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Autore: Funlove96    31/10/2021    0 recensioni
Ed eccomi con un'altra idea! È un po' come l'Inktober, ma fatto con le fanfic perché sì. Una fanfic al giorno con prompt a caso che mi farò suggerire da random word generator giorno per giorno. Incrociamo le dita e speriamo di arrivare a fine mese con questo progetto!
Questa sarà una raccolta multifandom credo, dipende dall'ispirazione del momento, e provvederò ad aggiungere gli altri fandom man mano che andrò avanti.
Iniziamo!
P.S. Non ho preso una lista, la mia sfida personale sarà scrivere una fic al giorno utilizzando un prompt a sorpresa. Speriamo di riuscire a farne 31!
Buona lettura❤️
Possibili spoiler per Edens Zero/Fairy Tail/Fairy Tail 100YQ!
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa alla Halloweek 2021, indettoa dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images.

HalLo(ve)Week day 7.
31 Ottobre: Nave da crociera.
Coppia: NaLu/Shicca.

~Music box~





Posò il piccolo carillon sulla mensola, indecisa ancora se gettarlo via o meno. Era un ricordo a lei molto caro -regalatole da suo padre, con tanto di storia su come l'avesse acquistato in viaggio di nozze, appena sceso dalla grande nave da crociera, su una bancarella di oggettini di poco valore- ma da che aveva memoria Rebecca non lo aveva mai sentito suonare...

"Sai piccola, questo carillon è molto speciale!" "Davvero?" domandò la piccola Rebecca, già sotto le coperte a ripararsi dal freddo, con suo padre che le si era seduto accanto per raccontarle una storia, come ogni sera, prima di andare a dormire.
"Si dice che chiunque lo abbia troverà il vero amore, e che esso sarà il possessore del suo gemello..." caricò la molla posta sul resto di quella scatoletta di legno scuro, un po' opaco e rovinato dal tempo in alcuni punti -aprendolo faceva bella mostra di sé una piccola damina vestita con un ampio abito rosa pesca, in attesa del suo cavaliere che, però, non si trovava con lei-, ma nessun suono uscì dal carillon, così come la piccola dama non si muoveva di un millimetro. "Ma non funziona..." lamentò la bimba dai capelli biondo cenere, delusa nel non veder volteggiare la piccola figura in legno dallo chignon biondo a spiccarle sul capo. Anch'essa sembrava tenerlo basso, un po' come Rebecca, ma forse era solo per la posizione in cui essa si trovava.
"Si dice che riprenda a suonare solo una volta che si trova accanto al proprio gemello Rebecca. Probabilmente è perché non c'è l'altro carillon vicino..." "Impossibile!" aveva otto anni ma non era stupida. Sapeva come funzionassero quegli oggetti, e se non suonavano dopo che la molla era stata caricata voleva dire che erano rotti...

"Magari sì... però e comunque troppo carino per gettarlo. Potremmo farlo riparare un giorno di questi..." disse l'uomo alzandosi e posando un leggero bacio sulla fronte della figlia. "Adesso però è ora di dormire, buonanotte tesoro..." le disse mentre lei chiudeva gli occhioni azzurri. Ripose poi il carillon sul comodino, uscendo e chiudendo la porta...



"Ehm, mi scusi..." un uomo, forse sulla trentina, con una tuta da lavoro addosso, la strappò ai vecchi ricordi. "Sì?" "Noi avremmo finito..." la donna annuì accompagnandolo in quello che era stato lo studio del vecchio proprietario della casa, ora adibito momentaneamente a deposito per gli scatoloni che avrebbe dovuto poi risistemare. Pagò gli operai che si erano occupati del trasloco, i quali andarono via subito dopo, lasciandola con tanto lavoro ancora da fare, primo fra tutti sistemare la biancheria per la camera da letto. Si stava avvicinando la sera ed era fine Ottobre, non voleva gelare quella notte...

