" Viper!! Dove cazzo sei finito?! "

Nora sapeva che correre verso il bosco non era stata l'idea più brillante, ma nonostante il panico che le faceva tremare le gambe e il cuore capiva di non dover mettere in pericolo il resto dei cittadini che qualche kilometro più indietro stavano festeggiando il 31 Ottobre. 
Così si era letteralmente precipitata nei meandri del bosco nero che circondava l'intero paese per distrarre il Bad Blood e costringerlo così a concentrarsi su di lei. 
Nora era una semplice umana, ma a conoscenza della loro esistenza. Li aveva studiati e capiti, li aveva scoperti attraverso gli occhi di Viper,  in ogni suo gesto e suono. E parlavano di una delle civiltà aliene più antiche che popolavano l'universo.
E quando una capsula di contenimento era stata lanciata dalla forma invisibile di una nave madre yautjana Nora aveva capito subito che apparteneva ad una forma più ostile della razza. Qualcuno che non era disposto al dialogo, al contrario di com'era stato Viper alla sua prima visita sulla Terra. 
C'era una Caccia in corso, ma di quelle senza onore né gloria e soltanto il sangue degli innocenti sarebbe stato sparso quella notte. E lei aveva tutta l'intenzione di sabotarlo. Non lo avrebbe ucciso, non possedeva forza fisica o super poteri, ma in qualche modo ne avrebbe scritto lei la parola fine.
Di Viper ancora nessuna traccia, avevano i loro metodi per chiamarsi a vicenda, ma per quanto usava i richiami giusti, lui non sembrava essere lì ad ascoltarli. 
Un fruscio di foglie e rami spezzati la fece voltare allarmata. Il cuore galoppava assieme alla paura e il fiato corto non aiutava. Sapeva che lo yautja era lì con lei, lo avvertiva. I movimenti sibilanti erano così simili a quelli di Viper... l'inconfondibile ticchettio delle zanne appuntite della bocca aperta, divisa in quattro membrane separate, le aleggiò tutt'attorno. L'avvolse come un manto d'acqua gelata. 
E si bloccò. Il Bad Blood si palesò a lei disattivandosi lo scudo mimetico applicato all'armatura. 
Lo yautja sconosciuto portava la classica armatura d'acciaio e ossa decorative, la rete termica avvolgeva un corpo alto il doppio del suo e largo altrettanto. I muscoli scolpiti erano fasciati da una pelle a scaglie color crema, simile a quella di una lucertola, e contornata da strisce di pittura verde scura che indicavano i simboli del clan  a cui apparteneva. 
La maschera metallica copriva interamente il volto alieno, ma lei conosceva già le loro fattezze. Ed erano orrendi. Neanche Nora, per quanto idolatrasse Viper, riusciva a sopportarne la visione. Se doveva descriverli diventava difficile, sembravano avere delle zampe di granchio in bocca, perfino i movimenti erano simili. Ma Viper si sarebbe offeso a morte semmai avesse dato voce a quel pensiero.

<< Gkei' moun. >>*

“ Ell-osde' pauk thwei-za! “**

In un impeto di rabbia per ciò che stava affrontando, Nora urlò addosso allo yautja nella sua stessa lingua dato che Viper le aveva insegnato qualche frase, ma era molto difficile parlarla data la complessità di unione di parole e movenze labiali. L'alieno sconosciuto inclinò la testa da un lato, chiaramente sorpreso da un'umana che parlava yautjano, ma lo smarrimento durò solo un momento perché Nora non poté fare altro per fermarlo e perché aveva dimenticato una delle regole fondamentali da rispettare davanti ad uno della sua razza. 
Mai insultare uno yautja. Era una delle poche cose da non fare se non si desiderava una morte rapida.
Così lui l'afferrò per il collo, l'intera mano artigliava la carne nella sua interezza e gli artigli neri tagliavano come rasoi affilati. Poi, quando sentì l'acciaio degli artigli da polso dello yautja sulla guancia, chiuse gli occhi. Il corpo scosso dal freddo autunnale e una paura senza fine. Con un filo di voce e le lacrime agli occhi invocò Viper, ma la lama affilata era ben alta sulla testa e si sentì alzare dal terreno di qualche spanna.
Annaspò in cerca d'aria, scalciò con tutta la foga di cui era capace in un mero tentativo di colpirlo, cercò di graffiare con le unghie la pelle squamosa e dura dell'alieno, ma per quanto ci provasse ogni sforzo era inutile. Prese a calciare l'aria, ma la debolezza non si fece attendere per molto ancora. La risata grezza del Bad Blood le riempì le orecchie come uno scherno. Era tutto un gioco per il criminale. Un intrattenimento divertente da vedere, una carne morbida che credeva di poterlo anche solo sfiorare. E oltre il bosco aveva ancora migliaia di piccoli umani a disposizione da usare a suo piacimento pur di tenere alto quel perverso divertimento. 

“ N-on... non c'è o-onore in questo. “

Nora provò a fermarlo scuotendolo per la pietà, ma sapeva che quelli come lui non avevano più neanche l'anima. Venduti come mercenari al primo ben pagante con il solo scopo di far scorrere sangue innocente. 
Sentendosi sconfitta da quella forza schiacciante, Nora chiuse gli occhi, smise di muoversi e attese la propria fine. Le mani, che artigliavano il braccio alieno, allentarono la presa. Sentì il sangue verde acido del Bad Blood macchiarle le unghie. Gli aveva lasciato piccoli solchi a mezza luna lungo tutto l'interno del gomito. Con un lieve sorriso di soddisfazione a quella vista, l'umana era pronta per la propria fine.
Una fine però che non arrivò mai quando avvertì la voce gutturale e grottesca di Viper rompere il silenzio della notte, accompagnando il suo corpo massiccio in un balzo d'attacco, diretto proprio contro il Bad Blood.
L'alieno cadde disteso sul terreno fangoso, al collo aveva puntato la lancia primitiva di Viper mentre quest'ultimo usava il suo gigantesco corpo come scudo per Nora.

“ Dolcetto o scherzetto? “


NOTE D'AUTRICE

* << Tutto troppo facile. >>
** “ Fottiti mezzo sangue! “