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Autore: LadyBlueSky    15/11/2021    1 recensioni
Roy e Riza. Ripercorriamo insieme scorci di loro, di quello che sono, di quello che sono stati e di quello che saranno. Ripercorriamo la strada, con gli occhi degli altri...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang, Sorpresa | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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6. In the middle

 

 

 

“… Questa Guerra ci sta insegnano fin troppo, a mio avviso, e nella maniera sbagliata.

A tutti Noi. Nessuno escluso.

È strano come improvvisamente, in questo luogo sterile, a cui abbiamo tolto e continuiamo a togliere, qualcosa possa germogliare.

O forse crescere.

Non lo so…

Inizio a non comprendere più certe cose. Le banalità della vita quotidiana mi sembrano ora misteri invalicabili; le piccole cose a cui ero abituato, ciò che era scontato, improvvisamente sembrano arcani irrisolvibili.

Loro rientrano in questa categoria. Ma suppongo non sia colpa di questa Guerra.

Credo che sia così per natura o forse per una folle scelta…”

 

 

Rileggere queste righe, ad anni di distanza, è straniante.

Non strano. Non doloroso. Non faticoso. No.

Straniante.

È come se non fosse reale, ma lo fosse; è come se non fosse la mia vita, ma lo fosse; è come se non fossero i miei ricordi, ma lo fossero.

È una giostra sulla quale sono salita più o meno consapevole di quale fosse l’effettivo giro, e dalla quale ho scelto di non voler scendere.

In realtà penso sia molto più facile di così in realtà: è la classica storia del “se ti prendi l’uomo devi prenderti anche tutto ciò che lo accompagna”.

Più basilare di così.

Lo sapevo dall’inizio, questo principio. Sapevo che sposando Lui sarebbe stato un po’ come sposarsi anche Loro – in senso lato magari, ma il risultato è lo stesso.

Dopotutto, è stato il ruolo finale che ho scelto per me: né dentro, né fuori. In mezzo.

In mezzo ad ogni cosa, ad ogni persona. Ad ogni legame.

Incastrata, per mia volontà, tra le volontà altrui.

Incastrata tra Loro.

Ricordo di averLi conosciuti nello stesso modo, anche se in tempi diversi: attraverso una lettera.

Durante il periodo in Accademia, Lui mi scriveva di Lui.

Durante Ishvar, Lui mi scriveva di Lui.

Durante Ishvar, Lui mi scriveva di Lei.

Quando tutto si sia confuso non lo so, forse lo è sempre stato.

Quando tutti si sono confusi non lo so, forse lo sono sempre stati.

Eppure ricordo un episodio, una frase, una richiesta.

 

“Insegni come vivere. Insegnami come vivere in un mondo che non sia Ishvar…”

 

Me lo ha chiesto con la disperazione nella voce, e con il rimpianto negli occhi.

Me lo ha chiesto come un bimbo spaventato dal mondo.

Me lo ha chiesto come un uomo senza più nulla.

Me lo ha chiesto malgrado davanti al mondo fingesse fosse semplice.

 

“Raccontami. Raccontami, ti prego. Raccontami chi sei e chi sei diventato.”

 

Raccontami di te.

Raccontami di chi eri lì.

Raccontami di chi ha camminato al tuo fianco, di chi cercavi gli occhi, di chi c’era quando non c’era nessuno.

Raccontami di Voi.

Questo gli ho chiesto senza cattiveria o gelosia.

E lui parlava di Voi.

 

Ci sono troppi Voi, qui. Troppi legami.

C’è troppo…

 

Vi ho conosciuti dai suoi racconti, dall’affetto delle sue parole, dalle battute irriverenti e dagli insulti affettuosi.

Vi ho conosciuti come la sua famiglia; sgangherata, assurda, piena di buchi, che a malapena stava in piedi e che nemmeno si sognava di definirsi tale. Eppure Vi ho conosciuti.

Poi Vi ho visti, e ho capito che non avrei mai compreso.

Non del tutto. Non veramente.

 

In mezzo a tutto.

In mezzo a tutti.

Il ruolo che ho ritagliato per me.

 

Non ho capito Maes e Roy – fratelli non di sangue, ma di qualcosa che del sangue se ne fregava.

Non ho capito Maes e Riza – estranei che fingevano di essere tali, ma si capivano con uno sguardo.

Non ho capito Roy e Riza – il cui baratro che li separava sembrava infinito, ma che erano così lontani da essere vicini.

Alla fine ho smesso di cercare di capire.

Alla fine ho smesso di cercare una motivazione.

Ma ho imparato.

 

In mezzo a tutto.

In mezzo a tutti.

Il ruolo che ho ritagliato per me…

Perché non c’era posto migliore per assistervi.

 

 

Non sono mai stata un soldato, né un alchimista.

Non conosco il peso della divisa, tantomeno quello della Guerra.

Ma l’Amicizia e l’Amore

Ho imparato con Voi.

Ricordo ancora quel giorno

Elicia era nata da poco, e tra infinite tribolazioni eravate riusciti a venire. Per farci le congratulazioni. Per un abbraccio. Per conoscere la mia bimba.

Ricordo di aver sorriso serena, mentre allungavo le braccia e Riza la accoglieva tra le sue.

Ricordo di aver ridacchiato divertita, quando Roy si è avvicinato e gli è stata gentilmente messa in braccio la bimba, e la sua espressione stranita.

Ricordo il flash della macchina fotografica che ha abbagliato tutti, le espressioni stupite e quel pezzo di carta che sarebbe diventato tra i più importanti.

E ricordo le parole di Maes a loro, la sua richiesta che era anche la mia.

 

“Se qualcosa va storto…”

 

Sarete Voi ad occuparvene.

