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Autore: 20maggio2013    17/11/2021    1 recensioni
E se Kurt e Blaine si fossero conosciuti quando erano ancora bambini?
mini ff natalizia sui Klaine, tutta la storia è ambientata durante il periodo di natale nei diversi anni
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'fearlessly and forever'
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Il mio amico di natale

Westerville, Natale 2007

«Vieni qui, Blaine!» Una giovane donna sui trent'anni aveva richiamato suo figlio di soli quattro. Si era inginocchiata per essere alla sua altezza e aveva alzato il colletto della camicia bianca che indossava il piccolino.
«No, mamma.. non mi piace» si era lamentato il bambino quando la donna gli aveva legato al collo un piccolo papillon rosso, aveva provato a divincolarsi anche quando aveva iniziato a sistemargli la sua folta chioma riccia con del gel.
«Ecco.. ora sei bellissimo» aveva poi affermato mentre lo teneva per le spalle e lo osservava nei suoi vestiti eleganti. Poi gli aveva lasciato un delicato bacio sulla guancia e si era rimessa in piedi.
«Ehi schizzo, conciato così sembri nostro nonno» Cooper era appena entrato in stanza e aveva visto le condizioni del fratello minore e come in ogni occasione non poteva fare a meno di prenderlo in giro. Il piccolo Blaine si era lamentato di quello, aveva tolto la mano dalla presa della madre e aveva provato a togliersi quel papillon.
«Cooper smettila -lo aveva rimproverato la donna- E sistemati quella camicia invece di prendere in giro tuo fratello» aveva aggiunto mentre si piegava a sistemare di nuovo il papillon. Lo aveva preso di nuovo per mano e aveva raggiunto il marito, poi una volta che anche Cooper era pronto, erano usciti tutti e quattro e si erano diretti verso l'hotel dove si sarebbe tenuto l'evento di natale organizzato dall'azienda dove lavorava il signor Anderson. Cooper aveva subito raggiunto alcuni bambini della sua età, figli di colleghi che aveva conosciuto in altre occasioni,  mentre Blaine era rimasto mano nella mano con la madre a guardarsi intorno. Si guardava intorno in cerca di altri bambini come lui. Ma quello che vedeva erano solo o neonati o bambini troppo grandi che non avrebbero mai giocato con lui. Ma poi la sua attenzione era stata catturata da un altro bambino che era appena entrato mano nella mano con una giovane donna bellissima. E Blaine aveva sperato davvero che quel bambino fosse lì per l'evento così avrebbe avuto un amico anche lui con cui passare quelle vacanze di natale.

Kurt non aveva molti amici, anzi non ne aveva proprio. A scuola era sempre preso di mira dai suoi compagni, veniva considerato quello strano. Ma lui stava bene così, aveva la sua mamma e il suo papà e non gli serviva altro. Per questo quando aveva saputo che avrebbero passato le vacanze di natale fuori Lima non si era lamentato, a lui interessava stare solo con i suoi genitori.
«Mamma, mi sistemi i capelli?» Aveva chiesto a sua madre dopo essere entrato nel bagno dove lei si stava finendo di preparare. 
«Certo tesoro, vieni qui -gli aveva sorriso la donna dai lunghi capelli color cenere e gli occhi che facevano invidia all'oceano. E Kurt aveva preso i suoi stessi occhi e ogni volta che qualcuno lo notava lui mostrava sempre un sorriso fiero. Elisabeth gli aveva sistemato i capelli spostandogli il ciuffo di lato e l'aveva fissato con un po' della sua lacca. Poi gli aveva sorriso. - ecco qui, il mio bambino perfetto» aveva affermato mettendolo davanti allo specchio e mostrandogli uno dei suoi bellissimi sorrisi. Kurt le aveva sempre invidiato il sorriso.
«Kurt, Tesoro.. dobbiamo andare se non vuoi fare tardi» aveva esclamato Burt Hummel entrando nel bagno e sorridendo alla moglie e al figlio. Kurt si era dato un'ultima occhiata allo specchio sistemandosi la camicia che aveva indossato con le mani. Poi aveva allungato una mano verso il padre e una verso la madre e tutti e tre insieme erano usciti di casa e si erano diretti a Westerville, dove si sarebbero intrattenuti fino al giorno dopo Natale. Ci avevano impiegato circa un'ora per arrivare a destinazione e una volta arrivati non avevano trovato subito parcheggio. Così Burt aveva fatto scendere la moglie e il figlio mentre lui continuava a cercare parcheggio. Kurt aveva seguito sua madre senza lasciarle mai la mano e si era guardato intorno una volta entrato dentro l'hotel. Era enorme ed elegante, si stava perdendo in tutti i più piccoli dettagli mentre la madre parlava con qualcuno di lavoro tanto che non si era accorto che qualcuno si era avvicinato a lui. 
«Ciao, io sono Blaine» aveva detto un bambino più piccolo di lui, o almeno fisicamente. Kurt si era voltato verso di lui un po' titubante e lo aveva osservato attentamente. 
«Ciao» aveva detto poi senza aggiungere altro, Blaine stava per fargli una domanda ma poi era arrivato Burt che aveva richiamato la sua attenzione e poco dopo erano andati nella loro camera. 

