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Autore: __eryn__    09/11/2021    2 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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OVERDOSE

 

All'uscita della scuola Vic è andata a pranzare con Flo e così Edward ha mangiato a casa con i suoi genitori.

Si è fatto tardo pomeriggio e il ragazzo si affaccia al balcone con una sigaretta tra le labbra.
Si trova solo al primo piano, riesce a vedere tutto da vicino, le strade, distinguere i colori e i suoni, udire le conversazioni, non che gliene importi molto in realtà.
Si accende la sigaretta e poggia le braccia sulla ringhiera.
Guarda basso osservando la quotidianità altrui.
In estate l'atmosfera fuori è completamente diversa, nei mesi caldi c'è più confusione, più comitive che ridono e scherzano, più musica, più spensieratezza, più romanticismo, e le persone piene di borse in mano da portarsi alla spiaggia, probabilmente più sorrisi.
Ora, invece, guarda le facce stanche di chi sta tornando da lavoro, le nonne che portano a casa i nipoti dalle scuole materne, gli studenti a gruppi che andranno nei parchi a fumare.
Il ritmo è più lento.
Non c'è la corsa per i saldi, camminano tutti, affaticati, a testa bassa.

Tra gli sguardi delle persone riconosce quello di un suo amico.

<< Phelipe! >> Lo chiama e l'altro alza lo sguardo verso di lui.

<< Edward! Porta lo skate, andiamo a farci un giro! >> Alza la voce l'altro e il corvino fa come dice.

I due salgono sui loro skate.

<< Amico ho visto che hai ripreso la scuola! >>

<< "Ripreso" per modo di dire, oggi è solo il secondo giorno, tra l'altro ho saltato la prima ora >> Confessa Edward per poi guardare Phelipe.

<< Io domani la salto, oggi ci sono andato giusto per portare l'erba a uno della sezione B >>

<< Capisco >>

<< Stasera ci vieni al Crag? Ieri non ti ho trovato >> Chiede Phelipe girando lo sguardo verso il corvino.

<< Senti chi parla, tu sei il primo a darmi buca >>

<< Scusa, ma quel giorno ho dormito dal pomeriggio fino alla mattina dopo ahah >>

Arrivano ad uno skatepark.
C'è un gruppo di ragazzi che fanno le acrobazie poi c'è un'altra comitiva che ne sta a guardare, stanno seduti a terra a fumare a turno un bong.

Edward riconosce Oliver e Jacob così si avvicinano a loro.

<< Ehh?? Portate la 'magica' e non ci chiamate? >> Si lamenta Phelipe per poi avvicinarsi a loro con Edward.

<< Ehi ragazzi! >> Li saluta Jacob.

<< Edward vuole diventare un bravo ragazzo >> Dice loro Phelipe sedendosi con l'altro vicino alla comitiva.

<< Perché scommetto che Ada gli rompe le palle. Amico, vieni qua e lasciati divertire >> Ride Jacob portando il braccio dietro il collo di Edward per avvicinarlo al bong.
Il corvino, con un po' di indecisione, poggia la bocca sull'imboccatura superiore.

Esita per un attimo.

Ripensa al discorso della madre e del padre, della promessa e, senza far nulla, alza il viso.

<< Non posso farlo >>

Jacob si avvicina a lui.

<< Sì che puoi, cosa ti frena? Credevo volessi sentirti libero >>

<< Sì, è così ma... ho fatto una promessa e- >> Edward viene interrotto da Jacob che si avvicina a lui, gli afferra il polso e lo allontana dagli altri.

<< Ormai ci sei dentro, potevi pensarci prima di entrare nella comitiva. Se sei troppo debole e non vuoi cavalcare l'onda della libertà e rimanere uno che si ciuccia il dito fai pure. Pensavo volessi sentire il brivido della vita spericolata, la nostra vita da emarginati e sbagliati, allontanati da tutto e tutti >> Dice lui con un tono serio portandolo con la schiena al muro.

<< Hai deciso tu di allontanarti da solo dalla realtà di questo mondo >> Dice Edward e, subito dopo aver detto così, si prende un cazzotto sul viso dal ragazzo davanti a lui che lo fa cadere a terra.

