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Autore: Devil_san    31/10/2021    0 recensioni
Un vero cuoco sa come mettere tutti d'accordo attraverso le pietanze da lui preparate, e Komatsu è il migliore di tutti in questo. E Toriko, youkai, umani e simili, su questo, sono tutti unanimemente d'accordo.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non possiedo Toriko





 


The Way To A Demon's Heart Is Through His Stomach





Coco appoggiò con un toc il bicchiere pontalier sul tavolo.

Schioccando la lingua, assaporò il gusto dell'assenzio che ancora gli accarezzava il palato, e chiuse gli occhi per perseguire quel sapore per anche solo un attimo in più.

Quando riaprì gli occhi, il sorriso trepidante di Komatsu gli si presentò davanti agli occhi, e con un sorriso genuino rispose alla domanda inespressa.

"Delizioso."

Komatsu sorrise radioso e un tocco lieto.

Rispondendo istintivamente al sorriso dell'umano con un suo sorriso gentile, lo chef si voltò per riportare la sua attenzione ai piatti che stava preparando per il pasto serale per lui e gli altri demoni che come ogni giorno finivano per invadergli il ristorante nella speranza che preparasse loro una pietanza deliziosa e capace di riempire il loro stomaco eternamente gorgogliante dalla fame e che sembrava che nessun altro fosse capace di soddisfare.

Portando alle labbra il bicchiere di assenzio tossico che solo lui e pochi altri demoni potevano bere senza paura di avvelenarsi per le tossine demoniache presenti in questa particolare sottospecie si erba medicinale presente solo nel reame degli spiriti (e che Komatsu era l'unico umano capace di preparare alla perfezione), Coco ringraziò ogni divinità della fortuna, conosciuta e sconosciuta, per avere la fortuna di conoscere questo incredibile e di buon cuore umano che trattava lui e tutti gli altri della sua specie con la stessa cortesia e decenza che aveva per gli umani.

E ringraziò anche Toriko, quel ghiottone di un demone, per aver seguito il suo naso quella notte di tanto tempo fa verso la fonte del profumino celestiale che aveva catturato la sua attenzione – e il suo cuore – mentre visitava il mondo umano alla ricerca di nuovi e sconosciuti sapori e che aveva portato l'Oni, e poi anche i restanti tre dei Shiten'nō (come loro quattro venivano chiamati nei reami demoniaci e spirituali), nel ristorante in cui lavorava Komatsu.

Sì, era stato davvero un gran colpo di fortuna.
 



Komatsu sapeva molto bene di essere stato molto fortunato nella vita (anche quando era convinto di no).

Perché per una persona con il suo dono di vedere, raggiungere la rispettabile età di trent'anni è un gran risultato. Soprattutto perché una persona come lui, riuscire a superare il tredicesimo compleanno vivo e vegeto era una vera impresa visto che agli occhi di un demone a quell'età si ha raggiunto la maggiore età. E a causa di questo, agli occhi delle loro leggi, i medium, come vengono definiti gli umani che possono vedere e interagire con gli spiriti, erano da quel momento in poi una preda lecita.

E infatti Komatsu, il giorno del suo tredicesimo compleanno era stato costretto a fuggire a gambe levate da un orda di youkai che volevano divorarlo per assorbire la sua immensa forza spirituale.

Come lui sia sopravvissuto quel giorno, Komatsu non ne è sicuro ancora oggi, in particolare perché mentre correva come un disperato non aveva fatto attenzione a dove stava andando e aveva finito per prendere l'angolo sbagliato ad un vicolo anomalo ed era finito nel mondo degli spiriti senza accorgersene.

E nella sfortuna era stato molto fortunato perché era finito in uno dei centri più popolosi dei reami youkai; un conglomerato di ristoranti, taverne e izakaya vari che si estendevano in lungo e in largo sia orizzontalmente che verticalmente, e in questo labirinto di portoni e squisiti profumi era finito davanti alle porte di Aji Sennin, uno dei ristoranti più prestigiosi di Back Channel.

