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Autore: My Pride    27/10/2021    2 recensioni
Jon non aveva capito bene cos'era successo, ma quel giovane tritone l'aveva salvato e non aveva fatto in tempo a ringraziarlo che, così com'era apparso, alla fine era sparito. Rammaricato, il giorno successivo era tornato a quell'insenatura con la speranza di rivederlo, e così aveva fatto il giorno dopo e il giorno dopo ancora, e aveva quasi perso le speranze di rivederlo quando, facendo timidamente capolino dal pelo dell'acqua, la testa mora di quel tritone si era fatta finalmente vedere, e Jon aveva sorriso radioso nel saltare sugli scogli per raggiungerlo.
Genere: Avventura, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Put your lips on me_3 Titolo: Put your lips on me (and I can live underwater)
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons, Batman
Tipologia: Long Fiction
Capitolo tre: 2720 parole [info]fiumidiparole 

Personaggi: Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent, Bruce Wayne, Lois Lane, Clark Kent, Tim Drake, Dick Grayson, Jason Todd, Talia Al Ghul, Vari ed eventuali
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Fluff, Smut, Light Angst

Avvertimenti: Mermaid!AU, Accenni slash, Hurt/Comfort


SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved.

    Dal momento in cui suo padre aveva finito di parlare e tutti e tre si erano limitati a squadrarsi, Damian era rimasto stranamente silenzioso, e tuttora non aveva spiccicato una singola parola.
    Quando Jon era tornato a casa, sua madre era rimasta piuttosto stranita nel vederlo in compagnia di un uomo, facendo scorrere lo sguardo dall'uno all'altro con un sopracciglio inarcato; il suo cipiglio sospettoso era sparito solo nel momento in cui, con una voce soave che Jon non gli aveva mai sentito usare - per un attimo aveva sospettato che stesse usando chissà quali poteri da tritone, sapendo che ognuno di loro era dotato di qualcosa di diverso -, Bruce le aveva spiegato di aver perduto suo figlio ed era stato proprio Jon, sentendo il suo racconto in città e la descrizione di Damian, a guidarlo fino a casa per far sì che potesse accertarsi delle sue condizioni. Lois non aveva contestato molto quella sua storia - cosa che aveva reso Jon ancora più scettico, convincendolo davvero che forse la stesse un po' plagiando per evitare troppe domande -, informando Bruce che Damian in quel momento stava dormendo.
    Lois aveva inoltre aggiunto, riacquistando un po' del suo tipico cipiglio circospetto, che avrebbe potuto aspettare lì finché non si fosse sentito meglio, poiché ovviamente nessuno dei due voleva che un ragazzo ammalato si mettesse in viaggio per chissà dove; Jon aveva guardato Bruce stirare le labbra in una linea sottile, quasi si fosse aspettato che contestasse, ma aveva fatto un breve cenno del capo e aveva concordato, salendo di sopra con Jon solo quando Damian aveva finalmente aperto gli occhi.
    L'espressione confusa di Damian era stata comprensibile, così come la sua reazione quando aveva provato letteralmente ad attaccare suo padre nel rendersi conto che possedeva le gambe anche lui. Pur capendo ciò che provava, essendo arrabbiato a sua volta, Jon era comunque stato costretto a tenerlo a freno per evitare che facesse inutilmente sforzi e che con quello slancio potesse peggiorare le condizioni delle sue gambe, restando seduto sul letto al suo fianco per tutto il tempo in cui aveva squadrato il genitore. E quando Bruce gli aveva spiegato che la loro specie, a differenza di quella di altri tipi di pesci antropomorfi, possedeva un secondo strato di muscolatura all’interno della coda che permetteva loro di scinderla per trasformarla in un paio di gambe che a contatto con l’acqua sarebbero sparite solo in determinate condizioni - condizioni che lui al momento non soddisfaceva, aveva aggiunto - , era caduto un silenzio così fitto che il solo suono che lo aveva riempito era stato il vento che sferzava le fronde degli alberi e la pioggia che batteva contro i vetri e il tetto sulle loro teste.