Il corvino lo guarda con un'espressione sia sorpresa che impaurita, non pensava che Jacob arrivasse alle mani.

<< Starai pensando sicuramente che qualcuno venga a salvarti, vero? >> Chiede il più grosso chinandosi verso di lui e lo prende dal colletto della maglia.

<< Beh non è così, tu sei come noi e non hai nessuno che venga ad aiutarti, guarda tu stesso >>

<< P-Perchè te la prendi con me? >> Domanda balbettando.

<< Perchè se scopro che farai la spia, giuro che ti farò sparire dalla faccia della Terra >> Il suo tono è serio.

Jacob si allontana ed Edward si tocca con le dita poco sotto il naso capendo di star sanguinando.
Prende un fazzoletto dalla tasca dello zainetto e se lo poggia lì per evitare che il sangue continui a scendere.
Strizza gli occhi e inizia a singhiozzare, sapeva che era difficile uscire da quella situazione ma ora che Ada non c'è, Edward si rende conto di essere solo.

Il ragazzo chiude lo zainetto e si avvicina nuovamente a loro.
Nota che Oliver sta disciogliendo in acqua l'eroina tramite un cucchiaio portato da casa, poi lo vede prendere l'accendino e se la scalda prima dell'iniezione.
Edward si abbraccia le ginocchia e guarda gli skater fare le acrobazie, evitando lo sguardo di Jacob.
Si sente il corpo pesante e le palpebre chiudersi.
Si stropiccia gli occhi e non appena li apre, si gira verso Oliver notando che ha delle convulsioni e gli sta uscendo la bava dalla bocca.

<< Oliver!! >> Alza la voce Phelipe e Jacob si avvicina a lui togliendogli la siringa dal braccio.

<< C-che gli prende?! >> Balbetta Ed fissando l'amico.

<< Sta andando in overdose! Sbrigati e chiama qualcuno! >> Alza la voce Jacob spingendo il petto di Oliver.

Edward prende immediatamente il cellulare e chiama i soccorsi.

<< Qual è l'emergenza? >> Chiede l'operatore al telefono.

<< Un ragazzo è entrato in overdose, ci troviamo allo skatepark di via- >> La voce di Edward trema e Jacob fa per prendergli il cellulare e risponde alle domande dell'operatore.

Dopo pochi minuti, un'ambulanza accosta e prende istantaneamente Oliver caricandolo su una barella dentro il veicolo.

Una volta arrivati in ospedale, Oliver viene immediatamente portato in una stanza con altri medici mentre i tre ragazzi aspettano seduti su delle sedie.
Nella mente di Edward percorre nuovamente quel ricordo, vedere il suo amico diventare velocemente anemico, quelle pupille girate all'indietro lo aveva impressionato, è visibilmente sconvolto.
Fino ad un attimo prima si stava tranquillamente preparando l'eroina e in quello dopo stava rischiando di morire.

<< Ce la farà? >> Chiede a bassa voce Phelipe in ansia.

<< È gia successo, magari si può salvare di nuovo >> Risponde Jacob.

Vedono avvicinarsi tre infermiere.

<< Dobbiamo farvi un test antidroga ragazzi, bisogna valutare se dobbiamo controllare anche voi >>

Edward le guarda confuso poi guarda gli altri due.

<< N-No, noi stiamo bene >> Dice Ed sudando per poi guardare i Jacob e Phelipe.

<< Durerà solo dieci minuti >> Gli confessa una delle infermiere.

Edward si sente un po' in agitazione, è la prima volta che si ritrova in una situazione simile, sente il suo respiro irregolare e la sudorazione alle mani.
Non appena vede una delle tre avvicinarsi a lui, nota che estrae un oggetto da una scatola, quest'ultimo serve per eseguire un test antidroga tramite la saliva.
Edward tentenna e non appena lei gli avvicina quell'oggetto, lui indietreggia con la testa e la scuote per far cenno di no.
Cosa può succedere se risultasse positivo? Chiameranno la polizia per farli arrestare? Come funzionerà il controllo?
Nella testa del ragazzo continuano ad essere infinite preoccupazioni.

