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Autore: douce hope    20/11/2021    2 recensioni
Quando sei Cupido è facile credere che l'amore possa nascere tra chiunque.
Di certo ne è convinta Amanda, il cui diletto è aiutare i suoi compagni di scuola a conquistare il cuore della persona amata.
Ma quando al suo cospetto si presente Michele, taciturno, altezzoso e imperturbabile, Amanda capirà che le frecce nel suo arco non sono sempre così facili da scoccare, soprattutto se il bersaglio è la ragazza più bella della scuola.
Tra amici problematici, figuracce continue e sentimenti irrazionali, Amanda comprenderà che l'amore non è semplice come credeva e che quando Cupido scocca la sua freccia, non hai più via di scampo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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«Laura, mi passi quella ciotola di patatine per favore?»

La bionda che in teoria dovrebbe aiutarmi ma che in pratica sta solo mangiando la nostra cena fa un verso di protesta.

«Laura se continui così stasera staremo tutte digiune e tu tornerai a casa con due chili in più»

«E chissenefrega»

Sospiro rumorosamente cercando di farle capire che sto cominciando a perdere la pazienza, ma lei continua a mangiare tranquillamente ignorandomi.

Da quando ha varcato la porta di casa mi avrà rivolto all'incirca quattro frasi contate, e anche se di solito Laura è altamente lontana dall'essere loquace, percepisco che c'è qualcosa che non va.

Infondo l'unica cosa che mi riesce con facilità è capire gli stati d'animi altrui, ed è chiaro come il sole che il suo non è tranquillo.

«Vorresti almeno aiutarmi a sistemare i letti dato che in teoria sei venuta qui per questo?»

La bionda sbuffa ma fortunatamente si alza posando la ciotola ai suoi piedi.

Spero solo di non incapaci sopra per sbaglio.

Le passo il lenzuolo rosa e insieme lo stendiamo sulla brandina e lo sistemiamo con cura.

La sera del pigiama party è finalmente arrivata, e non posso negare di essere abbastanza nervosa per come procederà questa serata.

Rebecca con mia somma sorpresa aveva accettato entusiasta il mio invito alla Sleepover Club, così come anche la sua migliore amica Teresa. Un'altra sua amica invece ha rifiutato perché ha un appuntamento.

Meglio così in fondo, lo spazio nella mia stanza non è assolutamente adeguato per sei persone, e già in cinque dovremo stringerci un pò.

Ho pensato anche alle attività da fare, ma non me ne sono venute poi molte in mente: guardare un film, farci le mani, magari un karaoke (ma con i miei genitori nell'altra stanza non mi sembra proprio un'idea geniale) e ovviamente spettegolare come solo noi ragazze sappiamo fare.

La mia paura però è quella di cadere in silenzi imbarazzanti con praticamente due sconosciute. Per fortuna Vittoria stando in classe con loro sarà di grande aiuto, a differenza di Laura che mi sembra essere arrivata con l'intenzione di non aprire bocca per il resto della serata.

Guardo l'orologio e vedendo che mancano ancora una quarantina di minuti prima dell'arrivo delle altre decido di prendere in mano la situazione.

Laura è sempre stata molto riservata, piena di orgoglio e convinta di potercela sempre fare da sola, ma quando aveva bisogno di me non si è mai fatta scrupoli a chiedere il mio aiuto. 

Non capisco perché questa volta, sebbene abbia notato che da ieri stia rimuginando su qualcosa, abbia deciso di non sfogarsi.

Lentamente mi avvicino a lei per poi prenderle la federa del cuscino dalle mani. 

In risposta mi indirizza uno sguardo confuso.

«Siediti» le ordino indicandole il letto.

Alza le sopracciglia interdetta, anche se so che ha capito dove voglio arrivare.

«Ma non dobbiamo sistemare?» chiede con finta innocenza.

«Ho detto sediti» replico più sicura ma con tono rassicurante.

Ancora una volta uno sbuffo sfugge dalle sue labbra, ma fa come le ho chiesto.

Mi siedo anch'io per poi fissarla eloquentemente.

«Che c'è?» si scalda subito.

Ma io non demordo.