    Jon poteva vedere la tensione accumularsi sulle spalle di Damian, le mani che artigliavano il piumone e le labbra stirate in una linea sottile, e le folte sopracciglia, solitamente corrucciate in un’espressione di candida saccenza, adesso erano aggrottate così tanto che sembravano al punto di fondersi coi suoi occhi verdi, fissi e riflessivi.
    «Perché?»
    Un’unica domanda che parve rimbombare sulle pareti della camera di Jon, ma l’adolescente sapeva che era solo una sua impressione. Damian aveva parlato in tono calmo, forse troppo calmo per uno a cui era stata nascosta la verità per così tanti anni e che pretendeva di conoscere il motivo per cui gli era sempre stata taciuta una cosa del genere. E Jon aveva imparato a capire che era solo la quiete prima della tempesta.
    Bruce fissò il figlio con un’espressione indecifrabile e seria, tacendo per lunghi attimi. «Esci, Jonathan», esordì, ma Damian schioccò la lingua sotto il palato e fece un gesto secco con una mano.
    «No», replicò con voce schietta e sicura. «È camera sua e lui resta qui. Ha il diritto di sapere tanto quanto me».
    Per quanto avesse assottigliato le palpebre, per nulla contento di quella soluzione, Bruce fece un breve cenno col capo e osservò i volti dei due ragazzi, una mano poggiata su un ginocchio e l’altra che batteva ritmicamente le dita sul bracciolo della sedia. «Ho cercato di tenerti al sicuro».
    «Non credi di avermi esposto molto di più, in questo modo?»
    «No». Bruce scosse la testa, ma la sua voce suonava sicura di sé. «L’insenatura era protetta dalla magia di Tim. Lui e Barbara hanno creato un cerchio infuso di potere per impedire a chiunque avesse cattive intenzioni di essere attraversato», e nel dirlo lanciò un rapido sguardo verso Jon, che lo fissava incredulo. «Funziona come i perimetri di sicurezza degli esseri umani. Con la sola differenza che colpisce con una scarica elettrica non appena messo piede nel cerchio».
    Dalla gola di Damian risalì un suono cupo e gutturale. «Quindi a che servivano tutte le tue raccomandazioni? Tutte le tue stupide condizioni su come e quando io e Jon avremmo dovuto vederci?» sputò quelle parole con asprezza, le palpebre assottigliate in una linea sottile. Ma Bruce non fece una piega, notando solo il modo in cui Jon si era avvicinato a Damian e gli aveva stretto una mano su una spalla a mo’ di supporto; e tergiversò un altro po’, scostando nuovamente lo sguardo per fissare negli occhi il proprio figlio.
    «Ad evitare che potesse trovarti tua madre».
    Bastò quello a congelare l’atmosfera nell’intera stanza. Jon non sapeva se era a causa dei poteri di Bruce o se erano stati colti talmente di sorpresa da essere rimasti senza parole ma, in quel momento, faceva così freddo che aveva la netta sensazione che la finestra si fosse aperta, facendo mulinare così foglie e acqua all’interno. Era consapevole che fosse solo una sua impressione, ma un brivido gli corse comunque dietro la schiena quando sentì Damian tremare sotto il suo tocco.
    «Mia… madre?» ripeté incredulo. «Non mi avevi mai parlato di lei».
    «E avrei preferito continuare a non farlo». Vedendo il figlio pronto a replicare in tono alterato, cosa che lo fece solo tossire quando ci provò, Bruce alzò una mano. «Ma mi rendo conto che tacerti la verità ha solo complicato le cose. È giusto che tu sappia».
