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Autore: OrderMade96    20/10/2021    3 recensioni
Stiles e Derek stanno camminando nella Riserva quando la trovano.
La ragazza, deve avere qualche anno in più di Stiles secondo una loro prima occhiata, è riversa a terra tra le foglie secche del sottobosco.
Indossa solo un paio di jeans e un’anonima maglietta grigia, sporchi entrambi di fango. I lunghi capelli castani sono un disastro di nodi e ha diversi graffi arrossati a ricoprirle le braccia scoperte. Un livido fa capolino su uno zigomo, macchiando la pelle pallida del viso. Non sembra avere altre ferite a parte quelle.
“Dimmi che non è morta.” Implora Stiles, già rimpiangendo di essere uscito di pattuglia quella sera.
[...]
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Stiles e Derek stanno camminando nella Riserva quando la trovano.

La ragazza, deve avere qualche anno in più di Stiles secondo una loro prima occhiata, è riversa a terra tra le foglie secche del sottobosco. 

Indossa solo un paio di jeans e un’anonima maglietta grigia, sporchi entrambi di fango. I lunghi capelli castani sono un disastro di nodi e ha diversi graffi arrossati a ricoprirle le braccia scoperte. Un livido fa capolino su uno zigomo, macchiando la pelle pallida del viso. Non sembra avere altre ferite a parte quelle. 

“Dimmi che non è morta.” Implora Stiles, già rimpiangendo di essere uscito di pattuglia quella sera. 

Avevano avuto problemi con degli omega nelle ultime settimane, così Scott si era finalmente convinto ad istituire un servizio di ronda nel loro territorio. Controllavano la Riserva e la città giorno e notte, ma non erano ancora riusciti a rintracciare i lupi erranti. O erano molto furbi, oppure avevano qualcuno che li stava aiutando a nascondersi. Mercoledì avevano trovato un cadavere nella zona industriale, a pochi chilometri dal loft di Derek. Il corpo era stato abbandonato come un sacchetto dei rifiuti tra gli scarti di un cantiere. Non era mai una bella esperienza trovare un cadavere o doverne gestire le scartoffie. Non potete nemmeno immaginare la mole di documenti che comporta il ritrovamento di un corpo, soprattutto quando devi nascondere il coinvolgimento di forze soprannaturali nel delitto. Il padre di Stiles se ne lamentava ogni volta che succedeva. 

Derek si accovaccia accanto al corpo minuto della giovane, aggrottando le folte sopracciglia. “Sembra respirare.” Annuncia il lupo mannaro, tirando su con il naso. Stiles lascia andare un respiro di sollievo, ringraziando mentalmente la dea bendata. “Puzza di zolfo.” Commenta pensieroso subito dopo il lupo.

“Questo è strano.” Brontola il ragazzo, scambiandosi uno sguardo con lui.

Derek scrolla le spalle. “Potrebbe essere un utente magico.” Considera. 

“In quel caso non possiamo portarla in ospedale.” Sentenzia Stiles aggrottando la fronte. 

C’è un prurito sotto la pelle che lo mette in allerta, ma non ha tempo di interrogare il suo sesto senso ora. La priorità al momento è soccorrere la fanciulla svenuta.

“Dobbiamo portarla da Deaton.” Dichiara Derek sollevando la ragazza priva di sensi tra le braccia. 

Durante il tragitto verso la clinica veterinaria Stiles manda un messaggio collettivo al resto del branco, avvisandoli di raggiungerli appena possibile. 

Deaton li accoglie alla porta sul retro con il suo usuale sorriso pacato. 

"Cosa posso fare per voi stasera?" Domanda, notando un secondo più tardi il corpo stretto tra le braccia del lupo mannaro. "Portala dentro. Adagiala sul tavolo." Guida, spostandosi per fare loro largo. 

Il druido si prende il suo tempo per esaminare la ragazza, controllando lo stato delle sue ferite e facendo domande ai due giovani sul suo ritrovamento. Derek riferisce dell'odore di zolfo e il volto del veterinario tradisce un'improvvisa preoccupazione. 

"Avanti Doc, sputa il rospo." Esorta Stiles, seduto su una sedia in un angolo.

"L'odore di zolfo potrebbe essere riconducibile ad alcuni tipi di creature soprannaturali o a un utente magico, come ha già presunto Derek. Alcuni incantesimi lasciano traccia di quell'odore. È la tipologia di incantesimi in questione a preoccuparmi." Spiega Deaton, disinfettando i vari graffi che dipingono le braccia magre della giovane. 

"Di che tipo di incantesimi stiamo parlando?" Domanda Derek guardingo. 

"Maledizioni. Sottomissione e controllo. Evocazione." Illustra il druido, ponendo un cerotto su uno dei tagli più gravi, all’altezza della spalla. “I negromanti sono tra gli utilizzatori di incantesimi che presentano un forte odore di zolfo nel loro profumo per esempio.” 

Un gemito sfugge dalle labbra della giovane, interrompendo la conversazione e attirando la loro attenzione. 

La ragazza sbatte le ciglia e apre gli occhi. I suoi occhi blu rimbalzano sulle persone che la circondano, il battito cardiaco inizia ad accelerare in preda al panico. 

“Dove sono? Chi siete?” Domanda terrorizzata, scattando in piedi per scivolare nell’angolo della stanza opposto a loro. 

“Tranquilla. Nessuno ti farà del male.” Interviene Stiles, alzando le mani nel tentativo di calmarla. “Sono Stiles.” Si presenta, abbozzando un rassicurante sorriso. “Lui è Deaton. Si è preso cura delle tue ferite. Questo ragazzone qui invece è Derek. Ti abbiamo trovata priva di sensi nel bosco circa un’ora fa.” Continua, dando una pacca sulla spalla al lupo. Derek rotea gli occhi, salutando la giovane con un breve cenno del capo.

La ragazza analizza le nuove informazioni, guardando lo studio medico con un sopracciglio alzato. “E mi avete portata in una clinica per animali?”

“Avresti preferito andare in ospedale?” Interroga Derek facendo un passo avanti. “Non il luogo più adatto per quelli come noi.” Aggiunge, lasciando lampeggiare gli occhi. Blu elettrico gli attraversa le iridi per un istante. 

“Sei un lupo mannaro.” Sospira lei, sorpresa ma sembrando allo stesso tempo tranquillizzata dal gesto dimostrativo. 

“Sì. E Deaton è un druido. Sa come prendersi cura dei soprannaturali quando hanno bisogno di soccorso.” Spiega Stiles, lanciando uno sguardo cospiratorio al veterinario. 

Deaton sembra afferrare, sorridendo di rimando. “Me la cavo. Anche se solitamente lavoro meglio se so con chi o che cosa ho a che fare.” Ammette l’uomo, lasciando scivolare un’implicita domanda. 

“Sono una strega.” Dichiara la giovane, leggendo tra le righe. “Mi chiamo Evie.”

“Che ci facevi nel bosco, Evie?” Chiede gentilmente Stiles.

“Stavo scappando da dei cacciatori che non vedono l’ora di avermi morta.” Risponde la strega, esaminando lo stato delle proprie ferite. 

“Per quale motivo?” Spinge il ragazzo, annotando mentalmente le informazioni che sta accumulando. 

“Hanno bisogno di un motivo?” Ironizza lei, rivolgendogli un’occhiata derisoria. 

“Punto giusto.” Concorda Stiles con una risata. 

“Puzzi di zolfo.” Accusa Derek senza peli sulla lingua. 

La ragazza gli lancia uno sguardo velenoso. “Scusa se ho provato a difendermi e salvarmi il culo.” Ringhia sulla difensiva.

“Nessuno sta cercando di insinuare qualcosa, Evie.” Rassicura Stiles, una piccola bugia nascosta nelle sue parole. Derek stava palesemente insinuando qualcosa e Stiles è diffidente per natura. “Ma abbiamo già i nostri problemi a cui pensare. Dobbiamo essere sicuri di poterci fidare di te dal momento che sei nel nostro territorio e ti stiamo offrendo il nostro aiuto. Per cui la sincerità è ben gradita. Ricorda inoltre che Derek è un lupo mannaro e può capire se ci stai mentendo o meno.” Rende educatamente chiaro il ragazzo. 

Evie annuisce. “Mi sembra giusto.” 

Scott sceglie quel momento per entrare nella stanza, seguito da Malia, Lydia e Liam.

Stiles procede alle presentazioni, indicando Scott come il loro alpha. La giovane strega stringe educatamente la mano ad ogni membro del gruppo.

“Non aver paura. Rintracceremo i cacciatori e li convinceremo a lasciarti in pace.” Promette solennemente Scott dopo aver sentito la sua storia. 

“Come se non avessimo già abbastanza da fare.” Brontola contrariata Malia. 

“Cos’hai intenzione di fare ora?” Domanda Lydia, studiando la nuova arrivata con curiosità. 

“Al momento l’unica cosa che vorrei fare è una doccia.” Ammette schiettamente la strega arricciando il naso, facendoli ridere. 

“Dovresti rimanere con qualcuno del branco per il momento, sarebbe più sicuro. Derek ha una stanza libera.” Propone il loro alpha. 

“Scott!” Protesta prontamente Derek. 

Stiles alza gli occhi al cielo.

Scott fissa il beta con i suoi convincenti occhioni da cucciolo. Funzionano bene quanto la sua voce alpha, che solitamente sceglie di non usare. 

“Va bene. Può stare da me per il momento.” Concede Derek, rassegnato. 

Il branco ringrazia Deaton e lascia la clinica per raggiungere l’abitazione del lupo. 

La casa in cui si è trasferito si trova in una nuova zona residenziale, costruita al limitare della Riserva. Il lupo mannaro l’aveva acquistata quando aveva deciso di tornare a stabilirsi a Beacon Hills in pianta stabile. Il loft era ancora di sua proprietà, ma restava per lo più inutilizzato. Il vecchio attico spartano trascinava con sé troppi brutti ricordi del passato per essere sano abitarci. 

Una volta arrivati, Scott e Liam lasciano il resto del gruppo per iniziare il loro giro di ronda, al contrario di Lydia e Malia che decidono di fermarsi per offrire supporto emotivo alla ragazza. Stiles si chiude nella stanza di Derek non appena arrivano, telefonando a Chris Argent per metterlo al corrente dei cacciatori non autorizzati in città.  

Derek offre un cambio d’abiti alla strega, prestandole alcuni vestiti che Cora aveva lasciato l’estate scorsa quando era venuta a trovarlo. Dovrà assicurarsi di lavarli per bene prima di restituirli a sua sorella, la lupa non ama molto condividere le proprie cose con gli estranei.

Evie occupa il bagno per mezz'ora, uscendo linda e soddisfatta in una nuvoletta di vapore. 

“Hai fame? Derek sta preparando la cena.” Invita affabilmente Lydia, tamburellando su una sedia al suo fianco. “Allora, Evie. Raccontaci un po’ di te.” 

Derek dà le spalle al tavolo da pranzo, trafficando ai fornelli. 

“Cos’è, una sottospecie di interrogatorio malcelato?” Critica la strega, accettando però di sedersi al fianco della banshee. 

