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Autore: Hilla_    26/10/2021    0 recensioni
Cos'era il destino?
Era per caso stato il destino a condurla in quel posto, in quel mondo così diverso dal suo?
Era stato il destino a spingerla in quel viaggio?
Si, probabilmente era destino che finisse in quella situazione, un destino vecchio di secoli e che si intrecciava con altri, formando un complesso dipinto che avrebbero visto solo alla fine, quando ormai sarebbe stato troppo tardi per cambiarlo.
Quindi che fare? arrendersi a quello che sarebbe accaduto? Di certo fuggire non era un opzione, anche volendo non ne sarebbe stata capace. C'era una sola possibilità: andare avanti.
aggiornamenti ogni martedì
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ultima revisione 26/09/2021

Jacob venne fatto adagiare sul divano e gli venne consegnato un bicchiere d'acqua con un aspirina. Ailis e Niav si assicurarono che il ragazzo mandasse giù la medicina e rimasero al suo fianco, ascoltandolo mugolare e lamentarsi di tanto in tanto fino a che Ethel non le raggiunse, invitandole a riposarsi mentre Jacob si riprendeva.
Ailis non se lo fece ripetere due volte, trascinando Niav in un'altra stanza con una foga che non le si addiceva per nulla. La portò in cucina, dove costrinse la castana a sedersi a tavola in modo che le due potessero guardarsi negli occhi.
Non era necessario che la bionda parlasse, aveva ripetuto ormai troppe volte quello che voleva: sapere cosa stava succedendo.

《Non mi crederai》 esordì Niav a mo' di premessa, sapendo che non avrebbe scoraggiato l'amica. Anzi, iniziando così sperava di preparare la ragazza a quello che doveva dire, rendendo la sua storia più facile da digerire.
《Mettimi alla prova》 replicò Ailis, proprio come Niav si aspettava. Prendendo un respiro profondo la castana decise di iniziare a parlare di Jacob e di cosa aveva visto prima di sentirsi male, anzi, di quello che avevano visto. Stando a quello che aveva visto Ailis nel bosco non c'era nessuno all'infuori di Jacob, Niav e gli alberi. Doveva però ammettere che Jacob aveva visto qualcosa e quello stesso "qualcosa" era stato visto anche da Niav. Ma che quella cosa fosse un drago... quella era pura follia. Se non avesse conosciuto Niav da una vita l'avrebbe presa immediatamente per pazza, ed anche in quelle condizioni dubitava che la sua amica fosse sana di mente. Forse qualcuno le aveva fatto qualcosa. Una specie di ipnosi, un lavaggio del cervello: tutto era più plausibile dell'esistenza di creature come quella appena descritta da Niav.

Mentre Ailis soppesava il racconto, Ethel riemerse come se niente fosse da una porta che fino a quel momento nessuna delle due aveva notato - probabilmente una cantina - ed entrò nella stanza tenendo fra le mani una tela. Su di essa era ben visibile fedele rappresentazione del drago descritto dalla giovane Ímisy.

《Oh...》 si lasciò sfuggire Ailis, passandosi una mano sul volto e massaggiandosi le tempie, incredula.
《Tutta questa storia è assurda... anzi, più che assurda. Ma posso provare ad ascoltare fino alla fine se sei davvero certa di quello che dici》 concesse, decidendo di dare almeno il beneficio del dubbio ai suoi amici.

