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Autore: vanessie    22/10/2021    2 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

Capitolo 65

“Fuori programma”

 

 

POV Kate  

Mi alzai verso le nove e mezzo. Lasciai dormire Matthew, sapevo che gli si sballava il sonno dopo il turno di notte. Presi jeans e maglioncino, andai in bagno a sistemarmi, poi mi vestii. Andai a fare colazione, sulla tavola c’erano ancora una tazza e un cucchiaino, forse Michael si era svegliato tardi per il turno di mattina ed era scappato senza toglierli. Ci pensai io. Chiesi conferma a Liv tramite Whatsapp, in merito alla possibilità di chiamarla da lì a breve. Era sabato, in Irlanda era pomeriggio e avevo urgente bisogno di lei. Liv confermò, così lasciai un biglietto a Matty sul tavolo.

 

Ciao amore, sono uscita per chiamare Liv, non volevo disturbare il tuo sonno! Torno presto.

 

Camminai fino allo spazio verde vicino casa. A New York c’erano tanti piccoli angoli della città in cui potersi sedere, circondati da alberelli e piantine fiorite. C’era come al solito via vai, affollamento ad ogni ora e in qualsiasi giorno, ma le persone transitavano senza prestare attenzione, dunque ero libera di confidarmi. “Ciao Liv! Oddio che bello sentirti!” esclamai felice “Anche per me Kate! Mi manchi talmente tanto” “Lo so, anche tu” “Avanti dimmi tutto” mi spronò. “Il punto è che sono un po’ preoccupata…” “Ancora niente?” domandò, poiché già per messaggio le avevo spiegato “No e siamo al 27 ottobre” “Magari è come ci siamo dette, c’è stato il cambio di stagione e poi hai totalmente cambiato ambiente di vita, sei ad un’altra latitudine, il clima è differente e tutto ciò gioca brutti scherzi” mi incoraggiò “Sì…lo spero” “Più stai tesa e più non arriveranno” insistè “È perché sono già sei giorni di ritardo e non mi è mai accaduto” mugolai. “Cosa dice Matthew?” “Matt? Niente, neanche lo sa” risposi “Come? Non glielo hai detto?” “No Liv, era già tutto nervoso di suo per i capitoli della tesi, li ha inviati solo ieri. Ti immagini se potevo mai dirgli: sai, ho un ritardo nel ciclo” spiegai. “Beh ma adesso devi dirglielo Kate. I capitoli sono consegnati e ci siamo dette che avresti aspettato una settimana per vedere cosa accadeva. Domani mattina saranno sette giorni e tu hai bisogno di fare un test di gravidanza” mi ricordò. Come se ce ne fosse stato bisogno! Era il mio pensiero fisso. “Dio questa cosa mi sta distruggendo. So che me la sono cercata, quella fantastica idea del: non stasera, è il tuo compleanno, è stata pessima! Se sono incinta non so cosa farò. Insomma stiamo insieme da neanche tre mesi e sono qui da appena un mese. Non abbiamo neppure un lavoro” “Calmati, non è detto che tu sia incinta. Prima di tutto torna a casa e diglielo, poi cerca di rilassarti e domani mattina lo fai” disse. “Vedi perché a Dublino negli ultimi giorni ti dicevo della pillola? Adesso non sarei qui a tormentarmi” “Telefona alla tua ginecologa e parlagliene, oppure cerca una professionista lì dove sei” “Non conosco nessuno, cosa faccio? Scelgo a caso?” “Il tuo ragazzo è un medico, vuoi che non conosca qualche ginecologo?” ribattè. Aveva ragione, era solo che quando pensavo a Matthew, me lo vedevo ancora come quel ragazzino con cui ero cresciuta, non come un dottore. La ringraziai e chiusi la chiamata, dicendole che le avrei fatto sapere.

Tornai a casa, il mio biglietto era poggiato diversamente sulla tavola, segno che l’aveva letto. Mi diressi verso il corridoio, in camera nostra non c’era. La porta del bagno era chiusa, forse era lì. Ero molto agitata, non sapevo neanche come intavolare il discorso e non sapevo come poteva reagire. Mi misi seduta, le lacrime mi pungevano gli occhi. Ma che diavolo avevamo combinato? A 27 e 26 anni, si doveva sapere che fare l’amore senza alcuna precauzione comportava il serio rischio di una gravidanza. Le lacrime scesero, non volevo rovinare la nostra relazione con qualcosa per cui non eravamo preparati. Piombò in cucina in accappatoio “Ciao amore” “Hey, ciao” risposi, affrettandomi ad asciugare le lacrime.

