenderemo tutto di nuovo”.

Lauren ridendo disse: “Per me va bene”.

“Non avevo dubbi”.

Si scambiarono un ultimo bacio prima che Lauren scendesse dall’auto. Chloe rimise in moto l’auto per raggiungere il suo appartamento. Dopo essersi cambiata, aveva passato un po’ di tempo con Flerk. Poi era andata a bussare alla porta dell’appartamento di Shonei. Quando la porta si aprì, Chloe ritrovò davanti una ragazza mezza svestita e con i capelli spettinati.

“Si?”

“Ehm, c’è Shonei in casa?”

La ragazza la guardò da capo a piedi e poi rientrò nell’appartamento per raggiungere la camera da letto lasciando la porta d’entrata aperta. Chloe entrò chiudendola in attesa. Dopo un minuto Shonei uscì dal bagno in canotta e slip.

“Chloe?!”

“Buongiorno sciupa femmine! Vedo che ti sei portata del lavoro a casa!” disse Chloe ironica.

Shonei la guardò confusa ma poi comprese a cosa si riferisse. “Ah, giusto! Dammi un attimo, adesso la mando via!”

“No, non c’è alcun bisogno!”

“Invece sì! Credevo se ne fosse già andata e invece è ancora nel mio letto! Cazzo, ma perché devono essere così appiccicose?!” disse Shonei entrando in stanza.

Chloe sentì parlottare tra loro e dopo pochi minuti la ragazza uscì dalla stanza questa volta vestita. La guardò male uscendo dall’appartamento sbattendo la porta. Shonei uscì dalla stanza prendendo il pacchetto di sigarette dal tavolo e accendendosene una.
“Vuoi?” chiese all’amica che rifiutò scuotendo la testa. Poi andò a sedersi sul divano seguita da Chloe.

“Posso sapere che diavolo le hai detto di me?”

“Che vuoi dire?”

“Mi ha fulminato con lo sguardo prima di andarsene”.

“Le ho detto che sei la mia fidanzata”.

“Che cosa?!”

“Oh avanti, dovevo liberamene! Piuttosto, parliamo di cose importanti! Com’è andata la tua serata con Lauren?!”

Chloe sorrise scuotendo la testa. “Come sei brava a cambiare discorso!”

“E tu sei brava a evitare di rispondere! Avanti sputa il rospo e dimmi tutto!”

“È stato tutto fantastico! A proposito, il tuo stile le piace tanto quindi credo che accetterò i vestiti che non indossi più”.

Shonei scoppiò a ridere. “Beh, mi fa piacere saperlo! Questo dimostra che non fosse per te io mi sarei già infilata nel suo letto!”

“Ehi, occhio a come parli della mia ragazza!” disse Chloe ironica. Poi tornò seria “Sai, la serata di ieri mi ha aperto gli occhi! Credo di aver capito cosa rappresenta lei per me!”

“Davvero?!”

“Si, lei è tutto quello che ho sempre voluto! Una storia sincera! Qualcuno che ricambiasse i miei sentimenti e che mi amasse davvero e senza riserve! Io sono innamorata di lei!”

“Mi fa davvero piacere saperlo, altrimenti ci avrei provato!”

“Vaffanculo!” disse Chloe ridendo. “Shon, lei mi fa stare bene come non stavo da tempo! Le ho detto di amarla!”

“Ti sei dichiarata?!” chiese Shonei sorpresa.

Chloe annuì. “Dici che è troppo presto?! Mi innamoro troppo facilmente?!”

“Non c’è un tempo definito per queste cose Chloe! Se è questo che provi va bene! E va bene anche che tu lo abbia esternato!”

“Mi sono anche immaginata con lei tra qualche anno?” disse Chloe sorridendo.

“Oh cazzo, addirittura?!”

“Si!”

“E dimmi, com’era?! C’erano marmocchi in giro?! Una bella casa in un quartiere altolocato?!”

“Credo che non te lo dirò!”

“Ecco, lo sapevo io! Sei solo un’ingrata!”

“Io aspetto ancora che tu mi dica chi ti ha fatto innamorare!”

“Ah, è un ricatto! Allora credo di non doverti insegnare più niente!” disse Shon ridendo.

“Ma smettila!” disse Chloe ridendo dandole un pugno sul braccio.

 
Seattle
 
Dopo aver pranzato le ragazze salirono nelle loro stanze a prendere i bagagli per portarli di sotto in attesa della loro amica. Sarebbero partite con la sua auto. Si erano sentite per telefono poco prima discutendo sulla presenza di Donnie in macchina. Victoria pretendeva che viaggiasse nel furgone dell’amico di suo padre. Ma le ragazze insistettero così tanto che alla fine dovette cedere alla loro richiesta.

“Allora avete tutto pronto? Non dimenticate proprio nulla?” chiese Vanessa.

“No, abbiamo già preso tutto quello che porteremo con noi”.

“Dio quanto mi mancherai Maxine!” disse la donna abbracciando sua figlia.

“Mi mancherete tanto anche voi mamma, ma ci rivedremo presto. Non siamo poi così distanti”.

Kate guardò Ryan che sembrava fin troppo silenzioso. “Magari una volta sistemate, potrete anche venirci a trovare”.

“Non sarebbe una cattiva idea Kate” disse Vanessa entusiasta. “Non credi anche tu Ryan?”

Ryan si ridestò dai suoi pensieri. “Oh sì, certamente! Scusatemi un attimo, devo controllare una cosa nel mio studio”.

Si allontanò da loro per raggiungere il suo studio mentre Max e Vanessa si guardavano intuendo quale fosse lo stato d’animo dell’uomo.

 
 
A casa Chase, l’amico di Robert aveva appena finito di caricare il furgone con tutta della roba della ragazza. Erano fuori nel cortile ed era arrivato il momento dei saluti.

“Allora Mitchell, siamo d’accordo su tutto?” chiese Robert.

