Anime & Manga > Diabolik Lovers
Segui la storia  |       
Autore: Nephertiti    06/11/2021    0 recensioni
*SEQUEL DI GIRL OF LIFE*
Molte cose sono cambiate dalla prima volta in cui Mitsuko ha messo piede in villa Sakamaki.
E adesso può affermare di essere parte della famiglia.
Ma con il suo diciottesimo compleanno alle porte, il destino sembra avere in serbo altri piani per lei.
***
Estratto da un capitolo:
“All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, sembrava ignorare la sua presenza.
Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.
Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
***
Per poter leggere questa storia avrete bisogno di conoscere “Girl of Light” e “Girl of Life”, quindi correte a recuperare!
La fan fiction prende alcuni spunti dal videogioco, ma la trama sarà ben diversa.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki Mukami, Shuu Sakamaki, Sorpresa, Subaru Sakamaki
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 38 - The one who has always stayed -

 

 

 

 

 

 

 

Tre mesi erano passati.
Tre mesi da quando avevamo combattuto contro Cacciatori e Ghoul ed io avevo ucciso Karl Heinz.
Eppure mi sembrava trascorsa una vita, complice il fatto che avevo ricominciato la scuola e mi ero gettata completamente sullo studio.
Non spendevo più troppo tempo a casa dei Mukami, la causa principale era la quantità esorbitante di studio, anche se loro venivano a trovarmi di tanto in tanto.
In generale preferivo trascorrere il pomeriggio con le mie migliori amiche, ogni tanto ci organizzavamo per studiare insieme, dovevamo recuperare il tempo perso.
Ma immaginavo che Yuki non frequentasse villa Sakamaki solo per studiare, avevo notato le occhiate che si scambiavano lei e Ayato.
Molto spesso lui la “rapiva” per farsi preparare dei Takoyaki, ma era una scusa banale, e lo sapevamo tutti e tre.
La vicenda mi divertiva e compiaceva al contempo, Ayato aveva riconosciuto ciò che provava per Yuki ed ero lieta che lei fosse felice, lo meritava più di chiunque altro. Insieme a Natalie.
Era stato uno shock scoprire che lei e Kou avevano iniziato a frequentarsi.
Non che io e Yuki non ce lo aspettassimo, ma non pensavo che Kou fosse il tipo di ragazzo che si impegna seriamente in una relazione.
Oltretutto non le aveva rivelato la sua vera natura, diceva che era un modo per non divulgare ulteriormente il segreto, ma ero certa che avesse paura di spaventare Natalie e a me andava bene così, almeno per il momento.
Non mi piaceva mentirle, ma non ero sicura che lei avrebbe reagito allo stesso modo di Yuki.

Avevo incontrato mio padre un paio di volte, il Cardinale Williams lo aveva scelto come sostituto del signor Lee, quindi lui era divenuto il capo dei Cacciatori qui in Giappone e ne ero molto fiera.
Oltre a sentirmi più tranquilla che fosse lui a gestire le cose all’interno della Chiesa.
Aveva deciso, con l’approvazione del Cardinale, che nessuna Sposa Sacrificale sarebbe stata più offerta alle famiglie di vampiri presenti in Giappone e ci saremmo occupati personalmente dei vampiri scontenti della decisione presa.

Ma nonostante tutto sembrasse sistemato, avevo trascorso quei mesi in solitudine, cercando di elaborare gli eventi, gestire i miei nuovi poteri ed evitare discorsi scomodi con Subaru e soprattutto con Ruki.

Al momento, la villa era completamente immersa nel silenzio ed io iniziavo a ritrovare un briciolo di sanità mentale, perché, dopo tanto tempo, non c’era alcun tipo di minaccia.
Carla Tsukinami era scomparso nel nulla, ma ero certa che avesse un bel da fare nel regno dei Demoni come nuovo re.
E qualcosa mi diceva che le sue decisioni non avrebbero messo a repentaglio me, i Sakamaki, o l’umanità stessa.

