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Autore: arashinosora5927    23/10/2021    1 recensioni
Da autunno ad autunno come evolve il rapporto tra Gokudera e Tsuna.
Questa storia finalmente vede la luce della pubblicazione. Si tratta di una riscritta, per la precisione della riscrittura di una delle mie primissime fanfiction, quando era il 2015 e io ero una pendolare sul pullman Napoli-Salerno.
Voglio dedicare questa storia alla persona che più l'ha amata e che maggiormente mi ha supportata nella sua stesura. Bae, hai aspettato la bellezza di sei anni, ma ora eccoti finalmente le tue stagioni ❤️. Grazie davvero di cuore per non aver mai smetto di crederci.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio d'istruzione al terzo e ultimo anno di medie aveva preso un po' tutti alla sprovvista quella mattina di settembre, non tanto per l'annuncio in sé e per sé, ma più per il fatto che era stato niente che poco di meno Hibari Kyoya in persona a farlo. Gli studenti erano stati radunati nel cortile della Namimori come si soleva fare il primo giorno di scuola. Nessuno aveva dato loro spiegazioni per una buona decina di minuti, minuti caratterizzati dalla confusione più totale, finché il presidente del comitato disciplinare non aveva fatto il suo ingresso sul palco portando il silenzio.

Hibari si avvicinò al microfono, sentì i suoi passi rimbombare nelle orecchie e con un certo orgoglio ammirò i risultati del suo regno del terrore.

"Come sicuramente saprete, quest'anno cade il centenario dell'istituto che ogni giorno vi ospita permettendovi di formarvi come membri produttivi della società" iniziò a dire con un tono pacato.

Alla sua destra schierati tipo soldatini vi erano i suoi sottoposti, disposti in una struttura piramidale al cui vertice spiccava Kusakabe, in lacrime, probabilmente per la consapevolezza di un compleanno importante oppure perché era la primissima volta che vedeva il presidente così a suo agio a parlare in pubblico da quando si erano conosciuti alle scuole elementari.

"La nostra scuola" mugolava con una postura fiera.

Tra i ragazzi nel cortile invece c'era evidente confusione e imbarazzo, nessuno di loro immaginava che si trattasse di una ricorrenza così importante.

"Per l'occasione, su gentile concessione del nostro stimato Preside e con la collaborazione di tutto il corpo docenti, vi sarà permesso un viaggio d'istruzione nella terra del fondatore."

Hibari non aveva ancora concluso il discorso, ma già tra gli studenti aleggiava un certo entusiasmo. Tuttavia nessuno di loro osava fiatare.

Seguirono dettagli per il viaggio, quanto sarebbe durato, come si sarebbe svolto e mentre dava quelle informazioni durante tutta la durata del suo discorso Hibari non riusciva a smettere di pensare neanche per un istante che quando ancora non ne era a conoscenza aveva incontrato colui che aveva gettato le fondamenta per la sua amatissima scuola. Credeva di sapere tutto sulla Namimori, ma così come il suo passato, anche le storie di chi aveva contribuito erano avvolte dal mistero. Entrare a fare parte dei Vongola e avere accesso a un archivio antichissimo aveva finalmente riportato a galla la verità nascosta: il progetto originale della scuola apparteneva ad Alaude con il quale Hibari aveva appreso avere anche un legame di sangue anche se ancora non aveva compreso in che modo.

"È tutto."

Solo quando Hibari concluse il discorso e lasciò il palco, seguito dagli altri membri del comitato disciplinare, gli studenti si permisero di esultare.

"Andremo in viaggio di istruzione!" era il motto più presente. A Namimori si respirava leggerezza e freschezza giovanile, nessuno studente precedentemente aveva mai avuto l'onore di visitare la villa del fondatore.

"Un'intera settimana senza scuola!" era l'altra alternativa più ricorrente.

Richiamando senza successo il silenzio, i professori ricondussero le proprie classi nelle aule per proseguire la lezione, ma ormai era praticamente impossibile gestirle.

La terza A era in fermento come mai prima, il che era tutto dire. L'insegnante d'inglese dopo i ripetuti tentativi di attirare l'attenzione sull'argomento della lezione si arrese e aprì il registro.

"D'accordo, visto che di fare inglese non se ne parla, organizziamoci per il viaggio. Partiamo dalle camere" Gokudera la interruppe prima che potesse iniziare a spiegare come fossero stati disposti.

"Sawada" disse alzando una mano. "Io e Sawada stiamo in camera insieme."

"Anche io voglio stare in camera con Tsuna!" seguì immediatamente Yamamoto, era seduto al suo banco e si era voltato per rivolgere un sorriso a Tsuna.

Gokudera si voltò bruscamente verso Yamamoto. "No, solo io posso stare in camera con il Decimo" protestò.

L'insegnante d'inglese si mise una mano sulla fronte e sospirò asciugando qualche goccia di sudore. "Sono camere da tre, ragazzi. Potete stare entrambi con Tsuna" disse. Prima ancora che Gokudera potesse ribattere l'insegnante disse "segno Sawada, Gokudera, Yamamoto. Adesso da bravi, ditemi ognuno di voi con chi vuole stare."

Gokudera continuava a guardare in cagnesco Yamamoto che invece se la rideva allegramente, Tsuna da parte sua era lusingato e felice, i suoi migliori amici lo facevano sentire davvero amato.

"Dai Gokudera-kun, tutti insieme sarà più divertente" disse cercando di placare l'animo dell'amico.

"Certo, Decimo. Se lo dite voi non ho niente da obiettare" rispose Gokudera dipingendosi un sorriso smagliante sulle labbra.