“Sta tranquillo Robert. Resterò con le ragazze tutto il tempo necessario”.

“Mitchell, sarà la centesima volta che te lo ripete, giusto?” chiese Victoria.

“Sai com’è fatto tuo padre” disse l’uomo ridendo.

“Ehi, sono solo preoccupata per mia figlia”.

“Papà è tutto sotto controllo, sarà un viaggio di poche ore! E comunque Tim ci ha già preso appuntamento nel pomeriggio con un agente immobiliare! Se siamo fortunate, non dovremo nemmeno aspettare a domani per affittare un appartamento. In quel caso Mitchell non dovrà neppure dormire in un hotel, perché lo potremo ospitare da noi!”

“Molto gentile da parte tua Victoria, ma se siete così fortunate a primo colpo, io non mi fermerò. Scarico subito la vostra roba e mi rimetto in viaggio. Devo effettuare altre consegne”.

“Ok, ci ho provato”.

“Grazie tante per l’aiuto Mitchell, intervenne Amanda Chase”.

“Di nulla Amanda. Dopotutto questo è il mio mestiere” disse l’uomo per poi voltarsi verso Victoria. “Allora, sei pronta?”

“Si, lo sono”.

“Benissimo allora. Metto in moto il furgone. Ciao Robert, ciao Amanda”.

“Buon viaggio Mitchell e occhio alla strada”.

“Cose sempre amico mio”.

Ryan e Amanda si voltarono a guardare la loro figlia.

“Bene, è arrivato il momento di salutarsi!” disse Ryan avvicinandosi alla ragazza abbracciandola forte. “Mi raccomando Victoria, per qualsiasi cosa sai che puoi chiamare in qualsiasi momento!”

“Si, lo so papà! Grazie di tutto!”

L’uomo si staccò dall’abbraccio dandole un bacio sulla fronte appoggiando le mani sulle sue spalle. “Rendici ancora più orgogliosi di te!”
“Come sempre papà!”

Lui si allontanò e fu il turno ci Amanda. Le due donne si avvicinarono tra loro un po’ riluttanti.

“Buon viaggio Victoria! Ricorda cosa ha detto tuo padre e se qualcosa dovesse andare storto sai che puoi sempre tornare a casa! Non c’è modo alcuno che una Chase non venga presa in degna considerazione! Se a Portland non riconosceranno il tuo talento, vuol dire che non hanno idea di cosa significhi la vera arte!”

“Mamma…” disse Victoria già sul punto di lamentarsi delle sue parole, ma poi ci ripensò. Dopotutto stava per andare via e non era un bene salutarsi litigando. “Grazie mamma!”
 
Si abbracciarono velocemente in modo un po’ freddo. Poi la ragazza si voltò verso la sua auto per raggiungerla mentre il furgone iniziava lentamente ad allontanarsi per oltrepassare il cancello dei Chase. La ragazza si fermò di colpo voltandosi verso di loro iniziando velocemente a tornare indietro.

“Ho dimenticato una cosa!” disse entrando di corsa in casa.

“Ma Victoria…” disse Amanda confusa.

Ryan si avvicinò al cancello per avvisare Mitchell del piccolo contrattempo. Nel frattempo Victoria raggiunse di corsa la sua stanza aprendo uno dei cassetti della sua scrivania. Prese tra le mani la lettera. “Dannazione a te Chloe, ovunque tu sia! Vaffanculo!”

Scese di corsa le scale ritornando fuori per raggiungere l’auto e si ritrovò davanti Amanda, mentre più in là Ryan parlava con il suo amico che aveva parcheggiato il furgone in strada.

“Hai preso ciò che cercavi?!”

“Si mamma! Adesso devo andare!” superò la donna ma la fermò.

“Victoria, in bocca al lupo per tutto!” disse la donna con occhi lucidi.

La ragazza si fermò guardandola sorpresa. In un attimo e senza rendersene conto si ritrovò ad abbracciare di nuovo sua madre. E questo era un abbraccio del tutto diverso dal primo. Si staccarono distogliendo lo sguardo l’una dall’altra.

“Arrivederci mamma!” disse la ragazza infilandosi in auto e avviandosi verso il cancello. Passò davanti al furgone che si piazzò dietro di lei seguendola, per raggiungere casa Caulfield.

 
 
Nel frattempo a casa Caulfield attendevano il suo arrivo. Ryan ancora non si decideva a uscire dal suo studio. Max iniziava a preoccuparsi quindi decise di andare da lui.

“Arrivo subito” disse Max raggiungendo suo padre mentre le altre due rimanevano nel salotto.

Quando Max fu davanti allo studio di suo padre bussando alla porta già aperta. Ryan era davanti alla sua scrivania appoggiato con le mani su di essa. Sentendo la voce di sua figlia, si voltò asciugandosi velocemente una lacrima dal viso.

“Papà?!”

“Oh… ehi Max! Hai bisogno di qualcosa?!” chiese facendo finta di nulla.

“Non voglio che tu soffra così tanto per la mia partenza! So che sei preoccupato per me dopo tutto quello che è successo in passato! Ma io sto bene adesso! Io starò bene!”

“È solo che non voglio più provare quella paura di non poterti rivedere più, com’è successo quando eri ad Arcadia Bay! Sei la mia unica figlia e non sopporterei di perderti, perché nessun genitore dovrebbe sopravvivere a un figlio! Un padre morirebbe dentro comunque e questo è molto peggio della morte stessa!”

Max si avvicinò a lui abbracciandolo mentre una lacrima scendeva sul suo viso. “Non mi succederà nulla papà! Starò bene!”

“Promettimi di chiamarmi subito se una qualsiasi cosa dovesse andare storta!”

“Lo farò, te lo prometto!”

Continuarono a rimanere abbracciati per un po’ fino a quando Vanessa li raggiunse e affacciandosi nella stanza disse: “Victoria è arrivata Max!”

