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Autore: eddiefrancesco    18/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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«Povero Rupert!» proseguì amareggiata Lady Dorney. «Si è agitato tanto, specialmente dopo che Harry se ne è andato furibondo. Ho dovuto passare tutta la giornata successiva a cercare di calmarlo.» Octavia sorrise. «È stata una fortuna che voi foste qui. La vostra presenza gli giova moltissimo.» «Sono lieta di sentirtelo dire, Octavia. A dire la verità, tuo padre e io...» Octavia notò l'espressione della cugina e rise. «Non ditemelo! Lasciatemi indovinare. Voi e papà avete deciso di sposarvi.» «Ti dispiace?» «Per niente. È ciò che desideravo!» Octavia la abbraccio' . «Sono felice per entrambi.» «Siamo arrivati alla conclusione, visto che apprezzavamo tanto la compagnia l'uno dell'altro, che avrei potuto trasferirmi qui definitivamente. Non è quella che chiameresti una grande storia d'amore, Octavia. Ma alla mia età, non è ciò che cerco.» «Ebbene, io la trovo molto bella! Papà è un uomo fortunato.» «Ti prego, non pensare che le cose cambieranno. Spero che continuerai a considerare tua questa casa, mia cara.» «Grazie. Vedremo.» Dopo che Lady Dorney fu uscita, Octavia si sedette accanto alla finestra a guardare fuori. La notizia l'aveva resa davvero felice, ma a dispetto di quello che aveva detto sua cugina, i cambiamenti ci sarebbero stati. La nuova contessa avrebbe preso il suo posto di castellana di Ashcombe, e Octavia sarebbe stata finalmente libera di fare quello che desiderava. Due mesi prima avrebbe toccato il cielo con un dito all'idea. Ma ora... Rimase a riflettere per un po', poi si alzò per andare a congratularsi con il padre. C'erano parecchie cose da fare con urgenza prima che potesse concedersi il lusso di pensare al proprio futuro. Il giorno dopo, Octavia si recò a trovare sua sorella Gussie. Augusta, Duchessa di Monteith, era ormai vicina alla quarantina, ma portava ancora sul viso le tracce del fascino e della bellezza che avevano conquistato Londra vent'anni prima e le avevano permesso di sposare lo scapolo più ambito della Stagione, il Duca di Monteith. Anche se il Duca era un omone pigro, con poche ambizioni intellettuali, e Gussie una donna piena di spirito e di energia, il matrimonio si era rivelato ragionevolmente ben riuscito. Lei aveva donato al suo lord quattro figli pieni di salute, il più giovane dei quali stava per andare a Eton, e ora il loro rapporto era caratterizzato da una rilassata tolleranza reciproca che soddisfaceva entrambi. Octavia aveva il sospetto che nessuno dei due fosse totalmente fedele all'altro, ma se si concedevano delle relazioni, lo facevano in modo molto discreto. Non avevano mai dato scandalo. Non era il tipo di matrimonio che avesse mai tentato Octavia, però. Il Duca era impegnato in una battuta di caccia, e la duchessa era a casa e si annoiava. Fu lieta dell'arrivo della sorella. Spettegolarono per un po', decidendo che il nuovo matrimonio del padre era un'ottima idea, deplorando i modi di Arthur, scambiandosi notizie sugli altri membri della famiglia. Alla fine, Gussie si rilasso' in poltrona. «Questa tua visita mi onora, Tavy, ma perché ho l'impressione che ci sia dietro qualcosa?» Octavia arrossi'.«Non sono mai riuscita a nasconderti nulla! Dimmi, tu e Monteith intendete prendere parte alla Stagione, l'anno prossimo?» «Penso proprio di sì. Lo facciamo sempre. Non dirmi che vuoi farlo anche tu! Pensavo che avessi rinunciato a Londra. O la notizia delle nozze di papà ti ha per caso fatto cambiare idea?» «Non è proprio così. Ma vorrei fare un'altra Stagione, e non voglio correre il rischio di essere invitata da Arthur a stare in città da loro. Non lo sopporterei.» «Del tutto comprensibile. Naturalmente sarai nostra ospite. Sarò felice di godere della tua compagnia, Tavy! Monteith passa la maggior parte del tempo al suo club, e io lo vedo appena. Questa è un ottima notizia!» Gussie sorrise raggiante alla sorella.