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Autore: Donatozilla    01/11/2021    2 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 21: La confessione

L’ufficio dei Wild, Wild Pussycats era stranamente silenzioso quel giorno.

I quattroo membri al momento si trovavano insieme nella stanza stanza e solitamente i quattro avrebbero parlato tra di loro, dicendo battute o scherzando tra loro.

Ma oggi nessuno di loro osava proferir parola.

Ma chi poteva fargliene loro una colpa?

Dopotutto si sentivano in colpa per ciò che era successo a Ryo.

Si sentivano in colpa per non esser riusciti ad impedire a Shocker di causare quell’incidente che portò alla morte dei genitori del ragazzo e di molti altri innocenti.

E non solo stavano provando un enorme senso di colpa, ma anche un enorme inquietudine.

Dopotutto erano stati avvertiti che Ryo poteva avercela con loro per la morte dei suoi genitori, ed ora con lui in libertà si temeva un suo attacco da un momento all’altro.

Tomoko sedeva in silenzio, con una mano sotto il mento e con l’altra che batteva le dita sul tavolo. Era sempre stata la più energica del gruppo, ma dopo una notizia del genere pareva quasi che le energie le avesse perse del tutto. 

D’un tratto il telefono vicino a lei iniziò a squillare, rompendo il pesante silenzio che era stato presente fino a quel momento nell’ufficio. Tomoko fece un balzo in aria, presa di sorpresa dallo squillare del telefono ma si riprese immediatamente per poter rispondere mentre i suoi tre colleghi, anche loro inizialmente presi di sorpresa dalla chiamata improvvisa, spostarono lo sguardo verso di lei.

“Uh, qui l’ufficio dei Wild, Wild Pussycats. Come possiamo esservi d’aiuto?”.

“Tomoko Shiretoko, siamo qui a parlare dal palazzo principale della Commissione degli Eroi per la Pubblica Sicurezza” rispose una voce proveniente dall’altro capo del telefono.

“O-oh? La Commissione?” Ripetè Tomoko, attirando l’attenzione dei suoi tre colleghi che ora avevano orecchie solo e soltanto per la chiamata che stai avvenendo in quel preciso momento.

“Chiedo scusa per l’improvvisa chiamata” continuò la voce “Ma la presidente vorrebbe che veniste qui al palazzo immediatamente.”

“Uh? Come mai dovremmo venire? È successo qualcosa?”.

“Si può dire questo… la Presidente dice che è molto importante e che dovreste venire qui.”.

“La Presidente?” Ripetè Tomoko “E perché ha voluto che venissimo proprio noi?”.

“Stando alle sue parole… la cosa vi riguardo molto personalmente. Vi preghiamo di venire qui al più presto.”.

Prima che Tomoko potesse parlare, la chiamata fu chiusa lasciandola con un pugno di mosche.

“Allora?” Fece Pixie Bob, riportando Tomoko alla realtà “A quanto abbiamo capito era una chiamata dalla Commissione.”.

“Sì. È successo qualcosa?” Continuò Tiger.

“Beh…” iniziò Tomoko rimettendo il telefono al suo posto “Sembra che la Presidente ci voglia al palazzo principale.”.

Tiger inarcò un sopracciglio “Noi?”.

“Sì… stando alle sue parole… sembra che è qualcosa che ci riguardi… qualcosa di personale, a quanto sembri.”.

Alla parola ‘personale’ Mandalay, Pixie Bob e Tiger non poterono pensare a Ryo.

“Si tratta di Honda?” Chiese la leader del gruppo preoccupata.

“Non me l’hanno detto” rispose Tomoko “Ma se andiamo subito… forse potremo capire cosa stia succedendo da chiamarci e dirci di andare immediatamente al palazzo principale.”.


E così, in poco tempo, il gruppo di quattro Heroes arrivò al palazzo principale della commissione.

Koda era a scuola quel giorno, dunque i quattro non dovettero preoccuparsi di lasciarlo da solo o roba del genere.

Una volta entrati si ritrovarono davanti la Presidente accompagnata dal detective Naomasa, entrambi con degli sguardi seri dipinti sul volto.

“Detective Naomasa?” Fece confusa Mandalay.

Il detective la salutò con un semplice cenno della testa.

“Ben arrivati Pussycats” salutò la Presidente “Chiedo scusa per la chiamata improvvisa. Ma c’era bisogno della vostra presenza.”.

“Durante la chiamata mi era stato detto che la cosa per cui ci avete chiamato… ci riguardava personalmente” disse Tomoko “Si tratta per caso di Ryo Honda?”.

