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Autore: KurryKaira    21/10/2021    1 recensioni
In una prima parte vediamo come nasce in passato il rapporto tra Roy Mustang e Riza Hawkeye dopo che lui le ha bruciato il testo alchemico sulla schiena. Nella seconda parte invece vediamo come evolve il loro rapporto dopo gli eventi del manga.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Winry Rockbell | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fuoco bruciò la pelle morbida della sua bianca schiena.
- Come tu volevi- le sfiorò ancora quella pelle ustionata, lei tremò appena.
- Chissà cosa penserà tuo padre- come al solito lei era più silenziosa di lui che invece continuava a parlare.
Almeno la sua voce in quel momento appariva delicata e sembrava che volesse dire molto più di quanto in fondo non stesse facendo.
Lei si voltò piano coprendosi il seno con la maglia, lo guardò negli occhi. Era di una serietà capace di mettere i brividi anche a chi, come lui, manovrava le fiamme.
Lui comunque le sorrise, con una leggera agitazione:- Non ci saranno altri Alchimisti di fuoco.-
E lei finalmente parlò ribadendo ciò che già lui aveva detto in un sorriso appena accennato:- Come volevo io.-
Non poteva più sfiorarle la schiena ma le sue mani pretendevano ancora altro dalla sua pelle, le accarezzò piano le spalle con le dita.
Non lo faceva con timidezza, questa era una parola forse sconosciuta per lui e poi senza dubbio con le donne ci sapeva fare; anche con quelle fredde come lei, nessuno più di lui era adatto a scaldarle il cuore.
Che poi fredda, quando l'aveva conosciuta, in quel periodo non troppo lontano da questo episodio gli era sembrata una bambina che aveva bisogno di fuggire a tanto dolore. Aveva perso il padre, non aveva più nessuno, ma adesso poteva avere lui.
- Come stai?- Le chiese infine.
- Bene, grazie- però sembrava una bugia.
Lui sorrise appena continuando a sfiorarle quelle spalle ora così calde:- Non ti ho fatto male?-
- Secondo lei?- Quasi un sarcasmo che a lui fece piacere.
Strinse ora con più foga quelle spalle, come si farebbe con un vecchio amico e sorrise pieno di vita:- Spero tu sappia che da adesso in poi potrai contare sempre su di me! Vorrei tu ti prendessi cura di me, standomi a fianco!-
Lei lo guardò con perplessità:- Io potrò contare su di lei ma dovrò prendermi cura io di lei. Il discorso non quadra.-
Lui ridacchiò allontanandosi piano e mettendo le mani in tasca:- Tu potrai contare su di me e io su di te. E' così che funziona bene una squadra no?-
Lei alzò le spalle rivestendosi piano, facendo attenzione che lui non notasse troppo la sua pelle ancora nuda, ma lui non poté fare a meno di cercare di sbirciare.
Ma non come un pervertito spia una ragazza che si cambia alla finestra, perché il suo essere nuda in quel momento era sinonimo di qualcosa di quasi crudele. Ma fu tentato comunque di sbirciare intravedendo un po' di quel seno abbondante, senza provare eccitazione, solo un forte calore nel petto.
Si accorse di quanto quella donna così forte dai biondi capelli dal taglio quasi maschile le fosse entrata dentro.
Poi ridacchiò riadattando questa frase a un altro contesto, si sentì fuori luogo e in colpa chiedendole subito scusa, il tutto dentro la sua testa.
- Signor Mustang, tutto ok?- Le chiese lei, con occhioni dolci, ora completamente rivestita.
Lui sospirò, sorrise ancora:- Riza Hawkeye, posso chiederti un appuntamento?-
Lei strabuzzò ancora quegli occhi dallo sguardo non troppo stupito, come se un po' se lo aspettasse.