“Si mamma, arriviamo!”

Si avviarono tutti verso il salotto prendendo dei bagagli e uscendo di casa. Victoria uscì dall’auto mentre Mitchell riapriva di nuovo le ante posteriori del furgone. “Ciao a tutti!” disse la ragazza.

“Dunque è arrivato il grande momento” disse Vanessa guardando Victoria.

“Eh già, ci siamo ormai! Ah, lui è Mitchell, un vecchio amico di mio padre! Verrà con noi fino a Portland per portare tutta la nostra roba!” disse la ragazza indicando l’uomo che si era avvicinato a loro.

“Piacere di conoscerti Mitchell, io sono Ryan e lei è mia moglie Vanessa! Siamo i genitori di Max!” disse Ryan stringendogli la mano.

“Piacere mio!”

Poi Victoria presentò all'uomo anche Max e Kate.

“Piacere di conoscervi ragazze! Ok, allora io penso ai bagagli da caricare!” disse l’uomo.

“Si, le do una mano io Mitchell” disse Ryan aiutandolo a prendere i bagagli.

“Dunque Donnie verrà con noi! Nella mia bella auto, pulita, profumata e…”

“Victoria!” disse Kate guardandola male.

“Si, verrà con noi!” disse Victoria arrendendosi mentre le altre ridevano.

Dopo aver caricato tutto, Mitchell salutò i genitori di Max e salì a bordo del furgone. Victoria si avvicinò a loro per salutarli con un abbraccio. “Arrivederci Ryan, arrivederci Vanessa”.

“Mi raccomando Victoria!”

“Tranquilli, le terrò d’occhio entrambe!” disse Victoria allontanandosi.

“Forse è proprio questa la loro preoccupazione!” disse Kate facendo ridere tutti.

“Ti ho sentita Kate!” disse Victoria senza voltarsi.

“Arrivederci signori Caulfield e grazie tante per aver ospitato me e Donnie!” disse la ragazza salutandoli.

“Figurati Kate, per così poco! E poi ricorda, gli amici di nostra figlia sono sempre i benvenuti a casa nostra!” disse Ryan.

La ragazza prese il trasportino con Donnie dentro e si avviò verso l’auto. Fu il turno di Max di salutare i suoi genitori. Si voltò verso di loro e si unirono tutti in un unico abbraccio.

“Buon viaggio Maxine e in bocca al lupo per tutto! E ricorda che anche se saremo un po’ lontani, noi saremo sempre con te!” disse Vanessa.

“Per qualsiasi problema chiamaci e noi verremo da te!” disse Ryan.

“Mamma, Papà, mi mancherete tanto!” disse Max con voce tremante e alcune lacrime che le scendevano sul viso.

“Oh tesoro mio! Ci mancherai tanto anche tu!” disse Vanessa stringendola più forte.

Rimasero in quel posizione per un po’ e quando si staccarono, Ryan le asciugò le lacrime dagli occhi. Le diede un bacio sulla fronte e disse: “Chiamaci non appena arrivate!”

“Lo farò!” disse Max raggiungendo l’auto mentre Ryan mise una mano sulla spalla di Vanessa stringendola a sé.

Victoria mise in moto l’auto mentre Max si sedeva al suo fianco. Kate era seduta dietro in compagnia di Donnie. Le tre ragazze si voltarono guardando in direzione dei Caulfield salutando con la mano iniziando ad allontanarsi. Così all’una e mezza partirono dirette verso la loro nuova vita.


Portland

Steph tornò a casa trovando Chloe che aveva preparato qualcosa per pranzo.

“Chlooooeeee, raccontami tutto!” disse Steph appena entrata senza nemmeno salutare.

“Ciao anche a te Steph!”

“Raccontami su! Com’è il posto?! Romantico come ha detto la mia amica?! Come si mangia?! E la camera com’era?!”

“Dio Steph, una domanda alla volta ti prego!” rispose Chloe ridendo mettendo in tavola il loro pranzo.

“Wow, mi hai preparato il pranzo! Io credo che Lauren ti stia facendo davvero bene!”

“Guarda che ti preparavo qualcosa anche prima! Comunque per tornare alle tue mille domande! Il posto è fantastico davvero! L’atmosfera è molto romantica! Mi dispiace solo che non abbiamo potuto approfittare della piscina e della vasca a idromassaggi!”

“Perché no?!”

“Perché quando siamo tornate in camera avevamo altro da fare!”

“Aaaah, pervertite!” disse Steph maliziosa.

“Puoi dirlo forte! Si mangia molto bene e il servizio è impeccabile!”

“Il regalo le è piaciuto?!”

“Si, le è piaciuto davvero tanto! È stato tutto perfetto e devo ringraziare te e Shon per questo!”

“Shon?! Perché, cosa ha fatto lei?!”

“A Lauren piace molto lo stile di Shon e addosso a me ha avuto l’effetto desiderato!”

“Oh Dio! Spero che a Lauren piaccia solo l’abbigliamento di Shon!”

“Ma cosa vai a pensare?! Sono solo amiche!”

“Ogni tanto mi è capitato di vedere Shon guardare la tua ragazza. Credimi, sono sguardi lascivi!”

“Ma la vuoi smettere?!”

“Sai che mi fido poco di lei!”

“Davvero?! Chi lo avrebbe mai detto!” disse Chloe con sarcasmo fingendosi sorpresa. “Comunque Lauren non mi tradirebbe mai e nemmeno Shon lo farebbe! Anzi, lei è proprio a favore della nostra storia! Mi ha anche consigliato di capire cos’è Lauren per me e nella serata che abbiamo passato insieme, finalmente l’ho capito!”

“Cosa?!”

Chloe alzò lo sguardo dal piatto guardando la sua amica. “Io sono innamorata di lei!”

Steph le sorrise. “Lei lo sa?!”

“Ora sì!” rispose Chloe sorridendo.