«Non ci alzeremo da questo letto fin quando non mi dirai che cos'hai» 

«Per me va bene» risponde sistemandosi meglio sul letto.

Tra poco la mia pazienza svanirà e sa benissimo quali saranno le mie reazioni.

«Laura possiamo parlarne adesso e far sì di trovare una soluzione al tuo problema, oppure puoi passare tutta la sera in questo mutismo assolutamente antipatico»

«Non me ne importa niente di sembrare antipatica» 

Ancora una volta un sospiro esce dalle mie labbra. Dannata testardaggine, tra lei e Alessandro non saprei dire chi è peggio.

«A me importa sapere perché stai così, dai dimmelo» le do una leggera spallata amichevole per riscuoterla.

Lei resta in silenzio ma leggo nei suoi occhi che l'ho convinta.

Intreccia le mani cominciando a giocare con l'elastico allacciato al polso mentre, credo, stia cercando le parole giuste per iniziare.

«È incredibile che ci stia ancora pensando» sbotta all'improvviso quasi arrabbiata con sé stessa.

Mi è automatico aggrottare le sopracciglia dalla confusione.

«Di cosa parli?» le domando dunque

«Di Colombo e i suoi compiti in classe impossibili!»

Un momento, sta così per la professoressa Colombo?

Eppure mi aveva detto che il compito era andato bene in fin dei conti.

«Guarda che non succede nulla se una verifica va male, lo recuperi subito»

Cerco di consolarla carezzandole il braccio.

Lei però scuote la testa.

«Non sto parlando del compito, o almeno non del mio»

«Cioè?»

Si umetta le labbra ancora incerta ma alla fine mi guarda negli occhi quasi intimorita.

«Sto parlando del compito di Alessandro»

Che c'entra Alessandro adesso?

Adesso sono ancora più confusa.

«Alessandro Mancini?» chiedo per sicurezza come una stupida.

Lei infatti mi lancia una mezza occhiataccia.

«Conosci un altro Alessandro in classe nostra?»

Ok, effettivamente ha ragione.

Ma questo non ha il minimo senso, lei detesta Alessandro e mi è difficile credere che abbia passato due giorni a pensare a lui.

«Ok allora, perché stai così per il compito di Ale?» le domando dunque.

«Perchè...» si alza dal letto di scatto per poi prendere a camminare per la stanza avanti e indietro, «perchè avrei potuto aiutarlo, e non l'ho fatto» ammette.

«In che senso?»

Si zittisce nuovamente, e proprio non riesco a capire perché abbia così tanta difficoltà a parlarne.

«C'è stato un momento...» riprende sedendosi accanto a me, «mancavano dieci minuti alla fine dell'ora e io avevo già concluso il mio compito. Lo stavo solo ricontrollando»

Non fiato, ma la guardo dritta negli occhi per farle capire che sto ascoltando.

«A un certo punto ho alzato lo sguardo e ho visto un bigliettino vicino il tuo astuccio» continua e in quel momento mi viene in mente l'esercizio che avevo provato a passare ad Ale prima che la professoressa mi spostasse. 

Deve essermi scivolato dal compito mentre mi alzavo ed è un miracolo che Colombo non l'abbia visto.

Ricordo che mancava solo un piccolo passaggio dei due esercizi che avevo ricopiato e che avrebbe potuto aiutare Ale a raggiungere quantomeno la sufficienza.

«L'ho visto e ho capito subito che si trattasse di un tuo biglietto. Ma...non gliel'ho passato» racconta continuando a negarmi lo sguardo, come se si vergognasse.

«Avevi paura che Colombo ti scoprisse?» cerco di comprendere il perché del suo gesto.

Laura non è mai stata una persona che nega il suo aiuto a qualcuno.

«No..» ammette però lei facendomi sgranare leggermente gli occhi, «ho scelto volutamente di non aiutarlo»

«Ma perchè?» mi viene spontaneo domandarle incredula

«Non lo so Amanda! In quel momento ho solo pensato che non era giusto che io mi facessi il mazzo sui libri mentre per lui doveva essere sempre tutto così semplice! A lui basta schioccare le dita per ottenere quello che vuole: l'ammirazione, la gloria, anche un semplice favore! Non volevo che ottenesse un qualcosa senza esserselo meritato» le parole le escono dalle labbra come un fiume in piena e anche se da una parte appoggio il suo discorso, dall'altra credo che un aiuto a un compagno di classe non si debba mai negare.

