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Autore: eddiefrancesco    17/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Del resto, Octavia, non aveva mai detto di esserlo. L'errore era stato il suo. Ma perché lei non lo aveva corretto? Perché si era imbarcata in quella folle avventura? Scosse la testa. Non ne aveva idea. Ma un fatto era chiaro anche a un idiota come lui. Era stata bravissima a mettergli una benda sugli occhi. Octavia Petrie aveva fatto fare la figura dello stupido a Edward Barraclough, e probabilmente si era divertita un mondo! Che bello scherzo doveva esserle sembrato. Essere assunta dal proprio affittuario! Non c'era da stupirsi che lui avesse visto ironia nei suoi occhi, che avesse avvertito sfida nel suo atteggiamento, anche se non le aveva mai espresse. Quanto doveva aver riso! Doveva essere stato un trauma per lei quando aveva scoperto di essere umana, dopo tutto, quando alla fine si era trovata coinvolta in qualcosa che non poteva controllare: la piccola istitutrice nelle grinfie della passione. Ovvio che fosse fuggita. Era un'impostora! Sbatte' la cornice sul tavolino, calcio' le ceneri spargendole ovunque e lasciò la stanza, chiudendola a chiave con fermezza. Lui aveva chiuso con questa storia dell'ex istitutrice! Miss Octavia Petrie era morta, per lui. Era sfuggito per miracolo a uno dei più grossi errori della sua vita! Il giorno dopo lasciò Wychford insieme a Pip. La bambina lo fece fermare alla curva per un'ultima occhiata. Era una giornata grigia e la casa aveva perduto il suo strano sorriso. «Cosa guardi, Pip? Wychford è vuota.» «Ma non è morta, Edward. Credo che sia... come in attesa.» «Sciocchezze! Non so cosa potrebbe aspettare. È improbabile che ci torneremo.» proruppe lui brusco. «Oh, guarda!» «Cosa c'è ora?» chiese Edward un po' seccato. «Non hai visto? La casa ha sorriso di nuovo!» «Philippa, se continui a parlare così ti prenderanno per matta. E tua zia darà la colpa a me. Ogni tanto c'è un raggio di sole che fora le nubi. Si sarà riflesso sulle finestre. E ora, basta parlare della casa. Londra ci aspetta, piccolina.» Edward decise che aveva un ultimo dovere da compiere prima di estromettere per sempre Octavia e il fratello dalla sua mente. Era chiaro che Lisette era molto interessata a Harry Petrie, e lui doveva scoprire qualcosa di più sul suo conto per l'eventualità che sua nipote lo incontrasse di nuovo. Se era il cacciatore di dote che pensava Julia, allora certamente avrebbe cercato di rivedere Lisette a Londra. Il locandiere aveva detto che aveva il portamento di un soldato. Così, Edward scelse uno dei più grossi pettegoli delle Guardie a Cavallo, un uomo a cui aveva fatto un paio di favori in passato, e si recò da lui. Sir Charles gli assicurò che sarebbe stato un piacere aiutarlo. «Petrie? Petrie... Fatemi pensare...» «Suo fratello Stephen fu ucciso a Waterloo. Questo vi può aiutare?» suggerì Edward. «Non molto. Avete idea di quanti soldati perirono a Waterloo? Ma, aspettate! Petrie è il nome di famiglia dei Warnham. È possibile che sia imparentato con loro... Lasciatemi un giorno o due, vecchio mio. Farò il possibile.» Quando Edward tornò da lui, Sir Charles era trionfante. «Avevo ragione! Il tenente Harry Petrie delle Guardie. Dev'essere lui. Quadra tutto. Aveva proprio un fratello che perse la vita a Waterloo.» «Imparentato con i Warnham, dite?» Sir Charles scoppiò in una fragorosa risata. «Imparentato? Direi proprio di sì! Il giovane Harry erediterà il titolo, un giorno, a meno che suo fratello Arthur non riesca a generare un maschio. Il che al momento pare molto improbabile.» «Intendete dire che... Harry Petrie è il figlio di un conte?» «Esattamente. La famiglia è numerosa...» «Otto figli» mormorò Edward. «Sette ormai, amico mio. Uno di loro morì a Waterloo, ricordate? Restano solo due maschi, le altre sono femmine.» «Rispettabili?» chiese ancora Edward. «Assolutamente! Hanno legami di sangue con metà dell'aristocrazia inglese. La loro madre era una Cavendish, la nonna paterna una Ponsonby e, delle cinque figlie, una è