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Autore: Gian_Snow_91    14/11/2021    1 recensioni
L'ultimo confine del mondo è caduto e l'armata dei morti dilaga nel nord... ma il Gioco del Trono non conosce sosta.
La regina Cersei, tradita la tregua, trama per distruggere i suoi nemici. Euron Greyjoy è sulla via del ritorno con la Compagnia Dorata ma la regina sa che non può fidarsi nemmeno di lui, suo più grande alleato...
Al nord, le forze della notte stanno muovendosi. Jon Snow ha gli occhi puntati in quella direzione ma la sua alleanza sta per essere messa a dura prova dalla rivelazione sulle sue origini.
E Daenerys? Il passato sta per tornarle addosso come un'onda anomala.
...profezie stanno per avverarsi, destini stanno per compiersi, verità stanno per essere svelate...
Tutte le pedine sono schierate... La Grande Guerra sta per iniziare...
E... “Al gioco del trono o si vince o si muore. Non c'è una terza via”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A DREAM OF ICE AND FIRE


L'ultimo confine del mondo è caduto e l'armata dei morti dilaga nel nord... ma il Gioco del Trono non conosce sosta.

La regina Cersei, tradita la tregua, trama per distruggere i suoi nemici. Euron Greyjoy è sulla via del ritorno con la Compagnia Dorata ma la regina sa che non può fidarsi nemmeno di lui, suo più grande alleato...

Al nord, le forze della notte stanno muovendosi. Jon Snow ha gli occhi puntati in quella direzione ma la sua alleanza sta per essere messa a dura prova dalla rivelazione sulle sue origini.

E Daenerys? Il passato sta per tornarle addosso come un'onda anomala.

 

...profezie stanno per avverarsi, destini stanno per compiersi, verità stanno per essere svelate...

 

Tutte le pedine sono schierate... La Grande Guerra sta per iniziare...

E... “Al gioco del trono o si vince o si muore. Non c'è una terza via”

 

I personaggi e le ambientazioni appartengono a George R.R. Martin e alla HBO

Gian_Snow

 

 

 

 

 


 

L'essere il cui nome non può essere pronunciato sta raccogliendo il proprio potere. Davos Seaworth, un potere terribile, malvagio e formidabile oltre ogni comprensione. Presto verrà il gelo. E verrà la morte che non ha fine. A meno che gli uomini non trovino il coraggio di combatterlo. Uomini i cui cuori sono fatti di fuoco.“


 


 

PROLOGO


I Guardiani della Notte avevano rotto il digiuno e si affaccendavano nei loro compiti quando il lord comandante raggiunse la Barriera. Nel cortile degli addestramenti, ser Ottyn mostrava ad alcuni sbarbatelli bruti come usare una ascia bipenne. Poco più in là alcuni soldati facevano pratica con la daga, la lancia o la spada lunga. E alle pendici della Barriera un uomo infreddolito montava la guardia all'argano.

“Fammi salire” ordinò Edd Tollett chiudendo la grata dietro di se. Voleva schiarirsi le idee camminando in cima al Muro come il Vecchio Orso faceva quando lui era solo una recluta. Magari avrebbe avuto lui l'illuminazione che lord Mormont cercava.

La cabina si staccò da terra con uno scossone e cominciò a muoversi in maniera irregolare, scossa dai poderosi venti dell'inverno. C'era una tempesta in arrivo: freddo innaturale, molto più del solito, era calato sul Castello Nero; una foschia grigiastra, opprimente.

È come se la Barriera stesse soffrendo” pensò.

Il ghiaccio aveva assunto un colore livido, scuro e sinistro, così simile al sangue coagulato che la cosa lo fece rabbrividire. E qualcuno giurava di averla sentita... piangere. Un brivido sinistro gli percorse la schiena mentre pensava: “Sciocchezze”

“Lord Comandante”. Il vento era ancora più gelido in cima, tanto forte da far oscillare pericolosamente l'argano avanti e indietro. “C'è aria di bufera”. Raff il Marrone, che aveva la fastidiosa abitudine di affermare l'ovvio, lo aiuto a scendere dall'argano e richiuse la grata alle sue spalle.

“Lo vedo” annuì Edd. “Sei stato di guardia la notte scorsa?”

“Aye, mio lord”

“E hai notato qualcosa di... insolito?” chiese Edd, cauto.

“Aye” confermò il ranger rabbrividendo. “La Barriera piangeva”

Secondo Raff il Marrone poteva voler dire solo che presto avrebbero avuto bisogno delle spade. Edd si augurava che Jon Snow arrivasse in tempo.