«È deciso, allora.» «A dire la verità, c'è dell'altro. Io... io vorrei che tu raccomandassi un'istitutrice a qualcuno.» Gussie parve perplessa e Octavia si affretto' a spiegare. «Sono molto affezionata a una particolare bambina. I suoi tutori staranno cercando una nuova istitutrice per lei, e voglio assicurarmi che abbia una persona adatta, una persona gentile oltre che efficace. Pip è una ragazzina molto speciale. Mi sono ricordata che tua figlia sta per finire l'educazione in casa, e ho pensato alla tua miss Cherrifield. Ha già trovato un'altra sistemazione?» «Non ancora. L'ho tenuta con me più che ho potuto! Puoi parlare ai tuoi amici di Cherry, se vuoi. Sarebbe una soluzione ideale.» «Non è possibile. Non devo figurare personalmente. Vedi, la donna che con tutta probabilità dovrà selezionare l'istitutrice non mi sopporta. Ma una raccomandazione da parte di una duchessa farebbe colpo.» Gussie la guardò con severità. «Niente giochetti, eh? Siamo tutti molto affezionati a Cherry. Voglio che trovi una buona sistemazione. Non deve diventare una pedina.» «No, no! Quando conoscerai Pip, capirai perché voglio aiutarla. E quando vedrai la moglie del suo tutore, capirai perché non posso farlo personalmente. Ti prego, Gussie. È importante per me.» La duchessa guardò la sorella. «Ho il sospetto che ci sia sotto un mistero, sorellina. Chi è questa Pip? E in quali rapporti sei con lei?» «Io... Gussie, non dirlo a papà, ma in questi ultimi due mesi sono stata io l'istitutrice di Pip! Vivevamo tutti insieme a Wychford.» Gussie non era mai stata una persona che si stupisse facilmente. Si appoggiò all'indietro e guardò la sorella, divertita. «Ecco perché sei rimasta là tutto questo tempo. Me n'ero chiesta il motivo. Ma... come hai fatto a diventare una istitutrice? E chi è questa Pip?» «Philippa Barraclough. Le ragazze Barraclough sono due. Pip e sua sorella Lisette.» «Sono forse imparentate con Edward Barraclough, il banchiere?» «Le sue nipoti.» Gussie si acciglio'. «Octavia Petrie, comincio a sospettare il peggio. Spiegati, per favore!» «Cosa vuoi sapere?» «Edward Barraclough è uno degli scapoli più ambiti di Londra. E uno dei più incalliti. Mi stai dicendo che hai vissuto a Wychford con un bel tenebroso come quello per due lunghi mesi e non hai fatto altro che insegnare alle sue nipotine? Impossibile.» «Ebbene, è così.» «E lui avrebbe assunto la Contessina Octavia Petrie come istitutrice?» «Non... non esattamente. Non sapeva chi fossi. Credeva che fossi la figlia di un parroco. Tutto qui.» Gussie raddrizzo' la schiena di scatto. «E pensare che mi sentivo annoiata! Confessa, Tavy! Non avrò pace finché non mi avrai detto tutto.» Octavia cedette e raccontò a sua sorella quello che era successo a Wychford. O quasi tutto. Quando giunse alla fine, Gussie la guardò sbalordita. «Incredibile! Non mi sarei mai aspettata una cosa simile da te.» Poi piegò la testa da un lato. «Tuttavia, credo che ci sia dell'altro, vero? Non posso credere che tu abbia passato tutto questo tempo in compagnia di Edward Barraclough senza sentirti un pochino attratta da lui.» Octavia si strinse nelle spalle. «Hai ragione, ovviamente. Ho fatto ciò che si dice facciano tutte le istitutrici. Mi sono innamorata del padrone.» riconobbe Octavia, con una vena di amarezza. «Quindi, è per questo che vuoi prendere parte alla Stagione? Per cercare di