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Autore: Dark Sider    02/09/2009    12 recensioni
Sasuke è appena morto per un tumore ai polmoni.
Naruto, disperato, si rivolge ad un'indovina perché gli dia un oggetto che possa aiutarlo a riportare in vita il suo teme. A Naruto viene dato un ciondolo che esaudisce i desideri ma, a causa di un incidente, Naruto esprime il desiderio sbagliato e...
Fate attenzione ai desideri che esprimete.
[SasuNaru]
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: I WANT TO BE IN HIS INSTEAD





Naruto si stropicciò gli occhi rossi per il pianto e per le molte notti passate insonne.

Si rigirò stancamente nel letto così tremendamente vuoto e di nuovo un senso di desolazione e disperazione si impadronì di lui quando vide il cuscino vuoto e perfettamente adagiato sul materasso, con la federa senza alcuna grinza, come se nessuno vi dormisse da tempo.

«Sasuke…» consapevolezza e dolore si impadronirono di lui alla vista di tutto quell’ordine che non c’era mai stato. Che non avrebbe dovuto esserci.

Avrebbe fatto meno male se Sasuke gli avesse detto “mi sono stancato. Ti lascio”; avrebbe fatto meno male persino se lui se ne fosse andato senza dargli spiegazioni.

Avrebbe fatto meno male perché lui sarebbe stato ancora vivo.

Invece Sasuke se n’era andato così, amandolo ancora, senza nemmeno avergli dato la possibilità di dirgli tutto quello che aveva intenzione di dirgli, senza dargli la possibilità di fare con lui tutto quello che aveva intenzione di farci.

Perché la morte è così, veloce e facile. Troppo. Così tanto da mettere paura.

E Naruto aveva paura; aveva paura di un futuro senza Sasuke; aveva paura di andare al cimitero e di incontrare ancora il suo sguardo freddo ed indifferente che lo osservava da una foto non ancora consumata dal tempo. Troppo distante.

Sasuke Uchiha era morto di un tumore ai polmoni appena tre giorni prima. Si era spento in ospedale poco dopo che Naruto era tornato a casa da una delle innumerevoli visite che gli faceva ogni giorno. Ormai, nell’ultimo periodo, il biondo passava più tempo con Sasuke di quanto non ne passasse con se stesso.

Se l’era sentito, Naruto; aveva capito che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe visto, che ci avrebbe parlato. Quella sensazione di allarme, quella morsa allo stomaco gli aveva ordinato di non muoversi, di rimanere lì con lui. Ma Sasuke gli aveva detto di non preoccuparsi, di tornare a casa e di riposare.

Ma quella stessa notte, alle 23.30 in punto, entrambi seppero che quella sensazione straziante che aveva preso Naruto era esatta. E da quel momento, da quel giorno, non lo aveva abbandonato più; anzi, si era intensificata.

Di nuovo Naruto si abbandonò ad un pianto silenzioso.

Era insopportabile pensare che Sasuke fosse morto; non voleva credere che fosse vero. Si rifiutava.

Negli ultimi tempi Sasuke era diventato più freddo, distaccato e scontroso ma, nonostante tutto, Naruto aveva continuato a stargli vicino ed aiutarlo più che poteva. Ma alla fine, non era servito a nulla. Ci sono sempre delle forze maggiori che decidono il nostro Destino e noi non possiamo fare niente per contrastarle. Per quanto sia ingiusto. Per quanto sia doloroso.

Le ultime parole di Sasuke non facevano che riecheggiargli nella mente: “non preoccuparti Naruto, io sto bene. Vai a casa e dormi un po’ che ne hai bisogno. Ci vediamo domani. Ti amo”.

Sasuke non diceva quasi mai a Naruto “ti amo” e il fatto che lo avesse fatto in un’occasione così normale, così poco importante, era stata un’inaspettata sorpresa che aveva avuto il potere di calmarlo e convincerlo ad andarsene.

Aveva sbagliato. Avrebbe dovuto rimanere.

Avrebbe voluto essere lì, con lui, quando il suo cuore aveva smesso di battere. Avrebbe voluto rimanergli accanto fino all’ultimo.

Naruto affondò la testa nel cuscino come se, in questo modo, tutti i suoi sensi di colpa e tutto il suo dolore potessero scomparire.

Benché fossero tre notti di fila che non chiudeva occhio, il biondo non aveva alcuna voglia di dormire.

Non voleva chiudere gli occhi e lasciarsi andare, anche se la sua testa dolorante e appesantita gli implorava di farlo.

Naruto voleva rimanere sveglio finché ci riusciva. Non voleva cadere nel mondo dei sogni.