E mentre affannava e piangeva disperato sotto le lanterne rosse di carta accese, senza più forze per rialzarsi da dove era inciampato per la lunga maratona che era stato costretto a correre, aveva chiuso gli occhi davanti alle fauci spalancate e grondanti di bava degli youkai che stavano per balzargli addosso per addentarlo, quando-

Tunk

Swoosh

-il silenzio cadde improvvisamente nella strada.

Sorpreso, Komatsu aveva aperto gli occhi solo per trovarsi a guardare la strada vuota da qualsiasi spirito o demone o bestia che fino ad un momento prima gli stava dando la caccia.

Sbattendo le palpebre, alzò la testa verso il fruscio che aveva sentito venire da dietro di sé per vedere una bestia pelosa, umanoide e con un becco grosso e curvo come quello di un tucano.

"Idioti," borbottò la creatura "con tutto il trambusto che stavano sollevando rischiavano di far innervosire gli ingredienti."

Komatsu in quel momento fece un verso incomprensibile.

La creatura chinò il capo verso di lui e lo guardò con occhi simili a quelli umani "E tu chi diamine sei?"

E fu così che Komatsu conobbe Chichi.

Che lo introdusse a Kaka e Jiji, gli altri due chef del ristorante Aji Sennin, che al sentire come lui fosse finito qui, gli spiegarono cosa lui fosse, perché gli youkai avevano cercato di mangiarlo e il motivo per cui avevano agito solo adesso, al compimento del suo tredicesimo compleanno.

Komatsu, ovviamente, era stato giustamente orripilato al sentire la spiegazione.

Quando gli avevano suggerito di trovare un altro medium perché gli insegnasse a controllare e ad usare la sua forza spirituale, Komatsu aveva fatto una faccia che aveva subito attirato l'attenzione dei tre Red Nitro.

A disagio sotto il loro sguardo, il tredicenne aveva spiegato che lui era un orfano e che era improbabile che le persone all'orfanotrofio gli avrebbero permesso od aiutato nel cercare un medium che gli insegnasse.

I tre youkai si erano guardati tra di loro prima che Chichi si era rivolto a lui domandando "E come ti sentiresti se ti insegnassimo noi?" al che Komatsu sollevò lo sguardo abbattuto dal fissare la grana del tavolo di legno attorno a cui erano seduti per guardarli stupito.

"Voi?"

"Per un prezzo, ovviamente." Chiarì Chichi.

Komatsu lo guardò incerto "Prezzo? Quale prezzo?"

"Uno in natura." E già qui Komatsu stava pensando a tutte le possibilità, una peggio dell'altra (quando si cresce in orfanotrofio le storie che circolano su accordi di tal genere sono da far accapponare la pelle), quando Chichi chiarì "Cioè dovrai lavorare per noi al ristorante come tuttofare."

"Oh." Fece Komatsu, sollevato.

"Aspetta un attimo, Chichi." Lo interruppe Kaka "Non puoi proporre qualcosa del genere. Lui è umano e deve tornare tra gli umani, non puoi costringerlo a vivere qui."

"E invece sì, potrei." Confutò Chichi guardandola da sopra il becco "Gli ho salvato la vita. Se volessi potrei."

"Chichi!" esclamò indignata Kaka.

Allo sguardo confuso del giovane umano, Jiji ebbe pietà di lui e gli spiegò su cosa davvero stessero discutendo "Back Channel, la città in cui ci troviamo, ha un carattere capriccioso e tende ad aprire un sentiero per il mondo umano circa ogni otto anni. A volte per un giorno solo e più raramente per un anno intero. Se tu decidessi di studiare sotto di noi rischi di rimanere intrappolato qui per lungo tempo."

"Oh." Bofonchiò Komatsu, prima che tutte le implicazioni di ciò che aveva detto Jiji gli si schiantarono contro "Aspettate! Ma se il passaggio si apre ogni otto anni, vuol dire che sarei intrappolato qui fino a quando non supero i vent'anni!"

"Non è un problema, ragazzo" liquidò le sue preoccupazioni Chichi "Il tempo qui scorre più velocemente che nel mondo umano. Potresti vivere qui per cent'anni e la fuori nel tuo mondo sarebbero passate solo poche settimane."

