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Autore: Justice Gundam    18/11/2021    2 recensioni
Lemina Verusia, una giovanissima nobildonna costretta all'esilio, e il suo fidato amico Slayde, un servitore mezzelfo vittima di soprusi e discriminazione. Due persone che, nella loro ricerca di un luogo a cui appartenere e di una causa a cui dedicare le loro vite, entreranno nel culto di Tiamat, la Regina dei Draghi, diventando dei soldati pronti a diffondere il suo culto anche con la forza. La loro via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni...
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: I Figli della Regina dei Draghi

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 7 - La Testa Rossa di Tiamat

 

Il tempo era volato... o almeno, questa era l'impressione che Lemina Verusia aveva in quel momento, mentre attendeva con apparente calma di fronte ad un grande altare in quella che sembrava essere un'elegante cappella dall'alto soffitto a volta. Poco più di due mesi prima, lei e Slayde erano due fuggitivi, che cercavano disperatamente di seminare gli agenti che la loro nazione aveva mandato a catturarli. Adesso... il suo duro addestramento per diventare una sacerdotessa-guerriera era terminato, e la ragazza stava fieramente in piedi a pochi passi dall'altare, di fronte ad una grande e maestosa statua che rappresentava Tiamat in tutta la sua gloria. Le cinque teste della rappresentazione della Regina dei Draghi sembravano quasi guardarla con fierezza ed approvazione, come se la dea stessa fosse fiera di quello che Lemina aveva fatto per dimostrarsi degna di un tale onore. La statua dominava l'intera cappella con la sua presenza, e avrebbe sicuramente scioccato una persona dal cuore più debole - le ali spalancate e le teste fieramente alzate sottolineavano la potenza della dea e l'importanza del momento.

 

Lemina stessa si sentiva in qualche modo diversa. Si sentiva più forte, e non solo fisicamente. Il costante addestramento fisico l'aveva portata a sviluppare i muscoli e la coordinazione, e l'aveva temprata a resistere alla fatica, al dolore fisico. Sentiva che anche la sua forza di volontà era cresciuta. La giovane aveva l'impressione che il suo sguardo si fosse fatto più deciso, e il suo portamento più fiero. Ormai, la fragile nobildonna che lei era una volta era scomparsa, sostituita da una guerriera spietata e risoluta con i capelli tagliati corti e un pettorale d'acciaio temprato che copriva le sue forme. Un largo scudo d'acciaio, sul quale svettava il simbolo sacro di Tiamat, era legato sulla schiena di Lemina... e in una mano, la giovane stringeva quella che era l'arma sacra della Regina dei Draghi, un minaccioso piccone da guerra dalla punta affilata.

 

Lemina guardò in direzione del suo inseparabile compagno. Anche Slayde era visibilmente cambiato. Anche lui era diventato più forte e deciso, e non c'era più quell'espressione tranquilla, ingenua e sofferente nei suoi occhi. Ora il suo sguardo esprimeva freddezza e convinzione, anche mentre attendeva che il Reverendo Cadrak Dragonsworn arrivasse per officiare quell'importante rito. Il mezzelfo biondo indossava ora una cotta di maglia, e un mantello bianco era tenuto avvolto sulle sue spalle, dandogli un aspetto ancora più nobile e fiero di quanto già non sembrasse. La loro vita precedente sembrava essere niente più che un vago, triste ricordo... e di questo, Lemina era orgogliosa. Sentiva che anche se il loro passato fosse tornato a tormentarli, loro sarebbero stati più che pronti ad affrontarlo.

 

Anche se il passato si fosse presentato sotto forma di Asselia e di quei suoi ridicoli sicofanti... Lei e Slayde lo avrebbero affrontato assieme, come erano stati uniti fino a quel momento ed oltre.

 

Detto questo, Lemina non era proprio sicura di cosa pensare di quel gruppo che era con loro. Senza dubbio, anche loro si trovavano lì perchè avevano risposto alla chiamata del Reverendo, ma con una chiara eccezione, lei e Slayde non potevano dire di sapere molto di loro.

 

Brian Spade, lo spadaccino che avevano incontrato il loro primo giorno, era in piedi non troppo lontano da Lemina, e teneva il suo sguardo impassibile puntato verso la statua di Tiamat. Sembrava stoico e concentrato, con l'eccezione di un breve momento in cui si era voltato verso loro due e aveva rivolto loro un breve, educato sorriso. Lemina aveva avuto modo di tenersi informata sul tipo di addestramento che Brian aveva ricevuto in quei due mesi - il Reverendo lo aveva selezionato appositamente per diventare un antipaladino, un combattente il cui scopo era di contrastare gli agenti di Bahamut, sia quelli mortali come sacerdoti, paladini, inquisitori e draghi metallici... che quelli di origine ultraterrena come angeli, arconti o guardinal. Lemina doveva ammettere che provava un po' di invidia per l'importante compito che era stato affidato a Brian, ma si ricordò degli insegnamenti di Tiamat, e mise a tacere quell'accenno di risentimento. Tiamat insegnava che ognuno aveva il suo posto nel grande schema del mondo... e che cercare di infrangere questo schema avrebbe portato soltanto al caos.