    Quei nuovi attimo di silenzio furono accompagnati dal respiro pesante di Damian, che venne fatto nuovamente sdraiare a letto con la coperta sulle gambe. Jon aveva rassicurato sua madre che a portargli la cena ci avrebbe pensato lui e che non sarebbe dovuta salire mentre parlavano con Bruce, e a quel punto aveva davvero avuto conferma che quest’ultimo stesse usando i suoi poteri per soggiogarla un po’, poiché una donna sospettosa come sua madre si sarebbe già impicciato per capire cosa stesse succedendo e perché ci mettessero tanto.
    Bruce si schiarì la gola e richiamò nuovamente l’attenzione di Jon, che come Damian aveva cominciato a fissarlo negli occhi. «Ero molto giovane, all’epoca», esordì con voce calma, la mente persa nei suoi lontani ricordi. «Avevo lasciato il regno nelle mani fidate di Alfred ed ero partito per conoscere gli usi e i costumi del mondo umano, in modo da poter apprendere come governare al meglio e aiutare la nostra gente a prosperare. Vagai per un anno, forse due, comunicando i miei spostamenti ogni qual volta mi era concesso; fu durante uno dei miei pellegrinaggi che incontrai tua madre, una dea sbucata dalle acque del Golfo Persico». Si interruppe un attimo, come se stesse assaporando quella sua memoria senza dar peso al modo in cui i due giovani avevano cominciato a lanciarsi qualche occhiata tra loro. «Aveva la pelle scura e i capelli castani, di una tonalità tale da sembrare neri; non avevo mai visto qualcuno con le sue fattezze, e quando incrociai il suo sguardo mi fissò con due occhi così verdi da fare invidia a tutte le meraviglie dell’oceano».
    «Da come ne parli, ne sembravi davvero innamorato».
    «Lo ero», confermò Bruce. «E lo capii nell’esatto momento in cui afferrò il pugnale sullo scoglio per gettarsi fulminea contro di me, inchiodandomi alla sabbia».
    Jon lo interruppe subito, parlando più veloce di quanto stesse per fare Damian, frenato da un altro colpo di tosse. «Aspetta, ti ha attaccato?!»
    «Avevo osato guardarla. La mia vita, secondo la sua logica, era un prezzo adeguato per quanto avevo visto», incontrando la confusione negli occhi dei due, continuò. «Forse fu solo per fortuna che evitai di essere ucciso, quella notte. Mi lasciò andare e tornò a bagnarsi fra le acque dell’oceano, ma le nostre strade si incontrarono ancora e ancora, e io non riuscivo a togliermela dalla testa. Per un attimo credetti persino che mi avesse stregato».
    «Come hai fatto tu con la signora Lois?» tossicchiò, al che Bruce assottigliò giusto un po’ le palpebre.
    «Come stavo dicendo», continuò, evitando accuratamente di rispondere a quella domanda, per quanto furono i suoi modi a farlo per lui. «Credetti che mi avesse stregato. Fu solo quando ci ritrovammo entrambi al Tropico del Cancro che capii che lei non aveva mai avuto alcun potere». Bruce poteva vedere benissimo la confusione negli occhi dei giovani, soprattutto di suo figlio, ma era troppo lontano per credere di potersi fermare lì. «Si trattava di semplice e pura attrazione, e quella notte potete immaginare voi stessi cosa successe». Ignorò il borbottio imbarazzato da parte di entrambi e riprese il suo racconto. «Restai al suo fianco mentre dentro di lei cresceva il frutto del nostro amore», e nel dirlo guardò gli occhi verdi e luminosi del figlio, «ma poi qualcosa cambiò in lei. Quando nascesti, eri poco più grande del palmo della mia mano. Perfettamente normale per la nostra razza… ma non per quella di tua madre».
    La consapevolezza colpì Damian come uno schiaffo mentre sgranava gli occhi nello stesso istante in cui li sgranava Jon. «Cosa… cosa stai cercando di dirmi, padre?» domandò. Anche se il tarlo del dubbio stava cominciando ad insinuarsi in lui, voleva sentirglielo dire. Voleva che quelle parole che aveva sempre taciuto si imprimessero a fuoco nella sua testa e nel suo cuore.
