Serie TV > Xena
Ricorda la storia  |       
Autore: Faust    20/11/2021    2 recensioni
Vi racconterò della morte di Xena, e della disperazione di Gabrielle. Del Dio della Guerra che provò a separarle e della Dea dell'Amore che provò a riunirle. Molti Dei e molti Demoni si intrecciano in questa storia, ma anche molti eroi. Ascoltate quindi con attenzione, perché sarà l'unica volta che sentirete questo racconto. Il racconto di due guerriere con una sola anima e dell'eroina più nobile fra gli eroi, che un'anima non l'aveva affatto.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tavern Talk


1.




-Vi racconterò della morte di Xena, e della disperazione di Gabrielle. Del Dio della Guerra che provò a separarle e della Dea dell'Amore che provò a riunirle.-
Il silenzio cadde nella taverna.
I clienti e anche i bambini si raccolsero attorno all'anziana aedo, consapevoli che avrebbero sentito una storia incredibile, mentre una giovane donna dai lunghi capelli scuri cominciò a scrivere, ad un tavolo nell'angolo.
-Molti Dei e molti Demoni si intrecciano in questa storia, ma anche molti eroi. Ascoltate quindi con attenzione, perché sarà l'unica volta che sentirete questo racconto. Il racconto di due guerriere con una sola anima e dell'eroina più nobile fra gli eroi, che un'anima non l'aveva affatto.- Si fermò, aspettando che la mora le facesse cenno di proseguire.
-Ricordo come se fosse appena ieri l'arrivo al porto di Alessandria. Era notte, lo sciabordio delle onde risuonava contro la chiglia ormeggiata, mentre i miei passi calpestavano la terra dei Faraoni. Il porto sembrava un luogo onirico, sospeso tra le polle d'esistenza pullulanti di vita che i bracieri e le fiaccole strappavano alle tenebre.- Sollevò gli occhi cerulei, guardando oltre la sua platea.
Non vedeva gli avventori della locanda, attenti nella penombra, o gli arazzi che adornavano le pareti, né i giochi di luce fatti dal crepitare del fuoco nel caminetto accanto a lei, né i bambini seduti a terra.
I suoi occhi vagavano, verso ricordi lontani...