«È per questo che Alessandro è arrabbiato con te?» realizzo in quel momento ricordando la spallata di ieri.

Lei si limita ad annuire prendendosi qualche momento di silenzio prima di continuare, «Quando abbiamo consegnato e ci siamo alzati l'ha visto lì sul banco e per un secondo si è bloccato. Pensavo che avrebbe agito con indifferenza come suo solito ma poi mi ha guardato negli occhi con uno sguardo che non gli avevo mai visto addosso, e mi ha detto...»

Si blocca.

«Ti ha detto?» la sprono

«Mi ha detto "complimenti"...ed è andato via» conclude.

Continua a non guardarmi negli occhi, ed è lampante quanto si vergogni di quello che ha fatto.

Laura non è una cattiva ragazza, ma spesso si lascia trasportare e condizionare troppo dai suoi sentimenti.

«E adesso ti senti in colpa, vero?» Le chiedo conoscendo però già la sua risposta.

«Sì..» Conferma con un sospiro.

Stanca del suo sguardo sfuggente, mi avvicino maggiormente a lei, e le prendo una mano costringendola ad alzare gli occhi su di me.

«Laura non ti nego che secondo me hai sbagliato, ma esiste una soluzione semplicissima ovvero scusarsi. Tutti sbagliano, Alessandro soprattutto»

«Non è questo Amy, non si tratta solo di sentirsi in colpa nei confronti di Alessandro, si tratta del fatto che io non sono così, e non voglio esserlo»

«Ed infatti non lo sei, sei solo stata accecata dalla tua antipatia nei suoi confronti, ma forse questo ti è servito da lezione»

Non mi risponde, forse ragionando sulle mie parole.

«Però vorrei che capissi una cosa, e non lo dico perché Alessandro è il mio migliore amico oppure perché vorrei che tu lo apprezzassi, te lo dico come tua amica» continuo.

«E allora dimmi»

«Per Alessandro non è sempre tutto semplice, non gli basta schioccare le dita per ottenere quello che vuole. Da fuori può sembrare, anche perché è vanitoso ed egocentrico ai massimi livelli, ma non è così. Non tutto gli viene facile, soprattutto la matematica. Capisci perché te lo sto dicendo?» le rivolgo uno sguardo dolce per farle capire che non la sto giudicando.

«Credo di sì» risponde stringendo la mia mano ancora nella sua.

«Bene, allora per stasera basta pensarci. Adesso finiamo di sistemare prima che arrivino le altre!»

****

Quando Vittoria, Rebecca e la sua amica Teresa arrivano fortunatamente è tutto già pronto.

I cuscini sono stati appositamente spostati sul tappeto in modo da sederci tutte comodamente per guardare un film (cosa che stiamo appunto facendo), le ciotole sono piene di patatine di tutti i tipi, e i letti ben sistemati.

Mi sento elettrizzata per questa serata, certo un pò di disagio non manca perché altrimenti non sarei io, ma tutto sommato questa è stata l'occasione per realizzare un mio sogno da bambina: un pigiama party con le mie amiche.

«Che carino Landon! Ha realizzato il suo desiderio di essere in due posti contemporaneamente, non è romantico?» esclama con gli occhi a cuoricino Teresa.

«Hai voglia» commenta ironicamente Vittoria sottovoce.

Non è mai stata un tipo eccessivamente romantico...diciamo quasi per nulla.

Abbiamo deciso di guardare I passi dell'amore, film che avrò visto almeno una decina di volte, ma ho ovviamente omesso questo dettaglio.

Le ragazze ancora non sanno la tragedia che incomberà a breve, e chi più e chi meno, sono tutte prese dalla trama.

Sostanzialmente il film parla di un bad boy che si innamora della ragazza buona e gentile. Un gran cliché, ma che alla fine cattura sempre.