“Wow, Lauren è riuscita ad abbattere la corazza di Chloe Price! Era ora che succedesse! Te lo meriti Chloe!”

“Mi sento diversa oggi! È come se finalmente la mia vita avesse un senso! Ed è strano perché ho sempre pensato di non meritare nulla dopo tutto quello che ho combinato!”

“Ti sbagli Chloe! Tu meriti di essere felice! Sono davvero contenta per voi due! Adesso mangiamo prima che si freddi!”

Stavano per riprendere a mangiare quando sentirono bussare alla porta. Chloe si alzò per aprire la porta trovandosi di nuovo Shon con il gatto tra le braccia.

“Ma che cazzo…” disse Chloe guardando il gatto.

“Già, è quello che ho detto anche io dopo averlo rivisto sul pianerottolo!” disse Shon entrando.

“Non capisco quando sia potuto uscire! Quando sono venuta da te lui era qui!" disse Chloe rivolta a Shon.

“Beh, forse non te ne sei accorta ed è uscito insieme a te! Oppure quando sei ritornata nel tuo appartamento è sgattaiolato fuori! Anche se non credo, perché poi sono uscita di casa e lui non c’era sul pianerottolo!”

“Steph, ne sai qualcosa?!” chiese Chloe.

“Non ne ho la più pallida idea! Ma per caso state dicendo che succede spesso?!”

“Si, questa è già la seconda volta che lo trovo fuori!” rispose Shon.

“Dove sei stato eh?!” disse Chloe guardando il gatto che si strusciava contro le sue gambe. “E non fare il ruffiano!”

“Lo dicevo io che era un ruffiano!” disse Steph mentre il gatto le soffiava contro in risposta.

“Beh, io vado!” disse Shon.

“Vuoi mangiare un boccone con noi?!”

“No, grazie lo stesso! Ho del lavoro da sbrigare!”

“Sarà una nuova cliente!” disse Steph.

“Si Steph è una nuova cliente! Per caso sei gelosa?!”

“Pff, gelosa io?! E di cosa?! Non ho alcun motivo per esserlo!”

“Eccole che ricominciano!” disse Chloe sedendosi di nuovo a tavola.

“Ci vediamo! Asta la vista baby!” disse Shon uscendo dall’appartamento.

“Che c’è?!” chiese Steph accorgendosi che Chloe la fissava esasperata.

“Niente!” rispose Chloe scuotendo la testa.


 
Lauren prima di andare a lavoro era andata a trovare Allison al salone per farle un saluto e raccontarle tutto su come si era svolta la serata organizzata da Chloe. Le mostrò anche il regalo ricevuto e le raccontò anche della dichiarazione aperta e toccante della sua ragazza, sui sentimenti che provava verso di lei. Questa notizia l'aveva lasciata di stucco, perché è vero che si era un po’ ricreduta sulla loro relazione, ma non si sarebbe mai aspettata una cosa dal genere da Chloe. Considerando quello che Lauren le aveva raccontato della ragazza, pensava che non sarebbe stato facile per lei ammettere una cosa del genere. Eppure, dinanzi alla reazione felice della sua amica, Allison non poteva far altro che credere a ciò che fosse successo. Lauren era ormai a un passo dal poter toccare il cielo con un dito. Aveva una luce diversa negli occhi e questo era avvenuto solo grazie alla presenza di Chloe nella sua vita.

 
Per strada

Victoria guardò verso lo specchietto retrovisore per assicurarsi che Mitchell fosse ancora dietro di loro. Erano divisi soltanto da un’auto. La ragazza guardò l’orologio che aveva al polso e sorrise vedendo che ormai mancava poco al loro arrivo nella città che sarebbe diventata molto presto la loro nuova casa. Max di fianco a lei guardava fuori dal finestrino mentre Kate dietro in compagnia di Donnie, si era addormenta con la testa appoggiata al finestrino dell’auto.

 
Appartamento 27

Chloe nel suo appartamento era sdraiata e addormentata a pancia in su sul divano, con il telecomando stretto in una mano scivolata a terra e con Flerk comodamente sdraiato sulla sua pancia. Steph uscì dalla sua stanza vedendo la scena e lanciando un’occhiata a l’orologio da parete al di sopra del televisore. Chloe doveva andare a lavoro e stava ancora dormendo. Lanciò un urlo per svegliarla.
“CHLOOOOOOO!”

Flerk schizzò via alla velocità della luce nella stanza di Chloe, mentre la ragazza si svegliò di soprassalto, finendo con il sedere a terra.
“Ma che cazzo Steph!” disse Chloe alzandosi lentamente da terra tenendosi una mano sul sedere.

“Scusami se per l’ennesima volta ho dovuto svegliarti per ricordarti i tuoi impegni!”

“Ma di che parli?!”

“Guarda con i tuoi occhi!” disse Steph indicando l’orologio a muro.

“E allora?!” chiese Chloe.

Steph non disse nulla guardandola mentre l’altra realizzava che doveva andare a lavoro.

“Oh porca puttana!” disse Chloe correndo in bagno per fare una doccia veloce.

“Beh, grazie per avermi avvisata Steph! Ma figurati Chloe, per così poco!” disse Steph parlando per entrambe scuotendo la testa.

Dopo la doccia Chloe uscì immediatamente dal bagno per dirigersi nella sua stanza per vestirsi infilandosi una delle sue solite magliette a maniche corte, sopra una camicia a quadri lasciata aperta sul davanti e jeans rigorosamente strappati. Nel mentre Flerk gli passava continuamente tra i piedi rischiando di farla cadere più volte.

 
Per strada

Erano ormai quasi giunte a Portland. “RAGAAAAAZZEEEEE!” urlò Victoria facendo voltare di scatto Max verso di lei e svegliando Kate che ancora dormiva.

“Ma sei impazzita?!” disse Max con disappunto.