conquistarlo? Mi duole dovertelo dire, Tavy. Non saresti la prima a provarci. E invano.» «Io non ci voglio provare affatto! Per ragioni in cui mi rifiuto di addentrarmi, Mr. Barraclough mi disprezza.» «Ti ha baciato e tu glielo hai permesso» indovino' Gussie, andando spietatamente al cuore del problema. Octavia annuì. «E quando scoprirà chi sono davvero, aggiungerà l'inganno alla lista dei miei crimini. No, non credo che Barraclough si arrendera' al mio fascino. Non è per questo motivo che voglio fare la Stagione.» «Allora di che si tratta?» Octavia si chino' in avanti. «Mi sono affezionata a quelle due ragazze, Gussie. E molto. Ti ho già parlato di Pip, ma c'è anche Lisette. Debutterà la primavera prossima, e voglio aiutare anche lei. Julia Barraclough non può fare per la ragazza quanto posso fare io. Potresti usare la tua influenza presso Sally Jersey per ottenere degli inviti da Almack's per i Barraclough?» «Immagino che Edward Barraclough abbia più influenza su Sally Jersey di me, mia cara» disse Gussie asciutta. «Ha sempre avuto un occhio di riguardo per gli uomini affascinanti.» «Gussie, per favore! Lisette non ha ancora diciassette anni ed è la ragazza più deliziosa che abbia mai visto. E di carattere dolcissimo.» Gussie batte' gli occhi. «Dev'essere davvero speciale!» «Lo pensa anche Harry.» «Aha! Il complotto c'è, dopo tutto! Una piccola spinta perché il povero Harry si sistemi e metta su famiglia? Sei l'ultima persona che pensavo avrebbe fatto il gioco di Arthur, mia cara.» «Sarebbe un'unione perfetta per lui, ti assicuro, ma non cercherei mai di forzarla. Lisette ha bisogno di tempo. C'è un giovane ad Antigua, e lei ancora deve decidere cosa prova per lui...» Gussie studiò la sorella. «Non sono sicura di fare la cosa giusta, aiutandoti con i Barraclough. Sei troppo coinvolta, Tavy. Faresti meglio a toglierteli dalla mente. Tutti.» «Ti prego, Gussie! Tutto ciò che posso fare ora per Lisette è aiutarla a scordare i suoi problemi e a trascorrere una meravigliosa Stagione. Per favore!» «Oh, va bene, lo farò. Sally Jersey procurerà gli inviti, mi deve un favore o due. Ma ti avverto, sorellina, ti terrò d'occhio quando saremo a Londra!» Edward Barraclough non venne più menzionato, e per il resto del pomeriggio discussero di dettagli pratici. Octavia lasciò la sorella con la sensazione che le cose si stessero mettendo per il meglio. La mossa successiva fu recarsi a Londra per una visita in Bruton Street. Madame Rosa fu gradevolmente sorpresa. Vestiva le sorelle Warnham, tutt'e cinque, da anni, e Octavia era una delle più preferite. «Contessina Octavia! È davvero un piacere!» esclamò, esaminando il suo abito con occhio professionale. «Vedo che avete bisogno del mio aiuto. Avete in programma di fare la Stagione, l'anno venturo?» «Pensavo di sì, Madame.» «Vi servirà un guardaroba nuovo, allora. Quanti anni sono passati dal vostro debutto a Londra?» «Troppi» rispose Octavia con un sorriso. Per un po' discussero di mode, fogge e tessuti. Era troppo presto per scegliere i modelli e fissare le prove, ma Madame chiese a Octavia di non rimandare troppo. «Siamo così impegnate, contessina! Non avete idea! Tutte le signore vogliono che sia Madame Rosa a vestire le loro figliole. Io non posso accontentarle tutte, naturalmente. Anzi, non accetto più clienti.» «Mi chiedo se potreste fare un'eccezione? Azzardo' Octavia. «Ho una giovane amica che, vi assicuro, farà sensazione in società quando debutterà l'anno prossimo. È molto bella, Madame. Sarà un piacere vestirla. Una certa miss Lisette Barraclough.» «Non so... Ho già tante clienti fisse importanti, contessina Octavia.» «È un favore personale» insistette Octavia, con una nota di