“Assolutamento no!” Esclama l’altra, sporgendo il labbro carnoso in un broncio, fingendosi ferita. “Sono solo curiosa. Sei la prima strega amichevole che incontriamo.”

“Solitamente preferiscono lanciare maledizioni a vista.” Commenta schiettamente Malia, dondolandosi sulla sedia. 

Evie ridacchia, pettinandosi i capelli ancora umidi con le dita. “Non avete incontrato molte streghe allora. Solitamente preferiamo ammaliare. Meno fatica e molti più benefici.” Asserisce, piegando le labbra rosee in un sorrisetto malizioso quando Stiles si avvicina al tavolo. 

“Che si mangia?” Chiede innocentemente il ragazzo, ignaro del discorso. 

“Spaghetti al sugo e polpette.” Informa Derek, controllando la cottura della pasta. 

Stiles e Malia gemono all’unisono alla notizia. 

La cena viene divorata voracemente mentre Evie parla loro di lei. 

La strega racconta di abitare a Kingsland, in Georgia. È figlia unica e i suoi genitori sono morti in un incidente d’auto quando era piccolissima. Da allora abita con una zia di secondo grado molto anziana, unica parente che ha ancora in vita. Frequenta dei corsi di studio online di economia e lavora part-time come cameriera in una caffetteria locale. Ha pochi amici e nessun ragazzo che le interessi in vista, perché diffida tendenzialmente delle persone da quando ha provato a rivelare la sua natura soprannaturale a un ragazzo di cui era innamorata e questo è quasi impazzito dallo spavento quando gli ha dato prova di quello di cui era capace. 

“Ho acceso il camino con uno schiocco di dita. Non mi sono mica fatta spuntare zanne e artigli.” Lamenta, facendo una palese battuta verso i lupi mannari, riuscendo a strappare una risata a Stiles.

I cacciatori l’avevano avvicinata mentre tornava a casa da un pub. Si era divisa dalle sue amiche per raggiungere la macchina, quando aveva notato di essere seguita. I due uomini, che tenta di descrivere da quello che ricordava, erano giovani. Il più vecchio doveva avere all’incirca l’età di Derek, indica, mentre il più giovane la sua età, anno più anno meno. Indossavano abiti comuni e vecchie giacche vissute, assomigliando a una coppia di collegiali o amici in uscita per una bevuta. L’avevano accerchiata e poi avevano tentato di pugnalarla con un coltello con strane incisioni sulla lama. Il più giovane dei due l’aveva afferrata alle spalle, mentre l’altro aveva tentato di colpirla al petto, ma lei era stata più svelta e agile, scivolando via per un pelo, correndo all’impazzata in direzione della macchina parcheggiata dietro al locale. Poi aveva guidato per miglia senza meta, sapendo solo di non poter tornare a casa perché altrimenti avrebbe messo a rischio la vita di sua zia.

Evie non sapeva come i cacciatori avessero capito che fosse una strega. Era sempre stata attenta ad utilizzare i suoi poteri lo stretto necessario e soprattutto tra le sicure quattro mura di casa. 

Quando era arrivata a Beacon Hills, si era fermata in un motel e aveva tentato di contattare sua zia. La donna non aveva risposto al telefono e lei aveva assunto il peggio, decidendo di nascondersi qualche giorno prima di prendere una decisione su cosa fare. I giorni si erano protratti in una settimana e doveva ringraziare di avere con sé la propria carta di credito, altrimenti non avrebbe saputo come pagare la stanza in cui temporaneamente alloggiava. Alla fine i cacciatori l’avevano trovata chissà come e lei era stata costretta a fuggire di nuovo, finendo a correre nei boschi come ultima risorsa, vagando disperata nella Riserva in cerca di un rifugio sicuro. 

“Probabilmente ti avranno trovata grazie alla chiamata che hai fatto.” Spiega Stiles, soppesando. “O frugando nei movimenti della tua carta.”

“È plausibile. Non è difficile rintracciare un cellulare al giorno d’oggi. O controllare dove è stata utilizzata l’ultima volta una carta di credito.” Concorda Lydia, aiutando Malia a sparecchiare. 

Le due ragazze se ne vanno subito dopo. 

Stiles resta per fare i piatti, sbadigliando tra un’insaponatura e un risciacquo. 

È stata una lunga giornata e le ore di sonno arretrate iniziano a farsi sentire. 

“Posso darti una mano?” Offre dolcemente Evie, spuntandogli al fianco. 

“Certo. In due faremo sicuramente prima. Io lavo e tu asciughi?” Suggerisce, allungandole un piatto gocciolante. 

La ragazza annuisce, prendendo un canavaccio. 

Nel giro di pochi minuti hanno finito e Stiles si regge in piedi a malapena. 

“Ragazzi, vado a casa. Ci vediamo domani mattina.” Annuncia, arrancando verso la porta. 

Evie non sembra molto felice di vederlo andare via. Lo saluta con un piccolo sorriso prima di rinchiudersi nella camera degli ospiti. 

“Ti accompagno alla macchina.” Decide Derek, seguendo Stiles fuori. 

Una volta lontani da orecchie indiscrete, Derek può finalmente lasciar trapelare i suoi sospetti. 

“Che ne pensi?” Chiede il lupo, appoggiandosi allo sportello della jeep azzurra.

“Non saprei, è presto per farsi un’idea.” Sospira Stiles stropicciandosi gli occhi. 

“Ti fidi di lei?” Domanda seriamente l’altro, lanciando uno sguardo sospettoso verso la finestra della camera da letto che sta attualmente occupando la ragazza. 

Le tende sono tirate, ma non sembra esserci nessuna figura nascosta nell’ombra ad origliare il loro discorso. 

“Sinceramente? Non molto.” Sbotta l’adolescente, aprendo la portiera della macchina per salire al posto di guida. “La storia che ci ha raccontato sembrava una favoletta triste ben riciclata.”

“Non ha mentito.” Riconosce Derek. 

Era stato attento per tutta la cena al battito cardiaco della strega.

“Ma potrebbe aver omesso molte cose.” Fa notare l’altro allacciandosi la cintura. “Sicuro che tu non voglia che resti a farti da spalla per la notte?” 

Derek scrolla le spalle con disinvoltura. 

“So badare a me stesso.” Asserisce. 

Stiles rotea gli occhi, mettendo in moto. 

“Cerca di non farti ammazzare, Sourwolf.” Saluta, ignorando il brontolio del lupo mannaro al soprannome. 

Quando torna a casa, si trascina con le ultime energie rimaste al piano di sopra, premurandosi di lasciare un post-it a suo padre in cucina per informarlo brevemente sulle ultime novità. 

Lo sceriffo lo avrebbe trovato quando sarebbe tornato dal suo turno in centrale, ma ne avrebbero parlato l’indomani, quando Stiles fosse stato di nuovo in grado di mettere due pensieri in fila. 

Collassa ancora completamente vestito sul suo letto, riuscendo a malapena a togliersi le scarpe ed impostare la sveglia sul cellulare prima di crollare a dormire. 

Al suo risveglio, un messaggio da parte di Parrish lo informava che era stato ritrovato un altro corpo, con evidenti segni di artigli su gola e gambe. 

“Odio la mia vita.” Geme lamentosamente Stiles, tirandosi a sedere sul letto. 

La casa è silenziosa. 

Suo padre deve già essere andato in centrale, si rende conto mentre barcolla in bagno. 

Gli invia un rapido messaggio facendogli sapere che lo raggiungerà tra poco. Si sarebbe concesso giusto una rapida doccia per togliersi di dosso la sonnolenza e l’odore di sudore. 

Quando arriva alla stazione di polizia, la prima cosa che nota è una Chevrolet Impala nera parcheggiata fuori. 

Due ragazzi, vestiti in giacca e cravatta, stanno scendendo dall’automobile discutendo tra loro. A prima vista potrebbero sembrare dei giovani agenti, ma non ad un occhio esperto come il suo. Il loro travestimento lo fa quasi sorridere.

Lascia Roscoe al suo solito posto nel parcheggio, avvicinandosi in fretta per non perderli di vista.

“Bella macchina.” Commenta nel tentativo di attaccare bottone. 

“Grazie.” Sorride pavoneggiandosi il più basso del duo, sicuramente il proprietario. 

Ha dei bei occhi verdi e labbra carnose, sfoggiando una corta barba curata sulla mascella squadrata. A Stiles ricorda in qualche modo Derek, forse a causa della sua aura da ‘maschio alpha’ o per il genere di macchina che guida. 

L’altro ragazzo è più alto e massiccio, ha un mezzo cespuglio di capelli castani simile al taglio di capelli che sfoggiava Scott nei loro primi anni di liceo e li precede, aprendo la porta.

“Ciao Elizabeth.” Saluta Stiles, rivolgendo un caloroso sorriso all’agente al centralino. “Oggi sei più bella del solito.” Cinguetta, scherzando con la sua vice preferita. 

“Se cerchi tuo padre, è nel suo ufficio.” Lo informa la donna, sorridendo divertita. “Come posso aiutarvi?” Continua, rivolgendo la sua attenzione ai due giovani uomini in completo.

“Agenti dell’FBI. Stiamo cercando una ragazza sospettata di omicidio.” Dichiara il più giovane mentre insieme mostrano i tesserini col distintivo. 

“Abbiamo ricevuto delle segnalazioni che fanno pensare sia in città.” Aggiunge l’altro, sorridendo amabilmente. 

Stiles si appoggia al bancone della reception, fischiando. “Amico, quelli sono i tesserini falsi peggiori che io abbia mai visto.” Sfotte apertamente. 

I due finti agenti si fissano, presi in contropiede. “Come prego?” 

“Andiamo, non fate i finti tonti. Non siete dell’FBI.” Sbuffa Stiles alzando gli occhi. 

“Occhio a come parli, ragazzino.” Avverte l’agente più anziano digrignando i denti.

Elizabeth preme un pulsante sull’interfono, allertando direttamente l’ufficio dello sceriffo.

La confusione avrebbe comunque presto iniziato ad attirare l’attenzione di tutta la stazione di polizia. 

“Per tua informazione, questo ragazzino è il figlio dello sceriffo. E sempre per tua informazione, il padre del mio migliore amico lavora nell’FBI. Se qualche agente fosse in città, lo sapremmo.” Sentenzia Stiles, rafforzando la propria accusa. 

“Probabilmente la comunicazione non deve esservi ancora arrivata.” Propone pacatamente come scusa l’agente più alto. 

“Un punto per te. Devi essere quello intelligente della coppia.” Concede Stiles derisorio. 

“Senti tu piccolo…” 

“Uscite.” Ordina Noah, apparendo alle spalle di suo figlio. “Uscite o sarò costretto ad arrestarvi per oltraggio a pubblico ufficiale, falsa attestazione e sostituzione di persona. Sono sicuro che potrò aggiungere qualcosa quando controlleremo le vostre fedine penali, una volta che sarete dietro le sbarre.” Intima severamente lo sceriffo.

“Ok, abbiamo capito. Ce ne andiamo.” Decide intelligentemente l’agente che Stiles aveva apostrofato come il cervello del duo, trascinando via l’altro che sta ancora attivamente folgorando con lo sguardo Stiles. 