“Oh Signore, siamo arrivati alla fine dei nostri giorni?!” chiese Kate ancora mezza addormentata.

“No! Siamo semplicemente arrivate a Portland, guardate!” disse la ragazza con un sorriso a trentadue denti mentre indicava il cartello che era ancora leggermente distante da loro. “E treee, duue, uuuno eee benvenute a noi!” disse Victoria entusiasta dopo aver raggiunto e sorpassato il cartello.

“Il mio coniglio ha rischiato di diventare bianco dalla paura!” disse Kate assicurandosi che Donnie stesse bene.

“Ora non dobbiamo fare altro che arrivare a casa di Tim! Non sto più nella pelle ragazze!” disse Victoria.

“Se urli ancora in quel modo anche Donnie non sarà più nel suo pelo!” disse Kate.

 
Appartamento 27

Dopo essersi vestita, Chloe prese il casco i guanti sportivi senza dita e gli occhiali da sole dirigendosi verso la porta.

“Chloe, ma cosa fai?!”

“Ormai sono iniziate le belle giornate e quindi è ora di fare un po’ di movimento con la bici!”

“Ma scusa, non ti basta il movimento che fai con Lauren?!”

Chloe la guardò male scuotendo la testa. “Tranquilla mamma, sarò prudente!”

Uscì dall’appartamento raggiungendo la sua bici che non prendeva più da un bel po' di tempo. Si infilò i guanti, il casco e infine gli occhiali. Estrasse la bici dalla rastrelliera situata nel parcheggio e si avviò per andare a lavoro.

 
Victoria guidava la sua auto felice di essere arrivata finalmente a Portland. Dietro di loro Mitchell le seguiva con il suo furgone. Non mancava molto per raggiungere la loro destinazione, cioè l'appartamento di Timothy che stava già attendendo l'arrivo delle ragazze. Ansioso di rivederle ma soprattutto di rivedere Kate.


Chloe iniziò a pedalare più veloce addentrandosi nel traffico. Passò tra le varie auto serpeggiando con la bici e passando anche sui marciapiedi, subendo i rimproveri dei passanti infischiandosene.

 
Max guardava fuori dal finestrino con una strana sensazione, ma se qualcuno le avesse chiesto di cosa si trattasse non sarebbe stata in grado di rispondere. Kate dietro teneva appoggiato sulle gambe il trasportino con Donnie che si guardava intorno curioso.

 
Chloe sfrecciò più velocemente ricevendo occhiatacce dagli automobilisti, mentre lei se la rideva. A un incrocio scattò il rosso ma lei non si fermò andando avanti infilandosi anche negli spazi più stretti fermandosi proprio in prossimità del semaforo. Era di fianco a un'auto in attesa che scattasse il verde. Un ragazzino si appiccicò al finestrino guardandola imbronciato. I due continuarono a guardarsi e a un certo punto il ragazzino fece una linguaccia, gesto che Chloe ricambiò. Scattò il verde e ripartì ritrovandosi poco dopo dietro a un pick-up. Afferrò con la mano la parte posteriore del mezzo facendosi trasportare senza che l'automobilista se ne accorgesse, prendendo velocità. Chloe adorava andare in bici, soprattutto d'estate con le belle giornate. La bici per lei era una valida alternativa allo skate. La faceva sentire libera di arrivare dove altri si sarebbero fermati. Ma cosa più importante, amava la velocità ed era arrivata al punto di considerare di acquistare una moto, ma chissà se Lauren e Steph sarebbero state d'accordo.

 
Victoria arrivò in prossimità di un incrocio fermandosi all’ennesimo semaforo. “Troverò mai un semaforo verde quando arrivo a un incrocio?!” chiese infastidita.

“Victoria, se tu smettessi di agitarti così tanto, molto probabilmente troveresti il verde! Il problema sparisce quando smetti di pensarci!” disse Kate.

Le due ragazze sedute davanti si voltarono verso di lei guardandola in modo strano.

“Mi stai forse psicanalizzando Kate?!” chiese Victoria perplessa.

“Sta facendo pratica con te!” rispose Max ridendo.

 
Nel frattempo il pick-up a cui era attaccata Chloe stava andando molto veloce ma si stavano avvicinando a un ennesimo incrocio e di lì a poco sarebbe scattato il rosso. Doveva decidere in fretta cosa fare. Fermarsi con lui o lasciare la presa dal mezzo per continuare a tenere la sua velocità e proseguire prima che scattasse il rosso.

 
Victoria batteva le dita sul volante impaziente di ripartire maledicendo quel semaforo. 

 
Inutile dire che Chloe scelse di proseguire e prima che il pick-up iniziasse a rallentare perdendo velocità, lei si staccò cominciando a pedalare velocemente per passare l'incrocio prima che fosse troppo tardi.

 
Il rosso del semaforo davanti a Victoria iniziò a lampeggiare segno che stava per scattare il verde.

 
Il verde del semaforo davanti a Chloe iniziò a lampeggiare nello stesso momento. Ma lei invece di rallentare pedalò più velocemente.

 
Scattò il verde per Victoria che iniziò ad accelerare. Il rosso scattò dalla parte di Chloe che invece di fermarsi, proseguì con la sua corsa infrangendo le regole della strada. Attraversò velocemente l'incrocio trovandosi davanti all'auto di Victoria che frenò bruscamente sull’asfalto, suonando il clacson.

“EHI!” urlò Victoria.

Chloe era così vicina che schivò l’auto finendo per mettere addirittura la mano destra sul cofano per reggersi cercando di non perdere l'equilibrio mentre schivava il pericolo.

“Gran pezzo di stronzo! Vaffanculo!” urlò Victoria pensando si trattasse di un ragazzo.

Chloe dopo aver scampato il pericolo alzò il dito medio senza voltarsi sorridendo. “Cazzo, ci è mancato un pelo!” disse un po' spaventata.

“Cosa?!” disse Victoria furiosa vedendo il gesto. “Ma che cazzo, niente male come primo giorno!”

