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Autore: Dreamer In Love    18/11/2021    1 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
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39.
Riflesso

- Il mondo di Shade -
 
I want you.
Yeah, i want you
and nothing comes close…
 
Fine buttò la lunga treccia dietro la schiena e, con un sospiro seccato, sistemò meglio la borsa che aveva a tracolla. Diavolo se pesava.
Sua sorella era partita il giorno prima con Maria e Milky alla volta di Wakaiama e l’aveva chiamata quella mattina per farsi portare tutto ciò che aveva dimenticato: compiti, vestiti e il caricatore per la macchinetta digitale. In mezza giornata aveva già esaurito la batteria: c’erano troppe cose da fotografare, le aveva urlato al telefono.
Sorrise tra sé ripensando alla sua vocina squillante.
Se all’inizio non era impazzita all’idea di quel viaggio, ora, complice anche l’entusiasmo di Rein, non vedeva l’ora di partire.
Si era svegliata di ottimo umore e la prospettiva di passare qualche giorno in compagnia di Shade e la sua famiglia non faceva altro che renderla ancor più contenta. In più, durante il periodo delle feste, il maid cafè brulicava di clienti e c’era sempre un sacco di lavoro da fare. Una pausa da quel caos era doverosa. Aveva proprio bisogno di rilassarsi.
Lo vide in quel momento: la stava aspettando davanti alla stazione con un trolley alla mano. Era bello, divino, e, anche se il suo fisico asciutto era nascosto da un abbondante cappotto, lo trovò dannatamente sexy.
Come sempre, le farfalle che avevano trovato casa nel suo stomaco cominciarono a fare le capriole, impazzite. Pensò che non si sarebbe mai abituata all’idea che fosse il suo ragazzo. Eppure erano già quasi quattro mesi che avevano una relazione e, nonostante inizialmente fosse stata dubbiosa, le cose tra loro funzionavano davvero.
Gli fece un cenno con la mano per farsi riconoscere e lui le andò incontro con un sorriso sghembo che ebbe il potere di mozzarle il fiato; dio, riusciva a mandarla in confusione con così poco.
Su insistenza di Shade fecero cambio valigia.
La spalla del ragazzo crollò sotto il peso della borsa.
- Che diavolo hai messo qua dentro? –
Lei gli rispose con un’espressione maliziosa, contenta di essere alleggerita.
- Cose da donna. -, minimizzò precedendolo di qualche passo.
Il cobalto le riservò un’espressione sconfitta.
– Allora, dove si va? –, lo rimbeccò ancora lei.
Shade sbuffò e le prese, un po’ spazientito, una mano per trascinarla all’interno della stazione. Parlò con alcuni addetti per capire a che binario dirigersi.
Le sue dita, grandi e calde, erano intrecciate a quelle della ragazza in una ferma stretta che le trasmetteva brividi di piacere. Quel contatto era così confortante che la inebriava; si ritrovò a sorridere.
- Che hai? –
- Niente. -, rispose con tono strascicato.
Lui scosse la testa e sorrise di rimando.
 
To the way that I need you.
I wish I could feel your skin
and I want you
from somewhere within.
 
Presto poterono sedersi sui comodi sedili di un treno: poco dopo l'altoparlante lo annunciava diretto a Wakaiama.
Fine guardò fuori dal finestrino fino alla partenza: le piaceva assistere al via vai delle persone sulla banchina ma, soprattutto, poteva scorgere nel riflesso del vetro il profilo rilassato di Shade. Le sue sopracciglia spesse erano aggrottate in un pensiero fugace; gli occhi scuri seguivano avide le parole di un libro tascabile che si era portato per il viaggio; le labbra erano tirate in una linea sottile.
Era come spiarlo di nascosto, poter scorgere una parte di lui inedita. Il vetro la separava dalla realtà, la trasportava in un’altra dimensione, rendendo la distanza tra loro flebile ma allo stesso tempo enorme.
 
It feels like there's oceans
between me and you once again.
 