    La sentenza arrivò come la furia di una tempesta. «Tu sei in parte umano».
    «…stai scherzando?» domandarono i due giovani all’unisono, ma Bruce, osservandoli, scosse infine la testa.
    «No».
    Quella singola parola bastò a far scoppiare il caos. Damian scattò fuori dal letto così in fretta che Jon non ebbe nemmeno il tempo di afferrarlo, sentendolo scivolare letteralmente dalle proprie dita come se fosse stato fatto di pura e semplice acqua; urlando il suo sdegno, Damian si gettò contro il padre e chiuse una mano a pugno, e probabilmente sarebbe riuscito persino a colpirlo dritto sul naso se solo Bruce non avesse sollevato il palmo, chiudendo le dita intorno alle nocche del figlio.
    «Calmati», esordì con voce pacata, quasi stesse facendo leva sui suoi poteri. Jon poté sentire l'aria congelarsi intorno a loro, ma la cosa fece solo infervorare maggiormente Damian, il cui corpo parve ribollire letteralmente di rabbia. Nemmeno Jon, per quanto ci avesse provato, riuscì ad avvicinarsi a causa del calore che sembrava irradiare.
    «Calmarmi?!» Le sue iridi divennero incandescenti. «Perché diavolo non me l'hai mai detto?!»
    Adesso capiva. Adesso riusciva a comprendere lo sdegno che aveva sempre visto negli occhi dei tritoni e delle sirene che popolavano l'abisso, il modo in cui sussurravano alla vista della sua pelle scura e della coda esageratamente squamosa che possedeva, quel continuo evitarlo quando nuotava loro accanto, per quanto avessero sempre l'accortezza di non dare a vedere quei loro atteggiamenti quando nei paraggi c'era suo padre. Sapevano. Ognuno di loro sapeva che non faceva completamente parte di quel mondo e che non ne avrebbe mai fatto parte.
    «Eri giovane, lo sei tuttora; meno avresti saputo, meno saresti stato in pericolo», replicò infine Bruce, e Damian parve accasciarsi su se stesso, abbassando l'altra mano lungo i fianchi prima di chinare il capo.
    «Vattene».
    «Damian...»
    «Ho detto vattene!» gridò, e la finestra esplose in mille pezzi, facendo entrare la pioggia che si riversò sul pavimento in un turbinio di foglie e frammenti di vetro.
    Con un'esclamazione a metà tra il sorpreso e lo spaventato, Jon fu costretto a sollevare entrambe le braccia per evitare di ferirsi il viso e gli occhi, stringendo le palpebre mentre il gelo impregnava la stanza come se si fossero trovati in un enorme ghiacciaio; le nuvolette di vapore che scappavano dalle sue labbra si trasformavano in condensa, e quando riaprì gli occhi, osservando la stanza attraverso le dita, Bruce era letteralmente sparito. Al suo posto c'era solo una piccola scia umida che spariva in direzione della finestra.
    «Jon! Va tutto bene?!»
    Lois aprì la porta così di scatto che fece sussultare entrambi, osservandoli in viso con un'espressione stralunata. Sembrava stanca, grosse occhiaie scure le segnavano il viso come se fosse stata sveglia tutta la notte, ma non erano passate nemmeno un paio d'ore da quanto Jon aveva portato a casa Bruce e lei li aveva visti salire insieme. Eppure, contro ogni aspettativa, la donna non sembrava per niente sorpresa di vedere solo lui e Damian. Che Damian avesse avuto ragione e i suoi stessi sospetti fossero stati fondati? Bruce aveva davvero usato i suoi poteri su sua madre?
    «S-Sì... mamma... il vento... il vento ha rotto la finestra», disse solo, per quanto avesse lanciato una rapida occhiata verso Damian. Respirava pesantemente, il suo petto si alzava e si abbassava a ritmi irregolari, e fu Lois stessa ad avvicinarsi a lui, poggiandogli una mano sulla fronte senza che Damian desse peso ai suoi gesti. Aveva abbassato a metà le palpebre e sembrava così perso che, per un momento, Jon si chiese se non fosse caduto in un bizzarro stato di trance.