Il campanello la interruppe ancora una volta mentre si chiedeva cosa fare di quel vecchio carillon. Aveva appena finito di sistemare coperte e cuscini nella propria camera quando, passando per il salotto nel recarsi in cucina a prendere lo smartphone lasciato sul tavolo -doveva impostare la sveglia per il giorno dopo- si era ritrovata di nuovo davanti all'oggetto.
Andò ad aprire, non sapendo proprio chi potesse rompere le scatole alle otto e mezzo di sera -era appena arrivata in quella cittadina, Norma, per cui non conosceva ancora nessuno lì-, ritrovandosi davanti un ragazzo alto, dai capelli neri, esattamente come i suoi occhi, e un cerotto sulla guancia sinistra. Le sorrideva, tenendo tra le mani un piatto di alluminio con dentro una crostata, da quello che le sembrava di capire. "Posso aiutarla?" domandò dato che l'altro non faceva altro che fissarla senza parlare.
"Sì, ehm, ecco..." balbettò, non era riuscito a fare altro che fissarla ridente da quando ella aveva aperto la porta. Era una biondina, più o meno della sua stessa età, con due occhioni azzurri così grandi che sembrava di vederci dentro il mare...
"Io sono il suo vicino... Shiki Granbell, abito nell'appartamento affianco..." indicò col capo la porta proprio accanto a quella dove stavano. "Ehm, benvenuta nel quartiere..." "Rebecca... Rebecca Bluegarden, molto piacere..." gli sorrise. "Piacere mio. Sono venuto a portarle questa..." le porse la crostata.
Non era bravo in cucina, per questo, quando aveva visto il camion dei traslochi, circa un'oretta prima, e capendo che avrebbe avuto un nuovo vicino, era corso al supermercato per acquistare un dolce di benvenuto. Non poteva certo darle una torta mezza bruciacchiata, senza contare che non avrebbe fatto una bella impressione se avesse scatenato un incendio nel condominio. Decisamente meglio che non si mettesse ai fornelli...

"Molto gentile, grazie signor Granbe-" "Fleuve d'etoiles!" "Come?" lo guardò stranita, voltando poi lo sguardo dove lo stava puntando lui. Sulla mensola dove svettava -anche perché era l'unico oggetto lì presente- il piccolo carillon...

"Anche lei ha il Fleuve d'etoiles!" "Non capisco..." "Un momento!" le mollò la crostata, rientrando in casa propria e uscendone dopo qualche secondo con un oggetto tra le mani. Un oggetto dalla forma per nulla sconosciuta alla bionda. "Un carillon identico a questo, di cui ne sono stati fatti solo due ..." le disse caricando la molla. E quando l'oggetto si aprì, mostrò loro una piccola statuina. Un uomo, vestito di una rossa casacca, se ne stava in piedi al centro del carillon. Sul capo, tenuto basso, svettava una capigliatura dal colore insolito -era rosa, e la ragazza pensò che doveva essere successo qualcosa al legno in quel punto per renderlo di quel colore- e il piccolo omino non si muoveva di un millimetro, così come la musica non fuoriusciva da nessuna parte...
"A-Allora aveva ragione..." "Chi?" "Mio padre..." lo guardò per qualche secondo, per poi invitarlo a entrare prima di chiudere la porta. Il corridoio del pianerottolo non era adatto a certi discorsi. "Una vecchia storia che mi aveva raccontato da bambina una volta, che parlava di due carillon uguali e unici al mondo..." "Anche mio nonno mi ha raccontato qualcosa di simile... il carillon me lo ha dato lui dicendomi che mi avrebbe portato fortuna... e beh, a quanto pare anche lui aveva ragione!" le sorrise, facendola arrossire appena. "Senta... può anche darmi del tu se vuole..." disse lei dopo qualche secondo, il tempo necessario per farsi passare il rossore. "Anche lei- ehm, anche tu se ti va... credo abbiamo anche, più o meno, la stessa età" "Va bene... senta- ehm, senti, che ne dici di mangiarla insieme?" gli propose portando l'attenzione sul dolce, e il ragazzo accettò sorridente. "Bene, la cucina è di là, questo..." gli disse, riferendosi al carillon tra le sue mani. "Puoi posarlo accanto all'altro se vuoi, in fondo, sono fatti per stare insieme no?" ridacchiò, seguita a ruota dal ragazzo, che posò delicatamente l'oggetto accanto al suo gemello, per poi seguirla in cucina...