Blaine, dopo aver insistito a lungo, era riuscito a convincere sua madre ad allontanarsi un po' solo dopo averle promesso che per qualsiasi cosa non sarebbe uscito dall'hotel. Così si era messo a girovagare per l'ultimo piano di quell'enorme hotel curiosando un po' in giro. Le persone intorno a lui erano tutte fin troppo occupate per accorgersi di lui, così era riuscito a girare indisturbato e ad entrare senza farsi notare dentro una porta dove c'era scritto "Solo personale". Era ancora troppo piccolo per poter leggere, certo aveva imparato a distinguere le varie lettere ma non aveva ancora imparato a leggere, quindi per lui la scritta sula porta poteva avere qualsiasi significato. E poi aveva visto un bambino aggirarsi da quella parte della stanza, quindi non era una zona pericolosa, giusto?
Kurt seguiva sua madre che camminava avanti e indietro, a destra e sinistra per risolvere tutti i problemi che le venivano posti dai suoi colleghi. Quando gli avevano detto che sarebbero andati via per Natale, Kurt aveva pensato a quel viaggio come ad una vacanza, non aveva considerato il fatto che sua madre sarebbe stata impegnata con il lavoro e che suo padre avrebbe avuto una chiamata urgente e sarebbe dovuto tornare a Lima per risolvere il tutto. Così si era ritrovato a seguire sua madre sperando che trovasse un minuto libero per lui.
«Tesoro, mi dispiace così tanto -aveva affermato la donna fermandosi un attimo e abbassandosi alla sua altezza, sapeva che andando lì avrebbe dovuto lavorare, ma non pensava neanche che non avrebbe trovato neanche un minuto libero- Senti, intanto perché non vai di là e inizi a preparare tutto e appena mi libero vengo a giocare con te?» gli aveva domandato con un sorriso e Kurt aveva annuito, un po' tristemente. Poi l'aveva osservata tornare a lavoro.
«Posso giocare io con te» si era girato verso quella voce trovandosi davanti lo stesso bambino di qualche ora prima.
«Non vuoi davvero giocare con me» gli avevarisposto sicuro, ormai era abitato a quello, nessuno dei bambini che conosceva aveva mai voluto giocare con lui.
«Perché?» aveva chiesto ingenuamente Blaine 
«Nessun bambino ha mai voluto giocare con me» aveva alzato le spalle e Blaine in risposta gli aveva sorriso e lo aveva preso per mano.
«Io voglio giocare con te, possiamo essere amici» aveva affermato e Kurt aveva alzato il suo sguardo su quello di Blaine e aveva sentito che quel bambino era diverso dagli altri, forse poteva davvero avere un amico anche lui.
«Anche se voglio giocare a prendere il the?» aveva domanda poi per sicurezza e Blaine aveva annuito sempre con quel sorriso sulle labbra. E solo allora Kurt aveva sorriso anche lui e tenendolo per mano lo aveva portato nella stanza dove sua madre gli aveva detto che avrebbe potuto giocare e aveva sistemato con Blaine tutto quanto. Elisabeth era passata diversi minuti dopo ma, quando aveva visto che il figlio era in compagnia di un altro bambino e gli era sembrato divertito, li aveva lasciati giocare con un sorriso sulle labbra poi era andata ad avvertite i genitori di Blaine su dove fosse il figlio, conosceva bene tutti gli ospiti di quell'evento e sapeva che i signori Anderson fossero gli unici ad avere un figlio di quell'età, poi era tornata a lavoro. I signori Anderson erano andati a prendere il figlio solo una volta che si era fatta sera.
«Blaine, dobbiamo andare. Saluta il tuo amico, lo rivedrei domani» aveva detto la madre richiamando l'attenzione del piccolo che aveva annuito e si era alzato da terra.
«Ciao Kut» aveva sussurrato, ancora troppo piccolo per pronunciare bene il nome del ragazzo.
«Ciao Blaine» aveva sorriso Kurt agitando piano la mano in segno di saluto, gesto ricambiato dall'altro bambino.