«Più che carino, io direi che è davvero un gran figo» aggiunge Rebecca, non staccando gli occhi dallo schermo.

Beh come darle torto, l'attore scelto è davvero un gran bel ragazzo, ma alla fine dove si è mai visto un bad boy poco attraente? 

«Secondo me è solo irrealistico tutto ciò» aggiunge Laura con un sopracciglio inarcato.

«Perché irrealistico?» le domanda Rebecca voltandosi verso di lei.

Laura alza le spalle ed indica il televisore dove adesso i due protagonisti stanno facendo una romantica passeggiata sul molo.

«Ti pare che un ragazzo che fino al giorno prima andava a fare il coglione in giro, all'improvviso si innamora di una ragazza casa e chiesa, e come se non bastasse ripudia tutti i suoi amici coglioni quanto lui?» 

«Direi che questo è il significato del film, no? L'amore ti cambia in meglio» interviene a quel punto Teresa.

Forse ho trovato una persona più romantica di me, perché sebbene io ami questo film non sono in completo disaccordo con Laura.

«L'amore non deve cambiarti, e se sei coglione per natura tale resti» è la pronta risposta della mia amica bionda.

Vittoria a quel punto mette in pausa il film, dato che anche se non lo ammetterebbe mai lo stava guardando con un certo interesse.

«È vero, ad esempio Marco era eccezionale già da prima che si mettesse con me» interviene allora lei.

Alzo gli occhi al cielo sopprimendo un sorrisetto. Non si rende nemmeno conto che quando parla di Marco diventa più dolce di una caramella al cioccolato. 

«Vic lo sappiamo che Marco è perfetto, non c'è bisogno che ce lo ricordi ogni volta» la prendo in giro, e in risposta ricevo un elegante dito medio.

«Quindi secondo te un ragazzo non può cambiare per amore?» chiede Rebecca rivolgendosi nuovamente a Laura.

«No» è la pronta risposta di lei.

«Ok, allora facciamo un esempio...Amanda!» mi chiama Rebecca facendomi sobbalzare.

Cosa c'entro io adesso?

Ti prego non chiedermi qualcosa riguardo la mia vita sentimentale, perché anche Leone Lucia Ferragni ha più esperienza di me.

«Dimmi» le chiedo con voce incerta.

«Tu sei Cupido, no? Quante coppie hai fatto mettere insieme?» 

«Qualcuna» rispondo pensando che anche lei è una vittima inconsapevole del mio arco.

«E come hai fatto a metterle insieme?» chiede lei con un sottofondo di curiosità.

A quel punto mi umetto le labbra cercando di dare una risposta soddisfacente.

La verità è che non ho mai avuto un modus operandi specifico, a volte ci sono ragazzi che si piacciono ma non lo ammettono, e dunque non devo far altro che dar loro una spintarella. 
Altre volte invece sono amori a senso unico che fortunatamente sono ricambiati nel futuro.

Ho sempre pensato che l'amore non potesse mai nascere a comando, ma allo stesso tempo erano gli eventi a far scoccare la famosa scintilla.

E io ero colei che creava questi eventi.

«Diciamo che dipende dai casi. La maggior parte delle volte scopro qualche dettaglio sulla persona da conquistare, e do suggerimenti di conseguenza»

Teresa difronte a me mi rivolge uno sguardo scettico.

«Ma non è tipo imbrogliare questo?» chiede infatti.

«Ma no! Sono suggerimenti banali alla fine, servono giusto per creare l'occasione di conoscersi meglio. E una volta che succede è poi la personalità a fare tutto il lavoro»

Devo anche ammettere che sono sempre stata  molto fortunata con le coppie che ho aiutato perché non ci sono mai stati cuori spezzati.

Il problema però è che con Michele questo è tutto da vedere.

«Ma allora è perfetto! Tu potresti aiutarmi!» esclama allora Rebecca.

Sgrano gli occhi nel panico e mi gelo sul posto.

Ti prego, non chiedermi quello che sto pensando.

«Aiutarti in che senso?» sonda il terreno Vittoria guardandomi di sottecchi.

Ancora non muovo un muscolo restando in silenzio a guardare la bellissima ragazza davanti a me.

