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Autore: __eryn__    09/11/2021    1 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ALCOL PER DIMENTICARE, DROGA PER RICOMINCIARE

 

Quella sera, Edward è andato alla festa a casa dell'amico di Victoria con lei.
Non è una festa scatenata, piuttosto tranquilla con un sottofondo per tutte le stanze della canzone "Cry me a river".
Ci sono diversi gruppi di ragazzi a parlare, ballare e bere tra di loro, poi vicino al divano c'è qualcuno che si sniffa le strisce di cocaina sul tavolino di fronte a loro.
Edward non perde tempo per allontanarsi dall'amica e andare da loro.

Il corvino vuole dimenticare e lasciarsi alle spalle tutto per quella sera.
Non vuole pensare a niente e intende fare anche delle stupidaggini, dopotutto chi assume droghe agisce facendo anche delle azioni imbarazzanti o di cui si vergogna, ma ad Edward in quel momento non gli importa.
Si ingoia una pasticca dai colori accesi con un piccolo disegno sopra, si tratta dell'ecstasy, una droga dagli stimoli eccitanti.
Il danno è fatto, ora tocca alle conseguenze.
Aspettando prima che l'effetto faccia ciò che deve, si siede con gli altri a bere alcol piuttosto forti, come la vodka.

Dopo trenta minuti dall'assunzione, Edward inizia ad avere l'affanno, si guarda intorno notando tutti i movimenti al rallentatore, con le figure con i contorni colorati che si sdoppiano per poi tornare normali e sdoppiarsi nuovamente.
Comincia a sentire il cuore battergli all'impazzata insieme all'aumento della temperatura corporea.
Il ragazzo si alza piano dal divano e inizia a barcollare per i corridoi della casa e tutto gli gira su se stesso.
Si guarda intorno e continua a vedere i contorni fluo delle cose e delle persone.
Nota la rappresentante di classe camminare proprio li di fronte a lui e si ferma non appena lei gli viene incontro.

<< Edward, finalmente possiamo vederci anche fuori la scuola >> Dice la ragazza palesemente ubriaca per poi abbracciargli il collo.

Quella sera, Audrey, la ragazza di fronte a lui, era diversa dal solito. Porta i capelli lisci, sciolti sulle spalle castani chiaro, è truccata benissimo, l'eyeliner le contorna perfettamente gli occhi azzurri che continuano a guardare intensamente quelli del corvino.
Il suo vestito verde smeraldo, corto poco sotto il sedere, mostra le gambe nude e magre che si avvicinano più ai pantaloni del ragazzo.

<< Sei bellissima >>

<< E tu sei dannatamente figo >>

Edward la porta al muro e le prende il viso con le mani cominciando a baciarla con euforia, i loro baci erano veloci, continui e ripetitivi.
Lei immerge le mani nei mossi corvini di lui mentre le sue gambe sono intente a catturare il corpo di Edward.
Anche lui accarezza le ciocche castane della ragazza per poi tornare con le mani sul suo viso.
I loro baci diventano sempre più vogliosi, desiderosi e quasi aggressivi.
Ma c'è qualcosa di diverso... non c'è alcun calore intimo tra i due.
Quella sensazione calda che riesce ad avere solo con Nic attraverso i loro baci intimi e l'interazione tra i loro corpi, in quel momento è completamente assente.

Audrey dà una spinta a Edward non appena sente che l'alcol le sta tornando su, così corre al bagno a vomitare.
Edward sente la testa scoppiare, si rende conto di aver esagerato anche lui a bere.
Passa tutta la sera con Audrey ma senza andare oltre, a "parlare" con Victoria e Floriana e a fissare il soffitto ridendo da solo.