Era così che Kurt e Blaine avevano passato quei gironi prima di Natale, a giocare e vedere cartoni natalizi insieme e ogni tanto Kurt lo correggeva quando Blaine pronunciava male qualcosa, come per esempio il suo nome. 
Blaine arrivava la mattina presto in hotel con i suoi genitori, ogni giorno sua madre gli faceva indossare un abito diverso e un papillon diverso, i capelli rigorosamente fermi e sistemati con del gel, aveva anche smesso di lamentarsi quando sua madre lo sistemava per farlo essere in ordine e non badava più alle prese in giro di suo fratello, perché così facendo significava arrivare prima in hotel e passare quindi più tempo con il suo nuovo amico.
Kurt si preparava ogni girono da solo, si metteva davanti allo specchio e si sistemava meglio che poteva, aveva preso da sua madre in quello. Lei era sempre così bella e perfetta e Kurt voleva essere come lei. Indossava la sua camicia bianca, ne aveva portate due, un paio di bretelle rosse, un papillon natalizio che ormai aveva imparato a mettere da solo nonostante i suoi cinque annui e un paio di pantaloni scuri. E ogni volta ammirava i completi che indossava Blaine e si imbarazzava a presentarsi da lui ogni giorno vestito sempre uguale, ma Blaine sembrava non fare caso a quello o forse semplicemente non gli interessava. Era così strano avere un amico, ogni sera prima di andare a letto raccontava a sua madre e a suo padre, che era tornato, di quello che aveva fatto con Blaine sempre con un sorriso emozionato sulle labbra. 

Era arrivato finalmente il giorno di Natale e Kurt aveva scartato emozionato il suo regalo, una giacca rossa che aveva subito indossato per quella giornata. Aveva abbracciato forte i suoi genitori e poi era corso nella stanza dove si vedeva sempre con Blaine per potergli mostrare fiero la sua nuova giacca. Ma Blaine non era arrivato quel girono e più il tempo passava, più il sorriso sulle labbra di Kurt si spegneva. Non voleva più essere suo amico?
Blaine quella mattina era corso ad aprire i suoi regali come prima cosa, poi aveva fatto una lunga colazione e si era andato a preparare per il pranzo di natale che avrebbero trascorso sempre in hotel. Aveva preso il suo zainetto che ultimamente si portava sempre dietro e aveva conservato un pacchetto che aveva fatto lui stesso la sera prima con dentro un regalo per Kurt. Era suo amico e voleva fargli un regalo, così era andato in giro per casa cercando qualcosa da regalargli, alla fine aveva optato per una vecchia sciarpa del padre, usata una sola volta. Così senza dire nulla aveva preso la sciarpa della Burbarry consapevole che suo padre non la indossava più e che non si sarebbe mai accorto della sua assenza e aveva confezionato un pacco regalo un po' trasandato che aveva poi conservato nel suo zainetto. Non vedeva l'ora di darlo a Kurt. Stava correndo da lui quando era arrivato in hotel, ma sua madre l'aveva trattenuto. Era il girono di Natale e avrebbero pranzato tutti insieme. 
«Kurt, tesoro, perché quel musetto triste?» aveva domandato Elisabeth quando lo aveva trovato sul divano con un'espressione triste sul volto.
«Blaine non vuole più essere mio amico» aveva mormorato ed Elisabeth gli aveva accarezzato dolcemente una guancia.
«Perché pensi questo tesoro?»
«Non è venuto» aveva affermato con tono ovvio, come se quello bastasse a significare che Blaine non voleva più essere suo amico ed Elisabeth aveva trattenuto una risata.
«Kurt, è Natale..ora sta pranzando con la sua famiglia, ma vedrai che quando avrà finito verra qui da te -gli aveva sorriso e Kurt aveva annuito un po' speranzoso- Ora che dici se andiamo a pranzo anche noi? Papà ci aspetta giù, vedrai che quando tornerai qui troverai Blaine ad aspettarti» 
E così era stato. Quando Kurt aveva finito di pranzare con la sua famiglia, suo padre era andato a riposare e sua madre era tornata a lavoro, lui era tornato nella stanza dove aveva passato tutte le sue giornate a giocare con Blaine ed era proprio lì che lo aveva trovato. Seduto sul divano, in un nuovo completo elegante e con il suo zainetto sulle gambe.
«Buon Natale Kut -aveva esclamato quando lo aveva visto, facendo un piccolo salto per scendere dal divano. E Kurt aveva sorriso.- Mi piace la tua nuova giacca»
«Grazie -aveva sorriso di nuovo, contento che avesse notato quel dettaglio- buon Natale anche a te»
«Ho un regalo per te» aveva affermato poi Blaine aprendo il suo zainetto e porgendogli il pacchetto tutto rovinato. Kurt avrebbe voluto commentare quella cosa, ma il sorriso e gli occhi dolci di Blaine lo fecero sorridere a sua volta.
«Io non ho niente per te» aveva detto tristemente e Blaine si era stretto nelle spalle, come a dire che non gli importava. Aveva già avuto tanti regali.
«Tieni, aprilo» Kurt aveva sorriso e aveva scartato piano il pacchetto toccando poi qualcosa di soffice. Era piccolo, ma aveva più volte sfogliato le diverse riviste di moda della madre rimanendo ogni volta incantato ad osservare tutti quegli abiti, quelle sciarpe e accessori, e al contrario di altri bambini che avrebbero odiato ricevere una sciarpa come regalo, lui era al settimo cielo per quello.
«Grazie Blaine» aveva affermato buttandosi tra le sue braccia e l'amico colto alla sprovvista era caduto sul divano ridendo. Poi Kurt si era alzato e si era slegato il papillon che aveva al collo.
«Tieni, te lo regalo» aveva affermato porgendogli quel piccolo pezzo di stoffa.
«Ma..ma è tuo»
«Voglio che lo abbia tu» gli aveva sorriso Kurt e Blaine aveva ricambiato il sorriso prendendo il suo papillon e conservandolo poi nel suo zaino. Avevano poi passato il resto bella giornata seduti vicini sul divano a guardare cartoni, quando poi si erano dovuti separare avevano conservato gelosamente i regali che si erano scambiati e si erano saluti con un abbraccio augurandosi di nuovo un buon Natale.