<< Non preoccuparti >> Lo rassicura l'infermiera mettendolo a suo agio, senza dargli fretta.

Edward la guarda negli occhi e dopo qualche secondo apre la bocca e la ragazza gli posiziona un tampone tra la gengiva inferiore e la guancia.
Il corvino inizia a sudare freddo, ricorda che fortunatamente non aveva usato il bong, e quella mattina si era fumato solo una sigaretta.
Nonostante questo, si sente agitato e sente una strana adrenalina sul corpo.
Passati alcuni minuti si passano ai risultati... Edward non viene trattenuto.

Dopo poche ore, il corvino esce dall'ospedale.

Cammina a testa bassa e ancora visibilmente scosso da quello che è successo poco fa a Oliver.
Nella sua testa non riescono ad esserci altri pensieri se non quello, fisso.
Non sa nemmemo se è sopravvissuto, ma più restava lì, più entrava in uno stato di ansia e preoccupazione.

Passa di fronte ad un centro di disintossicazione.
Resta lì fermo a guardarlo.
Le opzioni che gli vengono in mente per pensare ad altro sono due: o entrare in quella clinica e non tornare più indietro oppure farsi di metanfetamina fino a che non si addormenta.
Fissa quella struttura e continua ad essere pervaso dai pensieri.
Da una parte pensa che lì c'è Ada mentre fuori è solo ma d'altro canto ora sta conoscendo Victoria e si sente libero di andare dove vuole piuttosto che rimanere lì dentro.

Decide di aumentare il passo e inizia a correre cercando di sentirsi in qualche modo libero.
Corre ancora più veloce e sente le prime gocce di pioggia sui capelli.
Piove e quest'ultima si fonde con le lacrime del ragazzo, bagnandogli il viso mentre lui continua a correre.
Si nasconde tra le persone, tutte sotto gli ombrelli tranne lui.

Edward odia sentirsi debole, ma purtroppo si rende conto di essere fragile e ha bisogno di qualcuno che lo aiuti, ma per lui non è "un qualcuno" , ma è "un qualcosa" e si riferisce alla droga.
Solo le sostanze riescono a fargli dimenticare tutto fino a quando l'effetto non svanisce.
L'aria inizia a mancagli, il respiro si fa affannoso e lo costringe a rallentare la corsa.

Entra in un vicolo stretto e sporco, si lascia accasciare a terra e tenta di riprendere l'ossigeno.
Respira cercando di prendere tutta l'aria possibile e strizza gli occhi.
Singhiozza e poggia le mani sul viso.
Si gira verso lo zainetto con il viso rigato dalle lacrime, poi prende un cofanetto con dentro una siringa, un cucchiaio e la metanfetamina.
Fissa la metanfetamina e scuote la testa.
No, non ha bisogno di quella, gli serve qualcosa che lo calmi, una droga abbioccante.
Cerca nello zaino e trova un sacchetto di eroina, quella che gli è rimasta.
Fa quel che deve fare per prepararla poi si alza la manica della maglietta fino alla spalla.
Si slaccia la cintura e l'avvolge al braccio, la tira con i denti per far pulsare la vena e renderla visibile.
Cerca una vena e porta l'ago su essa, strizza un po' gli occhi non appena spinge il liquido caldo dentro di sé.
Subito dopo l'iniezione, avverte una sensazione simile all'orgasmo, e poi una vampata di calore.
Ha un brivido, uno scatto come se si sentisse punto da cento spilli per tutto il corpo.
Dopo poco inizia ad avere una forte nausea che lo costringe a rimettere.
Si pente immediatamente di essersi drogato.

<< Che cazzo ho fatto >> Tira su con il naso poi quel senso di nausea ritorna e di nuovo butta fuori tutto.
Poi si stende a pancia all'aria e il cielo si trasforma in una nuvola dei suoi desideri, ed ecco, quello è il vero momento in cui gli ritorna la voglia di farsi di nuovo.

<< Amo quello che vedo >> Dice con un tono sereno continuando a guardare quel cielo meraviglioso... ma temporaneamente immaginario.

 

   
 
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