 

E il caos, ormai Lemina lo sapeva bene, non portava a nulla di buono.

 

La giovane donna e il mezzelfo spostarono la loro attenzione alla donna dai capelli rossi e dalla carnagione mortalmente pallida che attendeva ai piedi di una bassa gradinata, la schiena appoggiata ad una delle colonne portanti della cappella. Vestita in maniera abbastanza anonima, con addosso un corpetto di cuoio nero aderente che le proteggeva il torso e al tempo stesso le consentiva agilità di movimento, pantaloni beige aderenti e un paio di stivali leggeri, aveva un'espressione attenta, e sembrava che anche in quel momento stesse prestando attenzione ad ogni minimo elemento... e al resto del gruppo.

 

Poco lontano dalla rossa, Lemina vide quel dragonide dalle squame brune-dorate che aveva già visto diverse volte in varie occasioni, in particolare nella biblioteca del forte o nei laboratori di magia. Era abbastanza robusto ed impressionante... però, se paragonato ad altri della sua specie, poteva sembrare relativamente gracile. Era vestito di abiti neutri, adatti all'occasione per cui erano stati convocati, ma comunque non troppo vistosi, e teneva un grosso tomo rilegato, che Lemina riconobbe quasi subito come un volume di magia, sotto il braccio destro. I suoi occhi gialli dalle pupille ellittiche si strinsero in un'espressione di soddisfazione mentre gettavano a Lemina uno sguardo di intesa.

Era un po' strano, si disse Lemina, avere un dragonide in squadra. Per la stragrande maggioranza, i dragonidi erano devoti di Bahamut, e Lemina in effetti non aveva mai sentito parlare di uno di essi che fosse al servizio di Tiamat. Si fece una nota mentale di fare un esame più attento al background di quel dragonide, visto che chiederglielo direttamente non gli sembrava una buona idea.

 

E poi, c'era quell'Anton, lo stregone halfling che Lemina aveva incontrato tempo prima per quell'allenamento magico. In quel momento, il piccoletto portava con sè una gabbia argentata simile a quelle usate per piccoli volatili... e al cui interno si trovava una minuscola figura umanoide alta non più di dieci centimetri, che assomigliava molto ad una sorta di demonietto alato... il cui corpo era formato da ombre solidificate, con gli occhi bianchi e luminosi, privi di pupille, e una bocca piena di denti aguzzi. I contorni della creatura erano irregolari, sfocati... come se il mostriciattolo non esistesse davvero nel mondo reale, ma fosse piuttosto solo un'illusione...

 

Anche se era venuta a sapere un po' di cose su Anton durante il loro incontro di allenamento, e aveva avuto modo di incontrarlo altre volte in seguito, Lemina non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che Anton volesse matenere un certo alone di mistero su di sè. E da quanto aveva sentito da Slayde, Anton non si era aperto neanche con lui. Non che la cosa la sorprendesse. Per quanto ne sapeva, i praticanti di magia arcana tendevano ad avere qualcosa di misterioso ed imperscrutabile...

 

Comunque, questa era la squadra con la quale avrebbe dovuto portare a termine la missione affidatale dal Reverendo Cadrak Dragonsworn. La giovane iniziata si aggiustò come meglio poteva i capelli e si mosse leggermente nella sua armatura, un robusto pettorale di ferro temprato che proteggeva egregiamente il torso, le spalle e le anche, completo di schinieri, guardie per le braccia e un elmetto. Controllò l'arma che teneva a portata di mano, assicurata sulla schiena - un piccone da guerra decorato in maniera semplice ma funzionale, quel tanto che bastava per essere impressionante senza apparire ridicolo. Se doveva presentarsi alla sua squadra, doveva fare la migliore impressione possibile.

 

Il gruppo sembrava attendere, ognuno restando in silenzio... e Lemina decise che era il momento di fare le dovute presentazioni e cercare di conoscersi un po' meglio. Fece un cenno di assenso a Slayde, che sorrise leggermente in modo da darle più fiducia. Era il momento di farsi valere, decise infine Lemina, e raggiunse finalmente l'altare per poi voltarsi verso il gruppo e attirare la loro attenzione su di sè. Quasi subito, tutti si voltarono per concederle la loro incondizionata attenzione.