Sì, pensa Stiles, gli ricorda decisamente Derek. 

“Quello si che è parlare.” Riconosce Stiles, alzando entrambi i pollici a suo padre. 

“So come fare il mio lavoro.” Gli ricorda Noah con un sorrisetto. 

Stiles sorride, seguendolo nell'ufficio per essere messo al corrente del nuovo caso. 

Non ha dubbi dopo aver osservato le foto del corpo, è opera di lupi mannari. 

“Passo a prendere Derek e controlleremo il luogo del ritrovamento del cadavere, sperando possa annusare una qualche traccia degli omega questa volta.” Informa il giovane, prima di congedarsi da suo padre, con una raccomandazione a mangiare sano per pranzo. 

Quando arriva a casa del lupo mannaro, Derek lo sta già aspettando in veranda. 

“Ehi, uomo lupo.” Saluta. “Dov’è Evie?” Chiede, non avendo effettivamente pensato a cosa fare con la strega mentre sarebbero stati via. 

“Ehi.” Saluta Derek, salendo nella macchina. “È con Malia. La terrà d’occhio finchè Scott non le darà il cambio.” 

Stiles annuisce, approvando la sua decisione. 

Purtroppo la speranza di Stiles di trovare una pista viene rapidamente infranta quando Derek arriccia il naso corrucciato, infastidito dall’assenza di odori sulla scena del crimine. 

“Siamo punto e a capo.” Sospira il ragazzo con frustrazione. “Non lo so, è come se ci stesse sfuggendo qualcosa.” 

Derek gli posa una mano sulla spalla in un gesto rassicurante. “Lo capirai.” 

“La tua fiducia nelle mie capacità mi emoziona.” Punzecchia giocosamente Stiles, ringraziandolo silenziosamente.  

“Dai andiamo. Dobbiamo dare il cambio a Peter.” Sprona Derek, ricordandogli il loro turno di pattuglia.

“Mi sorprendo ancora che abbia deciso di aiutarci.” Brontola Stiles, camminando verso l’auto.

Stiles probabilmente non si sarebbe mai fidato pienamente di Peter in vita sua, anche se doveva ammettere che a volte il lupo si rivelava una risorsa preziosa. 

Soprattutto quando decideva spontaneamente di collaborare con il branco. Cosa che accadeva più spesso ultimamente, da quando Malia e lui stavano cercando di costruire una qualche specie di rapporto familiare. 

“Ah, giusto. Credo di aver incontrato i due cacciatori di cui Evie ci ha parlato.” Comunica sovrappensiero Stiles, allacciandosi la cintura.

“E non hai pensato di dirmelo prima?” Rimprovera Derek con un ringhio. 

“Mi è sfuggito di mente.” Ammette sincero il ragazzo, mordendosi il labbro colpevolmente. 

“Dove?” Chiede il lupo. 

“Alla stazione di polizia, quando sono passato da mio padre. Si sono finti due agenti dell’FBI per chiedere informazioni.” Spiega.

“Sei sicuro che fossero loro?” Mette in dubbio Derek, aggrottando la fronte.

“No, a parte i loro falsi distintivi. Ma quante volte il mio intuito ha avuto torto?” 

Derek non può dargli torto. 

“Possiamo fermarci a prendere un caffè?” Implora Stiles, adocchiando come un drogato in astinenza l’insegna della caffetteria sul lato della strada. 

Derek sbuffa divertito ma non protesta alla richiesta. 

Quando escono dalla caffetteria, qualcosa mette immediatamente in allerta i sensi del lupo mannaro. 

“Tutto ok?” Domanda Stiles preoccupato, notando la tensione nelle spalle dell’amico. 

Derek non risponde, limitandosi a spingerlo verso la macchina mentre si guarda sospettosamente intorno nel parcheggio. 

Il primo lupo li coglie di sorpresa uscendo da dietro la jeep di Stiles. Il secondo, sbuca un istante dopo alle loro spalle, accerchiandoli e mettendoli in trappola. 

“Merda.” Impreca Stiles, lanciando il caffè al lupo di fronte a lui, usando la bevanda bollente come distrazione. 

Funziona - anche se sembra far incazzare ancor più il lupo furioso - permettendogli di scansarsi per lasciare che Derek si occupi di loro. 

Il lupo mannaro beta può fronteggiare tranquillamente i due omega fino all’arrivo di rinforzi. O almeno è quello che Stiles pensa. 

Quando Derek viene lanciato violentemente dall’altra parte del parcheggio e un gemito agonizzante gli raggiunge le orecchie, non ne è più tanto sicuro. 

“Derek!” Urla, accennando un passo fuori dal suo nascondiglio per raggiungere il lupo ferito. 

“Stai indietro!” Ordina perentorio Derek, riuscendo a rimettersi in piedi seppur ansimante.

C’è uno stridio di freni che accompagna l’arrivo di una familiare Impala nera. 

Stiles riconosce i due giovani cacciatori scendere dall’auto, imbracciando armi da fuoco.   

“Serve una mano?” Offre con un sorriso uno. 

L’altro, quello che Stiles trova somigli a Derek - e che ora indossa anche una giacca di pelle come solitamente fa il lupo mannaro - non si fa pregare e spara il primo colpo contro uno dei due lupi avversari. 

Gli omega decidono di battere in ritirata quando si rendono conto di essere in inferiorità numerica. 

Nella confusione del momento però, i cacciatori hanno rivolto le armi anche contro Derek.

“Allontanatevi dal mio lupo.” Ringhia minacciosamente Stiles, sollevando la sua fidata mazza da baseball di metallo. 

I due uomini lo fissano per un momento, non sembrando molto impressionati, ma abbassano lo stesso le armi indietreggiando di un passo. 

“Tutto ok?” Domanda con preoccupazione Stiles, raggiungendo rapidamente Derek.

Il lupo mannaro annuisce, mettendosi prontamente tra il ragazzo e i due cacciatori. 

“Che cosa volete?” Abbaia, squadrandoli con lo sguardo. 

“Informazioni. Stiamo cercando qualcuno.” Dichiara il cacciatore più giovane. 

“E ti aspetti che aiuteremo dei cacciatori?” Deride apertamente Derek. 

“In realtà? No.” Ammette il cacciatore con un piccolo sorriso divertito. “Mi chiamo Sam Winchester. Lui è mio fratello Dean.” Presenta. “Stiamo seguendo le tracce di una strega che è riuscita a sfuggirci a Kingsland.” 

“Perché la state cercando?” Chiede Stiles, pronto a confrontare le informazioni che riceverà con il racconto di Evie. 

“Perchè è una pazza omicida.” Risponde senza mezzi termini Dean. 

“Oltre che posseduta da un demone. Il che la rende ancor più pericolosa.” Aggiunge Sam.

Stiles e Derek si scambiano uno sguardo angosciato.

“Mettiamo per ipotesi che ti crediamo.” Accenna il ragazzo. “Cosa farete una volta trovata la ragazza?” 

“Ucciderla?” Sbuffa sarcasticamente Dean, come se fosse ovvio. 

“Ed ecco perché non possiamo andare d’accordo.” Sentenzia con finalità Stiles.

“Dean non ha torto.” Si affretta a chiarire Sam, venendo in aiuto del fratello. “La ragazza è già morta. Il demone sta usando il suo corpo come semplice contenitore.” 

“Mi sembra solo una buona scusa con cui giustificare la sua uccisione.” Accusa il ragazzo. 

Sam sospira, massaggiandosi il collo. “Senti, non pretendo che tu ci creda. Ma hai dimostrato di essere un ragazzo intelligente. Hai visto quei due lupi mannari. Chi credi li stia aiutando?”

Stiles si mastica il labbro, analizzando la situazione. 

Una strega potrebbe facilmente occultare le tracce di qualcuno con un incantesimo e questo spiegherebbe come mai il branco non sia ancora stato in grado di rintracciare gli omega. Poi c’era da tener conto dello strano odore di zolfo che Derek aveva detto di aver annusato su Evie. Stiles aveva letto in uno dei loro bestiari che i demoni - e di conseguenza la possessione demoniaca - erano spesso accompagnati dall’odore di zolfo, quasi fosse un promemoria del luogo da cui essi provengono. 

Ma Evie respirava, il suo cuore batteva e, seppur lui non si fidasse di lei, non poteva fidarsi nemmeno di due cacciatori sconosciuti. 

“Non posso prendere una decisione da parte del nostro branco.” Dichiara Stiles, facendo un passo avanti. “Parlerò con il nostro alpha e decideremo il da farsi. Chiederemo anche a Chris Argent di confermare le vostre affermazioni. È un cacciatore, fa parte di un’antica famiglia e gestisce l’area seguendo il Codice, saprà sicuramente se state mentendo. Fino ad allora, potreste evitare di causare disordini?” Dispone con un sorrisetto strafottente, allungando una mano in un’offerta di tregua. 

Sam annuisce con una mezza risata, stringendogli la mano. “Per noi va bene.” Concorda.

“Sam!” Protesta Dean, guardandolo allibito. “Si faranno ammazzare!”

“Tranquillo, sappiamo badare a noi stessi.” Lo informa una voce alle loro spalle. 

I due cacciatori sobbalzano, girandosi di scatto con le armi alzate. Peter è appoggiato a un pickup, ghignando divertito. 

Stiles e Derek lo avevano notato avvicinarsi quando Stiles aveva sollevato la mazza contro i due cacciatori. 

Era bastata una frase mezza mugugnata da Stiles, quando Derek lo aveva nascosto dietro di sé, per ordinare al lupo di non attaccare ma invece aspettare per capire le intenzioni dei cacciatori. Peter era riuscito a sentire il comando come se gli fosse stato rivolto ad alta voce, grazie al suo super udito, fermandosi contro la macchina in attesa di intervenire se necessario. 

“È stato dietro di noi per tutto questo tempo?” Domanda Sam a bassa voce al fratello. 

“Non lo so, Sammie.” Risponde Dean, pronto ad usare la pistola. 

“Suvvia, manteniamo la calma. Se avessi voluto attaccarvi lo avrei fatto da tempo.” Sbuffa annoiato il vecchio lupo mannaro. “Inoltre, non avete appena stipulato una tregua con il ragazzo?” Ricorda con sfacciata impudenza.

I Winchester desistono ad ingaggiare battaglia, lasciando a Stiles l’indirizzo del motel in cui alloggiano e il cellulare a cui rintracciarli. 

“Commenti sui nostri nuovi amici?” Domanda Stiles ai lupi una volta che i cacciatori se ne sono andati. 

“Non stavano mentendo.” Asserisce con sicurezza Derek.

“Confermo ciò che dice il mio caro nipote. Quei due ragazzi sembravano molto sinceri.” Sostiene Peter. 

Stiles sospira con frustrazione, maledicendo la sua vita. 

“Dobbiamo tornare in fretta a casa tua.” Stabilisce guardando Derek.

Peter si offre di andare ad informare Chris Argent personalmente e così lo lasciano andare via. 

È fermo a uno stop quando Stiles si accorge che Derek lo sta guardando in modo strano.

