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Autore: New Moon Black    31/10/2021    0 recensioni
[Tratto dal testo]
«Emma.»
«Sì, Ray?»
«Se hai proposto un'altra volta quel "pasticcio", giuro che ti bandisco dalla mia cucina.»
Ella incrociò le braccia con un'espressione decisamente arrabbiata e offesa, stringendo appena la bacchetta.
Ma con quale criterio si atteggiava quello spocchioso, e topo da biblioteca a detta sua, che sussurrava ai spiritelli?
Chi non conosceva Emma Mikhaylov, poteva sembrare una delle streghe più forti e temute della sua generazione, eppure agli occhi dell'esper sembrava una piccola ed adorabile streghetta alle prese con i tipici capricci di una infante di appena dieci anni.
«Lo sai che non sei per niente carino?»
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Storia partecipante al contest "Halloween Party" a cura di Fanwriter.it!
Genere: Comico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma, Norman, Ray
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: Questa storia partecipa all' “Halloween Party” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 2392.
Prompt/Traccia: 20) "Io ho preparato i dolcetti, tu hai finito con gli scherzetti?"/"Certo."
Rating: verde.
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Note¹: AU in cui Emma è una strega e Norman è un vampiro; prima della notte di Halloween, organizzano sempre una piccola festa a casa del loro amico d'infanzia, Ray, anche se non è un'amante di questa festività mostruosa viste le sue "abilità" inusuali.
Note²: hint!Noremma (avviso anche che saranno leggermente OOC aka out of character) e nulla, buon capodanno di Samhain people! 🕸🎃🕷
 

 
 
A Spooktacular Samhain’s Night


 
 
 
«Manca solo un pizzico di cannella e... voilà, notte di Samhain non ti temo!» esultò lei, cospargendo appena una sottile polvere dall'aroma intenso, su dei muffin dall'aspetto appetitoso.
Sfilando il ghembriule da cucina e poggiarlo nell'apposito appendi-strofinacci, la giovine si prese un minuto per ammirare le sue creazioni culinarie.
Considerando che aveva preparato in largo anticipo, giusto due/tre ore prima della mezzanotte, il menù completo della serata grazie alla magia, aveva fatto un bel lavoro.
Fece due passi all'indietro, per avere una visione più ampia del tavolo da lavoro, e un sorriso radioso le animò il viso roseo.
Da un lato, c'erano alcuni vassoi dedicati agli stuzzichini salati, come le scope al formaggio, le zucche di riso, le mummie croccanti e i pipistrelli di sfoglia, mentre dall'altro lato del vassoio, c'erano una vasta scelta di dolci tra cui il sanguinaccio, i cappelli delle streghe, le meringhe fantasma e la frutta stregata.
Ma gli occhi smeraldini si concentrarono principalmente su un unico dolce, che erano anche i suoi preferiti dopo i tortini alle carote.
I tortini di zucca, decorati a tema spooky, avevano un profumo così invitante che potee sentire già il sapore della cannella e del cioccolato sciogersi in bocca, e più li guardava, maggiore era la voglia di addentarli.
Sorrise soddisfatta.
 
Ci siamo, pensò la rossa, questa volta avrò il miglior buffet di Halloween del secolo!
 
Non appena schioccò le dita, si smaterializzarono i vestiti che aveva indosso fino a qualche minuto fa, in un abito più sfavillante e, come dire, più da strega.
Doveva mantenere una certa reputazione, o come direbbe il suo partner, i cosiddetti "alti standard" e Emma non poteva in alcun modo sottrarsi ad esso.
Sistemandosi meglio i capelli mossi e, sempre spettinati, fece apparire il cappello a punta che era abbinato al completo, quando tra le sue mani cascò una bacchetta, la sua bacchetta, quella che aveva pensato di aver perso dopo i suoi esercizi di trasfigurazione.
Sorrise.
Ecco dov'eri, pensò ella.
 
«Adesso sì che sono pronta!»
 
«Cosa stai facendo?»
 