La Foresta Stregata era una immensa macchia buia sotto una coltre di nebbia. “Va a riposare e affila la tua di spada, Marrone. Prendo io il tuo posto” Edd congedò il confratello.

Non uscivano pattuglie da giorni, da quando due bruti partiti a caccia nella Foresta Stregata perché la ritenevano più generosa non avevano fatto ritorno. Edd non se l'era sentita di mandare altri uomini a cercarli. Nel migliore dei casi avrebbero trovato due cadaveri dagli occhi blu, nel peggiore si sarebbero uniti a loro.


 

“Lord Comandante”. L'ultima pattuglia sul muro era passata da poco quando un confratello in nero venne a cercarlo in cima alla Barriera con l'aria cupa e il fiato grosso.. “C'è una cosa che devi venire a vedere. E Tormund è tornato dal Forte Orientale”

“Tormund?”. Perché il Veleno dei Giganti aveva lasciato il Forte Orientale? Jon Snow gli aveva affidato il comando laggiù. “Perché non ho sentito il corno?”

“Non lo abbiamo visto arrivare” confessò lui. “Milord.. porta cattive notizie”.

Non ci fu bisogno che aggiungesse altro. “La Barriera piangeva” ricordò. “Tutti sapevano ma nessuno ha avuto il coraggio di dirlo”

“Cos'è che devo vedere?” chiese sopra lo stridio metallico della cabina che si muoveva verso il basso.

“Il ghiaccio, milord. Ci sono segni sulla Barriera. Tormund dice che è l'antica lingua. Ha mandato qualcuno a chiamare un Thenn o uno dei Clan delle Caverne di Ghiaccio. Forse parlano la vecchia lingua, dice. Ma sarebbe meglio avere un gigante, dice”

“Se è per questo, sarebbe meglio averne un centinaio” commentò Edd, tetro. “Ma Jon Snow si è portato l'ultimo a Grande Inverno e quello c'è pure crepato”

Sul Castello Nero era calata la medesima foschia che opprimeva la Foresta Stregata, le torce erano a stento visibili. Una piccola folla si era riunita sotto la Torre del Re a fissare la parete di ghiaccio. La superficie della Barriera si era spaccata come uno scudo di legno che ha assorbito troppi colpi. Simboli sconosciuti erano apparsi nel ghiaccio, diversi... estranei.

“Cosa diavolo sono quelli?” esclamò Edd vedendoli. Non ci fu bisogno di chiedere niente a Tormund. Il suo sguardo bastò.

“Poco fa erano appena visibili” disse il bruto indicando i segni. “La tua Barriera si sta arrendendo lord Corvo”

“Credevo che ormai fosse la nostra Barriera” lo apostrofò Edd.

“Ti sbagli” ribatté lui indicando il ghiaccio. “La mia parte l'ha buttata giù un fottuto drago morto...”

“Un... drago mo-morto?” balbettò Edd, sconvolto.

“Aye... drago. E i miei uomini sono andati. Morti tutti quanti! Ma la tua Barriera sta cercando di dirti qualcosa mentre muore”

“Già. Ma cosa?”

“Tu cosa ti diresti?”

Edd ci pensò su qualche istante. “Scappa, maledetto idiota”

“Haar”. Tormund eruppe in una risata sguaiata. “Un corvo con il senso dell'umorismo. Ma hai ragione: è quello che dovremo fare”

“Credi che sia un messaggio?” s'intestardì Edd.

Tormund sbuffò. “Forse. Quelle spirali.. erano sul Pugno dei Primi Uomini dopo che i morti attaccarono la spedizione di quel bastardo di Mormont. Agli Estranei piace adorare il loro dio, soprattutto quando è – Tormund rabbrividì – ...affamato.”

“E queste... cosa sono? Rune?” chiese Edd indicando altri simboli.

“Ne conosco un paio. Questa...” Tormund toccò un simbolo in alto. Una figura irregolare che avrebbe potuto essere un uccello o forse un drago per quello che Edd ne sapeva. Aveva tre fori laddove avrebbero potuto esserci gli occhi.

“E cosa significa?”

Tormund era a disagio. “Cose dimenticate, oscure e pericolose”.

“Stiamo per essere attaccati da un fottuto drago morto” gli urlò Edd che stava perdendo la pazienza.

“Il Corvo con Tre Occhi” borbottò Tormund, controvoglia. “Un metamorfo di quelli potenti, in grado di controllare orsi, lupi, aquile e... uomini. In grado di vedere tutto. Un abominio dicono alcuni... credimi, se conoscessi uno così vorresti starne alla larga”

“E invece io dico che uno così ci farebbe comodo. Pensa mandare contro i morti un branco di lupi. O le aquile... meglio loro che noi in ogni caso”

“Si ma noi di aquile non ne abbiamo neanche una. Solo corvi”.

