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Autore: __eryn__    09/11/2021    2 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROMESSE

 

<< Te lo scordi! Io non ci torno là! >>

È mattino e tra il padre di Edward e il ragazzo c'è una forte discussione che riporta alla situazione della scorsa sera.

<< Invece devi! Domani ti ci porto! Non puoi andare avanti così! Ti stavi facendo ammazzare! >> Esclama l'uomo seguendo suo figlio che cammina velocemente verso camera sua.

Vuole riportarlo in clinica, è determinato a farlo. È preoccupato per suo figlio, giustamente.

<< Non me ne frega un cazzo! >> Edward alza la voce ed entra nella sua stanza sbattendo la porta.

<< Credi che io sia contento di sapere che mio figlio rischia di morire da un giorno ad un altro?? Secondo te sono felice di ricevere una chiamata di notte dall'ospedale?? Che mi dicano che mio figlio è su un lettino attaccato ad una flebo perché è stato trovato sdraiato a terra in mezzo alla strada con una siringa nel braccio!? >> Alza il tono anche il padre bussando fortemente alla porta della camera.

<< Mi dispiace ok? >> Dice Edward sedendosi sul letto poggiando le punte dei piedi sul suolo e le sue gambe iniziano a tremare dall'adrenalina.

<< Non è vero! Non ti dispiace affatto perché altrimenti non ti comporteresti così! Sei solo un egoista!! Ma come hai fatto a diventare così! >>

Egoista e insensibile, gli vengono di nuovo appellati questi aggettivi.

<< Non ero perfetto prima >> Dice balbettando, asciugandosi le lacrime con le maniche della maglia indossata la scorsa sera che odora di alcol.

<< Eri un bravo ragazzo, adesso ti fingi disperato per drogarti? Ormai sembra essere diventata una moda per la tua generazione! >>

Il padre si ferma non appena vede aprirsi la porta davanti a lui.

<< E tu cosa cazzo ne pensi di sapere eh? >> Domanda Edward irritato dalle parole del padre di fronte a lui e lo guarda dal basso.

<< Non rivolgerti così a me, ricordati chi sono >>

<< 'Fanculo, io vado a lavarmi >> Si affretta a dire mentre si dirige verso il bagno con in mano il cambio per vestirsi.

Sente che il padre gli afferra il braccio ed Edward si ferma a guardarlo.

<< Il discorso non cambia, domani ti ci porto >>

<< Io scappo stanotte, so come farlo senza farmi più trovare >> Dice il ragazzo con un tono serio, troppo serio, che fa rimanere il padre immobile a fissarlo negli occhi.

Sentendo la presa al suo braccio allentarsi, Edward si dirige verso il bagno e chiude la porta a chiave.
Si siede sul bidet e si porta le mani sul viso scoppiando in un pianto liberatorio.

Ipocrita, vigliacco, egoista, insensibile, lunatico, debole, pigro, sconsiderato, imprudente, quale sarà il prossimo aggettivo da aggiungere alla lista?

Edward spinge i palmi delle mani sugli occhi, riesce a sentire i battiti del suo cuore spingere fortemente sul petto, il respiro si fa affannoso e continua a singhiozzare rumorosamente.
Si sente in colpa per tutto, per aver fatto preoccupare i suoi genitori ancora una volta, per aver alzato la voce contro il padre, per aver mostrato la sua maschera impassibile e menefreghista, per essere un nullafacente e soprattutto, il suo pensiero costante, quello di non essere grande come vorrebbero i suoi, di deludere le loro aspettative.
"sono una continua delusione per tutti" si ripeteva nella sua testa.

"delusione delusione delusione delusione delusione delusione delusione"

Sente di aver deluso tutti, se stesso compreso, significa pensare di essere forte ma niente di tutto questo è reale, non è forte affatto, è un debole, così pensa.
L'aria continua a mancargli, gli diventa sempre più difficile controllare tutto.
Si alza continuando a vedere sfocato per via delle lacrime che continuano a scendergli violentemente sulle guance rosse.
Poggia le mani sul lavabo per poi specchiarsi notando il viso colmo di malinconia, disperazione e tristezza.
Scuote lentamente il volto coperto lateralmente dalle ciocche corvine, poi guarda verso il cellulare e lo prende tra le mani togliendo velocemente la cover dove tiene nascosto un pezzo della lama del suo taglierino.
La fissa per qualche secondo, nella sua testa ci sono pensieri che vagano all'impazzata, come se si scarabocchiassero rapidamente nella sua mente, premendo con forza.

"fallo fallo fallo fallo"

Era la voce nella sua testa, quella che non vuole mai ascoltare ma che purtroppo riesce a sovrastare ogni suo ragionevole "no".
Avvicina quel pezzo di lama tagliente al suo polso mentre dai suoi occhi continuano a scendere le lacrime calde.

"verticale verticale verticale"

Edward strizza gli occhi e si morde il labbro fino a far uscire il sangue mentre spinge fortemente la punta della lama sul suo polso, sulle sue vene, verticalmente, arrivando in mezzo tra l'avambraccio e il braccio.
Fa cadere la lama sul suolo e si lascia accasciare a terra su quelle mattonelle fredde che velocemente prendono il colore di un rosso scarlatto acceso.
Chiude gli occhi.

...

Non appena li riapre, si ritrova in piedi, davanti il lavabo a fissare quella lama tra le sue dita.

