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Autore: CatherineC94    24/10/2021    3 recensioni
Ted sembra avvertire quando quel nero informe la sta divorando, così l’abbraccia ed Andromeda avverte il dolce sapore della sua carne calda e così si salva.
«Ted, se non mi tieni stretta precipito» ammette.
Le lenzuola sono bianche, i suoi lunghi capelli sono sparsi come una larga macchia d’inchiostro; Ted le accarezza il viso, ancora immerso in quel silenzio adorante.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Abyss
 
La mente crea l’abisso, il cuore lo valica.
(Nisargadatta Maharaj)
 
Ha i capelli che sembrano miele, splendono,  nel suo mondo così oscuro.
Ha camminato lenta, dirigendosi verso la sua figura che le pare di scorgere tremante.
Andromeda sorride, non lo fa quasi mai, anche perché i motivi per farlo non li trova più da anni.
Ted è immobile, lei aumenta il passo in quel corridoio deserto e riesce a percepire il rimbombo delle colpe, dei dubbi e quel peso che rimane sulla schiena è quasi dimezzato.
Ted sorride, lui lo fa sempre ed ha un calore dentro che Andromeda non ha mai incontrato altrove.
«Aspetti da molto?» gli chiede.
Non risponde, il suo viso si perde nei suoi lunghi capelli ed il resto è color del sole.
 
 
Ted ama il silenzio.
Andromeda l’ha scoperto quando tra le pareti ammuffite della Testa di Porco si sono raggomitolati senza uscire per giorni e giorni.
Lui fissa i suoi occhi, per poi sorridere tranquillo.
Andromeda sembra quasi sul punto di parlare ma Ted l’anticipa dicendo:«Va bene così, non ci pensare più».
Lei però non può far finta di nulla ed allora alza il braccio destro, tracciando una linea immaginaria sul soffitto per poi perdersi nell’oscurità totale.
Ted sembra avvertire quando quel nero informe la sta divorando, così l’abbraccia ed Andromeda avverte il dolce sapore della sua carne calda e così si salva.
«Ted, se non mi tieni stretta precipito» ammette.
Le lenzuola sono bianche, i suoi lunghi capelli sono sparsi come una larga macchia d’inchiostro; Ted  le accarezza il viso, ancora immerso in quel silenzio adorante.
 
«Avrà i tuoi occhi, ne sono certo».
Andromeda sorride, ormai è abituata a farlo.
Nella loro piccola cucina che di regale non ha nulla, lei si sente immersa in continuo stato di felicità. Ted è rosso in viso, da quando il suo ventre si è arrotondato lo ritrova ogni tanto fisso su di lei, quasi nell’intento di catturare anche un minimo suo respiro.
Andromeda non precipita forse più; sono rare quelle notte di burrasca quando le urla la fanno svegliare e quei volti le fanno scoppiare il cuore per la tristezza.
A quel punto si stringe a riccio, abbracciando sua figlia che cresce dentro di lei.
Ted che per un attimo rimane in silenzio, tentando di cacciare quell’assurda colpa che sente di possedere;  non riesce più a trattenersi e la stringe, provando a nascondere un singhiozzo.
Allora a quel punto è Andromeda che sorride, il volto corrotto dalle lacrime e gli occhi pieni di suo marito.
«Ted, devi stringermi per sempre» lo prega.
Lui aumenta la presa, che sa di un per sempre.
 
Le lenzuola del letto sono fredde, avvolte nel nero del suo abito. I capelli ne avvolgono come sempre ogni lembo ed Andromeda, accartocciata come una foglia non trova più Ted nel suo lato.
Andromeda precipita, e gli occhi gonfi per il pianto sono puntati sullo stipite della porta dove lui è diritto, con quei capelli color del miele e quegli occhi profondi come il mare.
«Non sarò poi così lontano» promette solenne.
Precipita.
 

 Non so se si tratta della pioggia, ma avevo voglia di scrivere questa storia. Spero che non sia terribile, un abbraccio.
   
 
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