Komatsu si afflosciò sullo sgabello sollevato.

"Non che sarebbe un problema, vero?" domandò il Bronze Chef "Intendo: lo scomparire per qualche settimana dal tuo orfanotrofio."

Komatsu pensò alla sua vita corrente in orfanotrofio, al fatto che nessuno faceva attenzione a lui, che era sicuro che non sarebbe mancato a nessuno e che, anche se sicuramente la sua cartella sarebbe finita per avere una nota rossa, era un problema di poco conto in confronto al rischio di morire per mano di esseri spirituali se non imparava ad utilizzare le sue capacità.

E così scosse la testa in negazione "No. Non è un problema."

E fu così che Komatsu iniziò a lavorare nel loro ristorante.

Durante il suo soggiorno nel ristorante – che durò per la bellezza di sessantacinque anni – apprese che il mondo degli spiriti si basava su un delicato sistema di debiti e crediti (e che visto che Chichi gli aveva salvato la vita, ora lui aveva un debito a vita con lo youkai. Non che il Nitro sembrasse interessato a sfruttarlo o che Komatsu fosse preoccupato o dispiaciuto di essere indebitato con il burbero Chef).

E nel mentre lavorava lì, scoprì la sua più grande passione, ovvero cucinare.

Infatti, il motivo per cui rimase per così tanto tempo a lavorare ad Aji Sennin era perché dopo aver imparato tutto ciò che c'era da imparare nell'essere un medium e soprattutto come sopravvivere nei reami youkai (in cui si combatte e contratta con ossa e sangue e pelle con bestie che ricordano yakuza e delinquenti, creature che assomigliano alla mafia e non lo sono ma sono dei pezzi di pane, ed esseri che farebbero rintanare dal terrore qualsiasi malavitoso di ogni luogo nei buchi da cui erano sbucati fuori pregando che queste cose non vengano mai a cercarli), aveva chiesto che lo prendessero come apprendista chef, e dopo una breve discussione se fosse davvero sicuro della sua richiesta i tre Red Nitro avevano accettato di buon grado.

Fu un lungo e sudato apprendistato, in cui i suoi tre insegnanti, tre dei migliori Chef che avevano mai calcato i reami youkai e che si erano guadagnati il titolo di Eremiti del Gusto – da cui avevano preso ispirazione per il nome del loro ristorante, – lo avevano spinto oltre i suoi limiti più e più volte nel preparare al meglio e nel migliore dei modi gli ingredienti e i vari piatti.

Ma anche se più volte Komatsu aveva disperato davanti alle difficoltà delle prove poste davanti a lui, non si era scoraggiato ma aveva perseverato fino al raggiungimento della vittoria.

E che fu grazie alla sua perseveranza che un giorno finalmente riuscì a superare i suoi maestri.

Comunque, durante il suo tirocinio, scoprì che il motivo per cui era così bravo ai fornelli era dovuto al fatto che le sue abilità spirituali si manifestavano, oltre al fatto di essere capace di vedere ciò che è nascosto agli occhi dei comuni mortali, nella particolare capacità di poter sentire la voce degli ingredienti e nella sua innata fortuna. Era per questo che riusciva a rendere qualsiasi pietanza deliziosa e appetibile per chiunque.

Ed erano proprio queste sue abilità nascoste che avevano spinto Chichi, il giorno che si erano conosciuti, a proporgli tale accordo. Istintivamente aveva percepito in lui quel raro talento, uno raro anche tra gli youkai, e anche se non sapeva bene il perché aveva deciso di tenerlo vicino per capire che cosa aveva catturato la sua attenzione.

Durante il suo tempo lì, non ci mise molto a notare ed imparare che i tre Red Nitro, quando lui aveva stipulato il suo primo contratto con loro, lo avevano tratto onestamente, senza provare a estorcergli più di quanto richiesto, perché mentre viveva a Back Channel aveva incontrato più di un youkai o spirito o demone che aveva provato a estorcergli più di quanto il loro servizio davvero valesse o pretendere di meno di quanto il suo servizio valesse.

