Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: luvsam    26/10/2021    1 recensioni
Quella mattina il buonumore di Dean gli stava dando veramente ai nervi e Sam avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo tacere, ma papà era ancora arrabbiato per la scenata del giorno prima e non poteva certo permettersi di iniziare un combattimento anche con suo fratello.
E dire che fino a poche ore prima si era sentito davvero felice perché il coach Maverick aveva diramato le convocazioni per la finale di calcio under 16 ed era dentro, non poteva crederci. Era stato su di giri per tutta la giornata discutendo con i suoi compagni degli avversari, di schemi ed eventuali rigoristi, e già si immaginava a correre sul campo.
Uscendo da scuola aveva visto l’Impala e aveva riconosciuto subito suo padre. Era una rarità che andasse a prenderlo alla fine delle lezioni e aveva pensato che ne avrebbe approfittato subito per chiedere il permesso per andare ad Austin con la squadra, ma qualcosa nella postura rigida del genitore lo aveva messo in allarme. Si era avvicinato e aveva riconosciuto il signor Rhodes e da lì tutto era andato storto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il trambusto svegliò Sam, che con orrore scoprì di essere tra le braccia del demone e tentò subito di liberarsi dalla sua presa. Si contorse urlando e usando le sue residue forze, colpì violentemente in volto Abyzou, che, colta di sorpresa, lo lasciò cadere.
L’impatto con il pavimento non fu piacevole e il giovane Winchester sentì le sue ferite ricordargli che era messo molto male. Rimase immobile sulla schiena, in primis perché non aveva l’energia per muoversi, ma anche perché si aspettava una contromossa violenta dalla sua carceriera ed era consapevole che non avrebbe potuto in alcun modo sfuggirgli. Chiuse gli occhi per non vedere il momento in cui il demone lo avrebbe fatto a pezzi, ma dopo un po' si rese conto che non stava accadendo nulla e tornò a guardarla.
Abyzou sembrava sconvolta e incapace di muoversi e Sam pensò che qualcosa la stava trattenendo, qualcosa di molto potente, e non poteva farsi sfuggire l’occasione di tentare la fuga, ma era necessario che trovasse suo padre. Si guardò intorno alla sua ricerca domandandosi se alla fine aveva seguito il suo consiglio ed era andato via, ma poi riconobbe la sua figura sul pavimento a pochi metri da lui.
“Papà”
Il panico lo invase perché l’uomo non dava alcun cenno di vita e tutto quello che Sam riuscì a pensare fu che doveva raggiungerlo.
“Ti prego, no, non puoi essere morto”
Tentò di rimettersi in piedi, ma, non appena conquistò la posizione eretta, una violentissima fitta all’addome lo fece cadere. Avrebbe perso volentieri conoscenza per non sentire il dolore, ma una voce nella sua testa cominciò ad urlare che la priorità era suo padre e così iniziò a strisciare sul pavimento mentre tutto intorno a lui continuava a vibrare e le urla di Abyzou salivano sempre più alte. Non riusciva a capire che cosa stava succedendo, ma in fondo non gliene importava nemmeno: se stava per morire, voleva farlo accanto a John e niente lo avrebbe fermato.
Continuò a trascinarsi lasciando dietro di sé una scia sempre più consistente di sangue, ma proseguì finchè con la punta delle dita non sfiorò una mano del padre. Si spinse ancora in avanti, l’afferrò e tirò forte raggiungendolo. Cercò subito un battito sul collo e quando lo sentì, pianse sia per il sollievo che per il dolore pulsante all’addome.
“Papà, ti prego, svegliati”
Sam fece leva sulle braccia e trascinò ancora il suo corpo in avanti come in uno di quei percorsi di addestramento alla marine che aveva fatto tante volte con Dean. Si mosse fin quando il suo viso non fu all’altezza di quello di John e gli appoggiò una mano sulla guancia.
“Papà”- chiamò con un filo di voce.
L’uomo non si mosse e il ragazzo tornò alla carica tentando di parlare più forte.
“Papà”
Anche il secondo richiamo cadde nel vuoto e sfinito dallo sforzo, Sam si lasciò andare sul pavimento. Girò il capo verso l’uomo e cercò di nuovo la sua mano. Il semplice contatto lo rasserenò e si trovò a pensare che, anche se aveva paura di morire, almeno non sarebbe stato solo.