 

Lemina si schiarì la voce. "Benvenuti. Mi fa piacere che siate arrivati tutti nel tempo previsto." esordì la giovane sacerdotessa-guerriera. "Non credo di dover fare un riassunto della motivazione di fondo che mi ha spinto ad unirmi alla crociata di Tiamat. E ognuno di noi ha le sue ragioni, sulle quali non vado ad indagare. Quello che importa è che siate disposti a fare tutto quello che deve essere fatto per sostenere la nostra fede... e portare un po' di civiltà in questo mondo che ormai sottosta completamente alla legge del più forte."

 

Tutti i presenti rimasero ad ascoltare senza dire nulla, e Lemina lo prese come un segno che, quanto meno, la rispettavano a sufficienza per darle la possibilità di dimostrare quanto valeva. "Adesso," continuò Lemina. "ritengo che sia importante per una squadra potersi conoscere a vicenda e iniziare fin da subito a costruire un rapporto di fiducia reciproca. Perciò, dal momento che questo è il nostro primo incontro, vi chiederei di parlare brevemente di voi stessi al resto della squadra." Fece un cenno di assenso a Slayde, e il biondo mezzelfo si schiarì la voce e cominciò a parlare.

 

"Molto bene... il mio nome è Slayde, e sono un mezzelfo... e uno straniero in questo paese." esordì. "Io... sono stato addestrato come magus, e sono qui per servire Tiamat, perchè voglio diffondere il suo verbo e aiutarla a creare un mondo in cui tutte le razze e tutte le persone siano uguali."

Slayde si guardò attorno, nella speranza di non aver detto troppo menzionando di essere un mezzelfo, abituato com'era alla discriminazione di cui erano vittime i non umani nel suo paese. Per fortuna, nessuno degli altri quattro sembrava stupito o irritato - il resto della squadra era piuttosto omogenea, quindi per Slayde essere un diverso tra i diversi era fonte di incoraggiamento.

 

"Il mio nome è Brian Spade." affermò il giovane dai capelli neri, attirando l'attenzione su di sè. "Sono stato addestrato come guerriero sacro di Tiamat, e la mia speranza è di essere utile a mia volta a questo gruppo."

 

Lemina annuì. Lei e Slayde conoscevano Brian meglio degli altri presenti, e avevano già avuto modo di vedere che si trattava di una persona calma e padrona di sè, concentrata sul suo dovere. E l'armatura nera che indossava, il suo scudo decorato con un drago rampante, e la sua grande spada di acciaio brunito, lo identificavano subito come un combattente abile ed esperto.

 

"Ottimo. E tu, cos'hai da dire?" afffermò Lemina, rivolta all'unica altra donna del gruppo - la donna alta dai capelli rossi e dalla carnagione pallida, che rispose senza tanti giri di parole e con una certa freddezza.

 

"Il mio nome è Cypro. Sono stata assegnata a questo team come esperta in infiltrazioni e furtività." disse semplicemente. "E visto che volete che siamo aperti gli uni con gli altri, vi dirò anche che sono una dhampir."

 

Questo fece sgranare gli occhi per mezzo secondo a Lemina, e la ragazza sperò che Cypro non se ne fosse accorta. I dhampir erano una delle razze che aveva la peggiore reputazione non solo nel Primo Continente, ma in tutto Nexos: creature a metà tra i viventi e i non morti, erano considerati figli dell'orrore e della tragedia, essendo nati da una donna umana e da un vampiro, e proprio per questo venivano spesso soppressi alla nascita - quei pochi che sopravvivevano, dovevano vedersela con un'esistenza segnata dal pregiudizio, dalla sfiducia e dalla persecuzione. Cosa doveva aver vissuto quella ragazza, prima di arrivare al culto di Tiamat? Se non altro Slayde, essendo in pratica uno schiavo della famiglia Verusia, non poteva essere ucciso impunemente. Lemina non si sarebbe stupita se qualcuno le avesse detto che l'uccisione di un dhampir non era nemmeno considerata un reato...

 

"Grazie per avercelo detto. E' importante la fiducia reciproca nel nostro gruppo... e mi assicurerò personalmente che anche tu venga trattata con giustizia e abbia la tua occasione di mostrare il tuo valore." affermò Lemina, sperando di non sembrare condiscendente. "Prego, andate pure avanti."

 

"Immagino che noi due ci conosciamo già... ma per chi non mi conoscesse, mi presento. Il mio nome è Anton, e sono uno stregone. Specializzato in magie distruttive." affermò, per poi sfoderare un sorriso un po' inquietante. "Palle di fuoco, esplosioni, fulmini, e altre cosette di questo tipo."

"Molto bene." disse Lemina. La giovane rivolse la sua attenzione alla creaturina d'ombra che Anton teneva con sè in quella strana gabbietta... a parte la sua strana composizione, le ricordava molto un imp o un gremlin, e si stava facendo l'idea che lo scopo di quella creatura non fosse molto dissimile - probabilmente faceva da messaggero o da famiglio per Anton, oppure da sabotatore per i suoi nemici. In ogni caso, era il caso di tenerlo d'occhio. Valeva la pena di sapere di più di quella creaturina.

