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Autore: Dreamer In Love    15/11/2021    1 recensioni
| ModernAu | Triangolo | Finale aperto |
"Emma, appoggiata con la schiena alla parete dietro di lei, annuiva al suo interlocutore [...]. Le capacità retoriche di Norman rendevano chiaro e affascinante l'argomento. Sorrise al suo migliore amico; poi, un'immagine che le si era presentata alla coda dell'occhio, catturò la sua attenzione.
A qualche metro di distanza, Ray sorseggiava una birra ballando lentamente con Anna. Una mano magra e nodosa era avvinghiata al fianco della ragazza per tenerla saldamente contro di sé. Avvampò al solo guardarli. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Emma, Norman, Ray
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Gelosia
 
Emma, appoggiata con la schiena alla parete dietro di lei, annuiva al suo interlocutore che le stava spiegando l'ultima lezione del professor James Ratri riguardo all'eticità degli allevamenti intensivi e alla necessità di passare a un'alimentazione più salutare per il bene del pianeta. La musica di sottofondo obbligava il tono di voce più alto ma le capacità retoriche di Norman rendevano comunque chiaro e affascinante l'argomento. Sorrise al suo migliore amico; poi, un'immagine che le si era presentata alla coda dell'occhio, catturò la sua attenzione.
A qualche metro di distanza, Ray sorseggiava una birra ballando lentamente con Anna. Una mano magra e nodosa era avvinghiata al fianco della ragazza per tenerla saldamente contro di sé. Si avvicinò per sussurrarle qualcosa all'orecchio e lei rise portando indietro la testa. Lo sguardo del ragazzo era tagliato dalla frangia corvina e sembrava freddo e imperturbabile ma Emma, che conosceva anche lui a menadito, lo trovò languido e affamato.
Avvampò al solo guardarli.
- Per Minerva! -, interruppe Norman con quel sussurro sfuggito dalle labbra.
Lui seguì il suo sguardo e studiò con fare clinico il duo danzante. Dopo qualche secondo di silenzio, parlò.
- Ti da fastidio? -
- No… -
Il biondino le rivolse un sorriso divertito ed Emma si arrese velocemente ai suoi occhi indagatori.
- Sono un po' troppo vicini. -
- Stanno ballando. -
- Sono appiccicati. -
- Sarebbero una bella coppia non trovi? -, la punzecchiò ancora Norman.
Emma gli rivolse un'espressione scioccata.
- Dici che Ray sta facendo sul serio con lei? -
- Perché no? -, e tornò a sorseggiare tranquillo il suo cocktail.
La donna aprì bocca per rispondere ma qualcosa la trattenne. Studiò di nuovo Ray, poi Anna, e si domandò cosa davvero la rendesse inquieta in quella visione: era imbarazzata dal loro comportamento, certo; inoltre, Ray non aveva mai dedicato troppa attenzione alla giovane matricola che stravedeva per lui da inizio anno.
Ecco: non riusciva a capire cosa avesse fatto cambiare idea al loro migliore amico.
- Sono preoccupata per Anna. Non voglio che la faccia soffrire. -
- Anche se Ray non avesse intenzioni serie, lei mi sembra comunque contenta. -, le rispose laconico Norman.
- Non è questo il punto. -
- Quale sarebbe allora? -
Incalzata dalle sue domande, Emma si trovò alle strette e, non sapendo come rispondere, decise di attaccare.
- Non puoi essere d’accordo con questo modo di fare. -
Norman accennò un sorrisetto malizioso.
- Definisci: "Questo modo di fare". -
Emma raggiunse una tonalità di rosso mai vista. Balbettò prima di rispondere.
- Usare una persona solo per… -
- Per… -, strascicò l'ultima lettera lui, volutamente provocatorio.
- Oh, dai. Hai capito. -, sbottò alla fine, infastidita.
- Si stanno solo divertendo. -
L’amica si ritrovò a spalancare la bocca, basita. Poi, piccata, schioccò le labbra.
- Da quando questo per te è “divertirsi”? -
Norman si limitò ad alzare le spalle, noncurante.
- Il fatto che io non lo faccia non vuol dire che non possa farlo o non sia divertente. -
Quella frase, pronunciata con una punta di orgoglio, ebbe il potere di far scoppiare a ridere la ragazza accanto a lui.
- Faresti una vera e propria strage di cuori: l’intero campus femminile ti adora. -
Il biondino rizzò le spalle, fiero.
Di nuovo la risata di Emma gli arrivò potente e ironica alle orecchie.