Improvvisamente i rumori, le urla, il dolore, tutto era lontano e Sam rivolse di nuovo la sua mente a Dean. Suo fratello stava per perderli entrambi e per lui sarebbe stata dura, ma non aveva dubbi che sarebbe tornato in piedi. Probabilmente avrebbe cercato il demone che aveva ucciso la mamma perché i Winchester non lasciano le cose a metà, ma poi avrebbe cacciato Abyzou per vendicarli. Una mossa stupida, ma Dean lo avrebbe fatto per lui e per papà.
Era doloroso pensare che non si sarebbero rivisti, che non ci sarebbero stati più km e km nell’Impala con la musica a tutto volume, ma Sam si sentì grato lo stesso per tutto il tempo che suo fratello maggiore gli aveva dedicato, per le sue cure e anche per le sue prese in giro.
Mentre era perso nei suoi pensieri, l’adolescente non si accorse che le pupille di suo padre avevano cominciato a muoversi sotto le palpebre e trasalì quando sentì la sua voce chiamarlo:
“Sammy”
“Papà”
John spalancò gli occhi e incrociò lo sguardo di suo figlio, che giaceva accanto a lui. Realizzare che erano insieme sul pavimento ebbe sull’uomo lo stesso effetto di una scarica elettrica e il suo istinto di padre gli impose di reagire. Si tirò su velocemente e lo afferrò attirandolo a sé.
Il brusco movimento fece urlare Sam, che si accasciò contro il suo petto e in quello stesso istante il cacciatore si ricordò delle ferite.
“Oh Dio, non volevo, mi dispiace”
L’adolescente riaprì gli occhi e mormorò:
“Sei vivo”
“Sì, sono vivo e ti porterò via di qui”
“E’ troppo tardi”
“No, non lo è. Torneremo al Singer Salvage e tutto andrà bene”
“Non è vero e lo sai, lei ha vinto”
“Non fin quando avrò fiato in corpo”
“Non ce la faccio più, papà”
John scosse la testa e insisté:
“Sono sicuro del contrario! Ti sei liberato, no? Non ti ha portato via”
“Sì, ma è stata solo fortuna. L’ho colpita e mi ha fatto cadere”
“Sei stato bravo invece, hai lottato nonostante tutto”
“Ho avuto paura, non ti muovevi”
Il cacciatore accarezzò il viso del figlio e da una rapida panoramica su quello che li circondava, capì che Sam aveva strisciato per raggiungerlo. Notò con orrore la scia di sangue, che il suo ragazzo aveva lasciato dietro di sé e sentì le lacrime invadergli gli occhi, ma si fece forza e tornò ad incoraggiarlo.
“Sammy, è finita, devi resistere solo un altro po'”
“Ho tanto freddo e non mi sento più le gambe”
“Non è niente di grave, ti riprenderai”
“Papà, di’ a Dean che gli voglio bene”
“Glielo dirai tu non appena torneremo”
“Mi farebbe nero, lo sai che non vuole momenti da ragazza”
“Tuo fratello fa il duro, ma la verità è che potresti fargli fare quello che vuoi”
“Non è vero”
“Lo è, invece, lo hai tenuto in pugno dalla prima volta che ti ha preso in braccio”
“Ma se dice che sono un fastidioso rompicoglioni”
“E tu gli credi?”
“No, lo so che mi vuole bene”
“Dean ti ama sopra ogni cosa e gli ho promesso che ti avrei riportato da lui”
John vide le palpebre di Sam calare e lo scosse.
“No, ragazzino, non ci provare”
“Sono stanco”
“Potrai riposare quanto vuoi non appena saremo fuori di qui”
Il cacciatore si sistemò meglio il figlio tra le braccia e spostando una mano, vide che era ricoperta di sangue. Abbassò lo sguardo sulla felpa di Sam e si accorse che l’addome era scoperto perché probabilmente, trascinandosi sul pavimento, aveva perso le fasciature.
“Merda”-sbottò.
“Voglio dormire”
“No, Sammy, ti prego”
Gli occhi del ragazzo si chiusero di nuovo e John guardò impotente le ferite. Provò a fare pressione per rallentare l’emorragia, ma i suoi sforzi si rivelarono vani e ebbe paura che il suo secondogenito si sarebbe dissanguato se non avesse fatto in fretta qualcosa. Si guardò di nuovo intorno e solo allora notò Abyzou, che al centro della stanza inveiva senza sosta.
