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Autore: Khailea    27/10/2021    0 recensioni
[Hades]
LA STORIA CONTIENE SPOILER PESANTI SUL GIOCO
Tutti possono innamorarsi, perfino nell'oltretomba, dove la vita finisce. Zagreus questo lo sa bene, ma scoprirà una storia che non aveva ancora mai sentito prima
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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ATTENZIONE: In caso aveste saltato gli avvertimenti nella descrizione, questa storia contiene NUMEROSI SPOILER, in quanto è stata scritta dopo il completamento del gioco e sono stati inseriti molti dettagli in merito.








Lo Stige scorreva sereno attorno alla dimora del re dell’oltretomba, dove le anime attendevano in attesa di essere smistate ai luoghi del loro eterno riposo. Ai piedi della gradinata che univa il fiume all’ingresso principale si udì un debole gorgoglio, e dal sangue emerse la figura del principe Zagreus. Un giovane ragazzo dai capelli corvini cinti da una corona d’alloro rossastra, con un occhio celeste e uno rosso sangue, entrambi ereditati dai suoi genitori, il dio Hades e la dea Persefone.
Salendo lungo i gradini della dimora osservava con noncuranza le anime attorno a sé che liberavano il passaggio, tenendo stretta in una mano la lama dello Stige, l’arma con cui recentemente si è spinto fuori dai territori del padre.
Al termine del corridoio una figura familiare gli si approccia con un sorriso: Hypnos, il dio del sonno, figlio di Nyx, un uomo dall’aspetto scarno vestito con un lungo mantello rosso, simile a una coperta, e dai ricci capelli bianchi come la neve, tra i quali si trova perenne una maschera per dormire.
-Oh! Ehilà! Ti chiederei com’è andata, ma visto sei di nuovo qui, direi di sapere già la risposta, huh! Oh beh, coraggio vieni dentro!- sorride allegramente il dio come il principe gli passa accanto.
-Grazie Hypnos…-
Non ci sono mai cattive intenzioni nelle sue parole, ma talvolta può essere difficile comprenderne il sarcasmo o meno.
La dimora avvolta dalla solita penombra accolse il principe con un brusio di viavai di anime, mentre in fondo alla stanza il sovrano Hades, impegnato tra varie scartoffie, concede al figlio una semplice occhiata.
Al contrario, la moglie Persefone si avvicina a Zagreus abbracciandolo. -Come è andata oggi tesoro?-
-Bene madre. Un altro giorno di lavoro nel tartaro, o notte.-
Non è mai semplice capire in quale momento della giornata si è, vista l’assenza di un cielo sopra le loro teste.
-Oh sono certo te la sarai cavata egregiamente. Non è vero tesoro?-
Dal suo ritorno nell’oltretomba la dea si è impegnata per rimettere in sesto i cocci dissestati della loro famiglia, naturalmente con l’aiuto del figlio e del marito, che pur con fatica annuisce debolmente.
-Grazie delle belle parole.- commenta Zagreus alzando gli occhi.
Almeno la compagna del cane a tre teste, Cerbero, gli risolleva presto l’umore.
-Ehi bello, ti sono mancato? Non sono stato via a lungo.-
Solo una delle teste si lasciò coccolare, come suo solito, ma anche le altre erano felici della compagnia del giovane, nonostante lo mostrassero meno.
Con un’ultima carezza il principe si allontana verso le sue stanze, decidendo se ripartire subito per la superficie o se godersi un po’ di relax nella sua dimora.
Ormai nell’oltretomba il suo ruolo è riconosciuto da tutti, nonostante non ci sia niente di ufficiale. Di volta in volta deve tentare di raggiungere la superficie e di scappare dagli inferi, mettendo così alla prova il sistema di difesa per prevenire altre fughe.
L’oltretomba deve pur sempre mantenere una certa immagine, e non può permettersi di avere mortali che tornano in vita.
Scostando le tende di velluto che separano la camera dal resto della dimora Zagreus è già pronto a ripartire, quando la presenza di una delle furie lo blocca sul posto.