Non fece in tempo ad esultare per il suo ritrovamento che una voce maschile rauca, e ben familiare, fece saltare sul posto la rossa.
Voltò appena il capo, facendo oscillare appena la spilla a forma di pipistrello che indossava proprio all'altezza del cappello.
Si palesò davanti a sè, riconoscendo la folta chioma corvina che copriva, una parte, il viso bianco e asciutto di Ray, facendole prendere un mezzo spavento alla vista delle bende sparsi quasi 'ovunque" nel suo completo di... una mummia?
Non era sicura di cosa avevano appena visto le sue iridi verdi, ma era certa di un fatto: l'aveva presa alla sprovvista.
 
«Ray, mi vuoi far morire prima del tempo?» rispose subito guardando di sottecchi il suo amico d'infanzia, continuando a lanciargli delle occhiate di fuoco «Possibilmente, vorrei arrivare viva e vegeta alla festa!» cercando di far passare la tremarella che le formicolava su tutto il corpo, sbraitò a gran voce al suo interlocutore, che non aveva battuto ciglio rimanendo fermo ed immobile, come una statua.
Aggrottò le sopracciglia chiare.
 
Seriamente, con quale furtività ed agilità era riuscito ad entrare dentro la cucina, quando poteva percepire la sua aura di esper?
Non importava quante volte la quindicenne ci avesse provato, ma alla sua magia, Ray risultava invisibile, proprio come uno spirito che vagava solitario nella terra dei vivi, senza alcuna meta; si faceva questa domanda ad ogni vigilia del 31 Ottobre, ovviamente senza trovare alcuna risposta.
Persino Norman, suo coetaneo nonché il più saggio tra i tre, si domandava come facesse a passare così inosservato agli occhi degli individui con abilità magiche.
Insomma: per essere solo un mortale, Ray Gracefield era decisamente un gran mistero.
Quest'ultimo si fece notare con un lieve accenno di tosse, segno che voleva avere la sua attenzione.
 
«Ero semplicemente venuto ad avvisarti per... "questo"» indicò il coltello da taglio, avvolto appena da un panno scuro, che aveva alcuni residui di polpa di zucca nella lama «Di là è tutto pronto. Piuttosto, perché sei qui?
Non doveva occuparsi Norman del menù?»
 
Lei emise un broncio infantile, arricciando appena il naso piccolo e all'insù.
 
«Hai così poca fiducia in me?»
 
"Potevi dirmelo senza spaventarmi a morte?" rispose sarcasticamente tra sé e sé, conscia che il suo amico poteva leggerle la mente senza alcuno sforzo.
Mosse appena la bacchetta, facendo volteggiare a mezz'aria sia il panno che il coltello, e alcune scintille di un tenue color arancio li fecero trasportare l'uno nel calderone per il lavaggio, mentre l'altro nel lavello assieme a piatti e tazze sporche.
 
«Ho avuto un'illuminazione: visto che lo scorso Capodanno di Samhain è stato un fiasco totale, ho cambiato alcune portate del menù... proprio così.» fece apparire dalle sue mani un piccolo notebook dalla copertina rigida e scura, decorata con alcuni ghirigori color argento e alcuni simboli runici, mostrandolo al corvino «E quando ne ho parlato con Norman, ero così entusiasta dell'idea che ha preferito occuparsi degli scherzi!
Mi ha detto che voleva sperimentare una cosa che gli formicolava nella test-»
 
«Emma.»
 
«Sì, Ray?»
 
«Se hai proposto un'altra volta quel "pasticcio", giuro che ti bandisco dalla mia cucina.»
 
Ella incrociò le braccia con un'espressione decisamente arrabbiata e offesa, stringendo appena la bacchetta.
Ma con quale criterio si atteggiava quello spocchioso, e topo da biblioteca a detta sua, che sussurrava ai spiritelli?
Chi non conosceva Emma Mikhaylov, poteva sembrare una delle streghe più forti e temute della sua generazione, eppure agli occhi dell'esper sembrava una piccola ed adorabile streghetta alle prese con i tipici capricci di una infante di appena dieci anni.
«Lo sai che non sei per niente carino?»
 
