«Juliàn, ciò che vedrai oggi non potrai dirlo a nessuno, intesi? A nessuno.»
«Nemmeno alla mamma?»
Un lieve sospiro mi sfugge dalle labbra, seguito da un fugace sorriso.
«Ma certo, alla mamma puoi raccontare tutto. Con lei non abbiamo segreti.»
Juliàn ferma il suo trotterellare entusiasta – sa che se l'ho svegliato all'alba è per qualcosa di davvero importante – per guardarsi attorno con fare circospetto, prima di alzarsi sulle punte e avvicinarsi al mio orecchio «A parte il regalo che le abbiamo comprato ieri» mi sussurra a fior di labbra.
La sua risposta mi coglie alla sprovvista e la risata che ne consegue riecheggia con dolcezza nella nebbia del mattino. I bambini di dieci anni sono estremamente acuti e non si lasciano sfuggire alcun particolare: bisogna riuscire a stare al passo.
«Ovviamente, a parte quello. Mi raccomando... »
Juliàn si porta indice e pollice alle labbra e le muove imitando una cerniera che si chiude: il sigillo di una promessa. Annuisco con orgoglio e gli faccio l'occhiolino, che lui prontamente ricambia. Ormai non so più se è lui ad essere mio complice o se sono io ad essere il suo.
Se c'è qualcosa di positivo che Juliàn ha ereditato da me, oltre alla passione per tutto ciò che ha a che fare con lettere e inchiostro, è il saper mantenere i segreti. Mi auguro solo che questo talento non gli sarà troppo necessario in futuro – almeno non quanto lo è stato per me. I segreti, specialmente se non sono nostri, non sono mai così piccoli e innocui come sembrano. Ci si sente importanti ad essere tra i pochi eletti a conoscenza di quel determinato fatto, è un onore non dà poco nonché un grande atto di fiducia nei nostri confronti, ma col tempo i segreti possono diventare pericolosi: iniziano a corroderci dentro, bruciano sotto la pelle come un fuoco implacabile, fino diventare tutt'uno con noi stessi, e alla fine non possiamo più liberarcene. Mi guardo intorno e un sorriso divertito si fa largo sul mio volto, stanco ma sereno. Ma certo, non c'è motivo di preoccuparsi adesso: un regalo di compleanno non costutuisce alcun pericolo, specialmente se il mistero che lo avvolge è destinato ad esaurirsi in appena tre giorni, di cui uno già concluso e il secondo appena iniziato. Sull'altro segreto e sul fatto che costituisca un pericolo o meno, be' la questione si fa più complessa. Ma le tradizioni sono tradizioni, e finché mio figlio si limiterà a leggere i libri sepoliti in quell'immensa biblioteca dimenticata e non a seguire le orme dell'uomo di cui porta il nome, be' tutto dovrebbe andare per il verso giusto.
O almeno spero.