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Autore: mattmary15    07/11/2021    0 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Effetti collaterali
 

Karen non aveva immaginato così il volo di rientro.

Aveva pensato che sarebbe tornata in Tennessee non appena completata quella strana ricerca. Non avrebbe mai pensato di fare tappa a Washington e soprattutto non avrebbe mai pensato di farlo senza Loki.

Coulson è il più scuro in volto. Durante il volo non ha proferito parola.

T’Challa, che si è sforzato di sorriderle, le ha semplicemente riferito che Loki è scomparso mentre lui liberava i suoi compagni e che con lui è sparito il Darkhold. Karen sospira. Ha provato più volte a comporre il numero di cellulare di Loki ma suona a vuoto. Non sa cosa pensare. La voce di Jemma che l’avverte che stanno atterrando, la riporta al momento. 

Quando il portellone principale dello Zephyr One si apre, l’espressione di Natasha è di quelle per le occasioni davvero speciali.

Pagherebbe oro adesso per sapere cosa diavolo è passato per la mente di suo marito o anche semplicemente per vedere una faccia amica.

Nat l’affianca e si capisce che vuole andare dritta al punto.

“Avevi detto che era Coulson ad essere nei guai.”

“Ed era nei guai. Fattelo dire da lui.”

“T’Challa mi ha fatto rapporto. So tutto. L’unica cosa che non so è dov’è Loki e perché ha rubato il Darkhold.” Karen si ferma.

“Chi dice che l’abbia rubato?”
“Prendere qualcosa che non ti appartiene senza permesso equivale a rubare.”

“Nat, per favore.” La prega Karen. La Vedova nera alza le mani.

“Non insisto, ma le cose stanno così. Farai bene a trovarlo o qui scoppia un casino. Quel libro che ha preso è veramente troppo pericoloso.”

Karen si rende conto che, camminando, lei l’ha portata fino alla porta di un ufficio. Un tempo era quello di Fury. Karen entra e chiude la porta. 

In piedi, appoggiato alla scrivania, c’è il nuovo direttore dello Shield. Karen lo guarda con un’espressione sconsolata sul viso,  e lui le sorride.

“Vieni qui,” dice allargando le braccia, “lo ritroveremo.” Karen accorcia la distanza tra loro e gli passa le braccia intorno al collo.

“Che bello vederti, Tony!” Esclama Karen liberandosi della tensione che l’aveva attanagliata fino a quel momento. 

“Mi spieghi che è successo?”

“Che devo dire? Ho ricevuto un sos da Jemma Simmons. La squadra di Coulson era finita in un bel guaio.”

“Sono stato aggiornato. Coulson mi ha chiamato dallo Zephyr. Se tu non avessi dato credito alla chiamata della Simmons, sarebbero stati guai grossi. La Hill e Nat erano convinte che se la sarebbero cavata da soli. Grazie.”

“Ti assicuro che non ci hanno ringraziato.”

“Questo perché il tuo adorabile marito se l’è svignata con un oggetto molto, molto pericoloso e potente. Raramente ho visto Coulson preoccupato. Mai così tanto.”

“Posso sapere di che si tratta?” Tony si gratta la nuca e si versa un bicchiere di whiskey.

“Non è esattamente il mio campo. Ne vuoi?” Chiede alla dottoressa facendo tintinnare il ghiaccio nel suo bicchiere. Lei scuote il capo e lui prosegue. “Un libro di magia nera. Questo è il riassunto. Coulson dice che può conferire poteri assurdi a chi lo possiede e credimi, tesoro, un anno di buona condotta è davvero troppo poco per tranquillizzare lo Shield circa gli scenari che Loki potrebbe aprire con quell’oggetto tra le mani.” Tony finisce il bicchiere in un sorso e guarda Karen che rimane in silenzio a guardarsi le mani strette una nell’altra. 

Iron Man, per un momento, non la guarda. Si aspetta, come minimo, che lei se la prenda per quelle parole che certamente suonano come accuse. Il silenzio che segue, invece, lo spiazza.

“Karen, va tutto bene? Ad essere sincero mi sarei aspettato una reazione diversa.”