Sorrise appena poi, travolgendolo di fredda dolcezza:- Sarei un'ingrata a dirle di no. Un'uscita potrebbe solo farmi bene.-
Avrebbe più volte voluto dirle di non chiamarlo per cognome e di dargli del tu, all'epoca poi non era neanche ancora il suo colonnello, però la lasciava fare, una parte di lui forse trovava la cosa piacevolmente eccitante.
Lei uscì dalla stanza sorridendogli ancora e si allontanò, lui rimase a guardarla estasiato per poi ricordare che non le aveva detto quando e dove si sarebbero dovuti incontrare, la seguì di corsa allora gridando il suo nome.
Con la sua solita ostentata eleganza la invitò a cena nel migliore ristorante di sua conoscenza.
Lei lo conosceva ma non c'era mai stata, non sembrava impazzire all'idea di andarci, né sembrava impazzire all'idea di andarci con lui ma Roy Mustang non demordeva anche perché aveva imparato a conoscere il carattere di quella seriosa donna, sembrava che non le andasse a genio niente, ma in realtà dentro di sé racchiudeva tutti quei sentimenti che faticava a esprimere.
Passò a prenderla da casa con un auto scura, lui vestiva pantaloni e giacca nera, camicia bianca e papillon. Lei uscì di casa, vestita di nero come lui, vestito lungo fino alle caviglie tenuto su da un scollatura halter che, per ovvi motivi, le nascondeva la schiena.
Lei entrò in macchina dove lui entusiasta l'aspettava.
Roy:- Sei bellissima!-
Riza:- Grazie. Vestiti così di nero sembra che dobbiamo andare a un funerale.-
Il soldato ridacchiò in un leggero imbarazzo, poi disse:- Dovevi dirmi "anche lei", dobbiamo partire dalle basi Hawkeye?-
Faceva strano in effetti chiamarsi per cognome, sembrava un'uscita romantica e questo rendeva tutto così freddo e distaccato.
Roy mise in moto la macchina e partì:- Posso chiamarti Riza almeno per oggi?-
Lei lo guardò, dopo un po' annuì:- Come vuole. Immagino però che io debba darle sempre del lei Mustang- come se lo avesse già capito.
Lui rise di gusto:- Come preferisci! Ma puoi chiamarmi Roy, per oggi almeno.-
Riza stringeva tra le mani la sua borsetta e guardava la strada avanti a sé:- Come preferisce, Roy Mustang.-
Roy:- Così è peggio, meglio solo Mustang anzi...-
Come arrivarono in quel ristorante l'uomo venne accolto calorosamente addirittura dalla proprietaria e poi un po' alla volta anche da tutte le cameriere, era chiaro che avesse un enorme successo con le donne.
La luce della sala era soffusa, illuminata quasi unicamente dalle candele.
Li fecero accomodare uno di fronte all'altra a un tavolino rotondo ricoperto da una tovaglia bianca, al centro un lume spento.
Riza:- Chiedo un accendino- disse.
Roy:- Lascia perdere- sorrise accendendolo.
Riza sbuffò:- E' scortese portare i guanti a tavola- fece notare e lui ridacchiando:- Li toglierò quando arriveranno i patti.-
Davanti a quelle ottime portate tra primi piatti di pasta e secondi di carne parlarono per lo più di lavoro, di come lei poteva seguirlo e stargli accanto nel suo lavoro diventando il suo commilitone più fidato.
Mentre parlavano di questo con estrema serietà tra un boccone e l'altro lui notò la mano pacata di lei ferma su quella tovaglia, d'istinto la sfiorò quasi stringendola.
Riza:- Roy Mustang (continuava a chiamarlo così), cosa sta facendo?-
Roy:- Ti stringo la mano. Mi è venuto spontaneo, se ti da fastidio smetto.-
Riza:- Ci scambieranno per fidanzati.-
Roy rise:- Penso che lo stiano già facendo tutti.-
Riza chiuse gli occhi un po' nervosa:- Considerando il numero delle sue fan in questo posto non crede che la mia vita possa essere in pericolo?-
Lui rise di gusto compiaciuto del fatto che lei avesse notato la cosa e che forse ne fosse un minimo gelosa.