Gabrielle stava sbarcando dalla galea con poco bagaglio, ma un fardello enorme in mano.
L'urna con le sue ceneri.
Il porto di Alessandria, nella notte, era sospeso tra le luci aranciate dei fuochi di mendicanti e portuali. Chiasso, movimento, vita.
Quella che sembrava non appartenerle più, da quando non apparteneva più a lei.
Sfiorò la lama del Chakram con le dita, non si era ancora abituata, raccolse la sua bisaccia e passò il pollice sul coperchio dell'urna. Una piccola carezza.
L'ultima volta che era stata lì, era assieme a lei.
Strana ironia quella della sorte, essere ancora insieme, ma in modo così differente...
Lo stridore che la lacerava dentro, come vetro contro vetro, l'avrebbe spezzata, se non fosse stato per le parole al suo orecchio.
"Stai tranquilla, sono qui".
Una goccia d'acqua nel deserto, un istante di ristoro da quel dolore che ormai l'accompagnava da settimane e a cui non riusciva a fare l'abitudine.
Ricordi, parole, sensazioni. L'illusione del suo tocco la manteneva a galla, ma bastava un fremito, un pensiero, o un silenzio troppo lungo per ripresentarle l'ingresso del baratro che tanto rifuggiva.
Vagava nel porto come morto tra i vivi, alla ricerca di un luogo isolato in cui riposare e parlare nuovamente con lei.
Aveva visto, sulla galea che l'aveva portata fin lì, che non era saggio rivolgersele mentre altri potevano vederla. Assurdo, per loro che erano abituate ad avere un mondo tutto loro, doversi preoccupare ora di questo.
La volta precedente era giorno e ora faticava ad orientarsi, complice anche la stanchezza. Passò una mano tra i capelli e sul volto, per ridestarsi almeno in parte dal torpore pesante che l'era crollato addosso.
Si fermò brevemente accanto a un falò per riscaldarsi e cercare di ricordare com'era fatto il porto, per potersene allontanare.
Tra la vociante folla, vide il lembo di un mantello nero nel buio.
L'impressione di un istante, eppure, familiare.
Riprese a camminare, dirigendosi dove la folla le sembrava più rada, il vociare più tenue e la sua mente più calma. Spostò l'urna nell'altra mano e impugnò il Chakram, lasciandolo appeso alla cintura.
"Qualcuno ci sta seguendo"
-Lo so.- Rispose a bassa voce. 
-Ares!- Invocò, appena raggiunta una zona deserta del porto, accanto a una galea buia.
Quale natura avrebbe mostrato questa volta la divinità? Benevola o maligna?
L'immortale si mostrò, cupo in volto come la notte -Ti sembra questo il modo di ripresentarti?!-
"Cose che succedono" Disse Xena, strafottente.
-Soprattutto se ci si affianca a dei buoni a nulla- Passò lo sguardo sulla più giovane -Non dovevi lasciarla morire!- Tuonò, colmo d'ira.
-Ares è stata lei a...- L'uomo la raggiunse così rapidamente che non ebbe modo di difendersi, quando la colpì al volto con il bracciale di ferro.-Non ti ha insegnato niente Eli?!-
Quelle parole per lei furono più dolorose dello schiaffo.
"Ares fermati!" La guerriera fremeva di volontà assassina, impotente in quella forma.
-E io che per un attimo ho pensato a te come erede...- Sputò a terra ai piedi di Gabrielle -Dammi l'urna- Le ordinò.
-No, mai.- La strinse al petto e sollevò il cerchio d'acciaio a difesa, pronta a scappare.
-Dammela Gabrielle, o la prenderò dal tuo cadavere...-
-Provaci- La morte non la spaventava più, ormai.
"Fuggi Gabrielle!" Gridò la mora un istante prima che un fulmine scagliato dal Dio della guerra la colpisse, lanciandola contro la paratia della nave, che esplose in mille pezzi.
Silenzio.
Ares si avvicinò ed entrò nel varco che aveva aperto, soddisfatto. Spostò qualche pezzo di legno con il piede e recuperò l'urna che la ragazza aveva continuato a proteggere con il proprio corpo.
-Almeno una cosa l'hai saputa fare, alla fine- Le disse, guardandola perdere conoscenza, poi svanì, portando con sé il piccolo vaso.