Il giorno dopo Natale, Kurt e Blaine si erano visti come ormai loro abitudine, ma non avevano passato la giornata nella solita stanza, quel giorno c'era il sole e faceva anche abbastanza caldo per essere pieno inverno. Così avevano passato la giornata nel parchetto dell'hotel. Blaine non ci aveva pensato due volte prima di correre verso le giostre o arrampicarsi sugli alberi, Kurt lo aveva osservato con sguardo terrorizzato.
«Blaine così rovini tutti i vestiti» aveva affermato quando lo aveva visto salire un un albero basso ma robusto.
«Oddio sei pazzo, potevi farti male» aveva esclamato sempre Kurt quando lo aveva visto saltare da quel tronco e cadere in piedi accanto a lui. Blaine aveva alzato gli occhi al cielo e lo aveva preso per mano trascinandolo poi sullo scivolo. Aveva dovuto insistere un po' per far in modo che Kurt scendesse. Ma non era riuscito a convincerlo a sedersi sotto un albero per mangiare il loro pranzo, si erano seduti invece su una panchina all'ombra. Ma poi Blaine si era alzato e si era seduto sull'erba mentre Kurt era rimasto su una panchina. 
«Questa è una pietra magica, lo sai?» aveva domandato Blaine alzando lo sguardo sul suo amichetto.
«Perché è magica?»
«Scrive -aveva risposto emozionato Blaine tracciando una linea sulla parte cementata del parchetto e lasciando un piccolo segno.- Guarda so scrivere il mio nome» aveva aggiunto poi prima si scrivere in modo disordinato e un po' storpiato il suo nome. Era l'unica cosa che aveva imparato a scrivere e leggere per il momento. E Kurt aveva sorriso.
«Come si scrive il tuo nome Kut?» aveva chiesto poi dopo aver scritto Blaine per terra.
«K u r t» aveva risposto facendolo lo spelling del suo nome lasciando però un'espressione confusa sul volto di Blaine.
«Quale è la K?» aveva chiesto ancora dopo qualche minuto di silenzio, Kurt allora aveva riso e si era alzato dalla panchina, gli aveva preso la pietra dalle mani e aveva scritto il suo nome. La sua calligrafia era molto più elegante e delicata di quella di Blaine.
«Kurt, tesoro, dobbiamo andare» quel momento era stato interrotto dalla voce forte del signor Hummel che aveva raggiunto il figlio insieme alla madre. L'evento era giuro al termine e loro sarebbero dovuti tornare a Lima. Kurt aveva annuito, si era pulito le mani l'una contro l'altro e aveva abbracciato Blaine.
«Grazie per essere stato mio amico, Blaine» aveva sussurrato restando abbracciato a lui. Aveva passato delle belle vacanze in sua compagnia, non aveva mai avuto un amico ed era triste sapendo di dover salutare l'unico amico che aveva avuto. Se solo fossero stati entrambi della stessa città, magari avrebbero potuto continuare ad essere amici.
«Forza Kurt, dobbiamo andare» aveva detto ancora il signor Hummel prendendolo per le spalle per farlo allontanare. Kurt aveva annuite un po' triste e aveva salutato di nuovo Blaine.
«Ciao Kut» lo aveva salutato Blaine con un cenno della mano per poi vederlo allontanarsi con i suoi genitori, poi si era seduto di nuovo tra l'erba sospirando. Sapeva che gli sarebbe mancato, certo aveva altri amici, ma nessuno come Kurt, Kurt era stato un amico speciale.