“Lo so,” risponde lei guardando negli occhi Tony, “e credimi quando ti dico che non ho idea di quello che è passato per la mente di Loki. Non riesco a credere che sia sparito di sua spontanea volontà. Mi ha scongiurato di fare attenzione dentro al Framework.”

“Pensi che gli sia successo qualcosa?”

“E’ la prima cosa che ho pensato.” Tony si fa serio.

“Poi però hai pensato a qualcos’altro. E’ tutto a posto tra voi?” Karen si alza e fa avanti e indietro un paio di volte.

“Ora penso che prenderò quel drink.” Dice lei mettendo entrambe le mani sui fianchi. 

Tony le versa un bicchiere scuotendo la testa. Ha pronunciato le stesse parole che Loki disse quel giorno a New York, quello in cui fu sconfitto dagli Avengers riuniti per la prima volta. Chissà se Karen se n’è resa conto. Si è resa conto di quanto non ci sia quasi più distinzione tra lei e il dio di cui si è innamorata? Le porge il bicchiere e la osserva.

Porta i capelli biondi raccolti in una coda alta. Non è truccata ma è bella lo stesso. Non come Pepper che è sempre stupenda ad ogni ora del giorno, qualsiasi sia la cosa in cui è affaccendata. Somiglia più a quelle ragazze che fanno jogging a Central Park, quelle che sembrano sempre più in forma di te. 

Karen agita le mani quando parla. E parla velocemente. 

Trangugia il contenuto del bicchiere e prosegue.

“Non è successo niente. Abbiamo trascorso un anno stupendo. Chi è stato più felice di noi quest’anno? Lo sai che Loki è stato nominato il miglior professore del corso dai suoi studenti? Lo adorano e io, io ho completato la ricerca sulla trasmissione delle neurotossine nei tessuti ibridi. Mi hanno pubblicato il lavoro su tre diverse riviste. Io ho aiutato mio padre con la fattoria e Loki ha sistemato le staccionate. Con un martello! Ci crederesti? Non dirlo a Thor.” Si ferma e guarda fuori dalla finestra. Tony adesso è seriamente preoccupato.

“Ma?” Chiede per esortarla a continuare.

“Quanto credi che possa resistere un dio potenzialmente immortale costretto ad una vita così piccola?” Tony afferra subito il concetto e la raggiunge alla finestra. Anche lui guarda fuori.

“Non mi sembra piccola, mi sembra bellissima.”

“Già. Io però so che non è abbastanza. Di notte studia le stelle.” Dice voltando lo sguardo verso Stark. “Io so che legge qualcosa nel cielo. Presagi forse. Più banalmente sente il richiamo dello sconfinato universo.”

“Non andrebbe da nessuna parte senza di te.” 

“E dov’è adesso?” Chiede lei sconsolata.

“Forse quel libro significa qualcosa per lui.”

“Non l’ho mai sentito nominare.” 

“Neanche io,” le dice Tony mettendole una mano sulla spalla, “ma conosco qualcuno che di certo ne sa più di noi. Abbi fede, amica mia, ritroveremo il piccolo cervo e metteremo tutto a posto.” Karen gli si appoggia e sospira. 

“Lo spero.” Risponde lei ma, per la prima volta da quando ha sposato Loki su Jothuneim, sente qualcosa di oscuro e grave montarle nel petto.

 

Stephen Strange ha affermato più volte la sua estraneità allo Shield e lo ha fatto ancora più spesso da quando l’organizzazione fa capo a Tony Stark. Per questo detesta quello che sta per fare. Prende il cellulare e seleziona il numero segnato in rosso.

Sono passate diverse ore da quando Loki gli ha chiesto aiuto e gli ha promesso di consegnargli il Darkhold. Sembrava avesse molta fretta ma non l’ha più contattato. Non ha percepito alterazioni tra i piani dimensionali e questo lo ha tranquillizzato, ma comincia comunque ad essere teso. 

Sta per inoltrare la chiamata quando il telefono squilla. Il numero rosso lampeggia sullo schermo.

“Pronto?”

“Dottore buongiorno, ci serve un consulto. Puoi fare un salto da queste parti?”