    

"E per ultimo ci sono io." continuò il dragonide con un sottile sorriso su un volto dalle fattezze vagamente feline, nonostante il suo aspetto rettiloide. "Il mio nome è Ghedrin, sono un dragonide... come potete vedere... e sono un esperto di conoscenza arcana e arti magiche. Se c'è bisogno di sapere qualcosa su questioni di storia, geografia o questioni esoteriche, rivolgetevi pure a me. Sono qui per mettere le mie conoscenze e la mia magia al servizio della grande Tiamat."

 

"Posso fare una domanda, se non sono indiscreta?" chiese Lemina. Quando Ghedrin rispose con un cenno che esprimeva approvazione, la giovane donna proseguì. "I dragonidi sono conosciuti per la loro devozione a Bahamut, la fede nostra rivale. Come mai uno di loro ha deciso di... cambiare bandiera, per usare questo termine?"

 

"Ho sempre pensato che Bahamut raccontasse soltanto una parte della storia. E se c'è una cosa che non sopporto, è una conoscenza incompleta." spiegò Ghedrin, in una maniera che a Lemina suonò comunque piuttosto misteriosa. In effetti, doveva ammettere la giovane sacerdotessa-guerriera, quell'incontro non le aveva fatto scoprire molte cose nuove riguardo la squadra che avrebbe dovuto gestire... e non era sicura se sarebbero stati in grado di lavorare bene in squadra. Da un lato, la varietà di abilità e poteri a disposizione della squadra voleva dire che avrebbero avuto a disposizione molte opzioni per portare a termine le loro missioni... dall'altro, però, avrebbe potuto rendere la gestione più complicata. E i suoi compagni di squadra si sarebbero affidati a lei per risolvere i problemi, se le cose fossero volte al peggio. Lei era la loro leader, e avrebbe dovuto prendersene la responsabilità.

 

Prima che Lemina potesse porsi troppi dubbi sulle sue capacità, il gruppo sentì il suono di una pesante porta che si apriva cigolando... e i sei neofiti della Chiesa di Tiamat si misero immediatamente sull'attenti quando videro che ad entrare era stato proprio il Reverendo Cadrak Dragonsworn, accompagnato dai suoi due attendenti, Zaltian e Lyzin. Il nano in armatura era impossibile da confondere con chiunque altro: il suo portamento severo e marziale, il suo sguardo gelido e magnetico al tempo stesso, e soprattutto, la sua contagiosa devozione a Tiamat. Come Lemina si aspettava, indossava la sua armatura completa, e sul suo enorme scudo, assicurato sulla sua schiena, era dipinto il simbolo sacro di Tiamat. Tutti cercarono di mantenersi ben eretti mentre il Reverendo e i suoi attendenti si avvicinavano... e gli sguardi dei tre loro superiori li passarono tutti in rassegna, da capo a piedi.

 

"Vostra Eminenza." Lemina accolse l'alto sacerdote, inchinandosi con espressione attenta. "Siamo onorati di rispondere alla Vostra chiamata. Come potete vedere... siamo tutti presenti, e attendiamo le Vostre disposizioni."

 

Lyzin sorrise quasi sinistramente, mentre ammirava i membri del gruppo, e il suo sguardo si fissò in particolare su Brian. Ad un cenno del reverendo, la donna misteriosa riprese il suo tono distaccato e professionale, e si rimise sull'attenti... ma si ripromise di scoprire qualcosa di più su quel ragazzo. Dopotutto, lei le capacità le aveva...

 

"Molto bene, Lemina." esordì finalmente il reverendo, dopo essersi preso il tempo di dare un'occhiata a tutti quanti. "Mi fa piacere vedere che la tua squadra è presente ed è pronta all'azione."

La giovane ex-nobildonna sorrise, un po' nervosamente. "Sì, Vostra Eminenza. Stavo semplicemente familiarizzando con i miei compagni di squadra, in modo da rendermi conto delle loro capacità. Sono convinta che questa squadra abbia un ottimo potenziale e potrà servire bene la Regina Tiamat."

 

Zaltian annuì senza dire una parola, e Cadrak proseguì il discorso. "Bene. Queste notizie sono incoraggianti. Ho scelto questi membri per la squadra in quanto ritengo che la combinazione delle vostre abilità e dei vostri poteri sia la più efficace possibile. Voi sarete la mia squadra d'elite... la Testa Rossa di Tiamat!"

 

Lemina fece fatica a nascondere la sorpresa e l'orgoglio. Se il reverendo l'aveva scelta per una posizione di tale fiducia, voleva dire che era davvero convinto delle sue capacità. Certo, lei aveva sempre fatto del suo meglio durante gli allenamenti, e aveva sempre cercato di dare prova di sè, ma non si aspettava che sarebbe riuscita a farsi affidare un ruolo così importante così presto. Dietro di lei, Slayde fece un leggero sorriso, orgoglioso del successo della sua amica.