    «Scotta più di prima», esordì sua madre, avvolgendolo nel plaid per farlo stare al caldo, in contrasto con l'aria fredda che stava entrando in stanza. «Aiutami a portarlo in camera mia, Jonno. Poi ci occuperemo della finestra», soggiunse nel fargli un cenno.
    Jon dovette sbattere più volte le palpebre per riscuotersi prima di avvicinarsi a lei, pensandoci lui stesso, dopo un breve attimo di incertezza, a tirare su Damian. Lo sentì reclinare il capo contro il suo petto e dar vita ad un lungo respiro ansante, cosa che gli fece stringere maggiormente il cuore in una morsa alla vista di come la sua pelle, di solito di un sano colore ambrato, in quel momento apparisse pallida e malaticcia. Non poteva trattarsi solo di semplice influenza. Cosa gli stava succedendo?
    «Jon».
    La voce di sua madre lo richiamò alla realtà e lui sussultò per un attimo, scuotendo il capo per riprendersi e stringere contro di sé il corpo di Damian per incamminarsi fuori dalla propria stanza insieme alla donna; i loro passi parvero risuonare nel corridoio mentre superavano la porta del bagno e quella dello studio, e fu il primo ad entrare nella camera dei genitori per adagiare Damian sul letto. Fu Lois stessa a coprirlo, rimboccandogli le coperte. 
    «Forza, prima che la tua stanza si allaghi», spronò infine Lois, gettando un'ultima occhiata al giovane prima di incamminarsi per prima e fare un breve cenno al figlio; lui annuì e si affrettò a seguirla, fermandosi quando sentì Damian richiamarlo flebilmente.
    Accigliato, si riavvicinò nel vederlo continuare a mormorare senza che dalla sua bocca uscisse alcun suono, e fu a quel punto che Jon notò qualcosa, proprio al di sotto dell'orecchio destro di Damian. Si sporse un po' per dare un'occhiata, strizzando le palpebre come per volersi accertare di aver visto bene, e rimase interdetto alla vista del piccolo arco branchiale, al cui struttura allargata faceva intravedere solo parzialmente la morbida carne munita di spine. Perché Damian aveva ancora quella singola branchia? C'era sempre stata, da quando lo aveva portato a casa?
    Jon si morse il labbro inferiore, stringendo fra le dita la stoffa della sua felpa. Gli balenò in testa l'idea di mettere Damian in acqua, ma non aveva idea di come avrebbe potuto spiegarlo a sua madre. Non scottava al punto da necessitare di un bagno di ghiaccio o simile, e aveva il timore che la donna lo avrebbe guardato con fare stranito o peggio se solo avesse provato a proporre di lasciarlo in una vasca. E come avrebbe potuto biasimarla, dopotutto?
    Più Jon continuava ad osservarlo, più desiderava poter essere in grado di fare qualcosa di più per Damian.






_Note inconcludenti dell'autrice
Innanzitutto, grazie per la lettura e un grazie ad Akimi per l'analisi dettagliata del primo capitolo. Ho cercato di spiegare più cose possibili senza appesantire la lettura, delineando il resto nei capitoli successivi
Inoltre, ecco che qualche nodo comincia a venire al pettine, per quanto Bruce abbia solo complicato le cose e lasciato più dubbi di quanti non ce ne fossero prima. Damian è in parte umano, ma perché tenerlo lontano da Talia e mettere in atto tutte quelle difese perimetrali? Troppo preso dalla rabbia, Damian non ha nemmeno voluto saperlo e ha attito ai suoi poteri senza nemmeno saperlo. Inoltre è insorto un altro problema che Jonno non aveva previsto: una branchia. Cosa vorrà mai significare? I dubbi verranno chiariti? Lo scopriremo solo leggendo!
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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