<< Non ho il coraggio di fare una cosa simile, non ancora >> Pensa il ragazzo guardando il suo avambraccio colmo di croste di tagli orizzontali e lividi violacei procurati dell'ago delle siringhe.
Si passa per due volte la lama orizzontalmente sul quel polso così fino.
Apre il rubinetto e fa scorrere l'acqua sulla ferita procurando delle ramificazioni di sangue lungo il polso e scendono una goccia alla volta sul lavabo.

I minuti passano sotto la doccia, poi si mette il cambio che si era portato dalla camera, una semplice maglia nera e dei jeans grigio scuro.

Esce dal bagno per andare a prendersi le scarpe ma qualcosa lo frena davanti la porta accostata della camera dei suoi genitori.
Li sente parlare a bassa voce e il protagonista della chiacchierata è proprio lui.

<< Sono severo con Ed ma solo perché sono preoccupato >> Confessa il padre.

<< Lo so bene, Ron. Però ho paura che se lo portiamo lì poi scapperà e non tornerà più da noi >> Teme la madre accarezzando il viso del marito.

<< Sempre se non lo fa stasera >> Sospira per poi sedersi sul letto.

<< Sono preoccupato, Vì, non voglio che si caccia nei guai >>

<< Non possiamo forzarlo ad andare lì, forse dovremmo parlargli in sala usando toni pacati. Se tu ti agiti poi lo fa anche lui e non dovete alzare la voce >> Dice lei sedendosi vicino a lui e gli accarezza la schiena.

Edward guarda basso e decide di tornare in camera.
Si siede sul letto avvicinandosi le scarpe con il piede.
Si allaccia gli stivaletti un po' alla rinfusa poi sente vibrare il cellulare.
Gira lo sguardo verso lo schermo acceso e nota la notifica, non era un messaggio ma solo una notizia sulle previsioni del suo segno ziodacale per le prossime settimane.

"Scorpione. Durante le prossime settimane troverai finalmente più serenità in te stesso, tieniti pronto per festeggiare il tuo compleanno ma anche per un ritorno del desiderio, da tutti i punti di vista"

Edward arrossisce dopo aver letto l'ultima frase e spegne il display del cellulare.

<< Che stronzate >> Sussurra con un sorriso quasi divertito, Edward non ha mai creduto nell'oroscopo.

Ripensa al suo ultimo compleanno, in realtà ha smesso di festeggiarlo già da qualche anno, non gli sembra così necessario, o magari non è riuscito a festeggiarlo davvero durante il suo periodo della tossicodipendenza.
Il suo ultimo compleanno è capitato quando frequentava la clinica per disintossicarsi e non è stata una piacevole giornata.

Il ragazzo esce dalla stanza ritrovandosi davanti la madre.

<< Mamma, ti serve qualcosa? >> Domanda fingendo di non sapere nulla della conversazione avvenuta nella camera.

<< Io e tuo padre vorremo parlarti, puoi venire con me in sala? >>

Il ragazzo annuisce ed entra nella sala da pranzo notando il padre già seduto sulla poltrona.
Si siede sul divano di fronte a lui e la madre fa lo stesso vicino a Edward.

Dopo qualche attimi di silenzio, l'adolescente fa la prima mossa.

<< Mi dispiace davvero per... insomma... prima >> Dice a bassa voce guardando a terra.

<< E anche per ieri >> Continua.

<< Anche a me dispiace di aver usato quel tono con te Ed. Io e tua madre pensiamo fermamente che tu sia migliore di così, sei un bravo ragazzo ma devi ritrovarlo dentro di te. Non l'hai perso, quel ragazzo c'è nascosto dietro questa apparenza che mostri a noi e a gli altri. Mi arrabbio perché tu non hai bisogno di farti quello schifo, se possiamo aiutarti io e tua madre siamo disponibili con te, lo sai >>

<< Vi ringrazio, fate così tanto per me, io non riesco a darvi mai abbastanza, mi sento... >> Edward sente le lacrime bagnargli le ciglia e copre il viso con le mani.

Sua madre gli accarezza la schiena per rassicurarlo e lui prova a continuare la frase balbettando.

<< Mi sento di troppo, voi avreste sicuramente meno problemi se non ci fossi >> Gesticola con le mani per cercare di farsi capire per poi poggiarle nuovamente sul viso.
Questo è quello che lui vorrebbe dir loro, ma la risposta che gli è uscita dalla bocca è stata un'altra:

<< Mi sento solo, Ada andrà in un centro per disintossicarsi e io ero tanto legato a lei >>

<< E non ci vuoi andare anche tu con la tua amica? >> Gli domanda la madre e lui fa cenno di no con la testa.

<< A proposito di questo Ed, io domani non ti ci porto se non vuoi >> Gli dice il padre.

<< Davvero? >>

<< Sì, ma devi prometterci che proverai a smettere e che ricomincerai ad andare a scuola >>

<< Vedrai che lì troverai sicuramente qualche nuovo amico e amica >> Lo conforta la madre.

<< Abbiamo saputo delle tue numerose assenze, ci ha chiamato la scuola. Edward questo atteggiamento non va bene >>

Edward lo interrompe esclamando: << Farò come volete! Torneró a scuola e vi prometto che migliorerò >>

La madre lo guarda sorridendo e lo abbraccia, lui fa lo stesso stringendola forte a sé.

In quel momento si sente bene, è riuscito a scusarsi e quell'abbraccio rassicurante lo fa credere di essere lontano dalle preoccupazioni e dalle sue paure... ma riuscirà a mantenere la promessa?

 

   
 
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