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Autore: Wolfgirl93    21/10/2021    0 recensioni
Questa storia partecipa al #Writober 2021 di Fanwriter.it (Lista pumpNIGHT)
Prompt: Arco
Numero Parole: 966
Coppia: Childe x Aether
Rating: Verde
Tutti i personaggi sono maggiorenni
Dal testo:'“Non ci riuscirò mai, sono bravo con la spada non con questo coso!” Borbottò guardando la sorella che ridacchiò a quelle parole.
“Nostro padre disse che ci impiegò quasi due mesi per provare anche solo a scoccare una freccia dritta quindi se lui ce l’ha fatta non vedo come non possa farcela tu.” Disse Lumine dando una pacca sul braccio al fratello che sospirò.
“Devo ricordarti che nostro padre è stato addestrato dal miglior arciere del regno? Ci avrà messo tanto tempo ma aveva qualcuno di preparato che lo seguiva passo passo, io ho – senza offesa – solo spadaccini che provano ad aiutarmi.” Spiegò guardando Jean che ridacchiò.(...)'
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Tartaglia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come nuovo erede al trono Aether doveva mostrare al suo popolo le sue arti combattive e non solo avrebbe dovuto combattere e atterrare una delle guardie più forti che il regno aveva – guardia che gli aveva detto che aveva le capacità per farlo ma che avrebbe combattuto al minimo delle sue capacità per mostrare all’intero regno quanto fosse forte il loro nuovo sovrano – ma doveva anche tirare una freccia fino a centrare un bersaglio a quasi cento metri di distanza per dare più fortuna al suo nuovo regno; Aether ricordava di storie che suo padre gli aveva raccontato su diversi regnanti che avevano sbagliato a centrare il bersaglio e che di conseguenza avevano regnato per poco tempo e facendosi odiare da tutti.

 

“Non ci riuscirò mai, sono bravo con la spada non con questo coso!” Borbottò guardando la sorella che ridacchiò a quelle parole.

“Nostro padre disse che ci impiegò quasi due mesi per provare anche solo a scoccare una freccia dritta quindi se lui ce l’ha fatta non vedo come non possa farcela tu.” Disse Lumine dando una pacca sul braccio al fratello che sospirò.

“Devo ricordarti che nostro padre è stato addestrato dal miglior arciere del regno? Ci avrà messo tanto tempo ma aveva qualcuno di preparato che lo seguiva passo passo, io ho – senza offesa – solo spadaccini che provano ad aiutarmi.” Spiegò guardando Jean che ridacchiò.

“Ti perdono solo perché sei un principe, comunque tuo padre aveva un aiutante più affidabile di me ma tu hai il suo sangue che ti scorre nelle vene quindi sei portato all’uso di ogni arma.” Spiegò il capo dei cavalieri del re mentre guardava dolcemente il principe, era stata lei ad addestrarlo quando era piccolo ed era rimasta sorpresa delle sue arti con la spada, gli spadoni e persino le lance.

 

“Faccio una pausa per un po’, grazie Jean per l’aiuto.” Mormorò Aether mentre abbandonava il suo arco per terra – con davvero poca grazia – e quasi scappò verso la parte più profonda del giardino dove spesso si rifugiava per scappare dai suoi doveri.

“Ricordati di non fare troppo tardi visto che stasera arriverà il principe di Snezhnaya.” Gli urlò sua sorella mentre lui scappava via.

 

Aether non si era mai sentito adatto a fare il re, aveva troppe aspettative essendo l’unico figlio maschio ma non poteva tirarsi indietro, Lumine come principessa non aveva il diritto di salire al trono – cosa che lui trovava ingiusto visto quanto lei fosse nettamente più adatta per comandare -.

L’idea poi di dover accogliere anche altri principi per avere il loro favore prima della sua effettiva incoronazione lo metteva ancora più a disagio, e se avesse trovato un principe che non lo riteneva pronto? O se qualcuno avesse semplicemente voluto sabotarlo? Aether aveva paura, paura di deludere tutti e soprattutto paura di deludere sua sorella che credeva fin troppo in lui.

 

Ritornò verso il giardino principale quando il sole stava iniziando a tramontare, si avvicinò all’arco ancora a terra e sospirò provando a incoccare la freccia e centrare il bersaglio, quando scoccò ovviamente la freccia mancò quel dannato cerchio colorato e lui borbottò qualcosa mentre lanciava tutto a terra.

“Dovete far toccare le labbra sulla corda.”

Aether si voltò guardando il ragazzo che era apparso quasi dal nulla e che sembrava fin troppo esperto con l’arco – o almeno così gli sembrava-.

“Toccare le labbra sulla corda?” Chiese il biondo confuso.

“Sì vi faccio vedere, quando tendete l’arco, la corda deve sfiorare le vostre labbra, poi dovete tenere il busto teso e dritto e infine dovete aiutarvi con la mano che tiene il legno per capire dove andrà la freccia.” Spiegò il ragazzo mettendosi dietro di Aether e senza pensare minimamente che stesse invadendo il suo spazio personale gli cinse il corpo con le braccia facendogli tenere l’arco nella posizione corretta.

“Tendete ancora di più, questo braccio va portato il più indietro possibile.” Una mano scivolò sul suo fianco dando al principe la mobilità necessaria per portare il braccio sinistro all'indietro facendo tendere la corda dell’arco. “Ora poggiate appena le labbra sulla corda, come se doveste baciare a fior di labbra qualcuno.” Spiegò con un tono divertito nella voce che fece arrossire Aether.

“Ora spostate lo sguardo di fronte a voi e con la mano destra regolate la posizione dove volete scoccare… Così.” L’altra mano dello sconosciuto si posò su quella di Aether muovendolo appena per fargli alzare l’arco e puntarlo dritto verso il bersaglio. “Ora scoccate.” Un sussurro dolce che gli sfiorò il lobo dell’orecchio facendolo rabbrividire, scoccò la freccia quasi d'istinto e quando la vide conficcarsi al centro del bersaglio rimase quasi sconvolto.

“Come…” Aether si voltò verso lo sconosciuto e rimase spiazzato nel trovarlo ancora così vicino, i loro visi erano a pochi centimetri e lui sentì le guance bollenti. “G...Grazie… Non so nemmeno il vostro nome.” Borbottò allontanandosi da quel ragazzo sfuggendo – malvolentieri – a quella stretta.

Lo sconosciuto ridacchiò prima di fare un lieve inchino “Principe Childe al vostro servizio, mio principe.” Spiegò Childe facendo un sorrisetto malizioso nel notare come l’espressione di Aether fosse diventata imbarazzata nel sapere chi fosse.

“Voi… Vi ringrazio e scusate se non mi sono accorto prima di chi foste...” Ammise il biondo imbarazzato.

“Non servono queste formalità, mio principe, sono felice di avervi potuto vedere così tranquillo e spero che quando la cerimonia arriverà i miei consigli vi possano risultare utili.” Spiegò il rosso sorridendo.

“Credo sia meglio entrare o sia le mie guardie che le vostre verranno a cercarci.” Spiegò Aether velocemente prima di fare qualche passo verso il castello, si fermò d’un tratto e subito si inchinò rispettosamente – era ancora arrugginito con quelle cose - “Grazie per avermi aiutato con l’arco, principe Childe.”

“E’ stato un piacere.” Commentò il più alto prima di sorridere e seguire Aether verso il suo castello.

   
 
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