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Autore: Elodar76    15/11/2021    7 recensioni
Avrei comprato il sole e le stelle per te...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Oscar aveva la fronte sudata e  il viso pallido come cera.

Cercava disperatamente di inalare aria attraverso il fazzoletto, trattenendo a stento i conati di nausea che la squassavano.

L'odore nella casa era  talmente forte da sentirselo addosso: nei vestiti impregnati, sui capelli. Era così mortale da sentirsi inghiottiti dall'inferno.

André la sosteneva con una mano aperta dietro la schiena. Anche lui cercava di riprendersi da quello che avevano appena visto.

Alain in ginocchio dinanzi ad un letto sfatto. Il corpo della sua sorellina Diane in avanzato stato di decomposizione adagiato sopra.

Alain, rispondimi! Cos’è successo? Alain, parlami!”

Oscar aveva ripreso coraggio e cercava di scuotere il suo soldato da quella specie di trance che lo aveva rapito.

Alain, la barba lunga, lo sguardo fisso sulla sorella minore sussurrava una ninna nanna accarezzando i capelli scuri del cadavere.

“Mio Dio! È impazzito!” disse André.

Cercò di trascinare via Oscar da quella stanza. Quella visione era troppo anche per lui.

Amore, morte e pazzia aleggiavano come ombre malefiche in quel piccolo spazio disadorno.

“Oscar esci! Parlo io con Alain. Tu aspettami fuori!”

Lei era titubante ma una forte nausea la convinse. Scese di corsa le scale e quasi si buttò in strada.

Un forte conato la squassò finché vomitò in un angolo, nascosta dal suo cavallo.

Si ricompose, respirando l'aria fresca e si asciugò il sudore dal collo.

Prese ad accarezzare César sul muso per cercare di tranquillizzarsi. Non riusciva a togliersi di mente ciò che aveva appena visto.

Alain impazzito...

 

Si ricordava ancora della prima volta che aveva visto Diane, la sorella di Alain.

Veniva a fare visita al fratello. La ricordava bella e giovane, piena di vita con una risata cristallina.

Aveva subito notato la somiglianza con la sua brezza di primavera, la sua Rosalie.

Entrambe povere, ma fiere e pure come fiori appena sbocciati.

Cosa poteva essere successo?

Alain mancava dalla caserma da quindici giorni. Non aveva neanche riscosso la paga: questo l 'aveva enormemente insospettita e, grazie alle indicazioni di un suo amico, avevano raggiunto la sua casa.

Sapeva che la famiglia di Alain era sì, di nobili origini, ma avevano perso tutto e lui manteneva la madre malata e la sorella con il suo stipendio da guardia metropolitana.

Una mano sulla spalla la riscosse dai suoi pensieri .

André allora? Che succede? Cos’è successo lì dentro?” Un fiume di domande davanti la faccia sgomenta di lui.

Anche André era provato: poteva vederlo dal suo sguardo.

Sembrava avesse pianto da poco. Lui si  accorse che Oscar lo avesse intuito e voltò il capo a guardare i cavalli.

Un respiro profondo e cominciò a parlare. La voce bassa e leggermente incrinata.

Oscar, devi sapere che Alain proviene da una famiglia nobile ma non hanno né denaro né proprietà. Solo il proprio cognome: De Soisson.”

La sorella, la piccola Diane, doveva sposarsi quindici giorni fa con un nobile che sembrava essersi invaghito di lei.

Lei era felice ed innamorata. Lui, la sera prima delle nozze, ha infranto la sua promessa: ha sposato un’ altra donna, figlia di ricchi commercianti.

La povera piccola non ha retto a tanto dolore e si è tolta la vita impiccandosi.

La vergogna, il dolore per questo amore finito: non ha retto!”

Disse le ultime parole abbassando il capo, i pugni stretti “Maledetti ceti sociali!”

Oscar era rimasta ad ascoltare in silenzio immaginando il dolore che ora stava provando Alain.

Ho parlato con Alain…”continuò André guardandola serio in viso.

Ho cercato di farlo ragionare: darà degna sepoltura a Diane e tornerà nella guardia appena la madre si riprenderà dal lutto.

Gli ho consegnato la paga.

Povero amico mio! Continuava a parlare con lei come se fosse viva.”

Oscar montò a cavallo seguita immediatamente da André. Fecero un tratto di strada in silenzio, poi Oscar si fermò improvvisamente .

Oscar?”

André, come è possibile uccidersi per amore? Aveva tante cose da fare, un futuro... Era così bella e giovane.”

Lui sospirò guardandola a lungo senza parlare, poi nel silenzio calato tra loro disse “La capisco, sai? A volte un amore non corrisposto ti fa invocare la morte per non continuare a soffrire ogni secondo della tua vita.

Sapere di non potere avere la persona amata, quella per cui respiri e vivi ogni secondo, quella che è l essenza di tutti i tuoi battiti impetuosi… Sì, a volte, sarebbe molto facile...troppo!”

Un colpo di tacco al cavallo e si allontanò al galoppo.

Oscar rimase a guardarlo andare via, completamente sconvolta dalle sue parole.

"André, tu faresti questo? E’ così grande il tuo amore? Mio Dio, no! Non posso pensare che tu stia soffrendo così a causa mia!"

Un’angoscia forte le serrò il cuore. Si sentì sperduta nel lento sprofondare verso la consapevolezza di essere la causa di tanto dolore.

Tornò verso casa lentamente. La strada era sfocata alla vista.

Le lacrime non volevano fermarsi.

 

Diane! Rispondimi, Diane!”

Le lacrime bagnavano i resti mortali della sorella.

Alain non poteva dimenticare la sua figura esile che gli correva incontro: sempre felice e spensierata.

Il suo raggio di sole.

Non poteva essere possibile che non avrebbe più potuto abbracciarla, perdersi nei suoi occhi e carezzare i suoi bei capelli castani.

Prese un coltellino dalla tasca e ne recise una ciocca: la baciò e la mise in una piccola scatola.

La madre lo guardava dalla soglia della stanza. Il dolore era indicibile e l 'aveva portata, insieme alla sua malattia, ad uno stato di prostrazione totale.

Alain, ti prego, basta! Dobbiamo farle un funerale. Ti scongiuro, figlio mio! Lasciala andare in pace!”

Alain non si girò neanche. Lei chiuse la porta piano e si andò a sedere sulla sedia vicino, gli occhi spenti.

Diane, ti ricordi quando da piccola ti portavo in giro sulle spalle? Volevi stare in alto, toccare il sole e le stelle con le tue piccole mani. Io te li avrei comprati, sai? Se ne avessi avuto la possibilità… Qualsiasi uomo sarebbe stato felice di  averti accanto, luminosa e bella come un giglio incontaminato.

Ti ricordi quando la sera ti raccontavo le mie storie? Ridevi scuotendo la testa. Mi chiamavi fratellone ed io ero così felice di averti tutta per me.

Per il mio compleanno avevi preparato un dolce buonissimo con le poche cose che eri riuscita a rimediare al mercato: avanzi dei banchi che chiudevano alla sera.

Tutti ti amavano. Perché tu non ti sei amata? Perché non hai creduto al futuro, a nuove possibilità e a nuovi amori?

Perché non hai voluto cercare di afferrare un nuovo sole sorgere con le tue mani delicate?

Domani è il mio compleanno. Non sarà più vita senza di te! Non ci saranno né sole né stelle, mia dolce sorellina.

Domani, ti lascerò andare, ma oggi starò ancora un po’ qui con te! Dammi solo un attimo ancora!”.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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