In ogni caso, ero grata di aver recuperato le mie vecchie abitudini, preferivo di gran lunga dormire la notte, piuttosto che il giorno.
Poter vagare nell’abitazione durante la giornata non aveva prezzo, il silenzio che prima mi spaventava tanto, adesso era divenuto un compagno piacevole.
Potevo dedicarmi allo studio, o a sperimentare nuove ricette in cucina, senza che nessun vampiro venisse a reclamare il mio sangue.
Finalmente avevo trovato il mio equilibrio tra luce e ombra, finalmente non c’era più alcun incubo ricorrente a tormentarmi.
Finalmente ho accettato la perdita di Raito.”, riflettei con un pizzico di malinconia.
Ma era una malinconia positiva, se comparata a quella che avevo provato nei mesi precedenti.
Avevo accettato la sua assenza, conscia che lui, in qualche modo, sarebbe rimasto sempre al mio fianco, almeno nei ricordi.
Nessuno avrebbe potuto portarmelo via.
Passai accanto al camino acceso e mi accomodai su una delle poltrone, ammirando l’imponente albero che avevo decorato.
Natale era alle porte e, nonostante qualche protesta da parte dei Sakamaki, alla fine avevo potuto arredare la villa con decorazioni natalizie.
Kanato si era perfino offerto per addobbare l’albero assieme.
Sorrisi tra me e me, pensando che il giorno di Natale avremmo festeggiato tutti insieme, Mukami compresi, ci saremmo raccolti a tavola come una vera famiglia.

Poggiai il capo sullo schienale del sofà e decisi di godere appieno di quella serenità che avevo conquistato con tanta fatica.
Il tepore del fuoco scoppiettante del camino diede il suo contributo, quindi chiusi gli occhi per qualche istante.

Poi decisi di fare una passeggiata all’esterno, avevo bisogno di prendere una boccata d’aria.
Mi infilai il cappotto e varcai la soglia d’ingresso, il freddo mi sferzava il viso e fui tentata dal rientrare di corsa all’interno della villa, accovacciarmi accanto al fuoco e spendere lì il resto dei miei giorni.

Tuttavia era da troppo tempo che non mettevo piede fuori casa, fossi rimasta qualche giorno di più nella magione mi sarei trasformata in un ornamento della villa.

Vagai nel giardino senza una meta ben precisa, nel roseto non c’era traccia di Subaru, ultimamente mi aveva scansava come la peste e non potevo biasimarlo se aveva deciso di tagliare ogni rapporto con me.
Lo avevo illuso innumerevoli volte, seppur involontariamente, ma quel periodo in solitudine mi era servito a capire che per lui avrei provato sempre e solo del semplice affetto.

E non avevo ancora trovato il coraggio di confessarglielo.
Avrei voluto giustificarmi dicendo che lui non me ne aveva dato modo, ma sarebbe stata una bugia.
In realtà temevo la sua reazione, aveva iniziato ad evitarmi ancor prima di conoscere i miei reali sentimenti nei suoi confronti, figurarsi cosa sarebbe accaduto una volta rivelato ciò che provavo.
Almeno avevo fatto chiarezza sul mio rapporto con Shu, avevo capito di essere legata a lui molto più di quel che immaginavo, era un legame che condividevamo fin dall’infanzia, ma non c’era alcuna sfumatura romantica in esso, entrambi ci eravamo resi conto di provare una sorta di mancanza di affetto che avevamo tentato di riempire avvicinandoci, tuttavia, una volta conclusa la battaglia contro Karl Heinz le cose erano tornate alla normalità e così pure il nostro rapporto.

Nonostante questo Shu continuava a sgattaiolare nel mio letto di tanto in tanto e la cosa non mi infastidiva.

Mentre percorrevo il viale ricco di arbusti, una voce maschile mi sorprese nel giardino.
“Ehi.”
Ruki era l’ultima persona che mi aspettavo di vedere all’interno della magione.
Certamente avevamo ufficializzato l’unione delle due famiglie con l’invito a pranzo il giorno di Natale, ma il maggiore dei Mukami non si sarebbe presentato a casa Sakamaki senza un valido motivo.
Per un breve istante immaginai fosse successo qualcosa di grave, non sarebbe stata una novità scoprire che qualche terribile evento stava per distruggere nuovamente quella serenità che avevo ricostruito con fatica.

Ricambiai quindi il saluto e aspettai che aggiungesse altro, ma lui si ostinava a fissarmi senza dire niente e quel tenermi sulle spine mi preoccupava.
Infine si decise a parlare.
“Mi piaci Mitsuko.”
La sua dichiarazione improvvisa mi lasciò di sasso.
Avevo immaginato mille motivi diversi per cui si trovasse nel giardino della villa, in un orario così insolito e senza alcun invito esplicito.
Era venuto fin qui solo per questo?

