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Autore: turnersgroupie    21/10/2021    1 recensioni
"𝘕𝘰𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘳𝘦𝘴, 𝘯𝘰𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘳𝘦𝘴 𝘵𝘰 𝘺𝘰𝘶."
Quando iniziarono quelle parole a perdere significato? Dalia non sapeva darsi una risposta.
Quella voce che una volta era stata capace di placare ogni tempesta, era diventata la causa scatenante della tempesta stessa.
Ma Dalia non aveva intenzione di rinunciarci. Non aveva intenzione di rinunciare a lui.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Altri, Matt Helders, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Con le mani tra i capelli per cercare di sistemarli un po' prima di uscire, Dalia trova lo specchio complice di un'altra abitudine sfumata. Sente il mal di testa martellarle sulle tempie, come a ricordarle della serata passata a indossare la solita maschera: non riesce più ad essere se stessa nemmeno con le amiche di una vita. 

Un po' di trucco nero le affossa gli occhi, cerca di eliminarlo o quantomeno sfumarlo con un pollice. Ieri sera era troppo stanca per potersi struccare, era a malapena riuscita a togliersi i tacchi ed il vestito; Alex era ancora sveglio, forse in terrazza, forse sul solito divano nel suo solito posto troppo immerso nella lettura per poter percepire qualsiasi rumore esterno. Non si era accorto del suo rientro e di conseguenza non l'aveva aiutata come era solito fare. Amava struccarla e aiutarla a mettersi a letto dopo quelle bravate, una volta. 

 

«Sono pronta, devo solo lavarmi il viso,» informa il marito a pochi metri da lei, impegnato a sistemarsi le maniche di una camicia bianca leggera. Troppi ricordi legati a quella camicia, Dalia ha già appurato che non saprà tenerli lontani dalla sua testa durante il corso della cena. 

 

 

Il ristorante è tranquillo, come previsto è poco affollato, in fondo è un mercoledì sera. Un cameriere elegante accompagna la coppia al tavolo prenotato, accogliendoli con modi gentili. Alex non ha perso la sua galanteria né la sua accortezza in determinate circostanze e lo dimostra spostando la sedia a Dalia per farla sedere, il suo stomaco fa una capriola. 

Non è sicura che riuscirà a mangiare: sente la caratteristica ansia che lei chiama 'felice', quella che parte dallo stomaco e piano piano prende tutto, riempiendoti di adrenalina tanto da farti tremare e ingarbugliare la lingua. Era un po' che non si sentiva così. Le prime uscite con Alex, tutte le prime volte sono state caratterizzate da questa sensazione che la faceva balbettare, ed Alex è sempre stato intenerito da questo dettaglio, facendola però sentire a suo agio in ogni situazione. 

 

«L'ansia felice?» dice Alex, segnando in questo modo l'apertura di una possibile conversazione. Dalia sorride: nonostante i cambiamenti nella loro relazione, il marito non ha perso l'abilità di leggerle nella mente. Ma lo sguardo fisso e quasi ripudiante puntato sul cestino del pane è un particolare inequivocabile per Alex, a cui ha assistito troppe volte da quando conosce la piccola ragazza rossa davanti a lui. «Ho notato che stai mangiando poco ultimamente».

 

Quelle parole, per qualche motivo incerto, colpiscono Dalia proprio dritto al cuore, tanto che deve nascondersi in un bicchiere d'acqua per riprendersi. Cosa deve fare ora? Dire tutto ciò che passa nella sua testa ammalata dalla tristezza? Dargli la colpa? O forse, più semplicemente, tacere.

Alex non si arrende, allunga una mano per poter toccare la sua, la accarezza dolcemente con la sua solita scrupolosità, quella di chi non vuole invadere gli spazi personali altrui e limita al minimo ogni contatto per farlo ma che, al contempo, è di quel contatto che ha dannatamente bisogno.

 

«Dalia, parlami» richiama la sua attenzione e, come un allarme, la ottiene istantaneamente. Dalia reagisce ancora come un tempo ad ogni stimolo che la raggiunge da parte del ragazzo; è diventata una cosa intrinseca alla sua persona e, anche senza volerlo, il suo corpo reagisce automaticamente. «Per favore».

 

La tenerezza nei suoi occhi scioglie la ragazza che prontamente viene assalita dai sensi di colpa. La sua testa e i suoi pensieri intrusivi hanno, ancora una volta, rovinato tutto ciò che di bello poteva avere. 