Guardò se stessa allungare il braccio per prendergli una mano.
Quell’immagine le sembrava estranea, apparteneva alla Fine riflessa nel vetro, ma allo stesso tempo sentiva il calore di Shade sulla sua pelle.
Lui non alzò lo sguardo ma la sua bocca s’incurvò in un sorriso sereno. Ricambiò la stretta.
Il treno cominciò a muoversi e la ragazza dovette abbandonare il suo svago, tornando all’interno del vagone.
- Quanto dura il viaggio? –, chiese curiosa.
- Circa due ore. -, rispose il cobalto ancora assorto nella narrazione.
Fine sbuffò. Ormai era abituata a quell’atteggiamento e si era rassegnata alla svelta al fatto di essere bellamente ignorata quando usciva un nuovo libro del suo autore preferito. Anche se non lo dava a vedere, Shade era in realtà un accanito lettore e non mancava di avere sempre con sè qualcosa da leggere. Dopo lo stupore iniziale per quella scoperta, la Tigre rossa era rimasta affascinata dalla sua passione.
Era diventata la quotidianità nei loro pomeriggi insieme: mentre lei ripassava matematica o faceva i compiti, lui s’intratteneva nella lettura; spesso la interrompeva per leggerle dei passaggi che lo avevano colpito o per raccontarle la storia. La sua voce profonda pronunciava sicura ed elegante le frasi scritte sul foglio, cullandola e guidandola nella trama: il modo in cui si soffermava su certe parole, divertito dal loro suono o ammirato dalla bravura dello scrittore, le permetteva di capire cosa gli piacesse o lo entusiasmasse; le permetteva di scorgere il mondo di Shade.
Eppure non riusciva a smettere di domandarsi se Sophie avesse avuto ragione il giorno della semifinale.
Se Shade aveva sempre avuto il potere di scavare a fondo nella sua anima, al contrario Fine non era più tanto sicura che l’intimità che avevano costruito in quei mesi potesse bastare a colmare il vuoto di informazioni sul passato del suo ragazzo.
Desiderava fare un successivo passo, scoprire la vulnerabilità di Shade e custodirla gelosamente nel suo cuore.
Lei si era lasciata andare con lui ma aveva la sensazione che per lui non era stato lo stesso; non fino in fondo almeno.
 
We hide our emotions
under the surface and try to pretend
but it feels like there's oceans
between you and me.
 
- Vuoi ascoltare un po’ di musica? -, chiese il cobalto interrompendo i suoi pensieri.
Fine annuì distratta.
Shade gli porse un’auricolare e fece partire dal telefono la riproduzione casuale.
Si rilassò sul sedile e appoggiò la testa alla spalla del ragazzo, lasciando che la melodia la avvolgesse.
Passarono diversi minuti, forse un’ora, e per un momento la Tigre rossa fu sicura di essersi pure addormentata, ma le prime note della canzone che era partita erano riuscite a destarla. Era una delle sue preferite. Canticchiò le prime strofe, assorta.
Poi, spalancò gli occhi, ora sveglia e vigile.
D’altra parte, notò che Shade si era irrigidito sul sedile.
Si rimise seduta e lo guardò stupita.
- Questa…-, cominciò confusa.
Il cobalto la fissava imbarazzato.
- Questa canzone la conosco. -, concluse, un po’ più sicura. – È sul mio mp3. –
Lui sorrise mesto.
- L’ho scelta io. -, ammise.
- Pensavo fosse di Sophie. Ascolta delle band stranissime. Tu, invece, ami i Linkin Park. –
- Ho scelto anche quelli. -, disse con ovvietà.
Fine aggrottò la fronte.
- Ma è così… sdolcinata. E cupa. –
Shade rise forte, poi, prese un respiro e si passò una mano nei capelli scuri, scompigliandoli.
- Ero sdolcinato e cupo, sì. Lo sono ancora in realtà. Dovevamo dedicarti delle canzoni, giusto? –
- Stavi insieme a Mirlo. –
- Hai ragione ma ciò non ha mai impedito che m’innamorassi di te. -
La rossa rimase immobile, basita.
Lui alzò un sopracciglio, in attesa, ma dopo qualche minuto di silenzio cominciò a preoccuparsi.
- Tutto bene? –
- Come fai a dire certe cose con tanta disinvoltura? –
- È la verità. -
Un’emozione tenera, deliziosa, risalì lo stomaco, passando tra le farfalle impazzite, e si annidò nel suo cuore. Le labbra di Fine si curvarono in un sorriso dolce e pieno di amore.
Stavolta fu Shade ad arrossire.
Poi, gli diede un bacio leggero e si accoccolò di nuovo sulla sua spalla.
 
I want you
and I always will.
 