"Vi lascio i depliant dell'albergo dove alloggeremo, il presidente non ha davvero badato a spese questa volta!" disse l'insegnante battendo le mani in adorazione, passò per i banchi per consegnarli.

Neanche lo avesse evocato, Hibari apparve sulla soglia della porta dell'aula e fece il suo ingresso accompagnato da un'aura minacciosa.

"Erbivori, sarete ospiti nella dimora del mio antenato. Se dopo la vostra permanenza troverò una sola cosa fuori posto vi morderò a morte" disse.

"Hi-Hibari-san!" squittì Tsuna facendosi piccolo piccolo su se stesso, aveva la netta sensazione che quell'avvertimento fosse diretto specialmente a lui e ai suoi amici.

"Vuoi essere il primo, animaletto?" lo minacciò Hibari estraendo un tonfa e portandolo all'altezza della giugulare di Sawada. Tsuna scosse rapidamente la testa negando con vigore e Hibari accennò un ghigno soddisfatto.

"Oi Hibari, non ti consento di comportarti in questo modo con il Decimo!" disse Gokudera, si era alzato di scatto e gli aveva messo una mano su una spalla costringendolo a girarsi preso alla sprovvista.

"Capisco, quindi vuoi essere tu il primo?" rinnovò la minaccia Hibari brandendo un tonfa ad altezza viso di Gokudera.

Le labbra di Hayato si incresparono in un ghigno e il ragazzo fece schioccare la lingua. "Non vorrai mica sporcare la tua amata scuola con il mio lurido sangue?" lo provocò.

Nel silenzio terrorizzato che si era creato Tsuna giurò di aver visto qualcosa di simile a una risata sul viso di Hibari e non ci fu più posto per i suoi tentativi di fare tacere Gokudera. "Un punto per te, erbivoro" disse Kyoya.

Gokudera sorrise spavaldo e guardò Kyoya allontanarsi. "Vedete, Decimo? Hibari non è poi così forte come vuole farvi credere" disse a voce bassa.

Hibari si voltò nuovamente verso di lui lentamente. "Gokudera Hayato" disse come se stesse annunciando il nome di un condannato a morte, il tono fu talmente minaccioso che anche l'insegnante tremò. "Non farmi cambiare idea, non mi costa niente una ditta di pulizia."

Gokudera stesso dovette indietreggiare e alzare le mani in segno di resa.

"Tsunayoshi, impara a tenere a guinzaglio il tuo cagnolino" aggiunse Hibari posando gli occhi su Sawada come se fosse un inquisitore. Soddisfatto per aver imposto ancora una volta la sua predominanza Hibari lasciò la classe con un'ultima indicazione. "La prego di riprendere la lezione, Fujioka-san."

"C-Certo, Hibari-sama" balbettò la professoressa prima di darsi un contegno e dedicarsi nuovamente ai preparativi per il viaggio.

Tsuna si abbandonò a un sospiro di sollievo, si chiese cosa avesse Yamamoto tanto da ridere, non dovette aspettare molto per la risposta. "Certo che Hibari è davvero troppo teso, gli ci vorrebbe una vacanza, è un peccato che non venga con noi" lo sentì dire.

Sospirò nuovamente, un giorno avrebbe capito come ragionava Yamamoto, ma quel giorno non era di certo quello corrente, adesso aveva una cosa importante da fare.

"Gokudera-kun, ma sei impazzito? Potevi farti male e..."

"Metterci tutti nei guai" intervenne Kurokawa. "Questa testa calda poteva fare annullare il viaggio" aggiunse.

Gokudera ci mise qualche istante ad elaborare la frase, ma quando gli fu chiaro il significato si prostrò ai piedi di Tsuna supplicando di essere perdonato. Una settimana intera in vacanza con il Decimo era un sogno che si avverava e per una volta non voleva essere colui che si metteva i bastoni tra le ruote.

Tsuna agitò le mani rapidamente davanti al suo viso prima che Gokudera desse un'altra testata contro il pavimento e la sua espressione gli ricordò davvero quella di un cane bastonato. Aveva volutamente ignorato il commento di Hibari, ma forse c'era un fondo di verità in quello che diceva. Anche se aveva fatto moltissimi progressi Gokudera continuava a comportarsi come se Tsuna fosse il suo padrone e questa cosa non riusciva più a reggerla.

Il pensiero passò rapidamente in secondo piano davanti al sorriso luminoso di Kyoko che gli si parò davanti come un raggio di sole. "Tsuna-kun, stavo pensando di chiedere a Chrome-chan di stare in camera con me e Hana, ma oggi non è venuta a scuola. Sai se domani verrà?" si sentì domandare.

Tsuna rimase imbambolato per una manciata di secondi con il sorriso da ebete del secolo sul volto, poi scosse la testa e annuì. "Aveva da fare con la Kokuyo, ma domani verrà sicuramente. Si stanno ancora organizzando per permetterle di frequentare questa scuola" spiegò cercando di non entrare troppo in dettagli che per il momento Kyoko poteva benissimo ignorare.

Sorrise portando lo sguardo al pavimento mentre un leggero rossore gli tinse le guance e allora catturò l'immagine di Gokudera, ancora a quattro zampe come un antico samurai che chiede anzi implora disperatamente il perdono del suo signore. "Gokudera-kun, hai intenzione di rimanere qui tutta la giornata?" gli disse. "Su, alzati... non è successo niente."

Gokudera si mise nuovamente all'impiedi con un'espressione colpevole e Tsuna sospirò profondamente. Sarebbe stata una lunga giornata, anche la professoressa d'inglese pensava la stessa cosa stanca di assistere all'ennesimo teatrino di Tsuna e i suoi amichetti.
   
 
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