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Autore: Atenah    26/10/2021    0 recensioni
[Seguito di "Sherlock, Lupin e io - Un'Ultima Missione]
L'era dei "Segugi di Briony Lodge" si era chiusa come il sipario dopo un meraviglioso spettacolo, di quelli che ti lasciano con un formicolio caldo e dolce nella pancia.
Avrei però dovuto sapere che ad uno spettacolo segue sempre un altro, il sipario si aprirà e chiuderà infinite volte, ed in realtà la calma assoluta non è mai stata adatta a me.
Avrei dovuto considerare l'inarrestabile circolo della storia. La mia era, anzi, la nostra era era alle porte: quella di Holmes, Lupin e io.
Genere: Avventura, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altri, Irene Adler, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tempeste

 

Passarono alcuni giorni tranquilli. Elise si era finalmente dovuta dirigere in Galles per una missione che le era stata assegnata ed io aspettavo ansiosamente la risposta da parte di Theo.

La casa era silenziosa, Irene e Lupin erano usciti, ed io me ne stavo seduta nel salottino azzurro di Briony Lodge, sulla poltroncina sotto alla finestra dalla quale si aveva una buona vista sulla porta di entrata e facevo la guardia in preda ad un nervosismo francamente ridicolo. 

Non era solo la curiosità a tenermi incollata lì, ma piú che altro un’infantile preoccupazione: che Billy, tornando a casa, trovasse la lettera da parte di Theo.

Mi sentivo sciocca e mi ero detta piú volte di scollarmi da quella poltroncina, anzi che pensare al mio favoloso maggiordomo con quello strano misto di ansia e sensi di colpa che non mi piacevano per niente, invece restavo lí, lo sguardo saettante fra la pagina di un libro che fingevo di leggere e la strada.

La prima ad arrivare fu però la pioggia che dei nuvoloni plumbei rovesciarono vigorosamente su Londra, riempiendo la città di umiditá ed il rumore delle gocce scroscianti. Del postino non c’era ancora traccia, ma poco dopo scorsi una figura scura e decisamente fradicia avvicinarsi a passo veloce verso la nostra porta.

“Mary! Potresti mettere su l’acqua per favore?” chiesi a gran voce e mi precipitai verso la porta.

Elise era furiosa. Quando mise piede dentro a Briony Lodge sembrò quasi che avesse portato la tempesta da fuori in casa. La pioggia le aveva incollato la camicia ed i pantaloni addosso ed i suoi capelli ramati erano appiccicati al viso; sembrava che qualcuno l’avesse messa a mollo in un bicchiere d’acqua.

Si fermò per un attimo nell’ingresso, gocciolante e con uno sguardo che avrebbe fatto scappare con la coda fra le gambe anche un lupo. 

La feci venire in sala da pranzo ed ridiedi vita al fuoco nel camino. 

Poco dopo Holmes entrò con un vassoio carico di thé e shortbread che Mary aveva preparato in un baleno; doveva aver visto Elise arrivare dalla sua finestra al terzo piano. Le passó una tazza fumante con la fronte corrugata.

“Cosa è successo?" le chiesi, spingendo un biscotto nella sua direzione.

“Temo che dovrai essere un po’ piú specifica, Mila, perché di tutto quello che è successo, questo acquazzone è stato la cosa meno fastidiosa, anzi, oserei dire che é stata la piú piacevole” disse lei cupa, sorseggiando il suo thé con un sospiro e facendo tutto onore al suo cognome.

“Mi hanno mandato a dare la caccia e dei poveri ladruncoli di provincia ai quali ho probabilmente quasi causato un infarto, oltre che a perdere una mezza giornata cercando di spiegare alla polizia locale perché mai la SIS manderebbe da Londra un agente ad occuparsi di cose con le quali decisamente non ha nulla a che fare” spiegó e pensai che Sir Sinclair, da quel momento in poi, avrebbe veramente dovuto nascondersi se avesse voluto evitare di essere ridotto malamente dalla mia amica.

Scambiai un’occhiata perplessa con Holmes, prima che lui riposasse lo sguardo su sua nipote.

“Ti è stato riferito fin da subito di che tipo di missione si sarebbe trattato?” le chiese.