 

"Non La deluderò, Vostra Eminenza." disse infine Lemina, quando fu sicura che la voce non le avrebbe tremato. "Eseguirò i suoi ordini con la massima devozione, e guiderò la Testa Rossa di Tiamat al meglio delle mie capacità."

Ghedrin, il dragonide occultista, annuì tra sè mentre pensava al nome che il reverendo aveva dato alla loro squadra. Evidentemente, le squadre d'elite della Fortezza del Voto del Drago avrebbero avuto dei nomi che richiamavano le cinque teste della divinità a cui erano devoti. Una sistemazione che si addiceva alla loro organizzazione, pensò tra sè, incuriosito e desideroso di vedere come sarebbe andata in seguito.

 

"Vostra Eminenza ha molta fiducia nel potenziale di questa squadra." spiegò Zaltian. Il misterioso individuo fece un gesto con una mano... e un piccolo scrigno di legno scuro, con rinforzature in ottone, apparve nelle sue mani dopo un breve gioco di luci. "E' per questo che ha deciso di assegnarvi tale posizione."

 

"Ora, vi chiedo di radunarvi tutti attorno a me." continuò il possente nano. "Rendiamo ufficiale il vostro contratto con la nostra Chiesa. Zaltian."

"Sì, Vostra Eminenza." rispose il misterioso individuo. Lo scrigno di legno scuro che teneva tra le mani si aprì con uno scatto, e il coperchio si sollevò rivelandone i contenuti: diversi rotoli di pergamena accuratamente riposti e sigillati, uno per ogni membro della Testa Rossa di Tiamat. Cypro, la giovane donna dhampir, guardò incuriosita le pergamene che, ad un semplice gesto di Lyzin, si misero a fluttuare in aria, e ognuna di essa finì in mano ad uno dei sei membri della squadra speciale. La misteriosa attendente di Cadrak fece un altro gesto... e i sigilli che tenevano arrotolate le pergamene si ruppero, rivelando un testo scritto in caratteri fini ed eleganti, in cui ogni paragrafo era tenuto separato dagli altri in maniera chiara e leggibile. Le righe erano spaziate in modo da far stare tutto all'interno del foglio, e allo stesso tempo erano ordinate affinchè neanche una riga svettasse rispetto alle altre.

 

Il reverendo Cadrak produsse a sua volta una pergamena uguale alle altre sei e la srotolò con calma, tenendola davanti a sè. "Prego, signori." li esortò. "Leggete attentamente questo contratto, e fate in modo di comprenderne ogni parte. Firmando questo contratto, giurerete fedeltà alla Regina Tiamat e a tutte le parti menzionate."

 

Lemina cominciò a scorrere con attenzione i contenuti del documento, e cercò di non farsi vedere intimorita o troppo entusiasta. Era un momento critico. Accettare quel contratto sarebbe stato l'ultimo passo sulla sua strada per diventare una servitrice di Tiamat a tutti gli effetti... e il primo su una strada ancora più lunga e difficile per diffondere effettivamente il verbo di Tiamat in tutto Nexos.

 

Con trepidazione, Lemina lesse i termini del contratto...

 

******

Si annuncia

che in questo giorno dell'anno 1045 dell'Era dell'Asse è stipulato un contratto perpetuo tra il Reverendo Cadrak Dragonsworn - da qui in poi indicato come il Padrone; e coloro che presteranno servizio come suoi agenti ed accoliti - da qui in poi indicati come i Vincolati. Sia il Padrone che i Vincolati si atterranno senza eccezioni ai dettami di tale contratto con effetto immediato, attraverso ogni difficoltà e tribolazione. Tramite vincolo di sangue e di anima, i Vincolati rispetteranno tale contratto e giurano che non sarà mai infranto.

 

I Vincolati comprenderanno e rispetteranno i seguenti quattro Giuramenti.

 

Il Primo Giuramento è nei confronti della loro Dea e Signora - l'onnipotente Tiamat, Prima tra i draghi, Portatrice di legge ed ordine, Nostra Madre e Protettrice. Essi faranno tutto ciò che è in loro potere per diffondere il Suo verbo e la Sua gloria.

 

Il Secondo Giuramento è nei confronti del loro Padrone - colui che è chiamato Reverendo Cadrak Dragonsworn, Alto Sacerdote di Tiamat in Epiros. Essi non arrecheranno danno al Padrone e obbediranno ad ogni suo ordine e direttiva al meglio delle loro possibilità, a condizione che tali ordini non contraddicano il Primo Giuramento.

 

Il Terzo Giuramento è nei confronti dei loro compagni - gli altri Vincolati che servono assieme a loro. I Vincolati tratteranno tra loro in modo equo ed onorevole, a condizione che tale trattamento non contraddica il Primo e/o il Secondo Giuramento. Ogni tipo di tesoro, bottino e ricompensa guadagnati in servizio dovrà essere condiviso equamente con tutti gli altri Vincolati che hanno contribuito all'acquisizione.