 

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“Stai piangendo! Che succede?” mi domandò cambiando espressione e tono di voce “Sono solo un pochino nervosa” “Per cosa?” “È un periodo così” risposi, era difficile dirglielo. “Senti la mancanza di casa?” chiese “Sì, ma non è questo” “I ragazzi hanno detto o fatto qualcosa di sgarbato?” “Nooo, sono fantastici” “Sono stato io?” insistè “No” “Devi spiegarmi cosa c’è, non ti lascio in pace fino a quando non me lo dici” ribattè. “Se ti siedi ne parliamo” mi convinsi a cedere, glielo dovevo dire, anche perché se il giorno dopo fosse stato positivo, in qualche modo avrebbe dovuto saperlo. Si accomodò sullo sgabello con aria curiosa. Feci un bel respiro “Sto aspettando l’arrivo del ciclo” “Quand’è la data?” “21 ottobre” ammisi, spalancò gli occhi “Siamo al 27 ottobre, Katelyn!” esclamò. Abbassai gli occhi e annuii “Lo so” “Cazzo perché non me lo hai detto?” domandò “Perché magari è solo un semplice ritardo dovuto al cambio di stagione, talvolta succede. E poi mi sono trasferita qui e il clima è diverso, può aver influito” mi giustificai “Sì è vero, ma anche la sera del mio compleanno può esserne responsabile” ribattè.

 

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“Credi che non lo sappia? Secondo te perché sono nervosa? Non ho mai avuto un ritardo di sei giorni e la cosa mi spaventa” ammisi agitandomi “Intanto calmiamoci. Potresti aver ragione e magari si tratta di un ritardo, in ogni caso dovremmo comprare un test di gravidanza” “Ho deciso che lo farò domani” replicai “E comunque dovresti sceglierti una ginecologa ora che vivi qui” affermò “Non mi trattare come se fossi una tua paziente” dissi innervosendomi. Si alzò venendo ad abbracciarmi “Non lo sto dicendo per quello, lo dico solo perché sono preoccupato e perché è la cosa giusta” disse. Ricambiai il suo abbraccio, abbandonandomi del tutto al conforto che mi stava offrendo. Mi sentivo così vulnerabile in quel momento…le lacrime tornarono a scendere “E se il ciclo non arriva, cosa facciamo?” singhiozzai “Domani vediamo cosa dice il test” “Non volevo trovarmi in questa situazione Matt” “Ma ci siamo e dobbiamo prenderne atto. È stato da stupidi e adesso è inutile piangere” disse, scostandomi dal suo abbraccio, per asciugarmi le lacrime.

 

giphy

 

“Adesso noi trascorriamo la giornata a rilassarci, facciamo qualcosa che ti aiuti a calmarti, altrimenti se fosse un ritardo e sei così tesa, le mestruazioni non arriveranno mai. Penso a qualcosa di adatto, tu vai in bagno, fai una bella doccia calda. L’acqua è il miglior farmaco naturale che esista” mi suggerì, seguii il suo consiglio e mi presi il mio tempo in bagno, direzionando l’acqua sulla pancia. Cercai di scacciare i pensieri pesanti, concentrandomi sul suono dell’acqua e sul fatto che mi sentivo meglio ad averglielo detto.

Infilai l’accappatoio, mi diressi in camera per rivestirmi, poi tornai da lui. “Ti va se andiamo a Central park?” chiese “Sì” “Usciamo, allora” mi spronò. Feci qualsiasi cosa mi propose. Dalla passeggiata tra i vialetti, alla sosta sulla panchina, accettai anche di mettere i pattini presi a noleggio e percorrere alcune piste appositamente dedicate. L’autunno a Central park era pazzesco. Gli alberi stavano mutando colore delle foglie a ritmi diversi, esisteva perfino una cartina che suggeriva dove recarsi per vedere le varie fasi della colorazione. Era stupenda questa cosa, mi piaceva tantissimo. Scendemmo dai pattini, rinfilammo le scarpe ed ero così distratta che non ci avevo pensato neanche un attimo in quelle ore. Aspettando la metropolitana guardammo sul suo smartphone alcune foto scattate qualche sera prima, poi andò a ricercarne altre che si era salvato nella galleria e che ci ritraevano piccoli. Arrivati a casa preparammo insieme la cena, adoravo cucinare, mi rilassava. Sapevo che stava trovando qualsiasi argomento di conversazione per tenermi impegnata e apprezzavo che si sforzasse tanto per me. Finito di cenare ci trasferimmo sul divano. Controllammo cosa sarebbe stato trasmesso quella sera in tv, notando un film interessante.