Proseguì per la sua strada agitata. “Ad alcune persone non dovrebbero lasciar guidare nemmeno le bici! Quel tizio è un pericolo ambulante! Voi state bene?!” Chiese guardando dallo specchietto retrovisore Kate che era un po' spaventata. Poi guardò al suo fianco confusa. “Max, cosa fai con quella mano?”

Max era rimasta quasi paralizzata da quello che stava per succedere. Istintivamente aveva alzato la mano in avanti per riavvolgere, ma per fortuna non ce ne era stato bisogno. Nonostante questo era rimasta con la mano ancora alzata, spaventata da morire.


 
Se avessimo investito quel ciclista che magari era destinato a morire, io avrei riavvolto di nuovo salvandolo. Questo porterebbe alla distruzione di Portland. Mio Dio, ma che sto facendo?


 
“Max, non preoccuparti non è successo nulla E poi hai la cintura di sicurezza che è molto più utile della tua mano credimi!” disse divertita Victoria.

“Si!” disse Max guardando la sua mano mentre l'abbassava.

“Stai bene Max?!” chiese Kate preoccupata.

“Si certo, sto bene! Ho solo preso un grande spavento!”

“Si, anche io ma grazie a Dio non è successo nulla!” disse Kate.

“Grazie a Dio?! Vorrai dire grazie a me e ai miei riflessi pronti!” disse Victoria.

“E secondo te chi te li ha dati i riflessi?!” chiese Kate.

Victoria la guardava ancora dallo specchietto retrovisore incredula. “Com’è che quando si tratta di peccati è sempre colpa nostra ma quando le cose vanno bene è merito suo?!” chiese Victoria guardando l’amica attraverso lo specchietto retrovisore.

Max si voltò verso di lei ridendo e Kate si unì a lei.

“Adesso che vivremo insieme ti metterò in riga Victoria!” disse Kate.

“Pff, oppure potrei essere io a metterti in riga!” disse Victoria con sguardo di sfida.

 
Poco dopo raggiunsero un plesso condominiale in mattoncini rossi a otto piani, situato nel Northwest Portland, una delle zone più ricche della città. Victoria parcheggiò l’auto accanto al marciapiede, con al seguito Mitchell con il suo furgone. Uscirono tutti dai loro mezzi per sgranchirsi le gambe.

“Ed eccoci giunte a destinazione!” disse Victoria prendendo il telefono per avvisare suo cugino che rispose al secondo squillo.

“Victoria!”

“Allora idiota, hai intenzione di aiutarci o devo venire a tirarti fuori di casa con la forza?!” chiese Victoria divertita.

“Cazzo! Siete qui?!”

“Si, siamo di sotto, sbrigati!”

“Scendo subito!” disse la ragazza chiudendo la chiamata. Stava per dirigersi fuori dal suo appartamento quando si fermò di colpo guardando verso Aaron. “Come sto?!”

L’amico stava guardando una rivista seduto sul divano. Si voltò verso di lui guardandolo. “Come uno in procinto di scopare oggi stesso!” rispose il ragazzo ridendo, riportando lo sguardo sulla rivista.



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“Sei un’imbecille!” disse Timothy raggiungendo le ragazze di sotto.

Quando arrivò di sotto si diede una sistemata ai capelli e i vestiti prima di uscire dal portone.

“Victoria!” disse il ragazzo avvicinandosi per salutarla.

“Ehi, era ora!” rispose la ragazza.

Si salutarono abbracciandosi ridendo. “Sono così felice che tu sia qui!” disse il ragazzo.

“Non parlarmene!” rispose la ragazza entusiasta.

Poi Timothy si voltò verso le altre due ragazze salutandole con una stretta di mano. Victoria gli presentò Mitchell che era in attesa sul da farsi.

“Allora Timothy, a che ora abbiamo l’appuntamento con l’agente immobiliare?!”

Il ragazzo guardò oltre loro e vide un uomo brizzolato con una borsa nera in pelle che si dirigeva verso di loro attraversando la strada.

“A quanto pare proprio ora!” rispose il ragazzo lasciando confusa sua cugina.

“Non capisco! Che significa?!” chiese la ragazza.
 
“Beh, si è liberato un appartamento circa un mese fa ed è ancora libero! Quindi ieri ho chiamato per prendere appuntamento per oggi! Ti trovi nel posto giusto Victoria, questa zona è proprio adatta a quelli come noi!” rispose il ragazzo ridendo facendole un occhiolino.

“Buon pomeriggio” disse l’agente immobiliare avvinandosi a loro. “Qualcuno di voi ieri ha chiamato per vedere l’appartamento?!”

“Si, ho chiamato io ma l’appartamento dovrebbero vederlo le ragazze!” disse Timothy.

“Bene, allora vi faccio strada, seguitemi!” disse l’uomo.

Poco dopo l’uomo aprì la porta. “Prego, accomodatevi!”