Non gli ci volle molte ad imparare come negoziare sia giustamente che ingiustamente, altrimenti avrebbe rischiato di rimanere indebitato a vita con esseri con cui non voleva avere niente a che fare.

E soprattutto come seguire la legge alla lettera ma senza seguire il suo spirito.

Tale abilità si rivelò ben presto utile visto che gli salvò la pelle in più di un occasione con svariati youkai infuriati e che non volevano nient'altro che divorarlo.

Non che la sua esperienza a trattare con gli youkai gli servì solo per salvarsi la pelle o l'anima, ma anche per riconoscere se valeva la pena scommettere e giocare d'azzardo con certi individui e quali era meglio stare alla larga perché imbrogliavano e baravano come se la loro vita dipendesse da quello.

Infatti era stato durante un torneo di mahjong, in cui era entrato insieme con un amico – Brunch, un tengu che era il Capo Chef al ristorante Tengu no Shiro – che si era fatto durante il suo soggiorno a Back Channel, che aveva vinto il suo bene più prezioso e il premio più ambito per tutti gli Chef che erano entrati in quel torneo. Ovvero il Derous Kitchen Knife, un coltello forgiato e affilato da Melk II, il successore del più famoso e apprezzato arrotino nel mondo degli spiriti e i cui coltelli erano considerati leggendari in tutti i mondi spirituali.

…per essere esatti, Komatsu aveva vinto al torneo il diritto di farsi forgiare un coltello da Melk I, il maestro e padre adottivo di Melk II, ma il demone era scomparso da tempo, e la ragazza, per quanto fosse abile, forgiava e affilava con un senso di insicurezza ed inadeguatezza che la bloccavano dal diventare un vero mastro artigiano.

Dopo aver dimostrato a Melk II, che le sue creazioni erano di prima classe come quelle di suo padre, preparando un banchetto degno di un re con i coltelli da lei creati, la ragazza aveva tirato fuori, da dove lo aveva nascosto, la scheggia di dente del drago Derous e lo aveva usato, insieme al coltello che Komatsu aveva per sbaglio spezzato pochi giorni prima, per creare il suo primo coltello come Melk II.

Non c'è bisogno di dire che il suo nuovo coltello divenne oggetto di bramosia in poco tempo.

Tuttavia, tutto prima o poi deve finire.

E così giunse il giorno in cui il suo apprendistato come Chef finì, come finì poi il suo lavoro al ristorante dei tre Eremiti del buongusto per ripagarli dei loro insegnamenti così come vitto e alloggio e protezione, e dopo aver salutato tutti con le lacrime agli occhi e la promessa che un giorno sarebbe tornato a visitarli, Komatsu, dopo sei lunghi decenni, tornò finalmente nel mondo degli umani.

Come Komatsu immaginava sarebbe successo, la sua scheda all'orfanotrofio finì con un negligente marchio rosso, come se fosse lì solo per dire che era lì e fare presenza, ma come aveva sospettato quando aveva deciso di rimanere ad Aji Sennin nessuno aveva sentito la sua mancanza durante le sue dodici settimane di assenza dall'istituto (i responsabili della struttura non aveva neppure denunciato la sua scomparsa alla polizia, e da questo si poteva avvincere quanto a loro interessasse i bambini e i ragazzi ospitati nell'orfanotrofio).

Quando Komatsu aveva scoperto che nel mondo umano erano solo passate dodici settimane ne era rimasto stupito anche se i suoi tre maestri lo avevano avvertito che ci sarebbe stata una discrepanza considerevole tra il tempo passato nel mondo degli spiriti e quello realmente passato nel mondo umano.

Ma anche se adesso che era tornato nel suo mondo natale e non aveva più il supporto dei suoi amici e dei suoi maestri, Komatsu si rimboccò le maniche per riuscire ad aprire un giorno un ristorante tutto suo e diventare un grande Chef come lo era diventato a Back Channel.

Negli anni che seguirono il suo ritorno, Komatsu riuscì ad entrare in una prestigiosa scuola di cucina grazie ad una borsa di studio che vinse e lì fece anche i suoi primi amici umani nella forma di Ootake e Nakaume, altri due studenti della scuola che come lui volevano diventare cuochi.