Si svegliò di colpo portando la mano allo stivale, per afferrare il sai, ma non trovò nulla. Era nuda.
Cercò di alzarsi, l'intero corpo le doleva e le numerose fasciature che la ricoprivano le rendevano difficile il movimento.
Non sapeva come fosse arrivata lì, su quel letto di morbidi cuscini, piume e pelli di leopardo, ma riconobbe lo stile di una delle sue più care amiche. Era al sicuro.
Si lasciò ricadere nuovamente, mentre cercava di riordinare le idee, sfinita.
Doveva recuperare Xena, ma Ares non l'avrebbe certamente ceduta facilmente.
Come poteva fare? Era pur sempre una divinità e poi, cosa aveva spinto il Dio della Guerra a rubarle l'urna?
Un bagliore accanto al suo giaciglio le annunciò l'arrivo della sua protettrice.
-Finalmente ti sei svegliata! Temevo che avresti dormito per sempre...- Aphrodite si sedette accanto a lei e posò una mano su quella della bionda. -Come ti senti?-
-Meglio. Ti ringrazio per avermi curata.- Sorrise riconoscente, ma la tristezza traspariva dal suo sguardo.
-Mi dispiace per...Xena.- Aggiunse contrita la Dea.
Gli occhi di Gabrielle si riempirono di lacrime, era la prima volta dalla sua morte che ne parlava con qualcuno.
-Mi manca- Singhiozzò disperata raggomitolandosi su sé stessa, stringendo la mano dell' immortale.
-Mi dispiace...- 
-Perché mi ha fatto questo, Aphrodite?- La rabbia che aveva nel cuore trovò finalmente voce. Oltre alla mancanza, alla disperazione e al dolore, l'ira per un gesto così egoista nei suoi confronti bruciava e strideva contro ogni frammento di ragione. Era la cosa giusta da fare, ma mai quanto in quell'istante avrebbe voluto che Xena sbagliasse, per non perderla.
Perché non aveva lasciato cadere l'urna nella fontana, ignorando la sua volontà? Avrebbe preferito mille volte incorrere nella sua ira che non affrontare la sua assenza.
Aveva ragione Ares.
Come per Eli, lei aveva sbagliato.
Ancora una volta.
I singhiozzi le squassavano il petto, facendo sobbalzare le spalle. Aveva mantenuto dentro di sé ogni briciola di quel dolore, per non mostrarlo al fantasma di Xena e questo l'aveva devastata in un modo che nemmeno lei poteva immaginare. Solo ora si era accorta di quel peso, ora che lei non era più al suo fianco.
Aphrodite si limitava ad accarezzarle i capelli, affranta nel vedere quanto soffrisse la giovane guerriera e sentendosi in colpa, per quanto dolore poteva provocare la perdita dell'Amore.
Non avrebbe mai voluto che questo accadesse alla sua migliore amica.
-Posso darti sollievo, se vuoi- Sussurrò lievemente.
-Ti prego aiutami- Il suo dolore era reale, lo sentiva trapassargli il petto come un ferro incandescente. Aveva provato qualcosa di simile per Perdicca, il suo defunto sposo, ma questa volta era molto più forte e non sapeva come gestirlo. Temeva veramente che il cuore le scoppiasse.
La Dea posò una mano sulla fronte della bionda. Le sue membra irrigidite subito si rilassarono e cadde istantaneamente in un sonno profondo.
-Che tu abbia almeno tregua, Gabrielle- Auspicò la Dea, prima di svanire.


Stese nell'erba, finito il pasto, si rilassavano guardando le nuvole. Serene e tranquille.
Il fiume scorreva placido poco distante e la guerriera le accarezzava i capelli lunghi, mentre lei aveva la testa posata sul suo ventre.
Una bella giornata.
-A chi sto pensando?- Esordì la mora, iniziando il loro solito gioco.
-Uomo o donna?- Chiese la bionda continuando a guardare il cielo.
-Donna-
-Viva o morta?-
-Viva-
-Mh...Questo complica un po' le cose...- Si corrucciò appena, ragionando.
-Fammi delle domande e avrai gli indizi- La punzecchiò sollevando il sopracciglio, divertita.
-E' di Anfipoli?- Nonostante Xena negasse, pensava spesso alla madre.
-No- Continuò ad accarezzarle i capelli, lasciandoli scorrere tra le dita.
-E' una guerriera?-
-Anche- Sorrise. Per fortuna la giovane non poteva vederla in volto, altrimenti avrebbe indovinato subito.
-E' un'Amazzone?-
-Sì.- Forse l'aveva scelta troppo facile.
-Hippolyta.-
-No-
-Ephiny-
-No-
-Se è Velsinea stai barando!- Esclamò Gabrielle, sollevandosi e appoggiandosi sul fianco, sicura di aver colto la guerriera in fallo.
-Non è Velsinea- Ridacchiò la mora, soddisfatta di averla messa in difficoltà.
-Chi, allora? Ne conosciamo troppe...-
-Non vuoi farmi altre domande?- Chiese Xena, sollevandosi sui gomiti e guardandola negli occhi.
-Ci sono troppe amazzoni, interi villaggi! Magari è una con cui non ho mai neanche parlato, come faccio a farti le domande giuste?-
-Eppure questa dovresti conoscerla bene.- Si divertiva, non voleva che il gioco finisse subito.
La bionda restò ancora qualche secondo in silenzio, poi scosse il capo non trovando altre idee -Dai, dimmelo. Questa volta vinci tu.-
-Pensavo a te- Le disse dolcemente, guardandola negli occhi.
Gabrielle sorrise, poi posò le labbra sulle sue, iniziando un tenero bacio.