“Che c’è?” Sbuffa, arrossendo per l’intensità di quegli occhi cristallini dal colore indecifrabile. 

Verdi? Azzurri? Grigi? Stiles non è mai riuscito a stabilirlo negli anni. 

Il tuo lupo?” Cita Derek con malcelato divertimento, ripetendo le parole che il ragazzo aveva rivolto poco prima ai cacciatori.

“Ero nel panico, ok?” Brontola l’altro, evitando il suo sguardo. 

“Mi piace come suona.” Afferma con finta disinvoltura il lupo mannaro.

Se c’era un buon momento nella vita di Stiles per rimanere senza parole, era quello.

Ormai era chiaro come il sole che si stavano girando intorno da tempo. Il loro flirt era palese a tutti, come la tensione sessuale irrisolta che traspariva ad ogni loro battibecco, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a fare il passo decisivo per portare il loro rapporto dal livello ‘siamo solo amici e ci salviamo il culo a vicenda’ a ‘amico, dovresti davvero fottermi, possibilmente più di una volta e poi coccolarmi finchè non ci addormentiamo nel bagliore postcoitale’.

Stiles perciò è sorpreso che Derek abbia deciso di fare quel passo proprio ora. 

Derek sembra soddisfatto di essere riuscito a togliergli la capacità di parlare. 

“Togliti quel sorrisetto compiaciuto dalle labbra prima che lo faccia io.” Mugugna Stiles lanciandogli un’occhiataccia.

Il sorriso del lupo si fa solo più grande. “Sai, dovresti invitarmi almeno ad un appuntamento prima di fare certe affermazioni.” Allude.

“Non è una discussione che affronteremo in macchina quando i nostri amici sono potenzialmente in pericolo mentre credono di star facendo da baby-sitter a una strega in difficoltà.” Ribatte severamente Stiles. 

“Possiamo discuterne a cena.” Suggerisce il lupo, lasciando scivolare una chiara proposta sul tavolo. 

“Sei serio?” Il ragazzo risponde, sbigottito. “Mi stai davvero chiedendo di uscire quando non sappiamo nemmeno se arriveremo a fine giornata?!” 

Derek aggrotta la fronte, ascoltando il battito accelerato del suo cuore. “Perché sei improvvisamente così isterico?” 

Stiles stringe le mani intorno al volante, tirando un profondo respiro per calmarsi.

“Scusa.” Deglutisce pesantemente, evitando colpevolmente il suo sguardo. “La faccenda della possessione mi rende… suscettibile, credo.” Ammette con un filo di voce.

Derek gli appoggia una mano sul ginocchio, facendogli capire che non ha bisogno di aggiungere altro. 

Ora riesce a vedere cosa lo ha improvvisamente turbato. 

Se Evie fosse stata davvero posseduta e ci fosse stata anche solo una speranza per salvarla, la sua situazione sarebbe stata molto simile a quella in cui si era trovato Stiles con il Nogitsune. 

La ragazza, una volta liberata dal suo indesiderato ospite, avrebbe dovuto convivere con le proprie colpe per il resto della sua vita come aveva imparato a fare Stiles. 

Il discorso viene accantonato perché il telefono di Stiles squilla nella tasca dei suoi jeans. 

“Ehi Scott, che succede amico?” Domanda il ragazzo, rispondendo. 

“Gli omega sono qui.” Avvisa l’alpha. 

Derek ringhia sul sedile del passeggero, in risposta alla notizia.

“Dimmi cosa sta succedendo.” Incita Stiles, spingendo a tavoletta sull’acceleratore.

“Nulla, per ora. Si stanno nascondendo tra gli alberi al limitare del bosco.” Illustra Scott.

Almeno questo avrebbe concesso loro il tempo di raggiungerli. 

“Come si sta comportando Evie?” Domanda con finta naturalezza Stiles. 

Non era sicuro di cosa fosse capace una strega posseduta e per quanto ne sapevano poteva star origliando la loro conversazione in questo momento. 

“Spaventata?” Risponde incerto Scott. “Malia le ha detto di chiudersi nella stanza degli ospiti e usare la polvere di frassino che tieni sempre qui per sigillare porta e finestra fino al vostro arrivo.” Aggiunge.

“Merda.” Inveisce l’umano. 

“Ho sbagliato qualcosa?” Chiede con confusione il lupo mannaro. 

“No, Scott. Avete preso la decisione migliore.” Rassicura l’altro. “Se non fosse che io e Derek abbiamo avuto una illuminante conversazione con i due cacciatori che la stanno cercando, dove ci hanno informati che potrebbe essere posseduta da un demone.” Espone irritato. 

“Merda.” Impreca l’alpha.

“Ben detto amico.” Concorda Stiles con un piccolo sorriso. 

“Vado a rompere la barriera.” Avverte Scott, passando il cellulare a Malia.  

Rompere barriere era una specie di abilità segreta che Scott aveva sbloccato diventando un vero alpha. La polvere di frassino da sola poteva tenere fuori da una stanza un beta o un normale alpha, ma non lui. 

“Stiles?” Pronuncia la coyote mannara, richiamando la sua attenzione. 

“Cosa?” Sospira, sapendo già che non gli piacerà quello che Malia sta per dire.

“Scott non riesce a rompere la barriera.” Annuncia lei. 

“Che vuol dire che non ci riesce? Lo ha sempre fatto!” Sbotta lui scioccato. 

"Beh, in questo caso non può.” Ribadisce Malia, un rumore di legno che va in frantumi sottostante la sua voce. “Anzi, credo che dovrebbe smetterla di provarci, visto che è stato appena sbalzato contro il tavolino da caffè di Derek.” 

“Lo avevo appena acquistato!” Lamenta Derek di fianco a lui. 

“Non fate nulla. Siamo quasi arrivati.” Ordina Stiles.

“Ok.” Concede la ragazza, chiudendo la chiamata. 

Ma quando arrivano è già troppo tardi. La finestra della stanza è aperta e di Evie e gli omega non c’è più alcuna traccia. 

 

***

 

“Perchè è così difficile trovare quel dannato Nemeton?!” Protesta animatamente Dean, calpestando il fogliame secco che ricopre il terreno della riserva. “Dovrebbe essere facile, visto che si tratta di un fotturo albero gigante.”

Lui e Sam stavano cercando il Nemeton da giorni, controllando ogni angolo oscuro della Riserva, ma dell’albero che era descritto nel diario di loro padre non c’era la minima traccia. Dean era quello più frustrato tra i due, come sempre. 

Il tempo a loro disposizione era agli sgoccioli e la città sembrava protetta da un gruppo di adolescenti e lupi mannari che probabilmente stavano nascondendo Evie, dandole asilo senza riuscire a vedere il pericolo nascosto sotto il proprio naso. 

Di questo passo la strega posseduta sarebbe riuscita a compiere il rito per cui era venuta in città, scatenando il caos generale e un considerevole numero di morti. 

“Pensi sia stata una buona idea non dirgli quello che il demone sta cercando di fare?” Esprime i suoi dubbi Sam, ignorando le continue lamentele del fratello. “Probabilmente sarebbero stati più propensi ad aiutarci se gli avessimo detto il reale rischio che corrono.”

“Sam, ricordi com’era la tua vita prima che venissi coinvolto in tutto questo?” Ribatte Dean, puntandogli la luce della torcia in faccia. “Pensi che quei ragazzi riuscirebbero a gestire di sapere che il mondo sta per finire a causa dell’Apocalisse?” 

“Sembrano gestire abbastanza bene i loro problemi.” Borbotta il fratello minore.

“Lo facevamo anche noi prima, quando dovevamo limitarci a combattere lupi mannari, spettri, wendigo e tutta la lista di creature soprannaturali che i bestiari racchiudono, tralasciando Inferno e Paradiso.” Ricorda il fratello maggiore. “A volte l’ignoranza è il regalo migliore che la vita possa darci.” Mormora quasi, facendosi strada tra le felci.

Continuano la loro perlustrazione fino all’alba, quando la stanchezza si fa sentire e gli stomaci brontolano per il cibo. 

Non possono fare molto altro per ora, se non tornare al loro motel per riposare e rifocillarsi. Avrebbero potuto seguire i due ragazzi quella mattina, quando erano intervenuti nello scontro con gli altri lupi, ma provare ad essere discreti quando inseguivi dei lupi mannari era praticamente impossibile. Soprattutto quando sapevano della tua presenza nel loro territorio. 

Ma non avrebbero dovuto aspettare molto per avere loro notizie. 

Il telefono di Dean squilla mentre cerca di divorare in santa pace un grasso doppio cheeseburger. 

“Pronto?” Risponde scontrosamente con la bocca piena. 

“Ehi amico, sono Stiles. Quindi potremmo aver bisogno di un piccolo aiuto.” Dichiara una voce giovanile che non riconosce. 

“Cosa diavolo è uno Stiles?” Esclama il cacciatore, aggrottando la fronte. 

“Me. Sai, ragazzo magro, figlio dello sceriffo, camicia di flanella… quello con il lupo mannaro.” Sospira il ragazzo al telefono.

Il cervello di Dean ha bisogno di qualche secondo per processare le informazioni. Sam può quasi vedere gli ingranaggi lavorare mentre suo fratello arriva alla realizzazione. 

“Oh! Lasciami indovinare, la stronza ve l’ha fatta.” Sfotte con un ghigno. 

“Posso quasi vedere il tuo sorriso compiaciuto.” Sbuffa Stiles, roteando gli occhi. “Sì, Evie se n’è andata e non abbiamo idea di dove si nasconda ora. L’abbiamo cercata per ore, ma è difficile seguire le tracce di qualcuno dotato di incantesimi che cancellano l’odore o chissà quali altre stregonerie.”

“Aspetta, hai detto che la state cercando da ore?” Ripete Dean alzando un sopracciglio. 

“Si beh… se n’è andata verso pranzo.” Ammette esitante l’altro. 

“E hai pensato di chiamarci solo ora?!” Rimprovera severamente Dean. 

“Senti, stavamo aspettando di avere tutte le informazioni per decidere se fidarci o meno di voi. Sappiamo per esperienza come funzionano le possessioni e non ve l’avremmo mai consegnata se avessimo pensato che ci fosse stata una possibilità di salvarla, invece che ucciderla.” Gli rende presente il ragazzo. 

Dean non può negare a se stesso di apprezzare la sua lealtà. 

“Quindi ora vi fiderete di noi e ci lascerete fare il nostro lavoro?” Chiede sbrigativo. 

“Collaboreremo insieme per catturarla.” Informa Stiles. “MA non la uccideremo. Proveremo un esorcismo. Se abbiamo ragione noi, la ragazza si libererà del demone e potrà tornare alla sua vita. Se avete ragione voi…” 

“Vi ritroverete con un cadavere da dover seppellire.” Finisce per lui Dean. “Credo sia un buon compromesso.” Concorda, anche se avrebbe reso il loro compito di fermare il rituale più arduo. 

Si danno appuntamento tra due ore. 

Stiles lascia loro un indirizzo e Sam lo controlla sul suo portatile. 