Roy si alzò appena per poi spostare la sedia e avvicinarsi un poco a lei.
Avvicinò il viso a quello di lei con fare provocante:- Credimi, difenderei la mia compagna d'armi ad ogni costo se così fosse.-
Riza dapprima seria poi ostentò un sorriso:- Che sciocco. Devo essere io come suo sottoposto a difenderla.-
Il ragazzo continuava a sfiorarle la mano disegnando delicatamente con un dito cerchi sul suo dorso, lei lo lasciava fare.
Roy:- Ma adesso basta parlare di lavoro. Volevo fosse una bella serata serena. Parliamo d'altro.-
Riza:- Di cosa vuole parlare?-
Lui respirò appena, e mentre la mano sinistra continuava a sfiorare quella della donna l'altra piano si fece spazio tra quel collo e quei capelli biondi.
Gli occhi neri e profondi di lui parlavano anche soli ma lui senza vergogna lo disse spudoratamente:- Ti darebbe così fastidio se ci scambiassero per fidanzati?-
Riza:- Dove vuole arrivare? Mio padre non sarebbe felice se approfittasse di me.-
Roy quasi si offese:- Non voglio approfittare della figlia del mio maestro infatti. Voglio solo che mi rimanga accanto...- si incupì perdendo quegli occhi quasi innamorati in quelli di lei:- ...in ogni senso.-
Lei sorrise sincera, quasi accennò una risata provando forse un po' di imbarazzo, allora lui si allontanò rimettendo entrambe le mani a posto sulle ginocchia.
Roy:- Ti ho imbarazzata?-
Riza:- Per così poco- in realtà lo aveva fatto.
Arrivò il dessert che avevano precedentemente ordinato e entrambi i bicchieri vennero riempiti ancora di vino.
Roy prese il cucchiaino e lo affondò in quel tortino al cioccolato, rimase seduto vicino a lei:- Se non ti ho imbarazzata allora rispondimi. E' buona educazione!- Le disse gustandosi quel delizioso dolce.
Riza:- Mi sta dando della maleducata?- Mangiando piano.
Roy:- Non vorrei offendere l'educazione data da tuo padre. Ma sì.-
Riza lo guardò nervosa, lui rise.
- Non mi darebbe fastidio- rispose poi con un notevole ritardo e lui ingurgitando il suo ultimo boccone la guardò con occhi sempre più innamorati e un sorriso che piano si allargava. Lei con estrema serietà prese il proprio tovagliolo e delicatamente tamponò lui i lati della bocca.
Riza:- E' sporco di zucchero a velo e cioccolato.-
Il soldato si lasciò pulire dalla donna come un bambino un po' viziato e ancora con quel sorriso quando lei ebbe finito disse:- Purtroppo tu non sei per niente sporca, ti avrei voluto pulire in altro modo.-
Riza si alzò con occhi chiusi:- E' un po' troppo sfacciato adesso- lo sgridò:- Vado alla toilette, perché anche se le sembro pulita non lo sono affatto.-
Lui ridacchiò ancora, quella donna sarebbe stata un ottimo compagno, e un'ottima compagna.
Si alzò, approfittando della sua assenza, per andare a pagare.
Lei uscì dal bagno ancora più bella, sembrava aver sistemato il trucco, lui sorrise appena pensando di piacerle.
Riza:- Ha pagato per entrambi, non doveva.-
Roy:- Ti ho invitata io, certo che dovevo- allungò lei la mano per accompagnarla all'uscita.
Riza:- Dobbiamo uscire mano nella mano? Vuole proprio spezzare il cuore a queste povere donne innamorate di lei?-
Roy:- Ne incontrerai di donne innamorate di me, non puoi preoccuparti per tutte- modesto.
Lei sorrise e ricambiando la stretta di mano uscì con lui fuori dal ristorante.
- Spero che tu non voglia già tornare a casa- chiese lui accompagnandola verso un bel ponte in ferro battuto che affacciava su un fiume.