 

cap-65

 

“Ok, ti preparo una bella tisana e mentre è in infusione e raffredda un pochino, ti faccio vedere un video stupido di quando eravamo adolescenti. L’ho trovato in mezzo alle foto sulla cartella del pc, che ho creato mettendo insieme tutti i file presi a casa dei miei genitori” affermò alzandosi. Gli sorrisi, guardandolo mettere l’acqua nella teiera. Dispose in due tazze i filtri della tisana “Bevete tisane? In una casa di uomini non immaginavo esistessero” dissi “Daniel ed io la beviamo prima degli esami, è un rito scaramantico” rispose. Tornò da me con il tablet, cercò il video in questione, poi andò a togliere la teiera dal fornello, versò l’acqua nelle tazze e le portò davanti a noi, sul tavolino, lasciando in infusione per i minuti indicati. “È un video in cui usavamo quello stupido gioco che dava la scossa se dicevi bugie” esordì “Oh sì ricordo, quando ti divertivi a chiedermi se mi piacevi per vedere se mentivo” ribattei ridendo “Esatto” affermò.

 

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Il video era così scemo, proprio da due ragazzini di 16 e 17 anni, inizialmente quando era il mio turno di porre domande, gli chiesi varie cose: se gli piaceva Brittany, se aveva mai avuto una storia con qualche ragazza, se gli piaceva il rap. Puntualmente quel gioco stupido della scossa diceva che mentiva, era divertente vederlo prendere la scossa e arrabbiarsi. Passai a chiedergli se aveva una cotta per me, anche se sapevo che era vero, lui rispose di no ed ecco nuovamente la scossa.

 

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Risi in più punti delle sue domande rivolte a me: se mi piaceva Marshall, se avevo già dato il mio primo bacio, se ero nervosa. Visto che venivano tutte risposte corrette non sapeva più cosa domandarmi: che sport facevo, che sport faceva lui e poi la sua tipica ultima domanda, ossia se mi piaceva. Rispondevo sempre di no a quella richiesta, sottolineando che mi piaceva come amico.

“Dio, eri così stupido in questo video!” esclamai riferendomi alle classiche risate e cose sceme dette dagli adolescenti “Sei una stronza! Te l’ho fatto vedere per farti sorridere e mi prendi per il culo” “Dai, sii sincero, non eravamo scemi? Tu di più però” insistei “Ok è vero, ma avevo 16 anni, potevo permettermelo. E hai mentito su Marshall” “Anche tu hai mentito su Brittany” ribattei. Bevemmo la tisana che aveva preparato per me, poi andammo a vedere il film in camera, sotto alle coperte. Mi accoccolai nell’incavo della sua spalla, dal quale potevo anche guardarlo sollevando leggermente la testa. Mi piaceva stargli così vicina e sentire il calore del suo corpo, nonché il suo odore. Il film sarebbe iniziato tra una trentina di minuti. “Matty…volevo ringraziarti per il tuo comportamento di oggi” affermai “Non ho fatto niente di speciale” “Avevo timore a dirtelo, pensavo che potessi innervosirti oppure arrabbiarti” “Per cosa? Non mi hai mica obbligato, so come nascono i bambini ed è una cosa che abbiamo fatto in due” spiegò. Restai su un gomito per guardarlo “Sei stato molto carino oggi” precisai “Dovevi dirmelo prima” “Eri impegnato con i capitoli della tesi e non volevo impensierirti” mi giustificai “E tu pensi che a me importi qualcosa dei capitoli?” “Ti prego non dire questo, non voglio” “Tu sei la cosa più bella del mondo per me, nessuna laurea potrà mai scavalcarti” rispose.