Al sentire quella domanda, Ray sorrise sardonicamente.
Ci mise giusto un paio di minuti ad osservare assorto il menù, ignorando bellamente le brutte smorfie che faceva quella scema della sua migliore amica.
Lesse in silenzio il menù, le iridi cangianti saettavano da un paragrafo a un altro tutti i nomi delle portate e i piatti forti del buffet, vedendo anche un lieve accenno di sorpresa alla sezione dedicata alle bevande.
Peccato che durò, a malapena, per un millimetro di secondo.
 
«Punto uno: non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.» esclamò lui chiudendo poi la copertina con un colpo secco e deciso e, prima che la strega se ne rendesse conto, ricevette una lieve botta sul capo, facendo inclinare appena il cono nero del suo cappello.
 
«Punto due: quando ci sei tu ai fornelli, sei una mina vacante: persino i fantasmi hanno paura di te.»
 
La rossa si lamentò, sfiorandosi cautamente il punto dolente, borbottando qualcosa come "antipatico".
 
«E, per finire, punto tre: ti devo, forse, ricordare cosa hai combinato lo scorso anno?»
 
La ragazza sbuffò spazientita e, per un istante, pensò di trasfigurarlo in un gatto almeno per farlo stare buono, ma si limitò a rimettersi i mezzi guanti che, precedentemente, si era tolta per preparare le varie leccornie di spavento.
O come preferisce Ray il "buffet da brivido".
 
«Non me lo sono dimenticata.»
 
Con un piccolo colpo di bacchetta, animò una scopa che iniziò a spazzare via tutti i residui di alimenti, e varie cartacce e pellicole, che erano cascati per terra.
Alcuni rifiuti andarono in pasto alla pattumiera incantata, e altri invece vennero fatti sparire con uno schiocco delle dita dalla strega dai fiammeggianti e ribelli capelli rossi.
 
«Ah sì?
L'ultima volta che ti ho sentito dire quella frase, oltre a far venire a Norman un'indigestione di aglio, il circolo di Complemorte si sono lamentati con me per l'odore di quella... robaccia, porca miseria.» si trattenne a non dire altre imprecazioni pesanti davanti alla sua amica perché era molto credente e continuò con uno sguardo che non ammetteva repliche «Ci ho messo più di una settimana a far andare via quell'odore nauseabondo, tra i vestiti e la cucina, quindi ti avviso da adesso: arrenditi.»
 
Ella batte' appena i piedi per terra, facendo apparire delle piccole scintille arancio-rosse dalla punta dei suoi stivali.
 
«Non ricominciare a farmi sentire in colpa per lui, povera anima innocente!» arricciò nuovamente il naso, agitando di tanto in tanto la bacchetta in maniera furiosa «E comunque poteva essere il nostro asso nella manica... solo che per lui non erano abbastanza mature, ecco!»
 
«Non insistere.» tagliò corto lui ridandole poi il menù alla legittima proprietaria con aria molto seccata «adesso potrò rassicurare a Sir Nickolas che non ci sarà più la tanfa al sapore di "incubo di una notte di fine autunno"... già mi sento meglio.» esclamò Ray cercando di sfilare alcune bende per rimboccare meglio le maniche della sua maglietta chiara.
 
«Uffa, certo che quando fai così sei proprio antipatico!
Stento a credere che abbiamo la stessa età.»
 
«Sarà perché è il mio lavoro e qualcuno deve fare l'adulto della situazione?
Ad ogni modo, grazie per esserti occupata del buffet... ma ora qui, ci penserò io.» spinse appena la rossa all'uscio, ove si affacciava il piccolo corridoio che portava alla sala Grande della villa e con un piccolo cenno della mano, la congedò fuori con un eleganza decisamente teatrale «Bye Bye Emma, scommetto che Norman vorrà sicuramente il tuo aiuto su come spaventare i bambini.»
 