sposata con il Duca di Monteith, un'altra è la Marchesa di Rochford, una terza è maritata all'estero. Con un conte francese, credo... La quarta non ricordo, ma è altrettanto altolocata. La più giovane è l'unica a non essere sposata. Era una delle stelle della Stagione, qualche anno fa, ma non le è piaciuto nessuno di noi. Peccato. Era ricca, bella, nobile. L'uomo che riuscirà a conquistarla sarà un fortunato mortale. Una ragazza dai gusti difficili, però.» «Davvero?» domandò Edward. «Oh, si! Il cuore della Contessina Octavia non ha mai avuto il sopravvento sulla sua testa! Sua madre morì poco prima della fine della Stagione e lei non tornò più a Londra, ma lo saprei se fosse sposata. Ovviamente è ancora più ricca, ora. Ha ereditato una bella proprietà dalla sua madrina, ho sentito.» Edward decise che aveva saputo abbastanza sul conto di Octavia. Chiese: «Sapete qualcosa riguardo a Harry Petrie? Ha vizi? Gioca d'azzardo? Beve?» «Non più di tutti gli altri. Meno, direi. Perché vi interessa tanto il giovane Harry? Se aveste una figlia, direi che avete delle mire su di lui, ma non è così. Allora, cosa c'è sotto?» «Una mia parente lo ha incontrato. Volevo solo sapere che tipo fosse.» «Ho sentito dire che Petrie sta rassegnando le dimissioni. Se entra sul mercato matrimoniale, meglio che diciate alla madre della ragazza di muoversi in fretta. Sarà uno dei migliori partiti della prossima Stagione!» «Ma davvero!» commento' Edward un po' amaro. «Vi sono molto obbligato, Stainforth. Se posso ricambiare il favore, basta che me lo facciate sapere.» Tornò in North Audley Street sollevato, almeno, che sua nipote non fosse caduta in mano a un vile avventuriero. Un matrimonio con il giovane Harry Petrie sarebbe stato approvato dal più rigido dei tutori. Ciononostante, si augurava sinceramente che Lisette trovasse qualcun altro. Meno lui avesse avuto a che fare con la Contessina Petrie e la sua famiglia, meglio sarebbe stato! Non solo Octavia era la proprietaria di Wychford, ma una stella dell'alta società, la figlia di un conte, consanguinea di metà delle migliori famiglie del regno! Che brava attrice era stata. Come doveva essersi risentita per come l'avevano trattata lui e Julia, eppure mai, neanche con una parola, si era tradita. Perché diavolo l'aveva fatto? Una piccola avventura? La contessa che si mescola al volgo? Magari l'aveva persino fatto per scommessa! Comunque fosse, lui era risentito. L'aveva offeso il modo in cui lei lo aveva ingannato, prendendosi gioco di lui. Era irritato dalla propria cecità. Ma più di ogni altra cosa era seccato perché lei ancora gli occupava la mente, stuzzicandolo con il ricordo di come si fosse abbandonata tra le sue braccia. Accidenti alla ricca, bella, aristocratica Contessina Octavia Petrie! Perché non riusciva a dimenticarla? Anche Octavia cercava di rimuovere il pensiero di quello che era successo a Wychford. Dopo aver preso la precauzione di farsi lasciare da Jem poco lontano dai cancelli di Ashcombe, aspetto' che lui si fosse allontanato e chiese al custode di portarla alla casa padronale. Qui Lady Dorney la accolse sbalordita e la portò subito in camera sua, dove Octavia cominciò a cambiarsi. «Ma dove hai preso un vestito così sciatto, Octavia? E cosa ti è successo? Hai il viso stravolto.» «Ho... ho passato dei momenti difficili in questi ultimi giorni. È arrivata Mrs. Barraclough, perciò non c'era motivo perché restassi. Così sono tornata a casa.» «Che progetti hai?» «Devo occuparmi di un paio di cose, promesse che ho fatto, poi vedremo. Ditemi com'è andata qui. So che Harry è tornato. È venuto a cercarmi a Wychford.» «Ecco dov'era finito! C'è stata una scenata con Arthur, non appena è arrivato. Alla fine della discussione Harry è uscito come una furia senza dire a nessuno dove andava. Dimmi, Arthur è sempre stato così autoritario?» «Sì» sospirò Octavia. «Harry e io non lo abbiamo mai tollerato. Immagino che papà non abbia detto molto.» «Ebbene, no. Ma era ovvio che stava dalla parte di Arthur.»
   
 
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