- Anche qualche uomo. C'è Zazie che non ti toglie gli occhi di dosso. -
Norman si voltò a guardare il giovane sul lato opposto della pista da ballo: lo stava appunto fissando. I loro sguardi s’incrociarono e Zazie lo salutò con un cenno della mano. Il biondino ricambiò con fare stranito per poi tornare a Emma e rivolgerle una linguaccia.
Lei d'altro canto non la smetteva di prenderlo in giro.
- Comunque, Emma, ti stai preoccupando un po' troppo per Ray. -, ritornò all'argomento iniziale, sperando di distrarla.
La giovane rizzò le spalle.
- Ti ho detto che non è così. Vado a separarli. Non mi va che spezzi il cuore a un'amica. -
Detto ciò, si avviò con passo spedito verso i due amanti. Percepì alle spalle una debole protesta da parte di Norman ma decise di non farci caso.
Ray, intanto, aveva abbandonato la bottiglia da qualche parte per stringere la compagna di ballo ancor più a sé. I loro corpi si strusciavano in mosse ritmate e, con studiata noncuranza, il morettino stava accorciando la distanza per arrivare a baciarla.
- Anna! -
Una voce lì fece subito separare, come se fossero stati scoperti a compiere un crimine, e la ragazza si ritrovò avvolta in un tenero abbraccio da Emma.
Ray osservava confuso la scena.
- Ti avevo perso di vista. Tutto bene? -, chiese allegra senza mancare di rivolgere un'espressione omicida all'amico dai capelli scuri.
Lui sgranò gli occhi, stranito dall'interruzione di Emma e dall'occhiataccia che gli aveva rivolto.
Poteva intuire il motivo della ramanzina – Emma non era mai stata una grande fan dei suoi sabato sera alcolici e delle sue avventure occasionali - ma non era forse lei che insisteva nel volergli trovare una fidanzata? Più volte gli aveva fatto notare che Anna era innamorata di lui e ora che si era deciso a provarci, proprio ora che era a caccia, doveva rompere le scatole?
Strinse i pugni, trattenendosi dall’afferrarla per il collo e strozzarla. Lo stava mandando fuori di testa, davvero.
- Emma… -, pronunciò sottile e mellifluo.
Sapeva che quel tono non presagiva nulla di buono ma Emma non si fece intimorire: lo snobbò platealmente rivolgendo invece alla loro ospite un sorriso affabile. Prese per le spalle Anna e la trascinò verso il bar.
Ray andò loro dietro nella speranza che assecondandola avrebbe poi potuto continuare quello che aveva iniziato. Intercettò Norman che li stava raggiungendo. Rivolse anche a lui uno sguardo tagliente ma l'amico si limitò ad alzare le mani in segno di resa.
- Non dovevi tenerla impegnata? -, lo rimbeccò in un sussurro.
- Vedrai che si stuferà presto. -, si scusò il biondo dandogli una pacca sulla spalla. - Dai, ti offro da bere. -
 
 
Ray sospirò pesantemente osservando con fare torvo la ragazza che camminava a braccetto con Anna davanti a lui.
Norman si era sbagliato: Emma aveva tenuto l’amica impegnata per tutta la serata. Era rimasto stupito nel costatare lo zelo con cui aveva evitato accuratamente ogni situazione in cui Ray e Anna potessero rimanere soli e di come si era servita di Norman per i suoi porci comodi. Non capiva se l’amico dai capelli biondi era stato un complice consapevole o meno, ma dubitava che non si fosse reso conto di essere stato sfacciatamente utilizzato da Emma. Ghignò, schifato dalla debolezza di Norman che, nonostante avesse un QI fuori dal comune, quando si trattava della loro migliore amica diventava un idiota totale. Stava ora raccontando alle due ragazze un episodio divertente della loro infanzia, non mancando di mettere in ridicolo proprio Ray.
Il diretto interessato non era per nulla in vena di scherzi e, scorgendo alla fine della via il dormitorio, aumentò il passo desideroso di imboccare l’ingresso. Superò senza nemmeno salutare la comitiva e sparì nel nero dell’edificio.
 
 
Emma salutò con un cenno Norman che, parecchie porte più in là, stava entrando nella sua stanza, e rimase sola nel corridoio.
Frugò nella borsa alla ricerca della chiave che tardava ad arrivarle tra le mani. Esultò nel riconoscere il ferro, lo infilò nella toppa e girò. Stava per abbassare la maniglia…
- Hai esagerato stasera. -
La voce era sussurrata e arrivò insieme al fiato caldo sull’orecchio.
