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Autore: RickishMorty    19/11/2021    2 recensioni
Rick, Morty, la Dottoressa Wong.
Le lancette di un orologio sempre fermo.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Morty Smith, Rick Sanchez
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Quell’orologio sembrava sempre fermo.
Immobile, con le lancette che sembravano incollate, oziose oppure rigidamente convinte di non volersi spostare di un millimetro.
O forse era lui, che era fermo. Che si sentiva immobile, incapace di andare avanti e indietro, in balio di un Dio tiranno, che però non era il tempo.
Erano loro che erano fermi.
Morty abbassò lo sguardo sulla propria mano, poggiata sul bracciolo verde del divano; molte cose in quella stanza erano verdi. Il divano, la poltrona, il quadro dietro la Dottoressa Wong. Sembrava quasi un portale ora che ci pensava bene, pronta a fagocitarla, per non farla uscire mai più.
Avrebbe scommesso tutto ciò che aveva che quello era il preciso pensiero di Rick. Aprirle un varco dietro, scaraventandocela e addio. Bum, basta.
Morty guardò con la coda dell’occhio l’uomo seduto accanto a lui: se la Dottoressa Wong era l’immagine della calma e lui dell’ansia, Rick lo era della frustrazione e dell’insopportazione. Braccia conserte, gambe accavallate, mascella serrata e gli occhi d’acciaio che guardavano altrove, incazzati.
Era semplicemente qualcuno che non voleva stare lì.
Morty sentì lo stomaco torcersi, in un piccolo accenno di colpa.
“Ok, Rick, vuoi cominciare tu stavolta? Morty apre sempre le sessioni, magari vuoi iniziare tu oggi”.
Morty guardò la psicologa, gli occhi lievemente spalancati, sorpresi: voleva morire? Cos’era, una provocazione? Era già un miracolo che fosse lì, non gli si poteva certo chiedere di più.
Fortunatamente (?), Rick non reagì, immobile, senza cambiare di una virgola posizione o sguardo. Come se non l’avesse minimamente sentita. Stava già dimostrando tanto; il Rick normale avrebbe vomitato uno sproloquio offensivo e aggressivo ad una domanda simile.
Che fai, lo giustifichi? Non è un gran traguardo.
Forse aveva parlato troppo presto.
“Potrebbe cominciare il mio culo, ma ci vorrà un po’ perché scureggi in maniera decente, spiacente”.
Morty sospirò, mettendosi una mano in faccia.
“Jeez…”
La Dottoressa Wong non fece una piega, perfetta ed equilibrata come il suo caschetto.
“Magari potresti sforzarti di più, Morty l’ultima volta ha detto che sarebbe veramente d’aiuto vederti più coinvolto in questo”.
“Magari Morty potrebbe smettere di pretendere che io sia qualcun altro”.
Quella frase fece più male di tante altre che gli aveva detto, con toni peggiori e parole peggiori. Perché era vera. Era pesante.
Stava semplicemente pretendendo l’impossibile.
Che Rick non fosse Rick.
“Perché?”
Morty alzò lo sguardo sulla psicologa, sentendo addosso lo sguardo di Rick nonostante non lo stesse guardando.
“Chi sei esattamente, Rick?”
Finalmente, lo scienziato la guardò; sebbene questo non c’entrasse nulla in un ambito di terapia psicologica, Morty avrebbe giurato che si stessero sfidando.
“Dio? Rickest Rick? Qualcuno che odia perdere tempo con queste stronzate? Scegline una”.
“Sei uno stronzo”.
Entrambi gli adulti si girarono verso chi aveva pronunciato quelle parole.
“Wow, M-Morty, moltuuurp, m-molto maturo”.
Una fitta di rabbia si smosse nello stomaco di Morty, portandolo a voltarsi verso di lui, puntandogli il dito contro.
“Se-sei tu l’adulto qui!”
Rick alzò gli occhi al cielo, facendo volteggiare la mano, come se le sue parole non avessero importanza (non l’avevano, infatti).
“Sì, sì, sono cattivo, stronzo, un pezzo di merda, chiaro, preso nota”.
“Pe-perché cazzo sei venuto qui, allora?!”
“Sì, Rick, perché sei venuto?”
La voce della Dottoressa Wong sembrò come riportare il silenzio e la calma nello studio. Li osservò guardarsi negli occhi, vicini sul divano, Morty preso dalle emozioni e col battito veloce, Rick con una rigida e distante freddezza.
La calma durò poco, e anche il loro sguardo che Rick sembrò non voler reggere, voltandosi.
“Che cazzo ne so? Così almeno la smetti di rompermi i coglioni”.
“V-vaffanculo, Rick!”
“Ok, cerchiamo di ricapitolare la vostra situazione. Sostanzialmente, siete venuti qui per rendere la vostra relazione più… sana. O, almeno, questo è quello che vuole Morty, dato che fin dalla prima seduta ha deciso di provare ad aprirsi”.
Morty sentì lo stomaco torcerglisi, come messo a nudo da quelle parole.
“Quindi forse Rick, se non è questo ciò che vuoi, potresti aprirti a tua volta, dicendoci cosa vorresti”.
Rick si voltò verso di lei, uno sguardo assassino, furente. Per un secondo, Morty pensò davvero che l’avrebbe uccisa lì sul posto. Invece esplose, alzandosi in piedi e gridando, la bocca che sputava saliva.
“Cosa cazzo volete che dica? Che mi piace essere malato e scopare mio nipote ogni notte, che AMO essere l’unico padrone della sua stupida cazzo di vita, che continuerò ad essere così per sempre? Sì, Sì E Sì”.
Morty stava guardando il pavimento, fisso, senza battere le palpebre. Forse è per questo che le lacrime arrivarono a pungergli gli occhi.
“FELICI ADESSO? Adesso andatevene a cagare tutti e due. Psicoanalizzatemi il culo mentre lo guardate uscire”.
Lo sbattere della porta fu meno violento di quel monologo. Morty sentì la mascella tremargli, mentre la vista si offuscava sempre di più.
La Dottoressa Wong prese un respiro, prima di cominciare a parlare, ancora calma.
“Morty… Ora che siamo soli, forse è il momento di essere onesto con te stesso e affrontare la tua verità, non quella di Rick”.
“Quale?”
Morty notò il pavimento colorarsi di macchiette più scure, mano a mano che le lacrime gli cadevano dal viso. Deglutì, riuscendo a rispondere, incredibilmente.
“Che sono innamorato di lui, nonostante sia così sbagliato?”
Quella verità, in effetti, fece più male di quella di Rick.
“No, Morty”.
Morty chiuse gli occhi, sentendo le lacrime uscire a profusione, il singhiozzo che gli cresceva in gola, pronto ad esplodere in pianto.
Riaprì gli occhi, guardando il soffitto della sua stanza, sentendo le lenzuola del suo letto che puzzavano di sperma, sudore e alcool; di un odore troppo adulto per essere il suo.
Un’ombra nera indelebile nella sua mente copriva la luce del corridoio, stagliandosi su di lui.
“Che questa è solo una tua fantasia e che Rick non verrà mai qui a cercare di essere migliore”.
  
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