“Stark, se hai bevuto troppo, non sono il medico che ti serve.”

“Sii gentile, qui c’è la nostra dottoressa Miller, non vuoi salutarla?” La voce di Strange si abbassa di tono caricandosi di preoccupazione.

“E’ successo qualcosa a Loki?” 

“Come sai che la questione riguarda Loki?” La voce di Karen, invece, si è alzata di tono per il nervosismo.

“Si è messo in contatto con me all’incirca un’ora fa.”

“E cosa voleva da te?” Karen è stata presa in contropiede da quella confessione e ora teme davvero che a Loki sia successo qualcosa. Se avesse voluto scappare con un libro di magia nera, non si sarebbe mai messo in contatto con Stephen.

“Un aiuto per trovare un artefatto magico che bloccava te e i nostri comuni amici in una specie di realtà virtuale. Era vero o mi ha mentito?”

“Era vero,” risponde lei, “e tu lo hai aiutato?”

“Sì. Presumo dovrò pentirmene.”
“Non è detto,” interviene Stark, “ti ha detto che ne avrebbe fatto del libro?”

“Il Darkhold è un potentissimo libro di magia oscura. In cambio del mio aiuto, mi ha promesso che me lo avrebbe consegnato.”

“E tu ti sei fidato, Strange?” Esclama Stark.

“Tony!” Lo bacchetta Karen.

“Chiedo scusa, mi stupisce che lui si sia fidato.”

“Non che avessi molte opzioni. Dov’è Loki?”

Nell’udire quella domanda, Karen fa cenno a Tony di non rispondere. Lui di rimando fa spallucce.

“Mi avete sentito? Dov’è Loki?”

“Ci sono delle interferenze, non ti sento bene. Ti richiamo appena posso!” Dice Tony chiudendo la conversazione.

“Gli hai attaccato il telefono in faccia?” Chiede Karen incredula.

“Che dovevo fare?” Lei si passa una mano sul viso.

“Non attaccargli il telefono in faccia.” Dice indicandogli un punto alle sue spalle in cui un cerchio di luce color oro si sta allargando. La sagoma dello stregone supremo della Terra compare di fronte a loro.

“Mi hai attaccato il telefono in faccia?”

“Solo uno stupido lo farebbe sapendo che puoi fare questo.” Risponde Tony mimando con l’indice la figura di un cerchio.

“Dov’è Loki?” Karen si frappone tra i due uomini.

“Non lo sappiamo. Quando T’Challa ha liberato Coulson e i suoi, Loki era sparito.”

“E il Darkhold?” Karen scuote la testa.

“Allora abbiamo almeno due problemi.” Fa Strange. “Io mi occupo di trovare Loki. All’altro pensa tu, Stark.”

“Karen si volta a guardare Tony e capisce subito dall’espressione dell’amico che l’altro problema a cui allude Stephen non è altri che lei.

Appena rimasti soli lei fa un passo indietro. Quello che sembrava l’unico amico in quella base, si è trasformato nel suo problema più grande.

Almeno è quello che pensa prima che Tony le volti le spalle e si versi un altro bicchiere.

“Non smetterò mai di stupirmi di quanto siano melodrammatici questi stregoni.”

“Non vuoi rinchiudermi?”

“Rinchiuderti? E perché? Per come la vedo io, il nostro mirabolante mistico è solo risentito per il fatto di aver perso dalle mani un bel volume da collezione. Io direi di stare alla finestra per un po’. Vediamo se quei due risolvono la cosa alla maniera degli stregoni. Sennò interveniamo noi alla maniera stelle e strisce.”

“E cioè?” Chiede perplessa Karen.

“Gli distruggiamo il giocattolo e così non avranno più niente per cui litigare.”

Karen sospira per niente convinta dall’ottimismo inarrestabile di Stark.

 

Loki non ha pensato neanche per un secondo che dileguarsi con il Darkhold non avrebbe avuto conseguenze. Tuttavia quando un fascio di luce dorata si allarga di fronte a lui e Doctor Strange appare con l’espressione più corrucciata di sempre, alza gli occhi al cielo maledicendo la sua solita sfortuna.