La Presidente scosse il capo “No, non si tratta di lui. Ma di qualcos’altro.”.

Solo allora i quattro Heroes notarono qualcosa: tutti là dentro sembravano essere molto nervosi, facendo avanti ed indietro più del solito e parlando a bassa voce tra di loro.

“Uh… cos’è successo esattamente?” Chiese Pixie Bob.

“Come mai sono tutti in agitazione?” Chiese poi Tiger.

“Diciamo che riguarda la stessa ragione per cui vi abbiamo chiamati qui” rispose Naomasa “Una persona è venuta qui e… diciamo che è scattato il panico. Si pensava ad un attacco, ma in realtà questa persona è venuta qui per… una confessione.”.

“Una confessione dite?” Fece Mandalay.

“Sì” rispose la Presidente “Seguiteci.”.

I sei cominciarono ad incamminarsi, arrivando ad una parte del palazzo dedita agli interrogatori.

Arrivarono dinnanzi a una finestra di vetro che divideva loro dalla stanza d’interrogatorio.

Lì dentro si trovava un uomo seduto davanti ad un tavolo su cui si trovava una mappa di Mustafu.

L’uomo aveva capelli castani, gli occhi del medesimo colore, con delle manette alle mani. Ma ciò che prese più di sorprese i quattro Pussycats fu ciò che aveva sul braccio destro: il tatuaggio di un drago nero.

Quell’uomo… quell’uomo ammanettato era Konishi.

“Un membro del Dragone Nero?!” Fece sorpresa Tomoko.

“Che ci fa qui?!” Chiese Tiger, il tono tra il preoccupato e il furibondo.

Tutti conoscevano il Dragon Nero e il loro crimini di rapimento di bambini: dunque non c’era da stupirsi che ci fosse anche rabbia nella sua voce.

“Il suo nome è Ayumu Konishi” rispose semplicemente la Presidente “è venuto questa mattina chiedendo di parlare con me. A quanto pare voleva confessare qualcosa… qualcosa di importante.”.

“E lo ha fatto?” Chiese Mandalay.

“Sì. E ciò che ha confessato.. beh… riguarda praticamente tutto ciò che riguarda il Dragone Nero.”.

“Sul serio?” Chiese Pixie Bob “Ma allora questo cosa c’entra con noi?”.

“Lo scoprirete presto.” Rispose semplicemente la Presidente.

“Ma allora che ci fa il detective Naomasa qui?” Chiese Tomoko.

“Non sappiamo se ciò che sta dicendo sia vero” rispose la Presidente “Per questo ho chiamato il detective così che potesse usare il suo Quirk durante il secondo interrogatorio che Konishi avrà con lui e con voi.”.

“Capisco…” rispose Mandalay.

Detto questo lei, i suoi tre compagni di squadra e Naomasa entrarono nella stanza, chiudendo la porta dietro di loro.

Konishi spostò lo sguardo verso di loro, i suoi occhi quasi sorpresi nel vedere i Pussycats.

“Buongiorno Konishi” salutò Naomasa sedendosi sulla sedie dall’altra parte del tavolo “Io sono il detective Naomasa Tsukauchi. E loro sono…”.

“I Pussycats, li conosco bene.” Rispose Konishi.

“Parla, criminale” efce Tiger, una smorfia furiosa sul suo volto “Sei venuto qui per fare una confessione. Quindi inizia a parlare.”.

“Ho già confessato.”.

“E noi dobbiamo vedere se stai dicendo la verità, quindi inizia a parlare… ora!”  Fece Mandalay seria.

Konishi tirò un sospiro “D’acordo. Credo che non ci voglia un genio per capire che sono un membro del Dragone Nero. Se il mio tatuaggio qui non fosse abbastanza come prova.”.

“E cosa ci fai qui a Musutafu?” Chiese Tomoko.

“Non è ovvio?” Rispose Konishi “Il Dragone Nero è qui a Musutafu.”

“Che cosa?!” Fecero i presenti.

“Esatto. Il nostro leader ha deciso di venire qui a Musutafu con la maggior parte delle sue forze per occuparsi di un problema… un problema che conoscete molto bene. Un problema di nome Ryo Honda… il Vigilante Venom.”.

Ci fu qualche secondo di silenzio, interrotto poi da Pixie Bob che disse “Siete venuti fin qui per ucciderlo, vero?”.