Ma nonostante tutto, anche se Komatsu era relativamente felice con la sua vita nel mondo umano, non era raro che ogni tanto si perdesse ancora dentro i mondi degli spiriti e ricomparisse un ora più tardi nello stesso punto in cui era scomparso; e prima che chiunque potesse accorgersi della sua scomparsa.

Ma in quell'ora lunga un anno, Komatsu era capace di finire per preparare un banchetto per un Hyakki yakō, andare alla ricerca di ingredienti insieme a dei kappa e barattare spezie con spiriti vecchi come il mondo stesso.

Durante i suoi anni di studi culinari, oltre a migliorare le sue abilità in cucina, il giovane cuoco ampliò la sua selezione di letture oltre ai suoi libri, riviste e articoli gastronomici, e finendo per leggere e studiare libri di leggende e folklore, dizionari ed enciclopedie e raccolte sui mostri e demoni vari, e non disdegnava neppure opere più recenti che trattavano di tutto ciò che era normalmente invisibile agli occhi. Grazie ai suoi studi divenne un esperto in folklore e mostri a tal punto che era capace di riconoscere la maggior parte degli youkai che incontrava a primo sguardo.

Riuscì anche a rintracciare anche altri umani che erano medium come lui e finì per scambiare con essi tecniche e trucchi su come gestire e interagire con vari tipi di spiriti, così come incontrò umani così ancorati ai loro modi di pensare che finì per non ricavare nessun insegnamento o conoscenza utile si suoi studi folkloristici.

Durante gli anni di gavetta in cui lavorò in vari ristoranti, Komatsu finì per finire davanti a un vecchio edificio che un tempo era stato un hotel di lusso ma che era stato abbandonato da tempo per via dei vari tsukumogami che abitavano tra quelle mura.

Dopo averlo comprato a un prezzo irrisorio dalla banca che l'aveva pignorato a suo tempo dai precedenti proprietari non erano mai riusciti ad estinguere il prestito visto che tutti i loro clienti fuggivano a gambe levate, a causa dei vari youkai degli oggetti che li importunavano in vario modo, Komatsu si preparò di tutto punto, come se dovesse andare in guerra, a purificarlo ed esorcizzarlo ma finì invece per fare un accordo con i vari youkai lì residenti.

In cambio di vitto e alloggio, loro lo avrebbero aiutato a mandare avanti il ristorante che aveva intenzione di mettere su tra quelle mura; e ovviamente non gli avrebbero fatto fuggire i clienti come avevano fatto con gli albergatori prima di lui. I vari spiriti che vivevano nella struttura accettarono di buon grado l'accordo, in particolare dopo aver scoperto che gran cuoco Komatsu fosse, e in pochi mesi l'Hotel Gourmet aprì i battenti.

Non era il nome più fantasioso od originale per un ristorante, ma dopo tanto tempo passato tra gli youkai aveva imparato che potere avevano i nomi e il suo senso dell'humor aveva preso una piega particolare oramai, una che era sicuro non sarebbe mai andata via.

Non ci volle molto che l'Hotel Gourmet diventasse famoso sotto le sue abili mani, sia tra gli umani che tra gli youkai, e non ci volle molto per attirare un affezionata clientela abituale da entrambi i mondi. Il suo staff, se all'inizio era solo composto da tsukumogami, nei mesi ed anni si espanse, attirando sia youkai di basso livello in cerca di un luogo sicuro per vivere e umani che erano medium come lui ma non sapevano cosa fare delle loro capacità ed erano continuamente molestati dal mondo spirituale e a cui lo chef diede loro un luogo sicuro dove poter sviluppare le loro capacità in modo che potessero sopravvivere da soli là fuori nel mondo.

E per anni Komatsu visse una vita felice e contenta nel suo ristorante, circondato dai suoi amici e conoscenti, sia umani che youkai.

Ma come tutte le cose importanti successe nella sua vita, una altro grande cambiamento successe tra le quattro pareti di un ristorante, uno che successe diversi anni più tardi all'interno, questa volta, del suo ristorante.