 

Il Quarto Giuramento è nei confronti di loro stessi - poichè Tiamat premia l'ambizione, e tutti coloro che servono la Sua volontà giustamente si adoperano per diventare grandi e potenti in Suo nome, a condizione che ciò non contraddica i precedenti Giuramenti. Dalla loro debolezza, si riconosceranno gli indegni.

 

I Vincolati si impegnano a rispettare i Quattro Giuramenti e si atterranno ad essi anche di fronte a morte e dannazione, da questo giorno fino all'ultimo delle loro vite.

 

Il Padrone giura che finchè i Quattro Giuramenti saranno rispettati, egli ricompenserà i Vincolati secondo il merito delle loro azioni.

 

Così è scritto, e così sia.

 

Nel pieno possesso delle nostre facoltà fisiche e mentali, accettiamo tale contratto. Ogni trasgressore conosca l'ira implacabile della Regina Tiamat.

 

Firmato,

 

******  

      

Lemina proseguì la lettura con estrema attenzione, curando di non trascurare alcun dettaglio e di stare attenta ad eventuali clausole vessatorie. Tuttavia, anche ad un esame attento, la giovane ex-nobildonna era sicura che non ci fosse nulla che non andasse. Il contratto era semplice, lineare, e soprattutto, chiaro nelle sue disposizioni. Era certamente un giuramento importante - il peso di ciò che era scritto su quella pergamena le faceva sentire la bocca asciutta, e Lemina deglutì un po' di saliva per darsi coraggio e fare in modo di essere nel giusto stato d'animo per accettare un compito così importante.

 

Questo era il suo obiettivo, servizio ad una dea che prometteva uguaglianza a tutti. Con metodi non certo gradevoli, senza dubbio... ma queste misure erano necessarie affinchè si potesse arrivare all'obiettivo di un mondo in cui tutti fossero soggetti alle stesse regole, allo stesso ordine.

 

"Questo è il mio futuro... e il mio destino." disse tra sè Lemina. Zaltian si avvicinò a lei, portando con sè una lunga penna ancora gocciolante di inchiostro... e la giovane donna la prese delicatamente e fece una firma alla fine del contratto, sentendo una sorta di brivido nell'apporre l'ultimo tratto di penna.

 

"E' fatta." disse tra sè. "Ho accettato. Ora sono ufficialmente... una soldatessa di Tiamat."

Ognuno dei cinque futuri compagni di squadra di Lemina stava a sua volta leggendo il contratto. Man mano che gli attendenti portavano la penna, prima Slayde, e poi tutti gli altri provvedettero ad apporre la loro firma, sempre percependo lo sguardo intenso del Reverendo su di loro.

 

Finalmente, una volta che l'ultima firma, quella di Ghedrin, venne posta sul contratto corrispondente, Lyzin e Zaltian raccolsero tutte le pergamene e le riposero nello scrigno da cui erano state tolte, per poi chiuderlo con cura. Il Reverendo restò ad osservare l'intera procedura, finchè tutto non fu compiuto, e lo scrigno non si richiuse sui contratti firmati.

Soddisfatto, il possente nano sorrise, un gesto che appariva al tempo stesso affabile ed inquietante. "Avete fatto bene, miei accoliti." dichiarò, e la sua voce baritoneale recava con sè una percettibile dose di orgoglio. "Avete dimostrato alla Regina Tiamat e a me la sincerità del vostro desiderio. Ed ora... dichiaro forgiato il gruppo d'elite conosciuto come la Testa Rossa di Tiamat." Con espressione solenne, alzò una mano guantata d'acciaio. "Servite bene, con devozione ed orgoglio."

 

Tutti e sei si inchinarono, ognuno con rispetto ed orgoglio. Cypro permise ad un lieve sorriso di increspare il suo volto normalmente gelido. Ovviamente, avrebbe dovuto guadagnarsi il diritto di fare parte della Testa Rossa di Tiamat... ma per la prima volta in vita sua, la dhampir fuorilegge aveva trovato un posto dove non era giudicata per quello che era, dove le sue azioni avevano importanza e le avrebbero consentito di guadagnarsi rispetto e potere.

 

Anche Slayde si sentiva allo stesso modo - da uno schiavo senza futuro in una casa nobiliare in cui a nessuno importava davvero di lui, ad un soldato della Chiesa di Tiamat, la dea che avrebbe presto riportato ordine e pace in quella terra turbolenta... e infine, in tutto Nexos!