Rebecca arrossisce leggermente prima di aprire nuovamente bocca e ammazzarmi definitivamente, «Beh...io ho una cotta pazzesca per Alessandro. Amanda lo conosce come le sue tasche, potrebbe darmi una mano a conquistarlo!»

Boom

Se prima ero congelata adesso sono completamente pietrificata.

Per un singolo istante penso di essermi immaginata tutto. O che qualcuno mi stia facendo uno scherzo.
Non è possibile essere così sfortunati, no?

Prima il ragazzo che meno sopporto mi chiede aiuto, poi scopro che la ragazza che gli piace ha a sua volta una cotta per il suo migliore amico, e adesso mi chiede addirittura di conquistarlo.

Qualcuno spenga le telecamere perché non è assolutamente divertente.
Proprio per nulla, mi viene quasi da piangere e vorrei solo sbattere la testa contro il muro.

Ma quando vedo le espressioni di Laura e Vittoria, capisco che no, non è uno scherzo. Che non mi sono immaginata tutto.

Rebecca mi ha chiesto davvero un aiuto da Cupido, e io non so cosa risponderle.

Vorrei solo che una voragine si aprisse sotto i miei piedi e mi facesse scomparire.

Per un minuto intero nessuno fiata, e a quel punto anche Rebecca si stranisce.

«Perché nessuno dice niente?»

Io continuo ad avere la mente annebbiata, troppo sconvolta per trovare una scusa.

«Ci hai solo colte di sorpresa» si riprende fortunatamente Vittoria.

Continua a lanciarmi delle occhiate mentre prosegue, «insomma Alessandro alla fine è un ragazzo abbastanza, come dire...libertino» prosegue cercando di aiutarmi.

Se solo potessi le farei una statua seduta stante.

«Ed infatti questo proverebbe il mio punto! Cioè che proprio come Landon in questo film, anche Alessandro nel momento in cui si innamorerà veramente, cambierà e diventerà serio» continua convinta Rebecca.

Se non fosse per il mio stato di shock e mutismo, scoppierei a ridere.

Cosa che in realtà fa Laura.

«Rebecca, stiamo parlando appunto di un film. Queste cose nella realtà non succedono!» le fa notare lei.

Facciamone due di statue.

«Perché non provi con un altro ragazzo? Ad esempio...Michele! Lui è bello, serio e ispira tanta fiducia» le da man forte Vittoria.

Ho davvero le amiche migliori del mondo, ma credo sia arrivato il momento di intervenire, anche perché direi che il mio stato di silenzio post traumatico sia durato anche con troppo.

«Vittoria ha ragione, Alessandro è un ragazzo d'oro, ma non ha ancora la serietà per iniziare una vera storia con qualcuno» intervengo allora io, dicendo l'assoluta verità.

Alla fine questa situazione potrebbe anche risvoltare a mio favore.

«Michele invece è un ragazzo...singolare» continuo, trovando effettiva difficoltà a descrivere Michele con un solo aggettivo.

In verità anche se ne avessi dieci, non saprei nemmeno quale scegliere.

«Certo è un tipo abbastanza silenzioso e introverso, però è un buon amico, un grande ascoltatore ed è...gentile» proseguo stupendomi per un attimo di me stessa.

Quando ho iniziato a pensare queste cose di Michele?

Sicuramente quando Ale si è ubriacato ho capito quanto fossero legati, e anche di quanto Michele sia un bravo amico. Poi mi ha ascoltata quando l'ho portato a Villa Borghese ed è stato gentile con me al supermercato.

Solo mettendo da parte il mio astio nei suoi confronti mi sono resa conto di queste cose.

«Inoltre è anche un bel bocconcino. Me lo mangerei volentieri» aggiunge Teresa indirizzando un occhiolino in direzione della sua migliore amica.

Mica è una bistecca.

«Vero, è molto affascinante» aggiunge Vittoria.

Le indirizzo un sorriso di ringraziamento che lei ricambia subito.

Negli occhi di Rebecca vedo quell'entusiasmo che l'aveva colta svanire sempre più, e non posso negare che mi dispiaccia vederla così.

Però infondo è la verità. 