Appena entrate si ritrovarono in un'ampia sala destinata alla cucina. Sulla parete di destra c'era la lavastoviglie, seguita da un piano cottura, da un lavello e dalla penisola posizionata verticalmente con alcuni sgabelli che separava la cucina dal salotto. A vederli gli elettrodomestici dovevano essere abbastanza nuovi o comunque utilizzati poco. Sulla sinistra un tavolo da cucina con sei sedie. Il salotto era arredato con un divano affiancato da due poltrone in pelle con un tavolinetto davanti. Il tutto posizionato dinanzi a un enorme televisore che poggiava su di un mobile in legno di mogano, affiancato da uno stereo e due casse che poggiavano lateralmente. Sulla sinistra c'era un mobiletto adibito a portavivande affiancato da una porta che conduceva a una delle tre stanze da letto. Le altre due porte delle stanze da letto si trovavano ai lati del televisore. A destra del salotto vi erano due grandi finestre e due porte che conducevano nei bagni, dei quali uno di servizio. Il bagno principale era costituito da un water e da un lavello con armadietto annesso con uno specchio abbinato. Sulla parete di fronte una vasca e un box doccia. Sulla sinistra un armadietto per asciugamani, seguito da una lavatrice e asciugatrice con tanto di finestra posizionata sopra. Le camere da letto erano pressoché uguali, tranne che per la disposizione dell'arredamento. Erano composte da un letto matrimoniale accompagnato da due comodini laterali e finestre. Su una parete un armadio e di fronte al letto una scrivania con sedia e in un angolo della stanza una poltrona in pelle imbottita. Mentre l’agente ammobiliare mostrava loro tutte le stanze, Max e Kate si lanciavano sguardi inequivocabili. Temevano entrambe per la decisione di Victoria, perché era l’unica a girarsi intorno con entusiasmo. Loro invece erano sul chi va là, pensando che l’affitto potesse essere troppo alto. Erano appena giunte a Portland e senza un lavoro, quindi non era il caso di partire in quarta con l’appartamento.

Quando l’uomo finì di mostrare loro tutto l’appartamento disse: “Ora sicuramente vorrete sapere quant’è l’affitto…!”

“La prendiamo!” disse Victoria determinata mentre continuava a guardarsi intorno, lasciando spiazzate le sue amiche e anche un po’ l’uomo.

“Ma… Victoria…” disse Kate.

Max intervenne rivolgendosi all’agente. “Ci scusi un attimo, vorremmo parlarne tra di noi prima di prendere una decisione!”

“Ma certamente! Io vi aspetto fuori sul pianerottolo in attesa che decidiate cosa fare! Vi lascio sole!”

“Grazie!” disse Max che non perse tempo ad avvicinarsi a Victoria in compagnia di Kate.

“Vic, non hai nemmeno sentito il prezzo stabilito per l’affitto!”

“Perché non ha nessuna importanza! Voglio dire, avete visto questo appartamento?! Qualsiasi sia il prezzo dell’affitto, credo che li valga tutti fino all’ultimo centesimo! La cucina è praticamente nuova! C’è il bagno di servizio! E tre camere da letto, così che ognuna di noi potrà avere la sua privacy e inoltre possiamo ospitare qualcuno un giorno! Non eravate voi a proporre a Fernando e gli altri di venirci a trovare?!”
“Beh, questo è vero ma siamo appena arrivate e non abbiamo ancora un lavoro!” disse Max.

“No fa niente, io ho i soldi per pagare! Mio padre mi ha intestato una carta di credito con una somma mooooolto generosa! Mi posso permettere anche di pagare l’affitto per qualche mese, così da poterci concedere tutto il tempo necessario per trovare un lavoro! Non vi dovete preoccupare di nulla!”

Le ragazze la guardarono poco convinte.

“Victoria, dovremmo essere in tre a prendere questa decisione di comune accordo!” disse Kate.

“Ragazze, vivremo nello stesso condominio di Timothy! Se nel caso avessimo bisogno di aiuto lui è qui! Questo è un vantaggio che va considerato! La casa è abbastanza grande da ospitarci qualcuno! Possiamo avere la nostra privacy! Abbiamo due bagni e poi la casa è ben messa! Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione! Bisogna valutare i pro e i contro!”

“Tu hai valutato solo i pro Victoria!” disse Max.

“E dove sarebbero i contro?! Il prezzo?! Solo quello?! Datemi una buona ragione per cui non dovremmo accettare! E poi dall’altra parte della strada avete visto cosa ci sono?!”

“Cosa?!” chiese Max.

“Bar, negozi e chissà quant’altro! A due passi ragazze!”

Alla fine le due ragazze si guardarono rassegnate. “E va bene Victoria, hai vinto!” dissero all’unisono.

“Brave, sapete che vi voglio bene?!” disse la ragazza entusiasta con un abbraccio veloce collettivo. Poi andò dall’uomo in cortile per avvisarlo della loro scelta.

 Così Mitchell, Timothy e Aaron che venne presentato alle ragazze, cominciarono a scaricare il furgone. Quando terminarono le ragazze ringraziarono Mitchell dell’aiuto e offrendogli di rimanere da loro per riposarsi, ma l’uomo declinò l’offerta decidendo di rimettersi subito in viaggio.


 
In tarda serata le ragazze erano nelle loro stanze da letto per disfare le valige. Donnie nel frattempo era a scorrazzare per casa.
 
Lauren era con i suoi amici visto che per quella sera, la sua ragazza era troppo impegnata a lavoro. Così passò la serata in loro compagnia, parlando con entusiasmo dell’evoluzione della sua storia con Chloe.

 
Steph era nel suo appartamento davanti alla tv seduta sul divano e a un tratto si rese conto che non vedeva Flerk da un po'. Ripensò alle parole di Shonei di averlo trovato sul pianerottolo. Dopo aver dato un'occhiata in casa e non riuscendo a trovarlo da nessuna parte, uscì dall'appartamento scendendo al piano inferiore. Quando arrivò all'ultimo scalino della gradinata, guardò nel corridoio e lo vide fermo davanti a una porta di un appartamento. Steph si avvicinò a lui di soppiatto afferrandolo da dietro tenendolo il più lontano possibile dal suo corpo per sicurezza, mentre le lui le soffiava contro.

"È ora di tornare a casa fuggitivo!"

Quando la ragazza svoltò l'angolo del corridoio salendo le scale, la porta dell'appartamento si aprì e qualcuno si affacciò credendo di aver sentito qualcosa. Non trovando nessuno fece un'alzata di spalle e tornò dentro.

 
Chloe stava servendo dei clienti al bar mentre chiacchierava con Asher. Nel frattempo Ian la guardava frustrato da quella situazione. Non sopportava di vederla in quel ruolo che sentiva suo da tempo. Si sentiva depredato da qualcosa che gli apparteneva. Ma aveva giurato a sé stesso che avrebbe trovato il modo di metterla fuori gioco con ogni mezzo pur di prendersi il posto che gli spettava di diritto.

