Le braccia di Ryu si strinsero attorno alle spalle di Fei Long.
– Che… Che fai? – domandò l’attore, stupefatto. Il suo amico nipponico era d’animo nobile, ma la sua indole era schiva.
Perché lo aveva abbracciato?
Gli pare di sentire il battito regolare del suo cuore contro le proprie orecchie…
– Fei Long… Permettimi di restarti accanto in questa giornata. – mormorò Ryu, pacato. Il rimorso del suo amico era penoso per lui.
Era il suo nobile animo la fonte della sua sofferenza.
Fei Long adorava la sua famiglia e si condannava per non essere riuscito a fare nulla, pur non avendo alcuna colpa.
L’amore gli impediva di perdonare se stesso in quella giornata.
Ma non poteva offrirgli parole logore e usurate.
L’attore cinese, senza alcuna parola, si appoggiò al petto del compagno. Si sentiva bene, cullato da quell’affetto puro, privo di affettazione.
– Ti ringrazio, amico mio. –