“Maledetti, vi strapperò il cuore”
Il cacciatore non capì con chi se la stesse prendendo, poi si ricordò di aver sentito la voce di Bobby: il suo amico era responsabile della furia del demone? Forse lui e Dean avevano iniziato il rito per riportarli a casa?
Il pensiero gli fece ritornare in mente Lenora e si voltò a cercarla. La vide a pochi metri mentre si stava riprendendo e incrociandone lo sguardo, capì che anche lei pensava che forse non tutto era perduto.
Il pensiero successivo fu il ricordo dello scontro che avevano avuto, delle minacce che aveva fatto a Sam e in un’altra circostanza avrebbe eliminato il problema senza batter ciglio, ma la verità era che erano tutti e tre nella merda e non poteva permettersi distrazioni. Si sistemò meglio il figlio tra le braccia impedendo di fatto alla donna di vederlo, poi la voce di Abyzou lo fece sobbalzare.
“Chi sta facendo questo, Winchester? Sono tuo figlio e quel figlio di puttana di Bobby Singer?”
Il cacciatore tenne gli occhi sul demone e rispose:
“Scoprilo da sola”
“E’ un incantesimo potente, qualcosa fuori dalla portata di voi cacciatori!”
“Ci sottovaluti”
“No, vi conosco molto bene e nessuno di voi, bastardi, è capace di fare una cosa del genere”
Abyzou si voltò verso la donna e chiese:
“E’ opera tua, tu gli hai detto come attaccarmi?”
Lenora sorrise e rispose:
“Non sono rimasta una povera tossica, ma questo ora non ha importanza: posso fermarli”
“Tu vuoi trattare con me?”
“E’ un semplice scambio, ne guadagneremo entrambi”
Le pareti tremarono ancora più forte e Abyzou si piegò sulle ginocchia come se le forze la stessero abbandonando.
“Ti conviene ascoltarmi, sono molto vicini”
“Che cosa mi offri?”
“Io li fermo e tu mi restituisci Vincent”
“Sai che tuo figlio non è più qui”
“Ma ne conservi una parte e io la voglio”
John guardò sconvolto Lenora trattare con il demone e sentì un brivido corrergli lungo la schiena perché temeva di sapere dove voleva arrivare e a spese di chi, così cercò di fuggire con Sam tra le braccia.
“Dove credi di andare?”-urlò Abyzou.
La porta si chiuse davanti all’uomo sbattendo con violenza, ma, se una cosa del genere, in precedenza, non avrebbe minimamente scalfito la potenza del demone, adesso sembrava averlo provato.
Il cacciatore lo notò e pensò di mettere giù Sam per attaccarla, ma una scossa improvvisa gli fece perdere l’equilibrio. Piantò un ginocchio a terra e cercò di non far cadere suo figlio, che aveva perso di nuovo conoscenza.
Il muro alla destra dell’uomo cominciò ad essere attraversato da profonde crepe e ad un certo punto collassò su se stesso. Si alzò una nube di polvere e alcuni calcinacci schizzarono verso i due Winchester, ma l’ex marine fu abbastanza lesto da evitare che colpissero il suo ragazzo.
Tossì violentemente e sentì che gli occhi iniziavano a bruciargli, ma restò con le spalle rivolte verso il crollo in attesa la visibilità migliorasse.
Ci volle qualche minuto prima che riuscisse a distinguere di nuovo ciò che lo circondava e quando successe, vide Lenora in piedi davanti alla parete con le teche.
John notò immediatamente che c’era qualcosa di molto diverso nei souvenir di Abyzou: i frammenti di anime sembravano impazzite e lampeggiavano come una serie di luci su un albero di Natale.
“Chi? Chi di loro è il mio bambino?”
“Blocca quest’incantesimo”
“Dimmi chi è Vincent”
“Blocca l’incantesimo e lo farò”
“E dovrei fidarmi di te?”
Abyzou lanciò un altro urlo, poi si rivolse verso la parete con le teche e con un gesto della mano ne estrasse una. La fece atterrare tra le mani di Lenora e chiese:
“Soddisfatta? Adesso fai la tua parte”
“D’accordo”
La donna cominciò a mormorare qualcosa e il demone riuscì a liberarsi. Si voltò trionfante verso John e gli disse:
“Tornerò tra poco, Winchester, ora devo occuparmi di chi sta osando violare la mia casa”
Il demone sparì e se da un lato il cacciatore ne fu sollevato, dall’altro ne fu terrorizzato perché questo significava che stava andando ad attaccare suo figlio maggiore e Bobby.