 

"Concludo questa cerimonia con i miei migliori auguri di buona fortuna nelle vostre future missioni." continuò solennemente il reverendo Cadrak. "Ora, siete pronti ad iniziare il vostro servizio, e il vostro servizio inizia effettivamente ora." Il nano sorrise argutamente sotto la sua fitta barba ben curata, e osservò le reazioni tese dei membri della nuova squadra. Notò che Brian era stato l'unico la cui espressione non era cambiata per niente - si vedeva che quel ragazzo aveva imparato bene a mantenere la calma e a restare concentrato sulla sua missione. Se solo avesse avuto un po' più di iniziativa personale, sarebbe stato un ottimo leader... ma in ogni caso, Cadrak era sicuro che Lemina si sarebbe rivelata ancora migliore per un incarico così importante.

 

"E in effetti... ho già una missione in mente per voi." continuò il reverendo.

 

Ghedrin corrugò la fronte, e si permise un sorriso appena accennato. Sicuramente, il reverendo aveva organizzato tutto affinchè il loro esordio come squadra coincidesse con una missione importante per il piano della Chiesa di Tiamat. Un piano ben architettato... e se la missione avesse avuto successo, l'effetto positivo che questo avrebbe avuto sul morale degli altri agenti sarebbe stato innegabile.

L'idea di poter immediatamente partecipare ad una missione così importante era per Lemina eccitante ed inquietante al tempo stesso. Inconsciamente, la giovane donna si piegò in avanti, bramosa di sapere qualcosa di più sulla loro prima missione. Sperava che si trattasse di qualcosa di abbastanza importante, così che lei e i suoi compagni avessero la possibilità di mostrare le loro abilità e fare una buona impressione sul Reverendo. E magari, se si fosse trattato di qualcosa di avventuroso, lei avrebbe avuto la possibilità di vivere dei momenti emozionanti, invece che essere imprigionata tra le mura di quella fortezza, come una volta era imprigionata tra le mura della villa di suo padre...

 

Accanto a lei, anche Slayde si sentiva nello stesso modo, incuriosito, eccitato e nervoso al tempo stesso. L'idea di iniziare così presto lo impauriva un po', ma era deciso a dare prova di sè al reverendo e alla Chiesa di Tiamat. Voleva che tutti vedessero che anche un mezzosangue come lui era in grado di fare grandi cose. Nessuno lo avrebbe più guardato dall'alto in basso. Questa sarebbe stata la sua grande possibilità di avere successo e gloria malgrado le sue sfortunate origini.

 

"Voi giocherete un ruolo molto importante nella guerra che verrà." disse Cadrak, senza mai perdere quel sorriso acuto, come se fosse stato in grado di leggere nelle menti dei suoi accoliti - e considerando i suoi poteri, non era escluso che lo fosse davvero. "E per cominciare, avremo bisogno che ci procuriate dei degni alleati per la nostra causa. Ho già pensato ad un potenziale alleato. I miei ordini dunque sono questi - fare visita a Garkurz, un piccolo signore della guerra hobgoblin al comando di un esercito che sta man mano raccogliendo sempre più volontari."

 

Slayde non ebbe reazioni visibili, ma dentro d sè sussultò nel sentire quel nome. Sì, era un nome che stava diventando abbastanza famoso di recente, ad Epiros. Garkurz, un hobgoblin con delle aspirazioni decisamente più elevate che semplicemente una vita da predone - e a quanto dicevano molti, con l'intelligenza e le capacità di realizzare tali aspirazioni. Si raccontava che Garkurz fosse in realtà un discendente del potente generale Rakkarg il Conquistatore, un possente guerriero hobgoblin che, diversi secoli prima, aveva insanguinato la regione di Epiros per soddisfare la sua sete di conquista e dimostrare la sua devozione a Tiamat. Sicuramente, pensò il mezzelfo, Garkurz doveva aver ascoltato le storie che i suoi padri, e i padri dei suoi padri, raccontavano attorno ai fuochi degli accampamenti, ricordando i "tempi d'oro" in cui gli hobgoblin sembravano in procinto di diventare la razza dominante nel Primo Continente; in cui il terribile esercito di Rakkarg, la Legione delle Cinque Scaglie, stava scrivendo il proprio nome nella storia con sangue e cenere.

 

Adesso che era diventato adulto, Garkurz aspirava a diventare il successore di questa temuta leggenda... e sicuramente aveva bisogno di alleati per riuscire in tale impresa. Costruire un esercito degno di questo nome non era facile come i racconti tramandati attorno al fuoco potrebbero far credere. Questo voleva dire che lui e la Chiesa di Tiamat sarebbero stati degli alleati naturali... ovviamente, se fosse stato possibile portarlo dalla loro parte. E il giovane mezzelfo cominciava già a chiedersi come si potesse fare... cosa potevano offrire a Garkurz, che lui non avrebbe potuto procurarsi altrimenti?