In una notte qualsiasi, di un giorno qualsiasi, Komatsu incontrò per la prima volta Toriko, un Oni che finì per ridare emozione alla sua vita che era diventata monotona con la sua routine di cucinare e cucinare.

Non che gli dispiacesse, segretamente era da un po' che sperava che qualcosa di nuovo ed eccitante succedesse nella sua vita.

E Toriko riuscì in questo e molto di più.
 



Toriko si ricorda ancora la prima volta che aveva incontrato Komatsu, il piccolo cuoco umano che dà vita ai piatti più deliziosi che l'Oni abbia mai avuto il piacere di gustare in vita sua.

Certo, all'inizio – la prima volta che era entrato nel ristorante di Komatsu – non era stato esattamente accolto con la più calda delle accoglienze (essere uno dei Quattro Re Paradisiaci ti assicura che la tua reputazione ti preceda ovunque, non importa dove tu vai, ma anche senza la sua reputazione il semplice potere a malapena contenuto dentro il suo corpo faceva si che chiunque con un modico istinto di sopravvivenza sapesse che lui fosse uno yokai di livello superiore, uno che era meglio non far arrabbiare se non si voleva morire male) ma i dipendenti nel ristorante, dopo lo shock iniziale, lo avevano accolto e fatto accomodare al tavolo con la stessa cortesia che veniva riservata agli altri clienti.

L'unico neo a cui Toriko poteva pensare di quella sera – in cui aveva gustato il suo primo pasto preparato da Komatsu e il migliore che un umano gli avesse mai preparato – era il peccato che era stata la vista di tutto quel cibo sprecato e il combattimento che era seguito subito dopo.

E dire che per una volta non era colpa sua. Almeno non direttamente. …più o meno.

Semplicemente, uno dei clienti che giunse al ristorante più tardi, credendo di essere chi sa chi e quindi di poter fare quel cazzo che gli pareva impunemente, aveva deciso di fare lo spaccone con lo yokai sbagliato, cioè Toriko.

L'Oni aveva cercato all'inizio di ignorarlo (sinceramente, la sua attenzione era stata più devota verso il cibo celestiale posto sotto il suo naso e che veniva divorato tra i suoi denti e la sua lingua che verso quello yokai di bassa lega) ma quando lo sbruffone aveva scagliato a terra i suoi piatti ancora pieni di cibarie, e poi tirò un pugno verso l'Oni perché non aveva reagito alle sue provocazioni (in verità, Toriko in quel momento era stato più che altro in shock alla vista di tutto quel cibo sprecato) be', il pugno non fece neppure un graffio a Toriko ma di sicuro lo scosse fuori dal suo shock.

Non c'è bisogno di dire che Toriko finì per pestare a sangue quel tracotante mezza cartuccia di yokai e amici per il grave peccato che avevano commesso.

La rissa – se si può chiamare rissa visto che fu più un pestaggio unilaterale – che seguì sconquassò così tanto l'edificio che anche Komatsu finì per uscire fuori dal santuario che era la sua cucina per vedere cosa diamine stesse succedendo nel suo ristorante. E uscì fuori giusto in tempo per vedere Toriko mettere al tappetto l'ultimo degli offensori.

E per aggiungere la beffa al danno, lo yokai che aveva attaccato Toriko finì per ritrovarsi indebitato fino al collo nei confronti di Komatsu e il ristorante visto che tutti coloro che entravano nell'Hotel Gourmet, accettavano, appena varcavano la soglia d'entrata, e di conseguenza dei kekkai preposti tutto intorno al palazzo, di seguire le regole vigenti nell'edificio.

E visto che era stato lo yokai, a cui a Toriko non interessava neppure ricordare il nome, a dare il primo pugno e a scatenare la rissa con il suo comportamento, ora sarebbe toccato a lui a pagare tutti i danni arrecati al ristorante durante la zuffa.