L'anziana donna lasciò la stanza senza dire una parola, nascondendo un sorrisetto compiaciuto.
Appoggiò la tela accanto al divano e rivolse la sua attenzione a Jacob.
《Sta succedendo anche a te - mormorò sorridendo al nipote - succede a molti, di solito salta una generazione》 spiegò.
《Come i gemelli?》 Chiese il corvino con la voce roca, per poi allungare la mano e prendere qualche sorso dal bicchiere sul tavolino alla sua sinistra.
《Come i gemelli - confermò la donna - ma più utile》.
Il ragazzo si portò una mano sugli occhi, coprendoli dalla luce delle lampadine che, sommandosi al mal di testa, lo stava torturando.
《Non mi sembra molto utile se questi sono gli unici risultato - commentò, cercando di mettersi seduto sul divano e togliendo la mano dal volto per poter guardare in faccia sua nonna - ma non è solo questo vero?》 Chiese, potendo già immaginare la risposta.
《Esattamente. Ad esempio è il motivo per cui tu e la tua amica Ailis siete qui, lo stesso per cui avete incontrato Niav: sapevo che qualcuno sarebbe stato qui e che avrebbe avuto bisogno di voi. Era da tempo che non sapevo qualcosa con tanta certezza, di solito non ho visioni chiare come mio nonno, vedo solo le pennellate sulla tela e non capisco nulla fino a che non ho finito》 spiegò la donna, indicando l'oggetto che aveva posato a terra poco prima.

《Quando inizio non so mai come finirà. È magnifico vedere quelle immagini che si formano come per magia... ma ora sto divagando, torniamo a te - si interruppe la donna - quello ti è familiare?》 Chiese, indicando il quadro ed il drago che vi era raffigurato sopra. Il ragazzo studiò la tela per qualche minuto prima di annuire.
《Quella è la cosa che ho visto nel bosco - esclamò - quella con cui Niav ha parlato》 aggiunse, rabbrividendo al ricordo di quella creatura.
《Quella "cosa" è una delle creature più maestose mai esistite, Jacob. Sono assolutamente meravigliose! Noi siamo fortunati a poterli vedere, fidati. Certo non quanto la tua amica, che è legata a uno di loro, ma comunque molto fortunati》 lo avvertì la pittrice in tono di rimprovero, suscitando una risata nel giovane.
《Fortunati? Stavo per lasciarci la pelle in quella foresta》 replicò Jacob, rabbrividendo al ricordo di poco prima.《Quella cosa era enorme, avrebbe potuto uccidermi... Niav, dille quanto era spaventosa!》 Aggiunse poi vedendo le due ragazze fare il loro ingresso nella stanza. A quella richiesta la castana sorrise, constatando con piacere che l'amico era tornato ai suoi soliti modi impulsivi.
《Temo di doverti deludere, ma non ho paura di lui: Shu non farebbe mai del male a qualcuno se non fosse costretto》 spiegò, ripensando alla rabbia negli occhi del drago nell'affrontare i cacciatori o dal turbinio di emozioni che le aveva trasmesso mentre le salvava la vita fuori dall'hotel. In quel momento aveva avuto prova della vera forza del drago, della sua potenza distruttiva. Se avessero voluto, Shu ed i suoi fratelli avrebbe potuto fare qualsiasi cosa.

《Vedo che voi due avete finito la vostra chiacchierata, ragazze. Ora che ne dite di riposare? Se ho interpretato bene il mio ultimo lavoro vi aspetta un lungo viaggio, e vale per tutti e tre》 consigliò la donna, lasciando tutti e tre i ragazzi senza parole.
《Che intende dire? Non posso permettere a Jacob ed Ailis di seguirmi! sarebbe pericoloso, folle, irresponsabile e... beh, una pessima idea!》 protestò Niav, che sarebbe potuta andare avanti per ore ad elencare aggettivi per descrivere quell'idea o motivi per cui era pessima.
《Dici che dovremmo andare con lei? - chiese invece Jacob, incurante delle proteste dell'Ímisy, mentre volgeva lo sguardo verso la bionda - che ne pensi? Io ci sto se mi promettete che non mi sentirò male ogni volta che vedrò quel drago》 decise, prendendo la cosa con tanta leggerezza da far preoccupare Niav riguardo alle sue condizioni e alle sue capacità di giudizio.

《Se questa folle storia è vera non ti lasceremo fare da sola - sentenziò Ailis - non ti libererai di noi》.
Gli occhi dell'ímisy si inumidirono. Quella frase le aveva dato il colpo di grazia dopo quell' infinita settimana passata a sentirsi fuori posto, con un pensiero sempre rivolto alla costante minaccia dei cacciatori. Per la prima volta da quando aveva incontrato Shu si sentì a casa, una casa che poteva comprendere ed in cui veniva compresa. Una casa vera, con veri muri ed un vero tetto, non il dorso di un drago. Al suo interno c'erano persone vissute nella sua stessa realtà, persone che non si aspettavano che sapesse sempre tutto. Per un istante desiderò darsela a gambe: fuggire da tutta quella folle storia, scordarsi dei cacciatori, delle ímisy e di Shu.