Non era sicuro che nascondersi nella baita sull’Himalaya in cui aveva trovato rifugio insieme a Karen al tempo della guerra con gli Jotunn, fosse una buona idea ma non aveva voluto rischiare di portare un tomo oscuro in una delle pieghe della realtà create con l’aether. Una volta il Collezionista gli aveva detto che l’oscurità chiama oscurità e lui stava sfogliando un libro tanto potente per un motivo niente affatto legato alle tenebre pericolose che esso rappresentava.

Aveva sperato che Strange ci impiegasse più tempo a rintracciarlo ma sapeva che il giochino con le sue copie non aveva mai funzionato con lui.

Nonostante tutte queste premesse, era riuscito quasi a terminare il corposo volume ed era di pessimo umore perché ogni possibile risposta alle sue domande gli era risultata sgradita o poco pertinente.

Così quando solleva lo sguardo sullo stregone e con un gesto abile della mano che lo tiene, spedisce il Darkhold in un altro luogo, non gli rivolge affatto un saluto accogliente.

“La tua presenza qui non è necessaria.”

“Davvero?” Gli fa eco Stephen, altrettanto contrariato. “Non avevamo un accordo?”

“Avevamo un’intesa.” Precisa Loki.

“Non giocare con me, Loki.”

“Se stessi giocando, te ne accorgeresti.” Risponde il dio e Strange lo guarda fisso negli occhi. Non sta giocando. Si vede che è seccato ma lo stregone non ha nessuna voglia di mostrare comprensione.

“Consegnami il Darkhold.”

“Non ho intenzione di farlo.” E stavolta Loki lo dice senza omettere o nascondere qualcosa  circa la sua posizione.

“Hai giurato.”

“Se vuoi aggiungere ‘spergiuro’ all’elenco delle offese che mi hai rivolto in passato, chi sono io per impedirtelo.” Dice allargando le braccia e, per un momento, Strange si mette sulla difensiva pensando che si stia preparando ad attaccarlo. Così lo fa per primo.

“Non pensi a Karen?” Gli chiede affilando lo sguardo.

“Meschino da parte tua ma prevedibile.” Risponde Loki. “Dovresti sapere che ogni mio pensiero è rivolto a Karen.”

Nell’udire quelle parole, Stephen ha come un’illuminazione.

“Anche questa tua follia è legata ai tuoi studi?”

“Studi che finora sono stati vani e in cui tu, diciamocelo, non mi hai fornito alcun aiuto.” Stephen abbassa il capo e scuote la testa.

“Ti ho spiegato sin dal principio che l’energia delle cose, di tutte le cose, anche se ritorna all’Universo, non lo fa sempre allo stesso modo. Ciò che muore, può rivivere ma non nella stessa maniera. E’ questa la prima legge in cui credono gli zeloti ed è il motivo per cui praticano il distacco dalla materia.”

“La conoscenza di Midgard è limitata. Ti ho già mostrato che se il prezzo dello scambio è equo, è possibile riavere indietro ogni cosa.”

“Karen è morta. Tu hai legato una parte della sua coscienza al suo corpo utilizzando un potere enorme ma quel potere non la sta forse uccidendo in un’altra maniera?” Loki ride sprezzante delle parole di Stephen.

“Ho legato l’ultimo filo di vita che aveva al suo corpo modificando la realtà stessa della sua esistenza. Non è la gemma che la ucciderà. Non il suo potere, almeno. Ciò che desidero è darle la libertà. Finché è legata all’aether, sarà sempre vittima del destino della pietra.”

“Un piccolo prezzo da pagare per restare in vita.”

“Davvero?” Esclama Loki ridendo ma il suo sguardo adesso è cattivo. “Dimmi che se un giorno qualcuno vorrà l’occhio di Agamotto, tu glielo darai qualunque uso vorrà farne e senza alcun rimorso.” Stephen comprende subito dove vuole andare a parare il suo interlocutore.

“L’occhio di Agamotto non è mio. Così come l’ho ereditato, così dovrò consegnarlo nelle mani del mio successore. Neanche Karen è mai stata roba tua.”