Un brivido le percorse la schiena mentre il battito del cuore iniziò ad accelerare. Si voltò piano verso la fonte di quelle parole: nonostante avesse subito riconosciuto il suo aggressore, non era poi così entusiasta nel volerlo affrontare.
Ray, infatti, aveva le mani in tasca e lo sguardo nascosto dai ciuffi scuri. Era ancora vestito, sintomo che la stava aspettando nonostante fosse rientrato in dormitorio da più di mezz’ora.
La giovane deglutì rumorosa. Poi, ringalluzzì la posa e decise di non farsi intimorire.
- Perché sei così arrabbiato? -
Con uno sbuffo ironico e un passo studiato, Ray si fece più vicino. Una mano appoggiata alla porta dietro di lei le chiuse definitivamente ogni via di fuga.
- Hai anche il coraggio di chiedermelo? -
Lo scatto di una serratura fece trasalire entrambi e dalla stanza accanto comparve la figura di un uomo dallo sguardo tagliato e dai capelli fulvi. Studiò per un attimo la strana coppia, non facendo troppo caso alla situazione compromettente in cui erano. Quando li riconobbe, si aprì in un luminoso sorriso.
- Emma, Ray, che piacere vedervi. -
- Ciao Lucas! -, lo salutò la prima, fulminando Ray con un'occhiata poiché non accennava ad abbandonare quella vicinanza.
Lui finse di non coglierla.
- Non temete: Hugo è crollato dopo diversi bicchieri di liquore. Non vi darà fastidio fino a domani mattina. -, spiegò intanto Lucas alludendo alla fama del suo amico.
Per colpa del suo custode, il dormitorio del campus era definito dagli studenti come “il Bunker”: Hugo era un ex-studente dall'indole rude e con la tendenza ad alzare spesso il gomito; si divertiva a infastidire gli allievi e ad ammonirli con punizioni assurde. Ovviamente, girare nei corridoi non rientrava nel regolamento e, sia Emma sia Ray, nonostante fossero suoi pupilli, avrebbero rischiato parecchio se non fosse stato per Lucas. Era l’amico storico di Hugo, l'unico che riusciva ad addolcirne i modi e a far apparire sulle sue labbra un sorriso.
- Buonanotte allora. -, li salutò questo, incespicando con la gamba zoppa verso l’uscita.
Seguirono la sua figura finché non scomparve oltre l'angolo, poi, quando furono di nuovo soli, tornarono a guardarsi a muso duro.
- La devi smettere di interferire nella mia vita. Puoi non essere d'accordo su cosa faccia ma non hai il diritto di rovinarmi i piani. -
- Sì che ne ho il diritto. Sei il mio migliore amico. -
- Appunto, dovresti sostenermi a prescindere. -
- Non posso. Sai benissimo come la penso. Anna ha una cotta per te da secoli, l'avresti solo fatta soffrire. -
A Ray sfuggì un ghigno ironico.
- A tal proposito, non ti è venuto in mente che forse con lei avrei potuto fare sul serio? -
Emma lo fissò stupita.
Lui ne approfittò per continuare a parlare, nella speranza di convincerla a lasciarlo in pace.
- So bene che è innamorata di me e le sono affezionato anch’io. Provare a stare con lei non mi dispiacerebbe. -
- No. -
Il tono perentorio di Emma lo colse impreparato.
- In che senso, scusa? -
Gli occhi chiari della giovane, ora, erano legati ai suoi e Ray si scoprì particolarmente vulnerabile sotto quello sguardo trasparente e deciso.
- Non voglio che tu ti metta insieme ad Anna. -
- Perché? -
- Perché sono innamorata di te Ray. -
Lui la fissò per un attimo con fare smarrito.
Come sempre, quando si trattava di Emma, la ragazza riusciva a coglierlo totalmente di sorpresa. Ripensò alle discussioni avute, all'atteggiamento della giovane e si diede dello stupido per non aver colto prima la sua preferenza. Aveva vagliato varie ipotesi ma quella possibilità non lo aveva minimamente sfiorato. Si aprì in un sorrisino malizioso.
- Ora capisco molte cose. Questo, comunque, è un problema. -
Si rese conto che la donna era rimasta delusa dalla sua risposta. Probabilmente si aspettava anche lei una dichiarazione, dando per scontato di essere ricambiata. Il suo ottimismo era quasi irritante.
- In che senso? Non ti piaccio? -
La voce di Emma si era fatta più alta di qualche decibel per la preoccupazione.
Ray la guardò divertito. Lo sguardo gli si addolci ma non perse il tono saccente.