Fu un solo istante di fantasia prima di pentirsi di ciò che aveva desiderato. Magari non aveva preso lei le decisioni che l'avevano portata lì, ma qualcosa l'aveva fatto. Forse era stato il destino - in cui non aveva mai creduto - a prendere quelle decisioni per Niav, ma ormai erano state fatte. Ora che era l'ímisy di Shu aveva delle responsabilità nei confronti di guardiani, delle sue nuove compagne e soprattutto del drago, che in quel momento la aspettava pazientemente nel bosco. Al villaggio, Shu le aveva chiesto se fosse felice di essere lì. Sul momento la castana non aveva saputo rispondere, ma ora le cose erano cambiate. No, non era felice, assolutamente. Quella nuova vita aveva mille difetti, mille difficoltà, ma non l'avrebbe potuta scambiare con nessun altra: era legata a quel nuovo mondo, che lo volesse o no. E poi c'era Shu. Non poteva e non voleva separarsi da lui e se le avesse mai chiesto "Sei felice di essere la mia ímisy?" Lei non avrebbe esitato a rispondere sì.

《Tutto bene Niav? Sembri esausta - commentò Jacob, accennando un sorriso divertito - non hai una bella cera, guarda me e prendi esempio!》 Esclamò, riuscendo finalmente - e a fatica - a mettersi seduto.
《Sono o non sono il ritratto della salute?》 Insistette, alzandosi in piedi ed impallidendo per lo sforzo. Ailis sospirò e costrinse l'amico a rimettersi seduto prima che fosse la forza di gravità a farlo. Dopo essersi assicurata che il corvino non si facesse del male la ragazza si concentrò su Niav. Jacob aveva ragione: all'improvviso il risultato di quelle settimane era evidente sul volto della ragazza. Era pallida, anche se in certi punti la pelle era stata scottata dal sole e si era arrossata. Il volto era scavato da enormi occhiaie, aveva un graffio sulla fronte e probabilmente gran parte del suo corpo era ricoperto da lividi o ferite simili. Anche gli occhi della ragazza erano diversi, si muovevano velocemente da un lato all'altro della stanza seguendo uno schema preciso: finestra, porta, finestra, porta sul retro, scale, altra finestra, poi di nuovo da capo. Fra un punto e l'altro posava nuovamente gli occhi sui suoi amici, cercando inutilmente di convincersi che quel che stava facendo era inutile. Resisteva per circa una trentina di secondi prima di puntare gli occhi sul punto successivo, come un animale ferito e braccato.

Li aveva chiamati cacciatori, quelli come Ryan. Non aveva chiarito cosa volessero da lei se non ucciderla e non sapeva cosa volesse il ragazzo che, in maniera del tutto inaspettata, aveva deciso di risparmiarla e sfruttarla per raggiungere qualcosa. Erano loro che stava cercando? Se fosse stata nei panni di Niav nemmeno lei sarebbe riuscita a stare calma, anzi, avrebbe cercato in ogni modo di nascondersi. Si sarebbe infilata in un qualche posto sperduto e avrebbe pregato di non essere mai più trovata.
Mise le mani sulle spalle di Niav, spingendola verso le scale.
《Vai a dormire, subito. Terremo d'occhio noi la situazione》 promise mentre accompagnava la castana nella stanza che le era stata prestata. Lei si fece condurre senza opporre resistenza, in silenzio. Si lasciò confortare dalla promessa di Ailis e riscaldare dalle sue mani che delicatamente le accarezzavano la schiena. Prima di entrare in camera si voltò e scivolò fra le braccia della ragazza.