“È una clinica veterinaria.” Riferisce al fratello, un po’ sorpreso. 

Dean scrolla le spalle. "Forse devono fare il richiamo dell’antirabbica."

"Battute sui cani... Davvero, Dean?" Lo giudica Sam, lanciandogli un'occhiata appassita. 

Dean sogghigna divertito, andando a farsi una doccia prima dell'incontro. 

Visto che non aveva abbastanza tempo per un sonnellino, tanto valeva non puzzare.  

Quando arrivano alla clinica, il proprietario li accoglie con un sorriso pacifico, facendoli accomodare nella stanza sul retro. 

Il branco di adolescenti - e non solo - li sta già aspettando. 

“Ragazzi, loro sono Dean e Sam.” Presenta Stiles, indicandoli con una mano. 

I cacciatori salutano con un cenno del capo, sentendosi al pari di prede sotto l’intensità di tutti quegli occhi puntati su di loro. 

“Io sono Scott, l’alpha del branco.” Il primo a farsi avanti per presentarsi è un ragazzo con la mascella storta e un caloroso sorriso. 

“Non sei un po’ giovane per essere un alpha?” Deride sfrontatamente Dean con un sorrisetto.

“Disse il cacciatore di mezza età in procinto al pensionamento.” Lo prende in giro Sam, cercando di mitigare i modi sgarbati di suo fratello. “Piacere di conoscerti, sono Sam. Ignora Dean, diventa molto fastidioso quando non dorme abbastanza.”

“Sammie!” Contesta Dean oltraggiato. 

Una bella ragazza dai capelli biondo fragola ride di loro. 

“Siete davvero una bella coppia.” Li apostrofa, presentandosi come Lydia.

“È mio fratello!” Fa notare Dean, storcendo la bocca in una smorfia. “Perché tutti pensano sempre che siamo una coppia?” Sbuffa offeso.

“Forse perché ti comporti spesso come una fidanzata isterica.” Rimprovera l’altro cacciatore, rivolgendo la sua attenzione a conoscere il resto del gruppo. 

Il branco non è composto solo da lupi mannari, scoprono. 

Lydia è una banshee, Stiles umano, Chris Argent è un cacciatore, Malia una coyote mannara e Deaton, il veterinario che ha aperto loro la porta, un druido e ex emissario. 

“Siamo un branco non molto convenzionale.” Ammette Scott, sembrando orgoglioso di ogni membro. 

“Ora che le presentazioni sono state fatte, possiamo concentrarci sul problema?” Stiles richiama l’attenzione della stanza, fissando lo sguardo sui due cacciatori. “Abbiamo bisogno di tutte le informazioni che potete darci su Evie. In particolar modo sui suoi poteri e possibili punti deboli.”

“E sul demone in generale.” Aggiunge il signor Argent. “La mia famiglia non si è mai occupata direttamente di loro, perciò la nostra conoscenza in materia è alquanto limitata.” 

“Se possibile inoltre, vorrei anche sapere su che basi affermate con assoluta sicurezza che un esorcismo sarà inutile per aiutare la ragazza.” Interpella Deaton, sembrando prendere totalmente le difese della strega. 

“Una cosa alla volta.” Sorride amichevolmente Sam, tirando fuori dalla giacca quello che sembra un quaderno rilegato. “Le nostre conoscenze sul mondo soprannaturale vengono tutte per lo più da esperienze dirette. Anche per noi la caccia è una professione di famiglia. Nostro padre ci ha addestrato sin da bambini e ha raccolto informazioni in questo diario di ogni creatura che abbia mai incontrato o di cui abbia sentito parlare.”

“Alcune si sono rivelate dicerie.” Specifica Dean, prima che qualcuno metta in dubbio la veridicità di ciò che è scritto all’interno del libro. “Ma la maggior parte di loro ci ha salvato la vita in più di un’occasione.”

Sam poggia il diario sul tavolo di metallo, aprendolo sulla sezione che tratta di demoni e possessione, lasciando che il gruppo lo esamini.

Stiles è il primo a fiondarsi sopra di esso. 

“Oh mio dio, questo diario è come il Sacro Graal dei bestiari.” Geme il ragazzo estasiato. “Quando tutta questa storia sarà finita, vi chiederò sicuramente di poter trascrivere il contenuto.”

“Nessun problema.” “Scordatelo.” Dicono in coro i due cacciatori. 

Sam lancia uno sguardo di traverso a suo fratello. 

“E va bene, d’accordo! Quando troveremo la strega e se sopravviveremo per raccontarlo, potrai copiare tutte le dannatissime informazioni che vuoi.” Concede Dean. 

Sempre se non se ne fossero andati via dalla città prima che potesse farlo. 

Stiles sorride raggiante per il permesso. 

“Qui spiega come compiere un esorcismo.” Rende noto Lydia, indicando la pagina giallastra. “Dice anche che i demoni possono usare come tramite un cadavere oltre che un essere umano vivo.”

“Esatto. I più potenti e antichi non hanno problemi a possedere un corpo privo di vita. Soprattutto se appena morto.” Illustra Sam.

“Reso più facile se tale corpo appartiene a un possessore di magia.” Constata il druido, esternando una sua riflessione.  

“Come fate però a dire con certezza che sia morta?” Domanda Derek, fissando sospettosamente i due cacciatori da un angolo della stanza. 

“Perchè l’abbiamo vista morire davanti ai nostri occhi.” Rivela Dean, stringendo le mani intorno al bordo del tavolo fino a far sbiancare le nocche. 

Tutti i lupi nella stanza possono dire dal battito cardiaco del cacciatore che non sta mentendo. 

È allora che Sam racconta come hanno conosciuto Evie.

Il vero nome della strega è Vera. L’avevano conosciuta in un bar a Kingsland, in Georgia. La ragazza li aveva avvicinati chiedendo loro aiuto, pur sapendo che fossero cacciatori e gli fosse sempre stato ripetuto di diffidare di essi per il suo bene. 

Lei credeva che sua zia, la donna che l’aveva cresciuta dopo la morte dei suoi genitori, fosse stata posseduta da un’entità maligna. Nonostante fosse una strega, non aveva mai praticato la sua magia così a fondo da poter esserne certa o decidere di intervenire contro il demone. 

Dean e Sam avevano accettato di aiutarla, seguendola a casa. 

Lì la situazione era velocemente andata in discesa. 

La zia di Vera si era rivelata realmente posseduta. Non era la prima volta che affrontavano un demone, ma questo era forte e li aveva messi rapidamente all’angolo. Si era preso gioco di loro, lasciando che la donna di cui possedeva il corpo fosse cosciente mentre strangolava la nipote con le proprie mani. 

Vera era diventata così una delle tante vite che non erano riusciti a salvare. 

La rabbia per le lacrime sul viso dell’anziana signora aveva dato ai due cacciatori quella carica in più per riuscire a contrattaccare. Dean era riuscito ad immobilizzare il demone così da permettere a Sam di recitare l’esorcismo. Lo spirito infernale aveva iniziato a defluire dal corpo in una nube di fumo nero, ma Evie si era ribellata usando i suoi poteri all’ultimo secondo e aveva interrotto il rituale, fuggendo con il corpo di Vera. 

E in seguito era arrivata a Beacon Hills. 

“Quindi non ci ha mai davvero mentito.” Deduce Lydia, tormentandosi un’unghia dipinta.

“Non proprio. Si è presentata a voi con il suo nome demoniaco e ha utilizzato i ricordi della ragazza per ingannarvi con una versione abbastanza accurata degli eventi. Almeno dal suo punto di vista.” Delucida Sam. “Inoltre, può controllare il battito del cuore che possiede. Non avreste potuto distinguere una bugia nemmeno volendo.” 

“Non capisco però. Perché ha deciso di prendere il controllo di due lupi mannari e fare di loro le sue marionette, se è così potente? Perché si è fermata a Beacon Hills in primo luogo?” Si domanda Stiles ad alta voce, cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle. 

C’era ancora qualcosa che gli stava sfuggendo, ne era sicuro. 

Quelle erano le domande a cui i cacciatori non avrebbero voluto rispondere. 

“Ecco…” Sam guarda suo fratello, cercando di convincerlo tacitamente a rivelare loro la verità. O almeno una parte di essa. 

I lupi mannari avrebbero comunque captato la menzogna se avessero deciso di rispondere che non avevano idea di quale fosse il motivo che aveva convinto il demone a fermarsi in città. 

Dean sospira rudemente dal naso, rassegnandosi a metterli al corrente del pericolo incombente. 

“Crediamo che abbia tutto a che fare con il vostro Nemeton.” 

Un silenzio teso cala nella stanza. 

“Spiegati meglio.” Ordina quasi Scott. 

La spiegazione del rituale che erano sicuri Evie volesse mettere in pratica alla prossima luna piena e le sue dirette conseguenze, scatena lo sgomento generale. 

“Odio quel dannato albero. Anche da moncone morto quale è continua a dare problemi.” Impreca Stiles accasciandosi su una sedia. 

Dean e Sam ora capiscono perché non erano riusciti a rintracciare la dannata pianta. Si erano concentrati sulla ricerca di un grosso albero, non di un vecchio ceppo. 

“Che si fa?” Domanda Malia corrucciata. 

Stiles si massaggia le tempie, pensando. 

“Esiste qualche incantesimo in grado di schermare la presenza del Nemeton per renderlo introvabile?” Domanda, rivolgendosi a Deaton ma anche ai cacciatori, perché la loro conoscenza non era da sottovalutare.

“Intendi una specie di barriera occultante?” Chiede Sam, incuriosito dalla sua idea. 

Se Evie non fosse riuscita a trovare il Nemeton al momento giusto per compiere il sacrificio, l’albero magico sarebbe rimasto un semplice albero magico, piuttosto che trasformarsi in un portale per gli inferi con il quale il demone avrebbe richiamato i suoi simili sulla terra.

Anche se i Winchester avrebbero preferito distruggere direttamente ciò che restava della pianta, nonostante non sapessero nemmeno se fosse realmente possibile. 

Oltre ad esserci il rischio che non fosse sufficiente ad eliminare anche la magia che ormai impregna la terra su cui si erge l'intera città. 

Deaton soppesa per lunghi minuti la domanda posta da Stiles, sfogliando assorto il diario dei cacciatori. 

“Penso di poter ideare qualcosa che faccia al caso nostro.” Afferma, studiando con particolare attenzione alcune pagine del diario. “Ma mi ci vorranno due giorni.”

“La luna piena è tra tre.” Ricorda austeramente Derek.

“Hai un piano migliore?” Stuzzica sarcasticamente Stiles. 

Derek gli ringhia contro ma a malincuore deve scuotere la testa. 

“Bene, aspetteremo allora che Deaton faccia la sua magia. Per ora l’unica altra cosa che possiamo fare è tenere d’occhio il Nemeton. Possiamo organizzare turni di guardia mentre altri di noi cercano ancora di rintracciare Evie e i suoi cani da guardia.” Stiles espone come suo piano.

Dean ride per la battuta, guadagnandosi lo sguardo contrariato del resto della stanza.

“Voi due andrete sicuramente d’accordo.” Sentenzia Sam, giudicante.