“E’ mia moglie.” Dice mentre una luce sinistra lo avvolge. Stephen dispone le mani per difendersi.

“Lei non vorrebbe che tu commettessi un errore proprio ora. Consegnami il libro e io fingerò che tutto questo non sia mai accaduto.”

“Non mi sono spinto fino a questo per fermarmi ora. Inoltre, che tu ci creda o no, il Darkhold non può restare sulla Terra senza fare danni. Attrae gli uomini come la luce fa con le falene. Conosco modi migliori di custodirlo perché non nuoccia.”

Stephen affila le sue armi mistiche e si mette in posizione di attacco.

“Ti ho stretto la mano da amico il giorno dopo il tuo matrimonio. Ora ti comporti come lo scorpione che non può fare a meno di pungere. Perché? Karen non vuole il potere che c’è nel Darkhold, vuole che suo marito riprenda il posto che ha lasciato al suo fianco.”

“Karen non ha idea di cosa l’aspetta se rimane legata all’aether. Io ho creato il legame e io ne sono responsabile. Ogni decisione dopo quella scelta, spetta comunque a me.” Dice muovendo le mani in modo circolare. La figura di un enorme serpente verde e con le fauci spalancate compare attorno a Loki.

Strange riconosce la stessa creatura che aveva avvolto Karen quando era tornata da Jothuneim la prima volta.

“Non te lo chiederò ancora, Loki!” Urla al dio.

“Non ce n’è alcun bisogno. Questa è la mia mossa.” Dice alzando un braccio dal quale Jormungandr striscia via lanciandosi contro lo stregone supremo della Terra.

Strange usa le sue arti mistiche come scudo ed erge una barriera tra lui e la mitologica bestia asgardiana.

Quando la luce provocata dallo scontro scema, Stephen si accorge che dell’animale non c’è alcuna traccia e così neanche di Loki.

“Un’altra illusione.” Mormora Strange. “Con lui non finiscono mai.”

L’uomo sospira e lascia il luogo dello scontro. Se per un istante, durante l’attacco del serpente, ha pensato che quella fosse la parte più difficile, adesso guardando il supremo tomo delle arti mistiche custodito nel Sanctum Sanctorum, dopo tanto, tanto tempo, lo sconforto lo avvolge.

 

Tony ha fatto preparare il tea e ha parlato del più e del meno per circa un’ora. 

Adesso, non solo è a corto di argomenti, ma è del tutto incapace di distrarre Karen dai suoi pensieri che, a giudicare dalla sua faccia, si fanno sempre più cupi.

“Chiamiamo Thor!” Esclama lei all’improvviso scattando in piedi, come se quell’idea potesse risolvere ogni cosa.

“Calma, tesoro. Non mi risulta che Thor abbia un cellulare e poi cosa vorresti chiedergli? Di cercare suo fratello, prenderlo a martellate come l’ultima volta e poi?”

“Thor potrebbe farlo ragionare!” 

Tony incrocia le braccia al petto e scoppia in una risata isterica.

“Davvero?” Lei lascia ricadere le braccia lungo il corpo.

“Non prendermi in giro.”

“Karen,” dice Tony prendendole le mani, “se chiamare Thor, in qualunque modo tu pensi di farlo, ti darà maggiore serenità, fallo. Temo però che se non conosciamo i motivi per cui Loki fa quello che sta facendo, non risolveremo la faccenda.”

“Loki è prima di qualsiasi altra cosa uno studioso. Lui studia la magia da quando respira. Se pensa che quel libro conferisca conoscenza, non ci sono altri motivi per appropriarsene.”

“Quindi lo fa per diventare più saggio? Non mi sembra affatto saggio.”

“Lasciami fare un tentativo con Thor.” Conclude lei alzandosi e concentrandosi. “Heimdall, mi vedi?”

Per un momento non accade niente poi una specie di luce arcobaleno riempie la stanza e la figura del dio custode di Asgard compare innanzi a Karen e Tony.

“Principessa, cosa posso fare per te?” Heimdall tiene entrambe le mani strette intorno all’elsa della spada che comanda il bifrost.