“Sì. Come ben sapete Honda è stato un grosso problema per noi del Dragone Nero per mesi, mandando all’aria molte delle nostre operazioni e uccidendo moltissimi dei nostri uomini. Inizialmente, quando ci fu la notizia della sua cattura, il capo era anche abbastanza felice di ciò pensando che così facendo si era tolto una volta per tutte di un problema. Ma dopo che è stato rivelato che era scappato… beh, ha deciso di occuparsene personalmente. Lui insieme ai suoi secondi in comando e molti uomini della gang, tra cui io, siamo partiti da Jaku City e siamo arrivati qui a Musutafu ieri per occuparci di Honda. E con occuparci intendo… beh, uccidere.”.

I cinque si guardarono tra di loro, con Naomasa che annuiva con la testa, dicendo loro praticamente che finora Konishi non stava mentendo. Detto ciò spostarono i loro sguardi nuovamente sul criminale.

“Sai dirci dove si trovano il tuo capo e il resto dei tuoi compagni?” Chiese Naomasa indicando la mappa.

Konishi annuì, puntando col dito un punto sulla mappa.

“Qui si trova un magazzino abbandonato. Non sarà difficile capire quale: bello grosso, sembra che sia stato abbandonato da anni. Il capo sceglie come nascondigli quei luoghi che a prima vista sembrano inabitabili e impossibili in cui qualcuno possa esserci. Questo magazzino è uno di quelli.”.

Ancora una volta Naomasa annuì ai Pussycats, dicendo loro che Konishi non stava affatto mentendo.

“Una cosa non capisco” fece Tomoko “LA Presidente ha detto che questa storia ci riguarda… ma cosa ha a che fare il Dragon Nero con noi?”.

Lo sguardo di Konishi si fece ancor più serio “Certo, voi non lo sapete…”.

“Non sappiamo cosa, esattamente?” Chiese Tiger.

“Il mio capo… il leader del Dragone Nero… ha che fare con voi Pussycats.”.

I quattro Heroes drizzarono le loro teste a quelle parole.

“Come scusa?” Chiese Tiger.

“È una vostra vecchia conoscenza… una persona che conoscete molto bene.”.

“E chi sarebbero esattamente?” Chiese Mandalay, seccata con tutti questi segreti.

Konishi tirò un sospiro “Il capo del Dragone Nero.. è Herman Schultz, Shocker.”.

I cinque presenti sembrarono perdere un battito.

I quattro Pussycats sbiancarono improvvisamente, dando loro quasi l’aspetto di cadaveri.

“N-Naomasa…” iniziò Pixie Bob “Sta dicendo…”.

“Sì” interruppe il detective “Non sta mentendo.”.

Passarono alcuni secondi di silenzio con i quattro Heroes che cercavano di comprendere la notizia che avevano appena ricevuto.

Herman Schultz.

Shocker.

Il Villain che avevano affrontato molte volte in passato, e che avevano visto l’ultima volta durante quel fatidico giorno dell’incidente… era il capo del Dragone Nero, una delle gang più famose e temute del Giappone?

“Ma non ha senso!” Disse Tiger “Schultz è sempre stato un pesce piccolo! Faceva rapine e basta! L’unica volta che ha fatto qualcosa di grosso… è stato durante quel giorno di undici anni fa in cui aveva causato l’incidente! Come può essere lui il leader del Dragone Nero?!”.

“Ha fatto strada. È diventato molto più bravo… più crudele” spiegò Konishi “Non so i dettagli completi. So solo che si è fatto strada nel mondo criminale, creando questa gang che si occupa di rapimenti e quant’altro.”.

Ci fu qualche altro secondo di silenzio, in cui i quattro Pussycats cercarono di comprendere al meglio la sconcertante scoperta.

“Parlando di ciò…” disse Naomasa, interrompendo il silenzio “Cosa fate alle persone e ai bambini che rapite? Nessuno è mai riuscito a capire che fine facciano. Ma ora che sei qui… possiamo sapere, finalmente. Li vendete al mercato nero?”.

Konishi rimase in silenzio per qualche secondo, abbassando la testa, quasi come se si vergognasse.

“Allora?”.

Konishi sospirò “Conoscete i Nomu?”.

“Come?” Chiese confuso Naomasa.

“I Nomu. Quei grossi mostri della Lega dei Villains. Li conoscete no?”.

“Più di quanto immagini…” annuì Mandalay.

“Bene. Sapete come vengono creati, vero?”.

“Sì” fece serio Nomasa “attraverso la modifica genetica di umani, che siano vivi o morti. Ma questo cosa ha a che fare con i vostri rapi…”.

Naomasa si interruppe, gli occhi che si spalancarono alla realizzazione.