Non escludo che Alessandro possa cambiare per amore, ma al momento è preso da troppe altre cose per poter pensare a qualcun altro.
Anche se si tratta di una ragazza bella e simpatica come Rebecca.

È meglio fasciarle la testa prima che si faccia male...o che faccia male a me.

«Ammetto che ragionevolmente avete ragione voi» comincia la mora, «però a me piace quell'animo ribelle che vedo in Alessandro! Vorrei qualcuno al mio fianco che mi stimolasse e mi facesse fare pazzie! E poi al cuor non si comanda, no?»

«Certo, però tu vuoi anche una persona seria al tuo fianco, e poi non conosci Alessandro così bene» le fa notare Vittoria.

Se non ci fosse lei questa sera sarei già caduta in un buco nero.

C'è anche da dire che hanno molta più confidenza essendo compagne di classe.

«Allora vuol dire che dovrò conoscerlo meglio...Amanda mi aiuterai?»

Quattro paia di occhi mi fissano in attesa.

Ecco, io adesso cosa dovrei fare?

Dirle "Non posso aiutarti perché Michele Costa mi ha già assunto?"

Com'è possibile che mi sia cacciata in questo guaio?

Lo sapevo che accettare la richiesta di Michele mi avrebbe causato solo danni.

A quel punto do la risposta più stupida di sempre, ma anche l'unica che mi viene in mente, «Vedrò cosa posso fare»

***

Il lunedì mattina sono un disastro.

Arrivo a scuola con delle occhiaie che manco la sposa cadavere, infatti Giovanni, seduto rigorosamente al banco in prima fila, quando mi vede entrare mi rivolge uno sguardo stranito.

Sarei molto tentata di ricambiare con un bel gestaccio, ma decido di lasciar perdere, preferendo accasciarmi sul banco e chiudere gli occhi.

La notte precedente avevo chiuso gli occhi giusto due ore, troppo presa da pensieri che mi avevano perseguitata per tutto il weekend.

Mi sono cacciata davvero in una guaio grande quanto una casa, una giostra da cui non so come scendere, ma che avrebbe sicuramente fatto vomitare qualcuno.

Non è un granché come metafora, ma almeno rappresenta il senso di nausea che mi provoca tutta questa faccenda.

Ed è così che passo le successive ore: ascoltando passivamente le voci dei professori, rispondendo a qualche domanda di Alessandro e nel frattempo cercando di capire come affrontare questa situazione.

Devo parlare con Michele, ma non posso farlo senza ferirlo.
Non voglio che si senta inferiore al suo migliore amico, è un cosa che non augurerei mai a nessuno.

Però se non sarò onesta con lui sento che il senso di colpa mi mangerà viva.

Quando suona la campanella dell'intervallo, vedo Laura avvicinarsi al mio banco. 

Sono già pronta a salutarla, quando sorprendentemente si volta verso Alessandro ancora seduto al mio fianco.

«Possiamo parlare?»

Alessandro alza i suoi occhi azzurri su di lei, con un'espressione che in un'altra circostanza mi avrebbe fatto decisamente molto ridere.

Se potessi gli scatterei una foto e la userei come reaction pic per qualsiasi cosa.

Sfortunatamente il ragazzo non si decide a fiatare, dunque decido di levare le tende.

«Vi lascio soli» affermo alzandomi e lanciando uno sguardo incoraggiante a Laura mentre le passo di fianco.

Sapevo che avrebbe fatto la cosa giusta.

A quel punto esco dall'aula indecisa sul da farsi.

Dovrei andare da Michele? Dirgli come stanno le cose? Oppure dovrei ignorarlo?

Amanda non puoi ignorarlo per sempre, non essere ridicola.

Anche il fato sembra essere d'accordo con me, perché dopo tre passi lo vedo vicino le macchinette a bere un caffè.

Non ce la posso fare.

Con che coraggio posso dirgli una cosa del genere?

Non morirà per un cuore spezzato....giusto?

Non lo so, e vorrei continuare a non saperlo.

Timidamente faccio dei passi nella sua direzione, anche se sembra perso in un mondo tutto suo.

Certe volte mi chiedo cosa gli passi per la testa, sembra sempre preso in riflessioni mistiche, un po' come un filosofo.