“Ho bisogno di parlare con Thor.”

“Thor non è ad Asgard.”

“E dov’è?”

“E’ una lunga storia ma riguarda la difesa del regno. Non posso dire di più.”

“Mi serve il suo aiuto per far ragionare Loki, è importante.” Prova ad insistere Karen. 

“Loki non ha mai dato ascolto a Thor. Se c’è una persona che può farlo ragionare, quella sei tu, principessa.”

“Io vorrei parlargli ma non ho idea di dove sia.”

“Puoi raggiungerlo facilmente. Non condividete solo l’aether, ma anche la magia delle rune. Non te l’ha detto?”

“Quando eravamo su Jothuneim mi ha spiegato le basi ma non ho mai attinto alla sua magia. Loki la utilizza per compensare l’effetto che l’aether ha su di me. Ho sempre temuto di fargli del male.”

“Devi solo trovare il modo di sintonizzarti sulla sua frequenza. Se conosci la magia delle rune, puoi trovare quella che Loki sta usando in questo momento e sapere dove si trova.”

“Ci proverò, Heimdall, grazie.”

L’immagine del dio che vede ogni cosa svanisce in un’esplosione di luce che scema subito.

“Cos’è questa storia?” Chiede Tony incrociando le braccia.

“Alludi al fatto che posso usare la magia?”

“No,” risponde l’uomo, “ricordo che l’hai adoperata alla Stark Tower la sera della festa organizzata al vostro ritorno da Jothuneim. Mi riferisco alla faccenda del controllo dell’aether. Non sapevo che Loki ti aiutasse a gestire la gemma. Credevo che tu la controllassi perfettamente.” Karen abbassa lo sguardo.

“Ed è così. La controllo con una naturalezza tale che ormai non mi accorgo neppure più di attivarla in alcuni casi. Proprio per questo mi dimentico che se la gemma è infinita, il mio corpo è piuttosto, come dire, limitato. Loki utilizza parte della sua magia per evitare che io esageri.”

Tony per un momento non si muove, non respira neppure. E’ sempre stato uno che capisce al volo le cose. Ha sempre pensato che la condizione di Karen e quella di Visione non fossero identiche. Ha anche appreso dai file dello Shield che l’aether era entrata in contatto con il corpo della dottoressa Jane Foster e che Thor aveva fatto l’impossibile per liberarla dall’influenza della gemma perché temeva per la sua vita.

Perciò l’idea che Karen vivesse tranquilla con una cosa tanto potente all’interno del suo corpo, non lo ha mai convinto del tutto.  Spara tutto d’un fiato quello che gli passa per la mente.

“Karen, è possibile che la fuga di Loki con il Darkhold sia legata in qualche modo al desiderio di diventare ancora più potente per controllare meglio l’aether?”

La donna viene colpita dalle parole di Tony come da un pugno. Il suo sguardo s’intenerisce prima e rattrista poi.

“Ma se fosse così, perché allontanarsi da me?”

“A questa domanda può rispondere solo tuo marito.”

“Dobbiamo trovarlo vero?”

“Sì,” fa lui prendendole entrambe le mani, “e dobbiamo farlo prima di Strange. Non credo che lui sarà interessato alle motivazioni di tuo marito come noi.”

“Non ho mai usato la magia delle rune.”

“C’è una prima volta per tutto, no?” Dice lui sorridendole.

“Ci proverò.”

Tony raggiunge la porta del suo ufficio e la chiude a chiave.

“Fa’ che sia buona la prima, Karen, vogliamo battere sul tempo uno che il tempo lo comanda.”

“Niente pressione, vero?” Gli risponde la donna chiudendo gli occhi per cercare la concentrazione e avvicinando le mani come le ha insegnato Loki molto tempo prima.

Una tenue luce rossastra si allarga dal centro del suo petto. 

Tony non prega. Tony non crede in altro dio al di fuori di quello che fa muovere le rotelle del suo cervello ma, vedendo Karen mutare davanti ai suoi occhi, stringe un pugno pensando che la magia è una scienza ancora inspiegabile per l’uomo.

  
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