“Ruki-”
“No aspetta, lasciami continuare.”, mi interruppe prontamente, l’idea che avesse perfino preparato un discorso a riguardo mi stupiva ancor di più.
Così lo lasciai proseguire.
“So bene di non aver mai parlato apertamente di quello che provo, ma non ci sono abituato.”
Potevo solo immaginare che sforzo enorme stesse compiendo in quel momento.
Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che il suo orgoglio non gli permetteva di essere così sincero verso i suoi sentimenti.
“Però è giusto che tu lo sappia.” 
Indicò una panchina a pochi passi da noi e mi invitò ad accomodarmi.
Avrei voluto dirgli che non era necessario essere così formali ed era strano vederlo così educato, considerato che inizialmente mi considerava come una bestia al macello, ma quella confessione serviva ad entrambi, finalmente si era deciso ad “aprire il suo cuore” e questo mi avrebbe aiutato a far chiarezza anche nel mio.
Prese posto accanto a me sulla panchina in marmo.

“Mi piaci da quella notte in cui ti ho sentita urlare nel sonno e ti ho lasciata piangere fra le mie braccia.”
Ricordavo bene quella notte, avevo avuto un incubo che in quei giorni era piuttosto ricorrente, quello dove mia madre mi chiedeva di scappare e poi veniva brutalmente uccisa da Karl Heinz, ed io mi ero svegliata tremante e sconvolta.
Mi ero domandata spesso perché Ruki mi avesse lasciato piangere accoccolata al suo petto.
“Avevo sempre considerato chiunque inferiore a me e ho pagato quest’arroganza sulla mia pelle. Nonostante ciò, quando sono diventato un vampiro il mio disprezzo per gli esseri umani è incrementato. Ma quando ti ho vista così fragile, non ho pensato che fossi patetica. Ho pensato che avrei voluto proteggerti.”
Sorrise amaramente mentre osservava le sue mani.
“Ma non hai mai avuto bisogno di alcuna protezione.”
Tornò a guardarmi ed io faticai a mantenere il suo sguardo, le sue parole mi avevano scosso nel profondo.
Tempo addietro, pensavo che quello di Ruki fosse più un capriccio e non un reale interesse, il suo comportamento era stato spesso discordante, delle volte mi aveva trattata con sufficienza, altre si era preoccupato della mia incolumità.
Infine, che ci fosse un interesse da parte sua era divenuto piuttosto chiaro, ma non credevo che fosse talmente intenso da fargli mettere da parte l’orgoglio e parlare così apertamente di ciò che provava nei miei confronti.
“Avrei dovuto dirtelo molto prima, me ne rendo conto.”, concluse mettendosi in piedi.
“E non posso biasimarti se quel giorno mi hai rifiutato.”
Avrei voluto rispondergli che non lo avevo rifiutato, semplicemente mi aveva preso in contropiede ed ero troppo confusa per dargli una risposta certa in quel momento.
Tuttavia rimasi in silenzio ancora una volta, fin troppo spiazzata.
“Non mi aspetto che tu abbia cambiato opinione sul mio conto, ma sentivo l’esigenza di dirtelo.”
Ruki mi osservò per qualche istante, poi annuì, come se avesse confermato a sé stesso di aver fatto la cosa giusta.

Proprio mentre si avviava fuori dal giardino, balzai in piedi e chiamai il suo nome.
Il vampiro arrestò il passo, senza tuttavia voltarsi ed io mi aggrappai alla sua maglietta, temendo che si teletrasportasse via da un momento all’altro.
“Sono io a dovermi scusare. –, mormorai. – Hai reso piuttosto chiare le tue attenzioni e io ho scelto di ignorarle.”
Ruki ruotò di poco il capo probabilmente incuriosito dal mio discorso.
“Inizialmente per me c’era solo Raito… Ed è rimasto anche quando se n’è andato, non riuscivo a non pensare a lui.”
Ero sicura che questo Ruki lo avesse capito, d’altronde lui era lì mentre piangevo sul corpo esanime del vampiro dagli occhi verdi.
“Oltretutto non eri l’unico a cui ero affezionata.”
Mi riferivo a Subaru e doveva aver intuito anche questo, poiché notai il suo volto adombrarsi.
“Mi era difficile concentrarmi sulle questioni di cuore quando avevo scoperto di avere dei poteri e ritrovato il mio vero padre, nonché uno dei Primi Fondatori della razza demoniaca, che reclamava il posto di Karl Heinz.”
Strinsi la sua maglietta con maggiore foga prima di continuare, stavo per dire qualcosa di molto coraggioso e che comprendevo solo in quell’istante.
“Ma tu ci sei sempre stato. Sei venuto in nostro soccorso quando i Cacciatori ci hanno attaccato per la prima volta. E poi mi hai accolto in casa tua nonostante non mi dovessi nulla, senza neppure reclamare il mio sangue in cambio. Hai deciso di aiutarmi ogni qualvolta ne ho avuto bisogno e hai combattuto al mio fianco nonostante ti avessi rifiutato poche ore prima...”
Il vampiro si scansò, liberandosi della mia presa, e pensai che quel ricordo ancora lo feriva, ma quando si voltò per guardarmi, non aveva più un’espressione cupa in volto.
Così ne approfittai per concludere il mio discorso.
“Ma io non ti avevo rifiutato Ruki. Il giorno in cui mi hai baciata credevo fosse sbagliato perché ero ancora innamorata di un altro. E probabilmente sarò sempre
innamorata di Raito, ma ho capito che non potrei vivere anche senza di te. Non mi aspetto che tu mi perdoni per averlo capito solo ora.”
Aspettai una sua reazione, ma proprio non riuscivo a decifrare il suo sguardo impassibile.