Westerville, Natale 2008

Era passato un anno da quel natale dove Kurt e Blaine si erano conosciuti, non si erano più visti dopo quel giorno. Avevano vite diverse in due città diverse, ma ora era di nuovo dicembre e dato il successo dell'evento durante lo scorso Natale, quell'anno si sarebbe ripetuto. Elisabeth Hummel si era occupata di tutto proprio come l'anno precedente, anzi aveva organizzato tutto più in grande. Quell'anno non si sarebbero limitati ad organizzare l'evento dal 20 al 26 dicembre, ma aveva prolungato l'evento fino al 2 gennaio. Era stato un po' un azzardo e sperava che quell'anno sarebbe filato tutto liscio come il precedente. Kurt invece sperava tanto di incontrare di nuovo il suo amico e quando l'aveva visto entrare in hotel quella mattina aveva sorriso, ma non si era avvicinato. Era rimasto con suo padre ad osservarlo. Chissà se si ricordava di lui, chissà se sarebbe stato ancora suo amico. Blaine si era lamentato per tutto il viaggio in macchina perché si trovava ancora una volta con i suoi genitori quando avrebbe voluto passare quelle giornate insieme ai suoi amici di scuola. Si lamentava del fatto che Cooper fosse potuto andare in vacanza dai nonni quell'anno in modo da stare con i suoi amici e invece lui non era potuto andare. Ma quando era entrato in hotel e aveva riconosciuto Kurt, aveva improvvisamente smesso di lamentarsi. Aveva sorriso e gli aveva fatto un cenno di saluto con la mano. Kurt aveva subito ricambio il saluto con un sorriso. E proprio come l'anno precedente, anche quell'anno avevano passato tutti i gironi insieme, avevano giocato e visto cartoni. Kurt gli aveva raccontato alcune cose della scuola elementare che aveva iniziato da qualche mese e per mettersi in mostra leggeva tutto quello che trovava in giro, Blaine lo ascoltava sempre con un sorriso. Alla fine di quelle vacanze, grazie a Kurt aveva imparato a riconoscere tutte le lettere dell'alfabeto. Il giorno di Natale, Blaine si era presentato in hotel con il papillon che Kurt gli aveva regalato l'anno prima e Kurt nel vederlo aveva sorriso. Anche quell'anno si erano scambiati dei regali, Blaine aveva fatto una specie di disegno che raffigurava i due amici sotto l'albero di natale, Kurt gli aveva scritto una letterina che poi gli aveva dovuto leggere dato che Blaine non era ancora in grado di farlo.

"Al mio amico di natale, grazie per essere mio amico e giocare sempre con me, anche quando giochiamo a fingere di prendere il the. Mi piace passare il tempo con te e spero di vederti di nuovo il prossimo natale e spero che vuoi essere ancora mio amico anche il prossimo natale. Ti voglio bene, Kurt" 

Blaine gli aveva sorriso e l'aveva abbracciato per ringraziarlo e poi gli aveva promesso che sarebbe stato sempre suo amico. 

Avevano passato poi il resto dei giorni insieme fino a Capodanno, erano stati di nuovo anche al parchetto dell'hotel e avevano ripassato i loro nomi scritti sulla parte cementata del parchetto ormai leggermente sbiaditi. Si divertivano insieme e non si stancavano mai della compagnia dell'altro. E quando si erano dovuti salutare, quella volta era stato più triste e difficile della precedente. E poi erano stati entrambi contenti nel sapere che anche l'anno successivo si sarebbe tentato di nuovo quell'evento e non solo, ormai era diventato un evento ufficiale che si sarebbe tenuto ogni anno. 