 

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Quel mezzo sorriso che proprio non riuscivo a trattenere trovò rifugio in un abbraccio strettissimo che gli diedi. Insomma quale donna dell’universo non ha mai sognato di sentirsi tanto importante? “Però vale per me, ci tengo al fatto che tu concluda il tuo percorso di studi” sussurrai. Lo liberai dalla presa per fargli una carezza sul viso “Se domani facessimo il test di gravidanza e fosse positivo…non mi va che ti preoccupi di niente, ok? Non dico che sarebbe ciò che sogno o come lo sogno, ma in qualche modo ci arrangeremo. La tesi può aspettare nel cassetto, sarebbe comunque un lavoro che mi troverei da parte in futuro, nel mentre potrei cercare un lavoro vero e tu” lo interruppi “No, non voglio” ribattei “Lo so che non è il modo migliore per cominciare una relazione di appena tre mesi, ma la vita non sempre segue gli schemi” rispose.

Sospirai “Mi dispiace” bisbigliai “Se è un maschio possiamo chiamarlo Ben, oddio con il mio cognome non è un granchè, forse Benjamin” “Piantala! Non sono incinta, ok?” affermai ridendo “Dai è carino, potremo comunque abbreviarlo con Ben, così ricordiamo tuo padre” “Non fare progetti, sembra che sia reale così. Insomma lo so che siamo stati sprovveduti, ma è successo solo la sera del tuo compleanno, saremo stati tanto bravi da azzeccare il momento del mese perfetto per una gravidanza?” continuai a ribattere sorridendo, sperando che le cose fossero esattamente così. “Solo la sera del mio compleanno è vero, ma per due volte. Sono miliardi di spermatozoi” “No ti prego non dirlo! Mi metti ansia” lo supplicai, facendolo ridere “Non sto dicendo che sei incinta, potresti esserlo, tutto qua” “Sarebbe una coincidenza perfettamente riuscita se tu avessi trovato i due giorni fertili del mese, proprio la sera del 10 ottobre” dissi “Può succedere. Sai che cosa ho scoperto l’anno scorso durante l’estate? Quando sono tornato dopo sette anni?” “Cosa?” lo invitai a continuare “Che sono al mondo dopo un solo rapporto sessuale non protetto e non ero in programma” affermò “Ma no, che dici?” “Sì, è così. Mio padre stava finendo un master qui a New York, era rientrato solo per il compleanno di Jennifer ed è successo. Mia mamma è rimasta incinta e come vedi sono qua. Me lo ha rivelato solo da poco, perché aveva paura che da ragazzino la prendessi male” “Beh la notizia inizialmente non dev’essere stata facile per tua madre, però…loro ti adorano e anche se è accaduto per caso non importa. E io sono contentissima che sia andata in quel modo, non riuscirei a immaginare la mia infanzia, la mia adolescenza e la mia vita attuale senza di te” risposi. Anche lui si sollevò su un gomito, venendo a prendersi un bacio, non volevo neanche ipotizzare una vita in cui lui non esisteva. “Qualunque sia l’esito di domani Kate…io ti amo e so che anche se adesso siamo straniti e spaventati, tutto si sistemerà, ci sarò sempre per te e lo sai, qualsiasi cosa accada” affermò. Gli feci una carezza, facendo comparire sul mio volto un flebile sorriso “Sei così dolce, amore” sussurrai “È perché sono innamorato” “Non puoi esserlo quanto lo sono io” conclusi dandogli un bacio.

 

NOTE:

Eccomi qua! Il presentimento di Matthew dello scorso capitolo era giusto! Katelyn aveva qualcosa di strano, del resto per lui è semplice capirla dato che sono cresciuti insieme e si conoscono alla perfezione. Kate decide finalmente di condividere la sua preoccupazione con Matt. Lui sebbene sia spiazzato dalla possibilità, cerca di sostenerla e farla svagare un po', provando a tranquillizzarla qualora la cosa fosse davvero reale. Mi scuso per le tante gif che ho inserito nel capitolo, spero non vi abbiano disturbato, ma era un momento cruciale e le immagini a mio parere danno quel qualcosa in più a livello comunicativo. Inoltre l'alternanza tra le loro immagini presenti e la spensieratezza dei ricordi adolescenziali mi pareva un bel contrasto, un contrasto che però li unisce e li rende più forti, perchè in fondo sanno che da sempre possono contare l'uno sull'altra e viceversa. Alla prossima per scoprire l'esito del test...

Vanessie

 

   
 
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