fermezza nella voce. «Allora va bene. Certo che la vestiro'! Se volete portarla da me...» Octavia scosse lentamente il capo. «Non potrò farlo. Anzi, vi sarei obbligata se non menzionaste affatto il mio nome, soprattutto non alla persona che probabilmente verrà con lei. Sua zia, Mrs. Barraclough.» «Alors, dovrò fare degli abiti anche per questa Mrs. Barraclough?» domandò Madame Rosa con il suo marcato accento francese. Octavia sorrise di nuovo. «Non se siete troppo impegnata, Madame. Solo per miss Lisette.» disse lei soavemente. Soddisfatta di aver fatto tutto ciò che poteva per agevolare le sue ragazze, Octavia tornò ad Ashcombe. Era finalmente libera di pensare al proprio futuro. Questo intervallo aveva dato alle sue turbolente emozioni il tempo di placarsi. Dopo l'episodio nella stanza della torre, aveva già deciso di lasciare Wychford, perciò le accuse di Julia Barraclough non avevano modificato in alcun modo i suoi piani. Ma la prontezza di Edward a crederci, la sua crudeltà, erano state un duro colpo. Gussie non doveva avere alcun timore che si sarebbe gettata ai piedi di Edward Barraclough a Londra! Non voleva rischiare di esporsi di nuovo al suo disprezzo. Si era lasciata alle spalle gli eventi di Wychford ed era pronta a ricostruire il rispetto che aveva per se stessa, senza alcuna interferenza da parte di Edward Barraclough. Era stata una sciocca. Ma la sua sventatezza non era un crimine. E anche se nulla poteva giustificare il suo comportamento indecoroso, capiva ora che c'erano stati dei motivi logici a causarlo. Non aveva mai avuto esperienza di attrazione fisica, ed era stata particolarmente ignara del suo potere. Per un po' in quella stanza della torre era stata travolta da un'ondata di desiderio, dall'irresistibile eccitazione provocata dalle carezze di un uomo. Ma ora era più saggia, anche se più triste. Non si sarebbe più esposta a una simile tentazione. E per quanto riguardava i suoi sentimenti per Edward Barraclough? Era una vera ironia che l'uomo che aveva di lei un'opinione tanto bassa si fosse rivelato l'unico di cui lei desiderava la stima, l'unico che potesse amare. Era improbabile che lo avrebbe mai sposato, ma le sarebbe stato impossibile sposare chiunque altro. Il dolore che opprimeva Octavia non sparì, a dispetto della sua famosa autodisciplina. Ma i preparativi per Londra la tennero occupata, e il tempo passò con sorprendente velocità. Suo padre e la cugina si sposarono in dicembre. L'occasione fu quieta ma gioiosa, guastata solo marginalmente dal ponderoso discorso di congratulazioni di Arthur. Natale venne e passò, e presto giunse la fine di gennaio e il momento di pensare a trasferirsi a Londra. A metà febbraio, Octavia era comodamente installata nella grande casa dei Monteith in St. James's Square, e le due sorelle passavano il loro tempo tra prove dalla sarta e appuntamenti con la modista e i vari fornitori di accessori. Giravano per Londra, riallacciando amicizie, visitando la città e completando i loro guardaroba. Octavia tirò un sospiro di sollievo quando venne a sapere che i Barraclough alloggiavano presso amici nel Gloucestershire e non erano attesi prima di metà marzo. Anche se sapeva che prima o poi li avrebbe incontrati, preferiva scegliere lei il momento e il luogo. Non doveva accadere per caso, prima che fosse pronta. Il momento giunse. Fu annunciato sulla lista degli arrivi quotidiani a Londra della Gazette che Mr. Henry Barraclough di Antigua, e signora, insieme con le loro due nipoti, avevano preso residenza in South Audley Street. Miss Lisette Barraclough sarebbe stata introdotta in società durante l'imminente Stagione.
   
 
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