"Accidenti! Ho dimenticato di mettere a posto l'argenteria... aspettami qui, torno subito..." Rebecca si fiondò di nuovo nell'ex studio, cercando tra gli scatoloni quello su vi era la scritta 'cucina', ripescando da esso un paio di forchettine da dolce, recandosi di nuovo in cucina.
Non seppe perché, ma mentre passava per il salone si fermò a guardare gli oggetti, posti uno accanto all'altro. Prese il carillon ancora chiuso e fece per caricare la molla, notando solo in quel momento l'incisione, appena visibile, proprio sotto di essa: 'Fleuve d'etoiles'...
Rimase a guardarla inebetita, e l'oggetto quasi le cadde dalle mani nel sentirsi toccare una spalla. "Shiki! Mi hai fatto paura..." "Scusami, è che non tornavi e mi sono permesso di venire a vedere se ti servisse una mano..." l'altra annuì, tornando a guardare il carillon, caricando poi la molla, e facendo aprire l'oggetto, cosicché la damina bionda si mostrasse il tutto il suo splendore.
"Carina..." sentì dire dal ragazzo, e... "Sì..." rispose Rebecca rimettendo il carillon a posto, da dove, dopo pochi secondi, iniziò a suonare le prime note.

I due oggetti cominciarono a risuonare di una dolce musichetta. Quella che sembrava una lenta e tenera ninna nanna accompagnò i primi movimenti delle due bamboline, le quali prima alzarono il capo, e poi ruotarono lentamente su sé stesse, la dama verso la propria sinistra, l'uomo invece verso destra...
I due ragazzi si guardarono straniti, entrambi senza sapere cosa stesse succedendo, e mentre la musica giungeva lentamente al termine, le bamboline si ritrivarono voltate una verso l'altra, scattando poi, non appena la musica cessò, con le braccia a sporgersi verso l'altra, facendo sfiorare appena tra loro le piccole manine in legno...

"Ehm, ci... ci dobbiamo ricordare che sono oggetti che saranno stati fatti negli anni novanta..." cercò di parlare la bionda -che inconsapevolmente si era aggrappata al braccio del ragazzo, il quale a sua volta l'aveva trascinata indietro di un paio di passi dalla mensola su cui si stava svolgendo quella strana scena-, e l'altro l'ascoltò senza staccare lo sguardo dagli oggetti. "Avranno al loro interno qualche meccanismo che si attiva così... devono essere una di quelle cianfrusaglie fatte per stare in coppia... come quei ciondoli che in realtà sono due metà un cuore e hanno quelle calamite al loro interno per unirsi, hai presente?" il moro annuì concorde, d'altra parte non potevano essere oggetti così tanto vecchi se ancora funzionavano, anche se in modo strano...
"Però sono carini, in un certo senso..." Rebecca guardò attentamente gli oggetti, trovandosi concorde con lui su quel punto.
"Però ora non dovrebbero chiudersi?" "Forse si sono inceppati di nuovo" "Già ..."

"La crostata ci aspetta!" Shiki spezzò, dopo qualche minuto passato a fissare quella tenera -seppure un pochino inquietante dato il funzionamento di quegli oggetti- scena, il silenzio creatosi. "Sì, andiamo! Non vedo l'ora di assaggiarla!" gli sorrise la bionda, ora un po' più tranquilla -solo dopo aver razionalizzato il tutto, arrivando alla logica soluzione che fossero solo due vecchi carillon che funzionavano, quando funzionavano, in modo un po' particolare-, tornando in cucina col ragazzo...

~Bonus~



Mano nella mano, i due camminavano per il lungo corridoio, arrivando finalmente davanti alla loro cabina. "Era ora! Mi fanno malissimo i piedi con queste scarpe e non vedo l'ora di togliermi questo dannato corpetto..." "Al corpetto ci penserò io amore, non preoccuparti..." le sussurrò a pochi centimetri dalle labbra, prima di farle scontrare tra di loro, accendendo ancora di più il rossore sulle guance, presentatosi a causa della sua frase.
Dopo essere entrati le scarpette rosa confetto furono le prime a finire sul pavimento di legno, in un angolo sperduto ai piedi del letto, dove la bionda si distese, raggiunta dal marito, che si sedette sul letto, intento a tirare fuori dal piccolo bauletto che teneva con sé due scatoline di legno scuro.