- No, sto bene- rispose sincera rendendolo felice.
Guardarono la luna piena riflettersi in quell'acqua rimanendo in silenzio per un po'. Non c'era un filo di vento quella notte, l'aria era secca tanto da sembrare che potesse prendere fuoco da un momento all'altro.
E così successe infatti, di fronte a lei si formò per un istante un piccolo cuore formato da due piccole fiamme, scomparve subito lasciando solo un po' di scintille.
Lei guardò lui adesso che tratteneva a stenti una risata.
- Quel cuore era forse per me?- Lui ridacchiò con la schiena curva su quella cornice.
Roy:- Ti è piaciuto?- Le chiese.
Riza:- Sembrava la dichiarazione di un bambino di scuola media.-
Roy:- Apprezza il gesto- ora la guardò lasciando giusto il gomito poggiato appena:- Mi dai del lei e mi chiami per cognome, ma non sei molto carina nei miei confronti.-
Riza:- Sono educata, al contrario di come pensa lei, ma questo non vuol dire che lei debba per forza starmi simpatico.-
Lui ingoiò questo boccone amaro.
La donna sbuffò un po', poi guardandosi intorno notò una piccola margherita ai piedi di un lampione che li illuminava appena, si chinò per strapparla e porgerla al ragazzo.
Roy:- E' per me?-
Riza sorrise:- Mi sto abbassando al suo livello.-
Roy:- Dove vuoi arrivare?-
Riza, con occhi bellissimi e labbra lucide appena curvate all'insù:- E' il mio modo da bambina per dirle che ricambio il suo cuore.-
Lui allora non aspettò altra occasione, tese la mano dietro la nuca di lei e l'avvicinò a sé baciandola. Il fiore tra le mani di lei cadde fininendo nel fiume per poi venire trascinato via dalla corrente mentre i due giovani soldati non riuscivano più a staccare le labbra di uno dall'altra. Il futuro Tenente, anche se estraneo al suo carattere, si lasciò completamente andare a quella passione avvolgendo le braccia attorno al collo dell'uomo di cui era già, forse da tempo, profondamente innamorata. La mano del futuro Colonnello cercò la schiena della compagna accuratamente vestita in modo che non si potessero raggiungere nudità, arrendendosi alla ricerca della pelle allargò le sue dita premendo il palmo contro quella schiena per poter avvicinare la donna ancora di più mentre le loro lingue si intrecciavano.
Lei poi torno in sé respingendolo piano:- Che modi- disse tra un respiro e l'altro:- Siamo in mezzo alla gente.-
Il ragazzo dai corti capelli neri si guardò attorno, non c'era nessuno in realtà su quel ponte che potesse vederli, al massimo qualche vecchio nascosto nella propria casa con un binocolo, pensò che lui da grande poteva essere uno di quei vecchietti e rise di gusto.
Riza:- Cosa ride?-
Roy fece cenno di no con la testa come a non volerglielo dire, avvicinò di nuovo le labbra a lei ma sta volta per parlarle:- Ho bisogno di accarezzare la pelle della tua schiena. Andiamo a casa.-
Riza:- Un modo bizzarro per dire che vuole fare l'amore.-
Lui sorrise baciandola ancora e lei ricambiò per poi staccarsi da lui con prepotenza, si incamminò verso il parcheggio dove avevano lasciato la macchina, lui rimase un po' intontito a guardare i fianchi di lei ondeggiare verso l'auto.
Riza Hawkeye si voltò appena:- Allora, dobbiamo andare a casa o no?- Il suo sorriso che accennava una sorta di malizia fece capire al soldato che anche quella donna voleva che lui le sfiorasse la schiena, strinse piano i pugni non vedendo l'ora di togliere quei maledetti guanti sinonimo di guerra e trovare la pace insieme a lei. Affrettandosi la raggiunse per poi stringerle la mano e accompagnarla.