Niav, a differenza della bidona, non era mai stata molto fisica ed era passato parecchio tempo dall'ultimo abbraccio degno di essere chiamato tale che le due si erano scambiare.
La castana sprofondò il volto sulla spalla di Ailis, inalando il profumo dell'amica e lasciandosi scivolare nei ricordi. Tutti quelli in sua compagnia erano caratterizzati dalla serenità, soprattutto se messi a confronto con il caos delle ultime settimane. La ragazza - superata l'iniziale sorpresa - strinse delicatamente l'amica, accarezzandole lentamente la schiena.
《Andrà tutto bene, ti aiuteremo noi ora》 disse nel tentativo di rassicurarla. La castana sciolse l'abbraccio ed annuì, accennando un sorriso spento a causa della scarsa convinzione. Con un'ultima pacca sulla spalla Ailis salutò Niav, che barcollò verso il letto e si lasciò cadere sulle coperte.
Non voleva dormire, non poteva permetterselo, ma nessuno l'avrebbe lasciata uscire da quella stanza senza che prima si fosse riposata. Si stese sul letto ed osservò il soffitto in legno sopra di lei, studiando le forme create dalle venature e lasciandosi trasportare dell'immaginazione per rimanere vigile e pronta ad intervenire in caso di pericolo.

Mentre Niav lottava contro il suo stesso corpo ed il sonno Ailis lasciò il piano superiore della casa, tornando al divano su cui Jacob era ancora bloccato.
《Ehi, iniziavo a pensare che mi avessi abbandonato - esclamò il corvino mentre faceva spazio all'amica, voltandosi a guardarla - come ti senti?》 Chiese.
La ragazza avrebbe potuto schivare la domanda in centinaia di modi, non aveva alcuna voglia di rispondere, ma non fece assolutamente nulla per deviare il discorso. Si limitò a sedersi, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo. Era un gesto che aveva iniziato a fare di recente, da quando aveva iniziato a confidarsi con Jacob. Senza Niav al suo fianco si era sentita persa, ma il corvino si era precipitato a sostenerla. Gli era grata per tutto quello che aveva fatto in quei giorni, per averla portata con sé in viaggio anziché lasciarla sola, per essere diventato - in senso letterale, in certi casi - la spalla su cui poteva piangere. Si era sentita quasi in colpa nel farsi sostenere così e si era scusata più e più volte, nonostante il giovane avesse sempre replicato che, per lui, Ailis non era e non sarebbe mai stata un peso.

《Confusa. Tu come ti senti?》 Replicò la ragazza, torturando con la punta delle dita il copridivano.
《Stanco. E confuso》 rispose Jacob. I due rimasero in silenzio, facendo correre gli occhi per la stanza, ovunque purché non si posassero sulla persona al loro fianco.
《Com'era quel drago?》 Chiese la bionda, dal quadro e dal racconto di Niav si era fatta un'idea abbastanza chiara della creatura, ma quella le era sembrata una scusa come un'altra per fare conversazione.
《Enorme, stare davanti a lui ti faceva sentire minuscolo. Aveva sia piume che scaglie e degli occhi che brillavano, come dei fari. Sembrava di guardare la versione gigante, luminosa e spaventosa di quelli di Niav, è stato parecchio strano》 raccontò il corvino, puntando finalmente gli occhi su di Ailis.
《Poi è arrivata Niav e mi sono sentito male, quindi non ho avuto altro tempo per guardare il drago - continuò - c'era come una strana voce che mi urlava nelle orecchie... anzi, era come se qualcuno stesse graffiando una lavagna o qualcosa simile》 spiegò il corvino, ricordando il celebre quanto fastidioso suono.
《Mi si è annebbiata la vista e ha iniziato a girarmi la testa, da lì è tutto confuso》 terminò di raccontare. Ailis sollevò il capo, ritrovandosi con gli occhi puntati su quelli scuri del ragazzo. Dopo qualche istante, in cui Jacob si arrovellò per trovare qualcosa da dire, entrambi abbassarono nuovamente lo sguardo e la bionda si alzò in piedi lasciandosi le pieghe sulla maglia.
《Ti lascio riposare, vado a vedere se tua nonna ha bisogno di aiuto》 lo informò, dirigendosi fuori dalla stanza alla ricerca della signora Reyes.

   
 
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