Derek sospira rassegnato, concordando tacitamente con lui.

 

***

 

“Quindi, l’Inferno e il Paradiso sono una cosa?” Chiede Stiles riempiendosi la bocca di patatine fritte.

“Visto che i demoni esistono? Direi di sì.” Risponde Sam, cercando di essere il più vago possibile sull’argomento. 

“E una volta morti, la nostra anima deve per forza andare in uno dei due?” Domanda ancora il ragazzo, inarrestabile. 

I due cacciatori fanno spallucce, evitando di rispondere. 

Stiles, hanno imparato rapidamente, è un ragazzo davvero intelligente e fin troppo curioso. 

Ha iniziato a interrogarsi su molteplici questioni da quando è venuto a conoscenza del piano del demone Evie e di conseguenza dell’esistenza dell’Inferno. 

Negli ultimi due giorni li ha tartassati senza sosta in cerca di risposte, mettendo a dura prova la poca pazienza di Dean e la capacità elusiva di Sam. 

Hell is empty and all the devils are here.” Borbotta il ragazzo, guadagnandosi uno sguardo interrogativo da Derek, seduto di fianco a lui. “È una citazione di William Shakespeare.” Spiega, agitando una mano.

Derek rotea gli occhi, ormai rassegnato a non riuscire a comprendere il flusso di pensieri della mente di Stiles. 

“Merda! Andrò sicuramente all’inferno!” Geme lamentosamente il ragazzo, giunto ad un’improvvisa realizzazione. 

“Nah. L’inferno è posto per ben altro genere di persone.” Dichiara Dean con insolita sicurezza.

“Fidati, finirò sicuramente lì.” Ribadisce Stiles preoccupato, ripensando agli innumerevoli peccati di cui pensa di essersi macchiato in vita sua.

Omicidio compreso. 

“Stiles, non finirai all’inferno.” Rassicura con sicurezza Derek. “Se c’è qualcuno che si merita di finire all’inferno qui, quello sono io.” Aggiunge gravemente. 

“Amico, tu non meriti assolutamente di andare all’inferno.” Protesta l’altro, dandogli una gomitata nel fianco. “Sei probabilmente una delle persone che lo merita di meno che io conosca.”

Un lieve rossore fa capolino sulla punta delle orecchie del lupo mannaro al complimento nascosto tra le parole di Stiles. 

“Non chiamarmi amico.” Brontola, nascondendo il proprio imbarazzo dietro i propri modi burberi.

I fratelli Winchester si scambiano uno sguardo, sorridendo divertiti dal piccolo teatrino. 

“Quello è Parrish?” Interroga Stiles, sporgendosi dal divanetto per vedere meglio il vicesceriffo in fila alla cassa. 

Il vice sta ordinando due doppi cheeseburger con patatine, bibite annesse. 

“Parrish, ti ho visto! Dove pensi di andare con quelli?!” Esclama veementemente, alzandosi scompostamente per raggiungerlo prima che l’agente possa sfuggirgli. 

Se pensa di portarli in centrale e condividerli con un certo sceriffo, si sbaglia di grosso. 

“È sorprendente come quel ragazzo pelle e ossa tenga per le palle praticamente l’intera città.” Complimenta sarcasticamente Dean, osservando il ragazzino rimproverare il vicesceriffo. 

Derek sorride concorde, spiegando loro che Stiles si preoccupa - anche troppo - della salute di suo padre e vieta a chiunque di portargli di nascosto cibo grasso o non approvato, come quello dei fast food. 

“C’è qualcosa di più grande in corso, vero?” Domanda Derek, ora che Stiles non è a portata di orecchio. 

“Che vorresti dire?” Risponde Dean, appoggiando i gomiti sul tavolino.

“So che state ancora nascondendo qualcosa. Anche Stiles lo sospetta.” Accusa il lupo mannaro, fissandoli con durezza. “Voglio solo sapere se si tratta di qualcosa di umanamente fronteggiabile.” 

Avevano affrontato nemici soprannaturali di ogni genere e pericoli inimmaginabili, riuscendo a cavarsela in ogni situazione, anche se spesso per un soffio. Altre volte avevano dovuto sacrificare una vita per portare a casa la vittoria. Se qualcosa di ineluttabile era alla porta... allora forse sarebbe stato meglio esserne all’oscuro?

Dean ghigna ironicamente. “Se non lo fosse?” 

Derek si prende un momento di riflessione. 

Lancia uno sguardo a Stiles, considerando come il ragazzo avrebbe reagito se avesse avuto finalmente risposta ai propri dubbi. Probabilmente si sarebbe arrovellato in cerca di una soluzione, fino a consumare se stesso. 

C’è sempre una soluzione. Ripeteva sempre Stiles. 

Ma Derek non aveva mai avuto la sua stessa sicurezza. 

“Allora sarebbe meglio tenere tutti all’oscuro e lasciarci vivere le nostre vite.” Decide il lupo.

I due cacciatori non possono che essere d’accordo. 

 

***

 

Quella sera Deaton li informa di aver finito di elaborare l’incantesimo.

Il rituale escogitato dal druido non è complesso di per sé. 

Lydia e Stiles, come membri umani o magici del branco, sarebbero stati quelli a doversene occupare.

Avrebbero circondato il Nemeton con uno speciale tipo di cenere di montagna mista a sale, imbevuta in olio santo proveniente da Gerusalemme, recitando contemporaneamente lo stesso antico incantesimo, sia in latino (la lingua usata per combattere i demoni) che in gaelico (la lingua usata dai druidi e quella interconnessa all’antica magia del Nemeton). 

L’incantesimo avrebbe nascosto la presenza dell’albero magico, permettendo però ai due ragazzi che avevano lanciato il sortilegio di trovarlo qualora fosse stato necessario. Invece il cerchio di cenere magica sarebbe servito da ulteriore protezione, in caso Evie malcapitatamente fosse riuscita a rintracciare l’albero. Se il demone avesse provato a sorpassare la barriera di sale, l’olio contenuto nella cenere avrebbe preso fuoco - uccidendola si sperava - mentre la cenere di montagna di per sé avrebbe tenuto alla larga i lupi mannari al suo comando. 

Sembrava un buon piano, almeno su carta.

Il branco decide di riunirsi nella Riserva al più presto per mettere tutto in pratica. Alla luna piena manca un solo giorno, non hanno tempo da perdere.

Scott, Malia, Liam e Peter si sparpagliano nei dintorni del Nemeton, in allerta nel bosco contro qualsiasi possibile interferenza da parte dei loro nemici, mentre Derek, Dean, Sam e Chris Argent restano di guardia a Lydia e Stiles che dovranno occuparsi del rito. 

“Sicuro di riuscire a recitare correttamente tutto?” Domanda Sam, osservando i due ragazzi tracciare la barriera intorno al vecchio moncone dell’albero magico. 

“Il mio latino è abbastanza buono.” Rassicura Stiles con una scrollata di spalle. 

Passare le ultime due estati a tradurre bestiari in quella lingua era servito pur a qualcosa. 

“E il suo gaelico?” Snobba Dean, sollevando un sopracciglio in direzione della banshee. 

“Eccellente.” Ammette orgogliosamente e con sicurezza Stiles.

Lydia rivolge al cacciatore un sorrisetto infastidito, apostrofandolo con tranquilla malizia come un coglione, pronunciando una frase in perfetto celtico che lascia il maggiore dei Winchester a bocca aperta. 

E un po’ eccitato, se Dean deve ammetterlo.

I due ragazzi si posizionano ai lati opposti del cerchio tracciato a terra, aprendo le braccia. Chiudono entrambi gli occhi, iniziando a recitare la litania, scandendo lentamente parola per parola. 

Il silenzio che cala nella piccola radura è carico di tensione e l’aria intorno ai due giovani prende a vibrare di magia. 

Nessuno degli altri presenti osa muoversi, affascinato dall’immagine del grande ceppo che lentamente comincia a sbiadire dinanzi i loro occhi. 

Ululati si alzano dalla foresta, mettendoli in allerta. 

Rumori dal bosco li avvertono che qualcosa è rapidamente in avvicinamento.

“Pensate a concentrarvi.” Richiama il signor Argent verso i due giovani, imbracciando il fucile. 

Derek ringhia, passando alla sua forma beta, pronto allo scontro. 

“Demone o lupo?” Domandano i due giovani cacciatori, fiancheggiandolo. 

Il lupo mannaro annusa l'aria, acquattandosi in una posizione difensiva. 

“Lupo. E non è un omega.” Riferisce, riconoscendo il luccichio di due occhi rossi in avvicinamento. 

L’alpha irrompe nella radura con un ruggito, lanciandosi senza esitazione contro Derek, riconoscendolo come l’ostacolo maggiore da abbattere. 

I due lupi si battono con violenza in un groviglio di arti, artigliando e squarciando ogni centimetro di pelle a portata dei loro denti e artigli.

“Merda.” Impreca Dean, cercando di prendere la mira con la pistola per non colpire il lupo alleato.

“Da quando ha il controllo di un alpha?” Chiede con apprensione Chris, riuscendo ad assestare un colpo alla spalla dell’alpha. 

“Non credo sia il momento giusto per porci la domanda.” Ribatte Dean, sparando alla gamba del lupo. 

L’alpha afferra Derek e lo scaglia con violenza contro un albero. Il suono di ossa che vanno in frantumi fa sobbalzare i due ragazzi intenti nel rituale.

I tre cacciatori prendono a scaricare contro l’alpha gli interi caricatori delle loro armi. I loro proiettili non sono carichi di strozzalupo, perché non mirano ad uccidere i lupi soggiogati da Evie, ma dovrebbero riuscire comunque a rallentare l’alpha. Se non fosse che il lupo sembra insolitamente forte e resistente ai loro attacchi. 

L’alpha sorride loro perfidamente, mentre i suoi occhi rossi mutano al nero finché due pozze di oscura tenebra li stanno fissando derisori. 

Il lupo afferra facilmente il fucile dalle mani di Chris, usandolo come una mazza sulla testa dell’uomo. Il cacciatore cade a terra privo di sensi. 

“Sammie, prova ad esorcizzarlo!” Sbraita Dean, estraendo il pugnale curdo capace di uccidere i demoni. 

L’alpha sobbalza in riconoscimento all’arma stretta nella sua mano. 

“Potrebbe interferire con il loro incantesimo!” Protesta l’altro Winchester, lanciando un’occhiata preoccupata ai due ragazzi alle sue spalle. 

“Fallo e basta!” Intima suo fratello, utilizzando l’arma per tenere a bada il lupo mannaro avversario. 

Non gli piace l’idea di ucciderlo se non necessario, ma è pronto a farlo a mali estremi. 

Mentre Sam rimugina, l’alpha riesce ad afferrare il braccio di Dean, torcendolo finché il cacciatore non molla la presa sul pugnale magico, lanciando un grido di dolore. 

“Fottiti!” Ringhia il giovane cacciatore con le lacrime agli occhi, cercando di prendere a pugni il lupo mannaro con la mano libera.  

Derek corre in suo aiuto, sanguinante e ansimante, riuscendo nonostante le ferite a liberarlo. Afferra l'alpha, affollandolo a terra con il proprio corpo. 