Lei scosse il capo. “Non proprio, la missione mi é stata assegnata tramite busta nella mia cartella personale firmata con la C verde direttamente da Sinclair. Parlava di ‘associazioni clandestine, eventualmente coinvolte in traffici di stampo illegale all’estero con base a Swansea’ con qualche contatto a cui rivolgermi sul posto, era tutto.” 

“Sembrerebbe tutto regolare” commentai.

“Piú o meno” fece Holmes. “A parte… che grado di agente sei Elise?”

“Sono un agente di sezione circolante V, contra-spionaggio, non dovrei neanche occuparmi di missioni del genere, in realtá nessuno della SIS dovrebbe, per gli affari interni c'è il MI5” disse la mia amica con frustrazione. La capivo bene, il tutto iniziava a puzzare di bruciato.

“Gli Americani ti hanno dato la caccia come un cane per averti fra le loro grinfie prima degli Inglesi ed ora alla SIS ti usano come poliziotto di cittadelle, non ha senso!” riflettei senza capire il perché di tale atteggiamento.

“Sir Sinclair ti vuole tenere lontana da Vauxhall a tutti i costi” disse Holmes in quel momento, formulando le parole che entrambe avevamo in testa.

Elise incontrò il suo sguardo pensosa: “Metterebbe in discussione la trasparenza del SIS e dei servizi segreti inglesi in generale. Ci ho pensato anch’io, ma voglio sperare che non sia così. Purtroppo credo sia molto più probabile che al nuovo direttore dia fastidio il mio non essere uomo.” 

Scossi il capo con uno sbuffo: “È ridicolo!” esclamai.

Holmes annuì: “Sì, lo è, ma mantieni comunque gli occhi ben aperti, nel caso la faccenda non abbia nulla a che fare con il tuo essere donna, come hai detto anche tu, la questione sarebbe molto grave” continuò ed Elise sospirò come per fare evaporare un po’ della sua rabbia.  

“Mangia qualcosa ed asciugati” disse poi osservando con un sopracciglio alzato e mezzo sorriso le gocce che scendevano dalle ciocche della mia amica. “Puoi rimanere a cena, se ti va, Gutsby mi ha detto che sulla via del ritorno intendeva comprare delle salsicce per preparare il suo famoso piatto pregiato” aggiunse prima di uscire dalla stanza con cenno della mano a mo di saluto, probabilmente diretto verso il giardino per controllare che le sue arnie fossero ancora intatte nonostante la pioggia.

In quel momento avvenne un tipico lupus in fabula. Come se lo avessimo chiamato, sentii la porta aprirsi e con uno scatto improvviso mi alzai dalla sedia: “Billy!”  

Quasi corsi in corridoio, bloccandomi però a metà quando notai la busta fra le sue mani. Sentii Elise fermarsi alla mie spalle: “Salve Gutsby, finalmente ci si rivede.”

Lui le rivolse un’occhiata che in altre circostanze mi avrebbe fatto ridere. “Anche per me è un piacere vederti, anche se in condizioni… diciamo particolari!”

La mia amica parve però notare la tensione che riempiva l’aria, quindi recuperò il suo cappotto e ci passò a fianco con uno sguardo di scuse. 

“Dovrete scusarmi, ma credo che questa sera mi perderò le tue salsicce alla Gutsby, voglio andare a casa e fare un bel bagno caldo e poi ho bisogno di riflettere un po’ da sola” disse e sparì lasciandoci pronti ad affogare nel mare di incompresi tra di noi.

“È arrivata una lettera per te” fu lui il primo a parlare. 

“Sì” dissi stupidamente, poi feci due passi verso di lui e presi la busta che lui mi porgeva senza osare ad incontrare il suo sguardo.

Feci per voltarmi, ma Billy fu più veloce.

“Mila… c’è qualcosa che non va?” mi chiese, facendo battere forte il cuore nel mio petto.

“Ecco… io”, deglutii, “Elise ha dei problemi al SIS e la cosa mi turba un po’, tutto qua” risposi con le labbra che mi bruciavano bugiarde, poi allungai la mano e sfiorai le dita di Billy prima di voltargli le spalle e salire le scale.

 
   
 
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