-Oh, Meg. Non mi aspettavo di vederti.-
-Pensavo di fare un salto per un saluto.- rispose la donna con un leggero sorriso.
I lunghi capelli celesti le ricadevano lungo la schiena in una coda, e nella mano teneva la fidata frusta con cui aveva più volte affrontato il principe durante le sue fughe, con risultati piuttosto vari.
Non era la prima volta che si incontravano così, e Zagreus sentì un brivido lungo la schiena vedendola avvicinare.
-Non abbiamo nemmeno iniziato e già arrosisci?- lo scherne Megaera, facendo passare una mano dal collo al petto dell’altro. -Sei tornato prima del previsto. Qualcuno è riuscito ad abbatterti? I combattenti dell’Elisio?-
-Avevo nostalgia di casa.- ridacchia Zagreus avvicinandosi al letto assieme alla donna, baciandole la mano e guardandola togliersi l’armatura.
-Tsk, piantala con queste smancerie.- le sue parole sono dure, ma non il sorriso. -Questi sono un regalo di Thanatos?-
Chiede sfiorando con l’unghia una lunga fila di segni rosso sul collo e sul petto del principe, nascosti in parte dalle vesti.
-Non ci è andato piano l’ultima volta.-
-Tipico suo, ma è divertente vederti ricoperto di segni.-
-Eheh… sai, forse ha ragione Hypnos a dire che sono appetitoso. Questo spiegherebbe perché quei teschi continuano a cercare di mordermi.-
-Se fossi senza corpo come combatteresti tu?- replica la furia spingendolo sotto di sé. -Ogni volta che torno qui non so mai se mi prende in giro o no con i suoi commenti.-
-Vuole solo aiutare. Per lui sono veri consigli indispensabili per sopravvivere la fuori.- e lui ne ha sentiti veramente molti. -A giudicare dal fatto ora riesco ad andare e tornare molto facilmente direi che funzionano.-
-Mah, sarà.-
-Sono contento comunque che siate ancora in buoni rapporti. Mi sarebbe dispiaciuto vedervi evitare a vicenda.- aggiunge Zagreus riferendosi a un recente tentativo del dio del sonno di approcciarsi alla furia, finito molto prima del previsto.
-Già, ha sorpreso anche me devo dire. Non credevo di essere il suo tipo, soprattutto vista la sua ultima relazione…-
Dal punto di vista di Megaera il tempo delle parole era ormai finito, ma lo sguardo sbalordito di Zagreus presagiva il contrario.
-Wowowowo. Frena. Hypnos ha avuto una relazione?!-
Sbuffando scocciata la furia si rialza, incrociando le braccia. -È veramente di questo che vuoi parlare adesso?-
-N-no cioè… ecco… è che sono molto sorpreso.-
-Sei curioso, è diverso. Hai l’abitudine di ficcanasare nei fatti di tutti.-
Non aveva tutti i torti, anche se nella maggior parte delle occasioni le situazioni si erano risolte per il meglio.
Il sorriso imbarazzato di Zagreus non gli impedì comunque di continuare il discorso.
-… quindi… chi era? Qualcuno a palazzo?-
Per qualche istante fu certo Megaera l’avrebbe colpito in faccia con la frusta, e probabilmente anche lei contemplò l’idea, ma si limitò a sfregarsi gli occhi irritata.
-Non dovresti impicciarti di cose che non ti riguardano, e certamente non sarò io a raccontarti i fatti altrui.-
-Ma sei tu che l’hai tirato fuori!- protestò Zagreus.
-È una storia talmente vecchia che diamo per scontato tutti la conoscano. Nemmeno so i dettagli in verità, non mi importava molto.-
-Diamo? Quindi anche altri sanno qualcosa?-
Certe volte la curiosità del principe era disarmante, tanto che per fuggirne Megaera fu costretta ad allontanarsi.
-Ci vediamo Zagreus.-
-Ehi aspetta! Non tenermi sulle spine!-
   
 
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