La luce fioca della camera di Riza Hakweye seguiva ogni loro movimento. Mani nelle mani, denti che mordevano labbra, e il contatto della pelle di uno con la pelle dell'altra li unì in maniera tale da farli sentire veramente quel fuoco che li avrebbe uniti per tutta la vita rendendoli fedeli compagni e teneri amanti.

E gli anni passarono, tra guerre e amore, conobbero nuovi compagni e ne persero altri ma tra una pioggia e un po' di sole le mani dall'infallibile mira e le altre ricoperte di guanti non si lasciarono mai.
Lei lo accompagnò nel suo sogno di diventare comandante supremo di Amestris proprio come lui le aveva chiesto.
Sempre con quello sguardo di ghiaccio lei accompagnava il suo Alchimista di fuoco con assoluta lealtà durante le loro missioni e durante le notti d'amore che i due non avevano mai smesso di vivere insieme.
Gli anni passarono tanto che uno dei migliori compagni dell'ex Colonnello stava per diventare padre una seconda volta.
Erano intorno al tavolo della casa della vecchia Pinako quel giorno a congratularsi.
Gli unici in piedi erano Alphonse Elric e la giovane Mei Chang che lo seguiva sempre, lui teneva in braccio il nipote, primogenito di suo fratello Edward e Winry Rockbell. Quest'ultima con un pancione appena evidente ringraziò i due soldati che le avevano portato qualche dono:
- Grazie, grazie davvero! Non dovevate!-
Edward scontroso:- Certo che doveva! Questi bambini costato un sacco!-
Winry rimanendo con un ampio sorriso tirò lui un ceffone mentre l'altra mano ancora stringeva il piccolo abito regalato dai due soldati.
Ristabilizzato dal ceffone:- Grazie Mustang, grazie Hawkeye.-
Mei Chang guardò i due abitini:- Sono così adorabili i vestitini e le scarpine dei bambini piccoli!-
Alphonse annuì dondolando un po' il nipote che piano si addormentò.
Roy:- Comunque Edward- tirò lui una leggera gomitata:- Ci dai dentro eh??-
Riza tossì, Winry fu tentata di tirare un ceffone anche a Roy Mustang.
D'altro canto Edward rispose come fosse una sfida:- Certo che ci dò dentro!- E il ceffone se lo beccò di nuovo lui.
Alphonse rise di gusto:- Piuttosto Mustang. Voi due quando??-
Riza allora spalancò un attimo gli occhi guardando la pancia di Winry, ricordò di quanto fu bello quel giorno quando aiutarono quella donna a dar alla luce il figlio, ma comunque sul suo viso si formò una smorfia.
Roy:- Scherzi?! Io sono un uomo libero non posso farmi incastrare da una donna e qualche mocciosetto!-
Ricevette due tacchi dritti sulle punte dei suoi piedi, uno di Riza, l'altro di Winry.
Soffrì in silenzio chiudendo il discorso.
Mei Chang esultò battendo le mani intorno al tavolo svegliando il piccolo Elric, Alphonse ne soffrì profondamente.
Mei Chang:- Guardate che non sarete giovani per sempre! Su su!-
Roy scontroso:- Intendi dire che sono un vecchio? E poi l'orologio biologico esiste solo per le donne.-
Si beccò un'altro tacco, guardò in malo modo la sua compagna sapendo però di meritarselo in fondo.
Roy rilanciò il discorso alla giovane orientale:- Voi due invece? In che rapporti siete??-
Mei Chang arrossì di gioia avvicinandosi al ragazzo che quasi piangendo cercava di far riaddormentare il piccolo.
Alphonse, tra una lacrima e l'altra:- Lasci perdere. Il discorso riguarda lei e Riza!-
Edward però ridacchiava:- Io non voglio lasciare perdere- guardando il fratello e volendone sapere di più.
Winry:- Già, già- ridacchiò maliziosa e Alphonse arrossendo si allontanò seguito dalla ragazza tutta pepe.