Non ho mai avuto dubbi. Mai.

Ho sempre detto che non avremmo potuto scegliere persone migliori.

Quella foto, stampata poco tempo dopo, mi ha dato la conferma.

Una famiglia…

Lo sembravate, la sareste stati e lo siete stati.

Anche se il mondo non ne ha mai saputo nulla per molto tempo.

Anche se per anni nessun altro a parte me e Maes ha sentito Elicia dire quelle due paroline.

 

“Zio, mi prendi sulle spalle?”

“Zia, balli con me?”

“Zio. Zia. Mi raccontate una storia?”

 

No, il Mondo non l’ha saputo per lungo tempo.

Ma io sì.

Ma lui sì.

Siete stati per Elicia una famiglia, la stessa che siete stati per Maes. Lo siete stati anche per me.

Ricordo i giorni peggiori, quelli in cui ogni cosa andava nascosta, in cui ogni gesto doveva essere accurato, controllato, studiato.

Ricordo il dolore negli occhi di mia figlia, che non capiva; ricordo le sue lacrime perché pensava di avervi fatti arrabbiare; ricordo che chiedeva di Voi, e io dovevo mentire per tutti.

E ricordo quel giorno

Dimissioni dall’ospedale, ma fasciature che nascondevano ferite ancora sanguinanti.

Il campanello aveva suonato ed Elicia, come suo solito, ch’era corsa ad aprire.

E il silenzio.

Mi ero precipitata spaventata e la mia bimba era al sicuro tra le braccia di Riza, una mano di Roy sulla sua testolina e l’altra che si poggiava delicata sul fianco della donna.

 

“Zio. Zia.”

 

Lacrime visibili.

Mie. Di mia figlia.

Lacrime invisibili.

Roy. Riza.

No, non avremmo potuto fare scelta migliore.

Lo pensavo allora e lo penso oggi.

L’ho pensato quel giorno all’ospedale, quando Elicia ha conosciuto sua cugina.

L’ho pensato quando ho saputo della scelta della mia bambina: la divisa.

L’ho pensato quando si è diplomata e il Comandate Supremo Mustang le ha dato mostrine e diploma.

E lo penso oggi, il giorno del suo matrimonio, mentre c’è qualcuna che la tranquillizza come io non riesco a fare e c’è qualcuno che l’aspetta per accompagnarla verso qualcun altro.

Una famiglia

Sgangherata, assurda, piena di buchi e di rattoppi, che ora sta in piedi e che malgradi non si sia mai sognata di definirsi tale lo è, lo è diventata e lo è sempre stata.

E io sono in mezzo.

Ma non c’è posto migliore.

 

 

 

Angolino dell’Autrice (più o meno):

 

Beh, almeno stavolta sono stata (semi) veloce a pubblicare. Il che potrebbe essere un record xD

Passando alla storia… Immagino che si sia capito chi parla: ovviamente Glacier!

Lo so, ormai qui stiamo alla follia, ma è anche questo il bello xD

Anche in questo caso un capitolo che per certi tratti può ricordare il precedente per stile di scrittura, anche grazie al fatto che passiamo a parlare di terzi in senso generico a sembrare di parlare direttamente con loro. Anche in questo caso come nel precedente è una scelta voluta, studiata e adattata. Nulla viene lasciato al caso (sì, come no! Non ci credo nemmeno io!).

In questo capitolo ho cercato di capire Glacier, la sua vita, i suoi sentimenti, e il suo legame.

Il tutto si risolve in qualcosa che in una certa misura va da sé.

Gran parte delle cose sono frutto della mia fantasia (diciamo un buon 98% dai), tuttavia sappiamo che Maes le scriveva da Ishvar, e mi fa strano pensare che non abbia mai scritto di CHI era lì con lui. Il resto è quasi una conseguenza logica. In una certa misura è quasi una MaesRoyRiza (nella mia mente sono tre personaggi inscindibili, vista Ishvar; perché è lì che loro 3 sono nati come quelli che abbiamo conosciuto noi). Glacier è il quarto elemento, una variabile entrata nel gioco delle parti per Maes, ma che è impossibile scindere dal resto. Così come Elicia.

Nella mia mente Glacier ha il ruolo dell’esterna e dell’interna; è quella che sa ma non sa; è quella a cui racconti ma non racconti; è quella che mette insieme le tessere del puzzle pezzo dopo pezzo, parola dopo parola, azione dopo azione. E non è stupita, ed è vissuta con Maes abbastanza tempo da capirne i legami. Mi piace pensare che lei abbia sempre saputo, ma che abbia rispettato il suo “ruolo” per così dire.

Tutta la questione Elicia è SERIAMENTE nata dalla fantasia, ma un po’ di zucchero non guasta. Nei limiti del possibile. In più l’ho sempre immaginata come una cosa MOLTO possibile.

Questo capitolo in realtà in certa misura sarà ripreso, o almeno saranno riprese alcune questioni qui inserite. Sì, mi piace creare collegamenti pure nelle raccolte che dovrebbero essere fini a sé stesse. Sono un caso disperato.

Infine…

RedLolly! Mi ucciderai a breve perché ancora non mi sono messa a recensire come promesso. Se vuoi ti do l’indirizzo così mi vieni a tirare il collo direttamente (che sarebbe più che giusto). In realtà sappi che sto abbozzando le recensioni, perché un minimo di senso logico in una recensione è d’obbligo. E sappi che sei stata lo sprone per questo nuovo capitolo; mi hai dato la carica che mi serviva. Non so davvero come ringraziarti! Per tutto! Grazie anche per il commento del precedente capitolo. Domani se tutto va bene inizio a mettermi in pari. Incrocio le dita.

 

A presto.

LadyBlueSky

 

  
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