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Autore: Fiore di Giada    21/11/2021    0 recensioni
L'uomo ridacchiò. Suo figlio, nonostante l'età, mostrava una discreta abilità nell'arte della contrattazione.
Con quella voce, così flautata, riusciva a predisporre gli animi all'esaudimento di qualsiasi suo desiderio.
– Di che si tratta? – chiese.
– Voglio venire ancora sulla funivia. Voglio volare. – rispose il piccolo, il tono determinato.
L'uomo ridacchiò e lo abbracciò con più forza, scompigliandogli i capelli.
– Certo, ci verrai ancora. E io verrò insieme a te. Voleremo insieme. – dichiarò, mentre la funivia cominciava la sua lenta, inesorabile discesa.
(piccolo esperimento sgorgato dalla contemplazione di una immagine raffigurante una città con delle funivie)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cabina, ad un tratto, si fermò e, per alcuni istanti, parve ondeggiare sulla città.
Il piccolo Jean appoggiò il viso sul vetro della finestra La mamma gli aveva detto di stare attento, ma non capiva la ragione della sua preoccupazione.
Non aveva paura.
Anzi, la città, da quell'altezza, era bellissima.
Gli sembrava di essere una fiera aquila, che scrutava l'ambiente coi suoi occhi acuti.
Ed era splendido osservare così la città.
Due braccia forti si strinsero attorno al suo corpo esile e lo allontanarono dalla finestra, poi una mano si posò sui suoi capelli rossi in una carezza affettuosa.
Il bambino, di scatto, alzò la testa e i suoi occhi castani si posarono su quelli grigi di un giovane uomo bruno, alto e robusto.
Jean, ti prego... Stai fermo. – sospirò l'uomo, il tono rassegnato.
Il piccolo aprì un poco gli occhi, perplesso.
Ma io non sento nulla, papà. Non capisco: perché la mamma ha paura? – chiese.
Alla domanda del piccolo, lo sguardo dell'uomo si rannuvolò.
La mamma si preoccupa per te. Suo zio è morto in un incidente in funivia. – spiegò l'uomo, serio. Quando aveva compiuto dieci anni, sua moglie Armande aveva perduto suo zio in un incidente di funivia.
Per lei, quella era stata una tragedia e ne era stata segnata.
Temeva una ripetizione di quell'evento doloroso, a danno suo e del piccolo Jean.
Il piccolo, per alcuni istanti, rimase pensieroso, poi si rannicchiò contro il petto del genitore.
Papà, ti prometto che starò buono, ma tu, in cambio, mi prometti una cosa? – chiese.
L'uomo ridacchiò. Suo figlio, nonostante l'età, mostrava una discreta abilità nell'arte della contrattazione.
Con quella voce, così flautata, riusciva a predisporre gli animi all'esaudimento di qualsiasi suo desiderio.
Di che si tratta? – chiese.
Voglio venire ancora sulla funivia. Voglio volare. – rispose il piccolo, il tono determinato.
L'uomo ridacchiò e lo abbracciò con più forza, scompigliandogli i capelli.
Certo, ci verrai ancora. E io verrò insieme a te. Voleremo insieme. – dichiarò, mentre la funivia cominciava la sua lenta, inesorabile discesa.


   
 
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