Poi la ragazza dai lunghi capelli biondi legati a coda esultò guardando ancora quei completini:- Ma guardateli!! Non vi sembrano adatti per Edward quando aveva 15 anni??-
Edward:- Scusa?!- Ancora si infuriava:- Stai scherzando?! Questi sono adatti per un fagiolo!-
Winry, Roy e Alphonse tornato solo per questo:- Appunto.-
Edward sbuffò:- Sapete bene tutti che non era colpa mia!-
Winry, Roy, Alphonse:- Insomma.-
Riza sorrise appena esternamente ridendo profondamente dentro di lei.
Alla fine l'ex Colonnello si alzò:- Comunque... ma sì, perché no?- Disse fuori contesto e salutò andandosene con la sua fedele compagna.
Il sole era ancora alto, lui indossava dei pantaloni neri e una camicia bianca e anche lei.
Roy:- Ci hai fatto caso che siamo vestiti abbinati?-
Riza lo guardò:- Vero.-
Roy rise, poi portò le mani dietro la nuca:- Che dici se continuiamo questa giornata di riposo insieme? Tipo un appuntamento.-
Riza:- Chiamarli appuntamenti ormai è così triste.-
Roy:- Come sei noiosa- la guardò cinico:- Sembriamo due giovanotti alle prese con le prime cotte così no?-
Riza:- Per quello è triste. Come ha detto Mei Chang abbiamo una certa età, no?-
Roy:- No- scontroso.
Riza si fermò e allungò piano il palmo della mano destra verso di lui:- Dove mi porta, Mustang?- Sorrise dolcemente e lui ricambiando le prese la mano:- Non ne ho la più pallida idea. Camminiamo intanto- non era più il romantico del loro primo appuntamento.
- Promettimi solo una cosa- disse lui:- che almeno oggi possiamo darci del tu e chiamarci per nome!-
Lei sbuffò:- Lei mi ha sempre dato del tu. Ha smesso di eccitarla il sentirsi superiore?-
Roy:- Ma che dici?!- Scoperto.
Lei rise:- E va bene. Te lo prometto, Roy.-
Lui esultò come un bambino portando le mani al cielo e lei scuotendo la testa rise ancora.
Improvvisarono una giornata solo per loro sotto il sole per fortuna non così caldo. Andarono a mangiare qualcosa all'aperto non troppo lontano da quel ristorante che anni prima li aveva accolti nel loro primo appuntamento. Parlarono anche di quel giorno e di come quel ristorante avesse poi chiuso, in effetti gli anni passavano e le cose cambiavano, solo loro sembravano non cambiare mai.
Riza:- Ci stiamo facendo vecchi- disse un po' sconsolata.
Roy:- No- continuava a rifiutarsi lui.
Mangiarono di gusto anche sta volta, mentre l'uomo dai capelli scuri flirtava con ogni cameriera che gli si avvicinava.
Roy:- Non ti dà fastidio vero??- Chiese alla sua donna in un impeto improvviso di coscienza lei rise di gusto (per essere lei):- Sei uno stupido- gli disse ingurgitando un po' di pane.
Roy ammise:- Era più bello quando mi davi dello stupido dandomi però del lei- lei rise ancora e lui si addolcì pensando a quanto ancora ne fosse innamorato.
Pagarono il conto, portandosi dietro qualche avanzo per Black Hayate rimasto a casa, e lui decise di portarla nuovamente su quel ponte di tanti anni fa. Anche quel ponte era cambiato un po', la luce del sole riflessa nell'acqua quasi li accecava.
Roy:- Di notte sarebbe stato più bello ma...-
Riza:- Cosa?-
Lui non rispose.
Riza guardò uno stormo di uccelli volare alto:- Anche di mattina questo posto non è male. E poi la notte è dei giovani!-
Roy nervoso:- La pianti?! Il fuoco si vede meglio di notte.-
Riza:- E allora? Non vorrai rifare la sciocchezza del cuore?-
Roy felice:- Te lo ricordi??-
Riza:- Certo che me lo ricordo!- Quasi offesa e lui ridacchiando ripropose quel piccolo cuore di fiamme.