C'era un significato nascosto dietro a tutto quello. La Barriera che piange, i segni sul ghiaccio... Qualcosa che a Edd sfuggiva, un quesito per uomini più svegli. “Samwell Tarly avrebbe avuto una spiegazione, letta da qualche parte in uno dei suoi dannatissimi libri”. Ma Sam era dall'altra parte del mondo, al sicuro.

“Dobbiamo fuggire” disse Tormund dopo qualche attimo di silenzio.

“No” lo contraddisse Edd. “Quello che dobbiamo fare è avvertire Jon Snow...”. Ma si interruppe. La nebbia si stava diradando velocemente, in maniera innaturale...

WHOOOOOAAAH. Un boato squarciò l'aria seguito da una scossa così forte da mandarli tutti per terra. La Barriera stava piangendo, stavolta la udirono tutti.

“Il freddo bianco” mormorò ser Ottyn guardando in su.

Un altro boato, assordante, e un'ampia lastra di ghiaccio si staccò dalla Barriera, cinquecento piedi più in alto. Tormund gli piombò addosso. La porta della Torre del Re si spalancò di colpo mandandoli a rovinare sul pavimento fangoso insieme ad un altra mezza dozzina di uomini.

La bocca piena di terra e sangue, Edd si rimise in piedi, miracolosamente ancora in vita. Il mondo era esploso. Schegge di ghiaccio alte come mammut erano piovute sul cortile. Qualcuno era riuscito a mettersi al riparo. Altri non erano stati abbastanza veloci. Alcuni bruti erano morti lì dove si trovavano, impalati. Due guardiani della notte si erano nascosti sotto la tettoia della forgia che aveva ceduto e li aveva seppelliti vivi, la torre di Hardin era definitivamente crollata. Edd non nutriva alcuna speranza per gli uomini di guardia sul muro.

Ser Ottyn sbucò dal nulla, l'aria sconvolta ma illeso. “Ordini, lord comandate”.

“Raduna gli uomini. Vengono per noi” Edd si affrettò verso l'armeria dove alcuni confratelli stavano liberando l'entrata.

“Dobbiamo andarcene” urlò Tormund correndogli dietro.

“No. Tu devi, Veleno dei Giganti. Prendi un cavallo e cavalca duro su Grande Inverno. Avverti Jon Snow che la Barriera è caduta”. Questo chiudeva il discorso.

“Beric Dondarrion avrà già raggiunto...”

“Beric Dondarrion non sa di quei segni” urlò Edd che aveva perso la pazienza da un pezzo. “Devi dirlo a Jon... e anche a Brandon Stark.”

“Tu sei pazzo” borbottò Tormund. “Cosa mi dici di voialtri? Morirete”

“Abbiamo consacrato la nostra vita alla Barriera e se questo è il nostro destino allora moriremo”. Si stupì del suo coraggio. In fin dei conti non era Samwell Tarly. “Un uomo solo si muove più in fretta”

Nei pochi minuti che seguirono la fuga di Tormund duecento uomini si radunarono in quello che restava del cortile del Castello Nero: guardiani di porci, lattai dalle mani lunghe, cacciatori di frodo, ladri, razziatori, assassini... duecento e più uomini coraggiosi. Ser Ottyn, l'ultimo cavaliere rimasto alla Barriera, in sella al suo stallone sauro, vestito di tutto punto nella sua armatura smaltata di nero, pregava i suoi dei del sud con gli occhi chiusi e le mani giunte. In piedi, accanto al suo cavallo, Raff il Marrone annusava l'aria come un segugio. “L'alba sarà su di noi a momenti, milord” disse aiutando Edd a montare in sella.

“Stavolta ti sbagli, Marrone. Non ci sarà alba per noi”. Edd prese la torcia appesa alla sella del suo cavallo e la accese alle braci di un fuoco di guardia.

Altri lo imitarono e la nebbia sembrò allontanarsi di qualche metro. Nessuno parlò, nessuno indietreggio, nessuno cedette alla paura. Un'ombra bianca emerse dalla foschia che andava diradandosi, i suoi occhi blu scintillarono nella semi-oscurità, poi un'altra e infine una terza: l'armata del Re della Notte aveva fatto la sua mossa. Con un grido di battaglia, quanto restava del glorioso, antico ordine dei Guardiani della Notte andò all'attacco. L'ultimo pensiero di Edd Tollett, novecentonovantanovesimo Lord Comandante dei Guardiani della Notte, fu per quel fifone di Sam il Distruttore, e un po' si vergognò per aver pensato male di lui.


 

   
 
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