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Autore: IloveMarauders    28/10/2021    1 recensioni
Ho sempre pensato che nella saga di Harry Potter mancasse un grande amore per Sirius Black, nato ai tempi della scuola e ritrovato dopo la sua fuga da Azkaban.
Come sarebbe cambiato il suo destino, e anche quello di altri personaggi della saga, se nella sua vita ci fosse stato questo grande amore?
Non si tratta delle solite Wolfstar o Blackinnon, ma di una storia con un personaggio completamente nuovo che racconterà tutto dal suo punto di vista, dalla sua adolescenza a Hogwarts tra amicizie e amori, al suo ritorno come insegnante nel 1993 e alle vicende successive, fino al famoso "diciannove anni dopo".
La storia si svolgerà in parte nell'epoca dei Malandrini, dove verrà raccontata non solo dal punto di vista della protagonista ma anche di altri personaggi, e in parte nell'era del Golden Trio, dove sarà sempre narrata solo dal punto di vista della protagonista.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Sirius Black, Vari personaggi | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 1 - PRIMO SETTEMBRE 1971
 

"Ciao Amy, mi raccomando comportati bene, studia e divertiti!"
Mi viene da ridere, la mamma mi avrà già ripetuto questa frase quattro volte da quando sono salita sul treno. Ma sono la sua unica figlia, è normale che si preoccupi per me. Le sorrido.
"Ciao mamma, ciao papà, vi scriverò presto!" esclamo mentre sventolo la mano in segno di saluto, dall'alto dell'Hogwarts Express. Mamma è raggiante, papà... beh, credo che non si abituerà mai a tutto questo.

Le porte si chiudono e il treno parte e io mi sento felice e piena di entusiasmo come mai prima d'ora. Devo sbrigarmi a cercare un posto, gli scompartimenti sembrano tutti pieni! Vedo solo ragazzi grandi, ma dove si sono cacciati tutti gli studenti del primo anno? Finalmente ne vedo alcuni in uno scompartimento ma purtroppo è già pieno e non mi ci posso fermare, ma li guardo per un instante. Vicino al finestrino c'è una ragazzina dai capelli lunghi di un bel rosso scuro che ha gli occhi rossi e gonfi come se avesse pianto; discute con il ragazzino di fronte a lei, molto magro e pallido, con i capelli scuri e all'apparenza non molto curati che gli ricadono davanti al viso. Accanto a lui, un altro ragazzino con gli occhiali e i capelli scuri così spettinati che mi scappa da ridere solo a guardarli, ma che ha l'aria di saperla lunga. E di fronte a lui un ultimo ragazzino dall'aria profondamente annoiata, accasciato mollemente sul sedile. Noto che è molto carino, ha i capelli scuri che gli ricadono sulla fronte e su degli straordinari occhi grigio chiaro, i lineamenti del viso molto fini ed eleganti e l'aria un po' altera, come se si sentisse superiore a tutti gli altri. Mi perdo un attimo a guardarlo, poi mi riscuoto e proseguo nella mia ricerca.

Gli scompartimenti successivi sono ancora più pieni, ma finalmente riesco a trovarne uno dove ci sono solo due ragazze, che probabilmente sono del quinto anno, perché parlano dei G.U.F.O., e spettegolano allegramente di altri studenti per tutta la durata del viaggio.

Il tragitto è piuttosto lungo e il paesaggio poco interessante. Cerco di distrarmi smangiucchiando cioccorane e zuccotti di zucca, di cui ho scoperto l'esistenza solo quest'estate con mia madre perché prima d'ora avevo sempre mangiato solo dolci babbani.

Dopo un tempo che sembra interminabile, arriviamo a destinazione.
Sapevo già da mia madre che, essendo del primo anno, avrei attraversato il lago in barca, ma niente di quello che lei mi aveva raccontato mi avrebbe mai potuta preparare alla vista del castello illuminato. È semplicemente stupendo, così imponente e maestoso!
So già anche cosa succederà più tardi a noi del primo anno, lo smistamento ad opera del cappello parlante, mamma me lo avrà racconto diecimila volte. Ma un conto è sentirlo raccontare, un conto è trovarsi lì, con il vecchio cappello tutto rattoppato che sta per essere calato sulla tua testa, e posso rendermene conto perfettamente circa un'ora più tardi.

"Mancini Amy!"

