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Autore: Miravel0024    24/10/2021    0 recensioni
#24 Ottobre / PumpInk / Proverbio
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Proverbio
N° parole: 485
Arrivare alla fine della propria vita e rendersi conto di pentirsi di ogni singola scelta.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2021'
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Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse.
 
Ho passato anni della mia vita spaventata da qualsiasi cosa, spaventata dal dire la cosa sbagliata, spaventata dal prendere le scelte sbagliate, spaventata di deludere le aspettative, spaventata di… fallire.
Per anni ho rincorso il successo, i soldi, il prestigio e l’approvazione di tutti… di tutti tranne che di me stessa.
Ho sfatto amicizia con le persone giuste, invece che con quelle simpatiche.
Ho scelto la scuola più seria e con prospettive sicure, invece che quella creativa e senza certezze.
Ho gettato da parte la mia arte e le mie passioni per dei fogli di calcolo.
Ho sposato un uomo ricco e prestigioso, invece di chiedere un appuntamento alla collega carina e gentile.
Ho scalato i ranghi dell’azienda fino ai vertici.
Ho ignorato i tradimenti, le bugie e le umiliazioni… solo per non deludere le persone che amavo e che credevo mi amassero.
Sono vecchia e sola, ho i miei soldi e la mia azienda, ma non ho mia voluto nulla di tutto questo.
Volevo amiche sincere con qui uscire la sera e spettegolare.
Volevo divertirmi, vedere il mondo, scrivere… dipingere… mostrare il mondo attraverso i miei occhi.
Volevo amare ed essere amata, in modo travolgente e passionale.
Volevo godermi la vita, respirare, sorridere e sentirmi completa… felice.
Se solo potessi…
 
 
 
 
«Amaya! Amaya svegliati. Oggi è il giorno, non puoi fare tardi. Devi scegliere la scuola e prepararti ai colloqui, non c’è tempo da perdere!» Aprii gli occhi stordita, scostai le coperte e mi guardai in torno. Non era possibile, dovevo star sognando. Quella non poteva essere… eppure
«Amaya! Ti alzi o devo buttarti di nuovo giù dal letto?» Non c’era modo, non poteva essere.
«Mamma?» Quella era la mia stanza da ragazzina, quando ancora vivevo con i miei. E quella era mia madre, era viva e… giovane!
«Ti sei rincoglionita completamente? Non sarai rimasta di nuovo sveglia a scrivere o a pastrugnare su quei tuoi scocchi album non è vero? Lo sai cosa succede se ti becco di nuovo a perdere tempo con quella roba, sì?» Che cosa diavolo?
«Amaya!» Sobbalzai. Avevo quasi dimenticato quanto urlasse mia madre.
«Io… scusa mi alzo subito. Ho solo dormito male, scendo in cinque minuti.» Se ne andò grugnendo infastidita e borbottando qualcosa su giovane ingrati e nullafacenti.
Non ero sicura se fosse stato uno strano sogno premonitore o se avessi realmente ottenuto una sorta di seconda possibilità, ma una cosa era certa, improvvisamente molte cose mi erano chiare e non avevo intenzione finire in quel modo.
Non avrei più permesso ai miei di controllarmi e maltrattarmi, avevo bisogno di un piano, ma per prima cosa…
Mamma aveva detto che era il giorno della scelta della scuola superiore, avrei iniziato da questo, addio liceo scientifico, benvenuto liceo artistico.
Questo avrebbe avuto delle grosse conseguenze, speravo di riuscire a gestirle.
Mi era stata data un’occasione di riparare alla la vita, non avrei permesso alla paura di fermarmi di nuovo.
 
   
 
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