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Autore: VigilanzaCostante    25/10/2021    1 recensioni
E se? E se "Echi in tempesta" non fosse finito com'è finito? E se dopo risolto il problema del Dritto e del Rovescio, Thorn e Ofelia fossero potuti tornare alla normalità?
Raccolta disomogena di momenti di vita e di convivenza dei nostri due protagonisti, in un mondo in cui possono finalmente stare insieme.
| Questa raccolta partecipa al Writober di fanwriter.it |
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ofelia, Thorn
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa raccolta partecipa al Writober. 
Si fonda tutto su un What-if (spoiler di Echi in tempesta): Thorn non è rimasto nel Rovescio, e lui ed Ofelia hanno concluso l'avventura insieme. Ora possono tornare alla normalità. Come sarebbe una loro convivenza?


 






In un mondo che

 
Ritorno alla normalità
 
If I was ordinary and love was ordinary
If I was ordinary, oh so very ordinary
If love was ordinary and I was ordinary
Are you too?
 
 
#fondo



 
La vita era tornata alla normalità. Anche se era una normalità che non lo sembrava proprio, con quella terra tutta rotonda, non scaglionata, non rovinata. Una normalità che prevedeva l’essere cittadini del mondo, abitanti di quel globo liscio senza distinzione di sorta.
Eppure, nonostante questo, Ofelia era voluta tornare a quella che era Anima. Thorn non aveva opposto resistenza, aveva solo alzato leggermente un sopracciglio e aveva sentenziato che avrebbe dovuto sbrigare delle incombenze.
Ofelia aveva sorriso, perché solo uno come lui poteva chiamare “incombenze” i suoi affetti; avevano salutato Berenilde, Roseline e Victoria, con degli abbracci goffi ma sentiti. Poi erano partiti insieme al Prozio e al resto della famiglia, con stretta la speranza di poter ritrovare un posto chiamato casa.

Non è che si fossero chiesti in modo esplicito di andare a convivere. Dopo essere riusciti a sopravvivere a quella guerra intestina, nonostante le perdite che ha comportato, sembrava quasi la cosa più semplice da fare. Così, raggiunta Anima, la madre di Ofelia si era data un bel daffare per liberare l’appartamento di famiglia rimasto vuoto dopo la morte di una vecchia zia. Tutti avevano contribuito e Ofelia, davanti a quel marasma di scatoloni e oggetti animati, voleva già mollare tutto e tornare alla vita di prima.
Come poteva, dopo tutto quello che era successo, abituarsi alla normalità? Lei e Thorn potevano veramente sopravvivere a una vita fatta di comodini e fondi di caffè?


Mentre era immersa nei suoi pensieri e si torceva le dita rimaste, spoglie dei suoi guanti, sentì la mano di Thorn appoggiarsi alla sua spalla con una delicatezza circospetta.
«A proposito, è normale che la caffetteria sbuffi in quel modo?».
Ofelia si girò stranita, incuriosita. Di solito quella vecchia macchina da caffè era docile e mansueta. Invece nel lavello della cucina stava scoppiando di rabbia e di fumo.
«Credo fortemente che mi odi» continuò Thorn, rabbuiandosi. E lei, per la prima volta da giorni interi, rise.


Forse, non sarebbe stato così monotono come temeva. Forse, il fatto stesso di costruirsi un futuro insieme rappresentava un’avventura. Perché Thorn, non importa se nel dritto o nel rovescio, era capace di farla sentire sottosopra.  
   
 
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