Si voltò a guardare Lenora e le chiese:
“Come hai potuto farlo? Ci hai condannati a morte”
“Sono morta quando Abyzou mi ha portato via il mio bambino”
La donna si sedette sul pavimento incrociando le gambe e iniziò a cullare la teca.
“Beh, io non sono morto e salverò il mio”
John si avviò di nuovo verso la porta e tentò di aprirla, ma era bloccata.
“Non puoi andartene, siete il mio regalo per Abyzou”
“Fammi uscire”
“Niente da fare, solo io e Vincent andremo via da qui”
“Tuo figlio è morto”
“Troverò il modo di portarlo indietro”
“Lenora, non puoi! Non hai nemmeno più il suo corpo, come farai?”
“Chiederò ad Abyzou di…”
“Credi davvero che lei abbia tutto questo potere? Riportare indietro un morto è qualcosa di grosso e non è mai gratis. Chi ti dice che cosa tornerà?”
“Che cosa vuoi dire?”
“Non va mai a finire bene in queste cose”
“Lo dici solo per salvarti il culo”
“Lo dico perché è vero! Sono un cacciatore e ne ho viste tante, cose che nemmeno puoi immaginare”
“Anche qualcuno tornato in vita?”  
John tacque e ripensò a un periodo della sua vita in cui era così disperato per la morte di Mary che si era avventurato su un sentiero molto pericoloso. Aveva deciso di riportarla indietro a qualunque prezzo perché la vita senza di lei gli era insopportabile, perché i suoi bambini avevano bisogno della loro mamma e stava per cadere nel baratro quando la mano pietosa di padre Jim lo aveva fermato. Aveva lottato contro di lui, lo aveva anche colpito violentemente perché gli aveva lanciato nelle fiamme del camino della canonica quello che con tanta fatica aveva raccolto per portare a termine il rituale e forse sarebbe arrivato a fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito, se non avesse visto sulla porta il suo piccolo Sammy nel suo pigiama con gli orsetti che lo fissava succhiandosi il pollice. Si era congelato stringendo ancora la maglia del suo amico e con un pugno a mezz’aria e aveva pensato che avrebbe voluto che il pavimento si aprisse sotto i suoi piedi.
Il suo bambino aveva continuato a guardarlo non riuscendo ad elaborare nel suo cervello di quattro anni che cosa stava guardando, ma la scena lo aveva comunque turbato e il suo labbro inferiore aveva iniziato a tremare.
A quel punto John aveva lasciato padre Jim e si era precipitato a tranquillizzarlo. Lo aveva preso in braccio e si era seduto con lui sussurrandogli rassicurazioni, mentre l’altro uomo si rimetteva faticosamente in piedi.
L’odore di Sammy aveva avuto sull’ex marine l’effetto di un calmante e quando il bambino si era addormentato, era tornato al piano di sopra con lui e si era infilato nel letto con i suoi bambini. Stringendo i suoi figli, aveva capito che, anche se li aveva portati di proposito a Blue Heart sicuro che, se gli fosse successo qualcosa durante il rito, Jim si sarebbe preso cura di loro, non era disposto a rischiare.
Il giorno dopo aveva chiesto perdono per quello che era successo e il prete lo aveva ascoltato mentre buttava fuori tutta la sua disperazione, poi gli aveva fatto una lavata di testa che non avrebbe più dimenticato.
“I morti devono rimanere tali, Lenora, perché chi torna non è mai chi ricordavi, me lo ha insegnato un mio caro amico tanti anni fa”
 
                                                   ---------------------------------
 
Al Singer Salvage Dean era impietrito davanti alla parete della panic room, che continuava a lesionarsi attimo dopo attimo e iniziò a temere che la casa di Bobby sarebbe diventata la loro tomba.
Si voltò a guardare suo padre e suo fratello, ma la polvere e i continui boati non sembravano scalfirli e la sua convinzione di riaverli con sé cominciò a vacillare.
“Bobby, non succede nulla, non tornano”
“Non è detto che non stia funzionando, magari ci vuole solo un po' di tempo”
Il giovane Winchester tornò a fissare il muro e cominciò a percepire un odore acre provenire dalle fessure.
“Lo senti anche tu?”