Sento il cuore martellarmi furiosamente nel petto, quando la professoressa McGranitt, una strega dall'aria severa, chiama il mio nome. So che il Cappello Parlante deciderà in quale delle quattro Case di Hogwarts collocarmi; Grifondoro, Serpeverde, Corvonero o Tassorosso. Mia madre mi ha parlato diffusamente delle loro caratteristiche principali: lei è stata una fiera Corvonero ed è sempre stata convinta che lo sarò anch'io. Non so proprio che cosa aspettarmi, al contrario del Cappello Parlante che sembra invece avere le idee molto chiare su quale sia la Casa giusta per me. Infatti, non fa nemmeno in tempo a toccare la mia testa che lo sento urlare a gran voce "Grifondoro!".

Quasi mi spavento per la rapidità e la foga con cui ha emesso il suo verdetto, ma sono contenta della sua scelta.
Mi avvicino al tavolo dei Grifondoro che urlano festanti, e intravedo la ragazzina dai capelli rosso scuro che avevo visto stamattina sul treno e che è stata smistata nella mia stessa Casa poco prima di me. Mi vede arrivare e mi fa posto vicino a lei sorridendo.

"Ciao, io sono Lily Evans!" dice allegramente porgendomi la mano. Seduto da parte a lei intravedo il tipo carino che era nel suo scompartimento, ma lei gli sta dando le spalle, forse ci ha già parlato e le è antipatico. In effetti, ha ancora quell'aria di superiorità che mi sembrava di aver già notato sull'Hogwarts express.
"Ciao, io sono Amy Mancini" rispondo a Lily con tono altrettanto vivace, stringendole la mano.
"Mancini? È un cognome piuttosto strano! Non sei inglese, vero?" domanda lei curiosa.
"Per la verità un po' sì, o meglio, lo sono per metà! Mia madre è inglese, mio padre è italiano. Ecco il perché del mio strano cognome!" le spiego, sorridendo e sentendo le mie guance diventare rosse.
Lily evidentemente se ne accorge. "Scusami, non volevo metterti in imbarazzo, mi piace, davvero!" si affretta ad esclamare.
"Oh, non preoccuparti, ho vissuto in mezza Europa e in effetti solo in Italia lo trovano normale!" rispondo ridacchiando, e lo fa anche lei.

Restiamo un attimo in silenzio mentre la professoressa McGranitt chiama un certo Severus Piton; Lily guarda il cappello parlante con grande interesse, e seguendo il suo sguardo riconosco il ragazzino magro e bruttarello che era seduto davanti a lei sull'Hogwarts express. Il cappello parlante urla senza esitazioni "Serpeverde" e noto lo sguardo di Lily intristirsi appena mentre lui si alza e si dirige verso il tavolo dei Serpeverde guardando però verso di lei con la stessa espressione triste. Poi Lily si volta verso di me e torna a sorridermi.

"Forte eh? voglio dire, io non avevo assolutamente idea di cosa ci sarebbe stato qui! Non vedo l'ora di cominciare le lezioni ed imparare un sacco di cose!"
"Beh, io qualcosa sapevo, mia madre ha frequentato questa scuola, ma i suoi racconti non potevano rendere l'idea di tutto questo" faccio un ampio gesto con la mano ad indicare la Sala Grande, le candele fluttuanti, il soffitto punteggiato di stelle.
"Wow tua madre ha studiato qui? E in che Casa era?" domanda Lily curiosa.

Non faccio in tempo a risponderle che un ragazzino che a quanto pare è appena stato smistato in Grifondoro cerca di farsi spazio tra me e lei. "Ciao, sono James Potter!" esclama rivolgendosi a Lily. In quel momento lo riconosco, è il ragazzino con i capelli arruffati e gli occhiali che era seduto nello stesso scompartimento di Lily. Lei si presenta guardandolo di traverso, e nel frattempo lui nota il suo amico carino che gli fa cenno ridacchiando di andare a sedersi accanto a lui.
"Ehm, scusate" dice Potter rivolgendosi a noi, o meglio a Lily, e si alza per andare a raggiungere il suo amico.
"Che modi!" sbotta Lily guardando torva i due ragazzini.

Nel frattempo, lo smistamento è finito e prende la parola il preside, il professor Albus Silente, un uomo dalla lunga barba argentea e con gli occhiali a mezzaluna. Il suo discorso è piuttosto breve, dopo di che si passa finalmente alla cena. A parte le cioccorane e gli zuccotti di zucca acquistati sul treno, non mangio da questa mattina e sto letteralmente morendo di fame!