Subito dopo la festa, verso le due, si dirige al parco con alcuni ragazzi ubriachi quanto lui che erano a casa con Vic e gli altri.
Mettono la musica trap al cellulare e cominciano a divertirsi tutti, c'è chi prova a rimanere in piedi, chi tenta di fare lo scivolo partendo dalla discesa, e chi, come Edward, che si arrampica sull'altalena rimanendo sottosopra sulla ringhiera da cui partono le catene in alto.
La comitiva si è portata da quella casa altre bottiglie e i ragazzi continuano ancora a bere.
La luce della luna illumina quel parco, dove gli unici ad abitarlo in quel momento sono loro e qualche barbone sdraiato sulle panchine.
Continuano a ridere tra di loro, completamente inconsapevoli di ciò che stessero facendo e di cosa stessero parlando.
Edward sentendosi una forte nausea data dall'alcol, perde l'equilibrio cadendo a terra, sbucciandosi il ginocchio.

<< Caaaazzo >> Biascica guardandosi il sangue fuoriuscire dal ginocchio scoperto per via del pantalone strappato.

Vomita lì vicino e barcolla fino alla fontanella per sciacquarsi il viso e per pulire la ferita.

Torna dagli altri e si sdraia a pancia in su sull'erba ad osservare le stelle.
Inizia a pensare a quanto lentamente si stia lasciando andare.
Sente il suo corpo cedere al freddo, ha la pelle d'oca sulle gambe.
Si rende conto che per tutta la sera ha cercato di arrampicarsi in cima a qualcosa di inesistente per evitare di sentirsi triste.

Gli viene alla mente una frase di Emily Dickinson che recita: "Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l'ha causato. Se lo riempi con altro, ancora di più spalancherà le fauci. Non si chiude un abisso con l'aria."

Questo sta a significare che non può riempire il suo vuoto con le droghe e con una serata di sballo, perché quel vuoto lo ha lasciato un ragazzo.
Ed sente che le sensazioni e le emozioni che provava quando si trovava con Nicholas, non gliele dà nessuno e sono le uniche cose che possono riempire quella sfera vuota dentro il suo petto.
Ha cercato che la luce delle persone alla festa potessero illuminare la sua, quasi inesistente.

Edward volta lo sguardo verso il lampione di quel parco. Quanti dei suoi pensieri e storie di malinconia avrà raccontato a quell'immobile e apatico lampione? Ormai ha perso il conto.

<< Raga, fingiamo di essere delle persone colte >> Scherza uno dei ragazzi.

<< La vostra frase preferita di Shakespeare >>

<< Essere o non essere >>

<< Ahahahah! Vabe ma è quella che sanno tutti! >>

<< Ahahah perché la tua quale è? >>

<< La stessa ahahaha >>

Edward guarda i due e rotea gli occhi.

<< Edward e la tua? >>

Il corvino ci pensa su per qualche istante.

<< L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui >> Risponde con un tono basso rispetto al loro, senza guardarli, continuando a fissare il lampione.

I due restano sorpresi e Edward si chiede quale sia la citazione preferita di Nicholas.
Forse: "Io considero il mondo per quello che è: un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte."

Sicuramente la citazione dedicata ad entrambi sarebbe stata "Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita."

La citazione di Shakespeare che Edward gli vuole regalare recita così: "Sei tu la parte migliore di me stesso, il limpido specchio dei miei occhi, il profondo del cuore, il nutrimento, la fortuna, l'oggetto di ogni mia speranza, il solo cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro."

Edward riesce a tornare a casa per le quattro di mattina, barcollando, e la sua prima tappa è stata il bagno per rimettere tutto lo schifo di quella sera.
Inizia a pentirsi di tutto quello che è successo ma ora che finalmente ha compiuto quelle azioni, probabilmente crede di aver voltato pagina.
Si sciacqua la faccia e si guarda in viso.
Nota di essere più pallido degli altri giorni, ha proprio una pessima cera.
Decide, così, di andarsene in camera. Si sdraia sul letto e si copre con la coperta calda e aspetta che il sonno se lo porti via con sé.

Qualche ora seguente, Edward cammina nel corridoio del bar di Annella ma si ferma poco prima di arrivare ai tavoli.
È lì che lo vede, seduto vicino alla natura, con il sole che lo bacia sul viso illuminandogli quegli occhi scuri e quelle ciocche bionde tinte di blu verso le punte.

Nicholas...

Indietreggia un po' approfittando che il ragazzo non lo abbia visto.