Sam si decide finalmente ad intervenire, intonando le parole dell'esorcismo. 

“Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanica potestas...”

Spasmi contorcono il corpo del lupo mannaro posseduto mentre una nube di fumo nero inizia ad uscirgli dalle orbite degli occhi. Il demone però è potente ed ostinato, aggrappandosi al corpo della bestia soprannaturale con tutte le proprie forze. 

L'alpha riesce a liberarsi dalla presa di Derek, scagliando nuovamente il lupo in aria, questa volta contro il cacciatore che sta cantilenando l’esorcismo. 

Senza nessuno a sbarrargli la strada, il lupo posseduto si avvicina a Stiles che si sta sforzando di concentrarsi sulle ultime frasi del rituale, ignaro dell'incombente pericolo. 

Gli occhi del ragazzo sono chiusi strettamente e piccole gocce di sudore gli imperlano la fronte per lo sforzo. 

Una mano artigliata cala verso di lui. 

Dean non ci pensa due volte, apparendo alle spalle del lupo mannaro per pugnalarlo. 

Un lampo di luce si irradia dal corpo del lupo, accecando i presenti. 

Il corpo senza vita stramazza al suolo nello stesso istante in cui le ultime parole del rituale vengono pronunciate. 

“È fatta.” Dichiara Stiles aprendo gli occhi, fissando allibito il cadavere del lupo ai suoi piedi e successivamente correndo da Derek, che sta ancora cercando di tirarsi a sedere da terra. “Stai bene?” 

Il lupo sorride stancamente, annuendo. 

Le ferite di un alpha sarebbero guarite più lentamente di quelle inferte da un beta, ma sarebbe stato bene nel giro di qualche ora.

Stiles tira un sospiro di sollievo, ma controlla ogni ferita per sicurezza, mentre Lydia aiuta il più giovane dei Winchester a rimettersi in piedi. 

Il resto del branco li raggiunge poco dopo, seguito dai due lupi che avevano creduto erroneamente degli omega. 

Nessuno di loro sembra ferito gravemente, anche se i loro vestiti sono ridotti a brandelli e sporchi di sangue. 

I beta scivolano silenziosamente oltre il piccolo gruppo, inginocchiandosi vicino al corpo del terzo lupo, piangendo la triste dipartita del loro amato alpha.

Scott rassicura gli altri che non devono più temerli, perché i lupi ora sono completamente in sé e enormemente dispiaciuti per tutto quello che sono stati costretti a fare. 

Uccidere e quindi esorcizzare il loro alpha doveva averli liberati dal fascino della strega posseduta.

“Non è giusto.” Piagnucola Scott osservando la triste scena, stringendo rabbiosamente i pugni. 

“Non avevo altra scelta.” Si giustifica Dean. “Non si può sempre salvare tutti.” Dice quasi a se stesso, ribadendo la dura lezione che la vita gli ha insegnato. 

Scott digrigna i denti, abbassando lo sguardo. 

“Il rituale ha funzionato?” Domanda Liam curioso, facendosi avanti. 

“Dimmelo tu. Riesci a vedere il Nemeton?” Incita Stiles, facendo un segno con il braccio verso i dintorni. 

L’adolescente scuote la testa. 

Ai suoi occhi, nella piccola radura ci sono soltanto i suoi amici, i due cacciatori e i lupi dell’altro branco. 

Del moncone del grande albero non c'è alcuna traccia.

“Perfetto.” Sorride trionfante Stiles, voltandosi verso Derek. “Tu.” Indica ficcando un dito nel petto muscoloso del lupo mannaro. Derek alza un sopracciglio, sorpreso. “Io e te abbiamo una cena in sospeso.” Dichiara il ragazzo con un sorrisetto malizioso, sorprendendolo. 

Le orecchie di Derek si accendono di rosso.

“Finalmente.” Esultano simultaneamente Lydia e Malia. 

Il resto del gruppo ride serenamente. 

“Pensi sia opportuno abbassare la guardia con Evie ancora a piede libero?” Interroga Derek, borbottando imbarazzato mentre tutti stanno uscendo dalla Riserva.

“Fanculo quella stronza. Continuando ad aspettare il momento giusto di questo passo non avremo mai il nostro appuntamento.” Espone con frustrazione Stiles. “Possiamo approfittare di questa piccola vittoria, che ne dici ragazzone?” Incita con un movimento allusivo delle sopracciglia. 

Derek alza gli occhi, sbuffando una risata. “Va bene.” 

 

***

 

“Stai bene.” Commenta Noah, osservando suo figlio con affetto. 

Stiles sta cercando di abbottonare la camicia che ha deciso di indossare per l’appuntamento con Derek, rimbalzando da un punto all’altro della stanza come una pallina da tennis impazzita.

“Forse dovrei mettere una cravatta?” Soppesa ad alta voce il ragazzo, sistemandosi il colletto. 

Si ferma di fronte al lungo specchio sulla parete, fissando il proprio riflesso nervosamente. La camicia nera con colletto e polsini grigi gli calza alla perfezione, tendendosi nei punti giusti, evidenziando le spalle larghe, i bicipiti tonici e la vita stretta. I jeans gli fasciano le lunghe gambe snelle come una seconda pelle, mettendo in risalto la pienezza del suo sedere. Probabilmente sarebbero stati un tormento più tardi se i due ragazzi avessero deciso di ‘riscaldare l’atmosfera’

L’ultima occasione in cui aveva indossato qualcosa di diverso da una t-shirt o una tuta era stato durante il suo apprendistato con l’FBI a Quantico. È diventato strano indossare abiti con i quali sarebbe difficile correre o difendersi in un combattimento. 

“Pensi che l’occasione lo richieda? Dove ti sta portando?” Chiede lo sceriffo, rendendosi partecipe. 

“Non lo so! Derek è stato tutto enigmatico e evasivo quando ho provato a chiederglielo.” Brontola l’altro, lanciando via la cravatta rossa che stava provando. 

Forse quella blu sarebbe meglio? O un papillon? 

“E se inizio a parlare senza sosta e lo annoio?” Rimugina Stiles preoccupato. 

“Non è quello che fai già?” Ironizza suo padre, appoggiandosi alla porta con un sorriso amorevole. 

“Grazie papà. Proprio il commento che serviva alla mia scarsa autostima.” Sbuffa il figlio, roteando gli occhi. “È solo che non voglio rovinare tutto in partenza.” Ammette in una timida confessione, mordendosi nervosamente il labbro.

“Stiles, figliuolo.” Lo sceriffo lo raggiunge, posandogli una mano sulla spalla. “Conosci Derek da cosa… tre anni?” Il ragazzo annuisce, ascoltando attentamente le parole del padre. “Vi conoscete ormai da anni, avete già condiviso con l’altro il meglio e il peggio di voi stessi. Passate la metà del vostro tempo a guardarvi le spalle a vicenda, coperti di sangue o con i vestiti fatti a pezzi. Cosa che non apprezzo molto per mio figlio, ma non siamo qui per discutere delle mie lamentele come genitore. Credi che a Derek importi davvero cosa indossi, o se parlerai troppo stasera, o qualsiasi altra cosa il tuo cervello riesca a pensare, oltre al condividere del tempo con te che non coinvolga qualche sorta di pericolo mortale?” 

Stiles sospira pesantemente, sentendo la tensione racchiusa nel suo corpo allentarsi. 

“No.” Concorda col genitore, accennando un piccolo sorriso grato. “Grazie papà. Ti voglio bene.”

“Ti voglio bene anche io, ragazzo.” Risponde Noah, abbracciando il figlio strettamente. “Vado ad aspettare il nostro ospite di sotto.” Dichiara, allontanandosi verso la porta. 

“Sai che la minaccia di sparargli sarà inutile, vero?” Ricorda divertito il ragazzo, voltandosi verso lo specchio per sistemarsi i capelli ribelli. 

“Chris Argent mi ha prestato dei proiettili wolfbane per l’occasione.” Informa lo sceriffo con un sorrisetto perfido. 

Nessuno gli avrebbe tolto il piacere di fare ‘il discorso’ al suo possibile futuro genero. 

Stiles ride, scuotendo la testa. Non voleva essere nei panni di Derek. 

Il rumore della finestra che si apre attira la sua attenzione. 

“Troppa paura di affrontare mio padre, Sourwolf?” Prende in giro, convinto che a strisciare furtivamente nella sua stanza sia il lupo mannaro che sta aspettando.

Quando si volta, si pente immediatamente di aver abbassato così tanto la guardia, raggelando nel riconoscere Evie, in piedi a meno di un metro di distanza da lui. 

“Pap-” Sta per urlare un avvertimento per suo padre al piano di sotto quando una piccola mano gli viene premuta fermamente contro la bocca e unghie appuntite lo afferrano intorno alla gola, spingendolo contro la porta chiusa. 

“Una parola e ucciderò sia te che lui.” Avverte il demone in una chiara minaccia. 

Il ragazzo annuisce, facendogli capire che ha recepito. 

“Bene.” Cinguetta la strega. “Ora sii un bravo ragazzo e vieni con me senza fare troppe storie. Tu ed io abbiamo qualcosa di cui discutere.” Afferma, avvolgendo entrambi in una nube di fumo scuro. 

Derek bussa alla porta dell’abitazione degli Stilinski, deglutendo pesantemente. 

La scorsa notte aveva dormito poco o niente, rigirandosi per ore tra le lenzuola, eccitato ma allo stesso tempo terrorizzato per l’appuntamento con Stiles. 

Il rapporto che ha con il ragazzo è uno dei pochi legami sani che è riuscito a coltivare negli anni e la preoccupazione di rovinarlo aveva riempito i suoi sogni di incubi. Cora aveva dovuto sopportare le sue paranoie per due ore al telefono quella mattina e Malia aveva minacciato di strappargli la lingua se avesse continuato a blaterare sciocchezze quando era passata per recuperare una cosa che aveva lasciato a casa sua.  

Noah gli apre la porta con il suo usuale sorriso amichevole, invitandolo ad entrare. 

Derek non manca di notare la pistola appesa alla sua cintura. 

“Stiles sta finendo di vestirsi.” Spiega lo sceriffo quando il lupo si guarda intorno in cerca del ragazzo. 

Derek annuisce, seguendo il signor Stilinski in salotto. 

C’è qualcosa di strano però, nota con i suoi sensi soprannaturali, non prestando particolare attenzione a quello che lo sceriffo gli sta dicendo. Nella casa può sentire solo un altro battito cardiaco escluso il suo. 

“Sicuro che Stiles sia di sopra?” Domanda insospettito il lupo. 

Lo sceriffo chiude la bocca, fissandolo seriamente. 

“Sì. Si stava finendo di preparare.” Assicura. Il lupo mannaro annusa, sgranando gli occhi. “Figliolo, cosa c’è che non va?” 

Derek schizza su per le scale, aprendo con uno schianto la porta della camera di Stiles, trovando la stanza completamente vuota. 

Il familiare odore di zolfo impermea l’aria. 

“Dannazione!” Impreca, sentendo il panico farsi strada nel cuore. 