- Oh, no. Anzi. -
- Di cosa si tratta allora? -
- Tu piaci a Norman. -
Emma fece per aprire bocca. Poi, si fermo. Svuotò i polmoni e lo fissò stralunata.
- Impossibile. –
- Ti mentirei mai in un momento del genere? –
Emma inchiodò le iridi verdi in quelle scure di Ray per studiarlo. Poi, abbassò le spalle.
- Immagino di no. In ogni caso, io voglio stare con te e, soprattutto, tu non puoi stare con nessun'altra. -
Ray rimase paralizzato per un attimo, sconcertato nel costatare quanto potesse essere diretta e sconsiderata Emma.
- Norman è il mio migliore amico: non potrei mai fargli un torto simile. -
Lei parve pensarci un attimo. Portò un dito alle labbra con fare meditabondo. Mugolò per un po', probabilmente trattenendosi nel parlare da sola ad alta voce. Infine assunse un’espressione sicura.
- Non gli diremo nulla. E noi faremo come se nulla fosse. -
- Dimentichi che stai parlando di un futuro psicologo comportamentista? Vive nell'analizzare l'atteggiamento degli altri e, dettaglio non trascurabile, tu non sei in grado di raccontare bugie. -
Calò il silenzio ed Emma ripiombò in un'attenta analisi dei dati.
Ray si soffermò intanto a guardarla, godendo di essere alla sua attenzione: Emma, la sua migliore amica, la ragazza che per anni gli aveva fatto battere il cuore ma che per un patto infantile doveva stare insieme a Norman, aveva scelto lui. Era così bella con il volto corrucciato dai pensieri e gli occhi verdi, vispi, che fissavano un punto nel vuoto in cerca di una soluzione. Vide che tornavano a guardare lui e che le labbra sottili e rosse si erano aperte in un sorriso dolce.
- Gli diremo solo la verità. Norman capirà e alla fine sarà contento per noi, vedrai. -
Ecco che come sempre se ne usciva con una delle sue idee assurde che andavano oltre ogni possibile logica.
Ray si rese conto che aveva ragione e che, dopotutto, non gli fregava poi molto: Norman se ne sarebbe fatto una ragione. Probabilmente, conoscendolo, aveva già capito tutto.
Con quella consapevolezza e la fame ancestrale che Anna aveva stuzzicato e Emma fatto strabordare, non esitò oltre e piombò sulla sua bocca alla ricerca di un bacio che velocemente si insinuò in profondità in un intreccio di lingue. Avvolse il corpo minuto e asciutto di Emma, la strinse a sé come spesso aveva desiderato fare, godendo del suo profumo agrumato e del sapore dolciastro dell'alcool sulle labbra.
Senza smettere di baciarla, abbassò la maniglia della porta e accompagnandola con il suo corpo, la obbligò a entrare. Richiuse l'uscio con un calcio.
 
 
Il tonfo sordo e rumoroso di una porta sbattuta gli fece alzare gli occhi dal libro che stava leggendo.
Norman si massaggiò le palpebre e appoggiò il volume sul comodino. Spense la luce della lampada e buttò a peso morto la testa sul cuscino.
Quei due pensavano davvero che non li avesse sentiti?
Per Minerva, i muri erano fatti di cartapesta. E quegli idioti non si erano nemmeno preoccupati di abbassare la voce.
Comunque, Ray aveva ragione: si era accorto da un pezzo che Emma era innamorata di lui. Lo aveva costatato sin dal suo arrivo al campus.
Loro tre erano stati amici d’infanzia per anni, erano letteralmente cresciuti insieme e sì, Norman si era preso una cotta stratosferica per Emma già all’epoca. Poi, si era trasferito e mentre gli altri due avevano continuato a condividere le gioie e i dolori dell’adolescenza, lui era rimasto isolato.
Era inevitabile che partisse svantaggiato.
Ghignò nel buio.
Non si sarebbe certo arreso. La guerra era appena cominciata. E Norman era sempre stato più bravo di Ray a giocare a scacchi.


Angolo dell'autrice!
Finale super aperto. Io ho un debole per la RayXEmma, come penso si sia capito, ma rispetto e comprendo chi sta sull'altro fronte. E mi piaceva l'idea che Norman non si lasciasse abbattere da una situazione del genere. 
Non mi prenderò la briga di continuare questa storia. Nasce come una oneshot e tale rimarrà. Se avete voglia di immaginare la continuazione e farmi sapere come pensate proseguirà, o anche solo dirmi che ne pensate, lasciatemi una recensione. 
A presto, 
Dreamer In Love
  
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