 
Shonei stava guidando la sua macchina in compagnia di una delle sue solite conquiste, quando si accorse di un'auto che sembrava seguirle. Essendo buio non riusciva a distinguere il conducente alla guida. Continuava a guardare lo specchietto retrovisore mentre parlava con la ragazza al suo fianco. A un tratto Shonei decise che era meglio non andare ulteriormente in giro, nel caso fossero davvero inseguite.

"Che ne dici di andare a casa tua?" chiese Shonei alla donna.

"Penso che sia un'ottima idea! Tanto mio marito non tornerà a casa prima di domani sera. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo!" rispose la donna avvicinandosi pericolosamente a lei.

"Ok, ferma con quelle mani, sto guidando! Indicami la strada!"

 
Lauren tornò al suo appartamento mandando un messaggio della buonanotte a Chloe. La ragazza rispose scusandosi per non poter passare un po' di tempo con lei a causa del lavoro. Subito dopo la ragazza ricevette una chiamata da Daisy, la direttrice dell'ospedale in cui le capitava di lavorare.

"Daisy, ciao. Cosa succede? Non mi aspettavo una chiamata da te a quest'ora".

Rimase in ascolto del suo interlocutore. Poi disse: "Oh, beh è fantastico! Cosa?! Io?!"

Continuò ad ascoltare le parole della donna cambiando espressione. "Oh...  wow... ma quando?! Si, capisco!"

Lauren iniziò a passarsi una mano tra i capelli rimuginando su ciò che le era stato detto. "Si, forse è il caso che ne parliamo nei prossimi giorni! No, no, è solo che mi hai presa un po' alla sprovvista! Non mi aspettavo niente del genere! Comunque ne riparleremo presto! Grazie! Ok, buonanotte Daisy! Ciao!"

La ragazza chiuse la chiamata sedendosi sul divano passandosi le mani sul viso confusa. Non sapeva se era felice o meno della notizia che aveva appena ricevuto.

 
Shonei dopo aver parcheggiato si diresse in compagnia della donna verso l'entrata della casa di quest’ultima. Mentre camminavano Shonei si voltò a guardare verso la strada, rivedendo la stessa auto che sembrava aver smesso di seguirle. Invece era parcheggiata più indietro dalla loro posizione e con i fari che venivano spenti proprio in quel momento.

"Ma che cazzo! Aspettami un attimo qui!" disse alla donna dirigendosi a passo spedito verso l'auto.

A un tratto le luci dell'auto si riaccesero e cominciò a muoversi in retromarcia. Poi svoltò velocemente in una strada a destra scomparendo dalla sua vista. La ragazza si fermò con il gelo nel sangue. Aveva appena avuto la conferma che qualcuno le stesse seguendo. Ma chi era e cosa voleva, rimaneva un mistero. Pensò che forse era un investigatore privato assoldato per seguire gli spostamenti della donna e capire se tradisse suo marito. Infatti chiacchierando con la donna, Shonei aveva capito che tradiva spesso suo marito. Poteva essere questa la spiegazione più ovvia, ma di certo questo non la rassicurava affatto.
 
 
Timothy e Aaron bussarono all'appartamento delle ragazze. Kate aprì trovandoseli davanti con pizza e birra. "Vi offriamo la cena e da bere per festeggiare il vostro colpo di fortuna nell'aver trovato un appartamento in così breve tempo!" disse Timothy con entusiasmo.

"Entrare pure, perché ho fame da lupi e non ho voglia di preparare nulla" disse Kate sorridendo.

I ragazzi appoggiarono tutto sul tavolo. "Dove sono Max e Victoria?"

"Sono ancora nelle loro stanze a disfare le valige, me credo che avranno finito ormai. Ora le chiamo".

"Noi prepariamo la tavola nel frattempo" disse Aaron sorridendo, divertito dalla sguardo del suo amico verso la ragazza.

"Ok" rispose Kate dirigendosi prima nella stanza di Victoria. La porta era appena appannata. L'aprì facendo rumore e Victoria che aveva tra le mani la lettera si voltò di scatto nascondendola dietro alle sue spalle.

"Cosa c'è Kate?" chiese Victoria con un finto sorriso.

"Sono arrivati i ragazzi con pizza e birra per festeggiare".

"Oh, vi raggiungo subito".

"Va bene… è tutto ok Victoria?" chiese Kate perplessa.

"Ma certo".

"Ti aspettiamo" disse Kate uscendo dalla stanza.

Max era nella sua camera scartando l'imballaggio del suo ritratto fatto da Chloe. Lo osservò per un po' per poi appoggiarlo sulla scrivania. Pensò a David da cui non riceve più notizie da tre settimane. Si chiese a che punto fossero le sue ricerche.

"Max".

Max si voltò vedendo Kate sulla porta. "Kate".

"Ci sono i ragazzi di là, ci hanno portato la cena".

"Non male, ho una fame".

"Vieni?"

"Subito".

Kate annuì uscendo dalla stanza mentre Max si voltava a guardare ancora il suo ritratto. Poi si voltò dirigendosi fuori dalla stanza per raggiungere gli altri. Quando furono tutti insieme, Timothy fece un brindisi in onore delle ragazze.

"Ora prima di rimpinzarci alziamo in alto i bicchieri e facciamo un brindisi! Brindiamo al vostro arrivo a Portland e alla vostra nuova vita, affinché possiate realizzarvi e ottenere tutto ciò che desiderate! Ma soprattutto brindiamo ai momenti di spasso che avremo da questo momento in poi! Alla nostra!"

Tutti quanti fecero scontrare i loro bicchieri ridendo. E da quel momento in poi, niente sarebbe stato più lo stesso...

 

                                                                                                                                                   Continua…
 
   
 
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