A cena io e Lily conosciamo quelle che saranno le nostre compagne di dormitorio: Marlene McKinnon, Mary MacDonald e Sarah Rowle. Sono tutte molto simpatiche e passiamo la serata a chiacchierare delle nostre famiglie, delle scuole che abbiamo frequentato e a spettegolare degli studenti più grandi, individuando i ragazzi più carini e i soggetti più buffi o in qualche modo degni di nota.

Marlene è decisamente quella con l'occhio più lungo per i ragazzi carini, ma poi aggiunge quasi con noncuranza, abbassando parecchio la voce "i più grandi li lascio a voi, io voglio lui" e il suo sguardo si posa sul ragazzino carino seduto di fianco a Lily, impegnato a parlare e ridere con quel James Potter. "Quello è Sirius Black, ed è decisamente il migliore qui dentro, aspettate che cresca un po' e tra qualche anno sarà indubbiamente il più bello della scuola. E poi proviene da una famiglia antichissima di maghi purosangue. Mi domando solo come mai non sia finito a Serpeverde come tutti i Black... ma meglio così..." continua poi con aria sognante.

"Cosa vuol dire purosangue?" domanda Lily.
"Sono famiglie che non si sono mai imparentate con babbani o discendenti di babbani, solo con altre famiglie purosangue. Come la mia, o anche quella di Sarah" sentenzia Marlene con un sorrisetto di superiorità. Lily mi guarda, incrociamo anche lo sguardo di Mary e scoppiamo a ridere.
"Beh, se ci tenete così tanto alla purezza del sangue" dice Lily imitando il tono di superiorità di Marlene "allora per i ragazzi purosangue ve la vedrete tu e Sarah, visto che Amy ha un genitore babbano e io e Mary li abbiamo entrambi!". Notiamo lo sguardo truce che Marlene rivolge a Sarah e scoppiamo di nuovo tutte a ridere. "Ragazzi purosangue ok, ma giù le mani da Black" precisa Marlene rivolta a Sarah, con una smorfia.

Terminata la cena, i prefetti accompagnano gli studenti del primo anno ai propri dormitori; nei corridoi noto, ridendo con le mie nuove amiche, che tutti i ritratti si muovono, e alcune delle persone nei ritratti fanno addirittura commenti sugli studenti. O meglio, su uno studente in particolare: i commenti sono infatti pressoché tutti sul tono: "Guarda, quello è Black, non dovrebbe essere nei sotterranei di Serpeverde?" O "Che ci fa un Black nel corridoio che porta ai dormitori di Grifondoro?" Lui probabilmente deve essere dietro di noi: istintivamente mi volto a guardarlo ma, nonostante le voci dei ritratti siano piuttosto alte, lui non sembra curarsene minimamente, liquida la faccenda alzando le spalle con un "te lo dicevo, no, che tutta la mia famiglia è stata a Serpeverde? Aspetta che lo sappia mia madre..." rivolto con un ghigno a Potter, e poi continua a ridere e scherzare con lui e altri due ragazzini che erano seduti vicino a loro a cena, uno alto e molto magro, con un ciuffo di capelli chiari che gli ricade in continuazione sugli occhi, l'altro piccolo di statura, cicciottello e con grandi occhi acquosi.

Per un attimo penso che vorrei avere almeno la metà della sicurezza in se stesso che ha Black. Ma immagino che essere un popolarissimo Black, per quanto Grifondoro e non Serpeverde, sia una faccenda un bel po' diversa dall'essere un'anonima Mancini, per di più mezza italiana, come me.

Intercetto uno sguardo di fuoco di Marlene ai ritratti e lo faccio notare a Lily. Sto ancora ridendo con lei quando finalmente arriviamo davanti a un ritratto che un prefetto chiama "la signora grassa", a cui bisogna dire una parola d'ordine che dovrò assolutamente scrivermi da qualche parte perché dopo un secondo l'ho già dimenticata. La Signora Grassa si tira da parte e rivela un buco: ci passiamo attraverso ed entriamo nella sala comune di Grifondoro che è una stanza a pianta circolare con un grande camino, poltrone dall'aria comoda e tavolini sparsi in tutta la stanza. I ragazzi devono salire una stretta scala a chiocciola per raggiungere i loro dormitori, mentre noi ragazze attraversiamo una porta che conduce ad un'altra scala, salendo la quale troviamo la nostra stanza. Nel nostro dormitorio ci sono cinque letti a baldacchino, circondati da soffici tende di velluto rosso. I nostri bauli sono già stati portati nella stanza ed i letti sono incredibilmente comodi e soffici. E finalmente, dopo qualche altra chiacchiera e risata con le mie nuove amiche, crollo felice in un sonno profondo.

  
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