“Difficile non farlo”
“Che diavolo è?”
“Non lo so”
“Perché non si svegliano?”
“Lenora non mi ha detto nulla che non sai già”
“Lo sapevo che non dovevamo fidarci di lei”
“Piantala, ragazzo, abbiamo altro a cui pensare adesso”
“Che cosa vuoi dire?”
“Non senti?”
“Cosa?”
“Appunto, c’è troppo silenzio”
Bobby riprese la bottiglia di acqua benedetta e si versò dell’altra acqua nella mano, poi la appoggiò sul muro, ma questa volta la casa restò ferma sulle sue fondamenta. L’odore acre in compenso continuò ad aumentare e un flebile sibilo cominciò a farsi strada attraverso le fessure.
“Non mi piace”
Dean si avvicinò alla parete e cercò di vedere qualcosa attraverso le crepe, ma non ci riuscì. Fece un passo indietro e istintivamente cercò la pistola che teneva nel retro dei pantaloni. Si sentì in parte rassicurato dal trovarla al solito posto, ma aveva la brutta sensazione che qualcosa non andasse.
John e Sam erano ancora immobili nei loro letti e anche la casa sembrava tranquilla, eppure era certo che quel sibilo, che stava diventando sempre più forte, non avrebbe portato nulla di buono. Ne ebbe la conferma quando anche Bobby si armò e entrambi, prima arretrarono verso il centro della panic room, poi puntarono le armi contro il muro.
“Occhi aperti, ragazzo, c’è qualcosa in arrivo”
“Ne sono convinto anche io, ma non toccherà papà e Sammy”
“Non iniziare subito a sparare, potrebbero essere loro”
“Ci credi veramente?”
“Neanche un po', ma dobbiamo essere certi prima di svuotare i caricatori”
I due cacciatori fissarono di nuovo la parete e si resero conto che il flebile suono udito in precedenza si era trasformato in un urlo raccapricciante.
Dean lo associò ad una donna, ma non ebbe il tempo di andare oltre la semplice intuizione perché uno spostamento d’aria violentissimo lo spedì al tappeto insieme a Bobby. Cercò di rimettersi subito in piedi per non essere una preda facile per chiunque stesse per fare irruzione al Singer Salvage, ma, facendolo, si rese conto di non avere più la pistola. Ritornò sulle ginocchia, poi appoggiò entrambi le mani a terra e si abbassò per cercarla. La individuò sotto il letto del padre e stava per sporgersi per recuperarla quando la voce inconfondibile di Abyzou lo colpì.
“Non sei troppo cresciuto per giocare a nascondino?”
Dean voltò lo sguardo verso la parete lesionata e vide la testa del demone che fuoriusciva da una delle spaccature.
“Voi, maledetti bastardi, avete osato attaccarmi in casa mia”
“Dove sono mio padre e mio fratello?”
“Sono ancora per poco miei ospiti, soprattutto il piccolo Sammy”
“Che cosa vuoi dire? Se gli ha fatto del male, giuro che…”
“Smettila di agitarti, la famiglia Winchester sta per ricongiungersi all’inferno”
“Cosa hai fatto a Sam?”
“Ho punito la sua insolenza! Io volevo salvarlo, volevo toglierlo dalle mani di quel bastardo…”
“Non insultare mio padre”
“Buffo, anche tuo fratello mi ha detto la stessa cosa”
“Devi lavarti la bocca prima di parlare di John Winchester”
Abyzou rise e chiese:
“Chi di voi vuole morire per primo?”
“Nessuno viene ad uccidermi in casa mia”
Bobby puntò il suo fucile contro il demone e sparò. Non appena il colpo partì, Dean si lanciò verso la sua pistola e dopo pochi secondi si unì al suo amico nel tentativo di proteggere se stessi e gli altri occupanti della panic room.
Abyzou urlò e i due cacciatori avanzarono verso di lei senza smettere di scaricargli addosso i caricatori.
“La bottiglia”- urlò Bobby.
Il maggiore dei figli di John si abbassò per raccoglierla dal pavimento, svitò velocemente il tappo e innaffiò il demone, che si ritrasse nelle fessure.
“E’andata?”
“Non lo so, Dean, ma arretriamo e cerchiamo di proteggerli”
I due uomini fecero appena in tempo a raggiungere i letti su cui giacevano John e Sam quando il demone tornò all’attacco.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: luvsam