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Autore: laisaxrem    06/11/2021    1 recensioni
Kakashi zoppica. Genma lo nota e chiede spiegazioni... ma sa già qual è la risposta.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Yamato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'This Is Us'
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DATA: Mercoledì 9 Aprile 1685
TITOLO: Call me Maybe - Carly Rae Jepsen

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«Mi aspetto un regalo nei prossimi giorni».

Kakashi sollevò lo sguardo dal suo pranzo per guardare Genma che, dopo aver lasciato cadere il genjutsu che lo teneva nascosto, si era tolto la maschera da ANBU e lo guardava con un ghigno sul volto. Era appoggiato con la spalla alla pesante porta di legno e sfoggiava un’espressione soddisfatta, come il proverbiale gatto che ha mangiato il canarino.

Conosceva quello sguardo e a Kakashi non piaceva, non piaceva affatto.

«Un regalo?» chiese Kakashi, un sopracciglio sollevato. «Il tuo compleanno è in luglio».

«Non per quello. Anche se ovviamente mi aspetto un regalo anche per il mio compleanno».

«E allora perché mai ti dovrei fare un regalo?» insistette ancora mentre dava un morso ad un onigiri. «Semmai sei tu che ancora devi farti perdonare per domenica sera», gli fece notare, girando attorno alla scrivania ed appoggiandovisi appena.

Per un attimo il sorriso di Genma perse brillantezza e Kakashi si sentì un po’ uno stronzo.

Sapeva che il suo amico si sentiva in colpa per l’outing accidentale che aveva fatto con Sakura. Però tutto era finito bene e anzi, Kakashi era contento che la sua bisessualità fosse finalmente uscita allo scoperto con la sua compagna. Anche perché questo aveva portato ad un paio di serate moooolto piacevoli. Kakashi si sentì arrossire un poco e dovette scacciare il ricordo.

«Forse», ammise Genma infine, scacciando l’ombra dai suoi occhi. «Ma mi devi comunque un regalo», insistette di nuovo, iniziando a camminare verso la scrivania.

«Pensi di dirmi la ragione prima che la mia pausa pranzo finisca?» chiese, prendendo un altro morso del suo onigiri.

«Bè, visto come hai zoppicato per tutta la mattinata direi che Sakura te l’ha finalmente messo nel culo come si deve».

E Kakashi si strozzò con il boccone di riso che aveva in bocca.

La risata di Genma non fece nulla per aiutarlo ed iniziava ad avere le lacrime agli occhi ed il respiro corto quando Tenzō comparve accanto a lui e con un paio di colpi ben assestati sulla schiena gli liberò la trachea.

«Cazzo», sussurrò Kakashi, la voce roca per il quasi-soffocamento.

«Genma, la prossima volta aspetta che abbia la bocca libera prima di dire certe cose», lo rimproverò il capo delle sue guardie personali, togliendo a sua volta la maschera per mostrare a Genma la serietà delle sue parole.

«E che divertimento ci sarebbe?» rise Genma avvicinandosi a loro e dandogli una pacca sulla spalla, cosa che non aiutò affatto il dolore ai suoi polmoni. «Allora, la piccola Sakura-chan ci sa fare, eh».

«Genma…» lo rimproverò piano Tenzō ma Kakashi riuscì a vedere uno scintillio curioso nei suoi occhi scuri che contrastava con le chiazze porpora sul suo volto.

«Io… Non zoppico», protestò Kakashi quando finalmente riuscì a parlare senza sentire una fitta alla trachea.

Sapeva che era una menzogna ma non voleva dargliela vinta così facilmente.

«Sì, invece. E vistosamente anche», lo derise Genma, mettendosi a sedere sulla scrivania accanto a lui e dondolando le gambe come un ragazzino. «E comunque le tue guanciotte rosse non mentono, Kakashi-chan», aggiunse poi, punzecchiandogli il fianco con la punta delle dita.

«Ti odio», ribatté lui con una gomitata. «E non ho le guance rosse».

Le sopracciglia sollevate di entrambi i suoi amici gli dissero che era ridicolo a negare così l’evidenza.

Perché sì, le sue guance erano bollenti e sapeva che era evidente persino con la maschera, ma non poteva farci niente, davvero. Perché il ricordo della sera precedente era troppo dolce per ignorarlo.

La sensazione di Sakura che si muoveva dentro di lui come se l’avesse fatto per tutta la vita, come aveva trovato con precisione chirurgica il punto che l’aveva fatto gemere e bagnare le lenzuola, come l’aveva toccato in tutti i punti giusti, di come aveva usato il chakra per farlo tornare duro e farlo venire ancora e ancora fino a ridurlo ad un ammasso di carne sciolta…

Sì, era stata sicuramente una delle notti più piacevoli della sua vita.

«Allora, pensi di raccontarci qualunque sia il ricordo che ti è appena passato per la mente o ci lascerai qui ad immaginare?» chiese Genma interrompendo il suo flusso di coscienza e Kakashi si rese conto che il suo volto doveva aver raggiunto nuove sfumature di rosso. Ah, merda.

«Sei un porco», lo rimproverò, cercando di guadagnare tempo e nel frattempo di riprendere il controllo della sua faccia e del suo battito cardiaco. «E Sakura vi ucciderebbe», aggiunse per buona misura.

Doveva chiudere l’argomento se non voleva avere un attacco di cuore.

«Naa. Io le piaccio. E Tenzō-chan, qui, è evidentemente il suo preferito. Se mai ucciderebbe te», ribatté subito Genma, ridendo ancora.

Kakashi non dovette escogitare qualcosa da ribattere perché un bussare alla porta costrinse entrambi i suoi ANBU a rimettere la maschera. Si trattava di Shikamaru, ovviamente, quindi nessuno dei due si nascose.

Il suo assistente li guardò un attimo con le sopracciglia inarcate, una domanda evidente nei suoi occhi, ma poi scosse le spalle ed annunciò: «Kakashi-sensei, c’è il delegato del Daimyō. Dice che è urgente».

«Grazie agli dei…» borbottò Kakashi, guadagnandosi un’altra occhiata curiosa da Shikamaru ed un grugnito sommesso da Genma. «Dammi un minuto e fallo entrare», chiese, prendendo l’onigiri che aveva lasciato a metà e dandogli rapidamente un morso.

Shikamaru chinò appena il capo in un gesto rispettoso, che venne vanificato dal suo alzare gli occhi al cielo, prima di uscire dall’ufficio.

«Codardo», giunse il grugnito di Genma. «Ma non pensare che il discorso sia chiuso», aggiunse poi prima di rimettersi al suo posto accanto alla porta e far calare il solito genjutsu a nasconderlo.

Bene, ora aveva quasi una giornata per pensare ad una strategia per evitare il discorso.

Anche Tenzō sparì e pochi secondi dopo qualcuno bussò di nuovo alla porta e Kakashi deglutì l’ultimo pezzo di onigiri proprio mentre Shikamaru entrava, seguito dal delegato del Daimyō.

  
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