Ruki si avvicinò a me improvvisamente, mi scansò un ciuffo dal viso, proprio come era accaduto tempo prima nella cucina di villa Mukami, e mi rivolse un piccolo sorriso, un sorriso mai visto prima che illuminava i suoi bei occhi grigi.
“Dovrei punirti per averci impiegato tanto.”
Sperai che quella fosse solo una battuta, ma non sapevo cosa aspettarmi da uno come Ruki, che fino a poco tempo prima mi paragonava al bestiame.
Ma era molto diverso da quel Ruki, adesso aveva imparato a rispettarmi, mi trattava come una persona con dei sentimenti, lui stesso aveva ricordato di averne.
Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi e mi strinse a sé.
“Posso baciarti?”
Domandò con tono casuale, in modo del tutto inaspettato.
“Ruki Mukami che chiede il permesso?”, lo stuzzicai.
“Sai che mi piacciono le buone maniere.”
Lo fissai con un sopracciglio inarcato, mi aveva morsa più volte e perfino rubato un bacio, non aveva mai avuto bisogno del mio permesso.
“Potrei rifiutare, dunque?”
Il vampiro si fece più serio e calò il suo viso sul mio, i nostri nasi quasi si sfioravano e il mio cuore batteva forte nel petto.
“Non oseresti.”
Sorrisi maliziosamente, sorpresa dalla mia stessa audacia, ma anche io ero stanca di aspettare.
Lo baciai per prima e Ruki rimase di stucco per il gesto improvviso, non si aspettava probabilmente che avrei fatto il primo passo, ma nel giro di pochi secondi ricambiò il bacio.
Inizialmente prese il suo tempo per esplorare le mie labbra, ma quel bacio delicato divenne man mano più passionale, tanto che dovetti allontanarmi per riprendere fiato.
Avevo le guance arrossate e il respiro affannato.
Lui mi scrutò con attenzione.
“Cosa?”
“Sei bella.”
Avessi potuto, avrei nascosto il mio viso con le mani, dovevo essere arrossita in modo imbarazzante, ma avevo le dita ancorate alla sua nuca e non avevo intenzione di allontanarle di un millimetro.
“Mi chiedi il permesso, mi fai dei complimenti, non starai esagerando?”
“Decisamente.”, rimbeccò Ruki, poi riprese a baciarmi.

E in quel momento così perfetto, mi sentii protetta e amata.
Nulla avrebbe potuto distruggere quella serenità, perché qualsiasi cosa sarebbe accaduto, io l’avrei affrontato, insieme alla mia famiglia. Insieme a Ruki.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

 

Quindi eccoci qui al capitolo finale.
Ben trovati, miei cari lettori.
Con questo mettiamo fine alle avventure di Mitsuko e dei nostri vampirelli, siamo giunti al termine di questa trilogia che prosegue ormai da anni e mettere la parola fine mi fa un certo effetto.
Sono affezionata a questa storia e ad ogni personaggio, che sia mio o ispirato all’anime/videogioco, li porterò sempre nel cuore, come conserverò sempre il ricordo di tutti coloro che hanno seguito e supportato questa mia storia, grazie davvero.
Adesso starà a voi immaginare come potrebbero proseguire le loro vite.
Chiaramente avrei già un’idea su cosa potrebbe accadere dopo, ma credo che il mio tempo su questo fandom sia concluso, anche perché, a malincuore, devo dire che non è più attivo come una volta, ma auguro un in bocca al lupo a tutti coloro che continueranno a pubblicare qui e a divulgare la storia dei nostri sadici ma adorabili Diabolik Lovers negli anni a venire.
Con le lacrime agli occhi vi abbraccio, vostra Nephy_

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Diabolik Lovers / Vai alla pagina dell'autore: Nephertiti