 
 
Shade suonò il campanello. Subito dopo, sentirono versi e urla avvicinarsi all’ingresso.
I due ragazzi si sorrisero complici.
La porta fu spalancata e spuntarono due visini paffuti.
Milky e Rein analizzarono per un secondo i visitatori. Riconosciuti, le bocce si aprirono in sorrisi smaglianti e grida di entusiasmo.
- Sono arrivati! -, dissero all’unisono, cominciando a strattonarli nel vestibolo.
Fine si lasciò trascinare all’interno mentre il cobalto, dietro di lei, chiudeva la porta.
- Sono tornato. -, lo sentì sussurrare a bassa voce.
Sul volto aveva una strana espressione. La ragazza non era sicura su come interpretarla: nostalgia forse, una punta di commozione pure, ma negli occhi cobalto aveva scorto calore e intimità.
Shade doveva essere molto legato a quel luogo.
Si estraniò dalle chiacchiere infinite delle bambine per guardarsi attorno.
La casa era davvero adorabile. Il pavimento in tatami e le porte scorrevoli richiamavano lo stile tradizionale ma il mobilio era per lo più moderno, in uno strano ma equilibrato contrasto. Era molto simile alla casa di Camelot, se non per la grandezza dell’edificio: doveva essere almeno il triplo, senza contare il giardino che costeggiava tre quarti dell’abitazione.
In quel momento, nel suo campo visivo comparve un’anziana donna dai tratti gentili.
- Ah, ecco il mio ragazzo! -, esordì avvicinandosi al giovane e stringendolo in un caloroso abbraccio.
- Ciao nonna. -, sbiascicò un po’ imbarazzato.
Pure quella era una nuova espressione e Fine non si trattenne dal ridacchiare.
Lui intercettò il suo sguardo e le fece una linguaccia.
- E tu devi essere Fine. -, si rivolse infine a lei la signora.
- Piacere di conoscerla. La ringrazio per l’ospitalità. –, la salutò inchinandosi.
- Sei proprio adorabile. Vieni qua. -, e travolse pure la ragazza in un impacciato abbraccio.
La Tigre Rossa divenne paonazza e stavolta fu Shade a ridere.
- E’ andato bene il viaggio? –
- Tutto bene. La mamma? -, chiese poi.
- Maria è andata a fare la spesa per stasera. -, rispose la signora. – Forza, entrate. -, li esortò.
Fine cominciò a togliersi le scarpe.
Intanto, Rein e Milky si erano messe a frugare nel borsone per cercare il caricatore e un gioco.
Shade, invece, parve riflettere per qualche secondo sul da farsi. Infine, rizzò le spalle.
- Noi usciamo. -, comunicò, un po’ nervoso. – Torneremo per la cena. -
La rossa lo fissò stranita mentre le bambine assunsero un’espressione delusa.
- Veniamo con voi. -, sbottarono all’unisono attaccandosi alle mani del ragazzo.
Lui scosse leggermente la testa.
- Su, bambine. Lasciateli andare. -, intervenne la nonna scambiando con il nipote un lungo sguardo d’intesa.
Tra le lamentele generali, le convinse a tornare in cucina.
- Grazie. -, le disse Shade.
La signora si aprì in un piccolo, triste, sorriso.
Fine si riallacciò le stringhe e insieme uscirono sulla strada.
Nell’aria c’era odore di salsedine portato da un vento freddo e secco, tipico dell’inverno. Si strinse nel cappotto e rivolse a Shade uno sguardo confuso.
- Dove andiamo? -
- Ti porto a conoscere mio padre. –, le rivelò, laconico.
La prese per mano e la condusse lungo il sentiero che si abbarbicava in cima alla collina.
 
It feels like there's oceans
between you and me.
 

Angolo dell'autrice
Se non ci speravate più, si vede che non mi conoscete. Sono come un boomerang, sembra che mi allontani, che me ne vada, ma poi ritorno, sempre. 
Non ho promesse sui prossimi aggiornamenti ma intanto questo ve lo lasciò qui. Magari avete ancora voglia di leggerla la conclusione di questa ff.
Mi agita molto il prossimo capitolo, si svela quello che è il vero pretesto dell'intera storia. Forse vi sembrerà una cavolata. E sono stata davvero brava a lasciare indizi ma a non rivelare nulla. Sono come Shade: pragmatica. Ma è il momento di rivelare a Fine il suo mondo, il suo passato, il senso della sua esistenza. 
Un'altro capitolo di transito ma spero che sia abbastanza puccioso da perdonare i precedenti e i futuri ritardi. 
La nonnina di Shade è proprio caruccia. Milky e Rein sono carucce. 
Fine con le farfalle allo stomaco è caruccia. 
E poi la canzone. Adoro questa canzone. Sono i Seafret con Oceans. Pure la song-fic vi ho fatto. 
Dai, sono perdonata, vero?
Dreamer In Love
  
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