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Autore: Rinalamisteriosa    27/10/2021    0 recensioni
«Senseiiiiiiiiiiiinyyyyyyaaaaaaaaa».
Era stato questo il grido acuto che aveva fatto accorrere immediatamente il grande mago Natsume nel suo laboratorio, dopo che il proprio sonno venne interrotto così bruscamente.
Aveva già capito che Sora-kun, il ragazzino insistente proveniente da un povero Villaggio situato a Sud-Est e che da mesi lo tormentava per poter diventare il suo apprendista, introducendosi spesso nella sua casetta nel bosco di Ensemble Stars senza permesso, anche di notte, aveva curiosato mettendo la testa in un calderone e assaggiando il contenuto.

[Spin off prequel di Ryuusei Fantasy | Mini-shot di 950 parole | Prompt: Turn into a cat]
{Partecipante al Writober2021, pumpblanck list, indetto da fanwriter.it}
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Natsume Sakasaki, Sora Harukawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#Writober 2021 ~ pumpBLANCK list ~ 27 ottobre, prompt: Turn into a cat

 

 

 

 

La decisione di Natsume

 

 

 

 

«Senseiiiiiiiiiiiinyyyyyyaaaaaaaaa».

Era stato questo il grido acuto che aveva fatto accorrere immediatamente il grande mago Natsume nel suo laboratorio, dopo che il proprio sonno venne interrotto così bruscamente.

Aveva già capito che Sora-kun, il ragazzino insistente proveniente da un povero Villaggio situato a Sud-Est e che da mesi lo tormentava per poter diventare il suo apprendista, introducendosi spesso nella sua casetta nel bosco di Ensemble Stars senza permesso, anche di notte, aveva curiosato mettendo la testa in un calderone e assaggiando il contenuto.

Il guaio stava nel semplice fatto che dentro vi era una pozione ancora incompleta, probabilmente dimenticata da un altro ragazzino che stava studiando presso il suo laboratorio e che ogni tanto veniva a prendere in prestito qualcosa per esercitarsi.

Lo sapeva che avrebbe dovuto svuotare il contenuto del calderone prima di ritirarsi nella propria stanza, accidenti, soltanto che aveva accumulato così tanti pensieri che se n’era davvero dimenticato.

Un fumo giallino dall’odore intenso aveva avvolto l’intero ambiente e Natsume corse subito verso la finestra per spalarcarne le persiane, tossire un po’ e attendere che esso si diradasse per verificare lo stato di Sora. Nel mentre aveva sentito un peso leggerissimo salire sul suo piede. Quando poté focalizzarlo, scoprì guardando giù un gattino dal pelo beige con qualche macchia gialla più intensa e un ciuffetto verde sulla testolina, tra le due orecchiette pelose.

«Nya, nya», miagolò Sora, totalmente ignaro nel suo stato animale del perché Natsume lo stesse squadrando con uno sguardo severo.

«Sora-kun, lo sai che adesso devi aspettare circa 24 ore prima che il rimedio sia pronto? Non è mica così semplice la contropozione, dannazione!» si affranse il mago, lasciandosi cadere a terra, stringendosi i capelli bicolori, rossi e bianchi, tra le dita e tornando alla mente al giorno nefasto in cui erano morti due dei suoi migliori amici e compagni. Probabilmente la malasorte aveva iniziato a perseguitarlo da allora, altrimenti non si spiegava. Natsume era stato molto felice, un tempo. Poi, dopo la tragedia, si era chiuso in se stesso per non affezionarsi più a nessuno e si era ritirato in quel bosco, eppure c’era sempre qualcuno che, attirato dalla fama che lo aveva preceduto, lo attraversava fino a trovare la sua casetta.

Midori, Hajime e Sora erano tre di questi.

Tutti e tre aspiravano a ricevere i suoi insegnamenti, a divenire i suoi apprendisti, tuttavia il grande mago non aveva ancora preso una decisione definitiva a riguardo.

Erano così giovani e sprovveduti: probabilmente non avevano ancora provato dolore nella loro vita, pensavano che ogni cosa fosse dovuta loro. Beata gioventù!

«Nya».

Il gattino Sora balzò sopra la gamba di Natsume per acciambellarsi, in un tentativo di confortarlo. Poteva sentire che lo stava leccando malgrado ci fosse il tessuto del pantalone. Era molto dolce.

Natsume, intenerito, non si sentiva più così arrabbiato e depresso come prima.

Effettivamente l’aveva notato: Sora era un piccolo sole, scaldava il cuore. Da quando lo conosceva, lo aveva visto sempre sorridere, anche dopo i suoi innumerevoli rifiuti di prenderlo con sé. Hajime invece era più come l’acqua tranquilla di un fiume, gentile e con una buona determinazione malgrado commettesse degli errori – la trasformazione di Sora era un esempio, doveva aver sbagliato qualcosa nel dosaggio degli ingredienti.

Per quanto riguardava Midori, invece, non era insistente e perseverante come i primi due, soltanto tre volte si era spinto fin lì e la prima impressione che gli aveva dato era stata di non sapere bene quale fosse esattamente la sua strada, di un ragazzino sperduto, insicuro e terrorizzato che stava cercando ancora di capire cosa desiderasse fare della propria vita. Midori era un fiore ancora in boccio, o un seme che la pianta non aveva ancora reso un frutto.

Soprappensiero, Natsume accarezzò il pelo morbido del gattino e si disse che doveva sbrigarsi. Era in un certo senso colpa sua se Hajime aveva sbagliato, poiché lui non gli aveva dato nessun consiglio, si era limitato a lasciarlo studiare da solo perché stanco di cacciarlo di casa. Forse era diventato debole e questa ne era la prova: concedergli comunque di avere i mezzi necessari per iniziare a diventare dei maghi pozionisti pur non prendendo posizione a riguardo, pur facendo solo da spettatore passivo.

«Piccolo Sora, sei molto carino, ma non posso permettere che rimani sempre così o il tuo stato potrebbe diventare permanente. Meglio non scherzare con la magia».

«Nya!» fece un miagolio, Sora, come se l’avesse capito e fosse contento delle sue parole. Si spostò per leccargli le dita e Natsume lo lasciò fare, ridendo.

Infine, il mago si era destato in piedi, aveva preso il gattino in braccio, lo aveva posizionato sopra un comodo cuscino, si era rimboccato le maniche ed era pronto per entrare in azione. Erano mesi che non lo faceva e quindi questo lo animò di nuove energie, lo spronò ad attivarsi, lo svegliò completamente.

 

 

Hajime giunse in casetta mentre lui era indaffarato ad annusare e a dosare tutti gli ingredienti che fortunatamente già aveva con sé, in mezzo alle sue conserve.

«Natsume-sensei! Mi dispiace tanto! Posso fare qualcosa per aiutarti?» si scusò Sora con gli occhi lucidi, dopo aver udito il breve racconto di cosa era accaduto qualche ora prima.

«Metti a bollire l’acqua nel calderone e poi prepara una ciotola di latte per il piccolo Sora», replicò Natsume inespressivo, senza far comprendere i suoi reali sentimenti.

Se nessuno dei due l’avesse infastidito rompendo la sua concentrazione durante quelle ore di preparazione, miscugli vari ed ebollizione, forse ci avrebbe impiegato anche meno di un giorno per finire tutto. E infine, avrebbe comunicato loro che sì, aveva deciso: li avrebbe presi come suoi apprendisti.

A una prova per Midori, per accettarlo come terzo apprendista, ci avrebbe pensato in seguito.

 

 

  
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