Si risvegliò. Lacrime quiete le bagnavano il volto, e nonostante il dolore del lutto fosse ancora presente, un vago tepore lo avvolgeva, rendendolo più docile.
Si sedette sul letto, lentamente, le girava un po' la testa.
Si guardò attorno, alla ricerca dei suoi vestiti, e vide che erano stati riposti con cura, sopra un baule ai piedi del giaciglio, assieme ai sai e al Chakram.
Si alzò e si rivestì.
Aveva molte meno bende sul corpo di quanto non ricordasse la volta precedente. Per quanto aveva dormito?
Un bagliore alle sue spalle l'avvertì della comparsa della Dea -Ben svegliata, stai un po' meglio?-
-Sì, decisamente. Grazie Aphrodite.- Disse, asciugandosi gli occhi con le mani.
-Non c'è di che cara, ho chiamato le mie sacerdotesse migliori per curare le tue ferite senza lasciare cicatrici...Non ho potuto fare nulla per quel terribile tatuaggio sulla schiena però!- Sottolineò il suo disgusto con un gesto non curante della mano.
-Per quanto ho dormito?- La guerriera cambiò argomento.
-Quattro giorni, sei qui da una settimana-
La bionda sbiancò, già sarebbe stata un'impresa seguire Ares immediatamente, ma dopo tutto quel tempo, come avrebbe potuto fare? Certamente ogni traccia era ormai scomparsa.
-Devo cercare Xena. Ti ringrazio Aphrodite, per la tua ospitalità e il tuo aiuto, ma devo partire il prima possibile-
-Non lo troveresti mai.- Replicò, un po' infastidita, l'immortale -Ti ricordo che mio fratello è un Dio, non avresti alcuna possibilità di rintracciarlo- Sorrise sibillina.
-Cosa vorresti dire?- Captò un sottinteso nel tono della Dea.
-Che non lo troveresti mai, senza il mio aiuto.- 
-Sai dove si trova?-
-Esattamente. L'ho seguito dopo che ha fatto del male a una mia amica. In realtà lo tenevo d'occhio già da prima, per questo ti ho trovata subito, in quel porto gigantesco.-
-Dove l'ha portata?- Sapeva che la Dea avrebbe gradito una maggiore riconoscenza, ma non ci riusciva. Doveva ritrovarla al più presto e già si stava sforzando di essere cortese.
-E' in quella pidocchiosa fattoria. Non ne esce più da quando ha saputo...-
Gabrielle annuì pensierosa. Da Alessandria al paese natale di Xena ci sarebbero voluti giorni di navigazione... -Aphrodite, potrei chiederti un altro favore?- Chiese con cautela.
-Lo sapevo, vi do un'unghia e vi prendete tutto il braccio! Cosa vuoi ancora?-
-Potresti portarmi ad Anfipoli?- Ares una volta l'aveva portata in Oriente, sarebbe stato molto più pratico così.
-Cara, siamo a Eidon! Al massimo ti concedo un cavallo!- Rispose indispettita e divertita. Si aspettava che la guerriera le facesse quella richiesta, quindi, l'aveva portata da subito al suo tempio più vicino.
-Oh, Dei dell'Olimpo! Grazie! Grazie mille davvero!- Gabrielle non riuscì a trattenersi e l'abbracciò, sollevata e profondamente riconoscente.
-Ripensandoci ti ci porto, non mi fido di mio fratello e detesto dover rifare le cose- Chiosò la Dea, arricciando il naso.


****

Note dell'autrice:
Buon giorno e ben ritrovati all'appuntamento del sabato!
Come promesso, eccomi a sottoporvi il mio finale alternativo, post "A Friend In Need". Spero di riuscire ad appianare un po' di cose lasciate in sospeso da AFIN, almeno.
Colgo l'occasione per ringraziare oscuro_errante per essere ancora la mia fedele Beta Reader. Grazie mille!
A sabato prossimo!

P.S. Nella mia bio trovate il mio contatto facebook. Se volete chiacchierare o fare domande, non esitate!



   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Xena / Vai alla pagina dell'autore: Faust