Proprio quando il coraggio la porta ad aprire bocca per poter parlare l'occasione viene meno: il cameriere approccia al tavolo e trova entrambi impreparati. 

 

Dopo aver cercato frettolosamente qualcosa di appetibile sul menù e aver scelto il primo piatto più familiare, l'attenzione di Alex torna nuovamente su Dalia che sente una scossa lungo la spina dorsale: non è più abituata ad avere i suoi occhi addosso per così tanto tempo e questo la imbarazza. Teme che possa riaprire la conversazione fortunatamente interrotta, questa paura le tamburella le tempie al ritmo del battito accelerato del suo cuore. 

 

«Il libro non va e gli esami mi stressano,» sembra un mare in tempesta, il capo chinato e una mano che va a sistemare qualche ciuffo ribelle di capelli. «Mi chiedo se ci sia un po' di paradiso sulla terra per un'anima miserabile come la mia». 

 

«Tempo al tempo,» è tutto ciò che Dalia riesce a dire, trattenendo nella gola un "Sono fiera di te, comunque vada", troppo pesante da poter tirare fuori, troppo spinoso da mandare giù. 

 

 

Il ritorno a casa è sbrigativo, come se ci fossero conti in sospeso da chiudere una volta per tutte. Dalia non capisce se sia per via del vino, di una connessione fisica risvegliatasi negli ultimi istanti della cena e del ritorno a casa o se sia un modo subdolo ma tremendamente umano di scappare dai problemi. 

Sa solo che si ritrova premuta contro la porta di casa, poi contro il muro dell'ingresso e infine, con l'accortezza di un marito vorace ma pur sempre premuroso, contro il materasso del loro nido d'amore. 

Quelle lenzuola che stamattina apparivano sbiadite sembrano aver preso colore tutto d'un tratto mentre si increspano ad ogni movimento e, soprattutto, tra le dita di una Dalia ansimante e, finalmente, felice. Almeno all'apparenza.

 

 

«Non ho dimenticato il discorso di prima, sai?» nonostante lo scrosciare dell'acqua, la voce di Alex arriva cristallina alle orecchie della rossa che, di spalle, si fa massaggiare la testa. 

 

«Lo so» risponde sommessa in un sospiro. Le carezze, la sua vicinanza, l'acqua calda e l'abitudine di quel gesto la tranquillizzano, ma quella conversazione ormai inevitabile riesce a scuoterla tanto da farla singhiozzare evidentemente. 

 

«Non ti agitare,» le labbra del moro si posano sul collo di Dalia, le sue mani ancora insaponate scendono fino al suo ventre, centro del discorso, stringendolo in un abbraccio rassicurante. «Non sono un nemico. Sono sempre io, Alex, quello a cui dicevi qualsiasi cosa. Non respingermi, Dalia. Non respingermi più».

 

Non riesce a sopportare quelle parole uscire dalla sua bocca. È stato lui a respingerla, a ignorarla, a dimenticarla. Lo fa da troppo tempo ormai.

“Non sostituirmi mai”, le diceva spesso; e ora era lei ad implorarlo al cielo ogni notte, tra la paura di esser rimpiazzata da un dannato libro e quella di esser diventata matta o troppo paranoica.

Gli occhi iniziano ad appannarsi, Dalia non sopporta più questa pressione. È furiosa, delusa, triste. Vorrebbe solo che tutto tornasse come prima, vorrebbe sentirsi a suo agio tra le braccia del marito, nella loro doccia, petto contro schiena. E invece, tutto quello che prova è inadeguatezza. Quasi si vergogna di quel corpo che Alex ha esplorato e adorato per l’ennesima volta giusto una mezz’ora prima. Sente che non dovrebbe più lasciarglielo toccare ed odia da morire anche queste sensazioni, questi pensieri intrusivi che rovinano gli unici momenti intimi e belli rimasti tra loro. 

 

In un attimo quell'abbraccio diventa oppressivo, i baci sulla sua spalla sono spine nella pelle e l'acqua che scorre è fuoco sul suo corpo. Ansima, è agitata: per la prima volta cerca concretamente rifugio dalla persona che rifugio era stata per anni. 

Con uno scatto si divincola dalla presa, si copre con un asciugamano e lascia la stanza sotto gli occhi increduli del marito che, amareggiato, inizia a fare i conti con l'atroce verità di un matrimonio già finito.

   
 
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