Indossa rigorosamente una polo azzurra, e per un attimo mi chiedo come sia possibile che Rebecca abbia escluso a priori la possibilità di stare con uno come lui.

Insomma, è uno dei ragazzi più belli del nostro istituto.

Quando sono ormai a due metri da lui, finalmente mi scorge puntandomi con il suo sguardo verde.

«Ciao» lo saluto per prima.

Mi pongo davanti la macchinetta, fingendo di star scegliendo qualcosa da mangiare, anche se ho lo stomaco chiuso.

«Ciao» ricambia il saluto con un mezzo sorriso, per poi continuare a bere il suo caffè.

Ecco, adesso che gli dico?

Incredibile che dopo esserci salutati finiamo sempre in questo silenzio imbarazzante.

Stranamente è proprio lui a romperlo.

«Com'è andata la festa?» chiede poggiandosi con la spalla al distributore.

«Intendi il pigiama party?» mi scappa una risatina involontaria.

Anche lui sorride, e ancora una volta non sono abituata a vederlo così, o almeno nei miei riguardi.

«Pardon, il pigiama party sí»

«È andato bene, ci siamo divertite»

O almeno io mi sono divertita fino a quando a Rebecca non ha deciso di voler far innamorare Alessandro.

Ecco, adesso che mi torna in mente non riesco neanche a guardare negli occhi Michele.

Le ho davvero detto "Vedrò cosa posso fare" come una cretina? 
Io non posso fare proprio niente, al massimo posso scappare via in un posto lontano e ricominciare una vita senza tutto questo drama.

E sì, sono melodrammatica. Lo so.

«Tutto bene?» Michele mi riscuote dai miei pensieri schioccandomi le dita davanti agli occhi, dato che mi sono incantata a fissare un punto sulla sua maglia.

«Si si, scusami! Mi sono distratta»

E stranamente a Michele scappa un altro sorrisetto.

Cosa c'è da ridere? Devo sembrare proprio una rimbambita ai suoi occhi.

«Ti capita spesso?» mi domanda.

Ecco, appunto.

Ma sì Michele, prendimi anche in giro, tanto ormai la situazione non può che peggiorare.

«Qualche volta» ammetto a malincuore, perché è pur sempre la verità.

«Comunque Rebecca è davvero una ragazza simpaticissima» cambio subito argomento, giusto per evitare di essere il clown di turno.

Michele al sentir il nome della sua amata, sorride ancora di più.

Dio, ma è proprio sotto mille treni per lei.

E ci rimarrà anche secco dato le circostanze.

«Lo immagino, è sempre così sorridente» 

Ah, allora non sono l'unica a pensare che abbia una paralisi facciale.

«Vero, è sempre così positiva, sarebbe bello vedere il mondo con i suoi occhi»

«Perché, tu il mondo come lo vedi?» mi domanda curioso, avvicinandosi leggermente, e cogliendomi anche impreparata.

Non mi sono mai definita una ragazza negativa,  anzi anche io mi reputo una persona positiva il novanta percento delle volte, ma soltanto nelle situazioni che non mi riguardano. La mia melodrammaticitá non me lo permette con me stessa.

«Diciamo che più che guardarlo, immagino come potrebbe essere» gli rispondo dopo averci pensato qualche secondo.

Michele continua a fissarmi con quegli occhi che non smetteranno mai di recarmi disagio, per poi fare una smorfia che non saprei proprio decifrare.

«Interessante» dice soltanto.

Interessante? Lui mi trova interessante?

No Amanda, trova interessante il tuo modo di vedere le cose, non te.

Prima che possa replicare, la campanella suona sancendo la fine dell'intervallo.

«Beh...ci vediamo» mi saluta buttando il bicchiere nel cestino, rivolgendomi un piccolo cenno prima di allontanarsi.

«...Ciao» e credo non mi abbia nemmeno sentito.

E mentre guardo la sua schiena andare sempre più lontano, realizzo che ancora una volta non gli ho detto la verità.

Sono proprio una codarda...oltre che una gran sfigata.

Qualcuno mi aiuti.

 

   
 
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