Lei, con occhi commossi, quasi lo sfiorò con le mani attenta a non bruciarsi.
Lui notò quegli occhi commossi e pensò che forse davvero era il momento di crescere.
- Di notte avrebbe reso di più- ribadì:- Ma la notte è dei giovani- schioccò le dita dicendole di stare attenta al fuoco.
Lei allontanò piano la schiena curva da quel ponte e lui fu libero di giocare con le sue fiamme, non si limitò a un piccolo cuore questa volta.
Sopra quel fiume, non troppo lontano da loro, si poteva leggere una scritta che bruciava.
Lei la lesse quasi con un nodo in gola:- Sposami- non riuscì a trattenere un leggero singhiozzo, ma tornò subito seria e guardò il suo uomo:- Non è una domanda.-
Voleva fare la seria come suo solito ma quegli occhi lucidi la ingannavano.
Roy:- Non è nel mio stile fare domande. E poi scrivere "vuoi sposarmi" era più lungo, non è facile, sai?-
Lei rise ancora, bellissima come una bambina nonostante gli anni:- E quindi ora sono costretta a sposarl... sposarti o posso comunque darti una riposta?-
Roy alzò le spalle un po' scontroso:- Puoi darmi una risposta, scegli... sì o sì?-
Riza guardò di nuovo il fiume, il fuoco si era spento, ma il sole luccicava tanto da ricordarglielo:- Sei troppo viziato.-
Riza poi lo prese per il polso e lo trascinò:- Andiamo al poligono di tiro.-
Roy:- Vuoi uccidermi??- Un po' preoccupato.
Raggiunsero il luogo dove lavoravano da anni ormai, rimasero in silenzio per tutto il tempo tanto che a stento salutarono i colleghi.
Roy Mustang che aveva preso quella dichiarazione d'amore eterno con spensieratezza ora iniziava ad agitarsi un po', quanto le ci voleva per dargli una risposta?! Era certo che Riza gli avrebbe detto di sì, ma anche se ne era certo l'attesa lo stava agitando lo stesso.
Arrivati al poligono, sotto le facce stupite di altri colleghi lei impugnò la pistola e la puntò contro le sagome di cartone.
Roy:- Dove vuoi arrivare?- Guardando la donna dall'ottima mira.
Lei sparò più colpi senza degnarlo di risposta. Lui guardò allora quella sagoma ora completamente ricoperta di buchi.
Anche esso con un nodo in gola e un sorriso spontaneo lesse ciò che lei con i fori dei proiettili aveva scritto:- Sì.-
Riza allora lo guardò posando la pistola:- Lei ha fatto tanto lo sborone, doveva permettermi di fare altrettanto.-
Lui abbassò lo sguardo lasciando che la frangia coprisse i suoi occhi commossi.
Poi sorridendo sbruffone la guardò:- Mi stai dando di nuovo del lei?-
Riza:- Siamo sul posto di lavoro ora- specificò mentre gli altri soldati guardando quel "sì" iniziarono ad intuire, a poco a poco partì un applauso che quasi li imbarazzò, poi ridacchiando lui se ne fregò stringendola a sé e baciandola davanti a tutti. Gli applausi divennero schiamazzi che attirarono anche gli altri soldati che affacciandosi al poligono esultarono.
Riza si staccò scontrosa:- Siamo sul posto di lavoro.-
Roy:- Sai quanto me ne importa?- Cinico la baciò ancora.
Poi lei si staccò di nuovo, molto più dolce questa volta abbassò lo sguardo, la sua voce tremò appena:
- Sono certa che Hughes avrebbe voluto essere qui in questo momento.-
- Sono certo che ci sia- rispose l'uomo sorridendole, le strinse la mano poi e la portò fuori da quel luogo di lavoro, ora troppo chiassoso, per continuare con lei quella giornata di riposo dove ancora una volta si erano promessi eterna fedeltà.
  
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