Prima di andarsene dalla cucina, fece una smorfia dispettosa al suo interlocutore, di cui anch'egli ricambiò il gesto con altrettanto fervore.
Si lasciò alle sue spalle l'uscio, portando la bacchetta sotto ai suoi occhi illuminandolo appena con una luce più soffusa, ma comunque abbastanza luminosa da vedere il corridoio buio, e borbottò a denti stretti qualcosa riguardo quel "pasticcio" a base di aglio, vantandosi comunque che era il miglior piatto forte della famiglia Mikhaylov.
Scosse appena la testa.
 
Ora aveva una nuova missione da portare a termine: trovare Norman Ratri.
 
Non appena mise piede nella sala Grande, la giovane strega si guardò attorno circospetta.
Notò il camino ad un paio di metri di distanza e vide le scintille scoppiettare allegramente al contatto della legna scura e le lingue di fuoco animarsi poco a poco per emanare calore all'area a se circostante.
Sopra di esso, erano appesi degli adorabili pipistrelli incantati.
 
«Norman? Sei qui?»
 
Le pareti sembravano un tutt'uno con i quadri e gli arazzi scarlatti e piccole ragnatele si palesarono alle fievoli luci delle lanterne scure, alcune armature dall'aria antica ornavano l'intera sala circolare accompagnate da alcune zucche intagliate, chi quelle con una faccia mostruosa e chi, invece, con delle espressioni decisamente esilaranti.
Per essere una villa di un grande sensitivo, pensò ella, aveva un particolare senso dello "stile".
Il parquet era liscio e lucido, le poltrone erano rivestite da alcuni pezzi di stoffa dall'aria consumata, e sui tavolini bassi c'erano i resti di quella che doveva essere una pila di scatole di caramelle mou, briciole di biscotti all'uvetta e varie pergamene ingiallite sparse sulla superficie.
Eppure, non aveva ancora visto l'ombra del ragazzo.
 
«Hey, io ho appena finito di preparare i dolcett-»
 
«Mi avete chiamato, Milady?» una voce maschile carezzevole e dal tono allegro fece scappare, alla povera ragazza, un piccolo grido di sorpresa se non addirittura un colpo al cuore. «scusami, non volevo spaventarti, ma ammetto che è stato divertente.
Dovevi vederti, eri decisamente buffa.»
 
La rossa gonfiò appena le guance, che man mano si colorarono di un invidiabile rosso borgogna, al ché l'albino rise sotto i baffi.
Stasera, il giovane vampiro era particolarmente elegante e la sua invidiabile postura, eretta e slanciata, ne erano la prova lampante.
Accidenti, pure lui sapeva come spaventare le persone di soprassalto.
 
«N-non ridere però, uffa!
M-mi metti in imbarazzo...» si sistemò meglio il suo cappello a punta nero e togliendo un po' di polvere al suo vestito, prese un bel respiro profondo a guardarlo negli occhi perché aveva la sensazione che il suo sguardo scavasse a fondo, fino sotto la sua pelle «C-comunque, ti cercavo per sapere com'era la situazione.»
 
Qui però è troppo buio, pensò Emma.
Con un colpo di bacchetta, alcune scintille arancioni arrivarono alle lanterne e la luce si alimentò ancora di più, illuminando drasticamente l'ambiente.
Potee vedere chiaramente due piccole iridi azzurre, con un lieve luccichio violetto, a ravvivargli il volto bianco e levigato, come lo erano i piccoli canini ai lati delle labbra sottili, che in quel frangente s'incurvarono all'insù, in un sorriso gentile e rassicurante.
Vide il suo completo da rampollo aristocratico della famiglia Ratri e, con esso, pure la spilla del suo titolo nobiliare.
 
«Dunque, gli addobbi sono stati ultimati e mi sono fatto aiutare da alcuni amici...» disse piano Norman accennando alla presenza di alcuni pipistrelli nascosti nell'androne più buio, che erano le sue guardie del corpo «Per il resto, prima stavi parlando qualcosa riguardo al buffet, giusto Emma?»
 