 

"Per tale motivo," proseguì Cadrak, come se avesse letto nel pensiero a Slayde. "credo che sia giusto indicarvi un elemento molto importante per la riuscita di questa missione. C'è una città di nome Cantevena, nei pressi delle Montagne di Hilrial, che conserva alcuni trofei conquistati durante la guerra con la Legione delle Cinque Scaglie. Per ironia della sorte... o forse per spregio alla memoria del potente Rakkarg... tali trofei sono anch'essi cinque: un elmo a forma di testa di drago, una spada di platino cerimoniale, uno scudo d'acciaio sul quale è inciso il simbolo della Legione, due guanti d'acciaio ornati con filigrana dorata, e uno stendardo da battaglia che rappresenta il simbolo sacro di Hextor, alleato di Tiamat."

 

Lemina annuì, sperando di ricordarsi ogni cosa... e dietro di lei, Ghedrin sorrise compiaciuto. Il dragonide occultista sembrava capire meglio di chiunque altro della squadra quale fosse l'importanza simbolicadi quegli oggetti. In ogni caso, anche per Lemina e gli altri era evidente che il Reverendo stava dando loro delle direttive ben precise: recuperare quei trofei e restituirli agli hobgoblin, facilitandosi così l'appoggio di Garkurz e dei suoi uomini. Certamente, il valore di quegli oggetti doveva essere notevole, ma per il condottiero hobgoblin e i suoi fedeli, sarebbe stato senza dubbio un apporto ancora più prezioso per il morale delle truppe.

 

"Il vostro compito è prima di tutto raggiungere la fortificazione nel cuore dei Monti Hilrial dove Garkurz sta raccogliendo i primi volontari per il suo esercito." continuò Cadrak. "E' già riuscito ad attirare a sè una notevole quantità di alleati di vario tipo: goblin, orchi, gnoll... persino qualche troll e qualche gigante. Sicuramente, non è un luogo dove gli stranieri e i visitatori siano benvoluti. A meno che, ovviamente, non sappiano che venite da parte mia. Dite questo al potente Garkurz... e ovviamente, consegnategli questo, affinchè gli sia chiaro da parte di chi siete venuti."

 

Il possente alto chierico si avvicinò a Lemina e le consegnò un anello con sigillo, finemente scolpito in modo da ricordare come forma la testa di un drago, tempestata di piccoli cristalli rossi. "Questo è il nostro sigillo. Fatelo vedere alla legione di Garkurz e consegnatelo al comandante, in modo da farvi riconoscere. Questo vi permetterà di muovervi all'interno dell'accampamento senza problemi."

 

Cadrak fece una pausa, in modo da permettere ai suoi nuovi discepoli di assimilare le sue istruzioni. "Fatto questo, verrà il momento di pianificare un attacco furtivo a Cantevena. Ma è probabile che Garkurz vi metterà prima alla prova, magari con qualche missione che gli apporterà qualche beneficio. Voi eseguite i suoi ordini. Dobbiamo fare in modo di stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione tra noi e loro."

Tutti loro annuirono senza fare commenti... e il reverendo, soddisfatto, concluse il discorso. "Una volta che avrete pianificato a dovere, voi vi infiltrerete a Cantavena e ruberete i cinqe trofei, per poi consegnarli a Garkurz. Questo segnerà l'inizio ufficiale della nostra collaborazione. Se riuscirete in questa missione, sarete ricompensati ampiamente. Se doveste fallire, o peggio ancora tradirmi... invocherete la morte prima che io abbia finito con voi. Tutto chiaro?"

 

"Tutto chiaro, Vostra Eminenza." rispose Lemina senza esitazione, per poi gettare un'occhiata ai suoi compagni di squadra e assicurarsi che fossero tutti più o meno d'accordo. Le faceva piacere vedere che la Chiesa di Tiamat stava già pensando in grande, intraprendendo dei passi importanti che li avrebbero portati alla vittoria definitiva e ad una pace duratura su Epiros. "Stia pur certo che non la deluderemo. Porteremo a termine questa missione con il massimo dell'impegno e della devozione."

 

"Per la gloria della Regina Tiamat." affermò Brian, portandosi il pugno destro all'altezza del cuore.

 

Cadrak annuì lentamente, e un raro sorriso apparve sul suo volto indurito dalle battaglie e dalle avversità. "Ottimo." concluse. "Per oggi, questo è tutto. Approfittate della giornata per prepararvi, controllare il vostro equipaggiamento e i vostri cavalli, e assicurarvi che vi sia tutto chiaro. Partirete domattina all'alba. Che la Regina Tiamat vi guidi sulla nostra strada verso la grandezza."

 

Lemina sorrise con entusiasmo appena trattenuto. "Le sono immensamente grata, Vostra Eminenza. E le assicuro che sarà orgoglioso di noi."     

 

La sua prima missione importante, e sarebbe cominciata l'indomani... Lemina non era sicura se sarebbe riuscita a dormire quella notte.

 

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...

 

  
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