Westerville, Natale 2009

Il terzo anno che passarono il natale insieme, Blaine si portava ovunque andasse la chitarra giocattolo che gli era stata regalata per il compleanno. Non se ne separava mai e quando poteva si metteva a suonare dando anche la possibilità a Kurt di farlo, ovviante nessuno dei due era in grado di suonarla, ma non li interessava. Si divertivano così, iniziando anche ad improvvisare piccoli concerti. Quell'anno era stato Blaine a scrivere una lettera per Kurt dato che anche lui aveva iniziato ad andare a scuola e aveva imparato a leggere e scrivere.

"Ciao Kurt, sono così felice che passeremo tutti i natali insieme. Sei un amico davvero speciale e ti voglio tanto tanto tanto bene. Buon Natale da Blaine. 
Ps. Sarò sempre il tuo amico di natale"

Kurt invece gli aveva regalato un suo disegno, aveva iniziato a disegnare scoprendo che gli piacesse più di quanto aveva immaginato. E così aveva fatto un disegno per Blaine, un disegno forse fin troppo elaborato per un bambino di soli sette anni, ma Kurt era davvero portato per quello. Quando quell'anno si erano dovuti salutare l'avevano fatto con il cuore più leggero sapendo che si sarebbero rivisti l'anno successivo. 

Westerville, Natale 2010

E così era stato. La chitarra giocattolo di Blaine era stata sostituta da una chitarra vera e propria, era grande quasi quando lui eppure Blaine se la portava ovunque andasse. Non suonava più a caso dato che aveva iniziato a prendere lezioni e per l'occasione aveva imparato a suonare Jingle Bells e l'aveva suonata tutto fiero a Kurt. Anche quell'anno si erano scambiati dei regali, Kurt gli aveva regalato un vecchio spartito che aveva trovato a casa e Blaine un set di matite colorate che era andato a comprare con sua madre. Erano entrambi cresciuti e nonostante si vedessero solo per pochi giorni all'anno tenevano molto l'uno all'altro. Nonostante lo vedesse così poco, Blaine lo considerava il suo migliore amico.
«Ci vediamo l'anno prossimo, Blainey» l'aveva salutato Kurt quella mattina prima di tornare a Lima mentre lo stringeva in un abbraccio.
«Ci vediamo l'anno prossimo, Kurtie» aveva risposto lui prima di vederlo andare via, era sempre lui ad osservarlo andare via, ma consapevole che l'avrebbe rivisto il prossimo natale. Ma non era stato così. Kurt non era tornato il natale successivo. 
Blaine invece era tornato anche l'anno successivo ed era rimasto ad aspettare Kurt per diversi gironi. Solo arrivato il girono di Natale aveva capito che lui quell'anno non ci sarebbe andato e Blaine ci era rimasto male. E poi l'anno dopo ancora l'evento non c'era più stato, perché quell'ultimo anno l'evento era stato un fiasco e non era stato riproposto l'anno successivo. E così Blaine non aveva più rivisto Kurt. Quello che gli restava di lui erano quei piccoli regali che gli aveva fatto negli anni precedenti e i ricordi. Anche Kurt non aveva più saputo nulla di Blaine, ma aveva custodito gelosamente i suoi regali. Era stato il suo unico amico e lo sarebbe stato per diversi anni. Andarono avanti con le loro vite, custodendo gelosamente i ricordi di quei natali trascorsi insieme, senza sapere che il destino aveva in mente di farli rincontrare e quale periodo migliore del periodo di natale per farlo?

***

 

Salve a tutti, sono tornata con una breve storia natalizi sui Klaine. In questo prologo vediamo i Klaine ancora bambini, vediamo come si sono conosciuti e come, nonostante si vedessero per pochi giorni l'anno, siano riusciti a diventare buoni amici. Ma poi Kurt non è più andato a passare il natale a Westerville e non si sono più rivisti. Blaine lo ha aspettato a lungo prima di capire che non sarebbe arrivato, povero cucciolo.

Poi ci tenevo a ringraziare AileaDreamer  per avermi sopportata e consigliata mentre scrivevo la storia. In totale i capitoli saranno 7/8 e aggiornerò una volta a settimana, concedendo così tutto entro la fine delle vacanze di natale. Spero che questo prologo vi sia piaciuto e che possa piacervi il resto della storia.

  
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