Si sedettero nei divanetti e il ragazzo le offrì una tazza di thè nero accompagnato da alcuni biscotti all'uvetta, serviti su un piatto d'argento; come la sua interlocutrice confermò la sua domanda, fu il suo turno a esporsi.
 
«Ho avuto il "permesso" dallo Chef sui dolcetti e sono pronti per la serata.» scherzò Emma con un grande sorriso «Tu invece? Hai finito con gli scherzetti?»
 
Dal sorriso compiaciuto del vampiro, intravedendolo appena dopo aver bevuto la bevanda calda, poté dedurre che sì, anche lui aveva ultimato il suo cosiddetto capolavoro.
Ebbe l'impressione di aver intravisto un piccolo luccichio animargli le iridi cerulee.
 
«Hai avuto anche tu un'illuminazione?»
 
«Proprio così, ho messo in pratica alcuni trucchetti che facevano sempre mio padre e lo zio Peter quando erano giovani... sono a prova di spavento.» quando era sul punto di illustrarle il piano geniale che aveva escogitato per il party, si fermò di colpo guardando dritto negli occhi la ragazza che dava l'idea che stesse per fare la domanda più importante della serata «Tranquilla, Emma, non sono pericolosi per i bambini... anzi, li aiuterà ad usare di più la testa.» esclamò lui indicando con l'indice sinistro un lato del suo capo.
 
La strega era così curiosa di scoprire cosa aveva in serbo Norman per loro che, per non rovinare la sorpresa, rispondeva quasi sempre in maniera vaga ed enigmatica alle sue domande.
Conclusione, ora la giovane Mikhaylov stava letteralmente morendo dalla curiosità, e aspettava, tutta contenta e trepidante, che l'orologio scattasse la mezzanotte.
Non vedeva l'ora che si facesse già il 31 Ottobre.
Già, se lo sentiva dentro, questa volta sarebbe stato diverso festeggiare il Capodanno di Samhain.
Era pronta a divertirsi con i suoi migliori amici, e chissà magari avrebbe imparato qualcosa di nuovo.
 
 


Era pronta a divertirsi con i suoi migliori amici, e chissà magari avrebbe imparato qualcosa di nuovo



 
Angolo dell'autor*:
 
Sorpresi di vedere un aggiornamento dopo tutto questo tempo?
Si? No? Uffa datemi un segno!
I'm back bitches muhahahhahhahaha
(Ho ripreso pian piano a lavorare con le fics dopo la lunga, triste e travagliata vicenda della scuola di moda che frequentavo prima e credetemi che non è stato facile riprendermi psicologicamente.)
Ciancio alle bande, buon Halloween gente e mentre vi presento la one-shot partecipante al contest di "Halloween Party" sempre a cura di Fanwriter.it!, vi dico che è tratta da un insolito AU fantasy riguardo TPN (ah quanto mi è mancato).
Mi serviva un pretesto per ritornare a scrivere riguardo questa serie, mi mancavano le interazioni del Fullscore Trio e, nonostante sia il fandom e i piani alti l'hanno bistrattato per bene, continuerò sempre ad amare incondizionatamente la storia, i personaggi, tutto-
È stato divertente cambiare alcune scelte stilistiche e immaginarmi man mano le scene durante il racconto.
Non so se farò mai la pazzia che mi è capitato di affrontare, come nei contest di "Howling in the dark" e "Back to school", ovvero quello di produrre irrimediabilmente altre storie... ma nel caso dovessi farlo, so già che mi renderò la vita difficile lmao.
Ma nel caso contrario... tenete d'occhio il Calendario dell'Avvento!
(Diciamo che sto valutando varie cose sul da farsi... ancora).
Io vi saluto e ci si vede per i prossimi aggiornamenti di one-shots, e chissà, anche per le "future" longs!
 
Baci,
Artemìs
 
   
 
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