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Autore: hapworth    23/10/2021    2 recensioni
Scosse la testa, osservando il proprio bicchiere di Cubalibre, l'unica cosa che riuscisse a reggere senza cominciare a parlare a sproposito o a sbandare come un sedicenne.
[Scritta per il "Writober" indetto da Fanwriter.it!]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eoni a non scrivere originali, e poi torno per scrivere di quel pargoletto che mi sono inventata di sana pianta lo scorso anno, solo per cercare di scrivere qualcosa su quello stronzone di Rasim. E niente, credo sia leggibile singolarmente, in ogni caso metto il link diretto alla shot che precede questa piccola cosettina che magari potrebbe essere un buon incipit per creare altro in futuro.
Auguro a chi leggerà una buona lettura!

hapworth


Questa storia partecipa al "Writober" indetto da Fanwriter.it.
prompt: appuntamento | lista: ink

Nota: sequel di "Colui che cerca".


L'attesa di qualcosa

Donovan si passò le dita tra i capelli già scompigliati, ripensando a quello che era successo qualche settimana prima. Non riusciva a togliersi dalla mente quell'uomo, quell'intensità che gli aveva letto dentro gli occhi blu scuro; se solo ci pensava, ancora rabbrividiva al pensiero di quando le sue dita lo avevano toccato, in preda all'estasi e a quella voglia di di più.
Eppure se ne era accorto subito che l'uomo non era disponibile, almeno non emotivamente. Era distaccato, freddo, una volta terminato l'incontro sessuale e, proprio perché Donovan era particolarmente empatico, aveva voluto assecondare il suo desiderio di fuga, per quanto internamente avrebbe voluto...
Scosse la testa, osservando il proprio bicchiere di Cubalibre, l'unica cosa che riuscisse a reggere senza cominciare a parlare a sproposito o a sbandare come un sedicenne. Poteva ammetterlo con se stesso: avrebbe voluto un appuntamento, una chance, una possibilità, non una semplice sveltina nel cesso puzzolente di un locale e basta. Ma d'altra parte sembrava il suo destino, quello scritto nelle stelle.
Era troppo timido per fare la prima mossa, troppo imbarazzato per esporsi e attirava sempre quel tipo di uomini che volevano farsi un giro con un ragazzino, senza alcun tipo di implicazione. Era triste, perché Donovan aveva così tanto da dare. Perché nessuno gli dava una possibilità? Perché era relegato al ruolo di personaggio secondario, all'amico puttana, quando l'unica cosa che voleva era una storia duratura, un uomo gentile – e sexy magari – che lo trattasse bene, che lo amasse almeno un po', senza considerarlo semplicemente comodo e scopabile?
Rasim era sexy, sembrava risoluto e gentile, con quell'aspetto esotico, ma l'inflessione e la sicurezza di chi non veniva da posti lontani. Donovan aveva sempre apprezzato gli uomini massicci e più grandi di lui, gli davano un senso di sicurezza e di pace, perché avrebbero potuto avvolgerlo per intero e non lasciarlo mai. Rasim non lo aveva fatto, ma avrebbe potuto, così come avrebbe potuto spezzarlo, se solo gli fosse andato di farlo, scoparlo contro il muro, oltre che con la bocca sul suo uccello.
Più ci pensava e più si pentiva. Pensava a quel locale da niente, in cui era entrato perché si sentiva solo e voleva qualcuno da amare, e si chiese se valesse la pena riprovarci ancora. Un nuovo tentativo, un nuovo amore, un nuovo inizio. Magari avrebbe trovato il coraggio di chiedere un appuntamento al prossimo uomo che lo avrebbe desiderato e forse, solo forse, non sarebbe stato gettato via senza neppure una possibilità di mostrare quanto valesse per davvero.


Fine
   
 
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