Non voleva sognare che Sasuke gli sorridesse e lo stringesse a sé per poi svegliarsi e scoprire che era stata tutta un’illusione. Avrebbe fatto ancora più male.

Il biondo buttò un’occhiata alla sveglia digitale appoggiata sul suo comodino. Segnava le 3 del mattino.

Di nuovo, il ragazzo si stropicciò gli occhi che bruciavano fastidiosamente, stanchi di essere rimasti aperti così a lungo.

Naruto si alzò dal letto non sapendo bene dove andare. Sapeva solo che doveva uscire da quella stanza.

Si trascinò fino al salotto con lo sguardo spento e vuoto puntato a terra come se non volesse puntarlo di fronte a sé ed illudersi di aver visto Sasuke.

Si lasciò scivolare sul divano, afferrò il telecomando e accese la tv senza fare davvero caso a ciò che trasmetteva.

Si raggomitolò su se stesso e rimase così, immobile, lasciando che i dolorosi ricordi di Sasuke lo sommergessero.

Come gli mancava il suo teme…

In amore sarai fortunata…

La sua vita sembrava così vuota, ora, senza di lui…

… ma dovrai stare attenta a una rivale che tenterà di metterti i bastoni fra le ruote…

Avrebbe dato qualunque cosa per riaverlo lì con lui…

… anche la salute è buona…

Naruto alzò lo sguardo sullo schermo della tv, infastidito dalla voce stridula di quella donna che diceva cose che non gli interessavano, che infastidivano il corso dei suoi pensieri.

Quello che Naruto vide fu una di quelle stupide trasmissioni di chiromanti che venivano contattate da ragazzine innamorate che volevano sapere qualcosa sul loro futuro e alle quali venivano appioppate risposte imparate a memoria, del tutto false ed inventate, che di certo non venivano realmente lette nei tarocchi.

Naruto stava per spegnere la tv quando un pensiero folle, forse dettato dalla stanchezza o dalla disperazione, gli passò per la mente.

Chiromanti ed indovine non leggevano solo il futuro, avevano anche degli oggetti magici quali filtri d’amore e simili… Chissà, magari una di loro poteva avere anche qualcosa che esaudiva i desideri. Qualcosa che poteva riportare indietro Sasuke…

Il biondo balzò in piedi e si fiondò a cercare un elenco telefonico.

Si sentiva stupido e sapeva che stava facendo la cosa più idiota ed insensata di tutta la sua vita ma quel barlume di speranza che si era acceso lo spronava ad aprire quell’elenco telefonico e a cercare l’indovina più vicina a casa sua... sua e di Sasuke…

Quel giorno Naruto imparò che le ore posso avere la consistenza dei giorni e che le lancette dell’orologio, a volte, sembrano essersi bloccate su un’ora e faticano ad andare avanti.

Quando, finalmente, mancavano pochi minuti all’apertura del negozio dell’indovina, Naruto si fiondò fuori di casa e non si premurò nemmeno di prendere la macchina per arrivarci, tanto era agiato.

Giunto al negozio lo trovò ancora chiuso. Era arrivato in anticipo, lo sapeva, ma non aveva potuto restare un minuto di più in quella casa che gli ricordava così tanto Sasuke.

Così, il biondo si sedette accanto alla porta ed attese.

Era così immerso nel dolore dei ricordo che non si accorse subito della donna che era arrivata, aveva estratto un mazzo di chiavi e stava aprendo il suo negozio.

«Allora, che vogliamo fare? Entriamo?» Naruto fu riscosso da quella voce melodiosa, così stridente con il suo pessimo umore. Il biondo alzò lo sguardo per fissare una donna minuta che tutto sembrava tranne un’indovina.

Il ragazzo si limitò a tirarsi in piedi e a seguire la dona all’interno del negozio. Anche quello non sembrava la bottega di una chiromante; Naruto si era aspettato di vedere oggetti strambi spuntare dappertutto ed, invece, la piccola stanza illuminata era piena di quelli che parevano medicinali. O spezie.

«Che ti serve?» tagliò corto l’indovina, andando dietro al bancone ed attirando l’attenzione di Naruto che si stava ancora guardando intorno domandandosi se fosse capitato nel posto giusto.

«Lei è un’indovina?» gli parve doveroso chiedere, perché gli stavano sorgendo dei dubbi in proposito.

«Certo che sono un’indovina. Non l’hai letto, quando mi hai cercata sull’elenco?»

Naruto stava per ribattere ma, poi, si bloccò: come sapeva che l’aveva cercata sull’elenco telefonico?

«Allora, mi vuoi dire che stai cercando o vogliamo fare notte?»