"Cos'è?" "Da parte di mio padre con tanti auguri!" le sorrise, non rispondendo per non rovinarle la sorpresa, caricando poi entrambi i carillon e posandoli sul piccolo mobiletto lì accanto. Essi, dopo qualche secondo, si aprirono, mostrando due piccole copie di loro stessi, che si mossero lentamente a tempo di musica -alla giovane sembrava una dolce ninna nanna, per questo abbracciò il ragazzo da dietro, stringendolo a sé con le candide manine posate petto coperto dal bavero, cullata dalla musica-, trovandosi poi una di fronte all'altra, scattando, con le piccole braccia, a sfiorarsi le manine in legno quando la musichetta cessò. "Mio padre li ha fatti così nel caso dovessimo mai restare lontani... sai, così io potrò averti vicino anche se la distanza fisica dovesse essere enorme... e tu lo stesso..."
"Natsu... è tutto bellissimo... i-io... ti amo" non riusciva quasi a parlare, con le lacrime a bagnarle gli occhi marroni, guardava suo marito, voltatosi sorridente per baciarla. "Anch'io ti amo Luce..." era vero, e il rosato avrebbe ringraziato il cielo a vita per quella fortuna incredibile che aveva fatto sì che quella ragazza di buona famiglia, tanto bella quanto impossibile, si innamorasse del figlio di un semplice falegname...

E invece era così che lasciavano Crocus, il mattino successivo in pochi avrebbero saputo cosa fosse successo realmente, di quanto i due amanti avessero sofferto nel lasciare le persone a loro care per poter vivere liberamente il loro amore.
Per gli altri, la figlia ribelle e sciagurata del duca Heartfilia sarebbe scappata chissà dove per fuggire al matrimonio impostole, lasciando una misera lettera in cui annunciava di aspettare un bambino -non era la verità, Natsu l'aveva sempre rispettata da quel punto di vista, e loro due mai erano andati oltre qualche bacio un po' meno casto quelle poche volte che riuscivano a vedersi in segreto, ma conosceva suo padre e sapeva che quello era l'unico modo in cui non l'avrebbe cercata per riportarla a casa-, gettando scandalo sulla famiglia. Invece della fine del giovane Dragneel nessuno si sarebbe preoccupato, non con Igneel che, per i più, l'aveva mandato a vivere da una vecchia zia a Magnolia, mentre per quei pochi che conoscevano la verità, stava solo vivendo libero la sua vita...

Lucy si sedette a cavalcioni su di lui -con un po' di difficoltà per via dell'ampia gonna dell'abito che le dava qualche impiccio-, mostrando una sfacciataggine di cui ella stessa, a giudicare dalle gote arrossate, si era appena scoperta capace.
Sfacciataggine che al suo consorte non dispiacque -sebbene neanche lui avesse poi tanta esperienza col lato fisico dell'amore-, anzi, gli accese un fuoco nelle viscere, che trovò quiete solo nell'avventurarsi con sua moglie nel matrimonio carnale che li avrebbe uniti per tutta la notte. Forse la loro unione era valida solo per un inganno a quell'anziano pastore che lo aveva visto crescere, sfruttando la vecchiaia che lo aveva reso un po' meno vigile -o forse erano troppo belli quei due giovani che, mentre l'uomo recitava la formula, si guardavano con un amore che mai aveva visto in così tanti anni, che nonostante i dubbi sulla situazione aveva comunque benedetto quelle due anime innamorate-, ma i loro sentimenti erano più puri dell'oro che non avevano avuto a disposizione per le fedi, chiedendo a un vecchio amico fabbro di far loro due anelli. E quello era il primo punto sulla lista di Natsu: Regalarle una fede in vero oro coi loro nomi incisi all'interno...
Per il momento però, essi pensarono solo a perdersi nella passione più pura, mentre la piccola nave traversava il mare, man mano sempre più agitato a causa della potente tempesta in arrivo...

E in quel mare scosso dalla pioggia e dalle onde, i due scomparvero immersi nel buio della morte. Insieme, come avrebbero voluto vivere. Insieme, come morirono, abbracciati nell'amore più puro che l'essere umano avesse mai conosciuto...



Angolo autrice
Ed eccoci qui alla fine! Fine della Halloweek e fine del mio Fictober!
È stata una bella esperienza e mi ha tenuto davvero impegnata, forse mi ha anche aiutato a farmi tornare un po' in carreggiata con le fanfic, chissà...
Comunque, grazie allo staff del FairyPiece Forum per aver organizzato la Halloweek, e grazie a tutti coloro che hanno letto questa e/o le altre fanfiction!
Ci si rivede alla prossima!
Ciao❤️
   
 
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