Che fare? Parlargli? Salutarlo soltanto? Fingere di essere estranei? Entrare? Restare lì o sbrigarsi?

Tutte queste domande nella sua testa lo mandano in agitazione, si morde il dorso della mano sempre più forte senza rendersene conto.
Non appena sente il dolore più forte, stacca la mano dalla bocca e si guarda il segno del morso.

<< Edward! Caro, come stai? >> Gli chiede Annella avvicinandosi a lui ed Edward poggia immediatamente la mano sul segno.

<< Ehi, ehm bene. Tutto bene >>

<< Vuoi che ti do la tua solita colazione? Vieni, siediti fuori che te la do subito. Devo darti un po' di colorito che tieni proprio una brutta cera >> Dice la proprietaria entrando nel bar.

Adesso sì che non può tirarsi indietro.
Cammina lentamente attraversando tutto il corridoio.
Si volta verso Nicholas e lo vede che se ne sta in disparte come al solito.
Il corvino si massaggia il braccio in imbarazzo, sente il cuore battergli forte e vorrebbe sedersi con lui, ma se Nic invece non volesse? In effetti non lo sta nemmeno guardando.

Edward sente il respiro irregolare, guarda giù e si stringe con le unghie il polso per scacciare l'agitazione.

<< Dove te la metto? >> Chiede Annella tornando con in mano un vassoio con la colazione di Edward.

Sentendo la donna parlare, Nicholas alza gli occhi per guardare il ragazzo.
Edward guarda Nicholas e in quel momento non riesce a dire nulla.
Sente all'improvviso il dolore al ginocchio, per via della ferita di ieri, e strizza gli occhi sentendo il sangue pulsare dal suo polso.
Il biondino fa cenno con la mano ad Annella di mettere il vassoio al suo tavolo e lei fa come dice.
Poi la proprietaria va a servire delle ragazze dentro il bar lasciando i due soli.

Edward deglutisce in ansia e si siede davanti a lui.
Non riesce a guardarlo gli occhi e si mette le mani sotto il tavolo.
Nicholas lo guarda strano, corrucciando la fronte.

<< Che hai fatto al labbro? >>

<< Eh? Niente >> Fa le spallucce, Edward sa benissimo a cosa si riferisce, aveva una piccola ferita sul labbro per via dei morsi di Audrey mentre si baciavano la sera scorsa.

<< Ci hai messo poco a dimenticare tutto eh >> Dice Nic girando il cucchiaio nella tazzina.

<< No! Non è come credi >>

<< Che hai fatto ieri? >>

<< Rigiro la domanda, altrimenti non rispondo >>

<< Edward non si risponde ad una domanda con un'altra domanda >>

Il corvino non risponde e guarda altrove.

Nic sospira rassegnato per poi parlare per primo: << Sono stato a casa, ho pensato a noi due >>

<< Per tutto il tempo? >> Chiede sorpreso Edward.

<< Sì, non ho la tua capacità di rimuovere i ricordi con l'alcol. Ho indossato la tua maglia che avevi lasciato sul mio letto e l'ho tenuta per tutto il giorno così che ti sentissi vicino a me. Ho pensato alla nostra sera insieme, quella del tuo compleanno, ho guardato le luci delle stelle credendo che potessi vederle quella stessa sera con te al balcone di casa mia e infine ho combattuto con le mie frequenti allucinazioni >>

Nicholas fa una pausa per poi continuare: << Non sei venuto da me, sei andato a divertirti ma non ti voglio rimproverare o altro, ognuno affronta le cose a modo suo >>

Edward sospira e si mette le mani nei capelli.

<< Mi sento una merda >> Balbetta stringendosi le ciocche corvine.

Per tutta la giornata di ieri, Edward non l'ha cercato nemmeno una volta, ha ignorato l'idea di scrivergli o di parlargli per temere della risposta di Nicholas.
Ha preferito darsi all'alcol, alle feste e alla droga come faceva sempre, ignorando il problema.
Nicholas, invece, non ha fatto altro che pensare a loro, a come si potessero definire entrambi, se fossero solo amici o amanti.
Come cambierà il loro rapporto ora?

   
 
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