“Dov’è mio figlio?” Chiede lo sceriffo, guardandolo spaesato. 

“Evie deve averlo preso.” Spiega il lupo senza indorare la pillola, pensando velocemente a cosa fare. 

C'era un unico posto dove il demone avrebbe potuto portare Stiles. 

La luna piena sarebbe sorta a breve, doveva muoversi alla svelta. 

“Chiama Scott. Digli di contattare i Winchester e correre con il branco al Nemeton.” Ordina, togliendosi la giacca di dosso mentre scende le scale.

“Che cosa hai intenzione di fare?” Richiama lo sceriffo, osservando meravigliato il giovane uomo privarsi uno ad uno dei vestiti, trasformandosi nel giro d’un battito di ciglia in un grosso lupo nero. “Derek! Non agire d’impulso!” Urla dietro al lupo, guardandolo sfrecciare fuori dalla porta per allontanarsi in direzione della foresta. 

Intanto, nella Riserva, Evie sta cercando di convincere uno Stiles recalcitrante a collaborare. 

“Avanti Stiles, non fare il difficile. Sai bene che potrei usare il tuo cadavere e i tuoi ricordi per arrivare facilmente al Nemeton. Ti sto mantenendo in vita per pura magnanimità.” 

“Mi stai mantenendo in vita perché ti serve qualcuno da sacrificare per compiere il tuo inutile rituale, altrimenti mi avresti ucciso già da tempo.” Ribatte veementemente il ragazzo, venendo strattonato rudemente attraverso il bosco in cerca dell’albero magico. 

Il demone ride, sembrando ugualmente deliziato e frustrato dalla sua ostinata persistenza. “Giusta osservazione. Sei un ragazzo intelligente, è per questo che mi piaci così tanto. Ma potrei sempre ucciderti nuovamente una volta raggiunto l’albero.” Fa notare con disinvoltura. 

Stiles aggrotta la fronte, perplesso dall’affermazione. “E funzionerebbe anche con un corpo già morto?” 

Evie risponde con una scrollata di spalle. “Le forze dell’universo ignorano certe sottigliezze.” Chiarisce.

Quella non era una buona notizia per lui. 

“Moriresti anche tu.” Ricorda il ragazzo, nella vaga speranza di spaventarla. 

“Una volta che il varco sarà aperto, potrò tornare quando voglio. E verrò acclamata come un eroe dai miei fratelli e sorelle.” Rassicura il demone, ghignando orgogliosamente. 

“Quindi è per questo che lo fai? Per la gloria?” Domanda Stiles per prendere tempo. 

È sicuro che gli altri lo troveranno presto, deve solo dare loro il tempo sufficiente per trovarli. 

“Tu non hai idea di come sia là sotto.” Rimprovera Evie, stringendo la presa sul braccio del giovane fino a lacerare la stoffa della camicia, attingendo piccole gocce di sangue vermiglio dalla carne. “Ma forse lo scoprirai presto.” Fa le fusa, afferrandolo nuovamente per il collo. 

Il bacio che ne consegue è inaspettato e lo coglie impreparato. 

Stiles combatte, cercando di allontanare il demone da sé quando comprende cosa sta cercando di fare, ingoiando il senso di colpa nel ferire il corpo della strega innocente nel processo. 

Ma è tutto inutile. 

Il cadavere vuoto di Vera cade a terra e gli occhi del ragazzo si tingono di oscurità. 

“Una barriera di cenere di montagna, olio santo e sale? Una mossa interessante devo dire. Anche se mi sento un po’ offesa di essere stata sottovalutata in questo modo.” Dichiara il demone, gustando il suono della voce del ragazzo intorno alle parole che lasciano la sua bocca.  Fruga nei suoi ricordi, dirigendosi con sicurezza dove si trova il Nemeton. 

“Un demone in grado di possedere un cadavere senza vita, richiamare i suoi simili, nascondere la presenza di tre lupi mannari e teletrasportarsi… pensi che mi farò fermare da questo?” Deride, sentendo la coscienza del ragazzo agitarsi sotto la pelle. 

Quando il demone raggiunge il Nemeton, un grande lupo nero li sta aspettando a difesa dell’albero magico. 

“Devi avere davvero un ottimo olfatto per essere riuscito a trovarmi così in fretta.” Si complimenta con il licantropo, applaudendo beffardamente. “Oppure sei particolarmente bravo a seguire l’odore di questo ragazzo?” Sorride, avanzando verso di lui con sfrontata sicurezza, sapendo perfettamente che il lupo mannaro non oserà attaccarla finché sarà al sicuro nel corpo di Stiles. 

Derek emette un suono a metà tra un guaito e un ringhio ammonitore. 

“Andiamo, Derek. So che non gli faresti mai del male.” Deride Evie.  

“Lui no forse. Ma noi sì.” Dichiara una voce fuoricampo. 

Una freccia colpisce il suolo tra di loro, emettendo un lampo di luce.

“Bastardi!” Grida il demone, strofinandosi gli occhi feriti. 

Derek gli salta addosso, placcandolo a terra mentre Dean li raggiunge e cerca di avvolgere una spessa catena di ferro intorno al corpo del ragazzo posseduto. 

“Pensate di tenermi a bada con così poco?” Ringhia inferocito il demone, ignorando la pelle delle mani che sfrigola a contatto con il metallo quando strattona la catena per liberarsi. “I vostri trucchi non saranno sufficienti a fermarmi.”

Sam si avvicina alle loro spalle per lanciare contro il ragazzo dell’acqua santa, mancando il tiro nella confusione della lotta e finendo con il colpire Derek negli occhi, accecando momentaneamente il lupo. 

Evie riesce a liberarsi approfittando della distrazione, lanciando via il cacciatore e afferrando il lupo intorno alla gola con una stretta ferrea delle braccia, strangolandolo. 

Sam estrae il pugnale, preparandosi ad agire se necessario. 

Il resto del branco arriva in quel momento, ritrovandosi davanti la scena surreale. 

Derek guaisce lamentosamente in affanno, cercando di comunicare con lo sguardo a Scott di non preoccuparsi per lui, ma di convincere i cacciatori a non uccidere Stiles. 

Non sarebbe potuto vivere con il rimpianto di non essere riuscito a salvare nemmeno lui. G

li occhi dell’alpha brillano di comprensione e un barlume di speranza si accende nel petto del lupo mentre la vista si fa sfocata per la mancanza di ossigeno. 

È sicuro sia giunta la sua ora, ma improvvisamente le braccia del ragazzo spariscono dal suo collo e Derek può tornare a respirare.

“No! Dannazione, stattene buono!” Inveisce contro se stesso il demone. 

Il corpo di Stiles viene scosso da quelle che sembrano convulsioni sotto lo sguardo terrorizzato dei suoi amici. 

“Scott! Ora!” Urla il ragazzo, sembrando per un secondo tornare padrone di se stesso. 

L’alpha e il branco si muovono senza esitazione, immobilizzando l’amico a terra. 

Sam e Lydia intonano all’unisono il testo sacro dell’esorcismo, lasciando che il demone si divincoli inutilmente tra gli artigli dei lupi.

“Non finisce qui, mi avete sentito?! Questo è solo l’inizio! Potete fermare me, ma non fermerete mai Lui.” Abbaia rabbiosamente Evie prima di abbandonare il corpo di Stiles e venire rispedita all’Inferno. 

 

***

 

“Sicuri di voler già ripartire?” Domanda Stiles, grattandosi le fasciature sulle mani. Le bruciature lasciate dallo scontro stanno guarendo bene ma prudono da matti. 

“Il lavoro chiama. Abbiamo cose che non vedono l’ora di essere cacciate e uccise.” Ironizza Dean, caricando il bagagliaio dell’Impala. “Inoltre, non crediamo di essere molto simpatici al tuo alpha ora. O al tuo ragazzo lupo.”

Stiles lancia uno sguardo verso Derek. 

Il lupo mannaro è appoggiato contro la sua auto con le braccia incrociate. 

“Puoi biasimarli? Non credo stareste simpatici nemmeno a me se aveste cercato di uccidere il mio migliore amico... o la persona che amo.” Dichiara sfacciatamente, incrociando lo sguardo del lupo con un sorriso, sapendo perfettamente che può sentirlo nonostante la distanza. 

Derek sgrana gli occhi in un’espressione comica alla sua dichiarazione, facendolo ridere. 

Dean sbuffa una breve risata, scuotendo la testa. 

“Ma posso comprendere il motivo per cui l’avreste fatto.” Aggiunge Stiles, rivolgendosi nuovamente al cacciatore. “Nessun rancore.” Promette il ragazzo. 

I Winchester lasciano Beacon Hills nel giro di pochi minuti, tornando alla loro personale battaglia contro l’Apocalisse imminente. 

Stiles ora è al corrente di tutto. 

Essere stato posseduto gli ha permesso di scavare tra i ricordi di Evie, trafugando importanti informazioni sull’inevitabile futuro a cui il genere umano sta andando incontro. 

Quando aveva ripreso conoscenza nel proprio letto, era quasi impazzito rendendosi conto di quanto impotenti tutti loro fossero contro un pericolo di tale portata. 

Un intero branco di lupi mannari era a malapena riuscito a gestire un demone di medio livello, figuriamoci un’armata infernale. 

Derek e suo padre avevano dovuto combattere faticosamente per calmarlo, guidandolo lentamente fuori dall’attacco di panico che gli stava togliendo il fiato. 

I fratelli Winchester gli avevano poi spiegato il resto della storia, mettendo ordine nei frammenti di informazioni che era riuscito a carpire. Il loro racconto non era servito molto a tranquillizzarlo, quanto a farlo giungere a una triste rassegnazione. 

Quella non sarebbe stata la loro battaglia da combattere. 

Questa volta avrebbero giocato da bordo campo, vivendo le loro vite come se nulla fosse.

Attendendo il verdetto finale. 

“Vuoi tornare a casa?” Domanda Derek, girando la chiave d’accensione della Camaro. 

Stiles scuote la testa. “Mio padre non sarà a casa fino a sera e non voglio stare da solo. Portami da te.” 

Il lupo mannaro annuisce comprensivo e parte. 

“Non ti avrei lasciato solo comunque.” Assicura con uno sguardo amorevole. 

Stiles sorride, ricambiando il suo sguardo. “Lo so, ma tu hai un letto più comodo e grande del mio.” Aggiunge in un’allusione. 

Derek rotea gli occhi. 

“Stiles, non faremo nulla finché non sarai completamente guarito.” 

“Ho solo le mani ferite, Der. La mia bocca funziona benissimo.” Dichiara astutamente il ragazzo, nascondendo un sorriso. 

Derek emette un verso strozzato, premendo troppo rudemente il piede sul freno a uno stop, scatenando le risate del compagno. 

Forse non avrebbero potuto fare nulla per cambiare il loro futuro, ma si sarebbero goduti ogni istante del loro presente.




Note dell'autrice:
Anche questa storia fa parte di quelle scritte per il COWT-11. Ho trovato giusto qualche minuto per rileggerla e postarla. E' il mio primo crossover in assoluto, spero vi piaccia!

 
   
 
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