Lo stesso fecero i quattro Pussycats, che sbiancarono ancor di più.

No.

Non stava forse insinuando…

“Vedo che avete capito” sopirò Konishi “Le persone e i bambini che rapiamo… li vendiamo alla Lega dei Villains… che vengono poi usati per la creazione dei Nomu.”.

Ci fu un altro, gelido silenzio che si fece strada nella stanza.

Silenzio interrotto da Tiger, che diede un pugno al tavolo “Avete venduto persone e bambini innocenti a quei bastardi della Lega… in modo che venissero usati come cavia da laboratorio?! Per essere trasformati in mostri?!”.

Konishi non sembrò spaventato. Infatti sembrava quasi che si aspettasse una reazione del genere.

Il criminale annuì semplicemente “Sì. È questo ciò che attendeva a loro. Come l’ascesa al potere del capo, non so i dettagli completi neppure per questo. So solo che Schultz ha finito per entrare in contatto con All For One… il vecchio leader della Lega… e i due hanno stretto un accordo. Il Dragone Nero avrebbe trovato cavie che venissero trasformate in Nomu, e la Lega li avrebbe pagati profumatamente. Solitamente sceglievamo persone e bambini con Quirk deboli o senza Quirk… tanto alla fine ci avrebbe pensato la Lega con la sua scienza pazza a renderli più forti una volta resi in Nomu. Parole di Schultz, non mie.”.

Un altro silenzio cadde nella stanza, con nessuno che sapeva cosa dire.

I Pussycats guardarono verso Naomasa, che disse “Dice la verità.”.

“Perché?” Chiese poi Mandalay.

“Perché cosa?” Chiese a sua volta Konishi.

“Venire qui a confessare tutto questo. Rivelare ciò che sta facendo il Dragone Nero nonostante tu sia un membro della gang. Quindi perché? Perché hai decise di venire qui e confessare tutto?”.

Konishi rimase per qualche secondo in silenzio, per poi sospirare “Non ne posso più.”.

“Uh?”.

“Non ne posso più. Ero entrato in questa gang per racimolare qualche soldo. Per fare la bella vita… ma ciò che abbiamo fatto… ciò che io ho fatto per avere questi soldi… non ne vale la pena. Rapire così tante persone e bambini per venderli a dei Villain così che li trasformino in mostri… non ho mai voluto questo. Ho la coscienza sporca, mi sento così in colpa… per tutto ciò che ho fatto sin da quando mi sono unito a questa gang” strinse i pugni fino a rendere le nocche bianche “E dopo che siamo partiti per venire qui a Musutafu… per uccidere Honda, un Vigilante sì, ma pur sempre un ragazzino… beh, ho deciso di venire e confessare tutto. So che non basterà a cancellare tutto ciò che ho fatto… cazzo, non so neanche se può essere possibile… ma almeno… almeno starò con la coscienza a posto.”.

Konishi abbassò la testa, senza dire nient’altro con i Pussycats e Naomasa che lo fissavano in silenzio.

“Molto bene…” sospirò Nomasa mentre si alzava dalla sedia “Grazie per la tua collaborazione.” E detto questo uscì dalla stanza seguito dai Pussycats.

“Ebbene?” Fece la Presidente una volta che li vide uscire dalla stanza.

“Non ha mentito” rispose Naomasa “è stato sincero su tutto.”.

La Presidente sospirò “Capisco.”.

“Presidente” disse Mandalay con tono serio “Schultz… Shocker… è là fuori insieme al resto del Dragone Nero. Sappiamo dove si trova, sappiamo cosa ha intenzione di fare. Quindi… chiediamo il permesso di andare a catturarlo.”.

LA Presidente fissò Mandalay, per poi dire “Voi Pussycats volete andare ad arrestarlo?”.

“Sì!” Annuì Pixie Bob “Anni fa ci è sfuggito… a causa della nostra incompetenza. E a causa di ciò ha creato una gang che ha rapito così tante persone e bambini… per venderli alla Lega dei Villains per trasformarli in Nomu!”.

“Esatto! Gliela faremo pagare per ciò!” Disse Tiger.

“Io non avrò un Quirk” fece serie Tomoko “Ma col cavolo che Ragdoll se ne starà con le mani in mano! Darò loro una mano a catturare Shocker anche dall’ufficio se necessario!”.

La Presidente non potè farsi sfuggire un sorriso “Molto bene. Ma non adesso. Prima di tutto… bisognerà organizzarsi… avrete bisogno di molto aiuto per questa missione.”.

   
 
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