L'unica cosa buona che venne fuori da questa storia, almeno secondo Toriko, era che ebbe la possibilità di incontrare faccia a faccia Komatsu, un medium umano con un forza tale che sinceramente era sorpreso che non fosse già stato mangiato non appena fosse diventato 'adulto'. Vedendolo, comunque, l'Oni comprese immediatamente come i piatti del cuoco umano fossero così deliziosi anche per gli yokai, l'umano versava direttamente nelle sue creazioni parte del suo potere.

Non c'è bisogno di dire, anche se uno era uno yokai e l'altro un umano, che quella fu l'inizio di una bellissima amicizia. …anche se non era esattamente partita col piede giusto.

Toriko, alla vista di come era stato ridotto il ristorante e sentendosi comunque un po' colpevole per essere stato in parte causa della sua distruzione, oltre ad essere stato involontariamente ed indirettamente la causa di spreco di cibo suo e degli altri clienti, lo invitò a venire insieme a lui a caccia di ingredienti rari.

Ovviamente l'umano, preso in contropiede da tale bizzarra richiesta, gli chiese 'perché dovrei?'

Se l'Oni si sentiva così tanto in colpa per ciò che era successo, poteva semplicemente portare il suo bottino di caccia al ristorante senza il bisogno che Komatsu andasse con lui, e la storia sarebbe finita lì e tutti e due sarebbero andati per la propria strada. Al suo ragionamento, con aria imbarazzata, Toriko gli confessò che se andava da solo c'era il rischio che l'Oni si mangiasse tutte le prede catturate senza lasciare intatto neppure un osso, visto la sua fame gargantuesca.

Dopo la spiegazione, Komatsu soppesò i pro e i contro, quanto ad istinto si fidasse di lui, ed infine accettò.

Questo esatto momento nel tempo, invece, segnò l'inizio della loro leggendaria e straordinaria collaborazione, che sarebbe stata cantata nei regni yokai nei secoli a venire.

Perché, la combo che alla fine i due formarono, dopo diversi e lunghi mesi di conoscenza e amicizia, e grazie alle loro imprese compiute lungo e in largo per tutti i regni degli spiriti, finì per riportare alla luce prelibatezze i cui sapori erano stati dimenticati dal momento che Acacia e Fronzhe erano morti secoli fa, e che grazie alle abilità da Gourmet Hunter di Toriko e alle abili mani da Chef di Komatsu il mondo ebbe modo nuovamente di degustare.

E più tempo passava, e più Toriko diventava protettivo del cuoco, in particolare, dopo certe disavventure che avevano passato non c'era minimamente da stupirsi che fosse così. E dopo che l'Oni gli presentò il resto dei Sovrani del Cielo, divenne anche un po' geloso dell'attenzione che il medium umano riservava agli altri tre suoi pari, ma si consolava con il fatto che Komatsu fosse in combo con lui, e non gli altri, e quindi nessuno poteva osare rivendicare diritti sul cuoco senza prima non ricevere la sua approvazione.

Non che Komatsu lo sapesse, o che Toriko avesse mai intenzione di dirglielo; era un segreto che l'Oni aveva tutte le intenzioni di portarsi con sé nella tomba.

Comunque, tra avventure e zuffe e incalcolabili pasti deliziosi e altro ancora, la vita era buona.

Più che buona.

Si potrebbe anche dire: deliziosa.

 

 

 

The End













Note dell'Autrice:

Ammetto che l'ispirazione per questa storia è venuta in un periodo in cui leggevo un gran numero di storie su demoni e yokai e compagnia bella, e il passo per traslarla nel mondo di Toriko è stato molto piccolo.
Sospetto che questa one-shot avrebbe avuto bisogno di essere un po' più espansa, o almeno qualche descrizione più approfondita, ma sinceramente l'idea per questa storia si è esaurita molto in fretta (Non avete idea di quanto ho faticato per finire gli ultimi paragrafi e rendere il tutto il più coerente possibile).
Comunque, sono contenta che sia qui, di averla finita, e di averla pubblicata in tempo per Halloween, visto che come clima mi sembra il più adatto per una storia di demoni e yokai e simili.

Detto questo, vi saluto!
Alla prossima!

Devil-san

 

PS: Questa storia la troverete anche su Fanfiction.net e Ao3








Happy Halloween!

 

  
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