Naruto si riscosse e la fissò. Ora gli sembrava molto stupido chiederle un oggetto magico ma il desiderio di riavere il suo teme era così forte da cancellare ogni dubbio ed esitazione.

«Vorrei un oggetto che esaudisca i desideri. Ha qualcosa così?»

L’indovina ci pensò su, poi scomparve nel retro. Naruto la sentì cercare tra scatoloni e scaffali, la udì borbottare qualcosa e, poi, la vide ricomparire con qualcosa in mano.

«Ecco» fece la donna, porgendo l’oggetto a Naruto. << Questo ciondolo esaudisce i desideri. Ne hai a disposizione solo uno, quindi fai attenzione a quello che chiedi >>.

Il biondo fissò il ciondolo che aveva in mano: era solamente una fredda pietra liscia e nera con un cordone infilato per appenderla al collo.

«Come funziona?» domandò.

«Devi girarlo tre volte nella mano e poi esprimere il tuo desiderio».

«E funziona?»

«Si, funziona. Ma fai attenzione a come formuli il tuo desiderio perché i ciondolo ti prenderà molto… alla lettera».

Naruto esitò per un attimo poi decise di comprare il ciondolo.

Giunto a casa, si sedette sul bordo del letto e rimase a rimirare il ciondolo a lungo.

Più lo guardava, più tutta la gioia e la speranza che lo avevano pervaso fino a quel momento si affievolivano. Fino a scomparire. Era stato uno stupido a credere alle parole di quell’indovina. Era stato uno stupido a pensare di poter riportare indietro Sasuke.

Questo ciondolo non funzionerà. Non esaudisce i desideri. Sasuke non tornerà mai più… È morto” pensò amaramente Naruto rigirandosi distrattamente il ciondolo nella mano. Per tre volte; perché, in fondo, ci sperava davvero.

«Come vorrei essere stato al posto di Sasuke. Così ora lui sarebbe ancora vivo» sussurrò, disperato.

Non aveva affatto pensato al ciondolo che teneva in mano; non aveva pensato che potesse esaudire veramente i suoi desideri…

L’unica cosa che si ricordava Naruto era che il ciondolo era diventato caldo, quasi rovente, tanto che il biondo fu costretto a mollare la presa con un certo stupore. Poi, il biondo era stato avvolto da una luce bianca e calda, quasi ultraterrena.

E lì era arrivata la consapevolezza di quello che era successo.

«Merda!»

Poi, non ricordava più nulla.

 

 

 

Naruto si svegliò. Era avvolto dalle calde coperte del suo letto: strano, non ricordava di essere andato a dormire.

Sul comodino accanto a lui vide la sveglia che segnava le 5 di mattina. Quindi, secondo i suoi calcoli, doveva aver dormito più di un giorno.

Il biondo afferrò il suo cellulare, abbandonato vicino alla sveglia, per vedere che giorno fosse.

E, quando vide la data, si pietrificò.

Il cellulare diceva che era il 20 Gennaio. Ma era impossibile perché Sasuke Uchiha era morto il 30 Gennaio.

Quella data era già passata.

Sconcertato, Naruto si guardò intorno e, quando vide la persona che dormiva accanto a lui, si tirò a sedere e cacciò un urlo.

Sasuke Uchiha era beatamente addormentato, sommerso dalle coperte. Respirava. Era vivo e pareva stare bene.

Non era pallido e smunto, come Naruto lo ricordava nel suo ultimo periodo di vita.

A sentire quel grido, poi, l’Uchiha si era svegliato di soprassalto e, puntando gli occhi assonati su Naruto, gli aveva chiesto con una certa nota di preoccupazione: «Cosa c’è? Stai male?»

Naruto era rimasto a bocca aperta, incapace di fare nulla.

Poi aveva balbettato: «M-ma tu dovresti essere… morto».

Sasuke lo guardò di sbieco. «Ma che stai dicendo?» gli domandò mentre anche lui si tirava a sedere.

«Tu non dovresti essere qui» insisté Naruto. «Dovresti essere morto… Sei morto! Il 30 Gennaio… Per un tumore ai polmoni…»

A quelle parole gli occhi di Sasuke si ridussero a due fessure.

«Dobe, ti sei rincoglionito del tutto?! Sei tu quello che ha il tumore».

 

 

 

 

 

***

Ed eccomi qua con una nuova,”allegra” ff SasuNaru che durerà solo due capitoli.

Chissà perché su loro due mi vengono sempre in mente ff deprimenti.. mah!

Comunque questo è un altro dei miei obrobri che mi è venuto in mente all’improvviso, come al solito XD E, come sempre, non ho potuto ignorarlo XD

Spero che vi piaccia ^_^

 

 



  
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